INTERVENTO DELLA SANTA SEDE ALLA IV SESSIONE DEL COMITATO PREPARATORIO PER LA CONFERENZA DELL’ONU SUL TRATTATO SUL COMMERCIO DELLE ARMI ● INTERVENTO DI S.E. MONS. FRANCIS ASSISI CHULLIKATT
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Dal 13 al 17 febbraio 2012, è in corso a New York la IV sessione del Comitato Preparatorio per la Conferenza dell’ONU sul Trattato sul commercio delle armi (ATT).
Pubblichiamo di seguito l’intervento che l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, S.E. Mons. Francis Assisi Chullikatt, ha pronunciato lunedì 13 febbraio nel corso dell’incontro:
● INTERVENTO DI S.E. MONS. FRANCIS ASSISI CHULLIKATT
Mr. Chairman,
It pleases me to express to you at the outset the full collaboration of my delegation for a productive outcome to the efforts of the last session of the Preparatory Committee for the United Nations Conference on the Arms Trade Treaty (ATT).
With other States and the various actors of the international community, the Holy See shares the view that the principal objective of the Treaty should not be merely the regulation of the conventional arms trade but should be, above all, the disarming of the international illicit market.
An unregulated and non-transparent arms trade due to the absence on the international level of effective monitoring systems causes a series of humanitarian consequences: integral human development is retarded, the risk of instability and conflict is heightened, the process of peace is placed at risk and the spread of a culture of violence and criminality is facilitated. Responsible action, shared by all the members of the international community, is necessary to resolve such problematic realities. This includes States and international organisations, NGOs and the private sector. Such responsible action has become ever more urgent "in order to promote the establishment and maintenance of international peace and security with the least diversion for armaments of the world’s human and economic resources" (cfr. Art. 26 of the UN Charter).
Moreover, arms cannot simply be compared with other goods exchanged in global or domestic markets. The quest for a world more respectful of the dignity of human person and the value of human life must be the founding principle of the ATT.
Viewed from this perspective, the international community requires a strong, effective and credible legal instrument that is capable of regulating and improving transparency in the trade of conventional arms and munitions, including the trading and licensing of technologies for their production.
In order to guarantee this, my delegation is of the view that it is necessary to take into consideration five aspects:
1. The scope of the ATT should be broad, comprising not solely the 7 categories of arms which the U.N. Register of Conventional Arms considers, but also small arms and light weapons, together with their relevant munitions, which enter the illict market often with greater ease and give rise to a series of humanitarian problems.
2 The criteria for application of the Treaty must maintain reference to human rights, humanitarian law and development. These are the three areas in which the impact of the illicit market in arms is particularly pernicious. Certainly, it will be necessary to find terminology which limits subjective possibilities open to political abuse, and which will facilitate the ascertainment of modalities for application of such criteria.
3 The capacity for the success of the Treaty will depend also on its ability to promote and reinforce international co-operation and assistance between States. This encompasses basic elements for improving relationships of trust between States as well as facilitating a correct implementation even on the part of States without sufficient capacity to assemble and maintain data, prepare Reports, and improve transparency in the arms trade, all of central importance for the effectiveness of the Treaty.
4. Provisions relating to assistance for victims must be maintained, and if possible, strengthened, giving attention also to the prevention of illicit arms proliferation, by reducing the demand for arms which often feeds the illicit market. It seems opportune, from this perspective, then, to introduce references in the Treaty to educative processes and public awareness programmes – involving all sectors of society, including religious organisations – that are aimed at promoting a culture of peace.
5. Mechanisms for treaty review and updating need to be strong and credible, capable of quickly incorporating new developments in the subject matter of the ATT, which must remain open to future technological developments.
Mr. Chairman,
The Holy See is convinced that the Arms Trade Treaty can provide an important contribution to the promotion of a true culture of peace through responsible cooperation between States, in partnership with the arms industry and in solidarity with civil society. Viewed in this light, current efforts to adopt a strong and effective ATT could represent a meaningful sign of the political will of nations and governments to ensure peace, justice, stability and prosperity in the world.
Thank you, Mr. Chairman.
[00229-02.01] [Original text: English]
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Sig. Presidente,
Mi è gradito esprimerLe la piena collaborazione della mia Delegazione per un produttivo esito dei lavori dell’ultima sessione del Comitato Preparatorio per la Conferenza dell’ONU sul Trattato sul commercio delle armi (ATT).
La Santa Sede condivide con altri Stati e con vari attori della comunità internazionale il fatto che il principale obiettivo del Trattato dovrebbe essere non solo quello di regolamentare il commercio delle armi convenzionali, ma anche e soprattutto quello di "disarmare" il mercato illecito internazionale delle stesse.
Un commercio delle armi non regolamentato e non trasparente a causa dell’assenza a livello internazionale di sistemi efficaci di monitoraggio causa una serie di conseguenze umanitarie: lo sviluppo umano integrale viene rallentato, il rischio di conflitti e di instabilità aumenta, i processi di pace è messo in pericolo e il diffondersi di una cultura di violenza e di criminalità viene facilitata. Un’azione responsabile, condivisa da tutti i membri della comunità internazionale, è necessaria per risolvere queste problematiche realtà. Essa chiama in causa Stati, Organizzazioni internazionali, Organismi non governativi e settore privato. Questa azione responsabile è diventata sempre più stringente "al fine di promuovere lo stabilimento e il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale con il minimo dispendio delle risorse umane ed economiche mondiali per gli armamenti" (cfr. Art. 26 della Carta delle Nazioni Unite).
D’altronde, le armi non possono essere assimilate agli altri beni scambiati sul mercato mondiale o interno. Il principio fondante dell’ATT deve essere la ricerca di un mondo più rispettoso della dignità della persona e del valore della vita umana.
In tale prospettiva, la comunità internazionale ha bisogno di uno strumento legale forte, credibile ed efficace, in grado di regolamentare e migliorare la trasparenza del commercio delle armi convenzionali e delle munizioni, così come del commercio delle tecnologie e delle licenze per la loro produzione.
Per garantire ciò, la mia Delegazione è del parere che sia necessario tenere in considerazione cinque aspetti:
1. Il campo di applicazione dell’ATT deve essere ampio e comprendere non solo le 7 tipologie di armi considerate dal Registro ONU delle armi convenzionali, ma anche le armi leggere e di piccolo calibro e le relative munizioni, le quali hanno spesso maggiore facilità ad entrare nel mercato illecito delle armi, dando luogo a seri problemi umanitari.
2. I criteri di applicazione del Trattato devono mantenere riferimenti ai diritti umani, al diritto umanitario e allo sviluppo; questi sono tre campi sui quali l’impatto del mercato illecito delle armi è particolarmente forte. Certo, bisognerà individuare un linguaggio che limiti le possibilità soggettive di abuso politico e faciliti l’individuazione delle modalità di applicazione di tali criteri.
3. La capacità di successo del Trattato dipenderà anche da quanto esso sarà in grado di promuovere e rafforzare la cooperazione e l’assistenza internazionale tra gli Stati. Si tratta di elementi basilari per migliorare i rapporti di fiducia tra di essi, così come per facilitare una corretta implementazione anche da parte degli Stati che non possiedono capacità sufficienti per la raccolta e il mantenimento di dati, per la redazione dei Rapporti, per il miglioramento della trasparenza nel commercio delle armi, strumenti centrali per l’efficacia del Trattato.
4. Anche le disposizioni relative all’assistenza alle vittime devono essere mantenute e, se possibile, rafforzate, ponendo attenzione alla prevenzione della proliferazione illecita delle armi, attraverso la riduzione della domanda di armi, che spesso alimenta il mercato illecito. In tale ottica, sembra opportuno introdurre nel Trattato riferimenti a processi educativi e a programmi di coscientizzazione che - coinvolgendo tutti i settori della società, incluse le organizzazioni religiose - siano volti a promuovere una cultura della pace.
5. I meccanismi di revisione e di aggiornamento del Trattato devono essere forti e credibili, capaci di incorporare in tempi rapidi i nuovi sviluppi nel campo oggetto dell’ATT, il quale deve essere aperto alle possibili future evoluzioni tecnologiche.
Sig. Presidente,
La Santa Sede è convita che il Trattato sul commercio delle armi possa fornire un importante contributo alla promozione di una vera cultura della pace attraverso una responsabile cooperazione tra gli Stati, in partenariato con l’industria delle ami e in solidarietà con la società civile. In questa prospettiva, gli attuali sforzi volti ad adottare un ATT forte ed efficace potrebbero rappresentare un segnale significativo circa il volere politico delle nazioni e dei Governi di assicurare pace, giustizia, stabilità e prosperità nel mondo.
Grazie, Signor Presidente.
[00229-01.01] [Testo originale: Inglese]
[B0097-XX.01]