CONFERIMENTO AL SANTO PADRE BENEDETTO XVI DELLA CITTADINANZA ONORARIA DI NATZ-SCHABS/NAZ-SCIAVES (BOLZANO, ITALIA) ● PAROLE DEL SANTO PADRE
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Al termine dell’Udienza Generale di questa mattina, nell’Auletta dell’Aula Paolo VI, è stata conferita al Santo Padre la Cittadinanza onoraria del Comune di Natz-Schabs/Naz-Sciaves, in provincia autonoma di Bolzano (Italia). Nella frazione Raas/Rasa della località del Sudtirolo nacquero Elisabeth Maria Tauber (1832) e Maria Tauber-Peintner (1855), rispettivamente bisnonna e nonna materne di Joseph Ratzinger.
Alla cerimonia di consegna del certificato di cittadinanza onoraria ha preso parte una delegazione del Comune, guidata dal Sindaco, Dr. Peter Gasser.
Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:
● PAROLE DEL SANTO PADRE
Verehrter, lieber Herr Bürgermeister!
Liebe Mitbrüder im priesterlichen Dienst!
Liebe Freunde aus Natz-Schabs!
Ganz herzlich kann ich nur Vergelt’s Gott sagen für die große Ehre, die Sie mir geschenkt haben, daß ich nun Ehrenbürger Ihrer Gemeinde bin und sozusagen damit auch ganz rechtlich und amtlich bei Ihnen zu Hause bin. Durch das schöne Gemälde, das Sie mir geschenkt haben, kann ich schon immer Wanderungen in Ihrer Gemeinde machen und so auch in diesem Sinn zu Hause sein, auch wenn ich fürchten muß, daß mir nicht mehr geschenkt sein wird, leibhaftig einmal hinzukommen, sondern erst von oben her ich es dann anschauen kann. Aber ich bin mit dem Herzen bei Ihnen und freue mich wirklich richtig über dieses Geschenk, das Sie mir gemacht haben.
Südtirol ist ein besonderes Land, und durch die Erzählungen meiner Mutter ist es in mein Herz eingegraben. Ich habe ja die Großmutter und die Urgroßmutter selbst nicht mehr kennen lernen dürfen: Die Großmutter ist ja gestorben, als ich drei Jahre alt war; aber viele Geschichten von ihr sind doch geblieben, vor allem geblieben, daß sie ihr Leben lang inwendig Heimweh hatte nach Südtirol und sich nie so ganz eigentlich innerlich in Bayern angesiedelt hat. In ihrer letzten Krankheit hat sie gesagt: „Wenn ich einen Kübel Wasser von daheim bekommen könnte, würde ich gesund werden." Nun, sie konnte nicht mehr gesund werden, aber sie hat aus den Wassern ihrer Heimat gelebt und damit doch ein schweres und zugleich erfülltes und reiches Leben gehabt.
Mir fällt dabei noch eine andere kleine Geschichte ein. Meine Mutter hat als junges Mädchen in einem Haushalt in Kufstein gearbeitet; da hatte sie eine Freundin, spätere Bäckersfrau, die ich auch kennen lernen durfte als Bub. Die hat sie sehr geliebt, und die hat zu ihr mehrmals gesagt: „Mariedl, des muaßt dir merk’n: Tirol hab’n d’Engel z’sammtrog’n!" [Maria, das mußt du wissen: Tirol haben die Engel zusammengetragen]. Unsere Mutter hat das wie ein Vermächtnis aufgefaßt und uns so weitergegeben. Sie war innerlich davon überzeugt, daß es so ist. Und im Jahr 1940 – ich war 13 Jahre alt – haben wir zum ersten Mal, wir drei Geschwister, einen Radfahrausflug nach Nordtirol gemacht und dann gesehen, daß es wirklich so ist: daß die Engel es zusammengetragen haben. Und dann, in den Fünfziger Jahren, bin ich auch nach Südtirol gekommen und hab’ diese besondere Nähe Gottes gespürt, der sich in der Schönheit dieses Landes ausdrückt. Aber so ganz schön geworden ist es nicht allein durch die Schöpfung, sondern dadurch daß die Menschen dem Schöpfer geantwortet haben: Wenn man an die gotischen Kirchtürme denkt, an die schönen Häuser, an die Freundlichkeit und Herzlichkeit der Menschen, an die schöne Musik, dann weiß man, sie haben Antwort gegeben, und im Miteinander zwischen dem Schöpfer und seinen Engeln und den Menschen ist es ein schönes Land geworden – ein außergewöhnlich schönes Land. Und ich bin stolz und glücklich, irgendwie dazuzugehören.
Mein Wunsch in dieser Stunde ist es, daß es so bleibt. Sie, Herr Bürgermeister, haben von der Kirche gesprochen, die nach wie vor in der Mitte des Dorfes steht und Ausdruck der Gemeinschaft ist, die die Menschen zusammenhält, und zugleich der Öffnung, die sie über das Tal hinaus in die ganze Christenheit, in die Welt hinein öffnet und mit Verantwortung tragen läßt. Mein Wunsch also ist es, daß es so bleibe; daß Natur, Schöpfung und das Sein der Menschen ineinander klingen; daß der Glaube Freude macht, hilft, auch schwere Situationen zu bewältigen, denn die Urgroßmutter ist, glaube ich, weggegangen, weil das Haus von den Fluten bedroht war; daß Kraft erwächst, das Land immer neu – jede Generation muß neu beginnen – so schön zu halten, wie es ist, von innen her schön; und daß es daher eine Heimat bleibt, die Menschen befähigt, rechtes Menschsein zu leben.
Vergelt’s Gott für alles und Gottes Segen Ihnen allen!
[01578-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
● TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Stimato e caro Signor Sindaco,
cari confratelli nel sacerdozio,
cari amici di Naz-Sciaves!
Posso soltanto dire di cuore "Vergelt’s Gott" [Dio ve ne renda merito] per il grande onore che mi avete fatto di essere ora cittadino onorario del vostro Comune, e di essere quindi, per così dire, di casa da voi, anche da un punto di vista legale ed anagrafico. Grazie al bel quadro che mi avete donato, posso fare sempre "passeggiate" nel vostro Comune e anche in questo modo sentirmi a casa, incluso se temo che non mi sarà più donata la possibilità di venire ancora una volta là di persona, ma di poter guardare Naz-Sciaves soltanto dall’alto. Tuttavia, con il cuore sono da voi e sono veramente contento per questo dono che mi avete fatto.
Il Sudtirolo è una terra particolare ed è impresso nel mio cuore tramite i racconti di mia madre. Io stesso non ho potuto conoscere più la bisnonna e la nonna: la nonna è morta quando avevo tre anni; tuttavia, molti racconti di lei sono rimasti, soprattutto è rimasto il fatto che, per tutta la vita, dentro di sé ha avuto nostalgia del Sudtirolo e interiormente non si è mai veramente inserita in Baviera. Durante la sua ultima malattia disse: «Se potessi avere un secchio d’acqua di casa mia, guarirei sicuramente!» Non poteva più guarire, ma è vissuta delle "acque" della sua patria, e con ciò ha avuto una vita difficile, ma al contempo piena e ricca.
Mi viene in mente, a questo proposito, ancora un’altra piccola storia. Da ragazza, mia madre ha lavorato presso una famiglia di Kufstein; là aveva trovato un’amica, che poi sposò un fornaio e che io stesso, da piccolo, ho conosciuto. Le voleva molto bene, e l’amica le ripeteva spesso: «Mariedl, devi sapere una cosa: il Tirolo l’hanno "messo insieme" gli angeli!» Nostra madre l’ha conservato come una sorta di testamento e così l’ha tramandato anche a noi. Lei era convinta, dentro di sé, che era così. E poi, nell’anno 1940, quando avevo 13 anni, per la prima volta noi tre fratelli abbiamo fatto una gita in bicicletta e siamo andati nel Tirolo del Nord e abbiamo potuto constatare che era veramente così: che erano stati gli angeli ad averlo messo insieme. Poi, negli anni ‘50, sono venuto anche in Sudtirolo dove ho potuto percepire quella particolare vicinanza di Dio che si esprime nella bellezza di queste terre. Ma non è diventato così bello soltanto grazie alla Creazione, ma perché gli uomini hanno risposto al Creatore: se pensiamo ai campanili gotici, alle belle case, alla gentilezza e alla cordialità delle persone, alla bella musica, sappiamo che gli uomini hanno risposto, e nella collaborazione – tra il Creatore, i suoi angeli e gli uomini – è diventata una terra bellissima, una terra straordinariamente bella. E sono orgoglioso e felice di farne parte, in un modo o nell’altro.
Il mio augurio in questo momento è che rimanga tale. Lei, Signor Sindaco, ha parlato della chiesa che si trova sempre al centro del paese ed è espressione della comunione che mantiene unite le persone e, al contempo, anche segno di apertura: apre la comunità oltre la vallata verso l’intera cristianità, verso il mondo, e fa assumere responsabilità insieme. Il mio auspicio, quindi, è che rimanga così; che la natura, la creazione e l’essere degli uomini si raccordino in un’unica armonia; che la fede sia portatrice di gioia e aiuti a superare anche situazioni difficili: la bisnonna è andata via, credo, perché la casa era minacciata dalle acque; che nasca la forza per mantenere questa terra sempre e di nuovo – ogni generazione deve ricominciare – così bella com’è, bella dal di dentro; e che possa, quindi, rimanere una patria che aiuti le persone a vivere un modo giusto di essere uomini.
"Vergelt’s Gott" [Dio ve ne renda merito] per tutto e la benedizione di Dio su voi tutti!
[01578-01.01] [Testo originale: Tedesco]
[B0663-XX.02]