NOTA DELLA CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE CON INDICAZIONI PASTORALI PER L’ANNO DELLA FEDE
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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
Nota con indicazioni pastorali per l’Anno della Fede
Introduzione
Con la Lettera apostolica Porta fidei dell’11 ottobre 2011, il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, e terminerà il 24 novembre 2013, Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
Quest’anno sarà un’occasione propizia perché tutti i fedeli comprendano più profondamente che il fondamento della fede cristiana è «l’incontro con un avvenimento, con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva»1. Fondata sull’incontro con Gesù Cristo risorto, la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. «Anche ai nostri giorni la fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare», perché il Signore «conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani»2.
L’inizio dell’Anno della fede coincide con il ricordo riconoscente di due grandi eventi che hanno segnato il volto della Chiesa ai nostri giorni: il cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, voluto dal beato Giovanni XXIII (11 ottobre 1962), e il ventesimo anniversario della promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, offerto alla Chiesa dal beato Giovanni Paolo II (11 ottobre 1992).
Il Concilio, secondo il Papa Giovanni XXIII, ha voluto «trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti», impegnandosi affinché «questa dottrina certa e immutabile, che deve essere fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo che corrisponda alle esigenze del nostro tempo»3. Al riguardo, resta di importanza decisiva l’inizio della Costituzione dogmatica Lumen gentium: «Cristo è la luce delle genti: questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, desidera dunque ardentemente, annunciando il Vangelo ad ogni creatura (cfr Mc 16, 15), illuminare tutti gli uomini con la luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa»4. A partire dalla luce di Cristo che purifica, illumina e santifica nella celebrazione della sacra liturgia (cfr Costituzione Sacrosanctum Concilium) e con la sua parola divina (cfr Costituzione dogmatica Dei Verbum), il Concilio ha voluto approfondire l’intima natura della Chiesa (cfr Costituzione dogmatica Lumen gentium) e il suo rapporto con il mondo contemporaneo (cfr Costituzione pastorale Gaudium et spes). Attorno alle sue quattro Costituzioni, veri pilastri del Concilio, si raggruppano le Dichiarazioni e i Decreti, che affrontano alcune delle maggiori sfide del tempo.
Dopo il Concilio, la Chiesa si è impegnata nella recezione e nell’applicazione del suo ricco insegnamento, in continuità con tutta la Tradizione, sotto la guida sicura del Magistero. Per favorire la corretta recezione del Concilio, i Sommi Pontefici hanno più volte convocato il Sinodo dei Vescovi5, istituito dal Servo di Dio Paolo VI nel 1965, proponendo alla Chiesa degli orientamenti chiari attraverso le diverse Esortazioni apostoliche post-sinodali. La prossima Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, nel mese di ottobre 2012, avrà come tema: La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana.
Sin dall’inizio del suo Pontificato, Papa Benedetto XVI si è impegnato decisamente per una corretta comprensione del Concilio, respingendo come erronea la cosiddetta «ermeneutica della discontinuità e della rottura» e promuovendo quella che lui stesso ha denominato «l’"ermeneutica della riforma", del rinnovamento nella continuità dell’unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato; è un soggetto che cresce nel tempo e si sviluppa, rimanendo però sempre lo stesso, unico soggetto del Popolo di Dio in cammino»6.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ponendosi in questa linea, da una parte è un «autentico frutto del Concilio Vaticano II»7, e dall’altra intende favorirne la recezione. Il Sinodo Straordinario dei Vescovi del 1985, convocato in occasione del ventesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II e per effettuare un bilancio della sua recezione, ha suggerito di preparare questo Catechismo per offrire al Popolo di Dio un compendio di tutta la dottrina cattolica e un testo di sicuro riferimento per i catechismi locali. Il Papa Giovanni Paolo II ha accolto tale proposta quale desiderio «pienamente rispondente a un vero bisogno della Chiesa universale e delle Chiese particolari»8. Redatto in collaborazione con l’intero Episcopato della Chiesa Cattolica, questo Catechismo «esprime veramente quella che si può chiamare la "sinfonia" della fede»9.
Il Catechismo comprende «cose nuove e cose antiche (cfr Mt 13, 52), poiché la fede è sempre la stessa e insieme è sorgente di luci sempre nuove. Per rispondere a questa duplice esigenza, il Catechismo della Chiesa Cattolica da una parte riprende l’ "antico" ordine, quello tradizionale, già seguito dal Catechismo di san Pio V, articolando il contenuto in quattro parti: il Credo; la sacra Liturgia, con i sacramenti in primo piano; l’agire cristiano, esposto a partire dai comandamenti; ed infine la preghiera cristiana. Ma, nel medesimo tempo, il contenuto è spesso espresso in un modo "nuovo", per rispondere agli interrogativi della nostra epoca»10. Questo Catechismo è «uno strumento valido e legittimo al servizio della comunione ecclesiale» e «una norma sicura per l’insegnamento della fede»11. In esso i contenuti della fede trovano «la loro sintesi sistematica e organica. Qui, infatti, emerge la ricchezza di insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito ed offerto nei suoi duemila anni di storia. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dai Maestri di teologia ai Santi che hanno attraversato i secoli, il Catechismo offre una memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nella loro vita di fede»12.
L’Anno della fede vuol contribuire ad una rinnovata conversione al Signore Gesù e alla riscoperta della fede, affinché tutti i membri della Chiesa siano testimoni credibili e gioiosi del Signore risorto nel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante persone in ricerca la "porta della fede". Questa "porta" spalanca lo sguardo dell’uomo su Gesù Cristo, presente in mezzo a noi «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Egli ci mostra come «l’arte del vivere» si impara «in un intenso rapporto con Lui»13. «Con il suo amore, Gesù Cristo attira a sé gli uomini di ogni generazione: in ogni tempo Egli convoca la Chiesa affidandole l’annuncio del Vangelo, con un mandato che è sempre nuovo. Per questo anche oggi è necessario un più convinto impegno ecclesiale a favore di una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e ritrovare l’entusiasmo nel comunicare la fede»14.
Per incarico di Papa Benedetto XVI15, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha redatto, in accordo con i competenti Dicasteri della Santa Sede e con il contributo del Comitato per la preparazione dell’Anno della fede16, la presente Nota con alcune indicazioni per vivere questo tempo di grazia, senza precludere altre proposte che lo Spirito Santo vorrà suscitare tra i Pastori e i fedeli nelle varie parti del mondo.
Indicazioni
«So a chi ho creduto» (2 Tm 1, 12): questa parola di san Paolo ci aiuta a comprendere che la fede «è innanzi tutto una adesione personale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente, è l’assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato»17. La fede come affidamento personale al Signore e la fede che professiamo nel Credo sono inscindibili, si richiamano e si esigono a vicenda. Esiste un profondo legame fra la fede vissuta ed i suoi contenuti: la fede dei testimoni e dei confessori è anche la fede degli apostoli e dei dottori della Chiesa.
In tal senso, le seguenti indicazioni per l’Anno della fede desiderano favorire sia l’incontro con Cristo attraverso autentici testimoni della fede, sia la conoscenza sempre maggiore dei suoi contenuti. Si tratta di proposte che intendono sollecitare, in modo esemplificativo, la pronta responsabilità ecclesiale davanti all’invito del Santo Padre a vivere in pienezza quest’Anno come speciale «tempo di grazia»18. La riscoperta gioiosa della fede potrà anche contribuire a consolidare l’unità e la comunione tra le diverse realtà che compongono la grande famiglia della Chiesa.
I. A livello di Chiesa universale
1. Il principale avvenimento ecclesiale all’inizio dell’Anno della fede sarà la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, convocata da Papa Benedetto XVI nel mese di ottobre 2012 e dedicata a La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Durante questo Sinodo, nella data dell’11 ottobre 2012, avrà luogo una solenne celebrazione d’inizio dell’Anno della fede, nel ricordo del cinquantesimo anniversario di apertura del Concilio Vaticano II.
2. Nell’Anno della fede occorre incoraggiare i pellegrinaggi dei fedeli alla Sede di Pietro, per professarvi la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, unendosi con colui che oggi è chiamato a confermare nella fede i suoi fratelli (cfr Lc 22, 32). Sarà importante favorire anche i pellegrinaggi in Terra Santa, luogo che per primo ha visto la presenza di Gesù, il Salvatore, e di Maria, sua madre.
3. Nel corso di quest’Anno sarà utile invitare i fedeli a rivolgersi con particolare devozione a Maria, figura della Chiesa, che «in sé compendia e irraggia le principali verità della fede»19. È dunque da incoraggiare ogni iniziativa che aiuti i fedeli a riconoscere il ruolo particolare di Maria nel mistero della salvezza, ad amarla filialmente ed a seguirne la fede e le virtù. A tale scopo risulterà quanto mai conveniente effettuare pellegrinaggi, celebrazioni e incontri presso i maggiori Santuari.
4. La prossima Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro nel luglio 2013 offrirà un’occasione privilegiata ai giovani per sperimentare la gioia che proviene dalla fede nel Signore Gesù e dalla comunione con il Santo Padre, nella grande famiglia della Chiesa.
5. Sono auspicati simposi, convegni e raduni di ampia portata, anche a livello internazionale, che favoriscano l'incontro con autentiche testimonianze della fede e la conoscenza dei contenuti della dottrina cattolica. Documentando come anche oggi la Parola di Dio continua a crescere e a diffondersi, sarà importante rendere testimonianza che in Gesù Cristo «trova compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano»20 e che la fede «diventa un nuovo criterio di intelligenza e di azione che cambia tutta la vita dell’uomo»21. Alcuni convegni saranno particolarmente dedicati alla riscoperta degli insegnamenti del Concilio Vaticano II.
6. Per tutti i credenti, l’Anno della fede offrirà un’occasione propizia per approfondire la conoscenza dei principali Documenti del Concilio Vaticano II e lo studio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Ciò vale in modo speciale per i candidati al sacerdozio, soprattutto durante l’anno propedeutico o nei primi anni di studi teologici, per le novizie ed i novizi degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica, così come per coloro che vivono un tempo di verifica per aggregarsi ad un’Associazione o a un Movimento ecclesiale.
7. Detto Anno sarà occasione propizia per un’accoglienza più attenta delle omelie, delle catechesi, dei discorsi e degli altri interventi del Santo Padre. I Pastori, le persone consacrate ed i fedeli laici saranno invitati a un rinnovato impegno di effettiva e cordiale adesione all’insegnamento del Successore di Pietro.
8. Durante l’Anno della fede, in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, sono auspicate varie iniziative ecumeniche volte ad invocare e favorire «il ristabilimento dell'unità fra tutti i cristiani» che «è uno dei principali intenti del sacro Concilio Ecumenico Vaticano II»22. In particolare, avrà luogo una solenne celebrazione ecumenica per riaffermare la fede in Cristo da parte di tutti i battezzati.
9. Presso il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione sarà istituita un’apposita Segreteria per coordinare le diverse iniziative riguardanti l’Anno della fede, promosse dai vari Dicasteri della Santa Sede o comunque aventi rilevanza per la Chiesa universale. Sarà conveniente informare per tempo detta Segreteria circa i principali eventi organizzati; essa potrà anche suggerire opportune iniziative in merito. La Segreteria aprirà un apposito sito internet al fine di offrire ogni informazione utile per vivere in modo efficace l’Anno della fede.
10. A conclusione di quest’Anno, nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, avrà luogo un’Eucaristia celebrata dal Santo Padre, in cui rinnovare solennemente la professione della fede.
II. A livello di Conferenze Episcopali23
1. Le Conferenze Episcopali potranno dedicare una giornata di studio al tema della fede, della sua testimonianza personale e della sua trasmissione alle nuove generazioni, nella consapevolezza della missione specifica dei Vescovi come maestri e «araldi della fede»24.
2. Sarà utile favorire la ripubblicazione dei Documenti del Concilio Vaticano II, del Catechismo della Chiesa Cattolica e del suo Compendio, anche in edizioni tascabili ed economiche, e la loro maggiore diffusione con l’ausilio dei mezzi elettronici e delle moderne tecnologie.
3. È auspicabile un rinnovato sforzo per tradurre i Documenti del Concilio Vaticano II e il Catechismo della Chiesa Cattolica nelle lingue nelle quali ancora non esistono. Si incoraggiano iniziative di sostegno caritativo per tali traduzioni nelle lingue locali dei Paesi in terra di missione, dove le Chiese particolari non possono gestirne le spese. Ciò sia condotto sotto la guida della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli.
4. I Pastori, attingendo ai nuovi linguaggi della comunicazione, si impegneranno per promuovere trasmissioni televisive o radiofoniche, film e pubblicazioni, anche a livello popolare e accessibili a un ampio pubblico, sul tema della fede, dei suoi principi e contenuti, nonché sul significato ecclesiale del Concilio Vaticano II.
5. I Santi e i Beati sono gli autentici testimoni della fede25. Sarà pertanto opportuno che le Conferenze Episcopali si impegnino per diffondere la conoscenza dei Santi del proprio territorio, utilizzando anche i moderni mezzi di comunicazione sociale.
6. Il mondo contemporaneo è sensibile al rapporto tra fede e arte. In tal senso, si raccomanda alle Conferenze Episcopali di valorizzare adeguatamente, in funzione catechetica ed eventualmente in collaborazione ecumenica, il patrimonio delle opere d’arte reperibili nei luoghi affidati alla loro cura pastorale.
7. I docenti nei Centri di studi teologici, nei Seminari e nelle Università cattoliche sono invitati a verificare la rilevanza, nel loro insegnamento, dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica e delle implicazioni derivanti per le rispettive discipline.
8. Sarà utile preparare, con l’aiuto di teologi e autori competenti, sussidi divulgativi dal carattere apologetico (cfr 1 Pt 3, 15). Ogni fedele potrà così meglio rispondere alle domande che si pongono nei diversi ambiti culturali, in rapporto ora alle sfide delle sette, ora ai problemi connessi con il secolarismo e il relativismo, ora agli «interrogativi che provengono da una mutata mentalità che, particolarmente oggi, riduce l’ambito delle certezze razionali a quello delle conquiste scientifiche e tecnologiche»26, così come ad altre specifiche difficoltà.
9. È auspicabile una verifica dei catechismi locali e dei vari sussidi catechistici in uso nelle Chiese particolari, per assicurare la loro piena conformità con il Catechismo della Chiesa Cattolica27. Nel caso in cui alcuni catechismi o sussidi per la catechesi non siano in piena sintonia col Catechismo, o rivelino delle lacune, si potrà cominciare a elaborarne di nuovi, eventualmente secondo l’esempio e con l’aiuto di altre Conferenze Episcopali che già hanno provveduto a redigerli.
10. Sarà opportuna, in collaborazione con la competente Congregazione per l’Educazione Cattolica, una verifica della presenza dei contenuti del Catechismo della Chiesa Cattolica nella Ratio della formazione dei futuri sacerdoti e nel Curriculum dei loro studi teologici.
III. A livello diocesano
1. È auspicabile una celebrazione di apertura dell’Anno della fede e una sua solenne conclusione a livello di ogni Chiesa particolare, in cui «confessare la fede nel Signore risorto nelle nostre Cattedrali e nelle chiese di tutto il mondo»28.
2. Sarà opportuno organizzare in ogni diocesi del mondo una giornata sul Catechismo della Chiesa Cattolica, invitando in modo particolare i sacerdoti, le persone consacrate e i catechisti. In quest’occasione, ad esempio, le eparchie orientali cattoliche potranno svolgere un incontro con i sacerdoti per testimoniare la propria specifica sensibilità e tradizione liturgica all’interno dell’unica fede in Cristo; così, le giovani Chiese particolari nelle terre di missione potranno essere invitate ad offrire una rinnovata testimonianza di quella gioia della fede che tanto le contraddistingue.
3. Ogni Vescovo potrà dedicare una sua Lettera pastorale al tema della fede, richiamando l’importanza del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica e tenendo conto delle specifiche circostanze pastorali della porzione di fedeli a lui affidata.
4. Si auspica che in ogni diocesi, sotto la responsabilità del Vescovo, si organizzino momenti di catechesi, destinati ai giovani ed a coloro che sono in ricerca del senso della vita, allo scopo di scoprire la bellezza della fede ecclesiale, e si promuovano incontri con suoi testimoni significativi.
5. Sarà opportuno verificare la recezione del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica nella vita e nella missione di ogni singola Chiesa particolare, specialmente in ambito catechistico. In tal senso, si auspica un rinnovato impegno da parte degli Uffici catechistici delle diocesi, che – sostenuti dalle Commissioni per la Catechesi delle Conferenze Episcopali – hanno il dovere di curare la formazione dei catechisti sul piano dei contenuti della fede.
6. La formazione permanente del clero potrà essere incentrata, particolarmente in quest’Anno della fede, sui Documenti del Concilio Vaticano II e sul Catechismo della Chiesa Cattolica, trattando, ad esempio, temi come "l’annuncio del Cristo risorto", "la Chiesa sacramento di salvezza", "la missione evangelizzatrice nel mondo di oggi", "fede e incredulità", "fede, ecumenismo e dialogo interreligioso", "fede e vita eterna", "l’ermeneutica della riforma nella continuità", "il Catechismo nella cura pastorale ordinaria".
7. Si invitano i Vescovi ad organizzare, specialmente nel periodo quaresimale, celebrazioni penitenziali in cui chiedere perdono a Dio, anche e specialmente per i peccati contro la fede. Quest’Anno sarà altresì un tempo favorevole per accostarsi con maggior fede e più intensa frequenza al sacramento della Penitenza.
8. Si auspica un coinvolgimento del mondo accademico e della cultura per una rinnovata occasione di dialogo creativo tra fede e ragione attraverso simposi, convegni e giornate di studio, specialmente nelle Università cattoliche, mostrando «come tra fede e autentica scienza non vi possa essere alcun conflitto perché ambedue, anche se per vie diverse, tendono alla verità»29.
9. Sarà importante promuovere incontri con persone che, «pur non riconoscendo in sé il dono della fede, sono comunque in una sincera ricerca del senso ultimo e della verità definitiva sulla loro esistenza e sul mondo»30, ispirandosi anche ai dialoghi del Cortile dei Gentili, avviati sotto la guida del Pontificio Consiglio della Cultura.
10. L’Anno della fede potrà essere un’occasione per prestare un’attenzione maggiore alle Scuole cattoliche, luoghi adeguati per offrire agli alunni una testimonianza viva del Signore e per coltivare la loro fede, con un opportuno riferimento all’utilizzo di buoni strumenti catechistici, come, ad esempio, il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica o come Youcat.
IV. A livello di parrocchie / comunità / associazioni / movimenti
1. In preparazione all’Anno della fede, tutti i fedeli sono invitati a leggere e meditare attentamente la Lettera apostolica Porta fidei del Santo Padre Benedetto XVI.
2. L’Anno della fede «sarà un’occasione propizia per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia»31. Nell’Eucarestia, mistero della fede e sorgente della nuova evangelizzazione, la fede della Chiesa viene proclamata, celebrata e fortificata. Tutti i fedeli sono invitati a prendervi parte consapevolmente, attivamente e fruttuosamente, per essere autentici testimoni del Signore.
3. I sacerdoti potranno dedicare maggior attenzione allo studio dei Documenti del Concilio Vaticano II e del Catechismo della Chiesa Cattolica, traendone frutto per la pastorale parrocchiale – la catechesi, la predicazione, la preparazione ai sacramenti – e proponendo cicli di omelie sulla fede o su alcuni suoi aspetti specifici, come ad esempio, "l’incontro con Cristo", "i contenuti fondamentali del Credo", "la fede e la Chiesa" 32.
4. I catechisti potranno attingere maggiormente alla ricchezza dottrinale del Catechismo della Chiesa Cattolica e guidare, sotto la responsabilità dei rispettivi parroci, gruppi di fedeli per la lettura e il comune approfondimento di questo prezioso strumento, al fine di creare piccole comunità di fede e di testimonianza del Signore Gesù.
5. Nelle parrocchie si auspica un rinnovato impegno nella diffusione e nella distribuzione del Catechismo della Chiesa Cattolica o di altri sussidi adatti alle famiglie, autentiche chiese domestiche e luoghi primari di trasmissione della fede, ad esempio nel contesto delle benedizioni delle case, dei Battesimi degli adulti, delle Confermazioni, dei Matrimoni. Ciò potrà contribuire alla confessione e all’approfondimento della dottrina cattolica «nelle nostre case e presso le nostre famiglie, perché ognuno senta forte l’esigenza di conoscere meglio e di trasmettere alle generazioni future la fede di sempre»33.
6. Sarà opportuno promuovere missioni popolari e altre iniziative, nelle parrocchie e nei luoghi di lavoro, per aiutare i fedeli a riscoprire il dono della fede battesimale e la responsabilità della sua testimonianza, nella consapevolezza che la vocazione cristiana «è per sua natura anche vocazione all’apostolato»34.
7. In questo tempo, i membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica sono sollecitati ad impegnarsi nella nuova evangelizzazione, con una rinnovata adesione al Signore Gesù, mediante l’apporto dei propri carismi e nella fedeltà al Santo Padre ed alla sana dottrina.
8. Le Comunità contemplative durante l’Anno della fede dedicheranno una particolare intenzione alla preghiera per il rinnovamento della fede nel Popolo di Dio e per un nuovo slancio nella sua trasmissione alle giovani generazioni.
9. Le Associazioni e i Movimenti ecclesiali sono invitati a farsi promotori di specifiche iniziative che, mediante il contributo del proprio carisma e in collaborazione con i Pastori locali, si inseriscano nel grande evento dell’Anno della fede. Le nuove Comunità e i Movimenti ecclesiali, in modo creativo e generoso, sapranno trovare i modi più adeguati per offrire la loro testimonianza di fede al servizio della Chiesa.
10. Tutti i fedeli, chiamati a ravvivare il dono della fede, cercheranno di comunicare la propria esperienza di fede e di carità35 dialogando coi loro fratelli e sorelle, anche delle altre confessioni cristiane, con i seguaci di altre religioni, e con coloro che non credono, oppure sono indifferenti. In tal modo si auspica che l’intero popolo cristiano inizi una sorta di missione verso coloro con cui vive e lavora, nella consapevolezza di aver «ricevuto un messaggio di salvezza da proporre a tutti»36.
Conclusione
La fede «è compagna di vita che permette di percepire con sguardo sempre nuovo le meraviglie che Dio compie per noi. Intenta a cogliere i segni dei tempi nell’oggi della storia, la fede impegna ognuno di noi a diventare segno vivo della presenza del Risorto nel mondo»37. La fede è un atto personale ed insieme comunitario: è un dono di Dio, che viene vissuto nella grande comunione della Chiesa e deve essere comunicato al mondo. Ogni iniziativa per l’Anno della fede vuole favorire la gioiosa riscoperta e la rinnovata testimonianza della fede. Le indicazioni qui offerte hanno lo scopo di invitare tutti i membri della Chiesa ad impegnarsi perché quest’Anno sia occasione privilegiata per condividere quello che il cristiano ha di più caro: Cristo Gesù, Redentore dell’uomo, Re dell’Universo, «autore e perfezionatore della fede» (Eb 12, 2).
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 6 gennaio 2012, Solennità dell’Epifania del Signore.
William Card. Levada
Prefetto
Luis F. Ladaria, S.I.
Arcivescovo tit. di Thibica
Segretario
____________________________
1
BENEDETTO XVI, Lett. enc. Deus caritas est, 25 dicembre 2005, n. 1. 2
ID., Omelia nella Festa del Battesimo del Signore, 10 gennaio 2010. 3
GIOVANNI XXIII, Discorso di solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962. 4
CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 1. 5
Le Assemblee Ordinarie del Sinodo dei Vescovi hanno trattato i seguenti temi: La preservazione e il rafforzamento della fede cattolica, la sua integrità, il suo vigore, il suo sviluppo, la sua coerenza dottrinale e storica (1967), Il sacerdozio ministeriale e la giustizia nel mondo (1971), L’evangelizzazione nel mondo moderno (1974), La catechesi nel nostro tempo (1977), La famiglia cristiana (1980), La penitenza e la riconciliazione nella missione della Chiesa (1983), La vocazione e la missione dei laici nella Chiesa e nel mondo (1987), La formazione dei sacerdoti nelle circostanze attuali (1991), La vita consacrata e la sua missione nella Chiesa e nel mondo (1994), Il Vescovo: Servitore del Vangelo di Gesù Cristo per la speranza del mondo (2001), L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa (2005), La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa (2008). 6
BENEDETTO XVI, Discorso alla Curia Romana, 22 dicembre 2005. 7
ID., Lett. ap. Porta fidei, n. 4. 8
GIOVANNI PAOLO II, Discorso di chiusura della II Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, 7 dicembre 1985, n. 6. Lo stesso Pontefice, nella fase iniziale di tale Sinodo, durante l’Angelus del 24 novembre 1985, ebbe a dire: «La fede è il principio basilare, è il cardine, il criterio essenziale del rinnovamento voluto dal Concilio. Dalla fede derivano la norma, lo stile di vita, l’orientamento pratico in ogni circostanza». 9
ID., Cost. ap. Fidei depositum, 11 ottobre 1992, n. 2. 10
Ibid., n. 3. 11
Ibid., n. 4. 12
BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 11. 13
ID., Discorso ai partecipanti all'Incontro promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, 15 ottobre 2011. 14
ID., Lett. ap. Porta fidei, n. 7. 15
Cfr ibid., n. 12. 16
Detto Comitato, costituito presso la Congregazione per la Dottrina della Fede per mandato del Santo Padre Benedetto XVI, annovera fra i suoi membri: i Cardinali William Levada, Francis Arinze, Angelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Stanisław Ryłko e Christoph Schönborn; gli Arcivescovi Luis F. Ladaria e Salvatore Fisichella; i Vescovi Mario Del Valle Moronta Rodríguez, Gerhard Ludwig Müller e Raffaello Martinelli. 17
Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 150. 18
BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 15. 19
CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 65. 20
BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 13. 21
Ibid., n. 6. 22
CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Unitatis redintegratio, n. 1. 23
Le indicazioni offerte alle Conferenze Episcopali valgono in modo analogo anche per i Sinodi dei Vescovi delle Chiese Patriarcali e Arcivescovili Maggiori e per le Assemblee dei Gerarchi di Chiese sui iuris. 24
CONC. ECUM. VAT. II, Cost. dogm. Lumen gentium, n. 25. 25
Cfr BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 13. 26
Ibid., n. 12. 27
Cfr GIOVANNI PAOLO II, Cost. ap. Fidei depositum, n. 4. 28
BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 8. 29
Ibid., n. 12. 30
Ibid., n. 10. 31
Ibid., n. 9. 32
Cfr BENEDETTO XVI, Esort. ap. post-sinodale Verbum Domini, 30 settembre 2010, nn. 59-60 e 74. 33
Id., Lett. ap. Porta fidei, n. 8. 34
CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Apostolicam actuositatem, n. 2. 35
Cfr BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 14. 36
CONC. ECUM. VAT. II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 1. 37
BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta fidei, n. 15. [00005-01.02] [Testo originale: Italiano]
● TESTO IN LINGUA FRANCESE
CONGRÉGATION POUR LA DOCTRINE DE LA FOI
Note avec indications pastorales pour l’Année de la foi
Introduction
Avec la Lettre apostolique Porta fidei du 11 octobre 2011, le Saint-Père Benoît XVI a proclamé une Année de la foi. Elle s’ouvrira le 11 octobre 2012, pour le cinquantième anniversaire de l’ouverture du Concile œcuménique Vatican II, et s’achèvera le 24 novembre 2013, Solennité de Notre Seigneur Jésus-Christ, Roi de l’univers.
Cette année sera une occasion propice pour que tous les fidèles comprennent plus profondément que le fondement de la foi chrétienne est « la rencontre avec un événement, avec une Personne, qui donne à la vie un nouvel horizon et par là son orientation décisive »1. Fondée sur la rencontre avec Jésus-Christ ressuscité, la foi pourra être redécouverte dans son intégrité et dans toute sa splendeur. « De nos jours aussi, la foi est un don à redécouvrir, à cultiver et dont il faut témoigner », afin que le Seigneur « accorde à chacun de nous de vivre la beauté et la joie d’être chrétiens »2.
Le début de l’Année de la foi coïncide avec le souvenir reconnaissant de deux grands événements qui ont marqué le visage de l’Église en nos jours : le cinquantième anniversaire de l’ouverture du Concile Vatican II, voulu par le bienheureux Jean XXIII (11 octobre 1962) et le vingtième anniversaire de la promulgation du Catéchisme de l’Église catholique, offert à l’Église par le bienheureux Jean-Paul II (11 octobre 1992).
Le Concile, selon le Pape Jean XXIII, a voulu « transmettre la doctrine dans sa pureté et dans son intégrité, sans atténuations ni altérations », s’efforçant afin que « cette doctrine certaine et immuable, qui doit être respectée fidèlement, soit approfondie et présentée de la façon qui répond aux exigences de notre époque »3. À cet égard, l’importance du début de la Constitution Lumen gentium reste décisive : « Le Christ est la lumière des peuples ; réuni dans l’Esprit Saint, le saint Concile souhaite donc ardemment, en annonçant à toutes les créatures la bonne nouvelle de l’Évangile répandre sur tous les hommes la clarté du Christ qui resplendit sur le visage de l’Église (cf. Mc 16, 15) »4. À partir de la lumière du Christ, qui purifie, illumine et sanctifie dans la célébration de la liturgie sacrée (cf. Constitution Sacrosanctum Concilium) et avec sa parole divine (cf. Constitution dogmatique Dei Verbum), le Concile a voulu approfondir la nature intime de l’Église (cf. Constitution dogmatique Lumen gentium) et son rapport avec le monde contemporain (cf. Constitution pastorale Gaudium et spes). Autour de ses quatre Constitutions, véritables piliers du Concile, se regroupent les Déclarations et les Décrets, qui affrontent quelques-unes des questions majeures de l’époque.
Après le Concile, l’Église s’est engagée dans la réception et dans l’application de son riche enseignement, en continuité avec toute la Tradition, sous la direction sûre du Magistère. Pour favoriser la réception correcte du Concile, les Souverains Pontifes ont convoqué à plusieurs reprises le Synode des évêques5, institué par le Serviteur de Dieu Paul VI en 1965, proposant à l’Église des orientations claires par le biais des diverses Exhortations apostoliques post-synodales. La prochaine Assemblée générale du Synode des évêques, au mois d’octobre 2012, aura pour thème : La nouvelle évangélisation pour la transmission de la foi chrétienne.
Depuis le début de son pontificat, le Pape Benoît XVI s’est engagé fermement en faveur d’une juste compréhension du Concile, repoussant comme erronée la dénommée « herméneutique de la discontinuité et de la rupture » et promouvant celle qu’il a lui-même appelée « l’"herméneutique de la réforme", du renouveau dans la continuité de l’unique sujet-Église, que le Seigneur nous a donné ; c’est un sujet qui grandit dans le temps et qui se développe, restant cependant toujours le même, l’unique sujet du Peuple de Dieu en marche »6.
Le Catéchisme de l’Église catholique, se plaçant dans cette perspective, est d’une part un « fruit authentique du Concile Vatican II »7, et, d’autre part, entend en favoriser la réception. Le Synode extraordinaire des évêques en 1985, convoqué à l’occasion du vingtième anniversaire de la clôture du Concile Vatican II et pour effectuer un bilan de sa réception, a suggéré de préparer ce Catéchisme afin d’offrir au peuple de Dieu un compendium de toute la doctrine catholique et un texte de référence sûr pour les catéchismes locaux. Le Pape Jean-Paul II a accueilli cette proposition comme un désir « répondant pleinement à un vrai besoin de l’Église universelle et des Églises particulières8. Rédigé en collaboration avec l’épiscopat entier de l’Église catholique, ce Catéchisme « exprime véritablement ce qu’on peut appeler la " symphonie" de la foi »9.
Le Catéchisme comprend « du neuf et de l’ancien (cf. Mt 13, 52), la foi étant toujours la même et source de lumières toujours nouvelles. Pour répondre à cette double exigence, le Catéchisme de l’Église catholique, d’une part reprend l’ordre "ancien", traditionnel et déjà suivi par le Catéchisme de saint Pie V, en articulant le contenu en quatre parties : le Credo ; la sainte liturgie, avec les sacrements en premier plan ; l’agir chrétien, exposé à partir des commandements ; et enfin la prière chrétienne. Mais, en même temps, le contenu est souvent exprimé d’une façon "nouvelle", afin de répondre aux interrogations de notre époque »10. Ce Catéchisme est « un instrument valable et autorisé au service de la communion ecclésiale » et « une norme sûre pour l’enseignement de la foi »11. Les contenus de la foi trouvent en lui « leur synthèse systématique et organique. Ici, en effet, émerge la richesse d’enseignement que l’Église a accueilli, gardé et offert au cours de ses deux mille ans d’histoire. De la sainte Écriture aux Pères de l’Église, des Maîtres de théologie aux Saints qui ont traversé les siècles, le Catéchisme offre une mémoire permanente des nombreuses façons dans lesquelles l’Église a médité sur la foi et produit un progrès dans la doctrine pour donner certitude aux croyants dans leur vie de foi »12.
L’Année de la foi veut contribuer à une conversion renouvelée au Seigneur Jésus et à la redécouverte de la foi, afin que tous les membres de l’Église soient des témoins crédibles et joyeux du Seigneur ressuscité dans le monde d’aujourd’hui, capables d’indiquer aux nombreuses personnes en recherche la "porte de la foi". Cette "porte" ouvre grand le regard de l’homme sur Jésus-Christ, présent au milieu de nous « tous les jours, jusqu’à la fin du monde » (Mt 28, 20). Il nous montre comment « l’art de vivre » s’apprend « dans un rapport intense avec Lui »13. « Par son amour, Jésus-Christ attire à lui les hommes de toutes générations : en tous temps il convoque l’Église lui confiant l’annonce de l’Évangile, avec un mandat qui est toujours nouveau. C’est pourquoi aujourd’hui aussi un engagement ecclésial plus convaincu en faveur d’une nouvelle évangélisation pour redécouvrir la joie de croire et retrouver l’enthousiasme de communiquer la foi est nécessaire »14.
Par mandat du Pape Benoît XVI15, la Congrégation pour la Doctrine de la Foi a rédigé, en accord avec les Dicastères compétents du Saint-Siège et avec la contribution du Comité pour la préparation de l’Année de la foi16, la présente Note accompagnée de quelques indications pour vivre ce temps de grâce, sans exclure d’autres propositions que l’Esprit Saint voudra susciter parmi les pasteurs et les fidèles dans les différentes parties du monde.
Indications
« Je sais en qui j’ai mis ma foi » (2 Tm 1, 12) : cette parole de saint Paul nous aide à comprendre que la foi « est d’abord une adhésion personnelle de l’homme à Dieu ; elle est en même temps, et inséparablement, l’assentiment libre à toute la vérité que Dieu a révélée »17. La foi comme confiance personnelle dans le Seigneur et la foi que nous professons dans le Credo sont inséparables, elles s’appellent et s’exigent mutuellement. Il existe un lien profond entre la foi vécue et ses contenus : la foi des témoins et des confesseurs est également la foi des apôtres et des docteurs de l’Église.
Dans ce sens, les indications suivantes pour l’Année de la foi désirent favoriser tant la rencontre avec le Christ au travers d’authentiques témoins de la foi, que la connaissance toujours plus grande de ses contenus. Il s’agit de propositions qui entendent solliciter, par mode d’exemple, la réponse empressée de l’Église à l’invitation du Saint-Père à vivre pleinement cette Année comme un « temps de grâce »18 spécial. La redécouverte joyeuse de la foi pourra aussi contribuer à consolider l’unité et la communion entre les diverses réalités composant la grande famille de l’Église.
I. Au niveau de l’Église universelle
1. Le principal événement ecclésial au début de l’Année de la foi sera la XIIIe Assemblée générale ordinaire du Synode des évêques, convoquée par le Pape Benoît XVI pour le mois d’octobre 2012 et dédiée à La nouvelle évangélisation pour la transmission de la foi chrétienne. Durant ce Synode, le 11 octobre 2012 aura lieu une célébration d’ouverture solennelle de l’Année de la foi, pour le cinquantième anniversaire de l’ouverture du Concile Vatican II.
2. Au cours de l’Année de la foi, il conviendra d’encourager les pèlerinages des fidèles auprès du Siège de Pierre, pour y professer la foi en Dieu Père, Fils et Esprit Saint, en s’unissant avec celui qui, aujourd’hui, est appelé à confirmer ses frères dans la foi (cf. Lc 22, 32). Il sera aussi important de favoriser les pèlerinages en Terre Sainte, lieu qui a vu en premier la présence de Jésus, le Sauveur, et de Marie, sa mère.
3. Au cours de cette Année, il sera utile d’inviter les fidèles à s’adresser avec une particulière dévotion à Marie, figure de l’Église, qui « rassemble et reflète en elle-même d’une certaine façon les requêtes suprêmes de la foi »19. Il faut donc encourager toute initiative aidant les fidèles à reconnaître le rôle particulier de Marie dans le mystère du salut, à l’aimer filialement et à en suivre la foi et les vertus. À cet effet, il sera très opportun d’organiser des pèlerinages, des célébrations et des rencontres auprès des sanctuaires les plus importants.
4. La prochaine Journée mondiale de la jeunesse à Rio de Janeiro au mois de juillet 2013 offrira aux jeunes une occasion privilégiée pour expérimenter la joie qui provient de la foi au Seigneur Jésus et de la communion avec le Saint-Père, dans la grande famille de l’Église.
5. Il est souhaitable qu’il y ait des symposiums, des colloques et des rassemblements de large envergure, même au niveau international, afin de favoriser la rencontre avec d’authentiques témoins de la foi et la connaissance des contenus de la doctrine catholique. En montrant comment aujourd’hui encore la Parole de Dieu continue à croître et à se répandre, il sera important de rendre témoignage au fait qu’en Jésus-Christ « trouve son achèvement tout tourment et toute aspiration du cœur humain »20 et que la foi « devient un nouveau critère d’intelligence et d’action qui change toute la vie de l’homme »21. Certains colloques seront consacrés en particulier à la redécouverte des enseignements du Concile Vatican II.
6. À tous les croyants, l’Année de la foi offrira une occasion propice pour approfondir la connaissance des principaux Documents du Concile Vatican II et l’étude du Catéchisme de l’Église catholique. Ceci vaut en particulier pour les candidats au sacerdoce, surtout au cours de l’année propédeutique ou des premières années d’études théologiques, pour les novices des Instituts de vie consacrée et des Sociétés de vie apostolique, ainsi que pour ceux qui vivent un temps d’essai en vue de rejoindre une Association ou un Mouvement ecclésial.
7. Cette Année sera une occasion propice pour un accueil plus attentif des homélies, des catéchèses, des discours et des autres interventions du Saint-Père. Les Pasteurs, les personnes consacrées et les fidèles laïcs seront invités à un engagement renouvelé pour une adhésion effective et cordiale à l’enseignement du Successeur de Pierre.
8. Durant l’Année de la foi et en collaboration avec le Conseil pontifical pour la promotion de l’unité des chrétiens, on souhaite diverses initiatives œcuméniques destinées à implorer et à favoriser « la restauration de l’unité entre tous les chrétiens », qui est « l’un des objectifs principaux du saint Concile œcuménique de Vatican II »22. Il y aura en particulier une célébration œcuménique solennelle pour réaffirmer la foi au Christ de la part de tous les baptisés.
9. Un Secrétariat spécial sera institué auprès du Conseil pontifical pour la promotion de la nouvelle évangélisation, afin de coordonner les diverses initiatives concernant l’Année de la foi promues par les différents Dicastères du Saint-Siège, ou ayant du moins une importance pour l’Église universelle. Il conviendra d’informer ce Secrétariat à temps au sujet des principaux événements organisés ; celui-ci pourra également suggérer des initiatives opportunes en la matière. Le Secrétariat ouvrira pour l’occasion un site internet destiné à offrir toute information utile pour vivre efficacement l’Année de la foi.
10. Pour conclure cette Année, en la solennité de Notre Seigneur Jésus-Christ, Roi de l’univers, une Eucharistie sera célébrée par le Saint-Père, au cours de laquelle on renouvellera solennellement la profession de foi.
II. Au niveau des Conférences épiscopales23
1. Les Conférences épiscopales pourront consacrer une journée d’étude au thème de la foi, de son témoignage personnel et de sa transmission aux nouvelles générations, conscients de la mission spécifique des évêques comme maîtres et « hérauts de la foi »24.
2. Il sera utile de republier les Documents du Concile Vatican II, du Catéchisme de l’Église catholique et de son Compendium, également en éditions économiques de poche, et de les diffuser plus largement à l’aide des moyens électroniques et des technologies modernes.
3. Un effort renouvelé est souhaitable afin de traduire les Documents du Concile Vatican II et le Catéchisme de l’Église catholique dans les langues dans lesquelles ils ne sont pas encore disponibles. On encourage les initiatives de soutien caritatif pour ce genre de traduction dans les langues locales des pays en terre de mission, dans lesquels les Églises particulières ne peuvent assurer les dépenses. Cela devra être mené sous la direction de la Congrégation pour l’Évangélisation des Peuples.
4. Utilisant les nouveaux langages de la communication, les Pasteurs s’efforceront de promouvoir des émissions télévisées ou radiophoniques, des films et des publications – y compris au niveau populaire accessible au grand public – consacrées au thème de la foi, de ses principes et de ses contenus, ainsi que sur la signification ecclésiale du Concile Vatican II.
5. Les saints et les bienheureux sont les témoins authentiques de la foi25. Il sera donc opportun que les Conférences épiscopales fassent mieux connaître les saints de leur propre territoire, en recourant aux moyens modernes de communication sociale.
6. Le monde contemporain est sensible au rapport entre la foi et l’art. On recommande donc aux Conférences épiscopales de mettre en valeur adéquatement, dans une perspective catéchétique et, éventuellement, en collaboration œcuménique, le patrimoine des œuvres d’art repérables dans les lieux confiés à leur charge pastorale.
7. Ceux qui enseignent dans les centres d’études théologiques, les séminaires et les Universités catholiques sont invités à montrer, dans leur enseignement, l’importance des contenus du Catéchisme de l’Église catholique et des implications qui en découlent pour leurs disciplines respectives.
8. Avec l’aide de théologiens et d’auteurs compétents, il sera utile de préparer des instruments de travail de caractère apologétique (cf. 1 P 3, 15). Chaque fidèle pourra ainsi mieux répondre aux questions qui se posent dans les différents milieux culturels, en rapport au défi des sectes, aux problèmes liés à la sécularisation et au relativisme, aux « interrogations qui proviennent d’une mentalité changée qui, particulièrement aujourd’hui, réduit le domaine des certitudes rationnelles à celui des conquêtes scientifiques et technologiques »26, tout comme à d’autres difficultés spécifiques.
9. Il est souhaitable de vérifier les catéchismes locaux et les différents instruments de travail catéchétiques en usage dans les Églises particulières, pour assurer leur pleine conformité avec le Catéchisme de l’Église catholique27. Au cas où certains catéchismes ou instruments de travail pour la catéchèse ne seraient pas en plein accord avec le Catéchisme ou manifesteraient des lacunes, on commencera à en élaborer de nouveaux, éventuellement selon l’exemple et avec l’aide d’autres Conférences épiscopales qui ont déjà pris le soin d’en rédiger.
10. En collaboration avec la Congrégation pour l’Éducation Catholique, qui est compétente, il sera opportun de vérifier la présence des contenus du Catéchisme de l’Église catholique dans la Ratio de formation des futurs prêtres et dans le cursus de leurs études théologiques.
III. Au plan diocésain
1. Il faut souhaiter que, dans chaque Église particulière, on fasse une célébration d’ouverture et une conclusion solennelle de l’Année de la foi, pour « confesser la foi dans le Seigneur ressuscité dans nos cathédrales et dans les églises du monde entier »28.
2. Il sera opportun d’organiser dans chaque diocèse du monde une journée sur le Catéchisme de l’Église catholique, en invitant particulièrement les prêtres, les personnes consacrées et les catéchistes. À cette occasion, par exemple, les éparchies orientales catholiques pourront faire une réunion de prêtres pour témoigner de leur sensibilité et de leur tradition liturgique propres à l’intérieur de l’unique foi au Christ ; ainsi les jeunes Églises particulières en terre de mission pourront-elles être invitées à donner un nouveau témoignage de la joie de la foi qui les caractérise tant.
3. Chaque évêque pourra consacrer une lettre pastorale au thème de la foi, en rappelant l’importance du Concile Vatican II et du Catéchisme de l’Église catholique, et en tenant compte des conditions pastorales spécifiques de la portion de fidèles qui lui est confiée.
4. On souhaite que, sous la responsabilité de l’évêque, on organise dans chaque diocèse des moments de catéchèse destinés aux jeunes et à ceux qui cherchent le sens de leur vie, afin de découvrir la beauté de la foi de l’Église, et que l’on organise des rencontres avec ses témoins privilégiés.
5. Il sera opportun de vérifier la réception du Concile Vatican II et du Catéchisme de l’Église catholique dans la vie et la mission de chaque Église particulière, surtout dans le domaine de la catéchèse. Pour ce faire, on espère que, soutenus par les Commissions des Conférences épiscopales pour la catéchèse, les Services diocésains de la catéchèse, qui ont le devoir de veiller à la formation des catéchistes sur le plan des contenus de la foi, feront un nouvel effort.
6. La formation permanente du clergé pourra être centrée, particulièrement au cours de cette Année de la foi, sur les textes du Concile Vatican II et sur le Catéchisme de l’Église catholique, en traitant, par exemple, des thèmes comme « l’annonce du Christ ressuscité », « l’Église sacrement du salut », « la mission d’évangélisation dans le monde d’aujourd’hui », « la foi et l’incrédulité », « la foi, l’œcuménisme et le dialogue interreligieux », « la foi et la vie éternelle », « l’herméneutique de la réforme dans la continuité », « le catéchisme dans la charge pastorale ordinaire ».
7. On invite les évêques à organiser, surtout pendant le Carême, des célébrations pénitentielles pour demander pardon à Dieu, en particulier pour les péchés contre la foi. Cette Année sera aussi un temps favorable pour s’approcher avec plus de foi et plus souvent du sacrement de pénitence.
8. On espère inciter le monde académique et celui de la culture à de nouvelles occasions de dialogue créatif entre foi et raison, par des symposiums, des colloques et des journées d’étude, surtout dans les Universités catholiques, afin de montrer « comment entre foi et science authentique il ne peut y avoir aucun conflit parce que les deux, même si c’est par des chemins différents, tendent à la vérité »29.
9. Il sera important de favoriser des rencontres avec des personnes qui, « bien que ne reconnaissant pas en soi le don de la foi, sont quand même dans une recherche sincère du sens ultime et de la vérité définitive sur leur existence et sur le monde »30, en s’inspirant aussi des dialogues du Parvis des gentils, initiés sous la direction du Conseil pontifical de la Culture.
10. L’Année de la foi pourra être l’occasion de faire davantage attention aux écoles catholiques, lieux adaptés pour offrir aux élèves un vivant témoignage du Seigneur et pour cultiver leur foi, en rappelant opportunément l’existence de bons instruments catéchétiques à utiliser, comme, par exemple, le Compendium du Catéchisme de l’Église catholique ou le Youcat.
IV. Au plan des paroisses, des communautés, des associations et des mouvements
1. Pour préparer l’Année de la foi, tous les fidèles sont invités à lire et à méditer avec attention la Lettre apostolique Porta fidei du Saint-Père Benoît XVI.
2. L’Année de la foi « sera une occasion propice pour intensifier la célébration de la foi dans la liturgie, et en particulier dans l’Eucharistie »31. Dans l’Eucharistie, mystère de la foi et source de la nouvelle évangélisation, la foi de l’Église est proclamée, célébrée et fortifiée. Tous les fidèles sont invités à y prendre part consciemment, activement et fructueusement, pour être d’authentiques témoins du Seigneur.
3. Les prêtres pourront étudier plus attentivement les textes du Concile Vatican II et du Catéchisme de l’Église catholique, en s’en inspirant pour la pastorale paroissiale – catéchèse, prédication, préparation aux sacrements – et en proposant des cycles d’homélies sur la foi ou sur certains de ses aspects spécifiques, comme, par exemple, « la rencontre avec le Christ », « les contenus fondamentaux du Credo », « la foi et l’Église »32.
4. Les catéchistes pourront puiser davantage dans la richesse doctrinale du Catéchisme de l’Église catholique et, sous la responsabilité de leurs curés, guider des groupes de fidèles dans la lecture et l’approfondissement en commun de cet instrument précieux, afin de former de petites communautés de foi et de témoignage rendus au Seigneur Jésus.
5. On espère assister, dans les paroisses, à un effort nouveau de diffusion et de distribution du Catéchisme de l’Église catholique ou d’autres instruments de travail adaptés aux familles, véritables églises domestiques et premiers lieux de transmission de la foi, par exemple dans le cadre des bénédictions de maisons, des baptêmes d’adultes, des confirmations et des mariages. Cela pourra contribuer à la confession et à l’approfondissement de la doctrine catholique « dans nos maisons et auprès de nos familles, pour que chacun ressente avec force l’exigence de mieux connaître et de transmettre aux générations futures la foi de toujours »33.
6. Il sera opportun de promouvoir des missions populaires et d’autres initiatives, dans les paroisses et sur les lieux de travail, pour aider les fidèles à redécouvrir le don de la foi baptismale et la responsabilité de son témoignage, dans la conscience que la vocation chrétienne « est aussi par nature vocation à l’apostolat »34.
7. Les membres des Instituts de vie consacrée et des Sociétés de vie apostolique sont invités, au cours de cette année, à s’engager dans la nouvelle évangélisation par une adhésion plus ferme au Seigneur Jésus, grâce à l’apport de leurs charismes propres et dans la fidélité au Saint-Père et à la saine doctrine.
8. Pendant l’Année de la foi, les communautés contemplatives se donneront particulièrement à la prière pour le renouvellement de la foi dans le Peuple de Dieu et pour un nouvel élan dans sa transmission aux jeunes générations.
9. Les associations et les mouvements ecclésiaux sont invités à favoriser des initiatives spécifiques qui, grâce à leur charisme propre et en collaboration avec les Pasteurs locaux, s’inséreront dans le grand événement de l’Année de la foi. Les communautés nouvelles et les mouvements ecclésiaux sauront, de manière créative et généreuse, trouver les moyens les plus appropriés pour offrir leur témoignage de foi au service de l’Église.
10. Tous les fidèles, appelés à raviver le don de la foi, chercheront à communiquer leur expérience de foi et de charité35, en dialoguant avec leurs frères et sœurs, y compris des autres confessions chrétiennes, avec les adeptes d’autres religions et avec ceux qui ne croient pas ou qui sont indifférents. On espère que, de la sorte, le peuple chrétien tout entier entreprendra une sorte de mission à l’égard de ceux avec lesquels il vit et travaille, conscient d’avoir reçu « un message de salut qu’il faut proposer à tous »36.
Conclusion
La foi « est une compagne de vie qui permet de percevoir avec un regard toujours nouveau les merveilles que Dieu réalise pour nous. Engagée à saisir les signes des temps dans l’aujourd’hui de l’histoire, la foi incite chacun de nous à devenir signe vivant de la présence du Ressuscité dans le monde »37. La foi est un acte personnel en même temps que communautaire : c’est un don de Dieu, qui est vécu dans la grande communion de l’Église et doit être communiqué au monde. Chaque initiative prise pour l’Année de la foi veut favoriser la redécouverte joyeuse et le renouvellement du témoignage de la foi. Les indications ici présentées ont pour but d’inviter tous les membres de l’Église à s’engager pour que cette Année soit une occasion privilégiée pour partager ce que le chrétien a de plus cher : le Christ Jésus, Rédempteur de l’homme, Roi de l’univers, « principe et terme de la foi » (He 12, 2).
Rome, au siège de la Congrégation pour la Doctrine de la Foi, le 6 janvier 2012, en la solennité de l’Épiphanie du Seigneur.
William Card. Levada
Préfet
Luis F. Ladaria, S.I.
Archevêque titulaire de Thibica
Secrétaire
____________________________
1
BENOÎT XVI, Lettre enc. Deus caritas est, 25 décembre 2005, n. 1. 2
ID., Homélie pour la fête du baptême du Seigneur, 10 janvier 2010. 3
JEAN XXIII, Discours d’ouverture du Concile œcuménique Vatican II, 11 octobre 1962. 4
CONC. ŒCUM. VAT. II, Const. dogm. Lumen gentium, n. 1. 5
Les Assemblées ordinaires du Synode des évêques ont traité les thèmes suivants : La préservation et le renforcement de la foi catholique, son intégrité, sa vigueur, son expansion et sa cohérence doctrinale et historique (1967), Le sacerdoce ministériel et la justice dans le monde (1971), L’évangélisation dans le monde moderne (1974), La catéchèse en notre temps (1977), La famille chrétienne (1980), La réconciliation et la pénitence dans la mission de l’Église (1983), La vocation et la mission des laïcs dans l’Église et dans le Monde (1987), La formation des prêtres dans les circonstances actuelles (1991), La vie consacrée et sa mission dans l’Église et dans le monde (1994), L’évêque : serviteur de l’Évangile de Jésus-Christ pour l’Espérance du Monde (2001), L’Eucharistie : source et sommet de la vie et de la mission de l’Église (2005), La Parole de Dieu dans la vie et dans la mission de l’Église (2008). 6
BENOÎT XVI, Discours à la Curie romaine, 22 décembre 2005. 7
ID., Lettre ap. Porta fidei, n. 4. 8
JEAN-PAUL II, Discours de clôture de la IIe Assemblée extraordinaire du Synode des évêques, 7 décembre 1985, n. 6. Au cours de la phase initiale de ce Synode, le même Pontife dit pendant l’Angelus du 24 novembre 1985 : « La foi est le principe fondamental, c’est le pivot, le critère essentiel du renouveau voulu par le Concile. De la foi dérivent la norme, le style de vie, l’orientation pratique en toute circonstance ». 9
ID., Const. ap. Fidei depositum, 11 octobre 1992, n. 2. 10
Ibid., n. 3. 11
Ibid., n. 4. 12
BENOÎT XVI, Lettre ap. Porta fidei, n. 11. 13
ID., Discours aux participants du Congrès international organisé par le Conseil pontifical pour la nouvelle évangélisation, 15 octobre 2011. 14
ID., Lettre ap. Porta fidei, n. 7. 15
Cf. ibid., n. 12. 16
Ledit Comité, érigé auprès de la Congrégation pour la Doctrine de la Foi par mandat du Saint-Père Benoît XVI, compte parmi ses membres : les cardinaux William Levada, Francis Arinze, Angelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Staniław Ryłko et Christoph Schönborn ; les archevêques Luis F. Ladaria et Salvatore Fisichella ; les évêques Mario Del Valle Moronta Rodríguez, Gerhard Ludwig Müller et Raffaello Martinelli. 17
Catéchisme de l’Église catholique, n. 150. 18
BENOÎT XVI, Lettre ap. Porta fidei, n. 15. 19
CONC. ŒCUM. VAT. II, Const. dogm. Lumen gentium, n. 65. 20
BENOÎT XVI, Lettre ap. Porta fidei, n. 13. 21
Ibid., n. 6. 22
CONC. ŒCUM. VAT. II, Décret Unitatis redintegratio, n. 1. 23
Les indications offertes aux Conférences épiscopales valent également de manière analogue pour les Synodes des évêques des Églises patriarcales et archiépiscopales majeures et pour les Assemblées des Hiérarques des Églises sui iuris. 24
CONC. ŒCUM. VAT. II, Const. dogm. Lumen gentium, n. 25. 25
Cf. BENOÎT XVI, Lettre ap. Porta fidei, n. 13. 26
Ibid. n. 12. 27
Cf. JEAN-PAUL II, Const. ap. Fidei depositum, n. 4. 28
BENOÎT XVI, Lettre ap. Porta fidei, n. 8. 29
Ibid., n. 12. 30
Ibid., n. 10. 31
Ibid., n. 9. 32
Cf. BENOÎT XVI, Exhortation ap. post-synodale Verbum Domini, 30 septembre 2010, nn. 59-60 et 74. 33
ID., Lettre ap. Porta fidei, n. 8. 34
CONC. ŒCUM. VAT. II, Décret Apostolicam actuositatem, n. 2. 35
Cf. BENOÎT XVI, Lettre ap. Porta fidei, n. 14. 36
CONC. ŒCUM. VAT. II, Constitution past. Gaudium et spes, n. 1. 37
BENOÎT XVI, Lettre ap. Porta fidei, n. 15. [00005-03.01] [Texte original: Français]
● TESTO IN LINGUA INGLESE
CONGREGATION FOR THE DOCTRINE OF THE FAITH
Note with pastoral recommendations for the Year of Faith
Introduction
With the Apostolic Letter of 11 October 2011, Porta fidei, Pope Benedict XVI declared a Year of Faith. This year will begin on 11 October 2012, on the 50th anniversary of the opening of the Second Ecumenical Vatican Council, and will conclude on 24 November 2013, the Solemnity of our Lord Jesus Christ, Universal King.
This year will be a propitious occasion for the faithful to understand more profoundly that the foundation of Christian faith is "the encounter with an event, a person, which gives life a new horizon and a decisive direction."1 Founded on the encounter with the Risen Christ, faith can be rediscovered in its wholeness and all its splendor. "In our days too faith is a gift to rediscover, to cultivate and to bear witness to" because the Lord "grants each one of us to live the beauty and joy of being Christians."2
The beginning of the Year of Faith coincides with the anniversaries of two great events which have marked the life of the Church in our days: the fiftieth anniversary of the opening of the Second Vatican Council, called by Blessed Pope John XXIII (11 October 1962), and the twentieth of the promulgation of the Catechism of the Catholic Church, given to the Church by Blessed Pope John Paul II (11 October 1992).
The Council, according to Pope John XXIII, wanted "to transmit doctrine, pure and whole, without attenuations or misrepresentations," in such a way that "this sure and immutable teaching, which must be respected faithfully, is elaborated and presented in a way which corresponds to the needs of our time."3 In this regard, the opening words of the Dogmatic Constitution Lumen gentium remain of primary importance: "Christ is the Light of nations. Because this is so, this Sacred Synod gathered together in the Holy Spirit eagerly desires, by proclaiming the Gospel to every creature, (cfr. Mk 16:15) to bring the light of Christ to all men, a light brightly visible on the countenance of the Church."4 Beginning with the light of Christ, which purifies, illuminates and sanctifies in the celebration of the sacred liturgy (cfr. Constitution, Sacrosanctum Concilium) and with His divine word (cfr. Dogmatic Constitution, Dei Verbum), the Council wanted to elaborate on the intimate nature of the Church (cfr. Dogmatic Constitution, Lumen gentium) and its relationship with the contemporary world (cfr. Pastoral Constitution, Gaudium et spes). Around these four Constitutions, the true pillars of the Council, are arranged the Declarations and Decrees which address some of the major challenges of the day.
After the Council the Church – under the sure guidance of the Magisterium and in continuity with the whole Tradition – set about ensuring the reception and application of the teaching of the Council in all its richness. To assist in the correct reception of the Council, the Popes have frequently convoked the Synod of Bishops,5 first instituted by the Servant of God, Paul VI, in 1965, providing the Church with clear guidance through the various post-Synodal Apostolic Exhortations. The next General Assembly of the Synod of Bishops, to be held in October 2012, will have as its theme: The New Evangelization for the Transmission of the Christian Faith.
From the beginning of his pontificate, Pope Benedict XVI has worked decisively for a correct understanding of the Council, rejecting as erroneous the so-called "hermeneutic of discontinuity and rupture" and promoting what he himself has termed "the ‘hermeneutic of reform’, of renewal in the continuity of the one subject-Church which the Lord has given to us. She is a subject which increases in time and develops, yet always remaining the same, the one subject of the journeying People of God."6
The Catechism of the Catholic Church, in this same vein, is both an "authentic fruit of Vatican Council II"7 and a tool for aiding in its reception. The Extraordinary Synod of Bishops of 1985, convoked on the occasion of the twentieth anniversary of the closing of the Second Vatican Council and to measure its reception, suggested the preparation of a Catechism in order to offer the People of God a compendium of all Catholic doctrine and a sure point of reference for local catechisms. Pope John Paul II accepted this proposal as a desire which "fully responds to a real need of the universal Church and of the particular Churches."8 Compiled in collaboration with the entire Episcopate of the Catholic Church, this Catechism "truly expresses what could be called the symphony of the faith."9
The Catechism includes "the new and the old (cfr. Mt 13:52), because the faith is always the same yet the source of ever new light. To respond to this twofold demand, the Catechism of the Catholic Church on the one hand repeats the old, traditional order already followed by the Catechism of St Pius V, arranging the material in four parts: the Creed, the Sacred Liturgy, with pride of place given to the sacraments, the Christian way of life, explained beginning with the Ten Commandments, and finally, Christian prayer. At the same time, however, the contents are often expressed in a new way in order to respond to the questions of our age."10 This Catechism is "a valid and legitimate instrument for ecclesial communion and a sure norm for teaching the faith."11 The content of faith finds " its systematic and organic synthesis in the Catechism of the Catholic Church. Here, in fact, we see the wealth of teaching that the Church has received, safeguarded and proposed in her two thousand years of history. From Sacred Scripture to the Fathers of the Church, from theological masters to the saints across the centuries, the Catechism provides a permanent record of the many ways in which the Church has meditated on the faith and made progress in doctrine so as to offer certitude to believers in their lives of faith."12
The Year of Faith is intended to contribute to a renewed conversion to the Lord Jesus and to the rediscovery of faith, so that the members of the Church will be credible and joy-filled witnesses to the Risen Lord in the world of today - capable of leading those many people who are seeking it to the "door of faith." This "door" opens wide man’s gaze to Jesus Christ, present among us "always, until the end of the age" (Mt 28:20). He shows us how "the art of living" is learned "in an intense relationship with him."13 "Through his love, Jesus Christ attracts to himself the people of every generation: in every age he convokes the Church, entrusting her with the proclamation of the Gospel by a mandate that is ever new. Today too, there is a need for stronger ecclesial commitment to new evangelization in order to rediscover the joy of believing and the enthusiasm for communicating the faith."14
At the invitation of Pope Benedict XVI,15 the Congregation for the Doctrine of the Faith, in consultation with the competent Dicasteries of the Holy See and with the contribution of the Committee for the Preparation of the Year of Faith,16 has drawn up this Note, with some recommendations for living this time of grace, without precluding other initiatives which the Holy Spirit will inspire among Pastors and faithful in various parts of the world.
Recommendations
"I know him in whom I have believed" (2 Tm 1:12). These words of St Paul help us to understand that faith is "first of all a personal adherence of man to God. At the same time, and inseparably, it is a free assent to the whole truth that God has revealed."17 Faith which is a personal trust in the Lord and the faith which we profess in the Creed are inseparable; they focus on each other and they require each other. There exists a profound bond between the lived faith and its contents. The faith of the Witnesses and Confessors is also the faith of the Apostles and Doctors of the Church.
Thus, the following recommendations for the Year of Faith desire to aid both the encounter with Christ through authentic witnesses to faith, and the ever-greater understanding of its contents. These proposals are intended as examples to encourage a ready response to the invitation of the Holy Father to live fully this Year as a special "time of grace."18 The joyous rediscovery of faith can also contribute to consolidate the unity and communion among the different bodies that make up the wider family of the Church.
I. On the level of the Universal Church
1. The main ecclesial event at the beginning of the Year of Faith will be the XIII General Assembly of the Ordinary Synod of Bishops, convoked by Pope Benedict XVI in October 2012, dedicated to The New Evangelization for the Transmission of the Christian Faith. During this Synod, on 11 October 2012, there will be a solemn celebration of the beginning of the Year of Faith, in remembrance of the fiftieth anniversary of the opening of the Second Vatican Council.
2. In the Year of Faith pilgrimages of the faithful to the See of Peter are to be encouraged, to profess faith in God the Father, Son and Holy Spirit, in unity with him who today is called to confirm his brothers and sisters in the faith (cfr. Lk 22:32). It is also important to promote pilgrimages to the Holy Land, the place which first saw the presence of Jesus, the Savior, and Mary, his Mother.
3. During this Year, it will be helpful to invite the faithful to turn with particular devotion to Mary, model of the Church, who "shines forth to the whole community of the elect as the model of virtues."19 Therefore, every initiative that helps the faithful to recognize the special role of Mary in the mystery of salvation, love her and follow her as a model of faith and virtue is to be encouraged. To this end it would be proper to organize pilgrimages, celebrations and gatherings at the major Marian shrines.
4. The next World Youth Day, in Rio de Janeiro in July 2013, will offer a special occasion for the young to experience the joy which comes from faith in the Lord Jesus and communion with the Holy Father, in the greater family of the Church.
5. It is hoped that many symposia, conferences and large gatherings will be held, even at the international level, to encourage encounters with authentic witness to the faith and to promote understanding of the contents of Catholic doctrine. Noting how, still today, the Word of God continues to grow and spread, it will be important to give witness that "all the anguish and all the longing of the human heart finds fulfilment"20 in Christ Jesus and that faith "becomes a new criterion of understanding and action that changes the whole of man’s life."21 Some conferences should be particularly dedicated to the rediscovery of the teachings of Vatican Council II.
6. The Year of Faith will offer a special opportunity for all believers to deepen their knowledge of the primary documents of the Second Vatican Council and their study of the Catechism of the Catholic Church. This is especially true for candidates for priesthood, particularly during the propedeutic year or in their first years of theological studies, for novices in Institutes of Consecrated Life and Societies of Apostolic Life, as well as for those in a period of discernment for joining an Ecclesial Association or Movement.
7. This Year will provide an auspicious time for a more attentive reception of the homilies, catechesis, addresses and other speeches and documents of the Holy Father. Pastors, consecrated persons and the lay faithful are invited to renew their efforts in effective and heart-felt adherence to the teaching of the Successor of Peter.
8. During the Year of Faith, in cooperation with the Pontifical Council for the Promotion of Christian Unity, various ecumenical initiatives are to be planned, aimed at "the restoration of unity among all Christians" which "is one of the principal concerns of the Second Vatican Council."22 In particular, there will be a solemn ecumenical celebration in which all of the baptized will reaffirm their faith in Christ.
9. A Secretariat to coordinate all of the different initiatives promoted by various Dicasteries of the Holy See, or other events relevant to the Universal Church, will be established within the Pontifical Council for the Promotion of the New Evangelization. This Secretariat should be informed timely of the main events and can also suggest appropriate initiatives. The Secretariat will open a dedicated website with the goal of making available useful information regarding living out the Year of Faith more effectively.
10. At the conclusion of this Year, on the Solemnity of Our Lord Jesus Christ, Universal King, there will be a Eucharist celebrated by the Holy Father, in which a solemn renewal of the profession of faith will take place.
II. On the level of Episcopal Conferences23
1. Episcopal Conferences, in light of the specific mission of the Bishops as teachers and "heralds of the faith,"24 can dedicate a day of study to the topic of faith, its personal witness and its transmission to new generations.
2. The republication in paperback and economical editions of the Documents of Vatican Council II, the Catechism of the Catholic Church and its Compendium is to be promoted, as is the wider distribution of these texts through electronic means and modern technologies.
3. A renewed effort to translate the documents of Vatican Council II and the Catechism of the Catholic Church into languages which lack a translation is desirable. Initiatives of charitable support to enable translations into the local languages of mission countries, where the local Churches cannot afford the expense, are to be encouraged. This should be done under the guidance of the Congregation for the Evangelization of Peoples.
4. Pastors should work to promote television and radio transmissions, films and publications focusing on the faith, its principles and content, as well as on the ecclesial significance of the Second Vatican Council. This should be done using the new styles of communication, especially on the popular level, making these things available to a wider public.
5. The Saints and the Blessed are the authentic witnesses of the faith.25 It is, therefore, opportune that Episcopal Conferences work toward the dissemination of a knowledge of the local Saints of their territory, also by modern means of social communication.
6. The contemporary world is sensitive to the relationship between faith and art. It is, therefore, recommended that Episcopal Conferences maximize the catechetical potential – possibly with ecumenical cooperation – of the artistic patrimony of the region entrusted to their pastoral care.
7. Educators in centers of theological studies, seminaries and Catholic universities should be encouraged in their teaching to demonstrate the relevance within their various disciplines of the contents of the Catechism of the Catholic Church and of the implications derived from them.
8. It would be useful to arrange for the preparation of pamphlets and leaflets of an apologetic nature (cfr. 1 Pt 3:15), which should be done with the help of theologians and authors. Every member of the faithful would then be enabled to respond better to the questions which arise in difficult contexts – whether to do with sects, or the problems related to secularism and relativism, or to questions "arising from a changed mentality which, especially today, limits the field of rational certainties to that of scientific and technological discoveries,"26 or to other specific issues.
9. It is hoped that local catechisms and various catechetical supplements in use in the particular Churches would be examined to ensure their complete conformity with the Catechism of the Catholic Church.27 Should a catechism or supplement be found to be not totally in accord with the Catechism, or should some lacunae be discovered, new ones should be developed, following the example of those Conferences which have already done so.
10. The Year of Faith will also be an appropriate time to examine, in collaboration with the Congregation for Catholic Education, the Ratio of formation for future priests, ensuring that the contents of the Catechism for the Catholic Church are present in their theological studies.
III. At the Diocesan level
1. It is hoped that each particular Church would have a celebration of the opening of the Year of Faith and a solemn conclusion to it, in which to "profess our faith in the Risen Lord in our cathedrals and in the churches of the whole world."28
2. It would be desirable that each Diocese in the world organize a study day on the Catechism of the Catholic Church, particularly for its priests, consecrated persons and catechists. On this occasion, for example, the Eastern Catholic Eparchies could hold a meeting with their priests to give witness to their specific experience and liturgical tradition in the one faith in Christ. Also, in this way, young particular Churches in mission territories would be able to give renewed witness to that joy of faith which is so often particular to them.
3. Each Bishop could devote a pastoral letter of his own to the topic of faith, keeping in mind the specific pastoral circumstances of the portion of the faithful entrusted to him, reminding them of the importance of the Second Vatican Council and of the Catechism of the Catholic Church.
4. It is hoped that in each Diocese, under the leadership of the Bishop, catechetical events will be organized, especially for the youth and those searching for a sense of life, helping them to discover the beauty of ecclesial faith, promoting encounters with meaningful witnesses to the faith.
5. It would be appropriate for each particular Church to review the reception of Vatican Council II and the Catechism of the Catholic Church in its own life and mission, particularly in the realm of catechesis. This would provide the opportunity for a renewal of commitment on the part of the catechetical offices of the Dioceses which - supported by the Commissions for Catechesis of the Episcopal Conferences – have the duty to care for the theological formation of catechists.
6. The continuing education of the clergy can be focused during this Year of Faith on the documents of Vatican Council II and on the Catechism of the Catholic Church, treating such themes as "the proclamation of the Risen Christ", "the Church - sacrament of salvation", "the mission of evangelization in the world today", "faith and disbelief", "faith, ecumenism and inter-religious dialogue", "faith and eternal life", "the hermeneutic of reform in continuity" and "the Catechism in ordinary pastoral care."
7. Bishops are invited to organize penitential celebrations, particularly during Lent, in which all can ask for God’s forgiveness, especially for sins against faith. This Year also provides an appropriate occasion in which all can approach the Sacrament of Penance with greater faith and more frequently.
8. It is hoped that there will be a renewed creative dialogue between faith and reason in the academic and artistic communities, through symposia, meetings and days of study, especially at Catholic universities, in order to demonstrate that "there cannot be any conflict between faith and genuine science, because both, albeit via different routes, tend towards the truth."29
9. It is also important to promote encounters with those persons who, "while not claiming to have the gift of faith, are nevertheless sincerely searching for the ultimate meaning and definitive truth of their lives and of the world,"30 taking as an example the dialogues of the Courtyard of the Gentiles, sponsored by the Pontifical Council for Culture.
10. The Year of Faith can be an opportunity to pay greater attention to Catholic schools, which are a perfect place to offer to students a living witness to the Lord and to nurture their faith. This can be done by making use of good catechetical tools, like the Compendium of the Catechism of the Catholic Church and Youcat.
IV. At the level of the parish/community/association/movement
1. In preparation for the Year of Faith, all of the faithful are invited to read closely and meditate upon Pope Benedict XVI’s Apostolic Letter, Porta fidei.
2. The Year of Faith "will also be a good opportunity to intensify the celebration of the faith in the liturgy, especially in the Eucharist."31 In the Eucharist, mystery of faith and source of the new evangelization, the faith of the Church is proclaimed, celebrated and strengthened. All of the faithful are invited to participate in the Eucharist actively, fruitfully and with awareness, in order to be authentic witnesses of the Lord.
3. Priests should devote greater attention to the study of the documents of Vatican Council II and the Catechism of the Catholic Church, drawing from them resources for the pastoral care of their parishes – catechesis, preaching, Sacramental preparation. They should also offer cycles of homilies on the faith or on certain specific aspects such as, for example, "the encounter with Christ", "the fundamental contents of the Creed", and "faith and the Church."32
4. Catechists should hold more firmly to the doctrinal richness of the Catechism of the Catholic Church and, under the direction of their pastors, offer guidance in reading this precious document to groups of faithful, working toward a deeper common understanding thereof, with the goal of creating small communities of faith, and of giving witness to the Lord Jesus.
5. It is hoped that there will be a renewed commitment in parishes to the distribution of the Catechism of the Catholic Church, and of other resources appropriate for families, which are true domestic churches and the primary setting for the transmission of the faith. This might be done, for example, during the blessing of homes, the Baptism of adults, Confirmations and Marriages. This can contribute to the deepening of Catholic teaching "in our homes and among our families, so that everyone may feel a strong need to know better and to transmit to future generations the faith of all times."33
6. The promotion of missions and other popular programs in parishes and in the workplace can help the faithful to rediscover the gift of Baptismal faith and the task of giving witness, knowing that the Christian vocation "by its very nature is also a vocation to the apostolate."34
7. During this time, members of Institutes of Consecrated Life and of Societies of Apostolic Life are asked to work towards the new evangelization with a renewed union to the Lord Jesus, each according to their proper charism, in fidelity to the Holy Father and to sound doctrine.
8. Contemplative communities, during the Year of Faith, should pray specifically for the renewal of the faith among the People of God and for a new impulse for its transmission to the young.
9. Associations and Ecclesial Movements are invited to promote specific initiatives which, through the contribution of their proper charism and in collaboration with their local Pastors, will contribute to the wider experience of the Year of Faith. The new Communities and Ecclesial Movements, in a creative and generous way, will be able to find the most appropriate ways in which to offer their witness to the faith in service to the Church.
10. All of the faithful, called to renew the gift of faith, should try to communicate their own experience of faith and charity35 to their brothers and sisters of other religions, with those who do not believe, and with those who are just indifferent. In this way, it is hoped that the entire Christian people will begin a kind of mission toward those with whom they live and work, knowing that they "have welcomed the news of salvation which is meant for every man."36
Conclusion
Faith "is the lifelong companion that makes it possible to perceive, ever anew, the marvels that God works for us. Intent on gathering the signs of the times in the present of history, faith commits every one of us to become a living sign of the presence of the Risen Lord in the world."37 Faith is both a personal and a communal act: it is a gift from God that is lived in the communion of the Church and must be communicated to the world. Every initiative for the Year of Faith should be designed to aid in the joyous rediscovery of the faith and its renewed transmission. The recommendations provided here have the goal of inviting all of the members of the Church to work so that this Year may be a special time in which we, as Christians, may share that which is most dear to us: Christ Jesus, the Redeemer of mankind, Universal King, "leader and perfecter of faith" (Hb 12: 2).
Given in Rome, at the Congregation for the Doctrine of the Faith, on 6 January 2012, the Solemnity of the Epiphany of the Lord.
William Cardinal Levada
Prefect
Luis F. Ladaria, S.I.
Titular Archbishop of Thibica
Secretary
____________________________
1
Benedict XVI, Enc. Letter, Deus caritas est, 25 December 2005, n. 1. 2
ID., Homily on the Feast of the Baptism of the Lord, 10 January 2010. 3
JOHN XXIII, Address of the solemn opening of the Ecumenical Vatican Council II, 11 October 1962. 4
CONC. ECUM. VAT. II, Dogmatic Constitution, Lumen gentium, n. 1. 5
The Ordinary Assemblies of the Synod of Bishops have treated the following topics: The preservation and strengthening of the Catholic Faith, its integrity, vigor, development, historical and doctrinal coherence (1967), The ministerial priesthood and justice in the world (1971), Evangelization in the modern world (1974), Catechesis in our time (1977), The Christian Family (1980), Penance and reconciliation in the mission of the Church (1983), The vocation and mission of the laity in the Church and in the world (1987), The formation of priests in actual circumstances (1991), Consecrated life and its mission in the Church and in the world (1994), The Bishop: Servant of the Gospel of Jesus Christ for the hope of the world (2001), The Eucharist: source and summit of the life and mission of the Church (2005), The Word of God in the life and mission of the Church (2008=. 6
BENEDICT XVI, Address to the Roman Curia, 22 December 2005. 7
ID., Porta fidei, n. 4. 8
JOHN PAUL II, Address on the closing of the Second Extraordinary Assembly of the Synod of Bishops, 7 December 1985, n. 6. The same Pope, in the initial phase of this Synod, during the Angelus of 24 November 1985, said: "Fatih is the principal foundation, it is the cornerstone, the essential criterion of the renewal willed by the Council. From faith come custom, the stile of life and practical direction in every circumstance." 9
ID., Apostolic Constitution, Fidei depositum, 11 October 1992, n. 2. 10
Ibid., n. 3. 11
Ibid., n. 4. 12
BENEDICT XVI, Porta fidei, n. 11. 13
ID., Address to the participants in the meeting organized by the Pontifical Council for the Promotion of the New Evangelization, 15 October 2011. 14
ID., Apostolic Letter, Porta fidei, n. 7. 15
Cfr. ibid., n. 12. 16
This Committee, formed by the Congregation for the Doctrine of the Faith, according to the mandate of the Holy Father, Benedict XVI, includes among its members: Cardinals William Levada, Francis Arinze, Angelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Stanisław Ryłko and Christoph Schönborn; Archbishops Luis F. Ladaria, and Salvatore Fisichella; Bishops Mario Del Valle Moronta Rodríguez, Gerhard Ludwig Müller and Raffaello Martinelli. 17
Catechism of the Catholic Church, n. 150. 18
BENEDICT XVI, Apostolic Letter, Porta fidei, n. 15. 19
CONC. ECUM. VAT. II, Dogmatic Constitution, Lumen gentium, n. 65. 20
BENEDICT XVI, Apostolic Letter, Porta fidei, n. 13. 21
Ibid., n. 6. 22
CONC. ECUM. VAT. II, Decree, Unitatis redintigratio, n. 1. 23
The following recommendations made for Episcopal Conferences are also offered, in an analogous way, to the Synods of Bishops of Patriarchal and Major Archepiscopal Churches, as well as to the Assemblies of Hierarchs of the other Eastern Catholic Churches sui iuris. 24
CONC. ECUM. VAT. II, Dogmatic Constitution, Lumen gentium, n. 25. 25
BENEDICT XVI, Apostolic Letter, Porta fidei, n. 13. 26
Ibid., n. 12. 27
JOHN PAUL II, Apostolic Constitution, Fidei depositum, n. 4. 28
BENEDICT XVI, Apostolic Letter, Porta fidei, n. 8. 29
Ibid., n. 12. 30
Ibid., n. 10. 31
Ibid., n. 9. 32
Cfr., BENEDICT XVI, Apostolic Exhortation, Verbum Domini, 30 September 2010, nn. 59-60, and 74. 33
ID., Apostolic Letter, Porta fidei, n. 8. 34
CONC. ECUM. VAT. II, Decree, Apstolicam actuositatem, n. 2. 35
Cfr. BENEDICT XVI, Apostolic Letter, Porta fidei, n. 14. 36
CONC. ECUM. VAT. II, Pastoral Constitution, Gaudium et spes, n. 1. 37
BENEDICT XVI, Apostolic Letter, Porta fidei, n. 15. [00005-02.01] [Original text: English]
● TESTO IN LINGUA TEDESCA
KONGREGATION FÜR DIE GLAUBENSLEHRE
Note mit pastoralen Hinweisen zum Jahr des Glaubens
Einführung
Mit dem Apostolischen Schreiben Porta fidei vom 11. Oktober 2011 hat der Heilige Vater Benedikt XVI. ein Jahr des Glaubens ausgerufen, das am 11. Oktober 2012, dem fünfzigsten Jahrestag der Eröffnung des Ökumenischen II. Vatikanischen Konzils, beginnen und bis zum 24. November 2013, dem Hochfest Christkönig, dauern wird.
Dieses Jahr bietet für alle Gläubigen eine gute Gelegenheit, tiefer zu erfassen, dass das Fundament des christlichen Glaubens „die Begegnung mit einem Ereignis, mit einer Person ist, die unserem Leben einen neuen Horizont und damit seine entscheidende Richtung gibt"1. Gegründet auf der Begegnung mit dem auferstandenen Jesus Christus, kann der Glaube in seiner Ganzheit und in seiner vollen Strahlkraft neu entdeckt werden. „Auch in unseren Tagen ist der Glaube ein Geschenk, das es wiederzuentdecken, zu pflegen und zu bezeugen gilt", damit „der Herr einem jeden von uns gebe, die Schönheit und Freude des Christseins zu leben"2.
Der Beginn des Jahres des Glaubens fällt mit der dankbaren Erinnerung an zwei bedeutende Ereignisse zusammen, die das Angesicht der Kirche in unseren Tagen geprägt haben: der fünfzigste Jahrestag der Eröffnung des II. Vatikanischen Konzils, das der selige Johannes XXIII. einberufen hat (11. Oktober 1962), und der zwanzigste Jahrestag der Veröffentlichung des Katechismus der katholischen Kirche, den der selige Johannes Paul II. der Kirche geschenkt hat (11. Oktober 1992).
Nach den Worten von Papst Johannes XXIII. wollte das Konzil „die katholische Lehre unverfälscht und vollständig weitergeben, ohne sie abzuschwächen oder zu entstellen", und sich dafür einsetzen, dass „diese sichere und unwandelbare Lehre, welcher der Gehorsam des Glaubens gebührt, in einer Weise erforscht und dargelegt werde, die unserer Zeit entspricht"3. In diesem Zusammenhang bleiben die einleitenden Worte der Dogmatischen Konstitution Lumen gentium von entscheidender Bedeutung: „Christus ist das Licht der Völker. Darum ist es der dringende Wunsch dieser im Heiligen Geist versammelten Heiligen Synode, alle Menschen durch seine Herrlichkeit, die auf dem Antlitz der Kirche widerscheint, zu erleuchten, indem sie das Evangelium allen Geschöpfen verkündet (vgl. Mk 16,15)"4. Ausgehend vom Licht Christi, der in der Feier der heiligen Liturgie (vgl. Konstitution Sacrosanctum Concilium) und mit seinem göttlichen Wort (vgl. Dogmatische Konstitution Dei Verbum) reinigt, erleuchtet und heiligt, wollte das Konzil das innere Wesen der Kirche (vgl. Dogmatische Konstitution Lumen gentium) und ihre Beziehung zur Welt von heute (vgl. Pastoralkonstitution Gaudium et spes) vertiefen. Diese vier Konstitutionen sind die wahren Säulen des Konzils, um die herum sich die Erklärungen und Dekrete gruppieren, die einige der wichtigeren Herausforderungen der Zeit behandeln.
Nach dem Konzil bemühte sich die Kirche in Kontinuität zur Tradition und unter der sicheren Leitung des Lehramts um die Annahme und Umsetzung seiner reichhaltigen Lehre. Um die rechte Rezeption des Konzils zu fördern, haben die Päpste immer wieder die Bischofssynode einberufen5, die vom Diener Gottes Paul VI. 1965 eingerichtet worden war; durch die verschiedenen nachsynodalen Apostolischen Schreiben haben sie der Kirche klare Orientierungen vorgelegt. Die nächste Vollversammlung der Bischofssynode im Oktober 2012 wird das Thema Die neue Evangelisierung für die Weitergabe des christlichen Glaubens behandeln.
Von Beginn seines Pontifikats an hat sich Papst Benedikt XVI. entschieden für das rechte Verständnis des II. Vatikanischen Konzils eingesetzt. Er wies die so genannte „Hermeneutik der Diskontinuität und des Bruchs" als irrig zurück und förderte die von ihm so bezeichnete „‚Hermeneutik der Reform’, der Erneuerung des einen Subjekts Kirche, die der Herr uns geschenkt hat, unter Wahrung der Kontinuität; die Kirche ist ein Subjekt, das mit der Zeit wächst und sich weiterentwickelt, dabei aber immer sie selbst bleibt, das Gottesvolk als das eine Subjekt auf seinem Weg"6.
Auf dieser Linie ist der Katechismus der katholischen Kirche einerseits „eine authentische Frucht des Zweiten Vatikanischen Konzils"7, andererseits will er dessen Annahme fördern. Die Außerordentliche Bischofssynode von 1985, die zum 25. Jahrestag des Abschlusses des II. Vatikanischen Konzils einberufen worden war, um eine Bilanz über dessen Annahme zu ziehen, machte den Vorschlag, einen solchen Katechismus zu erarbeiten, damit das Volk Gottes ein Kompendium der ganzen katholischen Lehre und einen sicheren Bezugspunkt für die lokalen Katechismen habe. Papst Johannes Paul II. hat diesen Vorschlag aufgenommen als Wunsch, „der voll einem wirklichen Bedürfnis der Gesamtkirche und der Teilkirchen entsprach".8 Der Katechismus wurde in Zusammenarbeit mit dem ganzen Episkopat der katholischen Kirche erarbeitet und drückt wirklich das aus, „was man die ‚Symphonie’ des Glaubens nennen kann"9.
Der Katechismus enthält „Neues und Altes (Mt 13,52) (…), weil der Glaube immer derselbe und zugleich Quelle für immer neues Licht ist. Um dieser doppelten Notwendigkeit zu entsprechen, greift der Katechismus der katholischen Kirche einerseits die ‚alte’, überlieferte Ordnung auf, der schon der Katechismus des hl. Pius V. folgte, und gliedert den Inhalt in vier Teile: das Credo; die heilige Liturgie mit den Sakramenten an erster Stelle; das christliche Handeln, das von den Geboten ausgehend dargelegt wird; und zuletzt das christliche Gebet. Doch zugleich wird der Inhalt oft in ‚neuer’ Weise dargelegt, um auf Fragen unserer Zeit zu antworten"10. Dieser Katechismus ist ein „gültiges und legitimes Werkzeug im Dienst der kirchlichen Gemeinschaft" und eine „sichere Norm für die Lehre des Glaubens"11. In ihm sind die Glaubensinhalte „systematisch und organisch zusammengefasst (…). Dort leuchtet nämlich der Reichtum der Lehre auf, die die Kirche in den zweitausend Jahren ihrer Geschichte empfangen, gehütet und dargeboten hat. Von der Heiligen Schrift zu den Kirchenvätern, von den Lehrern der Theologie zu den Heiligen über die Jahrhunderte hin bietet der Katechismus eine bleibende Erinnerung an die vielen Weisen, in denen die Kirche über den Glauben meditiert und Fortschritte in der Lehre hervorgebracht hat, um den Gläubigen in ihrem Glaubensleben Sicherheit zu geben"12.
Das Jahr des Glaubens will zu einer neuen Bekehrung zum Herrn Jesus und zur Wiederentdeckung des Glaubens beitragen, damit alle Glieder der Kirche glaubwürdige und frohe Zeugen des auferstandenen Herrn in der Welt von heute seien und die Fähigkeit erlangen, den vielen Suchenden die „Tür des Glaubens" zu zeigen. Diese „Tür" öffnet den Blick des Menschen auf Jesus Christus, der unter uns ist „alle Tage, bis zum Ende der Welt" (Mt 28,20). Er zeigt uns, wie wir die „Kunst zu leben" in „innige(r) Beziehung zu ihm" erlernen13. „Mit seiner Liebe zieht Jesus Christus die Menschen aller Generationen an sich: Zu allen Zeiten ruft er die Kirche zusammen und vertraut ihr die Verkündigung des Evangeliums mit einem Auftrag an, der immer neu ist. Darum ist auch heute ein überzeugterer kirchlicher Einsatz für eine neue Evangelisierung notwendig, um wieder die Freude am Glauben zu entdecken und die Begeisterung in der Weitergabe des Glaubens wiederzufinden"14.
Im Auftrag von Papst Benedikt XVI.15 hat die Kongregation für die Glaubenslehre in Absprache mit den zuständigen Dikasterien des Heiligen Stuhls und mit Unterstützung des Komitees für die Vorbereitung des Jahres des Glaubens16 die vorliegende Note mit einigen Hinweisen für diese Zeit der Gnade erarbeitet, ohne dabei andere Vorschläge ausschließen, die der Heilige Geist unter den Hirten und den Gläubigen in den verschiedenen Teilen der Welt erwecken will.
Hinweise
„Ich weiß, wem ich Glauben geschenkt habe" (2 Tim 1,12); dieses Wort des heiligen Paulus hilft uns verstehen: „Der Glaube ist eine persönliche Bindung des Menschen an Gott und zugleich, untrennbar davon, freie Zustimmung zu der ganzen von Gott geoffenbarten Wahrheit"17. Der Glaube als persönliches Vertrauen auf den Herrn und der Glaube, den wir im Credo bekennen, sind untrennbar, sie bedingen und erfordern sich gegenseitig. Es gibt eine tiefe Verbindung zwischen dem gelebten Glauben und seinen Inhalten: der Glaube der Zeugen und Bekenner ist auch der Glaube der Apostel und Kirchenlehrer.
In diesem Sinn wollen die folgenden Hinweise zum Jahr des Glaubens die Begegnung mit Christus durch authentische Glaubenszeugen sowie eine immer bessere Kenntnis der Glaubensinhalte fördern. Es handelt sich dabei um Vorschläge mit Beispielcharakter und dem Ziel, eine bereitwillige Antwort der Kirche auf die Einladung des Heiligen Vaters zu fördern, dieses Jahr wirklich als eine „Zeit der Gnade"18 zu leben. Die freudige Wiederentdeckung des Glaubens kann auch dazu beitragen, zwischen den verschiedenen Gruppen, aus denen die große Familie der Kirche besteht, die Einheit und die Gemeinschaft zu festigen.
I. Auf weltkirchlicher Ebene
1. Das wichtigste kirchliche Ereignis am Beginn des Jahres des Glaubens ist die XIII. Ordentliche Versammlung der Bischofssynode, die Papst Benedikt XVI. für Oktober 2012 zum Thema Die neue Evangelisierung für die Weitergabe des christlichen Glaubens einberufen hat. Während dieser Synode wird das Jahr des Glaubens mit einer feierlichen Messe am 11. Oktober 2012, dem fünfzigsten Jahrestag der Eröffnung des II. Vatikanischen Konzils, eröffnet.
2. Im Jahr des Glaubens sollen die Gläubigen zu Pilgerfahrten zum Stuhl Petri ermuntert werden, um dort den Glauben an Gott, den Vater, den Sohn und den Heiligen Geist, zu bekennen und sich mit dem zu verbinden, der heute berufen ist, seine Brüder im Glauben zu stärken (vgl. Lk 22,32). Es ist wichtig, auch Pilgerfahrten in das Heilige Land zu fördern, weil dieses Land zuerst die Gegenwart Jesu, des Erlösers, und seiner Mutter Maria gekannt hat.
3. Im Lauf dieses Jahres sollen die Gläubigen dazu eingeladen werden, sich mit besonderer Hingabe an Maria, das Urbild der Kirche, zu wenden, denn sie „vereinigt (…) die größten Glaubensgeheimnisse in sich und strahlt sie wider"19. Daher ist jede Initiative zu begrüßen, die den Gläubigen hilft, die besondere Rolle Marias im Geheimnis der Erlösung zu begreifen, sie kindlich zu lieben und ihr im Glauben und in den Tugenden zu folgen. Zu diesem Zweck eignen sich besonders Pilgerfahrten, Gottesdienste und Begegnungen an den größeren Heiligtümern.
4. Der nächste Weltjugendtag in Rio de Janeiro im Juli 2013 bietet den Jugendlichen eine besondere Gelegenheit, in der großen Familie der Kirche jene Freude zu erleben, die aus dem Glauben an den Herrn Jesus und aus der Gemeinschaft mit dem Heiligen Vater kommt.
5. Wünschenswert sind Symposien, Zusammenkünfte und Treffen im großen Stil, auch auf internationaler Ebene, um die Begegnung mit authentischen Glaubenszeugnissen und die Kenntnis der Inhalte der katholischen Lehre zu fördern. Um darzustellen, wie das Wort Gottes auch heute weiter wächst und sich ausbreitet, ist das Zeugnis wichtig, dass in Jesus Christus „alle Sorge und alles Sehnen des menschlichen Herzens ihre Erfüllung"20 finden und der Glaube „zu einem neuen Maßstab für das Denken und Tun wird, der das ganze Leben des Menschen verändert"21. Einige Zusammenkünfte sollen vor allem der Wiederentdeckung der Lehren des II. Vatikanischen Konzils dienen.
6. Für alle Glaubenden bietet das Jahr des Glaubens eine gute Gelegenheit, die Kenntnis der wichtigsten Dokumente des II. Vatikanischen Konzils und das Studium des Katechismus der katholischen Kirche zu vertiefen. Dies gilt besonders für die Priesteramtskandidaten, vor allem während des propädeutischen Jahres und in den ersten Jahren des Theologiestudiums, für die Novizinnen und Novizen der Institute des geweihten Leben und der Gesellschaften des apostolischen Lebens, wie auch für all jene, die sich auf die Mitgliedschaft in einer kirchlichen Vereinigung oder Bewegung durch eine Zeit der Bewährung vorbereiten.
7. Dieses Jahr bietet eine gute Gelegenheit, die Homilien, Katechesen, Ansprachen und anderen Äußerungen des Heiligen Vaters mit noch größerer Bereitschaft aufzunehmen. Die Hirten, die Gottgeweihten und die christgläubigen Laien sind eingeladen, sich in wirklicher und aufrichtiger Treue zur Lehre des Nachfolgers Petri neu zu engagieren.
8. Während des Jahres des Glaubens sollen in Zusammenarbeit mit dem Päpstlichen Rat zur Förderung der Einheit der Christen verschiedene ökumenische Initiativen ergriffen werden, um „für die Wiederherstellung der Einheit aller Christen" zu beten und zu arbeiten, was einem „der Hauptanliegen des Heiligen Ökumenischen Zweiten Vatikanischen Konzils"22 entspricht. Insbesondere wird ein feierlicher ökumenischer Gottesdienst stattfinden, um den Glauben aller Getauften an Christus zu bekräftigen.
9. Am Päpstlichen Rat zur Förderung der Neuevangelisierung wird ein eigenes Sekretariat eingerichtet, um die verschiedenen Initiativen zum Jahr des Glaubens zu koordinieren, die von den Dikasterien des Heiligen Stuhls ausgehen oder jedenfalls für die universale Kirche von Bedeutung sind. Dieses Sekretariat soll rechtzeitig über die wichtigsten Vorhaben informiert werden und kann seinerseits geeignete Initiativen vorschlagen. Das Sekretariat wird eine eigene Internetseite eröffnen, um alle Informationen zugänglich zu machen, die für ein wirksames Mitleben mit dem Jahr des Glaubens nützlich sind.
10. Zum Abschluss dieses Jahres wird am Hochfest Christkönig eine Eucharistiefeier mit dem Heiligen Vater stattfinden, bei der das Glaubensbekenntnis feierlich erneuert wird.
II. Auf der Ebene der Bischofskonferenzen23
1. Im Bewusstsein der besonderen Sendung der Bischöfe als Lehrer und „Boten des Glaubens"24 können die Bischofskonferenzen einen Studientag zum Thema des Glaubens, des persönlichen Glaubenszeugnisses und der Glaubensweitergabe an die neuen Generationen abhalten.
2. Es ist nützlich, die Neuveröffentlichung der Dokumente des II. Vatikanischen Konzils, des Katechismus der katholischen Kirche und seines Kompendiums, auch in erschwinglichen Taschenbuchausgaben, sowie deren bessere Verbreitung durch elektronische Medien und moderne Technologien zu fördern.
3. Wünschenswert sind neue Anstrengungen, die Dokumente des II. Vatikanischen Konzils und den Katechismus der katholischen Kirche in die Sprachen zu übersetzen, in denen sie bisher nicht vorliegen. Übersetzungen in die lokalen Sprachen der Missionsländer sollen durch karitative Initiativen unterstützt werden, wenn die dortigen Teilkirchen die entstehenden Kosten nicht tragen können. Dies soll unter Führung der Kongregation für die Evangelisierung der Völker geschehen.
4. Die Hirten sollen auf die neuen Mittel der Kommunikation zurückgreifen und sich für die Förderung von Fernseh- und Radiosendungen, Filmen und Veröffentlichungen über Themen des Glaubens, seiner Grundsätze und Inhalte sowie der Bedeutung des II. Vatikanischen Konzils für die Kirche einsetzen, und zwar auch auf breiter Ebene und für ein großes Publikum.
5. Die Heiligen und Seligen sind die authentischen Zeugen des Glaubens25. Daher ist es angemessen, wenn die Bischofskonferenzen sich dafür einsetzen, die Heiligen ihres Landes bekannter zu machen, auch mit Hilfe der modernen sozialen Kommunikationsmittel.
6. Die Welt von heute ist sensibel für das Verhältnis von Glaube und Kunst. In diesem Sinn wird den Bischofskonferenzen empfohlen, die Kunstwerke an den Orten, die ihrer Hirtensorge anvertraut sind, angemessen zu würdigen, auch zum Zweck der Katechese und gegebenenfalls in ökumenischer Zusammenarbeit.
7. Die Lehrenden an den theologischen Studienzentren, Seminaren und katholischen Universitäten werden eingeladen zu überprüfen, welche Relevanz die Inhalte des Katechismus der katholischen Kirche und deren Implikationen für die verschiedenen Fachgebiete in ihrem Unterricht besitzen.
8. Es ist nützlich, mit der Hilfe von Theologen und qualifizierten Autoren leicht verständliche apologetische Hilfsmittel vorzubereiten (vgl. 1 Petr 3,15). So kann jeder Gläubige besser auf die Fragen antworten, die in den verschiedenen kulturellen Lebensbereichen gestellt werden, sei es im Bezug auf die Herausforderung durch Sekten, sei es im Zusammenhang mit der Problematik des Säkularismus und des Relativismus, sei es im Blick auf „Fragen (…), die aus einer veränderten Mentalität herrühren, die besonders heute den Bereich der rationalen Gewissheiten auf den der wissenschaftlichen und technologischen Errungenschaften reduziert"26, sei es durch andere, besondere Schwierigkeiten.
9. Wünschenswert ist eine Überprüfung der lokalen Katechismen und der verschiedenen katechetischen Hilfsmittel, die in den Teilkirchen in Gebrauch sind, um ihre volle Übereinstimmung mit dem Katechismus der katholischen Kirche zu gewährleisten27. Falls einige Katechismen oder katechetische Hilfsmittel nicht in vollem Einklang mit dem Katechismus stehen oder Lücken aufweisen, soll mit der Arbeit an neuen Texten begonnen werden, gegebenenfalls nach dem Beispiel und mit der Hilfe anderer Bischofskonferenzen, die diese Arbeit bereits geleistet haben.
10. In Zusammenarbeit mit der zuständigen Kongregation für das Katholische Bildungswesen soll überprüft werden, wie die Inhalte des Katechismus der Katholischen Kirche in der Rahmenordnung für die Ausbildung der zukünftigen Priester und im Curriculum der theologischen Studien berücksichtigt werden.
III. Auf der Ebene der Diözesen
1. Auf der Ebene jeder Teilkirche ist ein Gottesdienst zur Eröffnung und zum feierlichen Abschluss des Jahres des Glaubens wünschenswert, um „den Glauben an den auferstandenen Herrn in unseren Kathedralen und in allen Kirchen der Welt (…) zu bekennen"28.
2. Es ist angebracht, in jeder Diözese der Welt einen Studientag zum Katechismus der katholischen Kirche zu organisieren, zu dem besonders die Priester, die gottgeweihten Personen und die Katecheten eingeladen werden. Bei dieser Gelegenheit können die Eparchien der katholischen Ostkirchen zum Beispiel eine Begegnung der Priester planen, um von ihrer besonderen liturgischen Sensibilität und Tradition innerhalb des einen Glaubens an Christus Zeugnis zu geben. Ebenso können die jungen Teilkirchen der Missionsgebiete eingeladen werden, ein erneuertes Zeugnis von der Freude des Glaubens abzulegen, die sie so sehr auszeichnet.
3. Jeder Ortsbischof kann dem Thema des Glaubens einen Hirtenbrief widmen und dabei unter Berücksichtigung der besonderen pastoralen Umstände des ihm anvertrauten Teils der Gläubigen die Bedeutung des II. Vatikanischen Konzils und des Katechismus der katholischen Kirche in Erinnerung rufen.
4. Es ist wünschenswert, dass in jeder Diözese unter der Verantwortung des Bischofs Katechesen organisiert und Begegnungen mit bekannten Glaubenszeugen gefördert werden; auf diese Weise soll den jungen Menschen und jenen, die auf der Suche nach dem Sinn des Lebens sind, eine Hilfe geboten werden, um die Schönheit des kirchlichen Glaubens zu entdecken.
5. Es ist angebracht, die Rezeption des II. Vatikanischen Konzils und des Katechismus der katholischen Kirche im Leben und in der Sendung jeder einzelnen Teilkirche zu überprüfen, besonders im Bereich der Katechese. In diesem Sinn ist ein erneuerter Einsatz auf Seiten der katechetischen Ämter der Diözesen wünschenswert. Gestützt durch die katechetischen Kommissionen der Bischofskonferenzen haben diese Ämter die Pflicht, für die Ausbildung der Katecheten in Bezug auf die Glaubensinhalte Sorge zu tragen.
6. Die Weiterbildung des Klerus kann sich in diesem Jahr des Glaubens vor allem auf die Dokumente des II. Vatikanischen Konzils und den Katechismus der katholischen Kirche konzentrieren. Dabei können zum Beispiel folgende Themen behandelt werden: „Die Verkündigung des auferstandenen Christus", „Die Kirche als Sakrament des Heils", „Die Sendung zur Evangelisierung in der Welt von heute", „Glaube und Unglaube", „Glaube, Ökumene und interreligiöser Dialog", „Glaube und ewiges Leben", „Die Hermeneutik der Reform in der Kontinuität", „Der Katechismus in der ordentlichen Seelsorge".
7. Die Bischöfe werden eingeladen, besonders in der Fastenzeit Bußgottesdienste zu organisieren, um Gott um Vergebung zu bitten, auch und besonders für die Sünden gegen den Glauben. Das Jahr des Glaubens ist darüber hinaus eine günstige Zeit, mit festerem Glauben und größerer Häufigkeit das Sakrament der Buße zu empfangen.
8. Es ist wünschenswert, die Welt der Wissenschaft und der Kultur für einen kreativen Dialog zwischen Glaube und Vernunft neu mit einzubeziehen, und zwar durch Symposien, Zusammenkünfte und Studientage, insbesondere an den katholischen Universitäten. Dabei ist zu zeigen „dass zwischen Glauben und authentischer Wissenschaft kein Konflikt bestehen kann, da beide – wenn auch auf verschiedenen Wegen – nach der Wahrheit streben"29.
9. Es ist wichtig, Begegnungen mit Menschen zu fördern, die „zwar die Gabe des Glaubens selbst nicht kennen, doch ernstlich auf der Suche nach dem letzten Sinn und der endgültigen Wahrheit über ihr Leben und über die Welt sind"30. Dabei kann man sich auch von den Dialogen im Vorhof der Völker inspirieren lassen, die unter Anleitung des Päpstlichen Rates für die Kultur angelaufen sind.
10. Das Jahr des Glaubens kann eine Gelegenheit sein, den katholischen Schulen größere Aufmerksamkeit zu schenken. Denn diese sind geeignete Stätten, um den Schülern ein lebendiges Zeugnis für den Herrn zu bieten und ihren Glauben zu pflegen. Dafür soll man auf gute katechetische Hilfsmittel zurückgreifen, wie zum Beispiel das Kompendium des Katechismus der katholischen Kirche oder Youcat.
IV. Auf der Ebene der Pfarreien / Gemeinschaften / Vereinigungen / Bewegungen
1. Zur Vorbereitung auf das Jahr des Glaubens sind alle Gläubigen eingeladen, das Apostolische Schreiben Porta fidei des Heiligen Vaters Benedikt XVI. zu lesen und sorgfältig zu bedenken.
2. Das Jahr des Glaubens „wird eine günstige Gelegenheit sein, um auch die Feier des Glaubens in der Liturgie zu verstärken, besonders in der Eucharistie"31. In der Eucharistie, Geheimnis des Glaubens und Quelle der Neuevangelisierung, wird der Glaube der Kirche verkündet, gefeiert und gestärkt. Alle Gläubigen sind eingeladen, bewusst, tätig und fruchtbar an der Eucharistie teilzunehmen, um authentische Zeugen des Herrn zu sein.
3. Die Priester können dem Studium der Dokumente des II. Vatikanischen Konzils und des Katechismus der katholischen Kirche größere Aufmerksamkeit schenken und daraus für die Pfarrseelsorge Gewinn schöpfen: für die Katechese, die Verkündigung und die Vorbereitung auf die Sakramente. Sie können auch Predigtreihen über den Glauben oder über einige besondere Aspekte ansetzen, etwa über „Die Begegnung mit Christus", „Die grundlegenden Inhalte des Glaubensbekenntnisses" oder zum Thema „Glaube und Kirche"32.
4. Die Katecheten können verstärkt auf den lehrmäßigen Reichtum des Katechismus der katholischen Kirche zurückgreifen und unter der Leitung der zuständigen Pfarrer Gruppen von Gläubigen anleiten, den Katechismus zu lesen und gemeinsam zu vertiefen, um kleine Gemeinschaften des Glaubens und des Zeugnisses für den Herrn Jesus zu schaffen.
5. In den Pfarreien ist ein neues Engagement für die Verbreitung und die Verteilung des Katechismus der katholischen Kirche oder anderer Hilfsmittel wünschenswert, welche geeignet sind für die Familien, die echte Hauskirchen und primäre Orte der Weitergabe des Glaubens sind. Dies kann etwa bei Haussegnungen, Erwachsenentaufen, Firmungen oder Trauungen geschehen und wird dazu beitragen, die katholische Lehre zu vertiefen und „in unseren Häusern und bei unseren Familien zu bekennen, damit jeder das starke Bedürfnis verspürt, den unveränderlichen Glauben besser zu kennen und an die zukünftigen Generationen weiterzugeben"33.
6. Wünschenswert ist die Durchführung von Volksmissionen und anderen Initiativen in den Pfarreien und an den Arbeitsstätten, um den Gläubigen zu helfen, das Geschenk des Taufglaubens und die Verantwortung, davon Zeugnis zu geben, neu zu entdecken. Dabei ist das Bewusstsein zu wecken, dass „die christliche Berufung (…) ihrer Natur nach auch Berufung zum Apostolat"34 ist.
7. In dieser Zeit sind die Mitglieder der Institute des geweihten Lebens und der Gesellschaften des apostolischen Lebens aufgerufen, sich durch eine erneuerte Hingabe an den Herrn Jesus, auf der Grundlage ihrer eigenen Charismen und in Treue zum Heiligen Vater und zur gesunden Lehre für die Neuevangelisierung einzusetzen.
8. Die kontemplativen Gemeinschaften werden während des Jahres des Glaubens dem Gebet für die Erneuerung des Glaubens im Volk Gottes und für einen neuen Schwung in seiner Weitergabe an die jungen Generationen besondere Aufmerksamkeit schenken.
9. Die kirchlichen Vereinigungen und Bewegungen sind aufgerufen, besondere Initiativen in Angriff zu nehmen, die sich durch den Beitrag des jeweiligen Charismas und in Zusammenarbeit mit den örtlichen Hirten in das große Ereignis des Jahres des Glaubens einfügen. Die neue Gemeinschaften und kirchlichen Bewegungen sollen kreativ und großzügig die geeignetsten Wege finden, um ihr Glaubenszeugnis in den Dienst der Kirche zu stellen.
10. Alle Gläubigen sind gerufen, das Geschenk des Glaubens neu zu verlebendigen. Sie sollen versuchen, die eigene Erfahrung des Glaubens und der Liebe35 im Dialog mit ihren Brüdern und Schwestern, auch in den anderen christlichen Konfessionen, mit den Anhängern anderer Religionen und mit den Menschen, die nicht glauben oder indifferent sind, zur Sprache zu bringen. Auf diese Weise soll das ganze christliche Volk bei den Menschen, mit denen es zusammenlebt und -arbeitet, in eine Art Mission eintreten, und dabei vom Bewusstsein erfüllt sein, „eine Heilsbotschaft empfangen haben, die allen auszurichten ist"36.
Abschluss
Der Glaube „ist ein Gefährte unseres Lebens, der es erlaubt, mit stets neuem Blick die Wunder wahrzunehmen, die Gott für uns vollbringt. Darauf bedacht, die Zeichen der Zeit im Heute der Geschichte zu erkennen, verpflichtet der Glaube jeden von uns, ein lebendiges Zeichen der Gegenwart des Auferstandenen in der Welt zu werden"37. Der Glaube ist ein persönlicher und zugleich ein gemeinschaftlicher Akt: Er ist ein Geschenk Gottes, das in der großen Gemeinschaft der Kirche gelebt wird und der Welt mitgeteilt werden muss. Jede Initiative für das Jahr des Glaubens will der freudigen Wiederentdeckung und dem erneuerten Zeugnis des Glaubens dienen. Die hier gegebenen Hinweise haben das Ziel, den Einsatz aller Glieder der Kirche zu fördern, damit dieses Jahr eine herausragende Gelegenheit wird, das mit anderen zu teilen, was für den Christen das Teuerste ist: Jesus Christus, den Erlöser des Menschen, den König des Universums, „den Urheber und Vollender des Glaubens" (Hebr 12,2).
Rom, am Sitz der Kongregation für die Glaubenslehre, am 6. Januar 2012, dem Hochfest der Erscheinung des Herrn.
William Kard. Levada
Präfekt
Luis F. Ladaria, S.I.
Titularerzbischof von Thibica
Sekretär
_____________________________
1
BENEDIKT XVI., Enzyklika Deus caritas est (25. Dezember 2005), Nr. 1. 2
DERS., Predigt am Fest der Taufe des Herrn (10. Januar 2010). 3
JOHANNES XXIII., Ansprache zur feierlichen Eröffnung des II. Vatikanischen Konzils (11. Oktober 1962). 4
ÖKUM. II. VAT. KONZIL, Dogmatische Konstitution Lumen gentium, Nr. 1. 5
Die Ordentlichen Versammlungen der Bischofssynode haben folgende Themen behandelt: Die Bewahrung und Stärkung des katholischen Glaubens, seine Integrität, seine Kraft, seine Entwicklung, seine doktrinäre und geschichtliche Kohärenz (1967), Der priesterliche Dienst und die Gerechtigkeit in der Welt (1971), Die Evangelisierung in der Welt von heute (1974), Die Katechese in unserer Zeit (1977), Die christliche Familie (1980), Versöhnung und Buße in der Sendung der Kirche von heute (1983), Berufung und Sendung der Laien in Kirche und Welt (1987), Die Priesterbildung im Kontext der Gegenwart (1991), Das geweihte Leben und seine Sendung in Kirche und Welt (1994), Der Bischof als Diener des Evangeliums Jesu Christi für die Hoffnung der Welt (2001), Die Eucharistie, Quelle und Höhepunkt des Lebens und der Sendung der Kirche (2005), Das Wort Gottes im Leben und in der Sendung der Kirche (2008). 6
BENEDIKT XVI., Ansprache an das Kardinalskollegium und die Mitglieder der römischen Kurie (22. Dezember 2005). 7
DERS., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 4. 8
JOHANNES PAUL II., Ansprache am Ende der II. Außerordentlichen Versammlung der Bischofssynode (7. Dezember 1985), Nr. 6. Beim Angelus am 24. November 1985 zu Beginn dieser Versammlung sagte Papst Johannes Paul II.: „Der Glaube ist das Grundprinzip, der Angelpunkt, das wesentliche Kriterium der vom Konzil gewollten Erneuerung. Aus dem Glauben kommen die Norm, der Lebensstil und die praktische Orientierung in jeder Lage". 9
DERS., Apostolische Konstitution Fidei depositum (11. Oktober 1992), Nr. 2. 10
Ebd., Nr. 3. 11
Ebd., Nr. 4. 12
BENEDIKT XVI., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 11. 13
DERS., Ansprache an die Teilnehmer der Studientagung des Päpstlichen Rats zur Förderung der Neuevangelisierung (15. Oktober 2011). 14
DERS., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 7. 15
Vgl. ebd., Nr. 12. 16
Dieses im Auftrag von Papst Benedikt XVI. bei der Glaubenskongregation eingerichtete Komitee besteht aus folgenden Mitgliedern: die Kardinäle William Levada, Francis Arinze, Angelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Stanisław Ryłko und Christoph Schönborn; die Erzbischöfe Luis F. Ladaria und Salvatore Fisichella; die Bischöfe Mario Del Valle Moronta Rodríguez, Gerhard Ludwig Müller und Raffaello Martinelli. 17
Katechismus der katholischen Kirche, Nr. 150. 18
BENEDIKT XVI., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 15. 19
ÖKUM. II. VAT. KONZIL, Dogmatische Konstitution Lumen gentium, Nr. 65. 20
BENEDIKT XVI., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 13. 21
Ebd., Nr. 6. 22
ÖKUM. II. VAT. KONZIL, Dekret Unitatis redintegratio, Nr. 1. 23
Die Hinweise für die Bischofskonferenzen gelten analog auch für die Bischofssynoden der Patriarchats- und Großerzbistumskirchen sowie für den Hierarchenrat der Kirchen sui iuris. 24
ÖKUM. II. VAT. KONZIL, Dogmatische Konstitution Lumen gentium, Nr. 25. 25
Vgl. BENEDIKT XVI., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 13. 26
Ebd., Nr. 12. 27
Vgl. JOHANNES PAUL II., Apostolische Konstitution Fidei depositum, Nr. 4 28
Benedikt XVI., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 8. 29
Ebd., Nr. 12. 30
Ebd., Nr. 10. 31
Ebd., Nr. 9. 32
Vgl. BENEDIKT XVI., Nachsynodales Apostolisches Schreiben Verbum Domini (30. September 2010), Nr. 59-60 und 74. 33
DERS., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 8. 34
ÖKUM. II. VAT. KONZIL, Dekret Apostolicam actuositatem, Nr. 2. 35
Vgl. BENEDIKT XVI., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 14. 36
ÖKUM. II. VAT. KONZIL, Pastoralkonstitution Gaudium et spes, Nr. 1. 37
BENEDIKT XVI., Apostolisches Schreiben Porta fidei, Nr. 15. [00005-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
● TESTO IN LINGUA SPAGNOLA
CONGREGACIÓN PARA LA DOCTRINA DE LA FE
Nota con indicaciones pastorales para el Año de la fe
Introducción
Con la Carta apostólica Porta fidei, del 11 de octubre de 2011, el Santo Padre Benedicto XVI ha proclamado un Año de la fe, que comenzará el 11 de octubre de 2012, en el quincuagésimo aniversario de la apertura del Concilio Ecuménico Vaticano II, y concluirá el 24 de noviembre de 2013, Solemnidad de Nuestro Señor Jesucristo, Rey del Universo.
Ese año será una ocasión propicia para que todos los fieles comprendan con mayor profundidad que el fundamento de la fe cristiana es «el encuentro con un acontecimiento, con una Persona, que da un nuevo horizonte a la vida y, con ello, una orientación decisiva»1. Fundada en el encuentro con Jesucristo resucitado, la fe podrá ser redescubierta integralmente y en todo su esplendor. «También en nuestros días la fe es un don que hay que volver a descubrir, cultivar y testimoniar. Que en esta celebración del Bautismo el Señor nos conceda a todos la gracia de vivir la belleza y la alegría de ser cristianos»2.
El comienzo del Año de la fe coincide con el recuerdo agradecido de dos grandes eventos que han marcado el rostro de la Iglesia de nuestros días: los cincuenta años pasados desde la apertura del Concilio Vaticano II por voluntad del Beato Juan XXIII (1 de octubre de 1962) y los veinte años desde la promulgación del Catecismo de la Iglesia Católica, legado a la Iglesia por el Beato Juan Pablo II (11 de octubre de 1992).
Según las palabas del Papa Juan XXIII, el Concilio ha querido «transmitir pura e íntegra, la doctrina, sin atenuaciones ni deformaciones» comprometiéndose a que «esta doctrina, cierta e inmutable, que debe ser fielmente respetada, sea profundizada y presentada de manera que corresponda a las exigencias de nuestro tiempo»3. En este sentido, continúa siendo de crucial importancia la afirmación inicial de la Constitución dogmática Lumen gentium: «Cristo es la luz de los pueblos. Por ello este sacrosanto Sínodo, reunido en el Espíritu Santo, desea ardientemente iluminar a todos los hombres, anunciando el Evangelio a toda criatura (cf. Mc 16,15) con la claridad de Cristo, que resplandece sobre la faz de la Iglesia»4. Desde la luz de Cristo que purifica, ilumina y santifica en la celebración de la sagrada liturgia (cf. Constitución Sacrosanctum Concilium), y con su palabra divina (cf. Constitución dogmática Dei Verbum) el Concilio ha querido ahondar en la naturaleza íntima de la Iglesia (cf. Constitución dogmática Lumen gentium) y su relación con el mundo contemporáneo (cf. Constitución pastoral Gaudium et spes). Alrededor de sus cuatro Constituciones, verdaderos pilares del Concilio, se agrupan las Declaraciones y Decretos, que abordan algunos de los principales desafíos de nuestro tiempo.
Después del Concilio, la Iglesia ha trabajado para que sus ricas enseñanzas sean recibidas y aplicadas en continuidad con toda la Tradición y bajo la guía segura del Magisterio. Para facilitar la correcta recepción del Concilio, los Sumos Pontífices han convocado reiteradamente el Sínodo de los Obispos5, instituido por el Siervo de Dios Pablo VI en 1965, proponiendo a la Iglesia directrices claras a través de las diversas Exhortaciones apostólicas post-sinodales. La próxima Asamblea General del Sínodo de los Obispos, en octubre de 2012, tendrá como tema: La nueva evangelización para la transmisión de la fe cristiana.
Desde el comienzo de su pontificado, el Papa Benedicto XVI se ha comprometido firmemente en procurar una correcta comprensión del Concilio, rechazando como errónea la llamada «hermenéutica de la discontinuidad y de la ruptura», y promoviendo la que él mismo ha llamado «‘hermenéutica de la reforma’, de la renovación dentro de la continuidad del único sujeto-Iglesia, que el Señor nos ha dado; es un sujeto que crece en el tiempo y se desarrolla, pero permaneciendo siempre el mismo, único sujeto del pueblo de Dios en camino»6.
El Catecismo de la Iglesia Católica, colocándose en esta línea, por un lado se presenta como un «auténtico fruto del Concilio Vaticano II»7, y por otro intenta favorecer su acogida. El Sínodo Extraordinario de los Obispos de 1985, convocado con ocasión del vigésimo aniversario de la clausura del Concilio Vaticano II y para hacer un balance de su recepción, sugirió la preparación de este Catecismo para ofrecer al pueblo de Dios un compendio de toda la doctrina católica y un texto de referencia segura para los catecismos locales. El Papa Juan Pablo II aceptó esta propuesta como un deseo de «responder plenamente a una necesidad real de la Iglesia universal y las Iglesias particulares»8. Redactado en colaboración con todo el episcopado de la Iglesia Católica, este Catecismo «manifiesta de verdad una cierta ‘sinfonía’ de la fe».9
El Catecismo presenta «lo nuevo y lo viejo (cf. Mt 13, 52), dado que la fe es siempre la misma y, a la vez, es fuente de luces siempre nuevas. Para responder a esa doble exigencia, el Catecismo de la Iglesia Católica, por una parte, toma la estructura "antigua", tradicional, ya utilizada por el catecismo de san Pío V, articulando el contenido en cuatro partes: Credo; Sagrada Liturgia, con los sacramentos en primer lugar; el obrar cristiano, expuesto a partir del Decálogo; y, por último, la oración cristiana. Con todo, al mismo tiempo, el contenido se expresa a menudo de un modo "nuevo", para responder a los interrogantes de nuestra época»10. Este Catecismo es «un instrumento válido y legítimo al servicio de la comunión eclesial, y una regla segura para la enseñanza de la fe»11. Allí se hallan «los contenidos fundamentales de la fe, sintetizados sistemática y orgánicamente. En efecto, en él se pone de manifiesto la riqueza de la enseñanza que la Iglesia ha recibido, custodiado y ofrecido en sus dos mil años de historia. Desde la Sagrada Escritura a los Padres de la Iglesia, de los Maestros de teología a los Santos de todos los siglos, el Catecismo ofrece una memoria permanente de los diferentes modos en que la Iglesia ha meditado sobre la fe y ha progresado en la doctrina, para dar certeza a los creyentes en su vida de fe»12.
El Año de la fe desea contribuir a una renovada conversión al Señor Jesús y al redescubrimiento de la fe, de modo que todos los miembros de la Iglesia sean para el mundo actual testigos gozosos y convincentes del Señor resucitado, capaces de señalar la "puerta de la fe"a tantos que están en búsqueda de la verdad. Esta "puerta" abre los ojos del hombre para ver a Jesucristo presente entre nosotros «todos los días hasta el fin del mundo» (Mt 28, 20). Él nos enseña cómo «el arte del vivir» se aprende «en una relación intensa con él»13. «Con su amor, Jesucristo atrae hacia sí a los hombres de cada generación: en todo tiempo, convoca a la Iglesia y le confía el anuncio del Evangelio, con un mandato que es siempre nuevo. Por eso, también hoy es necesario un compromiso eclesial más convencido en favor de una nueva evangelización para redescubrir la alegría de creer y volver a encontrar el entusiasmo de comunicar la fe».14
Por encargo del Papa Benedicto XVI15, la Congregación para la Doctrina de la Fe, de acuerdo con los Dicasterios competentes de la Santa Sede y con la contribución de la Comisión para la preparación del Año de la fe16, ha escrito esta Nota con indicaciones para vivir este tiempo de gracia, las cuales no excluyen otras propuestas que el Espíritu Santo quiera suscitar entre los pastores y fieles de distintas partes del mundo.
Indicaciones
«Sé en quien he puesto mi confianza» (2 Tm 1, 12): estas palabras de San Pablo nos ayudan a comprender que la fe «es ante todo una adhesión personal del hombre a Dios; es al mismo tiempo e inseparablemente el asentimiento libre a toda la verdad que Dios ha revelado»17. La fe como confianza personal en el Señor y la fe que profesamos en el Credo son inseparables, se evocan y exigen mutuamente. Hay un fuerte vínculo entre la fe vivida y sus contenidos: la fe de los testigos y confesores es también la fe de los apóstoles y doctores de la Iglesia.
En este sentido, las siguientes indicaciones para el Año de la fe tienen el objetivo de favorecer el encuentro con Cristo a través de testigos auténticos de la fe y aumentar el conocimiento de sus contenidos. Se trata de propuestas que tienen la intención de solicitar una respuesta eclesial ante la invitación del Santo Padre, para vivir en plenitud este año como un especial «tiempo de gracia»18. El redescubrimiento gozoso de la fe también ayudará a consolidar la unidad y la comunión entre las distintas realidades que conforman la gran familia de la Iglesia.
I. En el ámbito de Iglesia universal
1. El principal evento al comienzo del Año de la fe será la XIII Asamblea General Ordinaria del Sínodo de los Obispos, convocada por el Papa Benedicto XVI para el mes de octubre de 2012 y dedicada Al tema de La nueva evangelización para la transmisión de la fe cristiana. Durante el Sínodo, el 11 de octubre de 2012 tendrá lugar una solemne celebración para dar inicio al Año de la fe, en recuerdo del quincuagésimo aniversario de la apertura del Concilio Vaticano II.
2. En el Año de la fe hay que alentar las peregrinaciones de los fieles a la Sede de Pedro, para profesar la fe en Dios Padre, Hijo y Espíritu Santo, uniéndose a aquél que hoy está llamado a confirmar en la fe a sus hermanos (cf. Lc 22, 32). Será importante también fomentar las peregrinaciones a Tierra Santa, el lugar que tuvo la primicia de conocer a Jesús, el Salvador, y a María, su madre.
3. Durante este año será útil invitar a los fieles a dirigirse, con particular devoción a María, imagen de la Iglesia, que «reúne en sí y refleja en cierto modo las supremas verdades de la fe»19. Por lo tanto, se debería alentar toda iniciativa que ayude a los fieles a reconocer el papel especial de María en el misterio de la salvación, a amarla filialmente y a imitar su fe y virtud. Para ello será muy conveniente organizar peregrinaciones, celebraciones y reuniones en los principales Santuarios.
4. La próxima Jornada Mundial de la Juventud de Río de Janeiro, en julio de 2013, ofrecerá a los jóvenes una ocasión privilegiada para experimentar el gozo que proviene de la fe en el Señor Jesús y de la comunión con el Santo Padre, en la gran familia de la Iglesia.
5. Al respecto, sería conveniente la realización de simposios, congresos y reuniones de gran escala, incluso a nivel internacional, que favorezcan la comunicación de auténticos testimonios de la fe y el conocimiento de los contenidos de la doctrina de la Iglesia Católica. Demostrando que también hoy la Palabra de Dios sigue creciendo y diseminándose, es importante que se dé testimonio de que en Jesucristo «encuentra su cumplimiento todo afán y todo anhelo del corazón humano»20 y que la fe «se convierte en un nuevo criterio de pensamiento y de acción que cambia toda la vida del hombre»21. Algunos congresos serán especialmente dedicados al redescubrimiento de las enseñanzas del Concilio Vaticano II.
6. El Año de la fe ofrecerá a todos los creyentes una buena oportunidad para profundizar en el conocimiento de los principales documentos del Concilio Vaticano II y el estudio del Catecismo de la Iglesia Católica. Esto vale particularmente para los candidatos al sacerdocio, en especial durante el año propedéutico o los primeros años de estudios teológicos, para los novicios y novicias de los Institutos de Vida Consagrada y las Sociedades de Vida Apostólica, así como para aquellos que se preparan a entrar en una Asociación o Movimiento eclesial.
7. Este año será una ocasión propicia para acoger con mayor atención las homilías, catequesis, discursos y otras intervenciones del Santo Padre. Los pastores, personas consagradas y fieles laicos serán invitados a un renovado compromiso de adhesión eficaz y cordial a la enseñanza del Sucesor de Pedro.
8. Durante el Año de la fe, en colaboración con el Pontificio Consejo para la Unidad de los Cristianos, se esperan iniciativas ecuménicas dirigidas a invocar de Dios y favorecer «la restauración de la unidad entre todos los cristianos», que «es uno de los fines principales que se ha propuesto el Sacrosanto Concilio Vaticano II»22. En particular, tendrá lugar una solemne celebración ecuménica para reafirmar la fe en Cristo de todos los bautizados.
9. En el Pontificio Consejo para la Promoción de la Nueva Evangelización será establecida una secretaría especial para coordinar las diversas iniciativas sobre el Año de la fe promovidas por los distintos Dicasterios de la Santa Sede o que de todos modos sean relevantes para la Iglesia universal. Será conveniente que con tiempo se informe a esta secretaría sobre los principales eventos que se organicen y también podrá sugerir iniciativas apropiadas. La secretaría abrirá un sitio especial en Internet, para proporcionar información útil para vivir de manera efectiva el Año de la fe.
10. Al final de este año, en la Solemnidad de Nuestro Señor Jesucristo, Rey del Universo, tendrá lugar una Eucaristía celebrada por el Santo Padre, en el que se renovará solemnemente la profesión de fe.
II. En el ámbito de las Conferencias Episcopales23
1. Las Conferencias Episcopales podrán dedicar una jornada de estudio al tema de la fe, de su testimonio personal y de su transmisión a las nuevas generaciones, de acuerdo con la misión específica de los Obispos como maestros y «pregoneros de la fe»24.
2. Será útil favorecer la reedición de los Documentos del Concilio Vaticano II, del Catecismo de la Iglesia Católica y de su Compendio, en ediciones económicas y de bolsillo, y su más amplia difusión con el uso de medios electrónicos y modernas tecnologías.
3. Se espera que se renueve el esfuerzo para traducir los documentos del Concilio Vaticano II y del Catecismo de la Iglesia Católica a los idiomas que aún no cuentan con traducción propia. Hay que alentar iniciativas de apoyo caritativo a las traducciones a las lenguas locales de los territorios de misión cuyas Iglesias particulares no puede sostener tales gastos. Esto podrá llevar a cabo bajo la dirección de la Congregación para la Evangelización de los Pueblos.
4. Los pastores, aprovechando los nuevos lenguajes de la comunicación, se esfuercen por promover trasmisiones televisivas o radiofónicas, películas y publicaciones, incluso a nivel popular, accesibles a un público amplio, sobre el tema de la fe, sus principios y contenidos, así como la importancia eclesial del Concilio Vaticano II.
5. Los santos y beatos son los auténticos testigos de la fe25. Por lo tanto, será conveniente que las Conferencias Episcopales se esfuercen por dar a conocer los santos de su territorio, usando incluso los medios modernos de comunicación social.
6. El mundo contemporáneo es sensible a la relación entre fe y arte. En este sentido, se recomienda a las Conferencias Episcopales que, para enriquecimiento de la catequesis y una eventual colaboración ecuménica, se fomente el aprecio por el patrimonio artístico que se encuentra en lugares confiados a su cuidado pastoral.
7. Se invita a los docentes de los Centros de estudios teológicos, Seminarios y Universidades católicas a verificar la relevancia que, en su enseñanza, tienen los contenidos del Catecismo de la Iglesia Católica y las implicaciones que se derivan para sus respectivas disciplinas.
8. Será útil preparar con la ayuda de teólogos y escritores de renombre, subsidios divulgativos de carácter apologético (cf. 1 Pe 3, 15), para que los fieles puedan responder mejor a las preguntas que surgen en los distintos contextos culturales. Se trata de los desafíos de las sectas, los problemas asociados con el secularismo y el relativismo, y de los «interrogantes que provienen de un cambio de mentalidad que, sobre todo hoy, reduce el ámbito de las certezas racionales al de los logros científicos y tecnológicos»26, así como de otras dificultades específicas.
9. Sería deseable revisar los catecismos locales y los subsidios catequísticos en uso en las Iglesias particulares, para asegurar su plena conformidad con el Catecismo de la Iglesia Católica27. En el caso de que algunos catecismos o subsidios para la catequesis no estén en completa sintonía con el Catecismo o que padezcan lagunas, será oportuno comenzar la elaboración de nuevos catecismos, sirviéndose del ejemplo y la ayuda de otras Conferencias Episcopales que ya lo hayan hecho.
10. En colaboración con la Congregación para la Educación Católica, competente en materia, será oportuno verificar que los contenidos del Catecismo de la Iglesia Católica estén presentes en la Ratio de la formación de los futuros sacerdotes y en el currículo de sus estudios teológicos.
III. En el ámbito diocesano
1. Se auspicia una celebración de apertura del Año de la fe y de su solemne conclusión en el ámbito de cada Iglesia particular, para «confesar la fe en el Señor Resucitado en nuestras catedrales e iglesias de todo el mundo»28.
2. Será oportuno organizar en cada diócesis una jornada sobre el Catecismo de la Iglesia Católica, invitando a tomar parte en ella sobre todo a sacerdotes, personas consagradas y catequistas. En esta ocasión, por ejemplo, las eparquías católicas orientales podrán tener un encuentro con los sacerdotes para dar testimonio de su específica sensibilidad y tradición litúrgicas en la única fe en Cristo; así, las Iglesias particulares jóvenes de las tierras de misión podrán ser invitadas a ofrecer un testimonio renovado de la alegría de la fe que las distingue.
3. Cada obispo podrá dedicar una Carta pastoral al tema de la fe, recordando la importancia del Concilio Vaticano II y el Catecismo de la Iglesia Católica, teniendo en cuenta las circunstancias específicas de la porción de fieles a él confiada.
4. Se espera que en cada Diócesis, bajo la responsabilidad del obispo, se organicen eventos catequísticos para jóvenes y para quienes buscan encontrar el sentido de la vida, con el fin de descubrir la belleza de la fe de la Iglesia, aprovechando la oportunidad de reunirse con sus testigos más reconocidos.
5. Será oportuno verificar la recepción del Concilio Vaticano II y del Catecismo de la Iglesia Católica en la vida y misión de cada Iglesia particular, especialmente en el ámbito catequístico. En tal sentido, se espera un renovado compromiso de parte de los departamentos de catequesis de las diócesis, que sostenidos por las comisiones para la catequesis de las Conferencias Episcopales, tienen en deber de ocuparse de la formación de los catequistas en lo relativo a los contenidos de la fe.
6. La formación permanente del clero podrá concentrarse, particularmente en este Año de la fe, en los documentos del Concilio Vaticano II y el Catecismo de la Iglesia Católica, tratando, por ejemplo, temas como "el anuncio de Cristo resucitado", "la Iglesia sacramento de salvación", "la misión evangelizadora en el mundo de hoy", "fe e incredulidad", "fe, ecumenismo y diálogo interreligioso", "fe y vida eterna", "hermenéutica de la reforma en la continuidad" y "el Catecismo en la atención pastoral ordinaria".
7. Se invita a los Obispos a organizar celebraciones penitenciales, particularmente durante la cuaresma, en las cuales se ponga un énfasis especial en pedir perdón a Dios por los pecados contra la fe. Este año será también un tiempo favorable para acercarse con mayor fe y frecuencia al sacramento de la Penitencia.
8. Se espera la participación del mundo académico y de la cultura en un diálogo renovado y creativo entre fe y razón, a través de simposios, congresos y jornadas de estudio, especialmente en las universidades católicas, que muestren «cómo entre la fe y la verdadera ciencia no puede haber conflicto alguno, porque ambas, aunque por caminos distintos, tienden a la verdad»29.
9. Será importante promover encuentros con personas que «aun no reconociendo en ellos el don de la fe, buscan con sinceridad el sentido último y la verdad definitiva de su existencia y del mundo»30, inspirándose también en los diálogos del Patio de los Gentiles, iniciados bajo la guía del Consejo Pontificio de la Cultura.
10. El Año de la fe será una ocasión para dar mayor atención a las escuelas católicas, lugares privilegiados para ofrecer a los alumnos un testimonio vivo del Señor, y cultivar la fe con una oportuna referencia al uso de buenos instrumentos catequísticos, como por ejemplo el Compendio del Catecismo de la Iglesia Católica o el Youcat.
IV. En el ámbito de las parroquias / comunidades / asociaciones / movimientos
1. En preparación al Año de la fe, todos los fieles están invitados a leer y meditar la Carta apostólica Porta fidei del Santo Padre Benedicto XVI.
2. El Año de la fe «será también una ocasión propicia para intensificar la celebración de la fe en la liturgia, y de modo particular en la Eucaristía»31. En la Eucaristía, misterio de la fe y fuente de la nueva evangelización, la fe de la Iglesia es proclamada, celebrada y fortalecida. Todos los fieles están invitados a participar de ella en forma consciente, activa y fructuosa, para ser auténticos testigos del Señor.
3. Los sacerdotes podrán dedicar mayor atención al estudio de los documentos del Concilio Vaticano II y del Catecismo de la Iglesia Católica, recogiendo sus frutos para la pastoral parroquial –catequesis, predicación, preparación a los sacramentos, etc.– y proponiendo ciclos de homilías sobre la fe o algunos de sus aspectos específicos, como por ejemplo, "el encuentro con Cristo", "los contenidos fundamentales del Credo" y "la fe y la Iglesia"32.
4. Los catequistas podrán apelar aún más a la riqueza doctrinal del Catecismo de la Iglesia Católica y, bajo la responsabilidad de los respectivos párrocos, guiar grupos de fieles en la lectura y la profundización común de este valioso instrumento, con la finalidad de crear pequeñas comunidades de fe y testimonio del Señor Jesús.
5. Se espera por parte de las parroquias un renovado compromiso en la difusión y distribución del Catecismo de la Iglesia Católica y de otros subsidios aptos para las familias, auténticas iglesias domésticas y lugares primarios de la transmisión de la fe. El contexto de tal difusión podría ser, por ejemplo, las bendiciones de las casas, el bautismo de adultos, las confirmaciones y los matrimonios. Esto contribuirá a confesar y profundizar la doctrina católica «en nuestras casas y con nuestras familias, para que cada uno sienta con fuerza la exigencia de conocer y transmitir mejor a las generaciones futuras la fe de siempre»33.
6. Será conveniente promover misiones populares y otras iniciativas en las parroquias y en los lugares de trabajo, para ayudar a los fieles a redescubrir el don de la fe bautismal y la responsabilidad de su testimonio, conscientes de que la vocación cristiana «por su misma naturaleza, es también vocación al apostolado»34.
7. En este tiempo, los miembros de los Institutos de Vida Consagrada y de las Sociedades de Vida Apostólica son llamados a comprometerse en la nueva evangelización mediante el aporte de sus propios carismas, con una renovada adhesión al Señor Jesús, fieles al Santo Padre y a la sana doctrina.
8. Las comunidades contemplativas durante el Año de la fe dedicarán una particular atención a la oración por la renovación de la fe en el Pueblo de Dios y por un nuevo impulso en su transmisión a las jóvenes generaciones.
9. Las Asociaciones y los Movimientos eclesiales están invitados a hacerse promotores de iniciativas específicas que, mediante la contribución del propio carisma y en colaboración con los pastores locales, se incorporen al gran evento del Año de la fe. Las nuevas Comunidades y Movimientos eclesiales, en modo creativo y generoso, encontrarán los medios más eficaces para ofrecer su testimonio de fe al servicio de la Iglesia.
10. Todos los fieles, llamados a reavivar el don de la fe, tratarán de comunicar su propia experiencia de fe y caridad35, dialogando con sus hermanos y hermanas, incluso de otras confesiones cristianas, sin dejar de lado a los creyentes de otras religiones y a los que no creen o son indiferentes. Así se espera que todo el pueblo cristiano comience una especie de misión entre las personas con quienes viven y trabajan, conscientes de haber «recibido la buena nueva de la salvación para comunicarla a todos»36
Conclusión
La fe «es compañera de vida que nos permite distinguir con ojos siempre nuevos las maravillas que Dios hace por nosotros. Tratando de percibir los signos de los tiempos en la historia actual, nos compromete a cada uno a convertirnos en un signo vivo de la presencia de Cristo resucitado en el mundo»37. La fe es un acto personal y comunitario: es un don de Dios, para vivirlo en la gran comunión de la Iglesia y comunicarlo al mundo. Cada iniciativa del Año de la fe busca favorecer el gozoso redescubrimiento y el renovado testimonio de la fe. La indicaciones aquí ofrecidas tienen el objetivo de invitar a todos los miembros de la Iglesia a comprometerse para que este año sea una ocasión privilegiada para compartir lo más valioso que tiene el cristiano: Jesucristo, Redentor del hombre, Rey del Universo, «iniciador y consumador de nuestra fe» (Heb 12, 2).
Dado en Roma, en la Sede de la Congregación para la Doctrina de la Fe, el 6 de enero de 2012, Solemnidad de la Epifanía del Señor.
William Cardenal Levada
Prefecto
Luis Ladaria F., S.I.
Arzobispo titular de Thibica
Secretario
____________________________
1 BENEDICTO XVI, Carta Encíclica, Deus caritas est, 25 de diciembre de 2005, n. 1.
2
IDEM.,
Homilía en la Fiesta del Bautismo del Señor, 10 de enero de 2010.
3
JUAN XXIII,
Discurso durante la solemne apertura del Concilio Vaticano II, 11 de octubre de 1962.
4
CONCILIO ECUMÉNICO VATICANO II, Constitución dogmática
Lumen gentium, n.1.
5
Las Asambleas Ordinarias del Sínodo de los Obispos han tratado los siguientes temas:
La preservación y el fortalecimiento de la fe católica, su integridad, vigor, desarrollo, coherencia doctrinal e histórica (1967);
El sacerdocio ministerial y la justicia en el mundo (1971);
La evangelización en el mundo moderno (1974);
La catequesis en nuestro tiempo (1977);
La familia cristiana (1980);
La penitencia y la reconciliación en la misión de la Iglesia (1983);
La vocación y misión de los laicos en la Iglesia y en el mundo (1987);
La formación de los sacerdotes en las circunstancias actuales (1991);
La vida consagrada y su misión en la Iglesia y en el mundo (1994);
El Obispo: servidor del Evangelio de Jesucristo para la esperanza del mundo (2001);
La Eucaristía: fuente y cumbre de la vida y la misión de la Iglesia (2005);
La Palabra de Dios en la vida y misión de la Iglesia (2008).
6
BENEDICTO XVI,
Discurso a la Curia Romana, 22 de diciembre de 2005.
7
IDEM., Carta apostólica
Porta fidei, n. 4.
8
JUAN PABLO II,
Discurso di clausura de la II Asamblea Extraordinaria del Sínodo de los Obispos, 7 de diciembre de 1985, n. 6. El mismo Pontífice, en la fase inicial de este Sínodo, durante el
Ángelus del 24 de noviembre de 1985, dijo: «La fe es el principio basilar, es el quicio, el criterio esencial de la renovación que pretendió el Concilio. De la fe se deriva la norma moral, el estilo de vida, la orientación práctica en cada una de las circunstancias».
9
IDEM., Constitución apostólica
Fidei depositum, 11 de octubre de 1992, n. 2.
10
Ibíd., n. 3.
11
Ibíd., n. 4.
12
BENEDICTO XVI, Carta apostólica
Porta fidei, n. 11.
13
IDEM.,
Discurso a los participantes en el Encuentro promovido por el Pontificio Consejo para la Promoción de la Nueva Evangelización, 15 de octubre de 2011.
14
IDEM., Carta apostólica
Porta fidei, n. 7.
15
Cf.
Ibíd., n. 12.
16
Dicha Comisión, constituida en la Congregación para la Doctrina de la Fe por mandato del Santo Padre Benedicto XVI, cuenta entre sus miembros a los Cardenales William Levada, Francis Arinze, Angelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Stani
ław Ryłko y Christoph Schönborn; a los Arzobispos Luis F. Ladaria y Salvatore Fisichella; y a los Obispos Mario del Valle Moronta Rodríguez, Gerhard Ludwig Müller y Raffaello Martinelli. 17
Catecismo de la Iglesia Católica, n. 150. 18
BENEDICTO XVI, Carta apostólica Porta fidei, n. 15. 19
CONCILIO ECUMÉNICO VATICANO II, Constitución dogmática Lumen gentium, n. 65. 20
BENEDICTO XVI, Carta apostólica Porta fidei, n. 13. 21
Ibid., n. 6. 22
CONCILIO ECUMÉNICO VATICANO II, Decreto Unitatis redintegratio, n. 1. 23
Las indicaciones que se ofrecen a las Conferencias Episcopales valen también, en modo análogo, para los Sínodos de obispos de las Iglesias patriarcales y arzobispales mayores y para las Asambleas de Iglesias sui iuris. 24
Concilio Ecuménico Vaticano II, Constitución dogmática Lumen gentium, n. 25. 25
Cf. BENEDICTO XVI, Carta apostólica Porta fidei, n. 13. 26
Ibid., n. 12. 27
Cf. JUAN PABLO II, Constitución apostólica Fidei depositum, n. 4. 28
Cf. BENEDICTO XVI, Carta apostólica Porta fidei, n. 8. 29
Ibíd., n. 12. 30
Ibíd., n. 10. 31
Ibíd., n. 9. 32
Cf. BENEDICTO XVI, Exhortación apostólica post sinodal Verbum Domini, 30 de septiembre de 2010, nn. 59-60 y 74. 33
IDEM., Carta apostólica Porta fidei, n. 8. 34
CONCILIO ECUMÉNICO VATICANO II, Decreto Apostolicam actuositatem, n. 2. 35
Cf. BENEDICTO XVI, Carta apostólica Porta fidei, n. 14. 36
CONCILIO ECUMÉNICO VATICANO II, Constitución pastoral Gaudium et spes, n. 1. 37
BENEDICTO XVI, Carta apostólica Porta fidei, n. 15. [00005-04.01] [Texto original: Español]
● TESTO IN LINGUA PORTOGHESE
CONGREGAÇÃO PARA A DOUTRINA DA FÉ
Nota com indicações pastorais para o Ano da Fé
Introdução
Com a Carta apostólica Porta fidei de 11 de outubro de 2011, o Santo Padre Bento XVI convocou um Ano da Fé. Ele começará no dia 11 de outubro 2012, por ocasião do qüinquagésimo aniversário da abertura do Concílio Ecumênico Vaticano II, e terminará aos 24 de novembro de 2013, Solenidade de Nosso Senhor Jesus Cristo, Rei do Universo.
Este ano será uma ocasião propícia a fim de que todos os fiéis compreendam mais profundamente que o fundamento da fé cristã é "o encontro com um acontecimento, com uma Pessoa que dá à vida um novo horizonte e, desta forma, o rumo decisivo".1 Fundamentada no encontro com Jesus Cristo ressuscitado, a fé poderá ser redescoberta na sua integridade e em todo o seu esplendor. "Também nos nossos dias a fé é um dom que se deve redescobrir, cultivar e testemunhar" para que o Senhor "conceda a cada um de nós viver a beleza e a alegria de sermos cristãos"2.
O início do Ano da Fé coincide com a grata recordação de dois grandes eventos que marcaram a face da Igreja nos nossos dias: o qüinquagésimo aniversário da abertura do Concílio Vaticano II, desejado pelo beato João XXIII (11 de outubro de 1962), e o vigésimo aniversário da promulgação do Catecismo da Igreja Católica, oferecido à Igreja pelo beato João Paulo II (11 de outubro de 1992).
O Concílio, segundo o Papa João XXIII, quis "transmitir pura e íntegra a doutrina, sem atenuações nem subterfúgios", empenhando-se para que "esta doutrina certa e imutável, que deve ser fielmente respeitada, seja aprofundada e exposta de forma a responder às exigências do nosso tempo"3. A este propósito, continua sendo de importância decisiva o início da Constituição dogmática Lumen gentium: "A luz dos povos é Cristo: por isso, este sagrado Concílio, reunido no Espírito Santo, deseja ardentemente iluminar com a Sua luz, que resplandece no rosto da Igreja, todos os homens, anunciando o Evangelho a toda a criatura (cfr. Mc. 16,15)"4. A partir da luz de Cristo, que purifica, ilumina e santifica na celebração da sagrada liturgia (cf. Constituição Sacrosanctum Concilium) e com a sua palavra divina (cf. Constituição dogmática Dei Verbum), o Concílio quis aprofundar a natureza íntima da Igreja (cf. Constituição dogmática Lumen gentium) e a sua relação com o mundo contemporâneo (cf. Constituição pastoral Gaudium et spes). Ao redor das suas quatro Constituições, verdadeiras pilastras do Concílio, se agrupam as Declarações e os Decretos, que enfrentam alguns dos maiores desafios do tempo.
Depois do Concílio, a Igreja se empenhou na assimilação (receptio) e na aplicação do seu rico ensinamento, em continuidade com toda a Tradição, sob a guia segura do Magistério. A fim de favorecer a correta assimilação do Concílio, os Sumos Pontífices convocaram amiúde o Sínodo dos Bispos5, instituído pelo Servo de Deus Paulo VI em 1965, propondo à Igreja orientações claras por meio das diversas Exortações apostólicas pós-sinodais. A próxima Assembléia Geral do Sínodo dos Bispos, no mês de outubro de 2012, terá como tema: A nova evangelização para a transmissão da fé cristã.
Desde o começo do seu pontificado, o Papa Bento XVI se empenhou de maneira decisiva por uma correta compreensão do Concílio, rechaçando como errônea a assim chamada "hermenêutica da descontinuidade e da ruptura" e promovendo aquele que ele mesmo chamou de "’hermenêutica da reforma’", da renovação na continuidade do único sujeito-Igreja, que o Senhor nos concedeu; é um sujeito que cresce no tempo e se desenvolve, permanecendo porém sempre o mesmo, único sujeito do Povo de Deus a caminho"6.
O Catecismo da Igreja Católica, pondo-se nesta linha, é, de um lado, "verdadeiro fruto do Concílio Vaticano II"7, e de outro pretende favorecer a sua assimilação. O Sínodo Extraordinário dos Bispos de 1985, convocado por ocasião do vigésimo aniversário da conclusão do Concílio Vaticano II e para efetuar um balanço da sua assimilação, sugeriu que fosse preparado este Catecismo a fim de oferecer ao Povo de Deus um compêndio de toda a doutrina católica e um texto de referência segura para os catecismos locais. O Papa João Paulo II acolheu a proposta como desejo "de responder plenamente a uma necessidade verdadeira da Igreja Universal e das Igrejas particulares"8. Redigido em colaboração com todo o Episcopado da Igreja Católica, este Catecismo "exprime verdadeiramente aquela a que se pode chamar a ‘sinfonia da fé’"9.
O Catecismo compreende "coisas novas e velhas (cf. Mt 13,52), porque a fé é sempre a mesma e simultaneamente é fonte de luzes sempre novas. Para responder a esta dupla exigência, o ‘Catecismo da Igreja Católica’ por um lado retoma a ‘antiga’ ordem, a tradicional, já seguida pelo Catecismo de São Pio V, articulando o conteúdo em quatro partes: o Credo; a sagrada Liturgia, com os sacramentos em primeiro plano; o agir cristão, exposto a partir dos mandamentos; e por fim a oração cristã. Mas, ao mesmo tempo, o conteúdo é com freqüência expresso de um modo ‘novo’, para responder às interrogações da nossa época"10. Este Catecismo é "um instrumento válido e legítimo a serviço da comunhão eclesial e como uma norma segura para o ensino da fé."11. Nele os conteúdos da fé encontram "a sua síntese sistemática e orgânica. Nele, de facto, sobressai a riqueza de doutrina que a Igreja acolheu, guardou e ofereceu durante os seus dois mil anos de história. Desde a Sagrada Escritura aos Padres da Igreja, desde os Mestres de teologia aos Santos que atravessaram os séculos, o Catecismo oferece uma memória permanente dos inúmeros modos em que a Igreja meditou sobre a fé e progrediu na doutrina para dar certeza aos crentes na sua vida de fé."12.
O Ano da Fé quer contribuir para uma conversão renovada ao Senhor Jesus e à redescoberta da fé, para que todos os membros da Igreja sejam testemunhas credíveis e alegres do Senhor ressuscitado no mundo de hoje, capazes de indicar a "porta da fé" a tantas pessoas que estão em busca. Esta "porta" escancara o olhar do homem para Jesus Cristo, presente no nosso meio "todos os dias, até o fim do mundo" (Mt 28, 20). Ele nos mostra como "a arte de viver" se aprende "numa relação profunda com Ele"13. "Com o seu amor, Jesus Cristo atrai a Si os homens de cada geração: em todo o tempo, Ele convoca a Igreja confiando-lhe o anúncio do Evangelho, com um mandato que é sempre novo. Por isso, também hoje é necessário um empenho eclesial mais convicto a favor duma nova evangelização, para descobrir de novo a alegria de crer e reencontrar o entusiasmo de comunicar a fé"14.
Por ordem do Papa Bento XVI15, a Congregação para a Doutrina da Fé redigiu a presente Nota, em acordo com os Dicastérios competentes da Santa Sé e com a contribuição do Comitê para a preparação do Ano da Fé16, com algumas indicações para viver este tempo de graça, sem excluir outras propostas que o Espírito Santo quiser suscitar entre os Pastores e os fiéis nas diversas partes do mundo.
Indicações
"Eu sei em quem pus a minha fé" (2 Tm 1, 12): esta palavra de São Paulo nos ajuda a compreender que "antes de mais, a fé é uma adesão pessoal do homem a Deus. Ao mesmo tempo, e inseparavelmente, é o assentimento livre a toda a verdade revelada por Deus"17. A fé como confiança pessoal no Senhor e a fé que professamos no Credo são inseparáveis, se atraem e se exigem reciprocamente. Existe uma ligação profunda entre a fé vivida e os seus conteúdos: a fé das testemunhas e dos confessores é também a fé dos apóstolos e dos doutores da Igreja.
Neste sentido, as seguintes indicações para o Ano da Fé desejam favorecer tanto o encontro com Cristo por meio de autênticas testemunhas da fé, quanto o conhecimento sempre maior dos seus conteúdos. Trata-se de propostas que visam solicitar, de maneira exemplificativa, a pronta responsabilidade eclesial diante do convite do Santo Padre a viver em plenitude este Ano como um especial "tempo de graça"18. A redescoberta alegre da fé poderá contribuir também a consolidar a unidade e a comunhão entre as diversas realidades que compõem a grande família da Igreja.
I. A nível da Igreja universal
1. O principal evento eclesial no começo do Ano da Fé será a XIII Assembléia Geral Ordinária do Sínodo dos Bispos, convocada pelo Papa Bento XVI para o mês de outubro de 2012 e dedicada à Nova evangelização para a transmissão da fé cristã. Durante este Sínodo, no dia 11 de outubro de 2012, acontecerá uma celebração solene de inauguração do Ano da Fé, recordando o qüinquagésimo aniversário de abertura do Concílio Vaticano II.
2. No Ano da Fé devem-se encorajar as romarias dos fiéis à Sé de Pedro, para ali professarem a fé em Deus Pai, Filho e Espírito Santo, unindo-se àquele que é chamado hoje a confirmar seus irmãos na fé (cf. Lc 22, 32). Será importante favorecer também as romarias à Terra Santa, lugar que por primeiro viu a presença de Jesus, o Salvador, e de Maria, sua mãe.
3. No decorrer deste Ano será útil convidar os fiéis a se dirigirem com devoção especial a Maria, figura da Igreja, que "reúne em si e reflete os imperativos mais altos da nossa fé"19. Assim pois deve-se encorajar qualquer iniciativa que ajude os fiéis a reconhecer o papel especial de Maria no mistério da salvação, a amá-la filialmente e a seguir a sua fé e as suas virtudes. A tal fim será muito conveniente organizar romarias, celebrações e encontros junto dos maiores Santuários.
4. A próxima Jornada Mundial da Juventude no Rio de Janeiro em 2013 oferecerá uma ocasião privilegiada aos jovens para experimentar a alegria que provém da fé no Senhor Jesus e da comunhão com o Santo Padre, na grande família da Igreja.
5. Deseja-se que sejam organizados simpósios, congressos e encontros de grande porte, também a nível internacional, que favoreçam o encontro com autênticos testemunhos da fé e o conhecimento dos conteúdos da doutrina católica. Demonstrando como também hoje a Palavra de Deus continua a crescer e a se difundir, será importante dar testemunho de que em Jesus Cristo "encontra plena realização toda a ânsia e anélito do coração humano"20 e que a fé "se torna um novo critério de entendimento e de ação que muda toda a vida do homem"21. Alguns congressos serão dedicados à redescoberta dos ensinamentos do Concílio Vaticano II.
6. Para todos os crentes, o Ano da Fé oferecerá uma ocasião favorável para aprofundar o conhecimento dos principais Documentos do Concílio Vaticano II e o estudo do Catecismo da Igreja Católica. Isto vale de modo particular para os candidatos ao sacerdócio, sobretudo durante o ano propedêutico ou nos primeiros anos dos estudos teológicos, para as noviças e os noviços dos Institutos de Vida Consagrada e das Sociedades de Vida Apostólica, bem como para aqueles que vivem um período de prova para incorporar-se a uma Associação ou a um Movimento eclesial.
7. Este Ano será a ocasião propícia para acolher com maior atenção as homilias, as catequeses, os discursos e as outras intervenções do Santo Padre. Os Pastores, as pessoas consagradas e os fiéis leigos serão convidados a um empenho renovado de efetiva e cordial adesão ao ensinamento do Sucessor de Pedro.
8. Durante o Ano da Fé, se deseja que haja várias iniciativas ecumênicas, em colaboração com o Pontifício Conselho para a Promoção da Unidade dos Cristãos, com o fim de invocar e favorecer "a restauração da unidade entre todos os cristãos" que é "um dos principais propósitos do sagrado Concílio Ecumênico Vaticano II"22. Em particular, acontecerá uma solene celebração ecumênica a fim de reafirmar a fé em Cristo por parte de todos os batizados.
9. Junto ao Pontifício Conselho para a Promoção da Nova Evangelização será instituída uma Secretaria especial para coordenar as diversas iniciativas relativas ao Ano da Fé, promovidas pelos vários Dicastérios da Santa Sé ou que tenham relevância para a Igreja universal. Será conveniente informar com tempo esta Secretaria sobre os principais eventos organizados: ela também poderá sugerir iniciativas oportunas a respeito. A Secretaria abrirá para tanto um site internet com a finalidade de oferecer todas as informações úteis para viver de modo eficaz o Ano da Fé.
10. Por ocasião da conclusão deste Ano, na Solenidade de Nosso Senhor Jesus Cristo Rei do Universo, acontecerá uma Eucaristia celebrada pelo Santo Padre, na qual se renovará solenemente a profissão de fé.
II. A nível das Conferências Episcopais23
1. As Conferências Episcopais poderão dedicar uma jornada de estudo ao tema da fé, do seu testemunho pessoal e da sua transmissão às novas gerações, na consciência da missão específica dos Bispos como mestres e "arautos da fé"24.
2. Será útil favorecer a republicação dos Documentos do Concílio Vaticano II, do Catecismo da Igreja Católica e do seu Compêndio, também em edições de bolso e econômicas, e a sua maior difusão possível com a ajuda dos meios eletrônicos e das tecnologias modernas.
3. Deseja-se um esforço renovado para traduzir os Documentos do Concílio Vaticano II e o Catecismo da Igreja Católica nas línguas em que ainda não existem. Encorajam-se as iniciativas de sustento caritativo para tais traduções nas línguas locais dos Países em terra de missão, onde as Igrejas particulares não podem arcar com as despesas. Tudo isto seja feito sob a guia da Congregação para a Evangelização dos Povos.
4. Os Pastores, haurindo das novas linguagens de comunicação, devem se empenhar para promover transmissões televisivas ou radiofônicas, filmes e publicações, também a nível popular e acessíveis a um grande público, sobre o tema da fé, dos seus princípios e conteúdos, como também sobre o significado eclesial do Concílio Vaticano II.
5. Os Santos e os Beatos são as autênticas testemunhas da fé25. Portanto será oportuno que as Conferências Episcopais se empenhem para difundir o conhecimento dos Santos do próprio território, utilizando também os modernos meios de comunicação social.
6. O mundo contemporâneo é sensível à relação entre fé e arte. Neste sentido, se aconselha às Conferências Episcopais a valorizar adequadamente, em função catequética e eventualmente em colaboração ecumênica, o patrimônio das obras de arte presentes nos lugares confiados à sua cura pastoral.
7. Os docentes nos Centros de estudos teológicos, nos Seminários e nas Universidades católicas são convidados a verificar a relevância, no exercício do próprio magistério, dos conteúdos do Catecismo da Igreja Católica e das implicações que daí derivam para as respectivas disciplinas.
8. Será útil preparar, com a ajuda de teólogos e autores competentes, subsídios de divulgação com caráter apologético (cf. 1 Pd 3, 15). Assim cada fiel poderá responder melhor às perguntas que se fazem nos diversos âmbitos culturais, ora no tocante aos desafios das seitas, ora aos problemas ligados ao secularismo e ao relativismo, ora "a uma série de interrogativos, que provêm duma diversa mentalidade que, hoje de uma forma particular, reduz o âmbito das certezas racionais ao das conquistas científicas e tecnológicas"26, como também a outras dificuldades específicas.
9. Deseja-se um controle dos catecismos locais e dos vários subsídios catequéticos em uso nas Igrejas particulares, para garantir a sua conformidade plena com o Catecismo da Igreja Católica27. No caso em que alguns catecismos ou subsídios não estejam em plena sintonia com o Catecismo, ou revelem algumas lacunas, poder-se-á encetar a elaboração de novos, eventualmente segundo o exemplo e a ajuda de outras Conferências Episcopais que já providenciaram à sua redação.
10. Será oportuna, em colaboração com a competente Congregação para a Educação Católica, um controle da presença dos conteúdos do Catecismo da Igreja Católica na Ratio da formação dos futuros sacerdotes e no Curriculum dos seus estudos teológicos.
III. A nível diocesano
1. Deseja-se uma celebração de abertura do Ano da Fé e uma solene conclusão do mesmo a nível de cada Igreja particular, ocasião para "confessar a fé no Senhor Ressuscitado nas nossas catedrais e nas igrejas do mundo inteiro"28.
2. Será oportuno organizar em cada Diocese do mundo uma jornada sobre o Catecismo da Igreja Católica, convidando especialmente os sacerdotes, as pessoas consagradas e os catequistas. Nesta ocasião, por exemplo, as Eparquias orientais católicas poderiam preparar um encontro com os sacerdotes para testemunhar a sensibilidade específica e a tradição litúrgica próprias ao interno da única fé em Cristo; assim as jovens Igrejas particulares nas terras de missão poderão ser convidadas a oferecer um testemunho renovado daquela alegria na fé que tanto as caracterizam.
3. Cada Bispo poderá dedicar uma sua Carta pastoral ao tema da fé, recordando a importância do Concílio Vaticano II e do Catecismo da Igreja Católica levando em conta as circunstâncias pastorais específicas da porção de fiéis a ele confiada.
4. Deseja-se que em cada Diocese, sob a responsabilidade do Bispo, sejam organizados momentos de catequese, destinados aos jovens e àqueles que estão em busca de um sentido para a vida, com a finalidade de descobrir a beleza da fé eclesial, e que sejam promovidos encontros com as testemunhas significativas da mesma.
5. Será oportuno controlar a assimilação (receptio) do Concílio Vaticano II e do Catecismo da Igreja Católica na vida e na missão de cada Igreja particular, especialmente em âmbito catequético. Neste sentido se deseja um empenho renovado por parte dos Ofícios catequéticos das Dioceses, os quais – com o apoio das Comissões para a Catequese das Conferências Episcopais ; têm o dever de providenciar à formação dos catequistas no que diz respeito aos conteúdos da fé.
6. A formação permanente do clero poderá ser concentrada, especialmente neste Ano da Fé, nos Documentos do Concílio Vaticano II e no Catecismo da Igreja Católica, tratando, por exemplo, de temas como "o anúncio do Cristo ressuscitado", "a Igreja, sacramento de salvação", "a missão evangelizadora no mundo de hoje", "fé e incredulidade", "fé, ecumenismo e diálogo interreligioso", "fé e vida eterna", "a hermenêutica da reforma na continuidade", "o Catecismo na preocupação pastoral ordinária".
7. Os Bispos são convidados a organizar, especialmente no período da quaresma, celebrações penitenciais nas quais se peça perdão a Deus, também e particularmente, pelos pecados contra a fé. Este Ano será também um tempo favorável para se aproximar com maior fé e maior freqüência do sacramento da Penitência.
8. Deseja-se um envolvimento do mundo acadêmico e da cultura por uma renovada ocasião de diálogo criativo entre fé e razão por meio de simpósios, congressos e jornadas de estudo, especialmente nas Universidades católicas, mostrando "que não é possível haver qualquer conflito entre fé e ciência autêntica, porque ambas, embora por caminhos diferentes, tendem para a verdade"29.
9. Será importante promover encontros com pessoas que, "embora não reconhecendo em si mesmas o dom da fé, todavia vivem uma busca sincera do sentido último e da verdade definitiva acerca da sua existência e do mundo"30, inspirando-se também nos diálogos do Pátio dos Gentios, organizados sob a guia do Conselho Pontifício para a Cultura.
10. O Ano da Fé poderá ser uma ocasião para prestar uma maior atenção às Escolas católicas, lugares próprios para oferecer aos alunos um testemunho vivo do Senhor e para cultivar a sua fé com uma referência oportuna à utilização de bons instrumentos catequéticos, como por exemplo, o Compêndio do Catecismo da Igreja Católica ou como o Youcat.
IV. A nível das paróquias / comunidades / associações / movimentos
1. Em preparação para o Ano da Fé, todos os fiéis são convidados a ler e meditar atentamente a Carta apostólica Porta fidei do Santo Padre Bento XVI.
2. O Ano da Fé "será uma ocasião propícia também para intensificar a celebração da fé na liturgia, particularmente na Eucaristia"31. Na Eucaristia, mistério da fé e fonte da nova evangelização, a fé da Igreja é proclamada, celebrada e fortalecida. Todos os fiéis são convidados a participar dela conscientemente, ativamente e frutuosamente, a fim de serem testemunhas autênticas do Senhor.
3. Os sacerdotes poderão dedicar maior atenção ao estudo dos Documentos do Concílio Vaticano II e do Catecismo da Igreja Católica, tirando daí fruto para a pastoral paroquial – a catequese, a pregação, a preparação aos sacramentos – e propondo ciclos de homilias sobre a fé ou sobre alguns dos seus aspectos específicos, como por exemplo "o encontro com Cristo", "os conteúdos fundamentais do Credo", "a fé e a Igreja"32.
4. Os catequistas poderão haurir sobremaneira da riqueza doutrinal do Catecismo da Igreja Católica e guiar, sob a responsabilidade dos respectivos párocos, grupos de fiéis à leitura e ao aprofundimento deste precioso instrumento, a fim de criar pequenas comunidades de fé e de testemunho do Senhor Jesus.
5. Deseja-se que nas paróquias haja um empenho renovado na difusão e na distribuição do Catecismo da Igreja Católica ou de outros subsídios adequados às famílias, que são autênticas igrejas domésticas e primeiro lugar da transmissão da fé, como por exemplo no contexto das bênçãos das casas, dos Batismos dos adultos, das Crismas, dos Matrimônios. Isto poderá contribuir para a confissão e aprofundimento da doutrina católica "nas nossas casas e no meio das nossas famílias, para que cada um sinta fortemente a exigência de conhecer melhor e de transmitir às gerações futuras a fé de sempre"33.
6. Será oportuno promover missões populares e outras iniciativas nas paróquias e nos lugares de trabalho para ajudar os fiéis a redescobrir o dom da fé batismal e a responsabilidade do seu testemunho, na consciência de que a vocação cristã "é também, por sua própria natureza, vocação ao apostolado"34.
7. Neste tempo, os membros dos Institutos de Vida Consagrada e das Sociedades de Vida Apostólica são solicitados a se empenhar na nova evangelização, com uma adesão renovada ao Senhor Jesus, pela contribuição dos próprios carismas e na fidelidade ao Santo Padre e à sã doutrina.
8. As Comunidades contemplativas durante o Ano da Fé dedicarão uma intenção de oração especial para a renovação da fé no Povo de Deus e para um novo impulso na sua transmissão às jovens gerações.
9. As Associações e os Movimentos eclesiais são convidados a serem promotores de iniciativas específicas, as quais, pela contribuição do próprio carisma e em colaboração com os Pastores locais, sejam inseridas no grande evento do Ano da Fé. As novas Comunidades e os Movimentos eclesiais, de modo criativo e generoso, saberão encontrar os modos mais adequados para oferecer o próprio testemunho de fé ao serviço da Igreja.
10. Todos os fiéis, chamados a reavivar o dom da fé, tentarão comunicar a própria experiência de fé e de caridade35 dialogando com os seus irmãos e irmãs, também com os das outras confissões cristãs, com os seguidores de outras religiões e com aqueles que não crêem ou são indiferentes. Deste modo se deseja que todo o povo cristão comece uma espécie de missão endereçada aqueles com os quais vive e trabalha, com consciência de ter recebido "a mensagem da salvação para a comunicar a todos"36.
Conclusão
A fé "é companheira de vida, que permite perceber, com um olhar sempre novo, as maravilhas que Deus realiza por nós. Solícita a identificar os sinais dos tempos no hoje da história, a fé obriga cada um de nós a tornar-se sinal vivo da presença do Ressuscitado no mundo"37. A fé é um ato pessoal e ao mesmo tempo comunitário: é um dom de Deus que deve ser vivenciado na grande comunhão da Igreja e deve ser comunicado ao mundo. Cada iniciativa para o Ano da Fé quer favorecer a alegre redescoberta e o testemunho renovado da fé. As indicações aqui oferecidas têm o fim de convidar todos os membros da Igreja ao empenho a fim de que este Ano seja a ocasião privilegiada para partilhar aquilo que o cristão tem de mais caro: Cristo Jesus, Redentor do homem, Rei do Universo, "autor e consumador da fé" (Heb 12, 2).
Roma, da Sede da Congregação para a Doutrina da Fé, aos 6 de janeiro de 2012, Solenidade da Epifania do Senhor.
William Card. Levada
Prefeito
Luis F. Ladaria, S.I.
Arcebispo titular de Thibica
Secretário
______________________________
1
BENTO XVI, Carta Enc. Deus caritas est, 25 de dezembro de 2005, n. 1. 2
ID., Homilia na Festa do Batismo do Senhor, 10 de janeiro 2010. 3
JOÃO XXIII, Discurso de solene abertura do Concílio Ecumênico Vaticano II, 11 de outubro de 1962. 4
CONC. ECUM. VAT. II, Const. dogm. Lumen gentium, n. 1. 5
As assembléias Ordinárias do Sínodo dos Bispos trataram os seguintes temas: A preservação e o fortalecimento da fé católica, a sua integridade, o seu vigor, o seu desenvolvimento, a sua coerência doutrinal e histórica (1967), O sacerdócio ministerial e a justiça no mundo (1971), A evangelização no mundo moderno (1974), A catequese no nosso tempo (1977), A família cristã (1980), A penitência e a reconciliação na missão da Igreja (1983), A vocação e a missão dos leigos na Igreja e no mundo (1987), A formação dos sacerdotes nas circunstâncias atuais (1991), A vida consagrada e a sua missão na Igreja e no mundo (1994), O Bispo: servidor do Evangelho de Jesus Cristo para a esperança do mundo (2001), A Eucaristia: fonte e ápice da vida e da missão da Igreja (2005), A Palavra de Deus na vida e na missão da Igreja (2008). 6
BENTO XVI, Discurso à Cúria Romana, 22 de dezembro de 2005. 7
ID. Carta ap. Porta fidei, n. 4. 8
JOÃO PAULO II, Discurso de conclusão da II Assembléia Extraordinária do Sínodo dos Bispos, 7 de dezembro de 1985, n. 6. O próprio Sumo Pontífice, na fase inicial do mesmo Sínodo, durante o Ângelus de 24 de novembro de 1985, dizia: "A fé é o princípio fundamental, é o cardo, o critério essencial da renovação querida pelo Concílio. Da fé deriva a norma, o estilo de vida, a orientação prática em qualquer circunstância". 9
ID., Const. ap. Fidei depositum, 11 de outubro de 1992, n. 2. 10
Ibid., n. 3 11
Ibid., n. 4. 12
BENTO XVI, Carta ap. Porta fidei, n. 11. 13
ID. Discurso aos participantes do Encontro promovido pelo Pontifício Conselho para a Promoção da Nova Evangelização, 15 de outubro de 2011. 14
ID. Carta ap. Porta fidei, n. 7. 15
Cf. ibid., n. 12 16
Este Comitê, constituído junto à Congregação para a Doutrina da Fé por mandato do Santo Padre Bento XVI, contará entre seus membros: os Cardeais William Levada, Francis Arinze, Ângelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Staniław Ryłko e Christoph Schönborn; gli Arcivescovi Luis F. Ladaria e Salvatore Fisichella; i Vescovi Maria Del Valle Moronta Rodriguez, Gerhard Ludwig Müller e Raffaello Martinelli. 17
Catecismo da Igreja Católica, n. 150. 18
BENTO XVI, Carta ap. Porta fidei, n. 15. 19
CONC. ECUM. VAT. II, Const. dogm. Lumen gentium, n. 65. 20
BENTO XVI, Carta ap. Porta fidei, n. 13. 21
Ibid., n. 6 22
CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Unitatis redintegratio, 1. 23
As indicações oferecidas às Conferências Episcopais valem de modo análogo também para os Sínodos dos Bispos das Igrejas Patriarcais e Arquiepiscopais Maiores e para as Assembléias dos Hierarcas das Igrejas sui iuris. 24
CONC. ECUM. VAT. II, Const. dogm. Lumen gentium, n. 25. 25
Cf. BENTO XVI, Carta ap. Porta fidei, n. 13. 26
Ibid., n. 12. 27
Cf. JOÃO PAULO II, Cons. Ap. Fidei depositum, n. 4. 28
BENTO XVI, Carta ap. Porta Fidei, n. 8. 29
Ibid., n. 12. 30
Ibid. n. 10. 31
Ibid., n. 9. 32
Cf. BENTO XVI, Exort. Ap. Pós-Sinodal Verbum Domini, 30 de setembro de 2010, nn. 59-60 e 74. 33
ID., Carta ap. Porta fidei, n. 8. 34
CONC. ECUM. VAT. II, Decr. Apostolicam actuositatem, n. 2. 35
Cf. BENTO XVI, Carta ap. Porta fidei, n. 14. 36
CONC. ECUM. VAT. II, Cost. Past. Gaudium et spes, n. 1. 37
BENTO XVI, Carta ap. Porta fidei, n. 15. [00005-06.01] [Texto original: Português]
● TESTO IN LINGUA POLACCA
KONGREGACJA NAUKI WIARY
Nota zawierająca wskazania duszpasterskie na Rok Wiary
Wprowadzenie
W Liście apostolskim Porta fidei z 11 października 2011 r., Ojciec Święty Benedykt XVI ogłosił Rok wiary. Rozpocznie się on 11 października 2012 r., w pięćdziesiątą rocznicę otwarcia Soboru Powszechnego Watykańskiego II, a zakończy się 24 listopada 2013 r., w uroczystość naszego Pana Jezusa Chrystusa, Króla Wszechświata.
Rok ten będzie okazją sprzyjającą temu, by wszyscy wierni głębiej zrozumieli, że fundamentem wiary chrześcijańskiej jest «spotkanie z wydarzeniem, z Osobą, która nadaje życiu nową perspektywę, a tym samym decydujące ukierunkowanie»1. Wiarę, opartą na spotkaniu ze Zmartwychwstałym Jezusem Chrystusem, będzie można odkrywać w jej integralności i w pełnym blasku. «Również w naszych czasach wiara jest darem, który trzeba na nowo odkryć, pielęgnować i dawać o nim świadectwo», ażeby Pan «sprawił, że każdy z nas doświadczy z radością, jak pięknie jest być chrześcijaninem»2.
Rozpoczęcie Roku Wiary zbiega się z pełnym wdzięczności upamiętnieniem dwóch wielkich wydarzeń, które ukształtowały oblicze Kościoła naszych dni: pięćdziesiątą rocznicą otwarcia Soboru Watykańskiego II, który zwołał błogosławiony Jan XXIII (11 października 1962 r.), i dwudziestą rocznicą ogłoszenia Katechizmu Kościoła Katolickiego, ofiarowanego Kościołowi przez błogosławionego Jana Pawła II (11 października 1992 r.).
Sobór, według Papieża Jana XXIII, miał na celu «przekazanie czystej i nieskażonej nauki katolickiej bez łagodzenia jej bądź przeinaczania», i starał się aby «ta pewna i niezmienna nauka, która musi być wiernie respektowana, została pogłębiona i przedstawiona w sposób odpowiadający potrzebom naszych czasów»3. W tym kontekście decydujące znaczenie ma początek Konstytucji dogmatycznej Lumen gentium: «Światłością narodów jest Chrystus, dlatego obecny Sobór święty, zgromadzony w Duchu Świętym, gorąco pragnie oświecić wszystkich ludzi Jego blaskiem jaśniejącym na obliczu Kościoła, głosząc Ewangelię wszelkiemu stworzeniu (por. Mk 16, 15)»4. W świetle Chrystusa, które oczyszcza i uświęca w świętej liturgii (por. Konstytucja Sacrosanctum concilium) i na podstawie Jego Bożego Słowa (por. Konstytucja dogmatyczna Dei verbum), Sobór pragnął pogłębić wewnętrzną naturę Kościoła (por. Konstytucja dogmatyczna Lumen gentium) i jego więź ze współczesnym światem (por. Konstytucja duszpasterska Gaudium et spes). Obok tych czterech Konstytucji, prawdziwych filarów Soboru, powstały Deklaracje i Dekrety, które podejmują największe wyzwania czasu.
Po Soborze nastąpił okres recepcji i stosowania jego bogatego nauczania przez Kościół, w ciągłości z całą Tradycją, pod bezpiecznym przewodnictwem Magisterium. Aby ułatwić poprawną recepcję Soboru, Papieże kilka razy zwoływali Synod Biskupów5, który został ustanowiony przez Sługę Bożego Pawła VI w 1965 r., a następnie dawali Kościołowi jasne wskazania w posynodalnych adhortacjach apostolskich. Obrady najbliższego Zgromadzenia Ogólnego Synodu Biskupów, które odbędzie się w październiku 2012 r., będą się toczyły na temat: Nowa ewangelizacja mająca na celu przekazywanie wiary chrześcijańskiej.
Od początku swego Pontyfikatu, Papież Benedykt XVI zdecydowanie zabiegał o poprawne pojmowanie Soboru, odrzucając jako błędną tak zwaną «hermeneutykę nieciągłości i zerwania z przeszłością» i opowiadając się za – jak powiedział – «'hermeneutyką reformy', odnowy zachowującego ciągłość jedynego podmiotu-Kościoła, który dał nam Pan; ten podmiot w miarę upływu czasu rośnie i rozwija się, zawsze jednak pozostaje tym samym, jedynym podmiotem – Ludem Bożym w drodze»6.
Katechizm Kościoła Katolickiego, w myśl tego, z jednej strony stanowi «autentyczny owoc Soboru Watykańskiego II»7, a z drugiej pragnie ułatwiać jego recepcję. Nadzwyczajny Synod Biskupów z 1985 r., zwołany z okazji dwudziestej rocznicy zamknięcia Soboru Watykańskiego II i aby dokonać bilansu odnośnie do jego recepcji, zasugerował opracowanie tego Katechizmu, aby ofiarować Ludowi Bożemu kompendium całej nauki katolickiej i pewny tekst, stanowiący punkt odniesienia dla katechizmów lokalnych. Papież Jan Paweł II uznał tę propozycję za pragnienie które «odpowiada w pełni prawdziwej potrzebie Kościoła powszechnego i Kościołów partykularnych»8. Ten Katechizm, zredagowany we współpracy z całym episkopatem Kościoła katolickiego, «wyraża rzeczywiście to, co można nazwać 'symfonią' wiary»9.
Katechizm zawiera «rzeczy nowe i stare (por. Mt 13, 52), ponieważ wiara pozostaje zawsze ta sama, a zarazem jest źródłem wciąż nowych świateł. Aby spełnić ten podwójny wymóg Katechizm Kościoła Katolickiego z jednej strony przejmuje 'dawny' tradycyjny układ, zastosowany już w Katechizmie Piusa V, ujmując treść w czterech częściach: Wyznanie wiary (Credo); Liturgia święta ze szczególnym uwypukleniem sakramentów; zasady chrześcijańskiego postępowania wyłożone na podstawie przykazań; wreszcie modlitwa chrześcijańska. Zarazem jednak treść jest często ujęta w 'nowy' sposób, by odpowiadać na pytania stawiane przez naszą epokę»10. Ten Katechizm jest «pożytecznym i właściwym narzędziem służącym umacnianiu komunii Kościoła» i «bezpieczną normą nauczania prawd wiary»11. Treści wiary znajdują w Katechizmie systematyczną i organiczną syntezę. «W nim bowiem staje się widoczne bogactwo nauczania, które Kościół przyjął, zachował i przedstawiał na przestrzeni dwóch tysiącleci swej historii. Od Pisma Świętego po ojców Kościoła, od mistrzów teologii po świętych, którzy żyli na przestrzeni wieków, Katechizm stanowi trwały zapis wielu sposobów, w jakie Kościół medytował nad wiarą i rozwijał nauczanie, aby dać wiernym pewność w ich życiu wiary»12.
Rok Wiary chce przyczynić się do nawrócenia na nowo do Pana Jezusa i odkrycia wiary, aby wszyscy członkowie Kościoła stali się wiarygodnymi i radosnymi świadkami Zmartwychwstałego Pana w dzisiejszym świecie, potrafiącymi wskazać tak licznym osobom poszukującym 'bramę wiary'. Ta 'brama' otwiera człowiekowi oczy na Jezusa Chrystusa, który jest z nami «przez wszystkie dni, aż do skończenia świata» (Mt 28, 20). On pokazuje nam, że «sztuki życia» uczy się «w mocnych relacjach z Nim»13. «Swoją miłością Jezus Chrystus przyciąga do siebie ludzi z każdego pokolenia: w każdym czasie zwołuje On Kościół, powierzając mu głoszenie Ewangelii, nakazem, który zawsze jest nowy. Z tego względu także dziś potrzeba bardziej przekonanego zaangażowania Kościoła na rzecz nowej ewangelizacji, aby na nowo odkryć w wierzeniu radość i odnaleźć zapał do przekazywania wiary»14.
Na polecenie Papieża Benedykta XVI15, Kongregacja Nauki Wiary zredagowała, w porozumieniu z właściwymi dykasteriami Stolicy Apostolskiej i z udziałem Komitetu ds. przygotowania Roku Wiary16, niniejszą Notę zawierającą pewne wskazania odnośnie do tego czasu łaski, nie wykluczające innych propozycji, którymi Duch Święty zechce natchnąć Pasterzy i wiernych w różnych częściach świata.
Wskazania
«Wiem, komu uwierzyłem » (2 Tm 1, 12): te słowa świętego Pawła pomagają nam zrozumieć, że wiara «jest najpierw osobowym przylgnięciem człowieka do Boga; równocześnie i w sposób nierozdzielny jest ona dobrowolnym uznaniem całej prawdy, którą Bóg objawił»17. Wiara jako zawierzenie osoby Bogu i wiara, którą wyrażamy w Wyznaniu Wiary (Credo) są nierozerwalne, wzajemnie do siebie nawiązują i jedna wymaga drugiej. Istnieje głęboki związek pomiędzy życiem wiarą i jej treścią: wiara świadków i wyznawców jest także wiarą apostołów i doktorów Kościoła.
Z tego względu poniższe wskazania na Rok Wiary mają być pomocne tak w spotkaniu Chrystusa poprzez autentycznych świadków wiary, jak również w coraz lepszym poznaniu treści wiary. Są to propozycje, które mają na celu pobudzenie w przykładowy sposób wspólnoty kościelnej do odpowiedzialnej odpowiedzi na wezwanie Ojca Świętego do przeżywania w pełni tego Roku, jako specjalnego «czasu łaski»18. Radosne odkrycie wiary będzie mogło także wpłynąć na umocnienie jedności i wspólnoty różnych środowisk, które tworzą wielką rodzinę Kościoła.
I. Na płaszczyźnie Kościoła Powszechnego
1. Głównym wydarzeniem kościelnym na początku Roku Wiary będzie XIII Zwyczajne Zgromadzenie Ogólne Synodu Biskupów, zwołane przez Papieża Benedykta XVI, poświęcone Nowej ewangelizacji mającej na celu przekazywanie wiary chrześcijańskiej, które odbędzie się w październiku 2012 r. W czasie tego Synodu, w dniu 11 października 2012 r., odbędzie się uroczysta Msza św. na rozpoczęcie Roku Wiary, we wspomnienie pięćdziesiątej rocznicy otwarcia Soboru Watykańskiego II.
2. W Roku Wiary należy zachęcać wiernych, by pielgrzymowali do Stolicy Piotrowej, aby tam złożyć wyznanie wiary w Boga Ojca, Syna i Ducha Świętego, w jedności z tym, który dziś wezwany jest, by utwierdzać w wierze swoich braci (por. Łk 22, 32). Ważną rzeczą będzie także zachęcanie do udziału w pielgrzymkach do Ziemi Świętej, miejsca związanego z obecnością Jezusa, Zbawiciela, i Maryi, Jego Matki.
3. W czasie tego Roku pożyteczne będzie zachęcanie wiernych, by zwracali się ze szczególną pobożnością do Maryi, pierwowzoru Kościoła, która «łączy w sobie w pewien sposób i odzwierciedla najważniejsze treści wiary»19. Należy zatem popierać wszelkie inicjatywy, które pomogą wiernym uznać na nowo szczególną rolę Maryi w tajemnicy zbawienia, kochać Ją miłością synowską i naśladować Jej wiarę i cnoty. Bardzo stosowne będzie w związku z tym organizowanie pielgrzymek, nabożeństw i spotkań w głównych Sanktuariach.
4. Najbliższy Światowy Dzień Młodzieży w Rio de Janeiro w lipcu 2013 r. będzie nadzwyczajną okazją dla młodych ludzi, aby doświadczyli radości płynącej z wiary w Pana Jezusa i ze wspólnoty z Ojcem Świętym, w wielkiej rodzinie Kościoła.
5. Pożądane będzie organizowanie sympozjów, zjazdów i zebrań na wielką skalę, także na szczeblu międzynarodowym, sprzyjające stykaniu się z autentycznymi świadectwami wiary i pogłębieniu znajomości treści nauki katolickiej. Ważne jest, by ukazywaniu, że również dzisiaj Słowo Boże ustawicznie wzrasta i się rozprzestrzenia, towarzyszyło świadectwo, że w Jezusie Chrystusie «znajduje pełny sens wszelka udręka i tęsknota ludzkiego serca»20 i że wiara «staje się nowym kryterium myślenia i działania, które przemienia całe życie człowieka»21. Niektóre ze spotkań będą poświęcone w szczególności przypomnieniu na nowo nauczania Soboru Watykańskiego II.
6. Dla wszystkich wierzących Rok Wiary będzie okazją sprzyjającą pogłębieniu znajomości głównych dokumentów Soboru Watykańskiego II i studiowaniu Katechizmu Kościoła Katolickiego. W specjalny sposób dotyczy to kandydatów do kapłaństwa, przede wszystkim w roku propedeutycznym czy w pierwszych latach studiów teologicznych, nowicjuszy i nowicjuszki Instytutów Życia Konsekrowanego i Stowarzyszeń Życia Apostolskiego, jak też tych, którzy odbywają formację przed przyjęciem do Stowarzyszenia czy do Ruchu kościelnego.
7. Rok będzie okazją sprzyjającą bardziej uważnemu zapoznawaniu się z homiliami, katechezami, przemówieniami i innymi wystąpieniami Ojca Świętego. Pasterze Kościoła, osoby konsekrowane i wierni świeccy będą zachęcani do tego, by z odnowionym zaangażowaniem rzeczywiście całym sercem przyjmowali nauczanie Następcy św. Piotra.
8. W czasie Roku Wiary, pożądane będzie promowanie we współpracy z Papieską Radą ds. Popierania Jedności Chrześcijan, różnych inicjatyw ekumenicznych, które będą przypominały i wspierały «przywrócenia jedności między wszystkimi uczniami Chrystusa», co jest «jednym z głównych zamierzeń świętego Soboru Powszechnego Watykańskiego II»22. W szczególności, odbędzie się uroczyste nabożeństwo ekumeniczne, aby potwierdzić wiarę wszystkich ochrzczonych w Chrystusa.
9. Przy Papieskiej Radzie ds. Krzewienia Nowej Ewangelizacji będzie utworzony specjalny Sekretariat, który zajmie się koordynacją różnych inicjatyw związanych z Rokiem Wiary, podejmowanych przez poszczególne dykasterie Stolicy Apostolskiej, bądź istotnych z punktu widzenia Kościoła powszechnego. Byłoby wskazanym informować wcześniej tenże Sekretariat o organizowaniu większych wydarzeń; on też będzie mógł podsuwać sugestie odnośnie do tych inicjatyw. Sekretariat otworzy specjalną stronę internetową, aby udzielać wszelkich użytecznych informacji, które będą pomocne w owocnym przeżywaniu Roku Wiary.
10. Na zakończenie Roku, w uroczystość naszego Pana Jezusa Chrystusa, Króla Wszechświata, Ojciec Święty odprawi Eucharystię, aby uroczyście na nowo dokonać wyznania wiary.
II. Na płaszczyźnie Konferencji Biskupów23
1. Konferencje Biskupów będą mogły zorganizować dzień studyjny, poświęcony wierze, osobistemu świadectwu o niej i przekazywaniu jej nowym pokoleniom, ze świadomością szczególnej misji Biskupów jako nauczycieli i «zwiastunów wiary»24.
2. Rzeczą użyteczną będzie wsparcie wznowienia publikacji dokumentów Soboru Watykańskiego II, Katechizmu Kościoła Katolickiego i jego Kompendium, także w formie wydań kieszonkowych i tanich, jak też szersze ich rozpowszechnianie za pomocą narzędzi elektronicznych i nowoczesnych technologii.
3. Pożądane jest odnowienie zaangażowania, aby dokumenty Soboru Watykańskiego II i Katechizm Kościoła Katolickiego zostały przełożone na języki, w których ich przekłady jeszcze nie istnieją. Zachęca się do podejmowania inicjatyw charytatywnych mających na celu finansowanie tłumaczeń na języki lokalne krajów na terenach misyjnych, gdzie Kościoły lokalne nie są w stanie pokryć związanych z tym wydatków. Inicjatywy tego typu powinny być podejmowane pod kierunkiem Kongregacji ds. Ewangelizacji Narodów.
4. Pasterze, wykorzystując nowe języki komunikacji, będą się starali promować programy telewizyjne czy radiowe, filmy i publikacje, przystępne, a także przeznaczone dla ludzi prostych i dla szerokiej publiczności, na temat wiary, jej zasad i treści, a także eklezjalnego znaczenia Soboru Watykańskiego II.
5. Autentycznymi świadkami wiary są święci i błogosławieni25. Dlatego też Konferencje Biskupów powinny zaangażować się w popularyzowanie znajomości rodzimych świętych, również z wykorzystaniem nowoczesnych środków komunikacji społecznej.
6. Współczesny świat jest wrażliwy na związek wiary i sztuki. Dlatego zaleca się Konferencjom Biskupów, by odpowiednio dowartościowały również w działalności katechetycznej i w ewentualnej współpracy ekumenicznej, dziedzictwo dzieł sztuki, które znajduje się w miejscach powierzonych ich trosce pasterskiej.
7. Nauczyciele wykładający w ośrodkach studiów teologicznych, w seminariach i na uniwersytetach katolickich proszeni są o zweryfikowanie, czy w ich nauczaniu treści Katechizmu Kościoła Katolickiego odgrywają istotną rolę i co z tego wynika w odniesieniu do wykładanych przez nich dyscyplin.
8. Warto będzie przygotować, z pomocą teologów i kompetentnych autorów, popularyzatorskich materiałów o charakterze apologetycznym (por. 1 P 3, 15). Wierni będą mogli tym samym lepiej odpowiadać na pytania, które pojawiają się w różnych dziedzinach kultury, czy to w związku z wyzwaniem jakie stanowią sekty, czy w odniesieniu do problemów związanych z sekularyzmem i relatywizmem, czy do «pytań, wynikających ze zmiany mentalności, która zwłaszcza w obecnych czasach zawęża zakres tego, co racjonalnie pewne, do osiągnięć naukowych i technologicznych»26, bądź w związku z innymi konkretnymi trudnościami.
9. Pożądane będzie przeanalizowanie lokalnych katechizmów i różnych pomocy katechetycznych używanych w Kościołach lokalnych, by zapewnić pełną ich zgodność z Katechizmem Kościoła Katolickiego27. Gdyby okazało się, że pewne katechizmy czy pomoce do katechezy nie są w pełni zgodne z Katechizmem, czy też występują w nich braki, będzie można rozpocząć opracowywanie ich nowych wersji, ewentualnie idąc w ślady czy korzystając z pomocy innych Konferencji Biskupów, które już o to zadbały.
10. Stosowną rzeczą będzie ocenienie, we współpracy z kompetentną w tym zakresie Kongregacją Edukacji Katolickiej, na ile treści Katechizmu Kościoła Katolickiego są obecne w Ratio formacji przyszłych kapłanów i w Curriculum ich studiów teologicznych.
III. Na płaszczyźnie diecezjalnej
1. Pożądane będzie, aby w każdym Kościele lokalnym odbyła się Msza św. na otwarcie Roku Wiary i na jego uroczyste zakończenie, by «wyznawać wiarę w zmartwychwstałego Pana w naszych katedrach i kościołach całego świata»28.
2. Warto będzie zorganizować w każdej diecezji dzień poświęcony Katechizmowi Kościoła Katolickiego, zapraszając do udziału w nim zwłaszcza kapłanów, osoby konsekrowane i katechetów. Z tej okazji, wschodnie eparchie katolickie na przykład, będą mogły zorganizować spotkanie z kapłanami, by złożyć świadectwo swojej specyficznej wrażliwości i tradycji liturgicznej w łonie jednej wiary w Chrystusa; podobnie można zachęcić młode Kościoły lokalne na terenach misyjnych, by dały nowe świadectwo swej radości wiary, która tak mocno je wyróżnia.
3. Każdy Biskup będzie mógł poświęcić List pasterski tematowi wiary, przypominając znaczenie Soboru Watykańskiego II i Katechizmu Kościoła Katolickiego w specyficznym kontekście duszpasterskim powierzone jego pieczy wspólnoty wiernych .
4. Pożądane będzie, by w każdej diecezji, pod kierunkiem Biskupa, zostały zorganizowane katechezy dla młodych i dla tych, którzy poszukują sensu życia, aby pomóc im w odkryciu piękna wiary Kościoła, oraz były urządzane spotkania z jej znaczącymi świadkami.
5. Stosowne będzie dokonanie oceny recepcji Soboru Watykańskiego II i Katechizmu Kościoła Katolickiego w życiu i misji każdego pojedynczego Kościoła lokalnego, w szczególności w zakresie katechezy. W związku z tym pożądane jest odnowione zaangażowanie ze strony wydziałów katechetycznych w diecezjach, które – przy wsparciu Komisji Katechetycznych Konferencji Biskupów – mają za zadanie zajmować się formacją katechetów w zakresie treści wiary.
6. Stałą formację duchowieństwa będzie można oprzeć, szczególnie w tym Roku Wiary, na dokumentach Soboru Watykańskiego II i na Katechizmie Kościoła Katolickiego, rozważając, przykładowo, takie tematy jak: „przepowiadanie Chrystusa Zmartwychwstałego", „Kościół jako sakrament zbawienia", „misja ewangelizacyjna w dzisiejszym świecie", „wiara i niewiara", „wiara, ekumenizm i dialog międzyreligijny", „wiara i życie wieczne", „hermeneutyka reformy z zachowaniem ciągłości", „Katechizm w zwyczajnej opiece duszpasterskiej".
7. Zachęca się Biskupów do organizowania, zwłaszcza w okresie wielkopostnym, nabożeństw pokutnych, w czasie których prosić się będzie o przebaczenie Boże, także i w szczególności za grzechy przeciwko wierze. Ten Rok będzie również czasem sprzyjającym przystępowaniu z większą wiarą i częściej do sakramentu Pokuty.
8. Pożądane będzie nawiązanie kontaktu ze światem nauki i kultury i stwarzanie nowych okazji do twórczego dialogu wiary i rozumu, poprzez sympozja, kongresy i dni studyjne, zwłaszcza na uniwersytetach katolickich, aby pokazać, «że nie może być konfliktu między wiarą a prawdziwą nauką, ponieważ obie, choć różnymi drogami, dążą do prawdy»29.
9. Ważne będzie organizowanie spotkań z osobami, które «choć nie twierdzą, że mają dar wiary, szczerze poszukują ostatecznego sensu i definitywnej prawdy o swym istnieniu i świecie»30, inspiracją dla tego typu spotkań może być dialog w ramach Dziedzińca Pogan, nawiązany przez Papieską Radę Kultury.
10. Rok Wiary będzie mógł dostarczyć okazję do poświęcenia większej uwagi szkołom katolickim, które są właściwym miejscem, by przedstawiać uczniom żywe świadectwo o Panu i rozwijać ich wiarę, z odpowiednim wykorzystaniem narzędzi katechetycznych, takich jak na przykład Kompendium Katechizmu Kościoła Katolickiego czy Youcat.
IV. W parafiach / wspólnotach / stowarzyszeniach / ruchach
1. W przygotowaniu do Roku Wiary, wszystkich wiernych zachęca się do czytania i uważnej medytacji Listu apostolskiego Porta fidei Ojca Świętego Benedykta XVI.
2. Rok Wiary «będzie to też dobra okazja, by z większym zaangażowaniem celebrować wiarę w liturgii, a zwłaszcza w Eucharystii»31. W Eucharystii, która jest tajemnicą wiary i źródłem nowej ewangelizacji, wiara Kościoła jest głoszona, celebrowana i umacniana. Wszystkich wiernych zachęca się do brania w niej udziału świadomie, aktywnie i owocnie, by byli autentycznymi świadkami Pana.
3. Kapłani będą mogli poświęcić więcej uwagi studium dokumentów Soboru Watykańskiego II i Katechizmu Kościoła Katolickiego, by wykorzystać jego owoce w duszpasterstwie parafialnym – katechezie, przepowiadaniu, przygotowaniu do sakramentów – przygotowując cykle homilii na temat wiary czy pewnych jej specyficznych aspektów, jak na przykład, „spotkanie z Chrystusem", „podstawowe treści Credo", „wiara i Kościół" 32.
4. Katecheci powinni obficiej czerpać z doktrynalnego bogactwa Katechizmu Kościoła Katolickiego i organizować, pod nadzorem proboszczów, grupy wiernych oddające się lekturze i wspólnemu zgłębianiu tego cennego narzędzia, aby tworzyć małe wspólnoty wiary i świadectwa o Panu Jezusie.
5. Pożądane jest, by z odnowionym zapałem był propagowany i rozprowadzany Katechizm Kościoła Katolickiego bądź inne pomoce odpowiednie dla rodzin, prawdziwych kościołów domowych i pierwszych miejsc przekazywania wiary, na przykład przy okazji błogosławienia domów, Chrztów dorosłych, Bierzmowań, Małżeństwa. Może to sprzyjać przyjęciu i pogłębieniu nauki katolickiej «w naszych domach i rodzinach, aby każdy silnie odczuł potrzebę lepszego zrozumienia i przekazywania przyszłym pokoleniom odwiecznej wiary»33.
6. Stosowne będzie popieranie misji ludowych i innych inicjatyw, w parafiach i miejscach pracy, by pomóc wiernym w odkryciu daru, jakim jest wiara chrzcielna, i odpowiedzialności za dawanie o niej świadectwa, ze świadomością, że powołanie chrześcijańskie «jest z natury swojej również powołaniem do apostolstwa»34.
7. W tym okresie zachęca się członków Instytutów Życia Konsekrowanego i Stowarzyszeń Życia Apostolskiego do zaangażowania się w nową ewangelizację, poprzez przylgnięcie na nowo do Chrystusa, dzięki własnym charyzmatom i wierności Ojcu Świętemu i zdrowej doktrynie.
8. W czasie Roku Wiary Wspólnoty kontemplacyjne szczególną intencję modlitwy poświęcą odnowie wiary Ludu Bożego i nowemu zaangażowaniu w jej przekazywanie młodym pokoleniom.
9. Stowarzyszenia i Ruchy kościelne wzywa się, by podejmowały specyficzne inicjatywy, które dzięki ich charyzmatom i we współpracy z lokalnymi Pasterzami, zostaną włączone w wielkie wydarzenie Roku Wiary. Nowe Wspólnoty i Ruchy kościelne, w sposób twórczy i wielkoduszny znajdą odpowiednie sposoby, by złożyć swe świadectwo wiary w służbie Kościołowi.
10. Wszyscy wierni, wezwani do odnowienia daru wiary, będą się starali przekazywać własne doświadczenie wiary i miłości35 w dialogu ze swymi braćmi i siostrami, także należącymi do innych wyznań chrześcijańskich, z wyznawcami innych religii i z tymi, którzy nie wierzą lub są obojętni. Pragnie się, by w ten sposób wszyscy chrześcijanie rozpoczęli swego rodzaju misję wobec osób, wśród których żyją i pracują, ze świadomością, że «przyjęli orędzie zbawienia, aby przedstawiać je wszystkim»36.
Zakończenie
Wiara «jest towarzyszką życia, pozwalającą nam dostrzegać wciąż na nowo cuda, które czyni dla nas Bóg. Wiara, która stara się rozpoznawać znaki czasu we współczesności, zobowiązuje każdego z nas do stawania się żywymi znakami obecności Zmartwychwstałego w świecie»37. Wiara jest aktem osoby i zarazem wspólnoty: jest darem Boga, a żyje się nim w wielkiej wspólnocie Kościoła i musi on być przekazany światu. Każda inicjatywa podjęta w ramach Roku Wiary chce wspierać radosne odkrycie i odnowione świadectwo wiary. Zaproponowane tu wskazania mają na celu pobudzenie wszystkich członków Kościoła do zaangażowania się, ażeby ten Rok stał się owocną okazją do dzielenia się tym, co dla chrześcijanina jest najdroższe: Chrystusem Jezusem, Odkupicielem człowieka, Królem Wszechświata, «który nam w wierze przewodzi i ją wydoskonala» (Hbr 12, 2).
Rzym, w siedzibie Kongregacji Nauki Wiary, 6 stycznia 2012 r., w uroczystość Objawienia Pańskiego.
William Kard. Levada
Prefekt
Luis F. Ladaria, S.I.
Arcybiskup tytularny Thibica
Sekretarz
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1
BENEDYKT XVI, Encyklika Deus caritas est, 25 grudnia 2005 r., 1. 2
BENEDYKT XVI, Homilia w święto Chrztu Pańskiego, 10 stycznia 2010 r. 3
JAN XXIII, Przemówienie w czasie uroczystego otwarcia Ekumenicznego Soboru Watykańskiego II, 11 października 1962 r. 4
SOBÓR WATYKAŃSKI II, Konstytucja dogmatyczna Lumen gentium, 1. 5
Zwyczajne Zgromadzenia Synodu Biskupów poruszały następujące tematy: Zachowanie i umocnienie wiary katolickiej, jej integralności, żywotności, rozwoju, spójności doktrynalnej i historycznej (1967), Kapłaństwo sakramentalne i sprawiedliwość w świecie (1971), Ewangelizacja we współczesnym świecie (1974), Katechizacja w naszych czasach (1977), Zadania rodziny chrześcijańskiej we współczesnym świecie (1980), Pojednanie i pokuta w posłudze Kościoła (1983), Powołanie i misja świeckich w Kościele i w świecie po Soborze Watykańskim II (1987), Formacja kapłanów we współczesnym świecie (1991), Życie konsekrowane i jego misja w Kościele i w świecie (1994), Biskup sługą Ewangelii Jezusa Chrystusa dla nadziei świata (2001), Eucharystia źródłem i szczytem życia oraz misji Kościoła (2005), Słowo Boże w życiu i misji Kościoła (2008). 6
BENEDYKT XVI, Przemówienie do Kurii Rzymskiej, 22 grudnia 2005 r. 7
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 4. 8
JAN PAWEŁ II, Przemówienie na zamknięcie II Nadzwyczajnego Zgromadzenia Ogólnego Synodu Biskupów, 7 grudnia 1985 r., n. 6. Papież, po otwarciu tego Synodu, podczas spotkania poprzedzającego modlitwę Anioł Pański 24 listopada 1985 r. powiedział: «Wiara jest podstawową zasadą, fundamentem, zasadniczym kryterium odnowy, której pragnął Sobór. Z niej wywodzą się normy moralne, styl życia, wybór kierunku działania w każdej sytuacji». 9
JAN PAWEŁ II, Konstytucja apostolska Fidei depositum, 11 października 1992 r., 2. 10
Tamże, 3. 11
Tamże, 4. 12
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 11. 13
BENEDYKT XVI, Przemówienie do uczestników spotkania zorganizowanego przez Papieską Radę ds. Krzewienia Nowej Ewangelizacji, 15 października 2011 r. 14
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 7. 15
Por. tamże, 12. 16
Wspomniany Komitet utworzony przy Kongregacji Nauki Wiary, na polecenie Ojca Świętego Benedykta XVI, składa się z następujących osób: kardynałowie – William Levada, Francis Arinze, Angelo Bagnasco, Ivan Dias, Francis E. George, Zenon Grocholewski, Marc Ouellet, Mauro Piacenza, Jean-Pierre Ricard, Stanisław Ryłko i Christoph Schönborn; arcybiskupi – Luis F. Ladaria i Salvatore Fisichella; biskupi – Mario Del Valle Moronta Rodríguez, Gerhard Ludwig Müller i Raffaello Martinelli. 17
Katechizm Kościoła Katolickiego, n. 150. 18
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 15. 19
SOBÓR WATYKAŃSKI II, Konstytucja dogmatyczna Lumen gentium, 65. 20
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 13. 21
Tamże, 6. 22
SOBÓR WATYKAŃSKI II, Dekret Unitatis redintregratio, 1. 23
Wskazania dla Konferencji Biskupów odnoszą się też do Synodów Biskupów Kościołów Patriarchalnych i Arcybiskupich Większych, jak też wobec Zgromadzeń Hierarchów Kościołów sui iuris. 24
SOBÓR WATYKAŃSKI II, Konstytucja dogmatyczna Lumen gentium, 25. 25
Por. BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 13. 26
Tamże, 12. 27
Por. JAN PAWEŁ II, Konstytucja apostolska Fidei depositum, 4. 28
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 8. 29
Tamże, 12. 30
Tamże, 10. 31
Tamże, 9. 32
Por. BENEDYKT XVI, Posynodalna adhortacja apostolska Verbum Domini, 30 września 2010 r., 59-60 i 74. 33
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 8. 34
SOBÓR WATYKAŃSKI II, Dekret Apostolicam actuositatem, 2. 35
Por. BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 14. 36
SOBÓR WATYKAŃSKI II, Konstytucja duszpasterska Gaudium et spes, 1. 37
BENEDYKT XVI, List apostolski Porta fidei, 15. [00005-09.01] [Testo originale: Polacco]
[B0013-XX.02]