PRANZO CON I PADRI SINODALI E VESCOVI CHE HANNO PARTECIPATO AL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II Alle ore 13.15, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI ha pranzato con i Padri Sinodali e i partecipanti alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, alcuni dei Presuli che hanno preso parte come Padri al Concilio Ecumenico Vaticano II; i Patriarchi e Arcivescovi delle Chiese orientali cattoliche, e un centinaio di Presidenti di Conferenze Episcopali di tutto il mondo. Erano presenti anche il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Sua Santità Bartolomeo I, e l’Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione Anglicana, Sua Grazia Rowan Williams.
Al termine del pranzo, dopo che era stata annunciata la ripresa dei lavori nell’aula sinodale per le ore 16.30, il Papa ha rivolto ai presenti le parole che pubblichiamo di seguito:
● PAROLE DEL SANTO PADRE
Santità,
Your Grace,
cari Fratelli,
inizialmente vorrei annunciare un po’ di grazia, cioè, stasera cominciamo non alle quattro e mezza - mi sembra disumano -, ma alle sei meno un quarto.
E’ una bella tradizione creata dal Beato Papa Giovanni Paolo II di coronare il Sinodo con un pranzo comune. Per me è una grande gioia che alla mia destra ci sia Sua Santità il Patriarca Bartolomeo, Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, e, dall’altra parte, l’Archbishop Rowan Williams from the Anglican Communion.
Per me questa comunione è un segno che siamo in cammino verso l’unità e che nel cuore andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà ad andare avanti anche esteriormente. Questa gioia, mi sembra, ci dia forza anche nel mandato dell’evangelizzazione. Synodos vuol dire «cammino comune», «essere in cammino comune», e così la parola synodos mi fa pensare al famoso cammino del Signore con i due discepoli di Emmaus, che sono un po’ un’immagine del mondo agnostico di oggi. Gesù, la loro speranza, era morto; il mondo vuoto; sembrava che Dio realmente o non ci fosse o non si interessasse di noi. Con questa disperazione nel cuore, e tuttavia con una piccola fiamma di fede, vanno avanti. Il Signore cammina misteriosamente con loro e li aiuta a capire meglio il mistero di Dio, la sua presenza nella storia, il suo camminare silenziosamente con noi. Alla fine, nella cena, quando già le parole del Signore e il loro ascolto avevano acceso il cuore e illuminato la mente, lo riconoscono nella cena e finalmente il cuore comincia a vedere. Così nel Sinodo siamo insieme con i nostri contemporanei in cammino. Preghiamo il Signore perché ci illumini, ci accenda il cuore affinché diventi veggente, ci illumini la mente; e preghiamo affinché, nella cena, nella comunione eucaristica, possiamo realmente essere aperti, vederlo e così accendere anche il mondo e dare la sua luce a questo nostro mondo.
In questo senso, la cena - come il Signore ha preso spesso il pranzo e la cena come simbolo del Regno di Dio - potrebbe essere anche per noi un simbolo del cammino comune e un’occasione di pregare il Signore perché ci accompagni, ci aiuti. In questo senso diciamo adesso la preghiera del ringraziamento…
(preghiera in latino)
Buon riposo, ci vediamo nell’aula del Sinodo! Grazie!
[01323-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0580-XX.02]