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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN GERMANIA (22-25 SETTEMBRE 2011) (XVI), 24.09.2011


INCONTRO CON IL CONSIGLIO DEL COMITATO CENTRALE DEI CATTOLICI TEDESCHI, NEL SEMINARIO DI FREIBURG IM BREISGAU

DISCORSO DEL SANTO PADRE

 TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

 TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Alle ore 18.15, nella Hörsaal del Seminario di Freiburg, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i membri del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK).
Dopo l’introduzione del Presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, S.E. Mons. Robert Zollitsch, ed il saluto del Presidente del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi, Sig. Alois Glück, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

 DISCORSO DEL SANTO PADRE

Verehrte Damen und Herren!
Liebe Brüder und Schwestern!

Ich bin dankbar für die Gelegenheit, mit Ihnen, den Präsidiumsmitgliedern des Zentralkomitees der deutschen Katholiken, hier in Freiburg zusammenzukommen. Gerne bekunde ich Ihnen meine Wertschätzung für Ihr Engagement, mit dem Sie die Anliegen der Katholiken in der Öffentlichkeit vertreten und Anregungen für das apostolische Wirken der Kirche und der Katholiken in der Gesellschaft geben. Zugleich möchte ich Ihnen, lieber Herr Präsident Glück, für Ihre guten Worte danken, in denen Sie viel Wichtiges und Bedenkenswertes gesagt haben.

Liebe Freunde! Seit Jahren gibt es in der Entwicklungshilfe die sogenannten exposure-Programme. Verantwortliche aus Politik, Wirtschaft und Kirche leben eine gewisse Zeit in Afrika, Asien oder Lateinamerika mit den Armen und teilen ihren konkreten Alltag. Sie setzen sich der Lebenssituation dieser Menschen aus, um die Welt mit deren Augen zu sehen und daraus für das eigene solidarische Handeln zu lernen.

Stellen wir uns vor, ein solches exposure-Programm fände hier in Deutschland statt. Experten aus einem fernen Land würden sich aufmachen, um eine Woche bei einer deutschen Durchschnittsfamilie zu leben. Sie würden hier vieles bewundern, den Wohlstand, die Ordnung und die Effizienz. Aber sie würden mit unvoreingenommenen Blick auch viel Armut feststellen: Armut, was die menschlichen Beziehungen betrifft, und Armut im religiösen Bereich.

Wir leben in einer Zeit, die weithin durch einen unterschwelligen, alle Lebensbereiche durchdringenden Relativismus gekennzeichnet ist. Manchmal wird dieser Relativismus kämpferisch, wenn er sich gegen Menschen wendet, die sagen, sie wüßten, wo die Wahrheit oder der Sinn des Lebens zu finden ist.

Und wir beobachten, wie dieser Relativismus immer mehr Einfluß auf die menschlichen Beziehungen und auf die Gesellschaft ausübt. Dies schlägt sich auch in der Unbeständigkeit und Sprunghaftigkeit vieler Menschen und einem übersteigerten Individualismus nieder. Mancher scheint überhaupt keinen Verzicht mehr leisten oder ein Opfer für andere auf sich nehmen zu können. Auch das selbstlose Engagement für das Gemeinwohl, im sozialen und kulturellen Bereich oder für Bedürftige nimmt ab. Andere sind überhaupt nicht mehr in der Lage, sich uneingeschränkt an einen Partner zu binden. Man findet kaum noch den Mut zu versprechen, ein Leben lang treu zu sein; sich das Herz zu nehmen und zu sagen, ich gehöre jetzt ganz dir, oder entschlossen für Treue und Wahrhaftigkeit einzustehen und aufrichtig die Lösung von Problemen zu suchen.

Liebe Freunde! Im exposure-Programm folgt auf die Analyse die gemeinsame Reflexion. Diese Auswertung muß das Ganze der menschlichen Person im Blick haben, und dazu gehört – nicht nur implizit, sondern ganz ausdrücklich – ihre Beziehung zum Schöpfer.

Wir sehen, daß in unserer reichen westlichen Welt Mangel herrscht. Vielen Menschen mangelt es an der Erfahrung der Güte Gottes. Zu den etablierten Kirchen mit ihren überkommenen Strukturen finden sie keinen Kontakt. Warum eigentlich? Ich denke, dies ist eine Frage, über die wir sehr ernsthaft alle nachdenken müssen. Sich um sie zu kümmern, ist die Hauptaufgabe des Päpstlichen Rates für die Neuevangelisierung. Aber sie geht natürlich uns alle an. Lassen Sie mich hier einen Punkt der spezifischen Situation in Deutschland ansprechen. In Deutschland ist die Kirche bestens organisiert. Aber steht hinter den Strukturen auch die entsprechende geistige Kraft – Kraft des Glaubens an den lebendigen Gott? Ich denke, ehrlicherweise müssen wir doch sagen, daß es bei uns einen Überhang an Strukturen gegenüber dem Geist gibt. Und ich füge hinzu: Die eigentliche Krise der Kirche in der westlichen Welt ist eine Krise des Glaubens. Wenn wir nicht zu einer wirklichen Erneuerung des Glaubens finden, wird alle strukturellen Reformen wirkungslos bleiben.

Aber kommen wir zurück zu den Menschen, denen die Erfahrung der Güte Gottes fehlt. Sie brauchen Orte, wo sie ihr inneres Heimweh zur Sprache bringen können. Und hier sind wir gerufen, neue Wege der Evangelisierung zu finden. Ein solcher Weg können kleine Gemeinschaften sein, wo Freundschaften gelebt und in der regelmäßigen gemeinsamen Anbetung vor Gott vertieft werden. Da sind Menschen, die an ihrem Arbeitsplatz und im Verbund von Familie und Bekanntenkreis von diesen kleinen Glaubenserfahrungen erzählen und so eine neue Nähe der Kirche zur Gesellschaft bezeugen. Ihnen zeigt sich dann auch immer deutlicher, daß alle dieser Nahrung der Liebe bedürfen, der konkreten Freundschaft untereinander und mit dem Herrn. Wichtig bleibt die Rückbindung an den Kraftstrom der Eucharistie, denn getrennt von Christus können wir nichts vollbringen (vgl. Joh 15,5).

Liebe Schwestern und Brüder, möge der Herr uns stets den Weg weisen, gemeinsam Lichter in der Welt zu sein und unseren Mitmenschen den Weg zur Quelle zu zeigen, wo sie ihr tiefstes Verlangen nach Leben erfüllen können. Ich danke Ihnen.

[01312-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

 TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Illustri Signori e Signore,
cari fratelli e sorelle,

sono grato per la possibilità di incontrarmi, qui a Friburgo, con voi, Membri del Consiglio del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi. Volentieri vi manifesto il mio apprezzamento per il vostro impegno nel sostenere in pubblico gli interessi dei cattolici e nel dare impulso all’opera apostolica della Chiesa e dei cattolici nella società. Allo stesso tempo, vorrei ringraziarLa, caro signor Presidente Glück, per le sue cortesi parole in cui ha detto molte cose importanti e degne di riflessione.

Cari amici, da anni esistono i cosiddetti programmi exposure negli aiuti ai Paesi in via di sviluppo. Persone responsabili della politica, dell’economia e della Chiesa vivono, per un certo tempo, con i poveri in Africa, Asia o America Latina e condividono la loro vita concreta quotidiana. Si mettono nella situazione di vita di queste persone per vedere il mondo con gli occhi di queste persone e per trarre da questa esperienza insegnamenti per il proprio agire solidale.

Immaginiamo che un tale programma exposure abbia luogo qui in Germania. Esperti provenienti da un Paese lontano verrebbero a vivere per una settimana presso una famiglia tedesca media. Qui ammirerebbero tante cose, ad esempio il benessere, l’ordine e l’efficienza. Ma, con uno sguardo non prevenuto, constaterebbero anche tanta povertà: povertà per quanto riguarda le relazioni umane e povertà nell’ambito religioso.

Viviamo in un tempo caratterizzato, in gran parte, da un relativismo subliminale che penetra tutti gli ambiti della vita. A volte, questo relativismo diventa battagliero, rivolgendosi contro persone che dicono di sapere dove si trova la verità o il senso della vita.

E notiamo come questo relativismo eserciti sempre di più un influsso sulle relazioni umane e sulla società. Ciò trova espressione anche nell’incostanza e nella discontinuità di tante persone e in un eccessivo individualismo. Qualcuno non sembra affatto capace di rinunciare a qualcosa o di fare un sacrificio per altri. Anche l’impegno altruistico per il bene comune, nei campi sociali e culturali, oppure per i bisognosi, sta diminuendo. Altri non sono più in grado di legarsi in modo incondizionato ad un partner. Quasi non si trova più il coraggio di promettere di essere fedele per tutta la vita; il coraggio di decidersi e di dire: io ora appartengo totalmente a te, oppure di impegnarsi con decisione per la fedeltà e la veracità, e di cercare con sincerità le soluzioni dei problemi.

Cari amici, nel programma exposure, all’analisi segue la riflessione comune. Tale elaborazione deve guardare la persona umana nella sua totalità, e di questa fa parte – non solo in modo implicito, ma proprio in modo esplicito – la sua relazione con il Creatore.

Vediamo che nel nostro mondo ricco occidentale c’è carenza: Tante persone sono carenti dell’esperienza della bontà di Dio. Non trovano alcun punto di contatto con le Chiese istituzionali e le loro strutture tradizionali. Ma perché? Penso che questa sia una domanda sulla quale dobbiamo riflettere molto seriamente. Occuparsi di questa domanda è il compito principale del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. Ma essa, ovviamente, riguarda tutti noi. Permettetemi di affrontare qui un punto della situazione specifica tedesca. In Germania la Chiesa è organizzata in modo ottimo. Ma, dietro le strutture, vi si trova anche la relativa forza spirituale, la forza della fede nel Dio vivente? Sinceramente dobbiamo però dire che c’è un’eccedenza delle strutture rispetto allo Spirito. Aggiungo: La vera crisi della Chiesa nel mondo occidentale è una crisi di fede. Se non arriveremo ad un vero rinnovamento nella fede, tutta la riforma strutturale resterà inefficace.

Ma torniamo alle persone alle quali manca l’esperienza della bontà di Dio. Hanno bisogno di luoghi, dove possano parlare della loro nostalgia interiore. E qui siamo chiamati a cercare nuove vie dell’evangelizzazione. Una di queste vie potrebbe essere costituita dalle piccole comunità, dove si vivono amicizie, che sono approfondite nella frequente adorazione comunitaria di Dio. Qui ci sono persone che raccontano le loro piccole esperienze di fede nel posto di lavoro e nell’ambito della famiglia e dei conoscenti, testimoniando, in tal modo, una nuova vicinanza della Chiesa alla società. A quelle persone appare poi in modo sempre più chiaro che tutti hanno bisogno di questo cibo dell’amore, dell’amicizia concreta l’uno con l’altro e con il Signore. Resta importane il collegamento con la linfa vitale dell’Eucaristia, perché senza Cristo non possiamo far nulla (cfr Gv 15,5).

Cari fratelli e sorelle, che il Signore ci indichi sempre la via per essere insieme luci nel mondo e per mostrare al nostro prossimo la via verso la sorgente, dove possono soddisfare il loro più profondo desiderio di vita Vi ringrazio.

[01312-01.02] [Testo originale: Tedesco]

 TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Ladies and Gentlemen,
Dear Brothers and Sisters,

I am grateful for this opportunity to come together, here in Freiburg, with you, the Council Members of the Central Committee for German Catholics (ZdK). I gladly express to you my appreciation for your work in publicly representing the concerns of Catholics and in giving impetus to the apostolate of the Church and of Catholics in society. I would also like to thank you, dear President Glück, for your words, and for your many important and thought-provoking observations.

Dear friends, for some years now, development aid has included what are known as "exposure programmes". Leaders from the fields of politics, economics and religion live among the poor in Africa, Asia, or Latin America for a certain period and share the day-to-day reality of their lives. They are exposed to the circumstances in which these people live, in order to see the world through their eyes and hence to learn how to practise solidarity.

Let us imagine that an exposure programme of this kind were to take place here in Germany. Experts from a far country would arrive to spend a week with an average German family. They would find much to admire here, for example the prosperity, the order and the efficiency. But looking on with unprejudiced eyes, they would also see plenty of poverty: poverty in human relations and poverty in the religious sphere.

We live at a time that is broadly characterized by a subliminal relativism that penetrates every area of life. Sometimes this relativism becomes aggressive, when it opposes those who say that they know where the truth or meaning of life is to be found.

And we observe that this relativism exerts more and more influence on human relationships and on society. This is reflected, among other things, in the inconstancy and fragmentation of many people’s lives and in an exaggerated individualism. Many no longer seem capable of any form of self-denial or of making a sacrifice for others. Even the altruistic commitment to the common good, in the social and cultural sphere or on behalf of the needy, is in decline. Others are now quite incapable of committing themselves unreservedly to a single partner. People can hardly find the courage now to promise to be faithful for a whole lifetime; the courage to make a decision and say: now I belong entirely to you, or to take a firm stand for fidelity and truthfulness and sincerely to seek a solution to their problems.

Dear friends, in the exposure programme, analysis is followed by common reflection. This evaluation must take into account the whole of the human person, and this includes – not just implicitly but quite clearly – the person’s relationship to the Creator.

We see that in our affluent western world much is lacking. Many people lack experience of God’s goodness. They no longer find any point of contact with the mainstream churches and their traditional structures. But why is this? I think this is a question on which we must reflect very seriously. Addressing it is the principal task of the Pontifical Council for the New Evangelization. But naturally it is something that concerns us all. Allow me to refer here to an aspect of Germany’s particular situation. The Church in Germany is superbly organized. But behind the structures, is there also a corresponding spiritual strength, the strength of faith in the living God? We must honestly admit that we have more than enough by way of structure but not enough by way of Spirit. I would add: the real crisis facing the Church in the western world is a crisis of faith. If we do not find a way of genuinely renewing our faith, all structural reform will remain ineffective.

But let us return to the people who lack experience of God’s goodness. They need places where they can give voice to their inner longing. And here we are called to seek new paths of evangelization. Small communities could be one such path, where friendships are lived and deepened in regular communal adoration before God. There we find people who speak of these small faith experiences at their workplace and within their circle of family and friends, and in so doing bear witness to a new closeness between Church and society. They come to see more and more clearly that everyone stands in need of this nourishment of love, this concrete friendship with others and with the Lord. Of continuing importance is the link with the vital life-source that is the Eucharist, since cut off from Christ we can do nothing (cf. Jn 15:5).

Dear brothers and sisters, may the Lord always point out to us how together we can be lights in the world and can show our fellow men the path to the source at which they can quench their profound thirst for life. I thank you.

[01312-02.02] [Original text: German]

Al termine dell’incontro con il ZdK, il Santo Padre Benedetto XVI lascia il Seminario Arcivescovile e si trasferisce in auto alla Fiera di Freiburg per la Veglia di preghiera con i giovani.

[B0557-XX.02]