Alle ore 16.30, il Santo Padre Benedetto XVI giunge in Piazza della Libertà ed è accolto dalle Loro Eccellenze i Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino, Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini.
Dopo gli Onori Militari e l’esecuzione degli Inni Pontificio e della Repubblica di San Marino, il Papa e i Capitani Reggenti entrano nel Palazzo Pubblico e quindi nella Sala del Consiglio dei XII, dove vengono presentati al Santo Padre i Ministri del Governo con le Consorti. Dopo la Firma del Libro degli ospiti illustri, ha luogo il Colloquio privato tra il Santo Padre e i Capitani Reggenti, che si conclude con lo scambio dei doni.
Quindi il Santo Padre e i Capitani Reggenti entrano nella Sala del Consiglio Grande e Generale, per l’incontro ufficiale con i Membri del Governo, del Congresso e del Corpo Diplomatico accreditato.
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● INCONTRO CON I MEMBRI DEL GOVERNO, DEL CONGRESSO E DEL CORPO DIPLOMATICO NEL PALAZZO PUBBLICO DI SAN MARINO
Alle ore 17.30, nella Sala del Consiglio Grande e Generale del Palazzo Pubblico, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Membri del Governo, del Congresso e del Corpo Diplomatico accreditato presso la Repubblica di San Marino.
Nel corso dell’incontro, dopo l’indirizzo di omaggio dei Capitani Reggenti, Maria Luisa Berti e Filippo Tamagnini, il Papa rivolge ai presenti il discorso che riportiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Serenissimi Capitani Reggenti,
illustri Signori e Signore!
Vi ringrazio sentitamente per la vostra accoglienza; in particolare esprimo la mia riconoscenza ai Capitani Reggenti, anche per le cortesi parole che mi hanno rivolto. Saluto i Membri del Governo e del Congresso, come pure il Corpo diplomatico e tutte le altre Autorità qui convenute. Nel rivolgermi a voi, abbraccio idealmente l’intero popolo di San Marino. Fin dal suo nascere, questa Repubblica ha intrattenuto relazioni amichevoli con la Sede Apostolica, e negli ultimi tempi esse sono andate intensificandosi e consolidandosi; la mia presenza qui, nel cuore di quest’antica Repubblica, esprime e conferma questa amicizia.
Più di diciassette secoli fa, un gruppo di fedeli, conquistati al Vangelo dalla predicazione del diacono Marino e dalla sua testimonianza di santità, si aggregò attorno a lui per dare vita ad una nuova comunità. Raccogliendo questa preziosa eredità, i Sammarinesi sono rimasti sempre fedeli ai valori della fede cristiana, ancorando saldamente ad essi la propria convivenza pacifica, secondo criteri di democrazia e di solidarietà. Lungo i secoli, i vostri padri, consapevoli di queste radici cristiane, hanno saputo mettere a frutto il grande patrimonio morale e culturale che avevano a loro volta ricevuto, dando vita ad un popolo laborioso e libero, che, pur nell’esiguità del territorio, non ha mancato di offrire alle confinanti popolazioni della Penisola italiana e al mondo intero uno specifico contributo di civiltà, improntata alla convivenza pacifica e al mutuo rispetto.
Rivolgendomi oggi a voi, mi rallegro del vostro attaccamento a questo patrimonio di valori e vi esorto a conservarlo e a valorizzarlo, perché esso è alla base della vostra identità più profonda, un’identità che chiede alle genti ed alle istituzioni sammarinesi di essere assunta in pienezza. Grazie ad essa, si può costruire una società attenta al vero bene della persona umana, alla sua dignità e libertà, e capace di salvaguardare il diritto di ogni popolo a vivere nella pace. Sono questi i capisaldi della sana laicità, all’interno della quale devono agire le istituzioni civili, nel loro costante impegno a difesa del bene comune. La Chiesa, rispettosa della legittima autonomia di cui il potere civile deve godere, collabora con esso al servizio dell’uomo, nella difesa dei suoi diritti fondamentali, di quelle istanze etiche che sono iscritte nella sua stessa natura. Per questo la Chiesa si impegna affinché le legislazioni civili promuovano e tutelino sempre la vita umana, dal concepimento fino al suo spegnersi naturale. Inoltre, chiede per la famiglia il dovuto riconoscimento e un sostegno fattivo. Ben sappiamo, infatti, come nell’attuale contesto l’istituzione familiare venga messa in discussione, quasi nel tentativo di disconoscerne l’irrinunciabile valore. A subirne le conseguenze sono le fasce sociali più deboli, specialmente le giovani generazioni, più vulnerabili e perciò più facilmente esposte al disorientamento, a situazioni di auto-emarginazione ed alla schiavitù delle dipendenze. Talvolta le realtà educative faticano a dare ai giovani risposte adeguate e, venendo meno il sostegno familiare, spesso essi si vedono precluso un normale inserimento nel tessuto sociale. Anche per questo è importante riconoscere che la famiglia, così come Dio l’ha costituita, è il principale soggetto che può favorire una crescita armoniosa e far maturare persone libere e responsabili, formate ai valori profondi e perenni.
Nel frangente di difficoltà economiche in cui versa anche la Comunità Sammarinese, nel contesto italiano e internazionale, la mia vuole essere una parola di incoraggiamento. Sappiamo che gli anni successivi al secondo conflitto mondiale sono stati un tempo di ristrettezze economiche, che hanno costretto migliaia di vostri concittadini ad emigrare. E’ venuto poi un periodo di prosperità, sulla scia dello sviluppo del commercio e del turismo, specie di quello estivo trainato dalla vicinanza della riviera adriatica. In queste fasi di relativa abbondanza spesso si verifica un certo smarrimento del senso cristiano della vita e dei valori fondamentali. Tuttavia, la società Sammarinese manifesta ancora una buona vitalità e conserva le sue migliori energie; ne danno prova le molteplici iniziative caritative e di volontariato a cui si dedicano numerosi vostri concittadini. Vorrei ricordare anche i numerosi missionari sammarinesi, laici e religiosi, che negli ultimi decenni hanno lasciato questa terra per portare il Vangelo di Cristo in varie parti del mondo. Non mancano dunque le forze positive che permetteranno alla vostra Comunità di affrontare e superare l’attuale situazione di difficoltà. A tale proposito, auspico che la questione dei lavoratori frontalieri, che vedono in pericolo la propria occupazione, si possa risolvere tenendo conto del diritto al lavoro e della tutela delle famiglie.
Anche nella Repubblica di San Marino, l’attuale situazione di crisi spinge a riprogettare il cammino e diventa occasione di discernimento (cfr Enc. Caritas in veritate, 21); essa infatti pone l’intero tessuto sociale di fronte all’impellente esigenza di affrontare i problemi con coraggio e senso di responsabilità, con generosità e dedizione, facendo riferimento a quell’amore per la libertà che distingue il vostro popolo. A questo riguardo, vorrei ripetervi le parole rivolte dal Beato Giovanni XXIII ai Reggenti della Repubblica di San Marino, durante una loro visita ufficiale presso la Santa Sede: "L’amore della libertà – diceva Papa Giovanni – vanta tra voi squisitamente radici cristiane, e i vostri padri, cogliendone il vero significato, vi insegnarono a non disgiungere mai il suo nome da quello di Dio, che ne è il suo insostituibile fondamento" (Discorsi, Messaggi, Colloqui del Santo Padre Giovanni XXIII, I, 341-343: AAS 60[1959], 423-424). Questo monito del grande Papa conserva ancora oggi il suo valore imperituro: la libertà che le istituzioni sono chiamate a promuovere e difendere a livello sociale, ne manifesta una più grande e profonda, quella libertà animata dallo Spirito di Dio, la cui presenza vivificante nel cuore dell’uomo dona alla volontà la capacità di orientarsi e determinarsi per il bene. Come afferma l’apostolo Paolo: "È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore" (Fil 2,13). E Sant’Agostino, commentando questo passo, sottolinea: "È certo che siamo noi a volere, quando vogliamo; ma a fare sì che vogliamo il bene è Lui", è Dio, e aggiunge: "Dal Signore saranno diretti i passi dell’uomo, e l’uomo vorrà seguire la sua via" (De gratia et libero arbitrio, 16, 32).
A voi perciò, illustri Signori e Signore, il compito di costituire la città terrena nella dovuta autonomia e nel rispetto di quei principi umani e spirituali a cui ogni singolo cittadino è chiamato ad aderire con tutta la responsabilità della propria coscienza personale; e, allo stesso tempo, il dovere di continuare a operare attivamente per costruire una comunità fondata su valori condivisi. Serenissimi Capitani Reggenti e illustri Autorità della Repubblica di San Marino, esprimo di cuore l’auspicio che l’intera vostra Comunità, nella comunanza dei valori civili e con le sue specifiche peculiarità culturali e religiose, possa scrivere una nuova e nobile pagina di storia e divenga sempre più una terra in cui prosperino la solidarietà e la pace. Con questi sentimenti affido questo diletto popolo alla materna intercessione della Madonna delle Grazie e di cuore invoco su tutti e su ciascuno la Benedizione Apostolica.
[00961-01.01] [Testo originale: Italiano]
Al termine il Santo Padre saluta gli organizzatori della visita ufficiale e del Cerimoniale di Stato, esce dal Palazzo e insieme ai Capitani Reggenti e raggiunge la Basilica di San Marino. Accolto all’ingresso della Basilica dal Rettore Mons. Lino Tosi, il Papa si sofferma in adorazione davanti al Santissimo Sacramento e venera poi le Reliquie di San Marino.
● TELEGRAMMA AI CAPITANI REGGENTI DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO
Lasciata la Basilica di San Marino, il Santo Padre si trasferisce in auto all’eliporto di Torraccia da dove, alle ore 18.30, dopo essersi congedato dai Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino e dalle altre Autorità che Lo avevano accolto all’arrivo, parte in elicottero alla volta di Pennabilli.
Ai confini della Repubblica di San Marino, il Papa fa pervenire ai Capitani Reggenti il seguente messaggio telegrafico:
ALLE LORO ECCELLENZE
ON. MARIA LUISA BERTI E ON. FILIPPO TAMAGNINI
CAPITANI REGGENTI
47890 REPUBBLICA DI SAN MARINO
NEL MOMENTO IN CUI LASCIO IL TERRITORIO DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO AL TERMINE DELLA MIA BREVE MA INTENSA VISITA PASTORALE DESIDERO ESPRIMERE ALLE LORO ECCELLENZE ALLE ISTITUZIONI E ALL’INTERA POPOLAZIONE LA MIA VIVA GRATITUDINE PER LA CALOROSA ACCOGLIENZA (.) NELL’AFFIDARE TUTTI ALLA PROTEZIONE DELLA VERGINE SANTA INVOCO SU CIASCUNO L’ABBONDANZA DELLE DIVINE BENEDIZIONI
BENEDICTUS PP. XVI
[00974-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0381-XX.02]