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MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2011, 06.07.2011


MESSAGGIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2011

TESTO IN LINGUA ITALIANA

TESTO IN LINGUA FRANCESE  

TESTO IN LINGUA INGLESE  

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA  

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE  

Pubblichiamo di seguito il Messaggio del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in occasione della Giornata Mondiale del Turismo, che come sempre sarà celebrata il 27 settembre, quest’anno sul tema: "Turismo e avvicinamento delle culture":

TESTO IN LINGUA ITALIANA

Il 27 settembre si celebra la Giornata Mondiale del Turismo, promossa dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT), a cui la Santa Sede ha aderito fin dalla sua prima edizione nel 1980.

Il tema di quest'anno, Turismo e avvicinamento delle culture, intende sottolineare l'importanza dei viaggi nell'incontro fra le diverse culture del mondo, specialmente in questi tempi in cui più di novecento milioni di persone compiono viaggi internazionali, agevolati dai moderni mezzi di comunicazione e dalla riduzione dei costi.

In questo modo, il turismo si presenta come una "attività che abbatte le barriere che separano le culture e promuove la tolleranza, il rispetto e la mutua comprensione. Nel nostro mondo, spesso diviso, questi valori rappresentano le fondamenta di un futuro più pacifico".1

Partendo da un concetto ampio di cultura che abbraccia, oltre alla storia o al patrimonio artistico ed etnografico, anche gli stili di vita, le relazioni, le credenze e i valori, non solo affermiamo l'esistenza della diversità culturale, ma, in linea con il Magistero della Chiesa, la valutiamo anche come un fatto positivo. Perciò, "occorre fare in modo che le persone accettino non soltanto l'esistenza della cultura dell'altro - come afferma Benedetto XVI -, ma desiderino anche riceverne un arricchimento",2 accogliendo ciò che questa ha di buono, di vero e di bello.

Per raggiungere tale obiettivo, il turismo ci offre tutte le sue possibilità. Il Codice Etico Mondiale per il Turismo afferma al riguardo che "praticato con la necessaria apertura di spirito, costituisce un fattore insostituibile di autoeducazione personale, di mutua tolleranza e di accostamento alle legittime differenze tra popoli e culture, e alle loro diversità".3 Ciò può favorire, per sua natura, sia l'incontro che il dialogo, giacché mette in contatto con altri luoghi, altre tradizioni, altri modi di vivere, altre forme di vedere il mondo e di concepire la sua storia. Per tutto questo, il turismo è certamente un'occasione privilegiata.

Per dialogare, tuttavia, la prima condizione è di saper ascoltare, di voler essere interpellati dall'altro, di voler scoprire il messaggio che si cela in ciascun monumento, in ogni manifestazione culturale, su una base di rispetto, senza pregiudizi né esclusioni, evitando letture superficiali o parziali. Così, è tanto importante "saper accogliere" come "saper viaggiare". Ciò implica che le attività turistiche vanno organizzate con riguardo verso le peculiarità, le leggi e i costumi dei paesi di accoglienza, per cui i turisti, prima della loro partenza, dovranno raccogliere informazioni sulle caratteristiche del luogo che intendono visitare. Allo stesso modo, le comunità che ricevono e i professionisti del turismo dovranno conoscere le forme di vita e le aspettative dei turisti che li visitano.4

Partendo dal fatto che ogni cultura racchiude in se stessa certi limiti, l'incontro con culture diverse permette un arricchimento della propria realtà. In questo senso si esprimeva il beato Giovanni Paolo II quando affermava che "la 'differenza', che alcuni trovano così minacciosa, può divenire, mediante un dialogo rispettoso, la fonte di una più profonda comprensione del mistero dell'esistenza umana".5

Un obiettivo della pastorale del turismo sarà certamente quello di educare e preparare i cristiani affinché l'incontro delle culture, che può realizzarsi nei viaggi, non sia un'opportunità persa, ma serva come arricchimento personale, che aiuti a conoscere l'altro e a conoscere se stessi.

In questo dialogo, che è frutto dell'avvicinamento delle culture, la Chiesa ha molto da offrire. "Anche in campo culturale - segnala Benedetto XVI -, il Cristianesimo ha da offrire a tutti la più potente forza di rinnovamento e di elevazione, cioè l’Amore di Dio che si fa amore umano".6 Inteso nel senso ampio sopra evidenziato, è immenso il patrimonio culturale che nasce dall'esperienza della fede, dall'incontro fra la cultura e il Vangelo, frutto del profondo vissuto religioso della comunità cristiana. Certamente, queste opere d'arte e di memoria storica hanno un enorme potenziale di evangelizzazione, in quanto si inseriscono nella via pulchritudinis, il cammino della bellezza, che "è un percorso privilegiato e affascinante per avvicinarsi al Mistero di Dio".7

Obiettivo prioritario della nostra pastorale del turismo deve essere quello di mostrare il vero significato di tutto il retaggio culturale, nato nel calore della fede e per la gloria di Dio. In questa linea, ancora risuonano le parole del beato Giovanni Paolo II agli operatori pastorali del turismo: "Voi cooperate alla formazione dello sguardo che è un risveglio dell’anima alle realtà dello spirito, aiutando i visitatori a risalire fino alle sorgenti della fede che ha fatto sorgere questi edifici, e rendendo visibile la Chiesa di pietre viventi che formano le comunità cristiane".8 È quindi importante che presentiamo questo patrimonio nella sua autenticità, mostrandolo nella sua vera natura religiosa, inserendolo nel contesto liturgico in cui nacque e per cui nacque.

Poiché siamo coscienti che la Chiesa "esiste per evangelizzare",9 dobbiamo domandarci costantemente: come accogliere le persone nei luoghi sacri in modo che ciò le aiuti a conoscere e amare di più il Signore? Come facilitare un incontro fra Dio e ciascuna persona che giunge lì? Per prima cosa bisogna sottolineare l'importanza di un'accoglienza adeguata, "che tenga conto dello specifico di ciascun gruppo e di ciascuna persona, delle attese dei cuori e dei loro autentici bisogni spirituali",10 e che si manifesta in diversi elementi: dai più semplici dettagli fino alla disponibilità personale all'ascolto, passando per l'accompagnamento nel tempo della loro presenza.

A tale riguardo, e con l'obiettivo di favorire il dialogo interculturale e porre il nostro patrimonio culturale al servizio dell'evangelizzazione, è conveniente adottare una serie di iniziative pastorali concrete. Esse devono integrarsi in un programma ampio di interpretazione che, insieme a un'informazione di tipo storico-culturale, mostri in forma chiara e accessibile l'originale e profondo significato religioso di tali manifestazioni culturali, utilizzando risorse moderne e attraenti e approfittando delle risorse personali e tecnologiche a disposizione.

Fra le proposte concrete c'è l'elaborazione di itinerari turistici che offrano la visita ai luoghi più importanti del patrimonio religioso-culturale della diocesi. Insieme a ciò, si deve favorire un ampio orario di apertura e disporre di una struttura di accoglienza adeguata. Su questa linea è importante la formazione spirituale e culturale delle guide turistiche, mentre si può studiare la possibilità di creare organizzazioni di guide cattoliche. È opportuno anche elaborare "pubblicazioni locali sotto forma di dépliant turistici, di pagine web o di riviste più specializzate sul patrimonio, con l’intento pedagogico di mettere in evidenza l’anima, l’ispirazione e il messaggio delle opere, e con un’analisi scientifica volta alla comprensione profonda dell’opera".11

Non possiamo rassegnarci a concepire la visita turistica come una semplice pre-evangelizzazione, ma dobbiamo avvalercene come piattaforma per realizzare l'annuncio chiaro ed esplicito di Gesù Cristo.

Colgo questa occasione per annunciare ufficialmente la celebrazione del VII Congresso Mondiale di Pastorale del Turismo, che si terrà, se Dio vorrà, a Cancún (Messico), la settimana dal 23 al 27 aprile 2012. Tale evento, organizzato dal nostro Pontificio Consiglio, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Messicana e la prelatura di Cancún-Chetumal, sarà certamente un'importante opportunità per continuare ad approfondire le proposte concrete che la pastorale del turismo esige nel tempo presente.

 + Antonio Maria Vegliò
Presidente

 + Joseph Kalathiparambil
Segretario

_____________________________

1 TALEB RIFAL, Segretario Generale dell’OMT, Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2011.

2 BENEDETTO XVI, Messaggio in occasione della giornata di studio sul dialogo fra culture e religioni, organizzata dal Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e dal Pontificio Consiglio della Cultura, 3 dicembre 2008.

3 ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO, Codice Etico Mondiale per il Turismo, 1 ottobre 1999, art. 2 § 1.

4 Cfr. ORGANIZZAZIONE MONDIALE DEL TURISMO, Codice Etico Mondiale per il Turismo, 1 ottobre 1999, art. 1.

5 GIOVANNI PAOLO II, Discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, 5 ottobre 1995, n. 10.

6 BENEDETTO XVI, La apertura reciproca fra le culture è un terreno privilegiato per il dialogo. Discorso al Pontificio Consiglio della Cultura, 15 giugno 2007.

7 BENEDETTO XVI, Udienza generale, 18 novembre 2009.

8 GIOVANNI PAOLO II, Discorso ai partecipanti al IV Congresso Mondiale di pastorale del turismo, 17 novembre 1990, n.4.

9 PAOLO VI, Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi sulla evangelizzazione nel mondo contemporaneo, 8 dicembre 1975, n. 14.

10 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI, Il Santuario. Memoria, presenza e profezia del Dio vivente, 8 maggio 1999, n.12.

11 PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA, Documento finale dell’assemblea plenaria "La Via pulchritudinis, Cammino privilegiato di evangelizzazione e di dialogo", 27-28 marzo 2006.

[01067-01.01] [Testo originale: Italiano]

TESTO IN LINGUA FRANCESE

La Journée Mondiale du Tourisme, promue par l’Organisation Mondiale du Tourisme (OMT) sera célébrée le 27 septembre. Le Saint-Siège y a adhéré dès sa première édition, en 1980.

Le thème de cette année, Tourisme et rapprochement des cultures, entend souligner l'importance des voyages dans la rencontre entre les diverses cultures du monde, en particulier en ces temps où plus de neuf cents millions de personnes effectuent des voyages internationaux, favorisés par les moyens modernes de communication et par la réduction des coûts.

De la sorte, le tourisme se présente comme une « contribution à la disparition des barrières entre les cultures et au développement de la tolérance, du respect de l’autre et de la compréhension mutuelle. Dans notre monde, souvent en proie aux dissensions, ces valeurs représentent un tremplin vers un avenir plus paisible ».1

En partant d’un vaste concept qui inclut aussi, au-delà de l’histoire ou du patrimoine artistique et ethnographique, les styles de vie, les relations, les croyances et les valeurs, non seulement nous affirmons l’existence de la diversité culturelle mais, dans la ligne du Magistère de l’Eglise, nous la considérons comme un fait positif. Par conséquent, « il faut faire en sorte que les personnes acceptent non seulement l’existence de la culture de l’autre - comme l’affirme Benoît XVI -, mais souhaitent également en faire une source d’enrichissement »,2 en accueillant ce que celle-ci a de bon, de vrai et de beau.

Pour atteindre cet objectif, le tourisme nous offre toutes ses possibilités. Le Code Mondial d’Ethique du Tourisme affirme à cet égard que « pratiqué avec l’ouverture d’esprit nécessaire, il constitue un facteur irremplaçable d’autoéducation personnelle, de tolérance mutuelle et de rapprochement des différences légitimes entre les peuples et les cultures, et de leur diversité ».3 Il peut ainsi favoriser, par nature, aussi bien la rencontre que le dialogue, puisqu’il met en contact avec d’autres lieux, d’autres traditions, d’autres façons de vivre, d’autres formes pour voir le monde et concevoir son histoire. Pour toutes ces raisons, le tourisme est certainement une occasion privilégiée.

Cependant, pour dialoguer, la première condition est de savoir écouter, de vouloir être interpellé par l’autre, de vouloir découvrir le message que recèle chaque monument, chaque manifestation culturelle, sur une base de respect, sans préjugés ni exclusions, en évitant des lectures superficielles ou partielles. C’est pourquoi il est aussi important de « savoir accueillir » que de « savoir voyager ». Cela implique que les activités touristiques soient organisées en prêtant attention aux particularités, aux lois et aux coutumes des pays d’accueil ; aussi les touristes, avant leur départ, devront-ils recueillir des informations sur les caractéristiques du lieu qu’ils entendent visiter. De même, les communautés qui reçoivent et les professionnels du tourisme devront connaître les formes de vie et les attentes des touristes qui leur rendent visite.4

En partant du fait que chaque culture renferme en elle-même certaines limites, la rencontre avec des cultures différentes procure un enrichissement certain. C’est en ce sens que s’exprimait le bienheureux Jean-Paul II quand il affirmait que « la " différence ", que certains trouvent si menaçante, peut devenir, grâce à un dialogue respectueux, la source d’une compréhension plus profonde du mystère de l’existence humaine ».5

Un objectif de la pastorale du tourisme sera certainement d’éduquer et de préparer les chrétiens afin que la rencontre des cultures, qui peut se produire grâce aux voyages, ne soit pas une occasion perdue mais serve d’enrichissement personnel, qui aide à connaître l’autre et à se connaître soi-même.

Dans ce dialogue, qui est le fruit du rapprochement des cultures, l’Eglise a beaucoup à offrir. « Dans le domaine culturel également - signale Benoît XVI -, le christianisme peut offrir à tous la plus puissante force de renouveau et d’élévation, c’est-à-dire l’amour de Dieu qui se fait amour humain ».6 Entendu dans le sens plus vaste que nous venons de mettre en évidence, le patrimoine culturel qui naît de l’expérience de la foi, de la rencontre entre la culture et l’Evangile, fruit du profond vécu religieux de la communauté chrétienne, est immense. Ces œuvres d’art et de mémoire historique possèdent véritablement un énorme potentiel d’évangélisation, dans la mesure où elles s’insèrent dans la via pulchritudinis, le chemin de la beauté, qui « est un parcours privilégié et fascinant pour s’approcher du Mystère de Dieu ».7

L’objectif prioritaire de notre pastorale du tourisme doit être de ressortir la signification vraie de tout l’héritage culturel, né dans la chaleur de la foi et pour la gloire de Dieu. Là encore, nous entendons résonner les paroles du bienheureux Jean-Paul II aux agents pastoraux du tourisme : « Vous coopérez à la formation du regard qui est aussi un éveil de l’âme aux réalités de l’esprit, en aidant les visiteurs à remonter jusqu’aux sources de la foi qui a fait surgir ces édifices, et en rendant visible l’Eglise de pierres vivantes que forment les communautés chrétiennes ».8 Il est donc important que nous présentions ce patrimoine dans son authenticité, en le montrant dans sa vraie nature religieuse et en l’insérant dans le contexte liturgique où il naquit et pour lequel il naquit.

Puisque nous sommes conscients que l’Eglise « existe pour évangéliser »,9 nous devons constamment nous demander : comment accueillir les personnes dans les lieux sacrés de façon à ce que cela les aide à connaître et à aimer davantage le Seigneur ? Comment faciliter une rencontre entre Dieu et chaque personne qui vient ici ? Tout d’abord, il faut souligner l’importance d’un accueil approprié, « qui tienne compte de la spécificité de chaque groupe et de chaque personne, des attentes des cœurs et de leurs authentiques besoins spirituels»,10 et qui se manifeste à travers différents éléments : des détails les plus simples à la disponibilité personnelle à écouter, en passant par l’accompagnement pendant la durée du séjour.

A cet égard, et dans le but de favoriser le dialogue interculturel et de mettre notre patrimoine culturel au service de l’évangélisation, il convient d’adopter une série d’initiatives pastorales concrètes. Celles-ci doivent s’insérer dans un vaste programme d’interprétation qui, avec une information de type historique et culturel, fasse percevoir sous une forme claire et accessible la signification religieuse originale et profonde de ces manifestations culturelles, en utilisant des ressources modernes et attrayantes et en profitant des ressources personnelles et technologiques disponibles.

Parmi les propositions concrètes figure l’élaboration d’itinéraires touristiques pour offrir de visiter les lieux les plus importants du patrimoine religieux-culturel d’un diocèse. En plus de cela, il faut favoriser de longs horaires d’ouverture et disposer d’une structure d’accueil adéquate. En ce sens, la formation spirituelle et culturelle des guides touristiques est importante, tandis que l’on peut étudier la possibilité de créer des organisations de guides catholiques. Il est également opportun d’élaborer des « publications locales sous forme de dépliants touristiques, de sites web ou de revues plus spécialisées sur le patrimoine, avec le souci pédagogique de mettre en évidence l’âme, l’inspiration et le message des œuvres, l’analyse scientifique se mettant au service de la compréhension profonde de l’œuvre ».11

Nous ne pouvons pas nous résigner à concevoir la visite touristique comme une simple pré-évangélisation, mais nous devons nous en prévaloir comme d’une plate-forme pour accomplir l’annonce claire et explicite de Jésus-Christ.

Je saisis cette occasion pour annoncer officiellement la célébration du VIIème Congrès Mondial de Pastorale du Tourisme, qui se tiendra, si Dieu le veut, à Cancún (Mexique), la semaine du 23 au 27 avril 2012. Cet événement, organisé par le Conseil Pontifical pour la Pastorale des Migrants et des Personnes en déplacement, en collaboration avec la Conférence épiscopale mexicaine et la prélature de Cancún-Chetumal, représentera à coup sûr une importante occasion de poursuivre l’approfondissement des propositions concrètes qu’exige la pastorale du tourisme à notre époque.

 + Antonio Maria Vegliò
Président

 + Joseph Kalathiparambil
Secrétaire

_____________________________

1 TALEB RIFAI, Secrétaire Général de l'OMT, Message pour la Journée Mondiale du Tourisme 2011.

2 BENOÎT XVI, Message à l’occasion de la journée d’études sur le dialogue entre cultures et religions, organisée par le Conseil Pontifical pour le Dialogue Interreligieux et le Conseil Pontifical de la Culture, 3 décembre 2008.

3 ORGANISATION MONDIALE DU TOURISME, Code Mondial d’Ethique du Tourisme, 1er octobre 1999, art. 2 § 1.

4 Cf. ORGANISATION MONDIALE DU TOURISME, Code Mondial d’Ethique du Tourisme, 1er octobre 1999, art. 1.

5 JEAN-PAUL II, Discours à l’Assemblée Générale des Nations Unies, 5 octobre 1995, n° 10.

6 BENOÎT XVI, L’ouverture réciproque entre les cultures est un terrain privilégié pour le dialogue. Discours au Conseil Pontifical de la Culture, 15 juin 2007.

7 BENOÎT XVI, Audience générale, 18 novembre 2009.

8 JEAN-PAUL II, Discours aux participants au IVème Congrès mondial de Pastorale du tourisme, 17 novembre 1990, n° 4.

9 PAUL VI, Exhortation apostolique Evangelii nuntiandi sur l’évangélisation dans le monde de notre temps, 8 décembre 1975, n° 14.

10 CONSEIL PONTIFICAL POUR LA PASTORALE DES MIGRANTS ET DES PERSONNES EN DEPLACEMENT, Le sanctuaire. Mémoire, présence et prophétie du Dieu vivant, 8 mai 1999, n° 12.

11 CONSEIL PONTIFICAL DE LA CULTURE, Document finale de l'assemblée plénière « La Via pulchritudinis, Chemin privilégié d’évangélisation et de dialogue », 27-28 mars 2006.

[01067-03.01] [Texte original: Français]

TESTO IN LINGUA INGLESE

On September 27

thwe celebrate the World Tourism Day, promoted by the World Tourism Organization (UNWTO), which has enjoyed even from its very first celebration in 1980 the support of the Holy See.

The theme of this year, Tourism linking cultures, wishes to highlight the importance that traveling has in the meeting of the different cultures of the world, especially in our present day world where more than ninety million people travel internationally, favored thus by modern means of communication and lower associated costs.

In this way, tourism presents itself as "breaking down barriers across cultures and fostering tolerance, respect and mutual understanding. In our often divided world, these values represent the stepping stones towards a more peaceful future".1

With a broad concept of culture that includes - besides the history or artistic and ethnographic patrimony - the lifestyles, relationships, beliefs, and values, we not only affirm the existence of cultural diversity, but in line with the Magisterium of the Church, we value it as indeed positive. Thus "once diversity has been accepted as a positive factor, it is necessary to ensure that people not only accept the existence of other cultures - as Benedict XVI affirms - but also desire to be enriched by them",2 welcoming the true, good, and beautiful therein.

To achieve this objective, tourism extends to us all its possibilities. The Global Code of Ethics for Tourism affirms that "when practiced with a sufficiently open mind, it is an irreplaceable factor of self-education, mutual tolerance and for learning about the legitimate differences between peoples and cultures and their diversity".3 This, by its very nature, can favor meeting as well as dialogue, as it places one in contact with other places, traditions, manners of living, and other forms of seeing the world and conceiving history. For all of these reasons, tourism is certainly a privileged event.

However, regarding dialogue, the first condition that is required is that of knowing how to listen, to want to be questioned by the other, desiring to discover the message within each monument, cultural manifestation, all of this being done with respect, without prejudice or exclusion, and avoiding biased readings. It is thus equally important "to know how to welcome" as to "know how to travel". This means that tourism should be organized with respect for the peculiar nature, laws, and customs of the receiving countries, all of which the tourists themselves should be acquainted with before their departure so as to better understand the place they are going to visit. That being said, also those communities receiving tourists and professional agents should know the lifestyles and expectations of the tourists that visit them.4

Given the fact that every culture contains in itself certain limits, the meeting of different cultures permits an enrichment of each one’s own reality. This is evident in the affirmation of Blessed John Paul II that "the ‘difference’ which some find so threatening can, through respectful dialogue, become the source of a deeper understanding of the mystery of human existence".5

One objective of our pastoral care of tourism will certainly be to educate and prepare Christians so that these cultural encounters are productive in their travels and not lost opportunities, but contrarily, that they would truly serve as a personal enrichment, helping to know the other, and to know one’s self.

In this dialogue that produces the fruit of linking cultures, we are convinced that the Church has much to contribute. "In the cultural arena too - teaches Benedict XVI -, Christianity must offer to all a most powerful force of renewal and exaltation, that is, the Love of God who makes himself human love".6 The cultural patrimony of the Church is indeed immense, understood in the broad sense that we previously explained, which arises from the experience of faith, of the encounter between culture and the Gospel, as the fruit of the profound religious experience of the Christian community. Certainly, the works of art and historical memory have an enormous potential to evangelize, in as much as they are placed in the context of the via pulchritudinis, the way of beauty, which is "a privileged and fascinating path on which to approach the Mystery of God".7

It must be an objective priority of our pastoral care of tourism to show the true meaning of this cultural heritage, born from faith and for the glory of God. Along these lines, the words of Blessed John Paul II directed toward workers in the pastoral care of tourism still resound: "You are cooperating in forming an outlook which is also a type of reawakening of the soul to the things of the spirit by helping visitors to get back to the sources of faith which built these edifices, and by making visible the Church of living stones which Christian communities are made of".8 It is therefore important that we present this patrimony in its authenticity, illustrating its true religious nature, placing it in the liturgical context in which and for which it was born.

As we are conscious that the Church "exists in order to evangelize",9 we must always ask ourselves: How can we welcome people in holy places so that they come to better know and love the Lord? How can we facilitate an encounter between God and each one of the people that are there welcomed? It must be highlighted that, in the first place, the importance of an adequate welcome, "should take into consideration the specific characteristics of each group and each individual, the yearnings of their hearts and their authentic spiritual needs"10 and is manifested by a variety of elements: from the simple details to the personal availability to listen, to the accompaniment throughout the duration of the stay.

In this regard, and with the objective of promoting this intercultural dialogue and taking advantage of our cultural patrimony at the service of evangelization, it is fitting to adopt a series of concrete pastoral initiatives. All of these must be integrated into a broad program of interpretation that, together with historical-cultural information, illustrates in a clear and accessible way the original and profound religious meaning of these cultural manifestations, using for this modern and attractive means, and taking advantage of the personal and technological resources that are at our disposal.

Among these concrete proposals there is the elaboration of the idea of touristic travel offering visitation to the places that are most important in the religious and cultural patrimony of the diocese. Along with this, broad time periods of open hours should be favored, thus making available an adequate welcoming. In this way, the spiritual and cultural formation of tourist guides is important, and thus one can see the value in the possibility of creating organizations of catholic tour guides. With this, the elaboration of "local publications in the guise of tourist guides, webpages, or specialized journals on patrimony, with the pedagogical aim of highlighting the soul, inspiration and message of works, scientific analysis is thereby put at the service of a deeper understanding of the work".11

We cannot allow ourselves to view the tourist visit as simply a step in pre-evangelization, but on the contrary, we must see it as a platform to realize the clear and explicit announcement of Jesus Christ.

I would like now also to take advantage of this opportunity to officially announce the celebration of VII World Congress on the Pastoral Care of Tourism, that will take place in Cancún (México) the week of April 23rd to the 27th, 2012. This event, organized by our Pontifical Council in collaboration with the Mexican Episcopal Conference and the prelature of Cancún-Chetumal, will certainly be an important opportunity to continue the consideration of concrete proposals that the pastoral care of tourism requires in the present times.

 + Antonio Maria Vegliò
President

+  Joseph Kalathiparambil
Secretary

_____________________________

1 TALEB RIFAI, UNWTO Secretary-General, World Tourism Day Message 2011.

2 BENEDICT XVI, Letter on the Occasion of the Study Day Organized by the Pontifical Councils for Interreligious Dialogue and for Culture on the theme "Culture and Religions in Dialogue", 3 December 2008.

3 WORLD TOURISM ORGANIZATION, Global Code of Ethics for Tourism, 1 October 1999, art. 2 § 1.

4 Cfr. WORLD TOURISM ORGANIZATION, Global Code of Ethics for Tourism, 1 October 1999, art. 1.

5 JOHN PAUL II, Address to the Fiftieth General Assembly of the United Nations Organization, 5 October 1995, n. 10.

6 BENEDICT XVI, Address to the Participants in the Study Convention on the Occasion of the 25th Anniversary of the Pontifical Council for Culture, 15 June 2007.

7 BENEDICT XVI, General Audience, 18 November 2009.

8 John Paul II, Discourse to the Participants at the 4th World Congress on the Pastoral Care of Tourism, 17 November 1990, n. 4.

9 PAUL VI, Apostolic exhortation Evangelii nuntiandi, 8 December 1975, n. 14.

10 PONTIFICAL COUNCIL FOR THE PASTORAL CARE OF MIGRANTS AND ITINERANT PEOPLE, The Shrine. Memory, Presence and Prophecy of the Living God, 8 May 1999, n. 12.

11 PONTIFICAL COUNCIL FOR CULTURE, Concluding Document of the Plenary Assembly "The Via Pulchritudinis, Privileged Pathway for Evangelization and Dialogue", 27-28 March 2006.

[01067-02.01] [Original text: English]

TESTO IN LINGUA SPAGNOLA

El 27 de septiembre se celebra la Jornada Mundial del Turismo, promovida por la Organización Mundial del Turismo (OMT), y contando ya desde su primera edición en 1980 con la adhesión de la Santa Sede.

El tema de este año, Turismo y acercamiento de las culturas, quiere subrayar la importancia que los viajes tienen en el encuentro entre las diversas culturas del mundo, especialmente en estos tiempos en los que más de novecientos millones de personas realizan desplazamientos internacionales, favorecidos por los modernos medios de comunicación y el abaratamiento de los costes.

De este modo, el turismo se nos presenta como "actividad que derriba las barreras que separan a las culturas y fomenta la tolerancia, el respeto y la mutua comprensión. En nuestro mundo, a menudo dividido, estos valores representan los cimientos de un futuro más pacífico".1

Partiendo de un concepto amplio de cultura que abarca, además de la historia o del patrimonio artístico y etnográfico, los estilos de vida, las relaciones, las creencias y los valores, afirmamos no sólo la existencia de la diversidad cultural, sino que, en la línea del Magisterio de la Iglesia, la valoramos como un hecho positivo. Por ello, "es necesario hacer que las personas no sólo acepten la existencia de la cultura del otro - como afirma Benedicto XVI -, sino que también deseen enriquecerse gracias a ella",2 acogiendo lo que ésta tiene de bueno, de verdadero y de bello.

Y para alcanzar este objetivo, el turismo nos brinda todas sus posibilidades. El Código Ético Mundial para el Turismo afirma al respecto que "si se lleva a cabo con la apertura de espíritu necesaria, es un factor insustituible de autoeducación, tolerancia mutua y aprendizaje de las legítimas diferencias entre pueblos y culturas y de su diversidad".3 Éste, por su misma naturaleza, puede favorecer tanto el encuentro como el diálogo, ya que pone en contacto con otros lugares, otras tradiciones, otras maneras de vivir, otras formas de ver el mundo y de concebir su historia. Por todo ello, el turismo es ciertamente una ocasión privilegiada.

Pero para dialogar, la primera condición que se exige es la de saber escuchar, querer ser interpelados por el otro, querer descubrir el mensaje que encierra cada monumento, cada manifestación cultural, desde el respeto, sin prejuicios ni exclusiones, evitando lecturas superficiales o sesgadas. Así, es tan importante el "saber acoger" como el "saber viajar". Ello implica que las actividades turísticas se deben organizar desde el respeto a las peculiaridades, leyes y costumbres de los países receptores, por lo que los turistas deberán recabar información, desde antes de su salida, sobre las características del lugar que van a visitar. Pero también las comunidades receptoras y los agentes profesionales deberán conocer las formas de vida y las expectativas de los turistas que los visitan.4

Partiendo del hecho de que toda cultura encierra en sí misma ciertos límites, el encuentro con culturas diferentes permite un enriquecimiento de la propia realidad. En este sentido se manifestaba el beato Juan Pablo II cuando afirmaba que "la ‘diferencia’, que algunos consideran tan amenazadora, puede llegar a ser, mediante un diálogo respetuoso, la fuente de una comprensión más profunda del misterio de la existencia humana".5

Un objetivo de nuestra pastoral del turismo será ciertamente educar y preparar a los cristianos de modo que ese encuentro de culturas que se puede producir en sus viajes no sea una oportunidad perdida, sino que sirva ciertamente como un enriquecimiento personal, que le ayude a conocer al otro, al tiempo que se conoce a sí mismo.

En este diálogo que se produce fruto del acercamiento de las culturas, la Iglesia tiene mucho que aportar. "También en el campo cultural - señala Benedicto XVI - el cristianismo ha de ofrecer a todos la fuerza de renovación y de elevación más poderosa, es decir, el amor de Dios que se hace amor humano".6 Es inmenso el patrimonio cultural, entendido en el sentido amplio al que anteriormente hemos hecho referencia, que surge de la experiencia de fe, del encuentro entre la cultura y el Evangelio, fruto de la profunda vivencia religiosa de la comunidad cristiana. Ciertamente, estas obras de arte y de memoria histórica tienen un enorme potencial evangelizador, en cuanto que se insertan en la via pulchritudinis, el camino de la belleza, que es "una senda privilegiada y fascinante para acercarse al misterio de Dios".7

Debe ser un objetivo prioritario de nuestra pastoral del turismo mostrar el verdadero significado de todo este acervo cultural, nacido al calor de la fe y para gloria de Dios. En esta línea, aún resuenan las palabras del beato Juan Pablo II dirigidas a los agentes de pastoral del turismo: "Ayudando a los visitantes a remontarse hasta las fuentes de la fe que hizo surgir estos edificios, contribuís a que formen la mirada - que es también un despertar del alma frente a las realidades del espíritu -, a la vez que hacéis visible la Iglesia de piedras vivas que forman las comunidades cristianas".8 Es por ello importante que presentemos este patrimonio en su autenticidad, mostrándolo en su verdadera naturaleza religiosa, insertándolo en el contexto litúrgico en el que nació y para el que nació.

Porque somos conscientes de que la Iglesia "existe para evangelizar",9 debemos preguntarnos constantemente: ¿cómo acoger a las personas en los lugares sagrados de modo que esto les ayude a conocer y amar más al Señor?, ¿cómo facilitar un encuentro entre Dios y cada una de las personas que allí acuden? Hay que subrayar, en primer lugar, la importancia de una acogida adecuada, "que tenga en cuenta lo específico de cada grupo y de cada persona, las expectativas de los corazones y sus auténticas necesidades espirituales",10 y que se manifiesta en diversidad de elementos: desde los sencillos detalles hasta la disponibilidad personal a la escucha, pasando por el acompañamiento durante el tiempo que dure la presencia.

Al respecto, y con el objetivo de favorecer este diálogo intercultural y aprovechar nuestro patrimonio cultural al servicio de la evangelización, es conveniente adoptar una serie de iniciativas pastorales concretas. Todas ellas deben integrarse en un programa amplio de interpretación que, junto a información de tipo histórico-cultural, muestre de forma clara y accesible el original y profundo significado religioso de dichas manifestaciones culturales, usando para ello medios actuales y atractivos, y aprovechando los recursos personales y tecnológicos que están a nuestra disposición.

Entre dichas propuestas concretas se encuentra la elaboración de recorridos turísticos que ofrezcan la visita a los lugares más importantes del patrimonio religioso-cultural de la diócesis. Junto a ello se debe favorecer un amplio horario de apertura, al tiempo que disponer de una estructura de acogida adecuada. En esta línea aparece importante la formación espiritual y cultural de las guías turísticas, al tiempo que se puede valorar la posibilidad de crear organizaciones de guías católicas. Y junto a ello, la elaboración de "publicaciones locales en forma de folletos turísticos, de páginas web o de revistas especializadas en el patrimonio, con el intento pedagógico de evidenciar el alma, la inspiración y el mensaje de las obras, y con un análisis científico dirigido a la comprensión profunda de la obra".11

No podemos conformarnos con concebir la visita turística como una simple pre-evangelización, sino que debe servirnos de plataforma para realizar el anuncio claro y explícito de Jesucristo.

Aprovecho la ocasión para anunciar oficialmente la celebración del VII Congreso Mundial de Pastoral del Turismo, que tendrá lugar, D.m., en Cancún (México) la semana del 23 al 27 de abril de 2012. Dicho evento, organizado por nuestro Pontificio Consejo en colaboración con la Conferencia Episcopal Mexicana y la prelatura de Cancún-Chetumal, será ciertamente una importante oportunidad para seguir profundizando en las propuestas concretas que la pastoral del turismo requiere para los tiempos presentes.

 + Antonio Maria Vegliò
Presidente

 + Joseph Kalathiparambil
Secretario

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1 TALEB RIFAI, Secretario General de la OMT, Mensaje del Día Mundial del Turismo de 2011.

2 BENEDICTO XVI, Mensaje con ocasión de una jornada de estudio sobre el diálogo entre culturas y religiones organizada por el Pontificio Consejo para el Diálogo Interreligioso y por el Pontificio Consejo para la Cultura, 3 de diciembre de 2008.

3 ORGANIZACIÓN MUNDIAL DEL TURISMO, Código Ético Mundial para el Turismo, 1 de octubre de 1999, art. 2 § 1.

4 CFR. ORGANIZACIÓN MUNDIAL DEL TURISMO, Código Ético Mundial para el Turismo, 1 de octubre de 1999, art. 1.

5 JUAN PABLO II, Discurso a la L Asamblea General de las Naciones Unidas, 5 de octubre de 1995, n. 10.

6 BENEDICTO XVI, La apertura recíproca entre las culturas es un terreno privilegiado para el diálogo. Discurso al Pontificio Consejo de la Cultura, 15 de junio de 2007.

7 BENEDICTO XVI, Audiencia general, 18 de noviembre de 2009.

8 JUAN PABLO II, Discurso a los participantes en el IV Congreso Mundial de pastoral del turismo, 17 de noviembre de 1990, n. 4.

9 PABLO VI, Exhortación apostólica Evangelii nuntiandi sobre la evangelización en el mundo contemporáneo, 8 de diciembre de 1975, n. 14.

10 PONTIFICIO CONSEJO PARA LA PASTORAL DE LOS EMIGRANTES E ITINERANTES, El Santuario. Memoria, presencia y profecía del Dios vivo, 8 de mayo de 1999, n. 12.

11 PONTIFICIO CONSEJO DE LA CULTURA, Documento final de la asamblea plenaria "La Via pulchritudinis. Camino privilegiado de evangelización y de diálogo", 27-28 de marzo de 2006.

[01067-04.01] [Texto original: Español]

TESTO IN LINGUA PORTOGHESE

No dia 27 de Setembro celebra-se a Jornada Mundial do Turismo, promovida pela Organização Mundial de Turismo (OMT), e que conta com a adesão da Santa Sé já desde a sua primeira edição, em 1980.

O tema deste ano, Turismo e aproximação das culturas, pretende sublinhar a importância que as viagens têm no encontro entre as diversas culturas do mundo, especialmente nestes tempos em que mais de novecentos milhões de pessoas fazem deslocações internacionais, favorecidas pelos modernos meios de comunicação e pela descida dos custos.

Deste modo, o turismo apresenta-se-nos como "uma atividade que derruba as barreiras que separam as culturas e fomenta a tolerância, o respeito e a mútua compreensão. No nosso mundo, tantas vezes dividido, estes valores representam a base para um futuro mais pacífico".1

Partindo de um conceito amplo de cultura que, além da história ou do património artístico e etnográfico, abarca os estilos de vida, as relações, as crenças e os valores, afirmamos não só a existência da diversidade cultural, mas também, na linha do Magistério da Igreja, a valorizamos como um fato positivo. Por isso, "é necessário fazer com que as pessoas não só aceitem a existência da cultura do outro - como afirma Bento XVI -, mas aspirem também a receber um enriquecimento da mesma",2 acolhendo o que esta possui de bom, de verdadeiro e de belo.

E para alcançar este objetivo, o turismo brinda-nos com todas as suas possibilidades. O Código Ético Mundial para o Turismo afirma a este propósito que "praticado com a necessária abertura de espírito, constitui um fator insubstituível de auto-educação, de tolerância mútua e de aprendizagem das diferenças legítimas entre povos e culturas, e da sua diversidade".3 Este, pela sua própria natureza, pode favorecer tanto o encontro como o diálogo, já que mete em contacto com outros lugares, outras tradições, outros modos de viver, outras formas de ver o mundo e de conceber a história. Por tudo isso, o turismo é, certamente, uma ocasião privilegiada.

Mas para dialogar, a primeira condição que se exige é a de saber escutar, querer ser interpelado pelo outro, querer descobrir a mensagem que encerra cada monumento, cada manifestação cultural, desde o respeito, sem prejuízos nem exclusões, evitando leituras superficiais ou tendenciosas. Assim, é tão importante o "saber acolher" como o "saber viajar". Isso implica que as actividades turísticas devam organizar-se a partir do respeito pelas peculiaridades, leis e costumes dos países acolhedores, pelo que os turistas deverão recolher informação, antes da partida, acerca das características do lugar que vão visitar. Mas também as comunidades que acolhem e os agentes profissionais deverão conhecer as formas de vida e as expectativas dos turistas que os visitam.4

Partindo do fato de que toda a cultura encerra em si mesma certos limites, o encontro com culturas diferentes permite um enriquecimento da própria realidade. Neste sentido se manifestava o Beato João Paulo II quando afirmava que "a ‘diferença’, que alguns consideram tão ameaçadora, pode chegar a ser, através de um diálogo respeitador, a fonte de uma compreensão mais profunda do mistério da existência humana".5

Um objetivo da nossa pastoral do turismo será certamente educar e preparar os cristãos de modo a que esse encontro de culturas que pode acontecer nas viagens não seja uma oportunidade perdida, mas que sirva certamente como um enriquecimento pessoal, que ajude a conhecer o outro, ao mesmo tempo que se conhece a si mesmo.

Neste diálogo que produz frutos de aproximação das culturas, a Igreja tem muito a dar. "Também no campo cultural - assinala Bento XVI - o Cristianismo tem para oferecer a todos a mais poderosa força de renovação e de elevação, ou seja, o Amor de Deus que se faz amor humano".6 É imenso o património cultural, entendido naquele sentido amplo a que anteriormente fizemos referência, que surge da experiência da fé, do encontro entre a cultura e o Evangelho, fruto da profunda vivência religiosa da comunidade cristã. Certamente, estas obras de arte e de memória histórica possuem um enorme potencial evangelizador, enquanto que se inserem na via pulchritudinis, o caminho da beleza, que é "um percurso privilegiado e fascinante para se aproximar do Mistério de Deus".7

Deve ser um objetivo primário da nossa pastoral do turismo mostrar o verdadeiro significado de todo este acervo cultural, nascido à sombra da fé e para glória de Deus. Nesta linha, ressoam ainda as palavras do Beato João Paulo II dirigidas aos agentes de pastoral do turismo: "Vós contribuis para a educação do olhar que é um despertar da alma para as realidades do espírito, ajudando os visitantes a subirem até às fontes da fé que fez nascer estes edifícios e tornando visível a Igreja de pedras vivas que formam as comunidades cristãs".8 Importa, por isso, que apresentemos este património na sua autenticidade, mostrando-o na sua verdadeira natureza religiosa, inserindo-o no contexto litúrgico no qual nasceu e para o qual nasceu.

Porque sabemos que a Igreja "existe para evangelizar",9 devemos nos perguntar constantemente: como acolher as pessoas nos lugares sagrados de modo a que este os ajude a conhecer e a amar mais o Senhor? Como facilitar um encontro com Deus e cada uma das pessoas que ali acodem? Devemos sublinhar, antes de mais, a importância de um acolhimento apropriado, "que tenha em conta o que é específico de cada grupo e de cada pessoa, as expetativas dos corações e as suas autênticas necessidades espirituais",10 e que se manifesta em diversos elementos: desde os simples detalhes até à disponibilidade pessoal para a escuta, passando pelo acompanhamento durante o tempo que durar aquela presença.

A este propósito, e com o intuito de favorecer este diálogo intercultural e aproveitar o nosso património cultural ao serviço da evangelização, convém adotar um conjunto de iniciativas pastorais concretas. Todas elas devem integrar-se num vasto programa de interpretação que, juntamente com a informação de tipo histórico-cultural, mostre de forma clara e acessível o original e profundo significado religioso destas manifestações culturais, usando para isso meios atuais e interativos, aproveitando os recursos pessoais e tecnológicos que estão à nossa disposição.

Entre estas propostas concretas encontra-se a elaboração de percursos turísticos que possibilitem a visita aos lugares mais importantes do património religioso-cultural das dioceses. Ao mesmo tempo deve-se favorecer um alargado horário de abertura, bem como dispor de uma estrutura de acolhimento adequada. Nesta linha é importante a formação espiritual e cultural dos guias turísticos, enquanto que se poderia estudar a possibilidade de criar organizações de guias católicos. E juntamente com isso, a elaboração de "publicações locais em forma de folhetos turísticos, de páginas na internet ou de revistas especializadas no património, com o fim pedagógico de evidenciar a alma, a inspiração e a mensagem das obras e com uma análise científica dirigida à compreensão profunda da obra".11

Não nos podemos conformar com conceber as visitas turísticas como uma simples pré evangelização, mas deve funcionar de plataforma para realizar o anúncio claro e explícito de Jesus Cristo.

Aproveito a ocasião para anunciar oficialmente a celebração do VII Congresso Mundial da Pastoral do Turismo que se realizará em Cancún (México) na semana de 23 a 27 de Abril de 2012. Este evento, organizado pelo nosso Conselho Pontifício em colaboração com a Conferência Episcopal Mexicana e a Prelatura de Cancún-Chetumal, será certamente uma importante oportunidade para continuar a aprofundar as propostas que a pastoral do turismo exige para o tempo presente.

 + Antonio Maria Vegliò
Presidente

 + Joseph Kalathiparambil
Secretário

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1 TALEB RIFAL, Secretário Geral da OMT, Mensagem para o Dia Mundial do Turismo de 2011.

2 BENTO XVI, Mensagem por ocasião da jornada de estudo sobre o diálogo entre culturas e religiões organizada pelo Conselho Pontifício para o Diálogo Inter-religioso e pelo Conselho Pontifício para a Cultura, 3 de Dezembro de 2008.

3 ORGANIZAÇÃO MUNDIAL DE TURISMO, Código Ético Mundial para o Turismo, 1 de Outubro de 1999, art. 2, § 1.

4 Cfr. ORGANIZAÇÃO MUNDIAL DE TURISMO, Código Ético Mundial para o Turismo, 1 de Outubro de 1999, art. 1.

5 JOÃO PAULO II, Discurso à L Assembléia Geral das Nações Unidas, 5 de Outubro de 1995, n. 10.

6 BENTO XVI, A abertura recíproca entre as culturas é um terreno privilegiado para o diálogo. Discurso ao Pontifício Conselho para a Cultura, 15 de Junho de 2007.

7 BENTO XVI, Audiência Geral, 18 de Novembro de 2009.

8 JOÃO PAULO II, Discurso aos participantes do IV Congresso Mundial da pastoral do turismo, 17 de Novembro de 1990, n. 4.

9 PAULO VI, Exortação Apostólica Evangelii nuntiandi, sobre a evangelização no mundo contemporâneo, 8 de Dezembro de 1975, n. 14.

10 CONSELHO PONTIFÍCIO PARA A PASTORAL DOS MIGRANTES E ITINERANTES, O santuário. Memória, presença e profecia do Deus vivo, 8 de Maio de 1999, n. 12.

11 CONSELHO PONTIFÍCIO PARA A CULTURA, Documento final da assembléia plenária "La Via pulchritudinis. Caminho privilegiado de evangelização e de dialogo", 27-28 de Março de 2006.

[01067-06.01] [Texto original: Português]

[B0424-XX.02]