● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
● TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE
● TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
● TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA
● TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA
● TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE
Alle ore 12, dalla loggia centrale della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI rivolge ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione il Messaggio che riportiamo di seguito:
● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
"In resurrectione tua, Christe, caeli et terra laetentur – Nella tua risurrezione, o Cristo, gioiscano i cieli e la terra" (Lit. Hor.).
Cari fratelli e sorelle di Roma e del mondo intero!
Il mattino di Pasqua ci ha riportato l’annuncio antico e sempre nuovo: Cristo è risorto! L’eco di questo avvenimento, partita da Gerusalemme venti secoli fa, continua a risuonare nella Chiesa, che porta viva nel cuore la fede vibrante di Maria, la Madre di Gesù, la fede di Maddalena e delle altre donne, che per prime videro il sepolcro vuoto, la fede di Pietro e degli altri Apostoli.
Fino ad oggi – anche nella nostra era di comunicazioni ultratecnologiche – la fede dei cristiani si basa su quell’annuncio, sulla testimonianza di quelle sorelle e di quei fratelli che hanno visto prima il masso rovesciato e la tomba vuota, poi i misteriosi messaggeri i quali attestavano che Gesù, il Crocifisso, era risorto; quindi Lui stesso, il Maestro e Signore, vivo e tangibile, apparso a Maria di Magdala, ai due discepoli di Emmaus, infine a tutti gli undici, riuniti nel Cenacolo (cfr Mc 16,9-14).
La risurrezione di Cristo non è il frutto di una speculazione, di un’esperienza mistica: è un avvenimento, che certamente oltrepassa la storia, ma che avviene in un momento preciso della storia e lascia in essa un’impronta indelebile. La luce che abbagliò le guardie poste a vigilare il sepolcro di Gesù ha attraversato il tempo e lo spazio. E’ una luce diversa, divina, che ha squarciato le tenebre della morte e ha portato nel mondo lo splendore di Dio, lo splendore della Verità e del Bene.
Come i raggi del sole, a primavera, fanno spuntare e schiudere le gemme sui rami degli alberi, così l’irradiazione che promana dalla Risurrezione di Cristo dà forza e significato ad ogni speranza umana, ad ogni attesa, desiderio, progetto. Per questo il cosmo intero oggi gioisce, coinvolto nella primavera dell’umanità, che si fa interprete del muto inno di lode del creato. L’alleluia pasquale, che risuona nella Chiesa pellegrina nel mondo, esprime l’esultanza silenziosa dell’universo, e soprattutto l’anelito di ogni anima umana sinceramente aperta a Dio, anzi, riconoscente per la sua infinita bontà, bellezza e verità.
"Nella tua risurrezione, o Cristo, gioiscano i cieli e la terra". A questo invito alla lode, che si leva oggi dal cuore della Chiesa, i "cieli" rispondono pienamente: le schiere degli angeli, dei santi e dei beati si uniscono unanimi alla nostra esultanza. In Cielo tutto è pace e letizia. Ma non è così, purtroppo, sulla terra! Qui, in questo nostro mondo, l’alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni dolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze. Eppure, proprio per questo Cristo è morto ed è risorto! E’ morto anche a causa dei nostri peccati di oggi, ed è risorto anche per la redenzione della nostra storia di oggi. Perciò, questo mio messaggio vuole raggiungere tutti e, come annuncio profetico, soprattutto i popoli e le comunità che stanno soffrendo un’ora di passione, perché Cristo Risorto apra loro la via della libertà, della giustizia e della pace.
Possa gioire la Terra che, per prima, è stata inondata dalla luce del Risorto. Il fulgore di Cristo raggiunga anche i Popoli del Medio Oriente, affinché la luce della pace e della dignità umana vinca le tenebre della divisione, dell’odio e delle violenze. In Libia la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi e si favorisca, nell’attuale situazione conflittuale, l’accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro. Nei Paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente, tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana. Ai tanti profughi e ai rifugiati, che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti più cari arrivi la solidarietà di tutti; gli uomini di buona volontà siano illuminati ad aprire il cuore all’accoglienza, affinché in modo solidale e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli; a quanti si prodigano in generosi sforzi e offrono esemplari testimonianze in questa direzione giunga il nostro conforto e apprezzamento.
Possa ricomporsi la civile convivenza tra le popolazioni della Costa d’Avorio, dove è urgente intraprendere un cammino di riconciliazione e di perdono per curare le profonde ferite provocate dalle recenti violenze. Possano trovare consolazione e speranza la terra del Giappone, mentre affronta le drammatiche conseguenze del recente terremoto, e i Paesi che nei mesi scorsi sono stati provati da calamità naturali che hanno seminato dolore e angoscia.
Gioiscano i cieli e la terra per la testimonianza di quanti soffrono contraddizioni, o addirittura persecuzioni per la propria fede nel Signore Gesù. L’annuncio della sua vittoriosa risurrezione infonda in loro coraggio e fiducia.
Cari fratelli e sorelle! Cristo risorto cammina davanti a noi verso i nuovi cieli e la terra nuova (cfr Ap 21,1), in cui finalmente vivremo tutti come un’unica famiglia, figli dello stesso Padre. Lui è con noi fino alla fine dei tempi. Camminiamo dietro a Lui, in questo mondo ferito, cantando l’alleluia. Nel nostro cuore c’è gioia e dolore, sul nostro viso sorrisi e lacrime. Così è la nostra realtà terrena. Ma Cristo è risorto, è vivo e cammina con noi. Per questo cantiamo e camminiamo, fedeli al nostro impegno in questo mondo, con lo sguardo rivolto al Cielo.
Buona Pasqua a tutti!
[00596-01.01] [Testo originale: Italiano]
● TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE
« In resurrectione tua, Christe, coeli et terra laetentur ! Dans ta résurrection, ô Christ, le ciel et la terre se réjouissent » (Liturgie des Heures)
Chers frères et sœurs de Rome et du monde entier !
Le matin de Pâques nous a rapporté l’annonce ancienne et toujours nouvelle : le Christ est ressuscité ! L’écho de cet évènement, parti de Jérusalem il y a 20 siècles, continue de résonner dans l’Eglise qui garde vivante dans son cœur la foi vibrante de Marie, la Mère de Jésus, la foi de Madeleine et des autres femmes qui, les premières, virent le tombeau vide, la foi de Pierre et des autres Apôtres.
Jusqu’à ce jour – même à notre époque de communications ultra-technologiques –, la foi des chrétiens se base sur cette annonce, sur le témoignage de ces sœurs et de ces frères qui ont vu d’abord le rocher renversé et le tombeau vide, puis les mystérieux messagers qui attestaient que Jésus, le Crucifié, était ressuscité ; ensuite lui-même, le Maître et Seigneur, vivant et tangible, qui était apparu à Marie de Magdala, aux deux disciples d’Emmaüs, enfin à tous les onze, réunis au Cénacle (cf. Mc 16, 9-14).
La résurrection du Christ n’est pas le fruit d’une spéculation, d’une expérience mystique : elle est un évènement, qui dépasse certainement l’histoire, mais qui se produit à un moment précis de l’histoire et laisse en elle une empreinte indélébile. La lumière qui a ébloui les gardes postés pour surveiller le tombeau de Jésus a traversé le temps et l’espace. C’est une lumière différente, divine, qui a déchiré les ténèbres de la mort et qui a introduit dans le monde la splendeur de Dieu, la splendeur de la Vérité et du Bien.
Comme les rayons du soleil, au printemps, font pousser et éclore les bourgeons sur les branches des arbres, de même, l’irradiation qui émane de la résurrection du Christ donne force et sens à toute espérance humaine, à toute attente, désir, projet. C’est pourquoi, le cosmos tout entier se réjouit aujourd’hui, participant au printemps de l’humanité, qui se fait l’interprète de l’hymne de louange muet de la création. L’alleluia pascal, qui résonne dans l’Eglise pérégrinante dans le monde, exprime l’allégresse silencieuse de l’univers, et surtout l’aspiration ardente de toute âme humaine sincèrement ouverte à Dieu, bien plus, reconnaissante pour sa bonté, sa beauté et sa vérité infinies.
« Dans ta résurrection, ô Christ, le ciel et la terre se réjouissent ». À cette invitation à la louange qui s’élève aujourd’hui du cœur de l’Eglise, les « cieux » répondent pleinement : les foules des anges, des saints et des bienheureux s’unissent unanimes à notre exultation. Au ciel, tout est paix et joie. Mais il n’en est malheureusement pas ainsi sur la terre ! Ici, en ce monde, l’alleluia pascal contraste encore avec les gémissements et les cris qui proviennent de nombreuses situations douloureuses : misère, faim, maladies, guerres, violences. Pourtant, c’est précisément pour cela que le Christ est mort et ressuscité ! Il est mort aussi à cause de nos péchés d’aujourd’hui, et il est ressuscité aussi pour la rédemption de notre histoire d’aujourd’hui. Mon message veut donc rejoindre tout le monde et, comme annonce prophétique, en particulier les peuples et les communautés qui souffrent un temps de passion, pour que le Christ ressuscité leur ouvre le chemin de la liberté, de la justice et de la paix.
Puisse se réjouir la terre qui, tout d’abord, a été inondée par la lumière du Ressuscité ! Que l’éclat du Christ atteigne aussi les peuples du Moyen-Orient, afin que la lumière de la paix et de la dignité humaine l’emporte sur les ténèbres de la division, de la haine et des violences. Qu’en Libye la diplomatie et le dialogue prennent la place des armes et que soit favorisé, dans la situation actuelle de conflit, l’accès des secours humanitaires à tous ceux qui souffrent des conséquences des affrontements. Que dans les pays de l’Afrique du Nord et du Moyen-Orient, tous les citoyens – et en particulier les jeunes – mettent tout en œuvre pour promouvoir le bien commun et pour construire une société où la pauvreté soit vaincue et où tout choix politique soit inspiré du respect pour la personne humaine. Aux nombreux exilés et aux réfugiés qui proviennent de différents pays africains et qui ont été contraints de laisser leurs affections les plus chères, que se manifeste la solidarité de tous ; que les hommes de bonne volonté soient éclairés pour ouvrir leur cœur à l’accueil, afin que de façon solidaire et concertée il soit possible de répondre aux nécessités pressantes de tant de frères ; qu’à tous ceux qui se dépensent en de généreux efforts et offrent des témoignages exemplaires en ce sens parviennent nos encouragements et notre appréciation.
Puisse se recomposer la cohabitation civile entre les populations de la Côte d’Ivoire, où il est urgent d’entreprendre un chemin de réconciliation et de pardon pour soigner les profondes blessures provoquées par les récentes violences. Puissent trouver consolation et espérance la terre du Japon, alors qu’elle affronte les dramatiques conséquences du récent tremblement de terre, ainsi que les pays qui au cours des mois passés ont été éprouvés par des calamités naturelles qui ont semé douleur et angoisse.
Que se réjouissent le ciel et la terre pour le témoignage de tous ceux qui souffrent l’opposition, ou même la persécution pour leur foi dans le Seigneur Jésus. Que l’annonce de sa résurrection victorieuse leur donne courage et confiance.
Chers frères et sœurs ! Le Christ ressuscité marche devant nous vers les cieux nouveaux et la terre nouvelle (cf. Ap 21, 1), où finalement nous vivrons tous comme une unique famille, enfants du même Père. Il est avec nous jusqu’à la fin des temps. Marchons derrière lui, dans ce monde blessé, en chantant l’alleluia. Dans notre cœur, il y a joie et douleur, sur notre visage sourires et larmes. C’est là notre réalité terrestre. Mais le Christ est ressuscité, il est vivant et il marche avec nous. C’est pourquoi nous chantons et nous marchons, fidèles à notre engagement en ce monde, le regard tourné vers le ciel.
Bonnes Pâques à tous !
[00596-03.01] [Texte original: Italien]
● TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
"In resurrectione tua, Christe, coeli et terra laetentur! In your resurrection, O Christ, let heaven and earth rejoice!" (Liturgy of the Hours).
Dear Brothers and Sisters in Rome and across the world,
Easter morning brings us news that is ancient yet ever new: Christ is risen! The echo of this event, which issued forth from Jerusalem twenty centuries ago, continues to resound in the Church, deep in whose heart lives the vibrant faith of Mary, Mother of Jesus, the faith of Mary Magdalene and the other women who first discovered the empty tomb, and the faith of Peter and the other Apostles.
Right down to our own time – even in these days of advanced communications technology – the faith of Christians is based on that same news, on the testimony of those sisters and brothers who saw firstly the stone that had been rolled away from the empty tomb and then the mysterious messengers who testified that Jesus, the Crucified, was risen. And then Jesus himself, the Lord and Master, living and tangible, appeared to Mary Magdalene, to the two disciples on the road to Emmaus, and finally to all eleven, gathered in the Upper Room (cf. Mk 16:9-14).
The resurrection of Christ is not the fruit of speculation or mystical experience: it is an event which, while it surpasses history, nevertheless happens at a precise moment in history and leaves an indelible mark upon it. The light which dazzled the guards keeping watch over Jesus’ tomb has traversed time and space. It is a different kind of light, a divine light, that has rent asunder the darkness of death and has brought to the world the splendour of God, the splendour of Truth and Goodness.
Just as the sun’s rays in springtime cause the buds on the branches of the trees to sprout and open up, so the radiance that streams forth from Christ’s resurrection gives strength and meaning to every human hope, to every expectation, wish and plan. Hence the entire cosmos is rejoicing today, caught up in the springtime of humanity, which gives voice to creation’s silent hymn of praise. The Easter Alleluia, resounding in the Church as she makes her pilgrim way through the world, expresses the silent exultation of the universe and above all the longing of every human soul that is sincerely open to God, giving thanks to him for his infinite goodness, beauty and truth.
"In your resurrection, O Christ, let heaven and earth rejoice." To this summons to praise, which arises today from the heart of the Church, the "heavens" respond fully: the hosts of angels, saints and blessed souls join with one voice in our exultant song. In heaven all is peace and gladness. But alas, it is not so on earth! Here, in this world of ours, the Easter alleluia still contrasts with the cries and laments that arise from so many painful situations: deprivation, hunger, disease, war, violence. Yet it was for this that Christ died and rose again! He died on account of sin, including ours today, he rose for the redemption of history, including our own. So my message today is intended for everyone, and, as a prophetic proclamation, it is intended especially for peoples and communities who are undergoing a time of suffering, that the Risen Christ may open up for them the path of freedom, justice and peace.
May the Land which was the first to be flooded by the light of the Risen One rejoice. May the splendour of Christ reach the peoples of the Middle East, so that the light of peace and of human dignity may overcome the darkness of division, hate and violence. In the current conflict in Libya, may diplomacy and dialogue take the place of arms and may those who suffer as a result of the conflict be given access to humanitarian aid. In the countries of northern Africa and the Middle East, may all citizens, especially young people, work to promote the common good and to build a society where poverty is defeated and every political choice is inspired by respect for the human person. May help come from all sides to those fleeing conflict and to refugees from various African countries who have been obliged to leave all that is dear to them; may people of good will open their hearts to welcome them, so that the pressing needs of so many brothers and sisters will be met with a concerted response in a spirit of solidarity; and may our words of comfort and appreciation reach all those who make such generous efforts and offer an exemplary witness in this regard.
May peaceful coexistence be restored among the peoples of Ivory Coast, where there is an urgent need to tread the path of reconciliation and pardon, in order to heal the deep wounds caused by the recent violence. May Japan find consolation and hope as it faces the dramatic consequences of the recent earthquake, along with other countries that in recent months have been tested by natural disasters which have sown pain and anguish.
May heaven and earth rejoice at the witness of those who suffer opposition and even persecution for their faith in Jesus Christ. May the proclamation of his victorious resurrection deepen their courage and trust.
Dear brothers and sisters! The risen Christ is journeying ahead of us towards the new heavens and the new earth (cf. Rev 21:1), in which we shall all finally live as one family, as sons of the same Father. He is with us until the end of time. Let us walk behind him, in this wounded world, singing Alleluia. In our hearts there is joy and sorrow, on our faces there are smiles and tears. Such is our earthly reality. But Christ is risen, he is alive and he walks with us. For this reason we sing and we walk, faithfully carrying out our task in this world with our gaze fixed on heaven.
Happy Easter to all of you!
[00596-02.01] [Original text: Italian]
● TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA
„In resurrectione tua, Christe, coeli et terra laetentur – In deiner Auferstehung, Christus, freuen sich Himmel und Erde" (Stundengebet).
Liebe Brüder und Schwestern in Rom und auf der ganzen Welt!
Der Morgen des Ostertages hat uns die alte und stets neue Botschaft verkündet: Christus ist auferstanden! Das Echo dieses Ereignisses, das vor zwanzig Jahrhunderten von Jerusalem ausging, klingt in der Kirche fort, in deren Herzen der tiefe Glaube Marias, der Mutter Jesu, weiterlebt, der Glaube Magdalenas und der anderen Frauen, die als erste das leere Grab gesehen haben, der Glaube des Petrus und der anderen Apostel.
Bis zum heutigen Tag – auch in unserer Zeit der ultratechnologischen Kommunikation – gründet der Glaube der Christen auf der Verkündigung, auf dem Zeugnis der Schwestern und Brüder, die zunächst den weggewälzten Stein und das leere Grab gesehen haben; dann die geheimnisvollen Boten, die bezeugten, daß Jesus, der Gekreuzigte, auferstanden ist; hierauf ihn selbst, den Meister und Herrn, lebendig und berührbar, der Maria von Magdala, den beiden Emmausjüngern und schließlich den im Abendmahlssaal versammelten Elf erschienen ist (vgl. Mk 16,9-14).
Die Auferstehung Christi ist nicht das Ergebnis von Spekulation oder mystischer Erfahrung: Es ist ein Geschehen, das gewiß die Geschichte überschreitet, sich aber zu einem exakten Zeitpunkt der Geschichte zuträgt und in ihr eine unauslöschliche Spur hinterläßt. Das Licht, das die am Grab Jesu aufgestellten Wachen blendete, hat Zeit und Raum durchdrungen. Es ist ein anderes, ein göttliches Licht, das die Finsternis des Todes zerrissen und in die Welt den Glanz Gottes gebracht hat, den Glanz der Wahrheit und des Guten.
Wie im Frühling die Strahlen der Sonne die Knospen an den Zweigen der Bäume sprießen und aufbrechen lassen, so verleiht der Strahl, der aus der Auferstehung Christi hervorgeht, jeder christlichen Hoffnung, jeder Erwartung, jeder Sehnsucht und jedem Vorhaben Kraft und Sinn. Deshalb freut sich heute der ganze Kosmos, der in den Frühling der Menschheit einbezogen ist, die sich zum Sprachrohr des stummen Lobgesanges der Schöpfung macht. Das österliche Halleluja, das in der auf Erden pilgernden Kirche widerhallt, drückt den stillen Jubel des Universums aus und besonders das Verlangen einer jeden menschlichen Seele, die aufrichtig auf Gott hin offen ist, ja, die sich seiner unendlichen Güte, Schönheit und Wahrheit bewußt ist.
„In deiner Auferstehung, Christus, freuen sich Himmel und Erde." Auf diese Einladung zum Lob, das heute vom Herzen der Kirche aufsteigt, antworten die „Himmel" in ihrer ganzen Fülle: Die Scharen der Engel, der Heiligen und Seligen vereinen sich einmütig mit unserem Jubel. Im Himmel ist alles Friede und Freude. Aber auf Erden ist es leider nicht so! Hier in dieser Welt steht das österliche Halleluja noch im Gegensatz zum Klagen und Schreien, das aus vielen schmerzvollen Situationen hervordringt: Elend, Hunger, Krankheit, Krieg und Gewalt. Aber gerade deswegen ist Christus gestorben und auferstanden! Er ist gestorben auch wegen unserer Sünden heute, und er ist auferstanden für die Erlösung unserer heutigen Geschichte. Deshalb soll meine Botschaft alle erreichen und als Verheißung besonders den Völkern und Gemeinschaften gelten, die gerade eine Zeit schweren Leids durchmachen, damit der auferstandene Christus ihnen den Weg der Freiheit, der Gerechtigkeit und des Friedens öffne:
Es freue sich das Land, das als erstes vom Licht des Auferstandenen durchflutet wurde. Der Glanz Christi erreiche auch die Völker des Nahen Ostens, damit das Licht des Friedens und der Menschenwürde die Finsternis der Spaltung, des Hasses und der Gewalt überwinde. Mögen in Libyen die Diplomatie und der Dialog an die Stelle der Waffen treten und in der augenblicklichen Konfliktsituation der humanitären Hilfe der Zugang zu denen erleichtert werden, die unter den Folgen der Auseinandersetzung leiden. Mögen sich in den Ländern Nordafrikas und des Nahen Ostens alle Bürger – und besonders die jungen Menschen – dafür einsetzen, das Gemeinwohl zu fördern und Gesellschaften aufzubauen, in denen die Armut überwunden wird und jede politische Entscheidung von der Achtung vor der menschlichen Person getragen ist. Den vielen Vertriebenen und Flüchtlingen, die aus verschiedenen afrikanischen Ländern kommen und die gezwungen waren, ihre liebsten Bindungen aufzugeben, gelte die Solidarität aller; mögen die Menschen guten Willens angeregt werden, ihr Herz für die Aufnahme zu öffnen, damit der dringenden Notlage so vieler Brüder und Schwestern in solidarischer und abgestimmter Weise begegnet werden kann; allen, die sich in großherzigen Bemühungen aufopfernd einsetzen und in dieser Hinsicht ein vorbildliches Zeugnis ablegen, gilt unsere Ermutigung und Anerkennung.
Möge sich in der Bevölkerung der Elfenbeinküste das zivile Zusammenleben wieder einstellen; dort muß dringend ein Weg der Versöhnung und der Vergebung beschritten werden, um die tiefen Wunden zu heilen, die die Gewalt in letzter Zeit geschlagen hat. Möge Japan Trost und Hoffnung finden, während es sich den dramatischen Folgen des jüngsten Erdbebens stellt, und ebenso die Länder, die in den vergangenen Monaten durch Naturkatastrophen heimgesucht wurden, die Leid und Angst hervorgerufen haben.
Himmel und Erde mögen sich freuen über das Zeugnis derer, die Widerspruch oder sogar Verfolgung wegen ihres Glaubens an Jesus, den Herrn, erleiden. Die Botschaft seiner siegreichen Auferstehung schenke ihnen Mut und Zuversicht.
Liebe Brüder und Schwestern! Der auferstandene Christus geht uns voran dem neuen Himmel und der neuen Erde entgegen (vgl. Offb 21,1), in denen wir alle endlich als eine einzige Familie, als Söhne und Töchter desselben Vaters leben werden. Er ist bei uns bis zum Ende der Zeiten. Laßt uns in dieser verwundeten Welt hinter Ihm hergehen und das Halleluja singen. In unserem Herzen sind Freude und Schmerz, auf unserem Gesicht Lächeln und Tränen. Das ist unsere irdische Wirklichkeit. Aber Christus ist auferstanden, er lebt und geht mit uns. Deshalb wollen wir singen und treu unserem Auftrag in dieser Welt mit dem Blick auf den Himmel gerichtet weitergehen.
Ich wünsche euch allen ein gesegnetes Osterfest!
[00596-05.01] [Originalsprache: Italienisch]
● TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA
In resurrectione tua, Christe, coeli et terra laetentur. En tu resurrección, Señor, se alegren los cielos y la tierra (Lit. Hor.)
Queridos hermanos y hermanas de Roma y de todo el mundo:
La mañana de Pascua nos ha traído el anuncio antiguo y siempre nuevo: ¡Cristo ha resucitado! El eco de este acontecimiento, que surgió en Jerusalén hace veinte siglos, continúa resonando en la Iglesia, que lleva en el corazón la fe vibrante de María, la Madre de Jesús, la fe de la Magdalena y las otras mujeres que fueron las primeras en ver el sepulcro vacío, la fe de Pedro y de los otros Apóstoles.
Hasta hoy —incluso en nuestra era de comunicaciones supertecnológicas— la fe de los cristianos se basa en aquel anuncio, en el testimonio de aquellas hermanas y hermanos que vieron primero la losa removida y el sepulcro vacío, después a los mensajeros misteriosos que atestiguaban que Jesús, el Crucificado, había resucitado; y luego, a Él mismo, el Maestro y Señor, vivo y tangible, que se aparece a María Magdalena, a los dos discípulos de Emaús y, finalmente, a los once reunidos en el Cenáculo (cf. Mc 16,9-14).
La resurrección de Cristo no es fruto de una especulación, de una experiencia mística. Es un acontecimiento que sobrepasa ciertamente la historia, pero que sucede en un momento preciso de la historia dejando en ella una huella indeleble. La luz que deslumbró a los guardias encargados de vigilar el sepulcro de Jesús ha atravesado el tiempo y el espacio. Es una luz diferente, divina, que ha roto las tinieblas de la muerte y ha traído al mundo el esplendor de Dios, el esplendor de la Verdad y del Bien.
Así como en primavera los rayos del sol hacen brotar y abrir las yemas en las ramas de los árboles, así también la irradiación que surge de la resurrección de Cristo da fuerza y significado a toda esperanza humana, a toda expectativa, deseo, proyecto. Por eso, todo el universo se alegra hoy, al estar incluido en la primavera de la humanidad, que se hace intérprete del callado himno de alabanza de la creación. El aleluya pascual, que resuena en la Iglesia peregrina en el mundo, expresa la exultación silenciosa del universo y, sobre todo, el anhelo de toda alma humana sinceramente abierta a Dios, más aún, agradecida por su infinita bondad, belleza y verdad.
«En tu resurrección, Señor, se alegren los cielos y la tierra». A esta invitación de alabanza que sube hoy del corazón de la Iglesia, los «cielos» responden al completo: La multitud de los ángeles, de los santos y beatos se suman unánimes a nuestro júbilo. En el cielo, todo es paz y regocijo. Pero en la tierra, lamentablemente, no es así. Aquí, en nuestro mundo, el aleluya pascual contrasta todavía con los lamentos y el clamor que provienen de tantas situaciones dolorosas: miseria, hambre, enfermedades, guerras, violencias. Y, sin embargo, Cristo ha muerto y resucitado precisamente por esto. Ha muerto a causa de nuestros pecados de hoy, y ha resucitado también para redimir nuestra historia de hoy. Por eso, mi mensaje quiere llegar a todos y, como anuncio profético, especialmente a los pueblos y las comunidades que están sufriendo un tiempo de pasión, para que Cristo resucitado les abra el camino de la libertad, la justicia y la paz.
Que pueda alegrarse la Tierra que fue la primera a quedar inundada por la luz del Resucitado. Que el fulgor de Cristo llegue también a los pueblos de Oriente Medio, para que la luz de la paz y de la dignidad humana venza a las tinieblas de la división, del odio y la violencia. Que, en Libia, la diplomacia y el diálogo ocupen el lugar de las armas y, en la actual situación de conflicto, se favorezca el acceso a las ayudas humanitarias a cuantos sufren las consecuencias de la contienda. Que, en los Países de África septentrional y de Oriente Medio, todos los ciudadanos, y particularmente los jóvenes, se esfuercen en promover el bien común y construir una sociedad en la que la pobreza sea derrotada y toda decisión política se inspire en el respeto a la persona humana. Que llegue la solidaridad de todos a los numerosos prófugos y refugiados que provienen de diversos países africanos y se han viso obligados a dejar sus afectos más entrañables; que los hombres de buena voluntad se vean iluminados y abran el corazón a la acogida, para que, de manera solidaria y concertada se puedan aliviar las necesidades urgentes de tantos hermanos; y que a todos los que prodigan sus esfuerzos generosos y dan testimonio en este sentido, llegue nuestro aliento y gratitud.
Que se recomponga la convivencia civil entre las poblaciones de Costa de Marfil, donde urge emprender un camino de reconciliación y perdón para curar las profundas heridas provocadas por las recientes violencias. Y que Japón, en estos momentos en que afronta las dramáticas consecuencias del reciente terremoto, encuentre alivio y esperanza, y lo encuentren también aquellos países que en los últimos meses han sido probados por calamidades naturales que han sembrado dolor y angustia.
Se alegren los cielos y la tierra por el testimonio de quienes sufren contrariedades, e incluso persecuciones a causa de la propia fe en el Señor Jesús. Que el anuncio de su resurrección victoriosa les infunda valor y confianza.
Queridos hermanos y hermanas. Cristo resucitado camina delante de nosotros hacia los cielos nuevos y la tierra nueva (cf. Ap 21,1), en la que finalmente viviremos como una sola familia, hijos del mismo Padre. Él está con nosotros hasta el fin de los tiempos. Vayamos tras Él en este mundo lacerado, cantando el Aleluya. En nuestro corazón hay alegría y dolor; en nuestro rostro, sonrisas y lágrimas. Así es nuestra realidad terrena. Pero Cristo ha resucitado, está vivo y camina con nosotros. Por eso cantamos y caminamos, con la mirada puesta en el Cielo, fieles a nuestro compromiso en este mundo.
Feliz Pascua a todos.
[00596-04.01] [Texto original: Italiano]
● TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE
«In resurrectione tua, Christe, coeli et terra laetentur – Na vossa Ressurreição, ó Cristo, alegrem-se os céus e a terra» (Liturgia das Horas).
Amados irmãos e irmãs de Roma e do mundo inteiro!
A manhã de Páscoa trouxe-nos etse anúncio antigo e sempre novo: Cristo ressuscitou! O eco deste acontecimento, que partiu de Jerusalém há vinte séculos, continua a ressoar na Igreja, que traz viva no coração a fé vibrante de Maria, a Mãe de Jesus, a fé de Madalena e das primeiras mulheres que viram o sepulcro vazio, a fé de Pedro e dos outros Apóstolos.
Até hoje – mesmo na nossa era de comunicações supertecnológicas – a fé dos cristãos assenta naquele anúncio, no testemunho daquelas irmãs e daqueles irmãos que viram, primeiro, a pedra removida e o túmulo vazio e, depois, os misteriosos mensageiros que atestavam que Jesus, o Crucificado, ressuscitara; em seguida, o Mestre e Senhor em pessoa, vivo e palpável, apareceu a Maria de Magdala, aos dois discípulos de Emaús e, finalmente, aos onze, reunidos no Cenáculo (cf. Mc 16, 9-14).
A ressurreição de Cristo não é fruto de uma especulação, de uma experiência mística: é um acontecimento, que ultrapassa certamente a história, mas verifica-se num momento concreto da história e deixa nela uma marca indelével. A luz, que encandeou os guardas de sentinela ao sepulcro de Jesus, atravessou o tempo e o espaço. É uma luz diferente, divina, que fendeu as trevas da morte e trouxe ao mundo o esplendor de Deus, o esplendor da Verdade e do Bem.
Tal como os raios do sol, na primavera, fazem brotar e desabrochar os rebentos nos ramos das árvores, assim também a irradiação que dimana da Ressurreição de Cristo dá força e significado a cada esperança humana, a cada expectativa, desejo, projecto. Por isso, hoje, o universo inteiro se alegra, implicado na primavera da humanidade, que se faz intérprete do tácito hino de louvor da criação. O aleluia pascal, que ressoa na Igreja peregrina no mundo, exprime a exultação silenciosa do universo e sobretudo o anseio de cada alma humana aberta sinceramente a Deus, mais ainda, agradecida pela sua infinita bondade, beleza e verdade.
«Na vossa ressurreição, ó Cristo, alegrem-se os céus e a terra». A este convite ao louvor, que hoje se eleva do coração da Igreja, os «céus» respondem plenamente: as multidões dos anjos, dos santos e dos beatos unem-se unânimes à nossa exultação. No Céu, tudo é paz e alegria. Mas, infelizmente, não é assim sobre a terra! Aqui, neste nosso mundo, o aleluia pascal contrasta ainda com os lamentos e gritos que provêm de tantas situações dolorosas: miséria, fome, doenças, guerras, violências. E todavia foi por isto mesmo que Cristo morreu e ressuscitou! Ele morreu também por causa dos nossos pecados de hoje, e também para a redenção da nossa história de hoje Ele ressuscitou. Por isso, esta minha mensagem quer chegar a todos e, como anúncio profético, sobretudo aos povos e às comunidades que estão a sofrer uma hora de paixão, para que Cristo Ressuscitado lhes abra o caminho da liberdade, da justiça e da paz.
Possa alegrar-se aquela Terra que, primeiro, foi inundada pela luz do Ressuscitado. O fulgor de Cristo chegue também aos povos do Médio Oriente para que a luz da paz e da dignidade humana vença as trevas da divisão, do ódio e das violências. Na Líbia, que as armas cedam o lugar à diplomacia e ao diálogo e se favoreça, na situação actual de conflito, o acesso das ajudas humanitárias a quantos sofrem as consequências da luta. Nos países da África do Norte e do Médio Oriente, que todos os cidadãos – e de modo particular os jovens – se esforcem por promover o bem comum e construir um sociedade, onde a pobreza seja vencida e cada decisão política seja inspirada pelo respeito da pessoa humana. A tantos prófugos e aos refugiados, que provêm de diversos países africanos e se vêem forçados a deixar os afectos dos seus entes mais queridos, chegue a solidariedade de todos; os homens de boa vontade sintam-se inspirados a abrir o coração ao acolhimento, para se torne possível, de maneira solidária e concorde, acudir às necessidades prementes de tantos irmãos; a quantos se prodigalizam com generosos esforços e dão exemplares testemunhos nesta linha chegue o nosso conforto e apreço.
Possa recompor-se a convivência civil entre as populações da Costa do Marfim, onde é urgente empreender um caminho de reconciliação e perdão, para curar as feridas profundas causadas pelas recentes violências. Possa encontrar consolação e esperança a terra do Japão, enquanto enfrenta as dramáticas consequências do recente terremoto, e demais países que, nos meses passados, foram provados por calamidades naturais que semearam sofrimento e angústia.
Alegrem-se os céus e a terra pelo testemunho de quantos sofrem contrariedades ou mesmo perseguições pela sua fé no Senhor Jesus. O anúncio da sua ressurreição vitoriosa neles infunda coragem e confiança.
Queridos irmãos e irmãs! Cristo ressuscitado caminha à nossa frente para os novos céus e a nova terra (cf. Ap 21, 1), onde finalmente viveremos todos como uma única família, filhos do mesmo Pai. Ele está connosco até ao fim dos tempos. Sigamos as suas pegadas, neste mundo ferido, cantando o aleluia. No nosso coração, há alegria e sofrimento; na nossa face, sorrisos e lágrimas. A nossa realidade terrena é assim. Mas Cristo ressuscitou, está vivo e caminha connosco. Por isso, cantamos e caminhamos, fiéis ao nosso compromisso neste mundo, com o olhar voltado para o Céu.
Boa Páscoa a todos!
[00596-06.01] [Texto original: Italiano]
[B0236-XX.02]