L’UDIENZA GENERALE ● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato ancora sul tempo liturgico del Natale e sul mistero di Dio fatto uomo.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di accogliervi in questa prima Udienza generale del nuovo anno e di tutto cuore porgo a voi e alle vostre famiglie i miei affettuosi voti augurali: Dio, che nella nascita di Cristo suo Figlio ha inondato di gioia il mondo intero, disponga opere e giorni nella sua pace. Siamo nel tempo liturgico del Natale, che inizia la sera del 24 dicembre con la vigilia e si conclude con la celebrazione del Battesimo del Signore. L’arco dei giorni è breve, ma denso di celebrazioni e di misteri e si raccoglie tutto intorno alle due grandi solennità del Signore: Natale ed Epifania. Il nome stesso di queste due feste ne indica la rispettiva fisionomia. Il Natale celebra il fatto storico della nascita di Gesù a Betlemme. L’Epifania, nata come festa in Oriente, indica un fatto, ma soprattutto un aspetto del Mistero: Dio si rivela nella natura umana di Cristo e questo è il senso del verbo greco epiphaino, farsi visibile. In tale prospettiva, l’Epifania richiama una pluralità di eventi che hanno come oggetto la manifestazione del Signore: in modo particolare l’adorazione dei Magi, che riconoscono in Gesù il Messia atteso, ma anche il Battesimo nel fiume Giordano con la sua teofania – la voce di Dio dall’alto - e il miracolo alle Nozze di Cana, come primo "segno" operato da Cristo. Una bellissima antifona della Liturgia delle Ore unifica questi tre avvenimenti intorno al tema delle nozze tra Cristo e la Chiesa: "Oggi la Chiesa si unisce al suo Sposo celeste, perché nel Giordano Cristo ha lavato i suoi peccati; i Magi corrono con doni alle nozze regali, e i convitati gioiscono vedendo l’acqua mutata in vino" (Antifona delle Lodi). Possiamo quasi dire che nella festa del Natale si sottolinea il nascondimento di Dio nell’umiltà della condizione umana, nel Bambino di Betlemme. Nell’Epifania, invece, si evidenzia il suo manifestarsi, l’apparire di Dio attraverso questa stessa umanità.
In questa Catechesi, vorrei richiamare brevemente qualche tema proprio della celebrazione del Natale del Signore affinché ciascuno di noi possa abbeverarsi alla fonte inesauribile di questo Mistero e portare frutti di vita.
Anzitutto, ci domandiamo: qual è la prima reazione davanti a questa straordinaria azione di Dio che si fa bambino, si fa uomo? Penso che la prima reazione non può essere altro che gioia. "Rallegriamoci tutti nel Signore, perché è nato nel mondo il Salvatore": così inizia la Messa della notte di Natale, e abbiamo appena sentito le parole dell’Angelo ai pastori: "Ecco. Io vi annuncio una grande gioia" (Lc 2,10). E’ il tema che apre il Vangelo, ed è il tema che lo chiude perché Gesù Risorto rimprovererà agli Apostoli proprio di essere tristi (cfr Lc 24,17) – incompatibile con il fatto che Lui rimane Uomo in eterno. Ma facciamo un passo avanti: da dove nasce questa gioia? Direi che nasce dallo stupore del cuore nel vedere come Dio ci è vicino, come Dio pensa a noi, come Dio agisce nella storia; è una gioia, quindi, che nasce dal contemplare il volto di quell’umile bambino perché sappiamo che è il Volto di Dio presente per sempre nell’umanità, per noi e con noi. Il Natale è gioia perché vediamo e siamo finalmente sicuri che Dio è il bene, la vita, la verità dell’uomo e si abbassa fino all’uomo, per innalzarlo a Sé: Dio diventa così vicino da poterlo vedere e toccare. La Chiesa contempla questo ineffabile mistero e i testi della liturgia di questo tempo sono pervasi dallo stupore e dalla gioia; tutti i canti di Natale esprimo questa gioia. Natale è il punto in cui Cielo e terra si uniscono, e varie espressioni che sentiamo in questi giorni sottolineano la grandezza di quanto è avvenuto: il lontano – Dio sembra lontanissimo – è diventato vicino; "l’inaccessibile volle essere raggiungibile, Lui che esiste prima del tempo cominciò ad essere nel tempo, il Signore dell’universo, velando la grandezza della sua maestà, prese la natura di servo" - esclama san Leone Magno (Sermone 2 sul Natale, 2.1). In quel Bambino, bisognoso di tutto come lo sono i bambini, ciò che Dio è: eternità, forza, santità, vita, gioia, si unisce a ciò che siamo noi: debolezza, peccato, sofferenza, morte.
La teologia e la spiritualità del Natale usano un’espressione per descrivere questo fatto, parlano di admirabile commercium, cioè di un mirabile scambio tra la divinità e l’umanità. Sant’Atanasio di Alessandria afferma: "il Figlio di Dio si è fatto uomo per farci Dio" (De Incarnatione, 54, 3: PG 25, 192), ma è soprattutto con san Leone Magno e le sue celebri Omelie sul Natale che questa realtà diventa oggetto di profonda meditazione. Afferma, infatti, il santo Pontefice: "Se noi ci appelliamo alla inesprimibile condiscendenza della divina misericordia che ha indotto il Creatore degli uomini a farsi uomo, essa ci eleverà alla natura di Colui che noi adoriamo nella nostra" (Sermone 8 sul Natale: CCL 138,139). Il primo atto di questo meraviglioso scambio si opera nell’umanità stessa del Cristo. Il Verbo ha assunto la nostra umanità e, in cambio, la natura umana è stata elevata alla dignità divina. Il secondo atto dello scambio consiste nella nostra reale ed intima partecipazione alla divina natura del Verbo. Dice San Paolo: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare quelli che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli" (Gal 4,4-5). Il Natale è pertanto la festa in cui Dio si fa così vicino all’uomo da condividere il suo stesso atto di nascere, per rivelargli la sua dignità più profonda: quella di essere figlio di Dio. E così il sogno dell’umanità cominciando in Paradiso - vorremmo essere come Dio - si realizza in modo inaspettato non per la grandezza dell’uomo che non può farsi Dio, ma per l’umiltà di Dio che scende e così entra in noi nella sua umiltà e ci eleva alla vera grandezza del suo essere. Il Concilio Vaticano II in proposito ha detto così: "In realtà, soltanto nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo" (Gaudium et spes, 22); altrimenti rimane un enigma: che cosa vuole dire questa creatura uomo? Solo vedendo che Dio è con noi possiamo vedere luce per il nostro essere, essere felici di essere uomini e vivere con fiducia e gioia. E dove si rende presente in modo reale questo meraviglioso scambio, perché operi nella nostra vita e la renda un’esistenza di veri figli di Dio? Diventa molto concreta nell’Eucaristia. Quando partecipiamo alla Santa Messa noi presentiamo a Dio ciò che è nostro: il pane e il vino, frutto della terra, perché Egli li accetti e li trasformi donandoci Se stesso e facendosi nostro cibo, affinché ricevendo il suo Corpo e il suo Sangue partecipiamo alla sua vita divina.
Vorrei soffermarmi, infine, su un altro aspetto del Natale. Quando l’Angelo del Signore si presenta ai pastori nella notte della Nascita di Gesù, l’Evangelista Luca annota che "la gloria del Signore li avvolse di luce" (2,9); e il Prologo del Vangelo di Giovanni parla del Verbo fatto carne come della luce vera che viene nel mondo, la luce capace di illuminare ogni uomo (cfr Gv 1,9). La liturgia natalizia è pervasa di luce. La venuta di Cristo dirada le tenebre del mondo, riempie la Notte santa di un fulgore celeste e diffonde sul volto degli uomini lo splendore di Dio Padre. Anche oggi. Avvolti dalla luce di Cristo, siamo invitati con insistenza dalla liturgia natalizia a farci illuminare la mente e il cuore dal Dio che ha mostrato il fulgore del suo Volto. Il primo Prefazio di Natale proclama: "Nel mistero del Verbo incarnato è apparsa agli occhi della nostra mente la luce nuova del tuo fulgore, perché conoscendo Dio visibilmente, per mezzo suo siamo rapiti all’amore delle realtà invisibili". Nel Mistero dell’Incarnazione Dio, dopo aver parlato ed essere intervenuto nella storia mediante messaggeri e con segni, "è apparso", è uscito dalla sua luce inaccessibile per illuminare il mondo.
Nella Solennità dell’Epifania, 6 gennaio, che celebreremo tra pochi giorni, la Chiesa propone un brano molto significativo del profeta Isaia: "Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te splende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere" (60,1-3). E’ un invito rivolto alla Chiesa, la Comunità di Cristo, ma anche a ciascuno di noi, a prendere ancora più viva coscienza della missione e della responsabilità verso il mondo nel testimoniare e portare la luce nuova del Vangelo. All’inizio della Costituzione Lumen gentium del Concilio Vaticano II troviamo le seguenti parole: "Essendo Cristo la luce delle genti, questo santo Concilio, adunato nello Spirito Santo, ardentemente desidera con la luce di Lui, splendente sul volto della Chiesa, illuminare tutti gli uomini annunziando il Vangelo a ogni creatura" (n. 1). Il Vangelo è la luce da non nascondere, da mettere sulla lucerna. La Chiesa non è la luce, ma riceve la luce di Cristo, la accoglie per esserne illuminata e per diffonderla in tutto il suo splendore. E questo deve avvenire anche nella nostra vita personale. Ancora una volta cito San Leone Magno che ha detto nella Notte Santa: "Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler ricadere alla condizione spregevole di un tempo con una condotta indegna. Ricordati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricordati che, strappato dal potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce e nel Regno di Dio" (Sermone 1 sul Natale, 3,2: CCL 138,88).
Cari fratelli e sorelle, il Natale è fermarsi a contemplare quel Bambino, il Mistero di Dio che si fa uomo nell’umiltà e nella povertà, ma è soprattutto accogliere ancora di nuovo in noi stessi quel Bambino, che è Cristo Signore, per vivere della sua stessa vita, per far sì che i suoi sentimenti, i suoi pensieri, le sue azioni, siano i nostri sentimenti, i nostri pensieri, le nostre azioni. Celebrare il Natale è quindi manifestare la gioia, la novità, la luce che questa Nascita ha portato in tutta la nostra esistenza, per essere anche noi portatori della gioia, della vera novità, della luce di Dio agli altri. Ancora a tutti l’augurio di un tempo natalizio benedetto dalla presenza di Dio!
[00008-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers frères et sœurs, en cette première audience générale de l’année, je suis heureux de vous adresser, ainsi qu’à vos familles, mes vœux affectueux. Ce matin, je voudrais souligner quelques aspects propres à la fête de Noël. La première réaction devant cet événement extraordinaire de Dieu qui se fait petit enfant, est la joie. Celle-ci naît de la contemplation du visage de cet humble enfant, parce que nous savons que c’est le Visage de Dieu présent pour toujours dans notre humanité. Noël est joie parce que Dieu qui est le bien, la vie, la vérité de l’homme, s’abaisse vers l’homme pour l’élever jusqu’à Lui. La réalité de Noël est aussi un « admirable échange entre la divinité et l’humanité ». Le Christ, Verbe de Dieu, a assumé notre humanité et, en échange, la nature humaine a été élevée à la dignité divine. À Noël, Dieu révèle à l’homme sa dignité la plus profonde : celle d’être enfant de Dieu. Enfin, nous voyons que cette fête est pénétrée de lumière. La venue du Christ dissipe les ténèbres du monde et répand sur le visage des hommes la splendeur de Dieu. Sœurs et frères, laissons la lumière du Christ illuminer notre cœur et notre esprit. En la fête de l’Épiphanie que nous célébrerons dans quelques jours, prenons une conscience plus vive de notre mission et de notre responsabilité envers le monde pour témoigner de la lumière de l’Évangile.
Je suis heureux d’accueillir les pèlerins de langue française. Je salue particulièrement les Oblates Missionnaires de Marie Immaculée, à l’occasion du cinquantième anniversaire de leur fondation. À travers toute votre existence, soyez des porteurs de la joie, de la nouveauté et de la lumière de Dieu parmi les autres ! Qu’en ce temps de Noël Dieu vous bénisse de sa présence !
[00009-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
In this Christmas season, the Church celebrates the mystery of the incarnation of the Son of God and his revelation as the Saviour of the world. From the witness of Scripture and the Church’s tradition, we see that our first reaction to the birth of Jesus should be one of joy, in the knowledge that God has assumed our humanity in order to make us sharers in his own divine life. The contemplation of this "wondrous exchange", which we experience most powerfully in the Eucharist, invites us to recognize our lofty dignity as God’s adopted sons and daughters. The liturgy teaches us that Christmas is a feast of light, for Christ, the light of the world and the radiance of the Father’s glory, has brought us from darkness into his Kingdom of light and called us to bring the light of the Gospel to every creature. During this Christmas season, may we welcome the Newborn Saviour into our hearts and may our lives be transformed by his gifts of joy, newness and light.
I am pleased to greet all the English-speaking visitors present, including the pilgrimage groups from Wales, Australia and the United States. I offer a special greeting to the priests and seminarians of the Pontifical College Josephinum. My welcome also goes to the La Salette Brothers taking part in a programme of spiritual renewal. I thank the choirs for their praise of God in song. Upon all of you and your families I invoke the Lord’s blessings of joy, peace and prosperity for the year which has just begun. Happy New Year!
[00010-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
Die ersten Tage des Jahres stehen in der Liturgie der Kirche ganz im Zeichen von Weihnachten und Epiphanie: In Jesus Christus wird der ewige Gott Mensch in unserer Zeit und zeigt uns sozusagen greifbar seine Liebe. Die Liturgie der Kirche lädt uns angesichts dieses Geheimnisses zur Freude ein, so wie auch der Engel den Hirten in der Heiligen Nacht kundgetan hat: »Ich verkünde euch eine große Freude« (Lk 2,10). Wir freuen uns, daß Gott da ist, daß es ihn gibt, und nicht nur irgendwo gibt, sondern daß er zu uns kommt, der wirkliche Gott, bei uns bleibt; daß der Ewige, Starke und Heilige, das Leben und die Freude sich mit uns verbindet, die wir von uns aus schwach, sündig, leidend und sterblich sind. Und voll Freude staunen wir über den wunderbaren Tausch zwischen Gott und Mensch. Gott nimmt das Unsrige, unsere Schwachheit, an, damit wir das Seinige, seine Größe, annehmen können, damit Gottes Natur in unsere menschliche Existenz hereinreicht und sie hinaufhebt zur Höhe Gottes. Ein weiteres Schlüsselwort der weihnachtlichen Texte in Schrift und Liturgie ist »Licht«. Die Hirten, so haben wir eben gehört, wurden bei der nächtlichen Erscheinung des Engels vom Licht der Herrlichkeit des Herrn umstrahlt (vgl. Lk 2,9). Christus, der als Kind gekommen ist – das wirkliche Licht, das in der Finsternis leuchtet (vgl. Joh 1,5.9) –, und uns sagt, was es mit dem Menschen ist, was es mit der Welt ist, daß sie nicht einfach aus Zufall und Notwendigkeit besteht, daß eine Idee dahintersteht, und eine Idee die Liebe ist, und daß wir uns darauf verlassen können. Dies ist das Licht, das wir haben und dem wir nachgehen in unserem Leben, damit wir uns in der richtigen Richtung bewegen. Durch Christus erstahlt der Glanz Gottes auf dem Angesicht des Menschen. Er will, daß wir selbst in unserem Innern hell werden, wahr werden, gut werden, licht werden und daß wir so von uns aus Licht zu den Menschen hinbringen. Er sagt, ein Licht stellt man nicht unter einen Scheffel, sondern auf den Leuchter (vgl. Mt 5,15). Es soll aus uns herausleuchten, daß wir Gott begegnet sind, und so die Welt heller machen. Bitten wir den Herrn dazu, daß dieses Weihnachten in uns etwas von seiner Helligkeit wieder neu entzündet, von der Zuversicht und der Freude des Glaubens, und daß davon etwas ausstrahlt in diese Welt hinein, die dessen so sehr bedarf.
Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher und danke den Allgäuer Bläsern für ihre wunderschöne Musik. Nehmen wir Christus, das Kind, in dem Gott Mensch geworden ist, immer wieder neu in uns selber, in unsere Herzen auf. Lassen wir ihn in uns leben, damit seine Gedanken unsere Gedanken, sein Handeln unser Handeln wird. Dann werden auch wir von seiner Freude und seinem Licht erfüllt sein. Euch allen wünsche ich ein gesegnetes und gutes neues Jahr.
[00011-05.02] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En esta primera Audiencia del nuevo año quisiera detenerme a considerar dos temas propios de este tiempo litúrgico natalicio. El primero es la alegría, que nace del asombro del corazón al contemplar la extraordinaria acción de Dios que se hace niño. La teología y la espiritualidad de la Navidad hablan de este misterio como de un admirable intercambio entre Dios y el hombre: el Verbo asume nuestra humanidad y la naturaleza humana, por su parte, es elevada a la dignidad divina. En la Eucaristía se hace presente de modo real este asombroso intercambio. En ella, el Señor se entrega a sí mismo como nuestro alimento, para que recibiendo su cuerpo y su sangre participemos en su vida divina y llevemos una existencia de auténticos hijos de Dios. Otro aspecto característico de la Navidad es la luz. La venida de Cristo rasga las tinieblas del mundo, llena la noche santa de un resplandor celeste y difunde sobre el rostro de los hombres el esplendor de Dios Padre. En estos días santos, se nos invita a dejar que Cristo ilumine la mente y el corazón con la luz de su nacimiento, para que mediante el testimonio de nuestra vida la difundamos por todo el mundo.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos venidos de España, México, Bolivia y otros países latinoamericanos. Deseo a todos que en este tiempo de Navidad os detengáis a contemplar este Misterio de Dios que se hace hombre en la humildad y pobreza, y que lo acojáis en vuestros corazones viviendo de su misma vida y manifestando a los demás la alegría, la novedad y la luz que su nacimiento ha traído a nuestra existencia y al mundo entero. Felices Fiestas.
[00012-04.01] [Texto original: Español]
○ Sintesi della catechesi in lingua portoghese
Queridos irmãos e irmãs,
É com grande alegria que vos recebo nesta primeira Audiência Geral do novo ano. Estamos no tempo litúrgico do Natal. Por isso, gostaria de tratar hoje de alguns temas particulares desta celebração. Primeiramente, do tema da alegria. De fato, a alegria é a primeira reação diante da extraordinária ação de Deus que se faz homem. Esta alegria nasce da admiração de ver que Deus age na história permitindo-nos contemplar o Seu rosto ao olhar para aquele menino humilde. Outro tema característico deste tempo é o chamado "admirável intercâmbio", ou seja, que o Filho de Deus se fez homem para nos tornar filhos de Deus. Por fim, está o tema da luz. Com efeito, a liturgia natalina está toda permeada de luz: a vinda de Cristo dissipa as trevas do mundo, difundindo no rosto dos homens o esplendor de Deus Pai, convidando-nos a receber esta luz e levá-la aos demais.
Queridos peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! O Natal é um convite a contemplar no Menino Jesus o Mistério de Deus que se faz homem na humildade e pobreza, e, sobretudo, a acolher em nós mesmos este Menino, que é o Cristo Senhor, para fazer com que os seus sentimentos, pensamentos e ações sejam também os nossos. Portanto, sede portadores da alegria, novidade e luz de Deus manifestadas no Natal. De todo o coração, desejo-vos um Ano Novo abençoado!
[00013-06.01] [Texto original: Português]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua polacca
Witam serdecznie Polaków, uczestników pierwszej w nowym roku audiencji. Nasze serca przenika radość z narodzin Zbawiciela. W Chrystusie Bóg Ojciec okazał nam swą miłość. W Nim zostaliśmy nazwani dziećmi Bożymi i rzeczywiście nimi jesteśmy (por. 1 J 3,1). Niech światło Chrystusa płynące z Betlejem rozjaśnia drogi waszego życia, niech umacnia wasze serca nadzieją, miłością i pokojem. Wam i waszym bliskim z serca błogosławię.
[Saluto cordialmente i Polacchi partecipanti a questa prima udienza dell’anno nuovo. I nostri cuori sono pieni di gioia per la nascita del Salvatore. In Cristo, Dio Padre ci ha mostrato il Suo amore. In Lui siamo chiamati figli di Dio e lo siamo realmente (cfr. 1 Gv 3,1). Che la luce di Cristo che proviene da Betlemme illumini le vie della vostra vita, rafforzi i vostri cuori con la speranza, con l’amore e con la pace. A voi tutti e ai vostri cari imparto una benedizione di cuore.]
[00014-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua croata
Srdačnopozdravljamhrvatskehodočasnike! GospodinIsus, kojinam je svojimrođenjemdarovaospasenje,nekavassvojimblagoslovom i mirom prati krozsvedane nove godine! Hvaljen Isus i Marija!
[Saluto cordialmente i pellegrini croati! Il Signore Gesù, che con la sua nascita ci ha donato la salvezza, vi accompagni con la sua benedizione e la sua pace in tutti i giorni dell’Anno Nuovo! Siano lodati Gesù e Maria!]
[00015-AA.01] [Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini italiani, ed auguro a tutti voi serenità e pace per il nuovo anno. In particolare saluto i ministranti della diocesi di Asti e li esorto a svolgere con amore e devozione l’importante servizio all’altare che permette di essere particolarmente vicini al Signore e di crescere in un’amicizia vera e profonda con Gesù. Saluto le Suore Figlie della Misericordia e della Croce che celebrano in questi giorni il loro Capitolo Generale, ed assicuro la mia preghiera affinché esso susciti nell’intero Istituto un rinnovato ardore apostolico. Saluto i gruppi dell’Azione Cattolica di Pompei e di San Marzano sul Sarno, invitando ciascuno a rendere dappertutto una incisiva testimonianza cristiana. E saluto con particolare affetto i giovani dell’Oratorio inter-parrocchiale di Mortara e li incoraggio ad affrontare le importanti tappe della vita fondando ogni progetto sulla fedeltà a Dio e al Vangelo.
Il mio pensiero va, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. A voi, cari giovani, auguro di saper considerare ogni giorno come un dono di Dio, da accogliere con riconoscenza e vivere con rettitudine. Per voi, cari malati, il nuovo anno porti consolazione nel corpo e nello spirito. E voi, cari sposi novelli, sforzatevi di imitare la Santa Famiglia di Nazareth, realizzando un’autentica comunione d’amore e di vita.
[00016-01.02] [Testo originale: Italiano]
[B0005-XX.01]