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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDIO "COSTANTINO IL GRANDE. ALLE RADICI DELL’EUROPA", (CITTÀ DEL VATICANO, 18-21 APRILE 2012), 17.04.2012


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL CONVEGNO INTERNAZIONALE DI STUDIO "COSTANTINO IL GRANDE. ALLE RADICI DELL’EUROPA", (CITTÀ DEL VATICANO, 18-21 APRILE 2012)

INTERVENTO DEL REV.MO P. BERNARD ARDURA, O. PRAEM.

INTERVENTO DELLA PROF.SSA CLAIRE SOTINEL

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la conferenza stampa di presentazione del Convegno internazionale di Studio "Costantino il Grande. Alle radici dell’Europa", organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche nel 1700° anniversario della Battaglia di Ponte Milvio e della conversione di Costantino. I lavori del Convegno si aprono domani pomeriggio nell’Aula del Sinodo in Vaticano, proseguono il 19 aprile presso il Collegio Teutonico, il 20 aprile presso la Pontificia Università Lateranense, per concludersi sabato 21 aprile in Vaticano.

Intervengono alla conferenza stampa di oggi: il Rev.mo P. Bernard Ardura, O. Praem., Presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche; la Prof.ssa Claire Sotinel, Docente di Storia Romana presso l'Université Paris-Est Créteil (Francia), già membro della École Française di Roma; il Prof. Giovanni Maria Vian, Direttore de L’Osservatore Romano.

Pubblichiamo di seguito gli interventi del Rev.mo P. Bernard Ardura e della Prof.ssa Claire Sotinel:

INTERVENTO DEL REV.MO P. BERNARD ARDURA, O. PRAEM.  

Costantino il Grande. Alle radici dell’Europa, è il titolo che abbiamo scelto per il Convegno Internazionale di studio promosso dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in occasione del 1700° anniversario della Battaglia di Ponte Milvio e della conversione di Costantino.

Bisogna precisare che questo Convegno è il primo di un dittico che si completerà nel 2013 a Milano, per il 1700° anniversario del cosiddetto Editto di Milano. Quindi queste giornate di studio sono il frutto di una fattiva cooperazione scientifica con istituzioni culturali di alto livello – l’Archivio Segreto Vaticano, la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Biblioteca Ambrosiana, l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano, l’Università Statale di Milano –, e con la cooperazione e il contributo della Delegazione dell’Unione Europea presso la Santa Sede, il Consiglio Regionale del Lazio, e la Pontificia Università Lateranense.

Mentre il Convegno milanese del 2013 indagherà le conseguenze della cosiddetta «svolta costantiniana», il Convegno che si aprirà domani pomeriggio, 18 aprile, nell’Aula del Sinodo dei Vescovi, farà il punto sulle ricerche in atto, avendo come scopo principale di far luce sul contesto generale in cui visse Costantino, a cominciare dalla sua educazione e dai rapporti tra i cristiani e l’Impero romano prima del 313. Gli studiosi si avvicenderanno sui rapporti fra religione e Stato, sull’idea di libertà religiosa nell’Impero, sulla religione dal punto di vista dell’Imperatore e del Senato romano.

Non mancheranno le discussioni sulla conversione di Costantino, sul suo battesimo e sul suo atteggiamento nei confronti dei cristiani all’indomani della Battaglia di Ponte Milvio.

Il Convegno si propone anche di studiare un altro aspetto di questa battaglia iniziata a Saxa Rubra e terminata a Ponte Milvio, il 28 ottobre 312, nel corso della quale l’antagonista Massenzio annega tra i flutti del Tevere. Questa battaglia non fu un evento di grande rilievo dal punto di vista propriamente strategico-militare, ma assurse rapidamente al ruolo di simbolo fondativo di un mondo nuovo, nato dall’incontro di Costantino con il cristianesimo. Infatti, la tolleranza nei confronti delle istanze religiose dei soggetti dell’Impero stava per concludere l’era delle persecuzioni imperiali contro i cristiani, per favorire l’evangelizzazione dell’intero Impero, disegnando il profilo dell’Europa occidentale e balcanica. Un’Europa in cui sono sbocciati i valori di dignità umana, di distinzione e cooperazione fra religione e Stato, di libertà di coscienza, di religione e di culto. Certo, queste realtà, che andranno a far parte integrale del patrimonio umanistico e culturale dell’Europa avranno bisogno di molti secoli per giungere a maturità, ma esse sono tutte in nuce nella svolta costantiniana e quindi nell’evento della Battaglia di Ponte Milvio.

Le Chiese orientali venerano Costantino il Grande come santo e non mancano edifici di culto latini sotto il suo patrocinio, nelle regioni ove l’impronta greca rimase fino al Rinascimento.

Costantino fu incontestabilmente un grande imperatore e un geniale politico, che riuscì ad unificare l’intero Impero attorno alla sua persona, creando Costantinopoli, la nuova Roma. Dall’Arco presso il Colosseo, fino alle numerose testimonianze numismatiche, l’Imperatore fu glorificato per il suo genio, ed è divenuto, lungo i secoli, l’icona di questo mondo nuovo, ossia l’Europa cristiana, di cui siamo gli eredi. È proprio questa dimensione storica che ha voluto esaltare Lionello De Felice, che nel 1960 ha girato il film Costantino il Grande, che proporremo a conclusione del Convegno, come testimonianza contemporanea del permanere di Costantino nella cultura e nell’arte.

[00498-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DELLA PROF.SSA CLAIRE SOTINEL 

Il convegno che si apre domani è una tra le più importanti delle numerose manifestazioni scientifiche e storiche organizzate in vari paesi europei per celebrare il 1700° anniversario della vittoria di Costantino su Massenzio; la Scuola francese di Roma ringrazia il Pontificio Comitato di Scienze Storiche dell'invito a partecipare a questo momento introduttivo.

Nell'autunno del 312, con la sua vittoria decisiva a Ponte Milvio contro l'imperatore fino allora residente a Roma, Costantino si mise sotto la protezione del dio dei Cristiani. Con questo, egli cambiò in profondità la situazione religiosa di tutto l'Impero romano. Prima del 312, il mondo mediterraneo offriva un paesaggio religioso di grande varietà: culti ufficiali in ogni città dell'Impero, culto imperiale diffuso in tutte le regioni sottomesse a Roma, culti locali spesso esotici, culti più personali, misterici, praticati da gruppi di iniziati, dottrine filosofiche a forte componente religiosa (quasi sempre compatibili con i culti ufficiali, sia locali, sia imperiali), giudaismo, autorizzato e almeno parzialmente controllato dall'impero.

Anche il cristianesimo era presente in tale diversità, praticato da gruppi numerosi, se non sempre cospicui, di cui la situazione rimaneva sempre incerta: fino al 260, il cristianesimo era rimasto, in effetti, religione illecita, perché non era una pratica religiosa civica, o etnica, ed era sprovvista di qualsiasi legittimità storica agli occhi delle autorità romane. In diversi luoghi e diversi periodi si succedettero momenti di discreta tranquillità e di persecuzioni locali, mentre le esigenze religiose degli imperatori Decio e Valeriano si tradurranno in una persecuzione generale in tutto l'impero dal 250 al 259. Quando mise fine a questa persecuzione, l'imperatore Gallieno, nel 260, implicitamente riconobbe le chiese cristiane. La fragile pace dovuta a questa riluttante accettazione -- che peraltro non era mai bastata a proteggere i cristiani da locali esplosioni di violenza, pogrom o repressione ufficiale -- fu spazzata dalla grande persecuzione di Diocleziano, iniziata nel 304. Il successore di Diocleziano, Galero, mise ufficialmente fine alla persecuzione, senza però dare una qualsiasi soluzione alla situazione dei cristiani nell'impero.

Mettendo la sua vittoria «sotto il segno della croce», Costantino poneva sotto la protezione del dio dei Cristiani non solo se stesso, ma la sua nascente dinastia imperiale e, man mano che il suo potere andava rinforzandosi, anche l'impero romano. Questo cambiava del tutto la situazione della religione cristiana, anche se non trasformava l'impero in un impero cristiano. Nel 313, con il suo collega Licinio, che ormai controllava la parte orientale dell'impero, Costantino proclamava la libertà religiosa per tutti, specialmente per i Cristiani, cui dovevano essere restituiti tutti i beni confiscati durante la persecuzione. Con questo dichiarava pubblicamente la sua scelta del dio dei Cristiani. Questo momento cruciale della storia, spesso chiamato «svolta costantiniana», o «Constantinian revolution», ha fatto scorrere fiumi d'inchiostro dalla Storia Ecclesiastica di Eusebio di Cesarea nel IV secolo fino al recente libro di Paul Veyne, Pourquoi notre monde est-il devenu chrétien? Vista da alcuni come un momento provvidenziale di conversione del mondo romano, da altri come l'inizio della decadenza di una Chiesa compromessa col potere politico, la scelta religiosa di Costantino pone numerose domande non tutte storiche. Ne elenco solo qualche esempio:

- per quanto riguarda la storia personale di Costantino: si è convertito «sinceramente» nel 312? o si trattò di una mossa politica? o era già cristiano da tempo? perché i diversi autori contemporanei dell'evento ne danno resoconti così diversi?

- per quanto riguarda l'impatto sulla storia dell'impero romano : comincia l'impero cristiano con Costantino? Quale fu l'influenza della conversione di Costantino sugli abitanti dell'impero? fu imitata o no, e da quanta gente? da quale tipo di gente? Quale fu l'impatto sulle altre religioni, specialmente la religione ufficiale di Roma?

- per quanto riguarda l'impatto sulla storia del cristianesimo: qual’è il ruolo di un imperatore cristiano nella vita delle Chiese cristiane? fino a che punto la nuova relazione tra vescovi cristiani e potere imperiale cambi l'organizzazione delle Chiese? la vita dei cristiani? il ruolo delle Chiese nella vita pubblica?

Come si capisce, queste domande non interessano solo lo storico; sono spesso state discusse in ambito religioso e politico, nel Medioevo per giustificare il potere temporale del Papa, nel corso della Riforma per contestarne l'autorità, o ancora per elaborare il concetto di laicità «à la française» nell'Ottocento, ecc. Ma solo lo storico può dare la chiave di un uso intelligente della questione costantiniana. Un'analisi storica attenta e critica permette di capire quello che è successo dopo la vittoria di Ponte Milvio, per aiutarci a riflettere, nel secolo XXI, su questioni importanti come le interazioni tra religione e potere politico, la costituzione di un orizzonte religioso plurale, le possibilità di convivenza tra religioni diverse e molto altro ancora.

Con l'organizzazione di questo Convegno Internazionale, invitando storici di grande fama, venuti da diversi Paesi, lingue, orizzonti accademici, il Pontificio Comitato di Scienze Storiche segue le orme di una tradizione intellettuale in cui si riconosce anche l'Ecole française de Rome: la tradizione di chi non ha paura di lavorare sulla storia della Chiesa come studioso, non tramite la strumentalizzazione di tale storia, ma invitando gli storici a condividere i risultati del loro lavoro e accogliendo il risultato delle loro ricerche. Tale è lo spirito con cui, così spesso dalla fondazione nel 1875, gli storici della scuola francese, inclusi due dei suoi direttori, Louis Duchesne et Charles Pietri, hanno collaborato con il Vaticano, ed è nello stesso spirito che gli eminenti storici che aprono domani il convegno sono pronti a dare contributi ulteriori a una delle più complesse e più importanti questioni della storia del Tardo Antico e delle formidabili trasformazioni religiose, politiche e culturali che hanno segnato gli ultimi secoli dell'impero romano e la nascita dell'Europa medioevale.

[00499-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0218-XX.01]