MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2012 ● TESTO IN LINGUA ITALIANA
● TESTO IN LINGUA FRANCESE
● TESTO IN LINGUA INGLESE
● TESTO IN LINGUA TEDESCA
● TESTO IN LINGUA SPAGNOLA
● TESTO IN LINGUA PORTOGHESE
Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che come di consueto sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema: "Turismo e sostenibilità energetica: propulsori di sviluppo sostenibile":
● TESTO IN LINGUA ITALIANA
Il 27 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Turismo, promossa annualmente dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). La Santa Sede ha aderito a questa iniziativa fin dalla sua prima edizione, considerandola come un'opportunità per dialogare con il mondo civile, offrendo il suo apporto concreto, basato sul Vangelo, e vedendola anche come un'occasione per sensibilizzare tutta la Chiesa sull'importanza che questo settore riveste a livello economico, sociale e, particolarmente, nel contesto della nuova evangelizzazione.
Mentre si pubblica questo messaggio risuonano ancora gli echi del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo, celebrato nello scorso mese di aprile a Cancún (Messico), per iniziativa del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in collaborazione con la Prelatura di Cancún-Chetumal e la Conferenza Episcopale Messicana. I lavori e le conclusioni di quell'incontro illumineranno la nostra azione pastorale nei prossimi anni.
Anche in questa edizione della Giornata mondiale facciamo nostro il tema proposto dall'OMT, "Turismo e sostenibilità energetica: propulsori di sviluppo sostenibile", che è in consonanza con il presente "Anno internazionale dell'energia sostenibile per tutti", promulgato dalle Nazioni Unite con l'obiettivo di mettere in risalto "la necessità, per assicurare uno sviluppo sostenibile, di migliorare l'accesso a servizi energetici e a sorgenti di energia affidabili, dal costo ragionevole, economicamente validi, socialmente accettabili ed ecologicamente razionali".1
Il turismo è cresciuto ad un ritmo importante nelle ultime decadi. Secondo le statistiche dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, si prevede che durante l'anno in corso si raggiungerà la quota di un miliardo di arrivi di turisti internazionali, che saranno due miliardi nell'anno 2030. A questi vanno aggiunti i numeri ancor più elevati che il turismo locale comporta. Tale crescita, che ha certamente degli effetti positivi, può indurre un serio impatto ambientale, dovuto fra altri fattori al consumo smisurato di risorse energetiche, all'aumento di agenti inquinanti e alla produzione di rifiuti.
Il turismo ha un ruolo importante nel conseguire gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, fra i quali vi è quello di "garantire la sostenibilità ambientale" (obiettivo 7), e deve fare tutto quanto è in suo potere perché questi siano raggiungibili.2 Perciò, deve adattarsi alle condizioni del cambiamento climatico, riducendo le sue emissioni di gas serra, che al presente rappresentano un 5% del totale. Tuttavia il turismo non solo contribuisce al riscaldamento globale, ma è anche vittima dello stesso.
Il concetto di "sviluppo sostenibile" è già radicato nella nostra società e il settore del turismo non può né deve rimanere al margine. Quando parliamo di "turismo sostenibile" non ci stiamo riferendo a una modalità fra le altre, come potrebbe essere il turismo culturale, quello di spiaggia o di avventura. Ogni forma ed espressione del turismo deve essere necessariamente sostenibile, e non può essere altrimenti.
In questo cammino si devono tenere debitamente in conto i problemi energetici. È un presupposto errato pensare che "esiste una quantità illimitata di energia e di risorse da utilizzare, che la loro rigenerazione sia possibile nell'immediato e che gli effetti negativi delle manipolazioni dell'ordine naturale possono essere facilmente assorbiti".3
È vero, così come indica il Segretario Generale dell'OMT, che "il turismo è all'avanguardia per alcune iniziative sulla sostenibilità energetica più innovative al mondo".4 Tuttavia siamo anche convinti che rimane ancora molto lavoro da fare.
Anche in questo ambito il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti desidera offrire il suo contributo, partendo dalla convinzione che "la Chiesa ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche in pubblico".5 Non spetta a noi proporre soluzioni tecniche concrete, ma far vedere che lo sviluppo non può ridursi a semplici parametri tecnici, politici o economici. Desideriamo accompagnare questo sviluppo con alcuni adeguati orientamenti etici, che sottolineano il fatto che ogni crescita deve essere sempre al servizio dell'essere umano e del bene comune. Di fatto, nel Messaggio indirizzato al menzionato Congresso di Cancún, il Santo Padre sottolinea l'importanza di "illuminare questo fenomeno con la dottrina sociale della Chiesa, promuovendo una cultura del turismo etico e responsabile, in modo che giunga ad essere rispettoso della dignità delle persone e dei popoli, accessibile a tutti, giusto, sostenibile ed ecologico".6
Non possiamo separare il tema dell'ecologia ambientale dalla preoccupazione per un'ecologia umana adeguata, intesa come interesse verso lo sviluppo integrale dell'essere umano. Allo stesso modo, non possiamo scindere la nostra visione dell'uomo e della natura dal vincolo che li unisce con il Creatore. Dio ha affidato all'essere umano la buona gestione della creazione.
È importante, in primo luogo, un grande sforzo educativo al fine di promuovere "un effettivo cambiamento di mentalità che ci induca ad adottare nuovi stili di vita".7 Questa conversione della mente e del cuore "deve permettere di giungere rapidamente a un’arte di vivere insieme che rispetti l’alleanza tra l’uomo e la natura".8
È giusto riconoscere che le nostre abitudini quotidiane stanno cambiando e che esiste una maggiore sensibilità ecologica. Tuttavia, è anche certo che facilmente si corre il rischio di dimenticare queste motivazioni durante il periodo delle vacanze, nella ricerca di determinate comodità alle quali crediamo di avere diritto, senza riflettere sempre sulle loro conseguenze.
È necessario coltivare l'etica della responsabilità e della prudenza, interrogandoci sull'impatto e sulle conseguenze delle nostre azioni. Al riguardo, il Santo Padre afferma che "le modalità con cui l'uomo tratta l'ambiente influiscono sulle modalità con cui tratta se stesso e viceversa. Ciò richiama la società odierna a rivedere seriamente il suo stile di vita che, in molte parti del mondo, è incline all'edonismo e al consumismo, restando indifferente ai danni che ne derivano".9 Su questo punto, sarà importante incoraggiare sia gli imprenditori che i turisti affinché tengano conto delle ripercussioni delle loro decisioni e dei loro atteggiamenti. Allo stesso modo, è cruciale "favorire comportamenti improntati alla sobrietà, diminuendo il proprio fabbisogno di energia e migliorando le condizioni del suo utilizzo".10
Queste idee di fondo devono tradursi necessariamente in azioni concrete. Pertanto, e con l'obiettivo di rendere sostenibili le destinazioni turistiche, si devono promuovere e appoggiare tutte le iniziative che siano energeticamente efficienti e con il minor impatto ambientale possibile, che portino a usare energie rinnovabili, a promuovere il risparmio delle risorse e ad evitare la contaminazione. Al riguardo, è fondamentale che sia le strutture turistiche ecclesiali che le proposte di vacanze che la Chiesa promuove siano caratterizzate, fra le altre cose, dal loro rispetto per l'ambiente.
Tutti i settori coinvolti (imprese, comunità locali, governi e turisti) devono essere consapevoli della rispettive responsabilità per raggiungere forme sostenibili di turismo. È necessaria la collaborazione fra tutte le parti interessate.
La Dottrina Sociale della Chiesa ci ricorda che "la tutela dell'ambiente costituisce una sfida per l'umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo".11 Un bene del quale l'essere umano non è padrone ma "amministratore" (cf. Gn 1, 28), al quale Dio lo ha affidato perché lo gestisca adeguatamente.
Papa Benedetto XVI afferma che "la nuova evangelizzazione, alla quale tutti siamo chiamati, ci chiede di avere presente e usare le numerose occasioni che il fenomeno del turismo ci offre per presentare Cristo come risposta suprema agli interrogativi dell'uomo di oggi".12 Invitiamo, dunque, tutti a promuovere e utilizzare il turismo in modo rispettoso e responsabile, per consentirgli di sviluppare tutte le sue potenzialità, nella certezza che contemplando la bellezza della natura e dei popoli possiamo giungere all'incontro con Dio.
Dal Vaticano, 16 luglio 2012
Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente
X Joseph Kalathiparambil
Segretario
__________________
1
Organizzazione delle Nazioni Unite, Risoluzione A/RES/65/151 approvata dall'Assemblea Generale, 20 dicembre 2010. 2
Cf. Organizzazione Mondiale del Turismo, Tourism and the Millennium Development Goals: sustainable - competitive - responsible, UNWTO, Madrid 2010. 3
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 aprile 2004, 462. 4
Taleb Rifai, Segretario Generale dell'OMT, Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2012. 5
Benedetto XVI, Enciclica Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 51. 6
Benedetto XVI, Messaggio in occasione del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo, Cancún (Messico), 23-27 aprile 2012. 7
Benedetto XVI, Enciclica Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 51. 8
Benedetto XVI, Discorso ai nuovi Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, 9 giugno 2011. 9
Benedetto XVI, Enciclica Caritas in veritate, 29 giugno 2009, 51. 10
Benedetto XVI, Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2010, 9. 11
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 2 aprile 2004, 466. 12
Benedetto XVI, Messaggio in occasione del VII Congresso mondiale di pastorale del turismo, Cancún (Messico), 23-27 aprile 2012. [01014-01.01] [Testo originale: Italiano]
● TESTO IN LINGUA FRANCESE
La Journée Mondiale du Tourisme est célébrée chaque année le 27 septembre, sous l’égide de l’Organisation Mondiale du Tourisme (OMT). Le Saint-Siège a adhéré à cette initiative dès sa première édition, considérant qu’elle constitue une occasion de dialoguer avec le monde civil. Il y apporte sa contribution concrète, basée sur l’Evangile et y voit aussi une occasion de sensibiliser l’ensemble de l’Eglise sur l’importance que revêt ce secteur au niveau économique et social, en particulier dans le contexte de la nouvelle évangélisation.
Ce message est publié alors que résonnent encore les échos du VIIème Congrès mondial de pastorale du tourisme, qui s’est tenu en avril dernier à Cancún (Mexique), à l’initiative du Conseil Pontifical pour la Pastorale des Migrants et des Personnes en déplacement, en collaboration avec la Prélature de Cancún-Chetumal et la Conférence épiscopale mexicaine. Les travaux et les conclusions de cette rencontre éclaireront notre action pastorale pour les prochaines années.
Pour cette Journée mondiale, nous faisons également nôtre le thème proposé par l’OMT : « Tourisme et durabilité énergétique : les moteurs du développement durable », qui est en harmonie avec l’actuelle « Année internationale de l'énergie durable pour tous », promulguée par les Nations Unies avec pour objectif de mettre en relief la nécessité « pour assurer un développement durable, d’améliorer l’accès à des services énergétiques et à des sources d’énergie fiables, abordables, économiquement viables, socialement acceptables et écologiquement rationnelles ».1
Le tourisme s’est accru à un rythme important au cours des dernières décennies. Selon les statistiques de l’Organisation Mondiale du Tourisme, on prévoit d’atteindre, durant l’année en cours, le chiffre d’un milliard de déplacements de touristes internationaux, qui deviendront deux milliards en 2030. Il faut ajouter à cela, les nombres encore plus élevés dus au tourisme local. Cette croissance, qui comporte certainement des effets positifs, peut avoir un sérieux impact environnemental dû, parmi d’autres facteurs, à la consommation démesurée de ressources énergétiques, à l’augmentation d’agents polluants et à la production de déchets.
Le tourisme joue un rôle important pour atteindre les Objectifs du Millénaire pour le Développement, entre autre celui d’« assurer un environnement durable » (objectif 7), et doit faire tout ce qui est en son pouvoir pour que ceux-ci puissent être atteints2. Par conséquent, il doit s’adapter aux conditions du changement climatique, en réduisant ses émissions de gaz à effet de serre, qui représentent actuellement 5% du total. Toutefois, le tourisme contribue non seulement au réchauffement global, mais il en est lui-même victime.
Le concept de « développement durable » est déjà enraciné dans notre société et le secteur touristique ne peut ni ne doit demeurer marginal. Quand nous parlons de « tourisme durable », nous ne nous référons pas à une modalité parmi d’autres, comme pourrait l’être le tourisme culturel, celui des plages ou de l’aventure. Chaque forme et expression du tourisme doit nécessairement être durable, et ne peut pas être autrement.
Dans cette voie, il est indispensable de tenir compte des problèmes énergétiques. C’est un présupposé erroné que de penser « qu’il existe une quantité illimitée d'énergie et de ressources à utiliser, que leur régénération est possible dans l'immédiat et que les effets négatifs des manipulations de l'ordre naturel peuvent être facilement absorbés ».3
Il est vrai, comme l’indique le Secrétaire Général de l’OMT, que « le tourisme est à la pointe en ce qui concerne certaines initiatives en matière d’énergie durable qui sont parmi les plus innovantes au monde »4. Nous sommes cependant convaincus qu’il reste encore beaucoup de travail à faire.
Dans ce domaine aussi, le Conseil Pontifical pour la Pastorale des Migrants et des Personnes en déplacement désire offrir sa contribution, en partant de la conviction que « l’Eglise a une responsabilité envers la création et doit la faire valoir publiquement aussi »5. Il ne nous appartient pas de proposer des solutions techniques concrètes, mais de faire voir que le développement ne peut pas se réduire à de simples paramètres techniques, politiques ou économiques. Nous désirons accompagner ce développement par quelques orientations éthiques adéquates, qui soulignent le fait que toute croissance doit toujours être au service de l’être humain et du bien commun. De fait, dans le Message adressé au Congrès de Cancún susmentionné, le Saint-Père souligne l'importance « d’éclairer ce phénomène par la doctrine sociale de l’Église, en promouvant une culture de tourisme éthique et responsable, de telle sorte qu’il parvienne à être respectueux de la dignité des personnes et des peuples, accessible à tous, juste, durable et écologique ».6
Nous ne pouvons pas séparer le thème de l’écologie environnemental de la préoccupation pour une écologie humaine appropriée, conçue comme un intérêt envers le développement intégral de l'être humain. De même, nous ne pouvons pas scinder notre vision de l’homme et de la nature du lien qui les unit avec le Créateur. Dieu a confié à l'être humain la bonne gestion de la création.
En premier lieu, un grand effort éducatif est important afin de promouvoir « un véritable changement de mentalité qui nous amène à adopter de nouveaux styles de vie »7. Cette conversion de l’esprit et du cœur « doit permettre d’arriver rapidement à un art de vivre ensemble qui respecte l’alliance entre l’homme et la nature ».8
Il est juste de reconnaître que nos habitudes quotidiennes sont en train de changer et qu’il existe une plus grande sensibilité écologique. Cependant, il est également certain que l’on court aisément le risque d’oublier ces motivations durant la période des vacances, dans la quête de commodités déterminées auxquelles nous croyons avoir droit, sans toujours bien réfléchir à leurs conséquences.
Il est nécessaire de cultiver l'éthique de la responsabilité et de la prudence, en nous interrogeant sur l'impact et sur les conséquences de nos actions. A cet égard, le Saint-Père affirme que « la façon dont l’homme traite l’environnement influence les modalités avec lesquelles il se traite lui-même et réciproquement. C’est pourquoi la société actuelle doit réellement reconsidérer son style de vie qui, en de nombreuses régions du monde, est porté à l’hédonisme et au consumérisme, demeurant indifférente aux dommages qui en découlent ».9 Sur ce point, il sera important d’encourager tant les entrepreneurs que les touristes afin qu’ils tiennent compte des répercussions de leurs décisions et de leurs comportements. De même, il est crucial de « favoriser des comportements plus sobres, réduisant leurs propres besoins d’énergie et améliorant les conditions de son utilisation ».10
Ces idées de fond doivent nécessairement se traduire en actions concrètes. Ainsi, et dans l’objectif de rendre durables les destinations touristiques, il faut promouvoir et soutenir toutes les initiatives énergétiquement efficientes qui ont le plus faible impact environnemental possible et qui conduisent à utiliser des énergies renouvelables, à favoriser l’économie des ressources et à éviter la contamination. A cet égard, il est fondamental qu’aussi bien les structures touristiques ecclésiales que les propositions de vacances qu’organisent l’Eglise soient caractérisées, entre autres choses, par leur respect de l’environnement.
Tous les secteurs concernés (entreprises, communautés locales, gouvernants et touristes) doivent être conscients de leurs responsabilités respectives pour parvenir à des formes durables de tourisme. La collaboration entre toutes les parties intéressées est nécessaire.
La Doctrine Sociale de l’Eglise nous rappelle que « la protection de l'environnement constitue un défi pour l’humanité tout entière : il s’agit du devoir, commun et universel, de respecter un bien collectif ».11 Un bien dont l’être humain n’est pas le maître, mais « l’administrateur » (cf. Gn 1, 28), auquel Dieu l’a confié pour qu’il le gère correctement.
Le Pape Benoît XVI affirme que « la nouvelle évangélisation, à laquelle nous sommes tous appelés, exige que nous tenions compte et profitions des nombreuses occasions que le phénomène du tourisme nous offre pour présenter le Christ comme la réponse suprême aux questions de l’homme d’aujourd’hui »12. Nous invitons donc tout le monde à promouvoir et à utiliser le tourisme d’une façon respectueuse et responsable, pour lui permettre de développer toutes ses potentialités, avec la certitude qu’en contemplant la beauté de la nature et des peuples nous pouvons parvenir à la rencontre avec Dieu.
Cité du Vatican, le 16 juillet 2012
Antonio Maria Card. Vegliò
Président
X Joseph Kalathiparambil
Secrétaire
__________________
1
ORGANISATION DES NATIONS UNIES, Résolution A/RES/65/151 approuvée par l’Assemblée Générale, 20 décembre 2010. 2
Cf. ORGANISATION MONDIALE DU TOURISME, Tourism and the Millennium Development Goals: sustainable - competitive - responsible, UNWTO, Madrid 2010. 3
CONSEIL PONTIFICAL DE LA JUSTICE ET DE LA PAIX, Compendium de la Doctrine Sociale de l’Eglise, 462. 4
TALEB RIFAL, Secrétaire Général de l’OMT, Message pour la Journée Mondiale du Tourisme 2012. 5
BENOIT XVI, Encyclique Caritas in veritate, 29 juin 2009, 51. 6
BENOIT XVI, Message à l’occasion du VII ème Congrès mondial de pastorale du tourisme, Cancún (Mexique), 23-27 avril 2012. 7
BENOIT XVI, Encyclique Caritas in veritate, 29 juin 2009, 51. 8
BENOIT XVI, Discours aux nouveaux Ambassadeurs accrédités près le Saint-Siège, 9 juin 2011. 9
BENOIT XVI, Encyclique Caritas in veritate, 29 juin 2009, 51. 10
BENOIT XVI, Message pour la Journée Mondiale de la Paix, 1er janvier 2010, 9. 11
CONSEIL PONTIFICAL DE LA JUSTICE ET DE LA PAIX, Compendium de la Doctrine Sociale de l’Eglise, 466. 12
BENOIT XVI, Message à l’occasion du VII ème Congrès mondial de pastorale du tourisme, Cancún (Mexique), 23-27 avril 2012. [01014-03.01] [Texte original: Français]
● TESTO IN LINGUA INGLESE
The World Tourism Day is celebrated on September 27th, promoted every year by the World Tourism Organization (WTO). The Holy See has adhered to this initiative from its first edition. It considers it an opportunity to dialogue with the civil world and offers its concrete contribution, based on the Gospel, and also sees it as an occasion to sensitize the whole Church about the importance of this sector from the economic and social standpoint and, in particular, in the context of the new evangelization.
As this message is being published, the echoes are still heard from the Seventh World Congress of the Pastoral Care of Tourism which was held last April in Cancún (Mexico) at the initiative of the Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People in collaboration with the Prelature of Cancún-Chetumal and the Mexican Bishops' Conference. The work and the conclusions of that meeting will enlighten our pastoral action in the coming years.
Also in this edition of the World Day we make the theme proposed by the WTO our own: "Tourism and Sustainable Energy: Powering Sustainable Development". It is in harmony with the present "International Year of Sustainable Energy For All" promulgated by the United Nations with the objective of highlighting "the need to improve access to reliable, affordable, economically viable, socially acceptable and environmentally sound energy services and resources for sustainable development".1
Tourism has grown at a significant rhythm in the past decades. According to the World Tourism Organization statistics, it is foreseen that during the year in progress the quota will reach one billion international tourist arrivals, which will become two billion in the year 2030. To these should be added the even higher numbers involved in local tourism. This growth, which surely has positive effects, can lead to a serious environmental impact owing, among other factors, to the immoderate consumption of energy resources, the increase in polluting agents and the production of waste.
Tourism has an important role in achieving the Millennium Development Goals which include "ensuring environmental sustainability" (goal 7), and it must do everything in its power so that these goals will be reached.2 Therefore, it has to adapt to the conditions of climate change by reducing its emissions of hothouse gas, which at present represent 5% of the total. However, tourism not only contributes to global warming: it is also a victim of it.
The concept of "sustainable development" is already engrained in our society and the tourism sector cannot and must not remain on the margin. When we talk about "sustainable tourism", we are not referring to one means among others, such as cultural, beach or adventure tourism. Every form and expression of tourism must necessarily be sustainable and cannot be otherwise.
Along this way, the energy problems have to be taken into due consideration. It is an erroneous assumption to think that "an infinite quantity of energy and resources are available, that it is possible to renew them quickly, and that the negative effects of the exploitation of the natural order can be easily absorbed".3
It is true, as the WTO Secretary General points out, that "tourism is leading the way in some of the world’s most innovative sustainable energy initiatives.4 However, we are also convinced that there is still much work to be done.
In this area also the Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People wishes to offer its contribution based on the conviction that "the Church has a responsibility towards creation and she must assert this responsibility in the public sphere".5 It is not up to us to propose concrete technical solutions but to show that development cannot be reduced to mere technical, political or economic parameters. We wish to accompany this development with some appropriate ethical guidelines which stress the fact that all growth must always be at the service of the human being and the common good. In fact, in the Message sent to the Cancún Congress mentioned earlier, the Holy Father stresses that it is important "to shed light on this reality using the social teaching of the Church and promote a culture of ethical and responsible tourism, in such a way that it will respect the dignity of persons and of peoples, be open to all, be just, sustainable and ecological".6
We cannot separate the theme of environmental ecology from concern for an appropriate human ecology in the sense of interest in the human being's integral development. In the same way, we cannot separate our view of man and nature from the bond which unites them with the Creator. God has entrusted the good stewardship of creation to the human being.
In the first place, a great educational effort is important in order to promote "an effective shift in mentality which can lead to the adoption of new life-styles".7 This conversion of the mind and heart "allows us rapidly to become more proficient in the art of living together that respects the alliance between man and nature".8
It is right to acknowledge that our daily habits are changing and that a greater ecological sensitivity exists. However, it is also true that the risk is easily run of forgetting these motivations during the vacation period in a search for certain comforts to which we believe we are entitled, without always reflecting on their consequences.
It is necessary to cultivate the ethics of responsibility and prudence and to ask ourselves about the impact and consequences of our actions. In this regard, the Holy Father says: "The way humanity treats the environment influences the way it treats itself, and vice versa. This invites contemporary society to a serious review of its life-style, which, in many parts of the world, is prone to hedonism and consumerism, regardless of their harmful consequences".9 On this point, it will be important to encourage both entrepreneurs and tourists to consider the repercussions of their decisions and attitudes. In the same way, it is crucial "to encourage more sober lifestyles, while reducing their energy consumption and improving its efficiency".10
These underlying ideas must necessarily be translated into concrete actions. Therefore, and with the objective of making the tourist destinations sustainable, all initiatives that are energy efficient and have the least environmental impact possible and lead to using renewable energies, should be promoted and supported to promoting the saving of resources and avoiding contamination. In this regard, it is fundamental for the ecclesial tourism structures and vacations proposals promoted by the Church to be characterized, among other things, by their respect for the environment.
All of the sectors involved (businesses, local communities, governments and tourists) must be aware of their respective responsibilities in order to achieve sustainable forms of tourism. Collaboration between all the parts involved is necessary.
The Social Doctrine of the Church reminds us that "care for the environment represents a challenge for all of humanity. It is a matter of a common and universal duty, that of respecting a common good".11 A good which human beings do not own but are "stewards" (Cf. Gn 1:28), a good which God entrusted to them so that they would administer it properly.
Pope Benedict XVI says that "the new evangelization, to which all are called, requires us to keep in mind and to make good use of the many occasions that tourism offers us to put forward Christ as the supreme response to modern man’s fundamental questions".12 Therefore, we invite everyone to promote and use tourism in a respectful and responsible way in order to allow it to develop all of its potentialities, with the certainty that in contemplating the beauty of nature and peoples we can arrive at the encounter with God.
Vatican City, July 16th, 2012
Antonio Maria Card. Vegliò
President
X Joseph Kalathiparambil
Secretary
__________________
1
United Nations, Resolution A/RES/65/151, approved by the General Assembly, December 20, 2010. 2
Cf. World Tourism Organization, Tourism and the Millennium Development Goals: sustainable - competitive - responsible, UNWTO, Madrid 2010. 3
Pontifical Council for Justice and Peace, Compendium of the Social Doctrine of the Church, April 2, 2004, 462. 4
Taleb Rifai, WTO Secretary General, Message for the 2012 World Tourism Day. 5
Benedict XVI, Encyclical Caritas in veritate, June 29, 2009, 51. 6
Benedict XVI, Message on the occasion of the VII World Congress of the Pastoral Care of Tourism, Cancún (Mexico), April 23-27, 2012. 7
Benedict XVI, Encyclical Caritas in veritate, June 29, 2009, 51. 8
Benedict XVI, Address to 6 new Ambassadors accredited to the Holy See, June 9, 2011. 9
Benedict XVI, Encyclical Caritas in veritate, June 29, 2009, 51. 10
Benedict XVI, Message for the World Day of Peace, January 1, 2010, 9. 11
Pontifical Council for Justice and Peace, Compendium of the Social Doctrine of the Church, April 2, 2004, 466. 12
Benedict XVI, Message on the occasion of the VII World Congress of the Pastoral Care of Tourism, Cancún (Mexico), April 23-27, 2012. [01014-02.01] [Original text: English]
● TESTO IN LINGUA TEDESCA
Am 27. September wird der Welttag des Tourismus gefeiert, der jährlich von der Welttourismusorganisation (UNWTO) begangen wird. Der Heilige Stuhl hat sich dieser Initiative bereits von Anfang an angeschlossen. Er sah darin eine Chance für einen Dialog mit der Zivilgesellschaft, der er seinen konkreten Beitrag auf der Grundlage des Evangeliums anbietet. Dies versteht er auch als Gelegenheit, die gesamte Kirche für die Bedeutung dieses Sektors auf wirtschaftlichem und sozialem Gebiet wie auch besonders im Zusammenhang mit der Neu-Evangelisierung zu sensibilisieren.
Während wir diese Botschaft veröffentlichen, hallt noch immer das Echo des VII. Weltkongresses über Tourismusseelsorge nach, der im vergangenen April in Cancún (Mexiko) auf Initiative des Päpstlichen Rates der Seelsorge für die Migranten und Menschen unterwegs in Zusammenarbeit mit der Prälatur von Cancún-Chetumal und der Mexikanischen Bischofskonferenz einberufen worden war. Die Arbeiten und die Ergebnisse dieser Begegnung werden unsere pastorale Arbeit in den kommenden Jahren beeinflussen.
Auch bei der diesjährigen Veranstaltung des Welttages machen wir uns das von der UNWTO vorgeschlagene Thema „Tourismus und Energie-Nachhaltigkeit: Antrieb für eine nachhaltige Entwicklung" zu eigen, das in Übereinstimmung steht mit dem von den Vereinten Nationen durchgeführten „Internationalen Jahr der nachhaltigen Energie für alle", welches das Ziel hat, besonders „die Notwendigkeit einer nachhaltigen Entwicklung zu garantieren und den Zugang zu Energie und zu zuverlässigen, wirtschaftlich tragfähigen, sozial- und umweltverträglichen Energieversorgungsleistungen zu verbessern".1
Der Tourismus hat in den letzten Jahrzehnten ein enormes Wachstum erlebt. Nach den Statistiken der Welttourismusorganisation ist für das laufende Jahr mit einer Quote von einer Milliarde Ankünfte internationaler Touristen zu rechnen, und im Jahre 2030 werden es zwei Milliarden sein. Hinzu kommen noch die Zahlen des örtlichen Tourismus, die noch höher eingeschätzt werden. Dieser Anstieg kann neben den gewiss positiven Wirkungen aber auch zu ernsthaften Auswirkungen auf die Umwelt führen, durch den unangemessenen Verbrauch von Energieressourcen, den Anstieg der Schadstoffe und die Produktion von Abfällen.
Der Tourismus hat eine wichtige Rolle bei der Verwirklichung der Millenniums-Entwicklungsziele, zu denen es gehört: „die Nachhaltigkeit der Umwelt zu garantieren" (Ziel Nr. 7), und er muss alles in seiner Macht Stehende tun, dass diese erreichbar sind.2 Der Tourismus muss sich demnach auf die Verhältnisse des Klimawandels einstellen, indem er seine Emission der Treibhausgase, die gegenwärtig 5% der Gesamtmenge ausmachen, reduziert. Allerdings trägt der Tourismus nicht nur zur globalen Erwärmung bei, sondern ist zur gleichen Zeit auch Opfer derselben.
Das Konzept der „nachhaltigen Entwicklung" ist bereits in unserer Gesellschaft verwurzelt und der Sektor des Tourismus kann und darf nicht am Rande bleiben. Wenn wir vom „nachhaltigen Tourismus" sprechen, beziehen wir uns nicht auf einen Modus unter anderen Formen, wie es der kulturelle Tourismus, der Strand-Tourismus oder der Abenteuer-Tourismus sein könnte. Jede Form und jeder Ausdruck des Tourismus muss notwendigerweise nachhaltig sein, und es kann nicht anders sein.
Auf diesem Weg muss man unbedingt die Energieprobleme im Auge behalten. Es ist eine irrige Annahme, einfach nur zu denken, dass „man über eine unbegrenzte Menge Energie und Ressourcen verfügen könne, dass diese sofort erneuerbar sei und dass die negativen Auswirkungen der Manipulationen der natürlichen Ordnung problemlos zu beheben seien".3
Es stimmt, was der Generalsekretär der UNWTO aufzeigt, dass nämlich „der Tourismus in einigen Initiativen der weltweit innovativsten nachhaltigen Energien führend" ist.4 Trotzdem sind wir auch überzeugt, dass noch viel Arbeit zu leisten bleibt.
Auch in diesem Bereich möchte der Päpstliche Rat der Seelsorge für die Migranten und Menschen unterwegs seinen Beitrag anbieten, ausgehend von der Überzeugung, dass „die Kirche eine Verantwortung für die Schöpfung hat und dass sie diese Verantwortung auch öffentlich geltend machen muss".5 Es kommt uns nicht zu, konkrete technische Lösungen vorzuschlagen, aber wir müssen darauf hinweisen, dass die Entwicklung sich nicht einfach auf technische, politische oder wirtschaftliche Parameter beschränken kann. Wir möchten diese Entwicklung mit einigen angemessenen ethischen Orientierungen begleiten, welche die Tatsache unterstreichen, dass jedes Wachstum immer im Dienst des Menschen und des Gemeinwohls stehen muss. In der Tat hebt der Heilige Vater in der Botschaft, die er an den oben genannten Kongress in Cancún gerichtet hat, die Wichtigkeit hervor, „dieses Phänomen mit der Soziallehre der Kirche zu beleuchten. Dabei ist eine Kultur des ethischen und verantwortungsvollen Tourismus zu fördern, so dass dieser immer mehr die Würde des Menschen und der Völker respektiert, allen zugänglich also auch gerecht, nachhaltig und ökologisch ist".6
Wir können das Thema ‚Umweltfreundlichkeit’ nicht trennen von der Besorgnis um eine angemessene menschliche Ökologie, verstanden als Interesse für eine integrale Entwicklung des Menschen. Gleichzeitig dürfen wir aber nicht unsere Sicht des Menschen und der Natur trennen von dem Band, was sie mit dem Schöpfer verbindet. Gott hat dem Menschen eine gute Verwaltung der Schöpfung anvertraut.
In erster Linie ist ein großer erzieherischer Einsatz wichtig, um „einen tatsächlichen Gesinnungswandel zu fördern, der uns dazu anhält, neue Lebensweisen anzunehmen".7 Diese Umkehr des Geistes und des Herzens „müssen es ermöglichen, rasch zu einer Kunst des Zusammenlebens zu gelangen, die das Bündnis zwischen dem Menschen und der Natur respektiert".8
Wir können klar erkennen, dass unsere täglichen Gewohnheiten im Begriff sind, sich zu ändern, und dass sich eine größere ökologische Sensibilität gebildet hat. Es ist aber auch sicher, dass man leicht Gefahr läuft, diese Motivation in der Ferienzeit zu vergessen, weil man nach gewissen Annehmlichkeiten sucht, von denen wir meinen, ein Recht darauf zu haben, ohne dabei immer ihre Konsequenzen zu bedenken.
Die Ethik der Verantwortlichkeit und der Klugheit muss gepflegt werden, und wir müssen uns über die Wirkung und die Folgen unseres Handelns befragen. In diesem Zusammenhang bekräftigt der Heilige Vater: „Die Verhaltensmuster, nach denen der Mensch die Umwelt behandelt, beeinflussen die Verhaltensmuster, nach denen er sich selbst behandelt, und umgekehrt. Das fordert die heutige Gesellschaft dazu heraus, ernstlich ihren Lebensstil zu überprüfen, der in vielen Teilen der Welt zum Hedonismus und Konsumismus neigt und gegenüber den daraus entstehenden Schäden gleichgültig bleibt".9 Hier wird es also wichtig sein, die Unternehmer wie auch die Touristen zu ermutigen, die Auswirkungen ihrer Entscheidungen und ihres Verhaltens zu überdenken. Gleicherweise ist es entscheidend, „Verhaltensweisen zu fördern, die von einem Maßhalten geprägt sind, indem sie den eigenen Energiebedarf reduzieren und die Nutzungsbedingungen verbessern".10
Diese Grundideen müssen notwendigerweise in konkretes Handeln übersetzt werden. Deshalb muss es die Absicht sein, nachhaltige Tourismusziele zu schaffen und alle Initiativen zu fördern und zu unterstützen, die energetisch wirksam sind und eine möglichst geringe Auswirkung auf die Umwelt haben, die weiter zur Benutzung von erneuerbarer Energie führen, den sparsamen Umgang mit den Ressourcen begünstigen und die Verschmutzung verhindern. In dieser Hinsicht ist es grundlegend, dass die kirchlichen Tourismusstrukturen, wie auch die von der Kirche geförderten Ferienangebote neben anderem besonders von der Achtung der Umwelt gekennzeichnet sind.
Alle beteiligten Sektoren (Unternehmen, Ortsgemeinden, Regierungen und Touristen) müssen sich der jeweiligen Verantwortung bewusst sein, um nachhaltige Formen des Tourismus zu erreichen. Eine Zusammenarbeit zwischen allen Beteiligten ist notwendig.
Die Soziallehre der Kirche erinnert daran, dass „der Schutz der Umwelt eine Herausforderung für die gesamte Menschheit darstellt: es handelt sich um eine gemeinsame und allumfassende Pflicht, ein gemeinschaftliches Gut zu achten".11 Der Mensch ist nicht der Herr dieses Gutes, sondern sein „Verwalter" (vgl. Gen 1,28); Gott hat es ihm anvertraut, damit er es gut verwalte.
Papst Benedikt XVI. stellt fest: „Die Neuevangelisierung, zu der wir alle gerufen sind, fordert uns auf, die zahlreichen Gelegenheiten, die uns das Phänomen des Tourismus bietet, zu berücksichtigen und zu nutzen, um Christus als höchste Antwort auf die Fragen des Menschen von heute vorzulegen".12 Wir laden deshalb alle ein, den Tourismus in respektvoller und verantwortlicher Weise zu fördern und zu nutzen, um ihm so die Entwicklung all seiner Möglichkeiten zu erlauben, in der Gewissheit, dass wir in der Betrachtung der Schönheit der Natur und der Völker zur Begegnung mit Gott gelangen können.
Aus dem Vatikan, 16. Juli 2012
Kardinal Antonio Maria Vegliò
Präsident
X Bischof Joseph Kalathiparambil
Sekretär
__________________
1
Organisation der Vereinten Nationen, Resolution A/RES/65/151, genehmigt von der Plenarsitzung 20. Dezember 2010. 2
Vgl. Welttourismus Organisation Tourismus und die Millenniums Entwicklungsziele: sustainable – competitive – responsible, UNWTO, Madrid 2010. 3
Päpstlicher Rat für Gerechtigkeit und Frieden, Kompendium der Soziallehre der Kirche, 2. April 2004, 462. 4
Taleb Rifai, Generalsekretär der UNWTO, Botschaft zum Welttag des Tourismus 2012. 5
Benedikt XVI., Enzyklika Caritas in veritate, 29. Juni 2009, 51. 6
Benedikt XVI., Botschaft anlässlich des VII. Weltkongresses über Tourismus Seelsorge, Cancún (Mexiko). 23. bis 27. April 2012. 7
Benedikt XVI., Enzyklika Caritas in veritate, 29. Juni 2009, 51. 8
Benedikt XVI., Ansprache an die neuen Botschafter, akkreditiert beim Heiligen Stuhl, 9. Juni 2011. 9
Benedikt XVI., Enzyklika Caritas in veritate, 29. Juni 2009, 5l. 10
Benedikt XVI., Botschaft zum Welttag des Friedens, 1. Januar 2010, 9. 11
Päpstlicher Rat für Gerechtigkeit und Frieden, Kompendium der Soziallehre der Kirche, 2.April 2004, 466. 12
Benedikt XVI., Botschaft anlässlich des VII. Weltkongresses über Tourismus Seelsorge, Cancún (Mexiko), 23. bis 27. April 2012. [01014-05.02] [Originalsprache: Deutsch]
● TESTO IN LINGUA SPAGNOLA
El 27 de septiembre se celebra la Jornada Mundial del Turismo, promovida anualmente por la Organización Mundial del Turismo (OMT). La Santa Sede se ha adherido a esta iniciativa desde su primera edición, valorándola como una oportunidad para dialogar con el mundo civil, ofreciendo su aportación concreta, basada en el Evangelio, y considerándola también como una ocasión para sensibilizar a toda la Iglesia sobre la importancia que este sector tiene a nivel económico, social y, singularmente, en el contexto de la nueva evangelización.
Este mensaje se publica cuando aún resuenan los ecos del VII Congreso mundial de pastoral del turismo, celebrado el pasado mes de abril en Cancún (México), a iniciativa del Pontificio Consejo para la Pastoral de los Emigrantes e Itinerantes en colaboración con la Prelatura de Cancún-Chetumal y la Conferencia del Episcopado Mexicano. Los trabajos y conclusiones de dicho encuentro están llamados a iluminar nuestra acción pastoral en los próximos años.
También en esta edición de la Jornada mundial asumimos como propio el tema que la OMT propone, "Turismo y sostenibilidad energética: propulsores del desarrollo sostenible", y que está en consonancia con el presente "Año internacional de la energía sostenible para todos", promulgado por las Naciones Unidas con el objetivo de poner de relieve "la necesidad de mejorar el acceso a recursos y servicios energéticos para el desarrollo sostenible que sean fiables, de costo razonable, económicamente viables, socialmente aceptables y ecológicamente racionales".1
El turismo ha crecido a un ritmo importante en las últimas décadas. Según las estimaciones de la Organización Mundial del Turismo, se prevé que durante el presente año se alcance el hito de los mil millones de llegadas de turistas internacionales, que ascenderán a dos mil millones en el año 2030. A éstos hay que añadir los números aún más elevados que supone el turismo local. Este crecimiento, que tiene ciertamente unos efectos positivos, puede suponer un serio impacto medioambiental, debido entre otros factores al consumo desmesurado de recursos energéticos, al aumento de agentes contaminantes y a la generación de residuos.
El turismo tiene un papel importante en la consecución de los Objetivos de desarrollo del Milenio, entre los que se encuentra el "garantizar la sostenibilidad del medio ambiente" (objetivo 7), y debe hacer todo cuanto esté en su mano para que éstos sean alcanzables.2 Por ello, debe adaptarse a las condiciones del cambio climático, reduciendo su emisión de gases de efecto invernadero, que en el presente supone un 5% del total. Pero el turismo no sólo contribuye al calentamiento global, sino que también es víctima del mismo.
El concepto de "desarrollo sostenible" está ya arraigado en nuestra sociedad, y el sector del turismo no puede ni debe quedarse al margen. Cuando hablamos de "turismo sostenible" no nos estamos refiriendo a una modalidad más entre otras, como podría ser el turismo cultural, el de playa o el de aventuras. Toda forma y expresión del turismo ha de llegar a ser necesariamente sostenible, y no puede ser de otro modo.
Y en ese camino, se han de tener debidamente en cuenta los problemas energéticos. Es un presupuesto errado el pensar que "existe una cantidad ilimitada de energía y de recursos utilizables, que su regeneración inmediata es posible y que los efectos negativos de las manipulaciones de la naturaleza pueden ser fácilmente absorbidos".3
Es cierto, tal como indica el Secretario General de la OMT, que "el turismo está a la vanguardia de algunas de las iniciativas sobre sostenibilidad energética más innovadoras del mundo".4 Pero también estamos convencidos que todavía queda mucha tarea que desarrollar.
También en este ámbito el Pontificio Consejo para la Pastoral de los Emigrantes e Itinerantes quiere ofrecer su aportación, desde la convicción de que "la Iglesia tiene una responsabilidad respecto a la creación y la debe hacer valer en público".5 No nos corresponde proponer soluciones técnicas concretas, pero sí hacer ver que el desarrollo no puede reducirse a simples parámetros técnicos, políticos o económicos. Deseamos acompañar este desarrollo con unas adecuadas orientaciones éticas, que subrayen el hecho de que todo crecimiento debe estar siempre al servicio del ser humano y del bien común. De hecho, en el Mensaje que dirigió al mencionado Congreso de Cancún, el Santo Padre subrayaba la importancia de "iluminar este fenómeno con la doctrina social de la Iglesia, promoviendo una cultura del turismo ético y responsable, de modo que llegue a ser respetuoso con la dignidad de las personas y de los pueblos, accesible a todos, justo, sostenible y ecológico".6
No podemos separar el tema de la ecología ambiental de la preocupación por una ecología humana adecuada, entendida como el interés por el desarrollo integral del ser humano. Así mismo, no podemos desligar nuestra visión del hombre y de la naturaleza del vínculo que les une con su Creador. Dios ha encomendado al ser humano la buena gestión de la creación.
Es importante, en primer lugar, un gran esfuerzo educativo con el fin de promover "un cambio efectivo de mentalidad que nos lleve a adoptar nuevos estilos de vida".7 Esta conversión de la mente y del corazón "debe permitir llegar rápidamente a un arte de vivir juntos que respete la alianza entre el hombre y la naturaleza".8
Es justo reconocer que nuestros usos diarios están cambiando, y que existe una mayor sensibilidad ecológica. Pero también es cierto que con facilidad se corre el peligro de olvidar estos planteamientos durante el periodo vacacional, buscando ciertas comodidades a las que consideramos que tenemos derecho, sin reflexionar siempre sobre sus consecuencias.
Es necesario cultivar la ética de la responsabilidad y de la prudencia, preguntándonos por el impacto y las consecuencias de nuestras acciones. Al respecto, el Santo Padre afirma que "el modo en que el hombre trata el ambiente influye en la manera en que se trata a sí mismo, y viceversa. Esto exige que la sociedad actual revise seriamente su estilo de vida que, en muchas partes del mundo, tiende al hedonismo y al consumismo, despreocupándose de los daños que de ello se derivan".9 En este punto, será importante animar tanto a los empresarios como a los turistas a que tengan en cuenta las repercusiones de sus decisiones y actitudes. Así mismo, es crucial "favorecer comportamientos caracterizados por la sobriedad, disminuyendo el propio consumo de energía y mejorando las condiciones de su uso".10
Estas ideas de fondo deben traducirse necesariamente en acciones concretas. Por ello, y con el objetivo de alcanzar destinos turísticos sostenibles, deben promoverse y apoyarse todas las iniciativas que sean energéticamente eficientes y con el menor impacto ambiental posible, conducentes a usar energías renovables, promover el ahorro de recursos y evitar la contaminación. Al respecto, es fundamental que tanto las estructuras turísticas eclesiales como las propuestas vacacionales que la Iglesia promueve destaquen, entre otras cosas, por ser respetuosas con el medio ambiente.
Todos los sectores implicados (empresas, comunidades locales, gobiernos y turistas) han de ser conscientes de la responsabilidad que les corresponde en vistas a alcanzar formas sostenibles de turismo. Es necesaria la colaboración entre todas las partes interesadas.
La Doctrina Social de la Iglesia nos recuerda que "la tutela del medio ambiente constituye un desafío para la entera humanidad: se trata del deber, común y universal, de respetar un bien colectivo".11 Un bien, del cual, el ser humano no es dueño sino "administrador" (cf. Gn 1, 28), al que Dios se lo ha confiado para que lo gestione adecuadamente.
El Papa Benedicto XVI afirma que "la nueva evangelización, a la que todos estamos convocados, nos exige tener presente y aprovechar las numerosas ocasiones que el fenómeno del turismo nos ofrece para presentar a Cristo como respuesta suprema a los interrogantes del hombre de hoy".12 Invitamos, pues, a todos a promover y disfrutar el turismo de un modo respetuoso y responsable, de modo que le permitamos desarrollar todas sus potencialidades, con la certeza de que la contemplación de la belleza de la naturaleza y de los pueblos puede llevarnos al encuentro con Dios.
Ciudad del Vaticano, 16 de julio de 2012
Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente
X Joseph Kalathiparambil
Secretario
__________________
1
Organización de las Naciones Unidas, Resolución A/RES/65/151 aprobada por la Asamblea General, 20 diciembre 2010. 2
Cf. Organización Mundial del Turismo, Tourism and the Millennium Development Goals: sustainable - competitive - responsible, 2010, 34. 3
Pontificio Consejo "Justicia y Paz", Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia, 2 abril 2004, 462. 4
Taleb Rifai, Secretario General de la OMT, Mensaje del Día Mundial del Turismo 2012. 5
Benedicto XVI, Encíclica Caritas in veritate, 29 junio 2009, 51. 6
Benedicto XVI, Mensaje con ocasión del VII Congreso mundial de pastoral del turismo, Cancún (México), 23-27 abril 2012. 7
Benedicto XVI, Encíclica Caritas in veritate, 29 junio 2009, 51. 8
Benedicto XVI, Discurso a seis nuevos embajadores ante la Santa Sede, 9 junio 2011. 9
Benedicto XVI, Encíclica Caritas in veritate, 29 junio 2009, 51. 10
Benedicto XVI, Mensaje para la Jornada Mundial de la Paz, 1 enero 2010, 9. 11
Pontificio Consejo "Justicia y Paz", Compendio de la Doctrina Social de la Iglesia, 2 abril 2004, 466. 12
Benedicto XVI, Mensaje con ocasión del VII Congreso mundial de pastoral del turismo, Cancún (México), 23-27 abril 2012. [01014-04.01] [Texto original: Español]
● TESTO IN LINGUA PORTOGHESE
No dia 27 de Setembro celebra-se a Jornada Mundial do Turismo, promovida anualmente pela Organização Mundial do Turismo (OMT). A Santa Sé aderiu a esta iniciativa desde a sua primeira edição, considerando-a uma oportunidade para dialogar com o mundo civil, oferecendo a sua colaboração concreta, baseada no Evangelho, e considerando-a também como uma ocasião de sensibilização de toda a Igreja para a importância que este sector reveste ao nível económico, social e, particularmente, no contexto da nova evangelização.
Esta mensagem é publicada quando ainda ressoam os ecos do VII Congresso Mundial da Pastoral do Turismo, celebrado no passado mês de Abril em Cancún (México), por iniciativa do Conselho Pontifício para a Pastoral dos Migrantes e Itinerantes em colaboração com a Prelatura de Cancún-Chetumal e a Conferência Episcopal Mexicana. Os trabalhos e as conclusões daquele encontro iluminarão a nossa acção pastoral para os próximos anos.
Também nesta edição da Jornada Mundial assumimos como nosso o tema proposto pela OMT, "Turismo e sustentabilidade energética: propulsores do desenvolvimento sustentável", em sintonia com o presente "Ano Internacional da Energia Sustentável para Todos", promulgado pelas Nações Unidas, com o objectivo de realçar "a necessidade de melhorar o acesso aos recursos e serviços energéticos para o desenvolvimento sustentável que sejam confiáveis, de custo razoável, economicamente viáveis, socialmente adaptáveis e ecologicamente racionais".1
O turismo cresceu a um ritmo importante nas últimas décadas. Segundo as estatísticas da Organização Mundial do Turismo, prevê-se que durante o corrente ano se chegue a um bilião de chegadas de turistas internacionais e que, no ano 2030, serão dois biliões. A estes devem ser acrescentados os números ainda mais elevados que representam o turismo local. Tal crescimento, que tem certamente efeitos positivos, pode causar um forte impacto ambiental, devido, entre outros factores, ao consumo desmesurado dos recursos energéticos, ao aumento de agentes poluentes e à produção de resíduos.
O turismo tem um papel importante na consecução dos Objectivos de Desenvolvimento do Milénio, entre os quais o de "garantir a sustentabilidade ambiental" (objectivo 7), e o dever de fazer tudo o que está nas suas mãos para que eles sejam alcançados.2 Por isso, ele deve adaptar-se às condições da mudança climática, reduzindo as suas emissões de gases de efeito estufa, que actualmente representam 5% do total. Todavia, o turismo não só contribui para o aquecimento global como também é vítima do mesmo.
O conceito de "desenvolvimento sustentável" está já implementado na nossa sociedade e o sector do turismo não pode nem deve permanecer à margem. Quando falamos de "turismo sustentável" não nos referimos a uma modalidade entre outras, como poderia ser o turismo cultural, o de praia ou o de aventura. Toda a forma e expressão de turismo deve ser necessariamente sustentável, e não pode ser doutra forma.
Neste percurso, deve ter-se em devida conta os problemas energéticos. É um pressuposto errado pensar que "existe uma quantidade ilimitada de energia e de recursos a serem utilizados, que a sua regeneração seja possível de imediato e que os efeitos negativos das manipulações da ordem natural podem ser facilmente absorvidos".3
É verdade, assim como refere o Secretário-Geral da OMT, que "o turismo está na vanguarda de algumas das iniciativas sobre a sustentabilidade energética mais inovadoras do mundo".4 Não obstante, estamos de igual modo convictos do muito trabalho ainda a realizar.
Também, neste âmbito, o Conselho Pontifício para a Pastoral dos Migrantes e Itinerantes deseja oferecer o seu contributo, partindo da convicção que "a Igreja sente o seu peso de responsabilidade pela criação e deve fazer valer esta responsabilidade também em público".5 Não nos diz respeito propor soluções técnicas concretas, mas mostrar que o desenvolvimento não pode reduzir-se a simples parâmetros técnicos, políticos ou económicos. Desejamos acompanhar este desenvolvimento com algumas adequadas orientações éticas, que sublinham o facto de que todo o crescimento deve estar sempre ao serviço do ser humano e do bem comum. Na verdade, na Mensagem enviada ao referido Congresso de Cancún, o Santo Padre frisa a importância de "iluminar este fenómeno com a doutrina social da Igreja, promovendo uma cultura do turismo ético e responsável tal que chegue a ser respeitador da dignidade das pessoas e dos povos, acessível a todos, justo, sustentável e ecológico".6
Não podemos separar o tema da ecologia ambiental da preocupação por uma adequada ecologia humana, entendida como fundamental para o desenvolvimento integral do ser humano. Do mesmo modo, não podemos separar a nossa visão do homem e da natureza do vínculo que os une com o Criador. Deus confiou ao ser humano a boa gestão da criação.
É importante, em primeiro lugar, um grande esforço educativo, a fim de promover "uma real mudança de mentalidade que nos induza a adoptar novos estilos de vida".7 Esta conversão da mente e do coração "deve permitir que se chegue rapidamente a uma arte de viver juntos que respeite a aliança entre o homem e a natureza".8
É justo reconhecer que os nossos hábitos quotidianos estão a mudar e que existe uma maior sensibilidade ecológica. Todavia, também é igualmente verdade que se corre facilmente o risco de esquecer estas motivações durante o período de férias, procurando determinadas comodidades que consideramos ter direito, nem sempre reflectindo sobre as suas consequências.
É necessário cultivar a ética da responsabilidade e da prudência, interrogando-nos sobre o impacto e sobre as consequências das nossas acções. A este propósito, o Santo Padre afirma que "as modalidades com que o homem trata o ambiente influem sobre as modalidades com que se trata a si mesmo, e vice-versa. Isto chama a sociedade actual a uma séria revisão do seu estilo de vida que, em muitas partes do mundo, pende para o hedonismo e o consumismo, sem olhar aos danos que daí derivam".9 Sobre este ponto, será importante encorajar quer os empresários quer os turistas a fim de que tenham em conta as repercussões das suas decisões e comportamentos. Do mesmo modo, é crucial "favorecer comportamentos caracterizados pela sobriedade, diminuindo as próprias necessidades de energia e melhorando as condições da sua utilização".10
Estas ideias de fundo devem traduzir-se necessariamente em acções concretas. Portanto, e com o objectivo de tornar sustentáveis os destinos turísticos, devem-se promover e apoiar todas as iniciativas que sejam energeticamente eficientes e com o menor impacto ambiental possível, que levem a usar as energias renováveis, a promover a conservações dos recursos e a evitar a contaminação. Neste sentido, é fundamental que, tanto as estruturas turísticas eclesiais como as férias que a Igreja promove, sejam caracterizadas, entre outras coisas, pelo seu respeito para com o ambiente.
Todos os sectores envolvidos (empresas, comunidades locais, governos e turistas) devem estar conscientes das respectivas responsabilidades para chegarmos a formas sustentáveis de turismo. É necessária a colaboração entre todas as partes interessadas.
A Doutrina Social da Igreja recorda-nos que "a tutela do ambiente constitui um desafio para toda a humanidade: trata-se do dever, comum e universal, de respeitar um bem colectivo".11 Um bem do qual o ser humano não é patrão mas "administrador" (cf. Gn 1, 28), a quem Deus o confiou para que o governe adequadamente.
O Papa Bento XVI afirma que "a nova evangelização, para a qual todos estamos convocados, exige que tenhamos presente e aproveitemos as numerosas ocasiões que o fenómeno do turismo nos oferece para apresentar Cristo como resposta suprema às questões do homem actual".12 Convidamos, portanto, todos a promover e a utilizar o turismo de forma respeitosa e responsável, permitindo que ele desenvolva todas a suas potencialidades, na certeza de que, contemplando a beleza da natureza e dos povos, possamos chegar ao encontro com Deus.
Cidade do Vaticano, 16 de Julho de 2012
Antonio Maria Card. Vegliò
Presidente
X Joseph Kalathiparambil
Secretário
__________________
1
Organização das Nações Unidas, Resolução A/RES/65/151 aprovada pela Assembleia Geral, 20 de Dezembro de 2010. 2
Cf. Organização Mundial do Turismo, Tourism and the Millennium Development Goals: sustainable - competitive - responsible, 2010, 34. 3
Conselho Pontifício Justiça e Paz, Compêndio da doutrina social da Igreja, 2 de Abril de 2004, 462. 4
Taleb Rifai, Secretário-Geral da OMT, Mensagem para a Jornada Mundial do Turismo 2012. 5
Bento XVI, Encíclica Caritas in veritate, 29 de Junho de 2009, 51. 6
Bento XVI, Mensagem por ocasião do VII Congresso Mundial da Pastoral do Turismo, Cancún (México), 23-27 de Abril de 2012. 7
Bento XVI, Encíclica Caritas in veritate, 29 de Junho de 2009, 51. 8
Bento XVI, Discurso aos novos embaixadores acreditados junto da Santa Sé, 9 de Junho de 2011. 9
Bento XVI, Encíclica Caritas in veritate, 29 de Junho de 2009, 51. 10
Bento XVI, Mensagem para a Jornada Mundial da Paz, 1 de Janeiro de 2010, 9. 11
Conselho Pontifício Justiça e Paz, Compêndio da doutrina social da Igreja, 2 de Abril de 2004, 466. 12
Bento XVI, Mensagem por ocasião do VII Congresso Mundial da Pastoral do Turismo, Cancún (México), 23-27 de Abril de 2012. [01014-06.01] [Texto original: Português]
[B0437-XX.04]