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UDIENZA AI PARTECIPANTI ALL’ASSEMBLEA DELLA RIUNIONE DELLE OPERE IN AIUTO ALLE CHIESE ORIENTALI (R.O.A.C.O.), 21.06.2012


Alle ore 12 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Benedetto XVI riceve in Udienza i partecipanti all’Assemblea della Riunione delle Opere in Aiuto alle Chiese Orientali (R.O.A.C.O.).

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:

DISCORSO DEL SANTO PADRE

Signor Cardinale, Beatitudine,

venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,

cari Membri ed Amici della ROACO,

Sono molto lieto di accogliervi e di salutarvi in questo consueto incontro. Saluto il Cardinale Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e Presidente della ROACO e lo ringrazio per le cordiali espressioni che mi ha rivolto. Un grato pensiero rivolgo all’Arcivescovo Segretario, al Sottosegretario, ai Collaboratori e a tutti i presenti, rinnovando la mia gratitudine alle Opere qui rappresentate, alle Chiese dei Continenti europeo ed americano che le sostengono, come pure ai numerosi benefattori. Assicuro la mia preghiera al Signore, nella consolante certezza che Egli «ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7).

Above all it is my hope that you will persevere in «that movement of charity which, by Papal mandate, the Congregation oversees, so that the Holy Land and the other Eastern regions may receive material and spiritual support, in an ordered and just way, so as to meet the demands of their ordinary ecclesial life and other special needs» (Address to the Congregation for Eastern Churches, 9 June 2007). In these words I expressed myself five years ago while visiting the Dicastery for Eastern Churches and I now wish to reiterate firmly that same exhortation so as to underline the urgent needs of the present moment.

In der Tat scheint die gegenwärtige wirtschaftliche und soziale Lage, die durch den globalen Umfang, den sie angenommen hat, so anfällig ist, den wirtschaftlich entwickelten Gebieten der Welt keine Luft zu lassen. In noch besorgniserregenderem Maße belastet sie die stärker benachteiligten Gebiete zum ernsthaften Schaden für deren Gegenwart und Zukunft. Der Orient, das Mutterland der alten christlichen Traditionen, ist in besonderer Weise von dieser Entwicklung betroffen, die Unsicherheit und Instabilität auch auf kirchlicher Ebene und im Bereich des ökumenischen und interreligiösen Dialogs verursacht. Es geht um Faktoren, welche die ortspezifischen Wunden der Geschichte schüren und den Dialog, den Frieden und das Zusammenleben der Völker wie auch die wirkliche Achtung der Menschenrechte, besonders das Recht der Religionsfreiheit des einzelnen und der Gemeinschaft, noch brüchiger machen. Dieses Recht muß in seinem öffentlichen Bekenntnis garantiert werden und nicht nur hinsichtlich des Kults, sondern auch im Bereich der Seelsorge, Erziehung, der Hilfs- und Sozialdienste – alles unerläßliche Aspekte für seine tatsächliche Ausübung.

Aux Représentants de la Terre Sainte, à commencer par le Délégué Apostolique, Mgr Antonio Franco, le Vicaire du Patriarche latin de Jérusalem et le Père Custode, qui participent en permanence à la ROACO, se sont joints cette année les Archevêques Majeurs de l’Église Syro-Malabare de l’Inde, Sa Béatitude le Cardinal George Alencherry et de l’Église Grecque-catholique d’Ukraine, Sa Béatitude Sviatoslav Shevchuk, ainsi que le Nonce Apostolique en Syrie, Mgr Mario Zenari, et l’Évêque Président de la Caritas syrienne. Ceci me permet d’élargir encore plus le regard de l’Église de Rome à cette dimension universelle qui la caractérise profondément et qui constitue une des notes essentielles du mystère de l’Église. C’est aussi une occasion pour réaffirmer ma proximité aux grandes souffrances des frères et des sœurs de Syrie, en particulier des petits innocents et des plus faibles. Que notre prière, notre engagement et notre fraternité concrète dans le Christ, comme huile de consolation, les aident à ne pas perdre la lumière de l’espérance en ces moments d’obscurité et obtiennent de Dieu la sagesse du cœur pour qui a une responsabilité, afin que cessent toute effusion de sang et la violence qui apporte seulement douleur et mort, et laisse place à la réconciliation, à la concorde et à la paix. Que ne soit épargné aucun effort, également de la part de la communauté internationale, pour faire sortir la Syrie de la situation de violence et de crise actuelle, qui dure déjà depuis longtemps et risque de devenir un conflit généralisé qui aurait des conséquences fortement négatives pour le pays et pour toute la région. J’élève aussi un pressant et douloureux appel pour que, face au besoin extrême de la population, soit garantie la nécessaire assistance humanitaire, ainsi qu’à de nombreuses personnes qui ont du laisser leurs maisons, certaines se réfugiant dans les pays voisins : la valeur de la vie humaine est un bien précieux à sauvegarder toujours.

Cari amici della ROACO, l’Anno della fede che ho indetto nel 50° anniversario dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II offrirà fecondi orientamenti alle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali, che rappresentano una provvidenziale testimonianza di quanto ci dice la Parola di Dio: la fede senza le opere si spegne e muore (cfr Gc 2,17). Siate sempre segni eloquenti della carità che sgorga dal cuore di Cristo e presenta al mondo la Chiesa nella sua più vera identità e missione, ponendola al servizio di Dio, che è Amore. A San Luigi Gonzaga, celebrato dalla odierna liturgia latina, chiedo di sostenere il nostro rendimento di grazie allo Spirito Santo e di pregare con noi perché il Signore susciti anche nel nostro tempo esemplari operatori di carità verso il prossimo. L’intercessione della Santissima Madre di Dio accompagni sempre le Chiese Orientali in madrepatria e nella diaspora, portando ovunque incoraggiamento e speranza per un rinnovato servizio al Vangelo. Sia Lei a vegliare anche sul prossimo Viaggio che – a Dio piacendo – compirò in Libano per porre il sigillo sull’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Desidero fin d’ora anticipare alla Chiesa e alla Nazione libanesi il mio abbraccio di padre e di fratello, mentre di cuore imparto sulle vostre Organizzazioni, sui presenti e sulle persone che vi sono care, come pure sulle comunità a voi affidate, la mia affettuosa Benedizione Apostolica.

[00874-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]

TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA  

Signor Cardinale, Beatitudine,

venerati Fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio,

cari Membri ed Amici della ROACO,

Sono molto lieto di accogliervi e di salutarvi in questo consueto incontro. Saluto il Cardinale Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e Presidente della ROACO e lo ringrazio per le cordiali espressioni che mi ha rivolto. Un grato pensiero rivolgo all’Arcivescovo Segretario, al Sottosegretario, ai Collaboratori e a tutti i presenti, rinnovando la mia gratitudine alle Opere qui rappresentate, alle Chiese dei Continenti europeo ed americano che le sostengono, come pure ai numerosi benefattori. Assicuro la mia preghiera al Signore, nella consolante certezza che Egli «ama chi dona con gioia» (2 Cor 9,7).

Desidero anzitutto porgere l’augurio a perseverare in «quel movimento di carità che, per mandato del Papa, la Congregazione segue affinché in modo ordinato ed equo la Terra Santa e le altre regioni orientali ricevano il necessario sostegno spirituale e materiale per far fronte alla vita ecclesiale ordinaria e a particolari necessità» (Discorso alla Congregazione per le Chiese Orientali, 9 giugno 2007). Con queste parole mi esprimevo cinque anni orsono visitando il Dicastero per le Chiese Orientali ed ora desidero ribadire con forza tale esortazione anche per sottolineare le pressanti necessità del momento attuale.

L’odierna congiuntura economico-sociale, infatti, così delicata per la dimensione globale che ha assunto, non sembra dare respiro alle aree del mondo economicamente evolute e in misura ancor più preoccupante si riversa su quelle più svantaggiate, penalizzandone seriamente il presente ed il futuro. L’Oriente, madrepatria di antiche tradizioni cristiane, è interessato in modo particolare da tale processo, che genera insicurezza e instabilità anche a livello ecclesiale e in campo ecumenico e interreligioso. Si tratta di fattori che alimentano le endemiche ferite della storia e contribuiscono a rendere più fragili il dialogo, la pace e la convivenza tra i popoli, come pure il rispetto autentico dei diritti umani, specialmente quello alla libertà religiosa personale e comunitaria. Tale diritto va garantito nella sua professione pubblica e non solo in termini cultuali, ma anche pastorali, educativi, assistenziali e sociali, tutti aspetti indispensabili al suo effettivo esercizio.

Ai rappresentati della Terra Santa, a iniziare dal Delegato Apostolico, Mons. Antonio Franco, dal Vicario del Patriarca Latino di Gerusalemme e dal Padre Custode, che partecipano stabilmente alla ROACO, si sono uniti quest’anno gli Arcivescovi Maggiori della Chiesa Siro-malabarese dell’India, Sua Beatitudine il Cardinale George Alencherry, e della Chiesa Greco-cattolica di Ucraina, Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, nonché il Nunzio Apostolico in Siria, Mons. Mario Zenari, e il Vescovo Presidente della Caritas Siriana. Ciò mi consente di allargare ancora di più lo sguardo della Chiesa di Roma in quella dimensione universale che la caratterizza in modo profondo e che costituisce una delle note essenziali del mistero della Chiesa. E’ anche una occasione per riaffermare la mia vicinanza alle grandi sofferenze dei fratelli e delle sorelle di Siria, in particolare dei piccoli innocenti e dei più indifesi. La nostra preghiera, il nostro impegno e la nostra fraternità concreta in Cristo, come olio di consolazione, li aiuti a non smarrire la luce della speranza in questi momenti di buio e ottenga da Dio la sapienza del cuore per chi ha responsabilità, affinché cessi ogni spargimento di sangue e la violenza, che porta solo dolore e morte, lasci spazio alla riconciliazione, alla concordia e alla pace. Non venga risparmiato alcuno sforzo, anche da parte della comunità internazionale, per far uscire la Siria dall’attuale situazione di violenza e di crisi, che dura già da molto tempo e rischia di diventare un conflitto generalizzato che avrebbe conseguenze fortemente negative per il Paese e per l’intera Regione. Elevo anche un pressante e accorato appello perché, davanti al bisogno estremo della popolazione, sia garantita la necessaria assistenza umanitaria, anche a tante persone che hanno dovuto lasciare le loro case, alcune rifugiandosi nei Paesi vicini: il valore della vita umana è un bene prezioso da tutelare sempre.

Cari amici della ROACO, l’Anno della fede che ho indetto nel 50° anniversario dell’inizio del Concilio Ecumenico Vaticano II offrirà fecondi orientamenti alle Opere di Aiuto alle Chiese Orientali, che rappresentano una provvidenziale testimonianza di quanto ci dice la Parola di Dio: la fede senza le opere si spegne e muore (cfr Gc 2,17). Siate sempre segni eloquenti della carità che sgorga dal cuore di Cristo e presenta al mondo la Chiesa nella sua più vera identità e missione, ponendola al servizio di Dio, che è Amore. A San Luigi Gonzaga, celebrato dalla odierna liturgia latina, chiedo di sostenere il nostro rendimento di grazie allo Spirito Santo e di pregare con noi perché il Signore susciti anche nel nostro tempo esemplari operatori di carità verso il prossimo. L’intercessione della Santissima Madre di Dio accompagni sempre le Chiese Orientali in madrepatria e nella diaspora, portando ovunque incoraggiamento e speranza per un rinnovato servizio al Vangelo. Sia Lei a vegliare anche sul prossimo Viaggio che – a Dio piacendo – compirò in Libano per porre il sigillo sull’Assemblea Speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. Desidero fin d’ora anticipare alla Chiesa e alla Nazione libanesi il mio abbraccio di padre e di fratello, mentre di cuore imparto sulle vostre Organizzazioni, sui presenti e sulle persone che vi sono care, come pure sulle comunità a voi affidate, la mia affettuosa Benedizione Apostolica.

[00874-01.01] [Testo originale: Plurilingue]

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE  

Monsieur le Cardinal, Béatitudes,

Chers frères dans l’Épiscopat et dans le Sacerdoce,

Chers Membres et Amis de la ROACO,

Je suis très heureux de vous accueillir et de vous saluer en cette rencontre habituelle. Je salue le Cardinal Préfet de la Congrégation pour les Églises Orientales et Président de la ROACO et je le remercie pour les mots cordiaux qu’il m’a adressés. J’ai une pensée reconnaissante pour l’Archevêque Secrétaire, pour le Sous-Secrétaire, pour les collaborateurs et pour tous les présents, renouvelant ma gratitude aux œuvres représentées ici, aux Églises des continents européen et américain qui les soutiennent, de même qu’aux nombreux bienfaiteurs. Je vous assure de ma prière au Seigneur, dans la certitude consolante qu’« il aime celui qui donne avec joie » (2 Co 9, 7).

Je désire avant tout exprimer le souhait de persévérer dans « ce mouvement de charité que, sur mandat du Pape, la Congrégation supervise afin que de manière ordonnée et équitable la Terre Sainte et les autres régions orientales reçoivent le soutien spirituel et matériel nécessaire pour faire front à la vie ecclésiale ordinaire et à des nécessités particulières » (Discours à la Congrégation pour les Églises orientales, 9 juin 2007). C’est par ces mots que je m’exprimais il y a cinq ans, en visitant le Dicastère pour les Églises orientales et, maintenant, je désire répéter avec force cette exhortation pour souligner aussi les nécessités urgentes du moment présent.

En effet, la conjoncture économique et sociale actuelle, particulièrement délicate à cause de la dimension mondiale qu’elle a prise, ne semble pas laisser de répit aux zones du monde économiquement évoluées et, dans une mesure encore plus préoccupante, se répand sur celles qui sont plus désavantagées, en pénalisant sérieusement le présent et l’avenir. L’Orient, mère patrie d’antiques traditions chrétiennes, est concerné de manière particulière par ce processus, qui engendre insécurité et instabilité aussi au niveau ecclésial et dans le domaine œcuménique et interreligieux. Il s’agit de facteurs qui alimentent les blessures endémiques de l’histoire et qui contribuent à rendre plus fragiles le dialogue, la paix et la coexistence entre les peuples, ainsi que le respect authentique des droits humains, spécialement du droit à la liberté religieuse personnelle et communautaire. Ce droit doit être garanti dans sa profession publique, et non seulement en termes cultuels, mais aussi pastoraux, éducatifs, caritatifs et sociaux, qui sont tous des aspects indispensables à son exercice effectif.

Aux Représentants de la Terre Sainte, à commencer par le Délégué Apostolique, Mgr Antonio Franco, le Vicaire du Patriarche latin de Jérusalem et le Père Custode, qui participent en permanence à la ROACO, se sont joints cette année les Archevêques Majeurs de l’Église Syro-Malabare de l’Inde, Sa Béatitude le Cardinal George Alencherry et de l’Église Grecque-catholique d’Ukraine, Sa Béatitude Sviatoslav Shevchuk, ainsi que le Nonce Apostolique en Syrie, Mgr Mario Zenari, et l’Évêque Président de la Caritas syrienne. Ceci me permet d’élargir encore plus le regard de l’Église de Rome à cette dimension universelle qui la caractérise profondément et qui constitue une des notes essentielles du mystère de l’Église. C’est aussi une occasion pour réaffirmer ma proximité aux grandes souffrances des frères et des sœurs de Syrie, en particulier des petits innocents et des plus faibles. Que notre prière, notre engagement et notre fraternité concrète dans le Christ, comme huile de consolation, les aident à ne pas perdre la lumière de l’espérance en ces moments d’obscurité et obtiennent de Dieu la sagesse du cœur pour qui a une responsabilité, afin que cessent toute effusion de sang et la violence qui apporte seulement douleur et mort, et laisse place à la réconciliation, à la concorde et à la paix. Que ne soit épargné aucun effort, également de la part de la communauté internationale, pour faire sortir la Syrie de la situation de violence et de crise actuelle, qui dure déjà depuis longtemps et risque de devenir un conflit généralisé qui aurait des conséquences fortement négatives pour le pays et pour toute la région. J’élève aussi un pressant et douloureux appel pour que, face au besoin extrême de la population, soit garantie la nécessaire assistance humanitaire, ainsi qu’à de nombreuses personnes qui ont du laisser leurs maisons, certaines se réfugiant dans les pays voisins : la valeur de la vie humaine est un bien précieux à sauvegarder toujours.

Chers amis de la R.O.A.C.O., l’Année de la foi que j’ai proclamée pour le 50e anniversaire de l’ouverture du Concile œcuménique Vatican II offrira des orientations fécondes aux Œuvres d’Aide aux Églises Orientales, qui représentent un témoignage providentiel de ce que nous dit la Parole de Dieu : la foi sans les œuvres s’éteint et meure (cf. Jc 2,17). Soyez toujours des signes éloquents de la charité qui jaillit du cœur du Christ et présente au monde l’Église dans sa mission et son identité la plus vraie, la plaçant au service de Dieu qui est Amour. A saint Louis de Gonzague, célébré aujourd’hui par la liturgie latine, je demande de soutenir notre action de grâces à l’Esprit-Saint et de prier avec nous pour que le Seigneur suscite aussi pour notre temps d’exemplaires ouvriers de charité envers le prochain. Que l’intercession de la Très Sainte Mère de Dieu accompagne toujours les Églises orientales dans la mère-patrie et dans la diaspora, apportant partout encouragement et espérance pour un service renouvelé de l’Évangile. Que ce soit Elle aussi qui veille sur le prochain voyage que - s’il plaît à Dieu - j’accomplirai au Liban pour apposer le sceau sur l’Assemblée spéciale pour le Moyen-Orient du Synode des Évêques. Je désire dès à présent offrir à l’Église et à la Nation libanaise mon affection de père et de frère, tandis que j’accorde de tout cœur à vos Organisations, à tous ceux ici présents et aux personnes qui vous sont chères, comme aux communautés qui vous sont confiées, mon affectueuse Bénédiction Apostolique.

[00874-03.01] [Texte original: Plurilingue]

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE  

Dear Cardinals, Your Beatitudes,

Venerable Brother Bishops and Priests,

Dear Members and friends of ROACO,

I am very happy to welcome and greet you in this regular gathering. I extend greetings to the Cardinal Prefect of the Congregation for Eastern Churches and President of ROACO and I thank him for the kind words that he addressed to me. I also thank the Archbishop Secretary, the Under-Secretary, the other officials and all those present. I renew my gratitude to the institutions represented here, to the Churches from Europe and America that support them and to the many benefactors. I assure you of my prayers to the Lord, in the consoling certainty that he "loves a cheerful giver" (2 Cor 9:7).

Above all it is my hope that you will persevere in "that movement of charity which, by Papal mandate, the Congregation oversees, so that the Holy Land and other Eastern regions may receive material and spiritual support in an ordered and just way so as to meet the demands of their ordinary ecclesial life and other special needs" (Address to the Congregation for Eastern Churches, 9 June 2007). In these words I expressed myself five years ago while visiting the Dicastery for Eastern Churches and I now wish to reiterate firmly that same exhortation so as to underline the urgent needs of the present moment.

The present economic and social situation, all the more sensitive on account of its global dimensions, continues to create problems in economically developed areas of the world, and, more seriously, spills over into less affluent regions, seriously compromising their present and their future. The East, the motherland of ancient Christian traditions, is especially affected by this process, which engenders uncertainty and instability that also has an impact on the Church and in the ecumenical and interreligious fields. These factors tend to reopen the endemic wounds of history and they have a damaging effect on dialogue and peaceful cohabitation among peoples. They also weaken authentic respect for human rights, especially the right to personal and community religious freedom. This right should be guaranteed in its public profession, not only in terms of worship, but also in relation to the pastoral, educational, charitable and social activities that are indispensable for its effective exercise.

The representatives of the Holy Land, including the Apostolic Delegate Archbishop Antonio Franco, the Vicar of the Latin Patriarch of Jerusalem and Father Custodian, all regular participants in ROACO, are joined this year by the two Major Archbishops, His Beatitude Cardinal George Alencherry of the SyroMalabar Church of India and His Beatitude Sviatoslav Shevchuk of the Greek Catholic Church of Ukraine. Also present are the Apostolic Nuncio to Syria, Archbishop Mario Zenari, and the Bishop President of Caritas Syria. This gives me the opportunity to open up the gaze of the Church of Rome to the universal dimension that is so deeply rooted and constitutes one of the essential marks of the mystery of the Church. It also gives me the opportunity to reaffirm my closeness to the sufferings of our brothers and sisters in Syria, especially innocent children and the defenceless. May our prayer, our commitment and our active brotherhood in Christ, as an oil of consolation, help them not to lose sight of the light of hope in this moment of darkness, and obtain from God wisdom of heart for all in positions of responsibility so that bloodshed and violence, that only bring pain and death, may cease and give way to reconciliation, harmony and peace. Every effort should be made, including by the international community, to bring Syria out of the present situation of violence and crisis, which has already lasted a long time and risks becoming a wider conflict that would have highly negative consequences for the country and the whole region. I also issue an urgent and heartfelt appeal, in view of the extreme need of the population, that the necessary humanitarian assistance be guaranteed, and extended to the many persons who have been forced to leave their homes, some of them becoming refugees in neighbouring countries. The precious gift of human life must always be defended.

Dear friends of ROACO, the Year of Faith, which I have instituted to mark the fiftieth anniversary of the inauguration of the Second Vatican Ecumenical Council, will offer fruitful suggestions to Aid to the Eastern Churches, that are a providential witness to what we read in the Word of God: that faith without works withers and dies (cf. Jas 2:17). May you always be eloquent signs of the charity that flows from the heart of Christ and presents the Church to the world in her true mission and identity by placing her at the service of God who is Love. Today in the Latin Rite we celebrate Saint Aloysius Gonzaga, whom I ask to sustain our thanksgiving to the Holy Spirit and to pray with us so that the Lord may also raise up in our days exemplary agents of charity towards others. May the intercession of the Most Holy Mother of God always accompany the Eastern Churches in their homeland and in the diaspora, bringing them encouragement and hope for a renewed service to the Gospel. May she also watch over the coming journey which – God willing – I will make to Lebanon for the solemn closing of the Special Assembly for the Middle East of the Synod of Bishops. I look forward to offering the Lebanese Church and Nation my paternal and fraternal embrace. In the meantime I am pleased to impart to your Organizations, to all present, to your dear ones, and to the communities entrusted to your care, my affectionate Apostolic Blessing.

[00874-02.01] [Original text: Plurilingual]

TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA  

Herr Kardinal! Eure Seligkeit!

Verehrte Brüder im bischöflichen und priesterlichen Dienst!

Liebe Mitglieder und Freude der ROACO!

Ich freue mich sehr, Sie zu diesem gewohnten Treffen zu empfangen und zu begrüßen. Ich grüße den Kardinalpräfekten der Kongregation für die Orientalischen Kirchen und Präsidenten der ROACO und danke ihm für die herzlichen Worte, die er an mich gerichtet hat. Einen dankbaren Gruß richte ich an den Sekretär, an den Untersekretär, die Mitarbeiter und alle Anwesenden. Zugleich spreche ich den hier vertretenen Hilfswerken und den Kirchen in Europa und Amerika, die sie unterstützen, wie auch den zahlreichen Wohltätern erneut meinen Dank aus. Ich versichere Sie meines Gebets zu Gott in der tröstlichen Gewißheit, daß der Herr "einen fröhlichen Geber liebt" (

2 Kor 9,7).

Zunächst ist es meine Hoffnung, daß Sie jene karitative Initiative fortsetzen, „die von der Kongregation im Auftrag des Papstes durchgeführt wird, damit das Heilige Land und die übrigen ostkirchlichen Gebiete in geordneter und angemessener Weise die notwendige geistliche und materielle Unterstützung erhalten, um das normale kirchliche Leben führen und besonderen Bedürfnissen abhelfen zu können" (

Ansprache an die Kongregation für die Orientalischen Kirchen, 9. Juni 2007). Diese Worte habe ich bei meinem Besuch des Dikasteriums für die Orientalischen Kirchen vor fünf Jahren gesagt und möchte nun diesen Aufruf nachdrücklich bekräftigen, auch um die dringenden Nöte des jetzigen Augenblicks zu unterstreichen.

In der Tat scheint die gegenwärtige wirtschaftliche und soziale Lage, die durch den globalen Umfang, den sie angenommen hat, so anfällig ist, den wirtschaftlich entwickelten Gebieten der Welt keine Luft zu lassen. In noch besorgniserregenderem Maße belastet sie die stärker benachteiligten Gebiete zum ernsthaften Schaden für deren Gegenwart und Zukunft. Der Orient, das Mutterland der alten christlichen Traditionen, ist in besonderer Weise von dieser Entwicklung betroffen, die Unsicherheit und Instabilität auch auf kirchlicher Ebene und im Bereich des ökumenischen und interreligiösen Dialogs verursacht. Es geht um Faktoren, welche die ortspezifischen Wunden der Geschichte schüren und den Dialog, den Frieden und das Zusammenleben der Völker wie auch die wirkliche Achtung der Menschenrechte, besonders das Recht der Religionsfreiheit des einzelnen und der Gemeinschaft, noch brüchiger machen. Dieses Recht muß in seinem öffentlichen Bekenntnis garantiert werden und nicht nur hinsichtlich des Kults, sondern auch im Bereich der Seelsorge, Erziehung, der Hilfs- und Sozialdienste – alles unerläßliche Aspekte für seine tatsächliche Ausübung.

Zu den Vertretern des Heiligen Landes – angefangen beim Apostolischen Delegaten Erzbischof Antonio Franco, beim Vikar des Lateinischen Patriarchen von Jerusalem und beim Pater Kustos, die regelmäßig an der ROACO teilnehmen – sind dieses Jahr der Großerzbischof der Syro-malabarischen Kirche von Indien Seine Seligkeit George Kardinal Alencherry und der Großerzbischof der Griechisch-katholischen Kirche der Ukraine Seine Seligkeit Sviatoslav Shevchuk sowie der Apostolische Nuntius in Syrien Erzbischof Mario Zenari und der Präsident der Caritas Syrien hinzugekommen. Dies erlaubt mir, den Blick der Kirche von Rom noch mehr in jener universalen Dimension zu weiten, die sie tief kennzeichnet und die eines der Wesensmerkmale des Geheimnisses der Kirche darstellt. Dies bietet auch die Gelegenheit, den Brüdern und Schwestern in Syrien in ihren großen Leiden abermals meine Nähe zu versichern, insbesondere den unschuldigen Kindern und den ganz Wehrlosen. Unser Gebet, unser Einsatz und unsere konkrete Brüderlichkeit in Christus mögen ihnen wie Öl des Trostes helfen, das Licht der Hoffnung in diesen dunklen Augenblicken nicht zu verlieren. All das erwirke den Verantwortungsträgern von Gott die Weisheit des Herzens, damit alles Blutvergießen aufhöre und die Gewalt, die nur Leid und Tod bringt, der Versöhnung, der Eintracht und dem Frieden weiche. Man scheue keine Anstrengungen, auch von Seiten der internationalen Gemeinschaft, um Syrien aus der gegenwärtigen Situation der Gewalt und der Krise herauszuführen, die schon lange Zeit andauert und ein allgemeiner Konflikt zu werden droht, der sehr negative Folgen für das Land und die ganze Region hätte. Ich rufe auch ganz eindringlich dazu auf, angesichts der äußersten Notlage der Bevölkerung die nötige humanitäre Hilfe zu gewährleisten – auch den vielen Menschen, die ihre Häuser verlassen mußten und von denen einige in die benachbarten Länder geflüchtet sind. Der Wert des menschlichen Lebens ist ein kostbares Gut, das immer zu schützen ist.

Liebe Freude der ROACO, das Jahr des Glaubens, das ich zum 50. Jahrestag der Eröffnung des Zweiten Vatikanischen Konzils ausgerufen habe, wird den Hilfswerken für die Orientalischen Kirchen fruchtbare Orientierungen bieten. Denn sie stellen ein gottgewolltes Zeugnis dafür dar, was uns das Wort Gottes sagt: Der Glaube ohne Werke erlischt und stirbt (vgl. Jak 2,17). Seid stets beredte Zeichen der Nächstenliebe, die aus dem Herzen Christi hervorströmt und der Welt die Kirche in ihrer wahren Identität und Sendung zeigt, da ihr die Nächstenliebe in den Dienst Gottes stellt, der die Liebe ist (vgl. Enz. Deus caritas est). Ich bitte den heiligen Aloisius von Gonzaga, dessen Gedenktag heute in der lateinischen Liturgie gefeiert wird, unsere Danksagung an den Heiligen Geist zu unterstützen und mit uns zu beten, damit der Herr auch in unserer Zeit Menschen, die die Nächstenliebe vorbildlich üben, erwecke. Die Allerseligste Gottesmutter Maria begleite stets mit ihrer Fürsprache die Orientalischen Kirchen in den Mutterländern und in der Diaspora und bringe dabei überall Ermutigung und Hoffnung für einen erneuerten Dienst am Evangelium. Sie möge auch über die kommende Reise wachen, die ich – so Gott will – in den Libanon unternehmen werde, um das Siegel auf die Sonderversammlung der Bischofssynode für den Nahen Osten zu setzen. Schon jetzt möchte ich vorweg als Vater und Bruder die Kirche und das Volk im Libanon umarmen. Von Herzen erteile ich Ihren Organisationen, den Anwesenden und den Menschen, die Ihnen nahestehen, sowie den Ihnen anvertrauten Gemeinschaften in Verbundenheit meinen Apostolischen Segen.

[00874-05.01] [Originalsprache: Mehrsprachig]

[B0370-XX.02]