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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI A MADRID (SPAGNA) IN OCCASIONE DELLA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ (18-21 AGOSTO 2011) (XIV), 21.08.2011


INCONTRO CON I VOLONTARI DELLA GMG, ALLA NUOVA FIERA DI MADRID (IFEMA) 

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA  

  TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE  

  TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE  

  TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA  

  TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE  

Alle ore 17 di questo pomeriggio il Santo Padre Benedetto XVI si congeda dalla Nunziatura Apostolica e raggiunge in auto la nuova Fiera di Madrid (IFEMA).
Nel Padiglione 9 del quartiere fieristico, alle 17.30 il Papa incontra i circa 12 mila volontari della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù.
Introdotto dai saluti del Card. Antonio María Rouco Varela, di un volontario e di una volontaria, il Santo Padre pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

Queridos voluntarios

Al concluir los actos de esta inolvidable Jornada Mundial de la Juventud, he querido detenerme aquí, antes de regresar a Roma, para daros las gracias muy vivamente por vuestro inestimable servicio. Es un deber de justicia y una necesidad del corazón. Deber de justicia, porque, gracias a vuestra colaboración, los jóvenes peregrinos han podido encontrar una amable acogida y una ayuda en todas sus necesidades. Con vuestro servicio habéis dado a la Jornada Mundial el rostro de la amabilidad, la simpatía y la entrega a los demás.

Mi gratitud es también una necesidad del corazón, porque no solo habéis estado atentos a los peregrinos, sino también al Papa, a mi. En todos los actos en los que he participado, allí estabais vosotros: unos visiblemente y otros en un segundo plano, haciendo posible el orden requerido para que todo fuera bien. No puedo tampoco olvidar el esfuerzo de la preparación de estos días. Cuántos sacrificios, cuánto cariño. Todos, cada uno como sabía y podía, puntada a puntada, habéis ido tejiendo con vuestro trabajo y oración el maravillo cuadro multicolor de esta Jornada. Muchas gracias por vuestra dedicación. Os agradezco este gesto entrañable de amor.

Muchos de vosotros habéis debido renunciar a participar de un modo directo en los actos, al tener que ocuparos de otras tareas de la organización. Sin embargo, esa renuncia ha sido un modo hermoso y evangélico de participar en la Jornada: el de la entrega a los demás de la que habla Jesús. En cierto sentido, habéis hecho realidad las palabras del Señor: «Si uno quiere ser el primero, sea el último de todos y el servidor de todos» (Mc 9,35). Tengo la certeza de que esta experiencia como voluntarios os ha enriquecido a todos en vuestra vida cristiana, que es fundamentalmente un servicio de amor. El Señor trasformará vuestro cansancio acumulado, las preocupaciones y el agobio de muchos momentos en frutos de virtudes cristianas: paciencia, mansedumbre, alegría en el darse a los demás, disponibilidad para cumplir la voluntad de Dios. Amar es servir y el servicio acrecienta el amor. Pienso que es este uno de los frutos más bellos de vuestra contribución a la Jornada Mundial de la Juventud. Pero esta cosecha no la recogéis solo vosotros, sino la Iglesia entera que, como misterio de comunión, se enriquece con la aportación de cada uno de sus miembros.

Al volver ahora a vuestra vida ordinaria, os animo a que guardéis en vuestro corazón esta gozosa experiencia y a que crezcáis cada día más en la entrega de vosotros mismos a Dios y a los hombres. Es posible que en muchos de vosotros se haya despertado tímida o poderosamente una pregunta muy sencilla: ¿Qué quiere Dios de mí? ¿Cuál es su designio sobre mi vida? ¿Me llama Cristo a seguirlo más de cerca? ¿No podría yo gastar mi vida entera en la misión de anunciar al mundo la grandeza de su amor a través del sacerdocio, la vida consagrada o el matrimonio? Si ha surgido esa inquietud, dejaos llevar por el Señor y ofreceos como voluntarios al servicio de Aquel que «no ha venido a ser servido sino a servir y a dar su vida como rescate por muchos» (Mc 10,45). Vuestra vida alcanzará una plenitud insospechada. Quizás alguno esté pensando: el Papa ha venido a darnos las gracias y se va pidiendo. Sí, así es. Ésta es la misión del Papa, Sucesor de Pedro. Y no olvidéis que Pedro, en su primera carta, recuerda a los cristianos el precio con que han sido rescatados: el de la sangre de Cristo (cf. 1P 1, 18-19). Quien valora su vida desde esta perspectiva sabe que al amor de Cristo solo se puede responder con amor, y eso es lo que os pide el Papa en esta despedida: que respondáis con amor a quien por amor se ha entregado por vosotros. Gracias de nuevo y que Dios vaya siempre con vosotros.

[01184-04.01] [Texto original: Español]

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Cari volontari,

nel concludere questa indimenticabile Giornata Mondiale della Gioventù, ho desiderato fermarmi qui, prima di tornare a Roma, per ringraziarvi vivamente per il vostro prezioso servizio. È un dovere di giustizia ed una necessità del cuore. Dovere di giustizia, perché, grazie alla vostra collaborazione, i giovani pellegrini hanno potuto avere una cordiale accoglienza ed un aiuto in tutte le loro necessità. Con il vostro servizio avete dato alla Giornata Mondiale della Gioventù il volto dell’amabilità, della simpatia e della premura per gli altri.

La mia gratitudine è anche una necessità del cuore, perché non solo siete stati attenti ai pellegrini, ma anche al Papa, a me. In tutti i momenti ai quali ho partecipato, voi eravate lì: alcuni visibilmente, altri in secondo piano, rendendo possibile l’ordine richiesto perché tutto andasse bene. Non posso neppure dimenticare lo sforzo della preparazione di questi giorni. Quanti sacrifici, quanto amore! Tutti, ciascuno come sapeva e poteva, di volta in volta, avete intessuto con il vostro lavoro e la preghiera il meraviglioso quadro multicolore di questa Giornata. Grazie per la vostra dedizione! Vi sono grato per questo profondo gesto di amore.

Molti di voi hanno dovuto rinunciare a prendere parte in modo diretto nei vari atti, perché occupati in altri compiti dell’organizzazione. Tuttavia, questa rinuncia è stata un modo molto bello ed evangelico di partecipare alla Giornata: quello dell’attenzione agli altri di cui parla Gesù. In un certo modo, avete realizzato la parola del Signore: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ ultimo di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,35). Sono certo che questa esperienza come volontari vi ha arricchito tutti nella vostra vita cristiana, che è fondamentalmente un servizio di amore. Il Signore trasformerà la vostra stanchezza accumulata, le preoccupazioni e il peso di molti momenti in frutti di virtù cristiane: pazienza, mansuetudine, gioia nel donarsi agli altri, disponibilità a compiere la volontà di Dio. Amare è servire e il servizio aumenta l’amore. Penso che questo sia uno dei frutti più belli del vostro contributo alla Giornata Mondiale della Gioventù. Ma questo frutto non lo raccogliete solo voi, ma la Chiesa intera, che, quale mistero di comunione, si arricchisce con l’apporto di ognuno dei suoi membri.

Nel tornare ora alla vostra vita ordinaria, vi incoraggio a conservare nel vostro cuore questa gioiosa esperienza e a crescere ogni giorno di più nel dono di voi stessi a Dio e agli uomini. E’ possibile che in molti di voi si sia manifestata timida o con forza una domanda molto semplice: Che cosa vuole Dio da me? Qual è il suo disegno sulla mia vita? Cristo mi chiama a seguirlo più da vicino? Non potrei spendere tutta la mia vita nella missione di annunciare al mondo la grandezza del suo amore attraverso il sacerdozio, la vita consacrata o il matrimonio? Se è sorta questa inquietudine, lasciatevi guidare dal Signore e offritevi volontariamente al servizio di Colui che «non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45). La vostra vita raggiungerà una pienezza insospettata. Forse qualcuno sta pensando: il Papa è venuto a ringraziarci e ora sta chiedendo. Sì, è così. Questa è la missione del Papa, Successore di Pietro. E non dimenticate che Pietro, nella sua prima lettera, ricorda ai cristiani il prezzo con il quale sono stati riscattati: quello del sangue di Cristo ( cfr 1Pt 1,18-19). Chi valuta la sua vita da questa prospettiva sa che all’amore di Cristo si può rispondere solo con amore, e questo è ciò che vi chiede il Papa in questo congedo: che rispondiate con amore a colui che per amore si è consegnato per voi. Ancora grazie e che Dio sia sempre con voi.

[01184-01.01] [Testo originale: Spagnolo]

  TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

Chers volontaires,

Au moment de clore ces inoubliables Journées Mondiales de la Jeunesse, j’ai voulu m’arrêter ici, avant de rentrer à Rome, pour vous remercier vivement pour les services inestimables que vous avez rendus. C’est un devoir de justice et une nécessité du cœur ! Devoir de justice, parce que, grâce à votre collaboration, les jeunes pèlerins ont été accueillis aimablement, et ont pu être aidés quand ils ont en eu besoin. Au travers de votre service, vous avez donné aux Journées Mondiales le visage de l’amabilité, de la sympathie et du dévouement aux autres.

Ma gratitude est aussi une nécessité du cœur parce que vous avez non seulement été attentifs envers les pèlerins mais aussi envers le Pape, envers moi. Durant toutes les cérémonies auxquelles j’ai participé, vous y étiez, vous : certains visibles, d’autre plus en retrait, rendant possible l’ordre requis pour que tout se passe bien. Je ne peux pas non plus oublier l’effort de préparation de ces journées. Combien de sacrifices, combien de soins. Tous, point par point, vous avez tissé avec votre travail et votre prière, chacun selon ses connaissances et ses capacités, le merveilleux tableau multicolore de ces Journées. Merci beaucoup pour votre dévouement.

Beaucoup d’entre vous ont dû renoncer à participer directement aux cérémonies, occupés qu’ils étaient aux autres tâches de l’organisation. Cependant, cette renonciation a été un beau moyen évangélique de participer aux Journées : celui du dévouement aux autres dont parle Jésus. Dans un certain sens, vous avez rendu réelles les paroles du Seigneur : « Si quelqu'un veut être le premier, il sera le dernier de tous et le serviteur de tous » (Mc 9, 35). J’ai la certitude que cette expérience comme volontaires vous a tous enrichis dans votre vie chrétienne, qui est fondamentalement un service d’amour. Le Seigneur transformera votre fatigue accumulée, les préoccupations et l’accablement de tant de moments, en fruits de vertus chrétiennes : patience, douceur, joie à se donner aux autres, disponibilité pour accomplir la volonté de Dieu. Aimer c’est servir, et le service accroît l’amour. Je pense que c’est un des plus beaux fruits de votre contribution aux Journées Mondiales de la Jeunesse. Mais cette récolte, vous ne la recueillerez pas vous seulement, mais l’Eglise toute entière qui, comme mystère de communion, s’enrichit de l’apport de chacun de ses membres.

En retournant maintenant à une vie ordinaire, je vous encourage à garder dans votre cœur cette joyeuse expérience et à grandir un peu plus chaque jour dans le dévouement de vous-mêmes à Dieu et aux hommes. Il est possible que se soit posée timidement ou impérieusement en beaucoup d’entre vous une question très sensible : Que désire Dieu de moi ? Quel est son dessein pour ma vie ? Le Christ m’appelle-t-il à le suivre de plus près ? Ne pourrais-je pas dépenser ma vie entière dans la mission d’annoncer au monde la grandeur de son amour par le sacerdoce, par la vie consacrée ou par le mariage ? Si cette inquiétude a surgi, laissez-vous porter par le Seigneur et offrez-vous comme volontaires au service de Celui qui « n’est pas venu pour être servi, mais pour servir et donner sa vie en rançon pour la multitude » (Mc 10, 45). Votre vie atteindra une plénitude insoupçonnée. Peut-être que quelqu’un est en train de penser : le Pape est venu nous remercier et va s’en aller en demandant. Oui, c’est cela. C’est cela, la mission du Pape, Successeur de Pierre. Et n’oubliez pas que Pierre, dans sa première lettre, rappelle aux chrétiens à quel prix ils ont été rachetés : celui du sang du Christ (cf 1P 1, 18-19). Qui évalue sa vie à l’aune de cette perspective sait que l’amour peut seul répondre à l’amour du Christ, et c’est cela que vous demande le Pape lors de cet au revoir : que vous répondiez avec amour à celui qui par amour s’est consacré à vous. Encore merci et que Dieu soit toujours avec vous.

[01184-03.01] [Texte original: Espagnol]

  TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Dear Volunteers,

As the events of this unforgettable World Youth Day draw to a close, I wanted to come here, before my return to Rome, to thank you personally for all your invaluable help. It is both a matter of justice and a heartfelt duty. A matter of justice because, thanks to your cooperation, the young pilgrims enjoyed a warm welcome and were assisted in their every need. Your service gave World Youth Day a face of kindness, friendship and neighbourly concern.

My gratitude is also a heartfelt duty, not only because you were so attentive to the pilgrims, but also to the Pope, to me! At every event in which I took part, you were there: some were highly visible, while others stayed in the background, helping to ensure that everything took place in an orderly fashion. I also want to mention all the effort that went into preparing for these days. All the sacrifices, all the love. Everybody did his or her best, by work and prayer, to weave, stitch by stitch, the magnificent, colourful tapestry of this World Youth Day. Many thanks for your dedicated service. I am grateful for this great sign of your love.

Many of you had to give up participating directly in the events, because you were engaged in the work of organization. But this sacrifice was itself a beautiful and evangelical way to take part in the celebrations: you gave yourselves to others, as Jesus tells us to do. In a real way sense you brought to life the Lord’s words: "Whoever wants to be first must be the last of all and servant of all" (Mk 9:35). I am certain that your experience as volunteers has enriched all of you in your Christian life, which in the end is a service to love. The Lord will turn all the weariness, the worries and the burdens of these days into a source of growth in the Christian virtues: patience, meekness, joy in self-giving and eagerness to do God’s will. To love means to serve, and service increases love. For me, this is one of the finest fruits of your contribution to World Youth Day. But you will not be the only ones who reap this harvest: the whole Church, as a mystery of communion, is enriched by the contribution of each of her members.

As you now go back to your everyday lives, I ask you to treasure this joy-filled experience in your hearts and to grow each day in giving yourselves to God and to others. Perhaps many of you felt a very simple question forming in your hearts, faintly or forcefully as the case may be: What is God asking me to do? What is his plan for my life? Is Christ asking me to follow him more closely? Should I not spend my whole life in the mission to proclaim to the world the greatness of his love through the priesthood, or the consecrated life, or marriage? If this question has surfaced, let the Lord be your guide and become volunteers in the service of the One who "came not to be served but to serve, and to give his life a ransom for many" (Mk 10:45). Your life will achieve fulfilment in ways you cannot imagine. Perhaps some of you are thinking: the Pope came to thank us and here he is asking us for something more! You are right. But that is the mission of the Pope, the Successor of Peter. After all, Peter, in his First Letter, reminds Christians that they were ransomed at a great price: that of the blood of Christ (cf. 1 Pet 1:18-19). Those who look at their lives from this perspective know that Christ’s love can only be met with love. That is what the Pope is asking you to do in this farewell: to respond in love to the One who for love gave himself up for us. Once again, I thank all of you. May God be ever at your side!

[01184-02.01] [Original text: Spanish]

  TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

Liebe ehrenamtliche Helfer!

Zum Abschluß dieses unvergeßlichen Weltjugendtags wollte ich vor meiner Rückkehr nach Rom hier Halt machen, um euch von Herzen für euren wertvollen Dienst zu danken. Das ist ein Gebot der Gerechtigkeit und ein Herzensanliegen. Ein Gebot der Gerechtigkeit, weil dank eurer Mitarbeit die jungen Pilger einen herzlichen Empfang und Hilfe in all ihren Bedürfnissen erhalten konnten. Mit eurem Dienst habt ihr dem Weltjugendtag das Gesicht der Liebenswürdigkeit, des Wohlwollens und der Sorge für die anderen gegeben.

Meine Dankbarkeit ist auch ein Herzensanliegen, denn eure Aufmerksamkeit galt nicht nur den Pilgern, sondern auch dem Papst, also mir. Bei allen Veranstaltungen, an denen ich teilgenommen habe, wart ihr da – einige sichtbar, andere im Hintergrund – und habt die notwendige Ordnung ermöglicht, damit alles gut verlaufen konnte. Auch die Anstrengung der Vorbereitung dieser Tage darf ich nicht vergessen. Wie viele Opfer, wieviel Liebe! Alle, jeder nach seinen Fähigkeiten und Möglichkeiten, habt ihr jeweils mit eurer Arbeit und mit dem Gebet das wunderschöne, vielfarbige Bild dieses Weltjugendtags gewebt. Danke für euren Einsatz! Ich bin euch dankbar für diese tiefe Geste der Liebe.

Viele von euch mußten darauf verzichten, unmittelbar an den verschiedenen Veranstaltungen teilzunehmen, weil sie mit anderen organisatorischen Aufgaben beschäftigt waren. Doch dieser Verzicht war eine sehr schöne und dem Evangelium gemäße Weise der Teilnahme am Weltjugendtag: die der Aufmerksamkeit für die anderen, von der Jesus spricht. In gewisser Weise habt ihr das Wort des Herrn verwirklicht: „Wer der Erste sein will, soll der Letzte von allen und der Diener aller sein" (Mk 9,35). Ich bin sicher, daß diese Erfahrung als Freiwillige euch alle bereichert hat in eurem christlichen Leben, das grundsätzlich ein Dienst der Liebe ist. Der Herr wird eure angesammelte Müdigkeit, die Sorgen und die Last vieler Augenblicke in Früchte christlicher Tugenden verwandeln: in Geduld, Milde, Freude in der Hingabe an die anderen, Bereitschaft, den Willen Gottes zu tun. Lieben ist dienen, und der Dienst steigert die Liebe. Ich denke, das ist eine der schönsten Früchte eures Beitrags zum Weltjugendtag. Diese Frucht aber erntet nicht nur ihr, sondern die ganze Kirche, die, insofern sie Geheimnis der Gemeinschaft ist, durch den Beitrag eines jeden ihrer Glieder bereichert wird.

Wenn ihr nun in euer gewöhnliches Leben zurückkehrt, ermutige ich euch, diese frohe Erfahrung in eurem Herzen zu bewahren und jeden Tag in eurer Selbsthingabe an Gott und an die Menschen weiter zu wachsen. Möglicherweise ist in vielen von euch zaghaft oder mit Kraft eine ganz einfache Frage deutlich geworden: Was will Gott von mir? Was ist sein Plan für mein Leben? Ruft Christus mich in die engere Nachfolge? Könnte ich nicht mein ganzes Leben der Aufgabe widmen, im Priestertum, im geweihten Leben oder in der Ehe der Welt die Größe seiner Liebe zu verkünden? Wenn diese Unruhe aufgekommen ist, laßt euch vom Herrn führen und gebt euch freiwillig in den Dienst dessen, der „nicht gekommen [ist], um sich dienen zu lassen, sondern um zu dienen und sein Leben hinzugeben als Lösegeld für viele" (Mk 10,45). Euer Leben wird eine unerwartete Fülle erreichen. Vielleicht denkt jetzt jemand: Der Papst ist gekommen, um uns zu danken, und jetzt verlangt er etwas. Ja, so ist es. Das ist die Sendung des Papstes, des Nachfolgers Petri. Und vergeßt nicht, daß Petrus in seinem ersten Brief die Christen an den Preis erinnert, mit dem sie losgekauft worden sind: mit dem Blut Christi (vgl. 1 Petr 1,18-19). Wer sein Leben aus dieser Perspektive bewertet, weiß, daß man auf die Liebe Christi nur mit Liebe antworten kann, und das ist es, was der Papst in diesem Abschied von euch erbittet: daß ihr mit Liebe dem antwortet, der sich aus Liebe für euch hingegeben hat. Danke noch einmal, und möge Gott immer mit euch sein!

[01184-05.01] [Originalsprache: Spanisch]

  TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE

Queridos Voluntários!

Concluídas as actividades desta inesquecível Jornada Mundial da Juventude, quis deter-me aqui, antes de regressar a Roma, para vos agradecer vivamente pelo vosso inestimável serviço. É um dever de justiça e uma necessidade do coração. Um dever de justiça, porque, graças à vossa colaboração, os jovens peregrinos puderam encontra um amável acolhimento e uma ajuda para todas as suas necessidades. Com o vosso serviço, conferistes à Jornada Mundial a fisionomia da amabilidade, da simpatia e da dedicação aos outros.

Mas o meu agradecimento é também uma necessidade do coração, porque estivestes atentos não só aos peregrinos mas também ao Papa, a mim. Em todos os momentos em que participei, lá vos encontrei: uns visivelmente e outros em segundo plano, possibilitando a ordem que se requeria para tudo correr pelo melhor. E também não posso esquecer o esforço da preparação destes dias. Quantos sacrifícios, quanta solicitude! Todos vós, cada um como sabia e podia, pouco a pouco fostes tecendo com o vosso trabalho e oração a maravilhosa tela multicolor desta Jornada. Muito obrigado pela vossa dedicação. Agradeço-vos este profundo sinal de amor.

Muitos de vós tiveram de renunciar à participação directa nos actos celebrativos, ocupados como estáveis com outras tarefas da sua organização. Mas esta renúncia constituiu uma forma bela e evangélica de participar na Jornada: a da entrega aos outros, de que fala Jesus. De certo modo, tornastes realidade estas palavras do Senhor; «Se alguém quiser ser o primeiro, há-de ser o último de todos e o servo de todos» (Mc 9, 35). Tenho a certeza de que esta experiência como voluntário vos enriqueceu a todos na vossa vida cristã, que é fundamentalmente um serviço de amor. O Senhor transformará a vossa fadiga acumulada, as preocupações e a pressão de muitos momentos, em frutos de virtudes cristãs: paciência, mansidão, alegria de se dar aos outros, disponibilidade para cumprir a vontade de Deus. Amar é servir, e o serviço aumenta o amor. Penso que este seja um dos frutos mais belos da vossa contribuição para a Jornada Mundial da Juventude. Mas esta colheita não beneficia apenas a vós, mas à Igreja inteira que, com mistério de comunhão, se enriquece com o contributo de cada um dos seus membros.

Agora, ao voltardes para a vossa vida de todos os dias, animo-vos a guardardes no vosso coração esta experiência feliz e a crescerdes cada vez mais na entrega de vós mesmos a Deus e aos homens. É possível que, em tantos de vós, se tenha levantado, débil ou poderosamente, esta pergunta muito simples: O que Deus quer de mim? Qual é o desígnio de Deus para a minha vida? Não poderia eu gastar a minha vida inteira na missão de anunciar ao mundo a grandeza do seu amor através do sacerdócio, da vida consagrada ou do matrimónio? Se vos veio esta inquietação, deixai-vos conduzir pelo Senhor e oferecei-vos como voluntário ao serviço d’Aquele que «não veio para ser servido, mas para servir e dar a sua vida em resgate por todos» (Mc 10, 45). E a vossa vida alcançará uma plenitude que nem suspeitais. Talvez alguém esteja a pensar: O Papa veio para nos agradecer, e deixa-nos com um pedido! Sim, é mesmo assim! Esta é a missão do Papa, Sucessor de Pedro. Não esqueçais que Pedro, na sua primeira carta, recorda aos cristãos o preço com que forma resgatados: o do sangue de Cristo (cf. 1 Ped 1, 18-19). Quem avalia a sua vida a partir desta perspectiva sabe que ao amor de Cristo só se pode responder com amor; e é isto mesmo que vos pede o Papa agora na despedida: que respondais com amor a Quem por amor Se entregou por vós. De novo obrigado, e que Deus sempre vos acompanhe!

[01184-06.01] [Texto original: Espanhol]

[B0491-XX.02]