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VIAGGIO APOSTOLICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI IN CROAZIA (4-5 GIUGNO 2011) (VI), 05.06.2011


SANTA MESSA IN OCCASIONE DELLA GIORNATA NAZIONALE DELLE FAMIGLIE CATTOLICHE CROATE, NELL’IPPODROMO DI ZAGREB 

 OMELIA DEL SANTO PADRE

 TRADUZIONE IN LINGUA CROATA  

  TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE  

Alle ore 9 di oggi, VII Domenica di Pasqua, il Santo Padre Benedetto XVI si trasferisce in auto dalla Nunziatura Apostolica all’Ippodromo di Zagreb dove, alle ore 10, presiede la Santa Messa in occasione della prima Giornata nazionale delle famiglie cattoliche croate.
La Celebrazione Eucaristica è introdotta dal saluto del Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagreb. Dopo la proclamazione del Vangelo, il Papa pronuncia l’omelia che riportiamo di seguito:

 OMELIA DEL SANTO PADRE

Draga braćo i sestre!

U ovoj Svetoj Misi koju s radošću predvodim u koncelebracijii s brojnom braćom u biskupstvu i s velikim brojem svećenika, zahvaljujem Gospodinu za sve drage obitelji ovdje okupljene, kao i za sve druge koje su s nama povezane putem radija i televizije. Posebna zahvalnost Kardinalu Josipu Bozaniću, zagrebačkom Nadbiskupu, za srdačne riječi na početku Svete Mise. Svima upućujem svoj pozdrav te izražavam svoju veliku ljubav zagrljajem mira! [Cari fratelli e sorelle! In questa Santa Messa che ho la gioia di presiedere, concelebrando con numerosi Fratelli nell’episcopato e con un gran numero di sacerdoti, ringrazio il Signore per tutte le amate famiglie qui riunite, e per tante altre che sono collegate con noi attraverso la radio e la televisione. Un particolare ringraziamento al Cardinale Josip Bozanić, Arcivescovo di Zagabria, per le sentite parole all’inizio della Santa Messa. A tutti rivolgo il mio saluto ed esprimo il mio grande affetto con un abbraccio di pace!]

Abbiamo da poco celebrato l’Ascensione del Signore e ci prepariamo a ricevere il grande dono dello Spirito Santo. Nella prima lettura, abbiamo visto come la comunità apostolica era riunita in preghiera nel Cenacolo con Maria, la madre di Gesù (cfr At 1,12-14). E’ questo un ritratto della Chiesa che affonda le sue radici nell’evento pasquale: il Cenacolo, infatti, è il luogo in cui Gesù istituì l’Eucaristia e il Sacerdozio, nell’Ultima Cena, e dove, risorto dai morti, effuse lo Spirito Santo sugli Apostoli la sera di Pasqua (cfr Gv 20,19-23). Ai suoi discepoli, il Signore aveva ordinato di "non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre" (At 1,4); aveva chiesto cioè che restassero insieme per prepararsi a ricevere il dono dello Spirito Santo. Ed essi si riunirono in preghiera con Maria nel Cenacolo in attesa dell’evento promesso (cfr At 1,14). Restare insieme fu la condizione posta da Gesù per accogliere la venuta del Paraclito, e la prolungata preghiera fu il presupposto della loro concordia. Troviamo qui una formidabile lezione per ogni comunità cristiana. Talora si pensa che l’efficacia missionaria dipenda principalmente da un’attenta programmazione e dalla sua intelligente messa in opera mediante un impegno concreto. Certo, il Signore chiede la nostra collaborazione, ma prima di qualsiasi nostra risposta è necessaria la sua iniziativa: è il suo Spirito il vero protagonista della Chiesa, da invocare e accogliere.

Nel Vangelo, abbiamo ascoltato la prima parte della cosiddetta "preghiera sacerdotale" di Gesù (cfr Gv 17,1-11a) - a conclusione dei discorsi di addio - piena di confidenza, di dolcezza e di amore. Viene chiamata "preghiera sacerdotale", perché in essa Gesù si presenta in atteggiamento di sacerdote che intercede per i suoi, nel momento in cui sta per lasciare questo mondo. Il brano è dominato dal duplice tema dell’ora e della gloria. Si tratta dell’ora della morte (cfr Gv 2,4; 7,30; 8,20), l’ora nella quale il Cristo deve passare da questo mondo al Padre (13,1). Ma essa è, allo stesso tempo, anche l’ora della sua glorificazione che si compie attraverso la croce, chiamata dall’evangelista Giovanni "esaltazione", cioè innalzamento, elevazione alla gloria: l’ora della morte di Gesù, l’ora dell’amore supremo, è l’ora della sua gloria più alta. Anche per la Chiesa, per ogni cristiano, la gloria più alta è quella Croce, è vivere la carità, dono totale a Dio e agli altri.

Cari fratelli e sorelle! Ho accolto molto volentieri l’invito rivoltomi dai Vescovi della Croazia a visitare questo Paese in occasione del primo Incontro Nazionale delle Famiglie Cattoliche Croate. Desidero esprimere il mio vivo apprezzamento per l’attenzione e l’impegno verso la famiglia, non solo perché questa fondamentale realtà umana oggi, nel vostro Paese come altrove, deve affrontare difficoltà e minacce, e quindi ha particolare bisogno di essere evangelizzata e sostenuta, ma anche perché le famiglie cristiane sono una risorsa decisiva per l’educazione alla fede, per l’edificazione della Chiesa come comunione e per la sua presenza missionaria nelle più diverse situazioni di vita. Conosco la generosità e la dedizione con cui voi, cari Pastori, servite il Signore e la Chiesa. Il vostro lavoro quotidiano per la formazione alla fede delle nuove generazioni, come anche per la preparazione al matrimonio e per l’accompagnamento delle famiglie, è la strada fondamentale per rigenerare sempre di nuovo la Chiesa e anche per vivificare il tessuto sociale del Paese. Continuate con disponibilità questo vostro prezioso impegno pastorale!

È ben noto a ciascuno come la famiglia cristiana sia segno speciale della presenza e dell’amore di Cristo e come essa sia chiamata a dare un contributo specifico ed insostituibile all’evangelizzazione. Il beato Giovanni Paolo II, che per ben tre volte visitò questo nobile Paese, affermava che "la famiglia cristiana è chiamata a prendere parte viva e responsabile alla missione della Chiesa in modo proprio e originale, ponendo cioè al servizio della Chiesa e della società se stessa nel suo essere ed agire, in quanto intima comunità di vita e d’amore" (Familiaris consortio, 50). La famiglia cristiana è sempre stata la prima via di trasmissione della fede e anche oggi conserva grandi possibilità per l’evangelizzazione in molteplici ambiti.

Dragi roditelji, trajno se obvežite učiti svoju djecu moliti, i molite s njima; [Cari genitori, impegnatevi sempre ad insegnare ai vostri figli a pregare, e pregate con essi;] avvicinateli ai Sacramenti, specie all’Eucaristia – quest’anno celebrate i 600 anni del "miracolo eucaristico di Ludbreg"; introduceteli nella vita della Chiesa; nell’intimità domestica non abbiate paura di leggere la Sacra Scrittura, illuminando la vita familiare con la luce della fede e lodando Dio come Padre. Siate quasi un piccolo cenacolo, come quello di Maria e dei discepoli, in cui si vive l’unità, la comunione, la preghiera!

Oggi, grazie a Dio, molte famiglie cristiane acquistano sempre più la consapevolezza della loro vocazione missionaria, e si impegnano seriamente nella testimonianza a Cristo Signore. Il beato Giovanni Paolo II ebbe a dire: "Un’autentica famiglia, fondata sul matrimonio, è in se stessa una buona notizia per il mondo". E aggiunse: "Nel nostro tempo sono sempre più numerose le famiglie che collaborano attivamente all’evangelizzazione… È maturata nella Chiesa l’ora della famiglia, che è anche l’ora della famiglia missionaria" (Angelus, 21 ottobre 2001).

U današnjem je društvu više no ikad žurno potrebna nazočnost uzornih kršćanskih obitelji. [Nella società odierna è più che mai necessaria e urgente la presenza di famiglie cristiane esemplari.] Purtroppo dobbiamo constatare, specialmente in Europa, il diffondersi di una secolarizzazione che porta all’emarginazione di Dio dalla vita e ad una crescente disgregazione della famiglia. Si assolutizza una libertà senza impegno per la verità, e si coltiva come ideale il benessere individuale attraverso il consumo di beni materiali ed esperienze effimere, trascurando la qualità delle relazioni con le persone e i valori umani più profondi; si riduce l’amore a emozione sentimentale e a soddisfazione di pulsioni istintive, senza impegnarsi a costruire legami duraturi di appartenenza reciproca e senza apertura alla vita. Siamo chiamati a contrastare tale mentalità! Accanto alla parola della Chiesa, è molto importante la testimonianza e l’impegno delle famiglie cristiane, la vostra testimonianza concreta, specie per affermare l’intangibilità della vita umana dal concepimento fino al suo termine naturale, il valore unico e insostituibile della famiglia fondata sul matrimonio e la necessità di provvedimenti legislativi che sostengano le famiglie nel compito di generare ed educare i figli.

Drage obitelji, budite hrabre! [Care famiglie, siate coraggiose!] Non cedete a quella mentalità secolarizzata che propone la convivenza come preparatoria, o addirittura sostitutiva del matrimonio! Mostrate con la vostra testimonianza di vita che è possibile amare, come Cristo, senza riserve, che non bisogna aver timore di impegnarsi per un’altra persona! Care famiglie, gioite per la paternità e la maternità! L’apertura alla vita è segno di apertura al futuro, di fiducia nel futuro, così come il rispetto della morale naturale libera la persona, anziché mortificarla! Il bene della famiglia è anche il bene della Chiesa. Vorrei ribadire quanto ho affermato in passato: "L’edificazione di ogni singola famiglia cristiana si colloca nel contesto della più grande famiglia della Chiesa, che la sostiene e la porta con sé … E reciprocamente, la Chiesa viene edificata dalle famiglie, piccole chiese domestiche" (Discorso di apertura del Convegno ecclesiale diocesano di Roma, 6 giugno 2005: Insegnamenti di Benedetto XVI, I, 2005, p. 205). Preghiamo il Signore affinché le famiglie siano sempre più piccole Chiese e le comunità ecclesiali siano sempre più famiglia!

Drage hrvatske obitelji, živeći u zajedništvu vjere i ljubavi, budite što očitiji svjedoci obećanja koje je Gospodin, uzašavši na nebo dao svakomu od nas: „…ja sam s vama sve dane do svršetka svijeta" (Mt 28,20). Dragi hrvatski kršćani, osjećajte se pozvanima naviještati evanđelje cijelim svojim bićem; osjetite snagu Gospodnje riječi: „Pođite i učinite mojim učenicima sve narode" (Mt 28,19). Djevica Marija, Kraljica Hrvata, neka vas uvijek prati na tom putu. Amen! Hvaljen Isus i Marija! [Care famiglie croate, vivendo la comunione di fede e di carità, siate testimoni in modo sempre più trasparente della promessa che il Signore asceso al cielo fa a ciascuno di noi: "…io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Cari cristiani croati, sentitevi chiamati ad evangelizzare con tutta la vostra vita; sentite con forza la parola del Signore: "Andate e fate discepoli tutti i popoli" (Mt 28,19). La Vergine Maria, Regina dei croati, accompagni sempre questo vostro cammino. Amen! Siano lodati Gesù e Maria!]

[00860-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]

TRADUZIONE IN LINGUA CROATA

Draga braćo i sestre!

U ovoj Svetoj Misi koju s radošću predvodim u koncelebracijii s brojnom braćom u biskupstvu i s velikim brojem svećenika, zahvaljujem Gospodinu za sve drage obitelji ovdje okupljene, kao i za sve druge koje su s nama povezane putem radija i televizije. Posebna zahvalnost Kardinalu Josipu Bozaniću, zagrebačkom Nadbiskupu, za srdačne riječi na početku Svete Mise. Svima upućujem svoj pozdrav te izražavam svoju veliku ljubav zagrljajem mira!

Proslavili smo nedavno Uzašašće Gospodinovo te se pripravljamo da primimo veliki dar Duha Svetoga. U prvome smo čitanju vidjeli kako je apostolska zajednica bila okupljena u molitvi u Dvorani posljednje večere s Marijom, Isusovom majkom (usp. Dj 1,12-14). To je slika Crkve koja produbljuje svoje korijene u uskrsnom događaju. Ta je zapravo Dvorana mjesto gdje je Isus, na posljednjoj večeri, ustanovio Euharistiju i Svećeništvo, i gdje je, pošto je uskrsnuo od mrtvih, izlio Duha Svetoga nad Apostole upravo te uskrsne večeri (usp. Iv 20,19-23). Gospodin je svojim učenicima naredio da „se ne napuštaju Jeruzalem, nego neka čekaju Obećanje Očevo" (Dj 1,4); tražio je, naime, da ostanu zajedno kako bi se pripravili primiti dar Duha Svetoga. I oni su se skupili u molitvi zajedno s Marijom u Dvorani iščekujući obećani događaj (usp. Dj 1,14). Ostati zajedno bio je Isusov preduvjet da bi primili Duha Tješitelja, a produžena molitva bila je pretpostavka njihove sloge. Tu nalazimo zadivljujuću pouku za svaku kršćansku zajednicu. Katkad se misli da misionarski uspjeh ponajprije ovisi o pomnom programiranju i mudrom izvršavanju neke konkretne obveze. Sigurno, Gospodin traži našu suradnju, ali prije bilo kojega našega odgovora potrebna je njegova inicijativa: Njegov je Duh pravi začetnik Crkve i njega valja zazivati i primiti.

U Evanđelju smo čuli prvi dio takozvane Isusove „svećeničke molitve" (usp. Iv 17, 1-11a) – na završetku oproštajnoga govora – pune povjerenja, miline i ljubavi. Nazvana je „svećeničkom molitvom", jer se u njoj Isus predstavlja u svećeničkom stavu, kao onaj koji zagovora za svoje, u trenutku kada treba napustiti ovaj svijet. Ulomkom prevladavaju dva izraza: čas i slava. Riječ je času smrti (usp. Iv 2,4; 7,30; 8,20), času u kojom Krist ima prijeći s ovoga svijeta k Ocu (13, 1). No taj je čas istodobno čas njegove proslave koja se ispunjava preko križa, a evanđelist Ivan to naziva „uzvišenje", odnosno uzdizanje, podizanje u slavu: čas Isusove smrti, čas krajnje ljubavi je čas njegove najviše slave. I za Crkvu, za svakoga kršćanina, najviša slava je slava Križa, a to znači živjeti u ljubavi, u posvemašnjem daru Bogu i drugima.

Draga braćo i sestre! Vrlo sam rado prihvatio poziv što su mi ga uputili hrvatski biskupi da posjetim ovu zemlju prigodom prvoga Nacionalnoga susreta hrvatskih katoličkih obitelji. Želim izraziti koliko visoko cijenim tu osjetljivost i zauzetost za obitelj, ne samo zbog toga što se ta temeljna ljudska stvarnost danas, u vašoj zemlji kao i drugdje, mora suočiti s teškoćama i prijetnjama, pa stoga ima i posebnu potrebu da se evangelizira i podrži, nego i stoga što su kršćanske obitelji temelj za odgoj u vjeri, za izgradnju Crkve kao zajedništva i za njezinu misionarsku nazočnost u najrazličitijim životnim situacijama. Znam za velikodušnost i predanje s kojima vi, dragi Pastiri, služite Gospodinu i Crkvi. Vaš svakodnevni rad odgajanja u vjeri novih naraštaja, kao i priprave na brak i praćenje obitelji, glavni je put obnove Crkve, kojim se također oživljava društveno tkivo zemlje. Nastavite s tom raspoloživošću ovu vašu dragocjenu pastirsku zauzetost!

Svakomu je dobro poznato kako je kršćanska obitelj posebni znak Kristove nazočnosti i ljubavi i kako je ona pozvana dati posebni i nenadomjestivi doprinos evangelizaciji. Blaženi je Ivan Pavao II., koji je čak tri puta posjetio ovu plemenitu zemlju, tvrdio da je „kršćanska obitelj pozvana živo i odgovorno sudjelovati u poslanju Crkve na vlastiti i originalni način, stavljajući u službu Crkve i društva samu sebe u svojem biti i djelovati, kao intimno zajedništvo života i ljubavi" (Familiaris consortio, 50). Kršćanska je obitelj uvijek bila primarni put prenošenja vjere te i danas posjeduje velike mogućnosti za evangelizaciju u mnogovrsnim okruženjima.

Dragi roditelji, trajno se obvežite učiti svoju djecu moliti, i molite s njima; približite ih Sakramentima, osobito Euharistiji jer ove godine slavite 600 godina „ludbreškog euharistijskog čuda"; uvedite ih u život Crkve; u intimi doma nemojte se bojati čitati Sveto pismo, obasjavajući tako obiteljski život svjetlom vjere i hvaleći Boga kao Oca. Budite poput male Dvorane posljednje večere, poput one Marijine i učenika, u kojoj se živi jedinstvo, zajedništvo, molitva!

Danas, Bogu hvala, mnoge kršćanske obitelji stječu sve više svijest o svojem misijskom pozivu te se ozbiljno zauzimaju u svjedočenju za Krista Gospodina. Blaženi Ivan Pavao II govorio je: „Prava obitelj, utemeljena na braku, sama je po sebi dobra vijest za svijet". I dodaje: „U naše vrijeme sve su brojnije obitelji koje aktivno sudjeluju u evangelizaciji… U Crkvi je dozreo trenutak obitelji, a to je također trenutak misionarske obitelji" (Angelus, 21. listopada 2001.).

U današnjem je društvu više no ikad žurno potrebna nazočnost uzornih kršćanskih obitelji. Moramo na žalost ustanoviti, da se, posebno u Europi, širi sekularizacija koja Boga života gura na rub te donosi rastuću razjedinjenost obitelji. Apsolutizira se sloboda bez odgovornosti za istinu, i njeguje se, kao ideal, individualno dobro preko potrošnje materijalnih dobara te površnih iskustava, ne vodeći računa o kvaliteti odnosa s osobama i o najdubljim ljudskim vrijednostima; ljubav se svodi na sentimentalni osjećaj i zadovoljavanje nagonskih poriva, bez nastojanja da se stvore trajne veze međusobne pripadnosti i bez otvorenosti životu. Pozvani smo da se odupremo tom mentalitetu! Uz riječ Crkve, veoma je važno i svjedočenje te zauzetost kršćanskih obitelji, vaše konkretno svjedočanstvo, posebno kao potvrda nepovredivosti ljudskoga života od začeća do njegova prirodnoga skončanja, što je jedinstvena i nezamjenjiva vrijednost obitelji utemeljene na braku i na potrebi zakonskih odredbi koje bi podupirale obitelji u zadaći rađanja i odgoja djece.

Drage obitelji, budite hrabre! Ne popuštajte tom sekulariziranom mentalitetu koji nudi suživot kao pripravu ili čak kao zamjenu za brak! Pokažite svojim životnim svjedočanstvom da je moguće ljubiti poput Krista, bezrezervno, da se nije potrebno bojati brige za drugu osobu! Drage obitelji, radujte se očinstvu i majčinstvu! Otvorenost životu znak je otvorenosti prema budućnosti, pouzdanja u budućnost, kao što poštivanje naravnoga zakona oslobađa osobu, a ne ubija je! Dobro obitelji je dobro i Crkve. Želio bih istaknuti ono što sam tvrdio prije: „Izgradnja svake pojedine kršćanske obitelji smješta se unutar veće obitelji Crkve, koja je podupire i nosi sa sobom. I obratno, Crkvu grade obitelji, male kućne crkve" (Discorso di apertura del Convegno ecclesiale diocesana di Roma, 6. lipnja 2005: Insegnamenti di Benedetto XVI, I, 2005, p. 205). Molimo Gospodina da obitelji budu uvijek više male Crkve, a crkvene zajednice da budu više obitelj!

Drage hrvatske obitelji, živeći u zajedništvu vjere i ljubavi, budite što očitiji svjedoci obećanja koje je Gospodin, uzašavši na nebo dao svakomu od nas: „…ja sam s vama sve dane do svršetka svijeta" (Mt 28,20). Dragi hrvatski kršćani, osjećajte se pozvanima naviještati evanđelje cijelim svojim bićem; osjetite snagu Gospodnje riječi: „Pođite i učinite mojim učenicima sve narode" (Mt 28,19). Djevica Marija, Kraljica Hrvata, neka vas uvijek prati na tom putu. Amen! Hvaljen Isus i Marija!

[00860-AA.01] [Testo originale: Plurilingue]

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

Dear Brothers and Sisters!

In this Mass at which it is my joy to preside, concelebrating with numerous brothers in the Episcopate and with a great number of priests, I give thanks to the Lord for all the beloved families gathered here, and for all the others who are linked with us through radio and television. I offer particular thanks to Cardinal Josip Bozanić, Archbishop of Zagreb, for his kind words at the beginning of this Mass. I address my greetings to all and express my great affection with an embrace of peace!

We have recently celebrated the Ascension of the Lord and we prepare ourselves to receive the great gift of the Holy Spirit. In the first reading, we saw how the apostolic community was united in prayer in the Upper Room with Mary, the mother of Jesus (cf. Acts 1:12-14). This is a picture of the Church with deep roots in the paschal event: indeed, the Upper Room is the place where Jesus instituted the Eucharist and the priesthood during the Last Supper, and where, having risen from the dead, he poured out the Holy Spirit upon the Apostles on the evening of Easter Sunday (cf. Jn 20:19-23). The Lord directed his disciples "not to depart from Jerusalem, but to wait for the promise of the Father" (Acts 1:4); he asked that they might remain together to prepare themselves to receive the gift of the Holy Spirit. And they gathered together in prayer with Mary in the Upper Room, waiting for the promised event (cf. Acts 1:14). Remaining together was the condition given by Jesus for them to experience the coming of the Paraclete, and prolonged prayer served to maintain them in harmony with one another. We find here a formidable lesson for every Christian community. Sometimes it is thought that missionary efficacy depends primarily upon careful planning and its intelligent implementation by means of specific action. Certainly, the Lord asks for our cooperation, but his initiative has to come first, before any response from us: his Spirit is the true protagonist of the Church, to be invoked and welcomed.

In the Gospel, we heard the first part of the so-called "high-priestly prayer" of Jesus (cf. Jn 17:1-11a) – at the conclusion of his farewell discourses – full of trust, sweetness and love. It is called "the high-priestly prayer" because in it Jesus is presented as a priest interceding for his people as he prepares to leave this world. The passage is dominated by the double theme of the hour and the glory. It deals with the hour of death (cf. Jn 2:4; 7:30; 8:20), the hour in which the Christ must pass from this world to the Father (13:1). But at the same time it is also the hour of his glorification which is accomplished by means of the Cross, called by John the Evangelist "exaltation", namely the raising up, the elevation to glory: the hour of the death of Jesus, the hour of supreme love, is the hour of his highest glory. For the Church too, for every Christian, the highest glory is the Cross, which means living in charity, in total gift to God and to others.

Dear brothers and sisters! I very willingly accepted the invitation given to me by the Bishops of Croatia to visit this country on the occasion of the first National Gathering of Croatian Catholic Families. I express my sincere appreciation for this attention and commitment to the family, not only because today this basic human reality, in your nation as elsewhere, has to face difficulties and threats, and thus has special need of evangelization and support, but also because Christian families are a decisive resource for education in the faith, for the up-building of the Church as a communion and for her missionary presence in the most diverse situations in life. I know the generosity and the dedication with which you, dear Pastors, serve the Lord and the Church. Your daily labour for the faith formation of future generations, as well as for marriage preparation and for the accompaniment of families, is the fundamental path for regenerating the Church anew and for giving life to the social fabric of the nation. May you remain dedicated to this important pastoral commitment!

Everyone knows that the Christian family is a special sign of the presence and love of Christ and that it is called to give a specific and irreplaceable contribution to evangelization. Blessed John Paul II, who visited this noble country three times, said that "the Christian family is called upon to take part actively and responsibly in the mission of the Church in a way that is original and specific, by placing itself, in what it is and what it does as an ‘intimate community of life and love’, at the service of the Church and of society" (Familiaris consortio, 50). The Christian family has always been the first way of transmitting the faith and still today retains great possibilities for evangelization in many areas.

Dear parents, commit yourselves always to teach your children to pray, and pray with them; draw them close to the Sacraments, especially to the Eucharist, as we celebrate the 600th anniversary of the Eucharistic miracle of Ludbreg; and introduce them to the life of the Church; in the intimacy of the home do not be afraid to read the sacred Scriptures, illuminating family life with the light of faith and praising God as Father. Be like a little Upper Room, like that of Mary and the disciples, in which to live unity, communion and prayer!

By the grace of God, many Christian families today are acquiring an ever deeper awareness of their missionary vocation, and are devoting themselves seriously to bearing witness to Christ the Lord. Blessed John Paul II once said: "An authentic family, founded on marriage, is in itself ‘good news’ for the world." And he added: "In our time the families that collaborate actively in evangelization are ever more numerous [...] the hour of the family has arrived in the Church, which is also the hour of the missionary family" (Angelus, 21 October 2001). In today’s society the presence of exemplary Christian families is more necessary and urgent than ever. Unfortunately, we are forced to acknowledge the spread of a secularization which leads to the exclusion of God from life and the increasing disintegration of the family, especially in Europe. Freedom without commitment to the truth is made into an absolute, and individual well-being through the consumption of material goods and transient experiences is cultivated as an ideal, obscuring the quality of interpersonal relations and deeper human values; love is reduced to sentimental emotion and to the gratification of instinctive impulses, without a commitment to build lasting bonds of reciprocal belonging and without openness to life. We are called to oppose such a mentality! Alongside what the Church says, the testimony and commitment of the Christian family – your concrete testimony – is very important, especially when you affirm the inviolability of human life from conception until natural death, the singular and irreplaceable value of the family founded upon matrimony and the need for legislation which supports families in the task of giving birth to children and educating them. Dear families, be courageous! Do not give in to that secularized mentality which proposes living together as a preparation, or even a substitute for marriage! Show by the witness of your lives that it is possible, like Christ, to love without reserve, and do not be afraid to make a commitment to another person! Dear families, rejoice in fatherhood and motherhood! Openness to life is a sign of openness to the future, confidence in the future, just as respect for the natural moral law frees people, rather than demeaning them! The good of the family is also the good of the Church. I would like to repeat something I have said in the past: "the edification of each individual Christian family fits into the context of the larger family of the Church which supports it and carries it with her ... And the Church is reciprocally built up by the family, a ‘small domestic church’" (Address of His Holiness Benedict XVI to the Participants in the Ecclesial Diocesan Convention of Rome, 6 June 2005). Let us pray to the Lord, that families may come more and more to be small churches and that ecclesial communities may take on more and more the quality of a family!

Dear Croatian families, living the communion of faith and charity, be ever more transparent witnesses to the promise that the Lord, ascending into heaven, makes to each one of us: "I am with you always, to the close of the age" (Mt 28:20). Dear Croatian Christians, hear yourselves called to evangelize with the whole of your life; hear the powerful word of the Lord: "Go therefore and make disciples of all nations" (Mt 28:19). May the Virgin Mary, Queen of Croatia, accompany you always on your way. Amen! Praised be Jesus and Mary!

[00860-02.01] [Original text: Plurilingual]

[B0348-XX.01]