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L’UDIENZA GENERALE, 30.03.2011


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE  

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e di fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa - continuando il ciclo di catechesi sui Dottori della Chiesa - ha incentrato la sua meditazione sulla figura di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

oggi vorrei presentarvi la figura di un santo Dottore della Chiesa a cui siamo molto debitori, perché è stato un insigne teologo moralista e un maestro di vita spirituale per tutti, soprattutto per la gente semplice. E’ l’autore delle parole e della musica di uno dei canti natalizi più popolari in Italia e non solo: Tu scendi dalle stelle.

Appartenente a una nobile e ricca famiglia napoletana, Alfonso Maria de’ Liguori nacque nel 1696. Dotato di spiccate qualità intellettuali, a soli 16 anni conseguì la laurea in diritto civile e canonico. Era l’avvocato più brillante del foro di Napoli: per otto anni vinse tutte le cause che difese. Tuttavia, nella sua anima assetata di Dio e desiderosa di perfezione, il Signore lo conduceva a comprendere che un’altra era la vocazione a cui lo chiamava. Infatti, nel 1723, indignato per la corruzione e l’ingiustizia che viziavano l’ambiente forense, abbandonò la sua professione - e con essa la ricchezza e il successo - e decise di diventare sacerdote, nonostante l’opposizione del padre. Ebbe degli ottimi maestri, che lo introdussero allo studio della Sacra Scrittura, della Storia della Chiesa e della mistica. Acquisì una vasta cultura teologica, che mise a frutto quando, dopo qualche anno, intraprese la sua opera di scrittore. Fu ordinato sacerdote nel 1726 e si legò, per l’esercizio del ministero, alla Congregazione diocesana delle Missioni Apostoliche. Alfonso iniziò un’azione di evangelizzazione e di catechesi tra gli strati più umili della società napoletana, a cui amava predicare, e che istruiva sulle verità basilari della fede. Non poche di queste persone, povere e modeste, a cui egli si rivolgeva, molto spesso erano dedite ai vizi e compivano azioni criminali. Con pazienza insegnava loro a pregare, incoraggiandole a migliorare il loro modo di vivere. Alfonso ottenne ottimi risultati: nei quartieri più miseri della città si moltiplicavano gruppi di persone che, alla sera, si riunivano nelle case private e nelle botteghe, per pregare e per meditare la Parola di Dio, sotto la guida di alcuni catechisti formati da Alfonso e da altri sacerdoti, che visitavano regolarmente questi gruppi di fedeli. Quando, per desiderio dell’arcivescovo di Napoli, queste riunioni vennero tenute nelle cappelle della città, presero il nome di "cappelle serotine". Esse furono una vera e propria fonte di educazione morale, di risanamento sociale, di aiuto reciproco tra i poveri: furti, duelli, prostituzione finirono quasi per scomparire.

Anche se il contesto sociale e religioso dell’epoca di sant’Alfonso era ben diverso dal nostro, le "cappelle serotine" appaiono un modello di azione missionaria a cui possiamo ispirarci anche oggi per una "nuova evangelizzazione", particolarmente dei più poveri, e per costruire una convivenza umana più giusta, fraterna e solidale. Ai sacerdoti è affidato un compito di ministero spirituale, mentre laici ben formati possono essere efficaci animatori cristiani, autentico lievito evangelico in seno alla società.

Dopo aver pensato di partire per evangelizzare i popoli pagani, Alfonso, all’età di 35 anni, entrò in contatto con i contadini e i pastori delle regioni interne del Regno di Napoli e, colpito dalla loro ignoranza religiosa e dallo stato di abbandono in cui versavano, decise di lasciare la capitale e di dedicarsi a queste persone, che erano povere spiritualmente e materialmente. Nel 1732 fondò la Congregazione religiosa del Santissimo Redentore, che pose sotto la tutela del vescovo Tommaso Falcoia, e di cui successivamente egli stesso divenne il superiore. Questi religiosi, guidati da Alfonso, furono degli autentici missionari itineranti, che raggiungevano anche i villaggi più remoti esortando alla conversione e alla perseveranza nella vita cristiana soprattutto per mezzo della preghiera. Ancor oggi i Redentoristi, sparsi in tanti Paesi del mondo, con nuove forme di apostolato, continuano questa missione di evangelizzazione. A loro penso con riconoscenza, esortandoli ad essere sempre fedeli all’esempio del loro santo Fondatore.

Stimato per la sua bontà e per il suo zelo pastorale, nel 1762 Alfonso fu nominato Vescovo di Sant’Agata dei Goti, ministero che, in seguito alle malattie da cui era afflitto, lasciò nel 1775, per concessione del Papa Pio VI. Lo stesso Pontefice, nel 1787, apprendendo la notizia della sua morte, avvenuta dopo molte sofferenze, esclamò: "Era un santo!". E non si sbagliava: Alfonso fu canonizzato nel 1839, e nel 1871 venne dichiarato Dottore della Chiesa. Questo titolo gli si addice per molteplici ragioni. Anzitutto, perché ha proposto un ricco insegnamento di teologia morale, che esprime adeguatamente la dottrina cattolica, al punto che fu proclamato dal Papa Pio XII "Patrono di tutti i confessori e i moralisti". Ai suoi tempi, si era diffusa un’interpretazione molto rigorista della vita morale anche a motivo della mentalità giansenista che, anziché alimentare la fiducia e la speranza nella misericordia di Dio, fomentava la paura e presentava un volto di Dio arcigno e severo, ben lontano da quello rivelatoci da Gesù. Sant’Alfonso, soprattutto nella sua opera principale intitolata Teologia Morale, propone una sintesi equilibrata e convincente tra le esigenze della legge di Dio, scolpita nei nostri cuori, rivelata pienamente da Cristo e interpretata autorevolmente dalla Chiesa, e i dinamismi della coscienza e della libertà dell’uomo, che proprio nell’adesione alla verità e al bene permettono la maturazione e la realizzazione della persona. Ai pastori d’anime e ai confessori Alfonso raccomandava di essere fedeli alla dottrina morale cattolica, assumendo, nel contempo, un atteggiamento caritatevole, comprensivo, dolce perché i penitenti potessero sentirsi accompagnati, sostenuti, incoraggiati nel loro cammino di fede e di vita cristiana. Sant’Alfonso non si stancava mai di ripetere che i sacerdoti sono un segno visibile dell’infinita misericordia di Dio, che perdona e illumina la mente e il cuore del peccatore affinché si converta e cambi vita. Nella nostra epoca, in cui vi sono chiari segni di smarrimento della coscienza morale e – occorre riconoscerlo – di una certa mancanza di stima verso il Sacramento della Confessione, l’insegnamento di sant’Alfonso è ancora di grande attualità.

Insieme alle opere di teologia, sant’Alfonso compose moltissimi altri scritti, destinati alla formazione religiosa del popolo. Lo stile è semplice e piacevole. Lette e tradotte in numerose lingue, le opere di sant’Alfonso hanno contribuito a plasmare la spiritualità popolare degli ultimi due secoli. Alcune di esse sono testi da leggere con grande profitto ancor oggi, come Le Massime eterne, Le glorie di Maria, La pratica d’amare Gesù Cristo, opera – quest’ultima – che rappresenta la sintesi del suo pensiero e il suo capolavoro. Egli insiste molto sulla necessità della preghiera, che consente di aprirsi alla Grazia divina per compiere quotidianamente la volontà di Dio e conseguire la propria santificazione. Riguardo alla preghiera egli scrive: "Dio non nega ad alcuno la grazia della preghiera, con la quale si ottiene l’aiuto a vincere ogni concupiscenza e ogni tentazione. E dico, e replico e replicherò sempre, sino a che avrò vita, che tutta la nostra salvezza sta nel pregare". Di qui il suo famoso assioma: "Chi prega si salva" (Del gran mezzo della preghiera e opuscoli affini. Opere ascetiche II, Roma 1962, p. 171). Mi torna in mente, a questo proposito, l’esortazione del mio precedessore, il Venerabile Servo di Dio Giovanni Paolo II: "Le nostre comunità cristiane devono diventare «scuole di preghiera»... Occorre allora che l’educazione alla preghiera diventi un punto qualificante di ogni programmazione pastorale" (Lett. ap. Novo Millennio ineunte, 33,34).

Tra le forme di preghiera consigliate fervidamente da sant’Alfonso spicca la visita al Santissimo Sacramento o, come diremmo oggi, l’adorazione, breve o prolungata, personale o comunitaria, dinanzi all’Eucaristia. "Certamente – scrive Alfonso – fra tutte le devozioni questa di adorare Gesù sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara a Dio e la più utile a noi... Oh, che bella delizia starsene avanti ad un altare con fede... e presentargli i propri bisogni, come fa un amico a un altro amico con cui si abbia tutta la confidenza!" (Visite al SS. Sacramento ed a Maria SS. per ciascun giorno del mese. Introduzione). La spiritualità alfonsiana è infatti eminentemente cristologica, centrata su Cristo e il Suo Vangelo. La meditazione del mistero dell’Incarnazione e della Passione del Signore sono frequentemente oggetto della sua predicazione. In questi eventi, infatti, la Redenzione viene offerta a tutti gli uomini "copiosamente". E proprio perché cristologica, la pietà alfonsiana è anche squisitamente mariana. Devotissimo di Maria, egli ne illustra il ruolo nella storia della salvezza: socia della Redenzione e Mediatrice di grazia, Madre, Avvocata e Regina. Inoltre, sant’Alfonso afferma che la devozione a Maria ci sarà di grande conforto nel momento della nostra morte. Egli era convinto che la meditazione sul nostro destino eterno, sulla nostra chiamata a partecipare per sempre alla beatitudine di Dio, come pure sulla tragica possibilità della dannazione, contribuisce a vivere con serenità ed impegno, e ad affrontare la realtà della morte conservando sempre piena fiducia nella bontà di Dio.

Sant’Alfonso Maria de’ Liguori è un esempio di pastore zelante, che ha conquistato le anime predicando il Vangelo e amministrando i Sacramenti, unito ad un modo di agire improntato a una soave e mite bontà, che nasceva dall’intenso rapporto con Dio, che è la Bontà infinita. Ha avuto una visione realisticamente ottimista delle risorse di bene che il Signore dona ad ogni uomo e ha dato importanza agli affetti e ai sentimenti del cuore, oltre che alla mente, per poter amare Dio e il prossimo.

In conclusione, vorrei ricordare che il nostro Santo, analogamente a san Francesco di Sales – di cui ho parlato qualche settimana fa – insiste nel dire che la santità è accessibile ad ogni cristiano: "Il religioso da religioso, il secolare da secolare, il sacerdote da sacerdote, il maritato da maritato, il mercante da mercante, il soldato da soldato, e così parlando d’ogni altro stato" (Pratica di amare Gesù Cristo. Opere ascetiche I, Roma 1933, p. 79). Ringraziamo il Signore che, con la sua Provvidenza, suscita santi e dottori in luoghi e tempi diversi, che parlano lo stesso linguaggio per invitarci a crescere nella fede e a vivere con amore e con gioia il nostro essere cristiani nelle semplici azioni di ogni giorno, per camminare sulla strada della santità, sulla strada strada verso Dio e verso la vera gioia. Grazie.

[00446-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese  

Sintesi della catechesi in lingua tedesca  

Sintesi della catechesi in lingua spagnola  

Sintesi della catechesi in lingua portoghese  

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers frères et sœurs,

Né en 1696, saint Alphonse de Liguori est un éminent théologien moraliste, un maître de vie spirituelle et un Docteur de l’Église. Assoiffé de Dieu et désireux de perfection, il abandonna sa brillante carrière d’avocat au forum de Naples pour devenir prêtre. Il commença à prêcher aux personnes modestes et à celles qui, en marge de la société, s’adonnaient aux vices et à la criminalité. Il contribua ainsi à la création de groupes de prière et d’éducation morale qui rayonnèrent sur la vie sociale. Il fonda en 1732 la Congrégation du Saint Rédempteur pour former de vrais missionnaires itinérants. Nommé évêque, il lutta contre le jansénisme, une interprétation rigoriste de la vie morale. Il exhortait les prêtres à être fidèles à la doctrine de l’Église et charitables envers les pénitents. Ses œuvres théologiques et ses nombreux écrits contribuèrent à modeler la spiritualité populaire des deux derniers siècles sur le plan christologique et marial. Privilégiant l’adoration eucharistique, Alphonse insista sur la nécessité de la prière car « celui qui prie se sauve ». Proclamé « patron de tous les confesseurs et des moralistes », Alphonse de Liguori est un pasteur exemplaire dont la bonté et la douceur proviennent de son intense relation avec Dieu.

Depuis longtemps, ma pensée va souvent aux populations de la Côte d’Ivoire, traumatisées par de douloureuses luttes internes et de graves tensions sociales et politiques.

Alors que j’exprime ma proximité à tous ceux qui ont perdu un être cher et souffrent de la violence, je lance un appel pressant afin que soit engagé le plus vite possible un processus de dialogue constructif pour le bien commun. L’opposition dramatique rend plus urgent le rétablissement du respect et de la cohabitation pacifique. Aucun effort ne doit être épargné dans ce sens.

Avec ces sentiments, j’ai décidé d’envoyer dans ce noble Pays, le Cardinal Peter Kodwo Turkson, Président du Conseil pontifical "Justice et Paix", afin qu’il manifeste ma solidarité et celle de l’Église universelle aux victimes du conflit, et encourage à la réconciliation et à la paix.

Je salue avec joie les pèlerins francophones venus de Grèce, France et Suisse ! Durant ce temps de carême, et toujours, tout chrétien est appelé à la sainteté. Par la prière, par l’amour pour Jésus présent dans l’Eucharistie et par la pratique du sacrement de la réconciliation, vous vous sanctifierez et vous changerez le visage de l’humanité ! Avec ma bénédiction !

[00447-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Our catechesis today deals with Saint Alphonsus Liguori, an outstanding eighteenth-century preacher, scholar and Doctor of the Church. Alphonsus left a brilliant career as a lawyer to become a priest, and greatly contributed to the renewal of the Church in his native Naples. He began as a missionary among the urban poor, gathering small groups for prayer and instruction in the faith. Broadening his pastoral outreach, he founded the Congregation of the Most Holy Redeemer – the Redemptorists – as a group of itinerant missionaries. Alphonsus’ pastoral zeal also found expression in his moral teaching, which emphasized divine mercy and the relationship between God’s law and our deepest human needs and aspirations. His many spiritual writings, marked by a deep Christological and Marian piety, stressed the practice of prayer, especially before the Blessed Sacrament. May this great Doctor of the Church, venerated also as the patron of moral theologians, help us to respond ever more fully to God’s call to grow in holiness, and inspire in priests, religious and laity a firm commitment to the new evangelization.

I greet all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, especially those from England, Norway, Japan, the Philippines and the United States. To the choirs I express my gratitude for their praise of God in song. Upon all of you I cordially invoke the Lord’s blessings of joy and peace.

[00448-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Bei dieser Audienz heute möchte ich über den heiligen Kirchenlehrer Alfons Maria von Liguori sprechen. Er wurde 1696 als Sohn einer neapolitanischen Adelsfamilie geboren und schloß schon mit 16 Jahren das Studium des zivilen und des kanonischen Rechts erfolgreich ab und wurde ein erfolgreicher Anwalt. Aber die Erfahrung von Korruption und Ungerechtigkeit, die er dabei machen mußte, erschütterte ihn so sehr, daß er diesen Beruf aufgab. Der Herr ließ ihn seine eigentliche Berufung entdecken: 1726 wurde er zum Priester geweiht und wandte sich besonders der armen Bevölkerungsschicht in Neapel zu. Seine eifrige Predigttätigkeit und die Gründung von Gebetskreisen wurden zu einer reichen Quelle moralischer Erziehung und gegenseitiger Hilfe, welche die Gesellschaft damals wesentlich verändert hat. Der Zustand der religiösen Unwissenheit, in dem die Hirten und Bauern auf dem Land lebten, berührte ihn zutiefst. Er beschloß, sich dieser geistlichen Armut anzunehmen und gründete dazu 1732 die Kongregation der Redemptoristen. Er starb 1787. Papst Pius XII. ernannte ihn zum »Patron der Beichtväter und der Moraltheologen«. Der hl. Alfons, der viel Elend, Armseligkeit - auch menschliche Armseligkeit - erleben mußte, betonte, daß die Priester das sichtbare Zeichen der unendlichen Barmherzigkeit Gottes sein sollten, der vergibt und den Geist und das Herz des Sünders erleuchtet und ihm hilft, daß er sein Leben ändert. Er empfahl den Beichtvätern die Treue zur katholischen Morallehre und zugleich die Haltung des Verstehens und der Güte. Viele Menschen haben aus seinen Schriften für ihr Beten Hilfe erhalten. Beten war für ihn das eigentliche Zentrum der Bekehrung, des Werdens zu sich selbst. Er hat darüber gesagt: »Gott verweigert keinem die Gnade des Gebetes, mit dem er Hilfe erhält, um alle Begierde und Versuchung zu besiegen. Ich wiederhole und werde es wiederholen, solange ich lebe, daß unser Heil in einer Sache liegt: im Gebet. Wer betet, wird sicherlich gerettet.« Und er hat diese Gebetskreise als Schulen des Gebetes und als Schulen des Menschseins aufgefaßt und damit einen Auftrag hinterlassen, den heute seine geistlichen Söhne weiter zu erfüllen versuchen, der uns aber alle angeht. Denn Neuevangelisierung heißt eben dies: Daß wir wieder neu Christen werden und so recht zu leben lernen. Dazu gehört vor allen Dingen, daß wir die Beziehung zu Gott erlernen, daß wir uns im Gebet von ihm anreden lassen und ihn anreden und so den Weg des Menschseins finden.

Von Herzen grüße ich alle deutschsprachigen Pilger, heute besonders das Präsidium des Österreichischen Gemeindebundes. Danken wir dem Herrn, der in seiner Vorsehung zu allen Zeiten Heilige wie Alfons Maria von Liguori erweckt hat, die uns einladen, im Glauben zu wachsen und mit Liebe und Freude unsere christliche Berufung zu leben. Sie zeigen uns durch ihr Leben, daß die Bindung an die Wahrheit und an das Gute zur Reife und zur wahren Selbstverwirklichung führt. Der Herr schenke uns allen dazu seine Gnade.

[00449-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

La catequesis de hoy está dedicada a san Alfonso María de Ligorio, obispo, doctor de la Iglesia, insigne teólogo y maestro de vida espiritual, proclamado también patrono de los confesores y moralistas. Perteneciente a una noble y rica familia napolitana, ejerció brillantemente la profesión de abogado, que abandonó para ordenarse sacerdote. Inició en los ambientes más humildes de Nápoles una intensa labor de educación moral y catequesis, instruyendo con paciencia en las verdades fundamentales de la fe y de la vida cristiana. En mil setecientos treinta y dos, fundó la Congregación religiosa del Santísimo Redentor, cuyos religiosos fueron y siguen siendo auténticos misioneros itinerantes. Escribió importantes obras que han plasmado la vida espiritual popular de los últimos dos siglos. La espiritualidad alfonsiana está centrada en Cristo: por el misterio de la Encarnación y de la Pasión del Señor, la redención se ofrece a todos los hombres "copiosamente". Era también profundamente devoto de María, destacando su papel en la historia de la salvación. San Alfonso es ejemplo de pastor solícito, que, predicando el evangelio y administrando los sacramentos, conquistaba las almas con suave y apacible bondad, nacida de la intensa relación con Dios.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los alumnos del Seminario menor de Getafe, así como a los grupos provenientes de España, Chile, México y otros países latinoamericanos. Que a ejemplo de san Alfonso María de Ligorio recorramos con alegría nuestro camino de conversión y santidad, y pidamos al Señor que suscite en nuestro tiempo santos y doctores que sepan proponer a todos de una manera sencilla e incisiva el mensaje de Cristo y la belleza de su vida. Muchas gracias.

[00450-04.01] [Texto original: Español]

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

Corria o ano de 1732, quando Santo Afonso Maria de Ligório fundou a Congregação do Santíssimo Redentor. Autênticos missionários itinerantes, os padres redentoristas foram até às aldeias mais distantes, exortando à conversão e à perseverança na vida cristã, sobretudo por meio da oração. Assim aprenderam do seu Fundador, o qual lhes recomendava que fossem fiéis à doutrina moral católica, mas assumindo uma atitude cheia de caridade e compreensão com os pecadores. Os sacerdotes – ensinava ele - são um sinal visível da misericórdia infinita de Deus, que perdoa e ilumina a mente e o coração do pecador, para que se converta e mude de vida. Este ensinamento de Santo Afonso é de grande actualidade neste nosso tempo, em que há claros sinais de perda da consciência moral e – com preocupação, o reconhecemos – de falta de estima pelo sacramento da Reconciliação.

Amados peregrinos de língua portuguesa, queridos fiéis da paróquia de Santa Maria do Barreiro, na diocese de Setúbal: a minha saudação amiga para todos vós, com votos de um frutuoso empenho na caminhada quaresmal que estais fazendo. Que nada vos impeça de viver e crescer na amizade de Deus, e testemunhar a todos a sua bondade e misericórdia! Sobre vós e vossas famílias, desça a minha Bênção Apostólica.

[00451-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua ucraina

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca

Serdecznie pozdrawiam polskich pielgrzymów, a szczególnie członków Polskiego Związku Niewidomych, który obchodzi sześćdziesięciolecie swego powstania, jak również dziennikarzy, którzy przygotowują się do relacjonowania wydarzeń związanych z beatyfikacją Jana Pawła II. Wszystkim tu obecnym życzę owocnego przeżywania Wielkiego Postu. Niech Bóg wam błogosławi.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi, in particolare i membri dell’Associazione Polacca dei Ciechi, che festeggia il 60° anniversario di fondazione, nonché i giornalisti che si preparano a divulgare gli eventi legati alla beatificazione di Giovanni Paolo II. A tutti auguro di vivere la Quaresima fruttuosamente. Dio vi benedica!]

[00452-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua slovacca

Srdečne pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne z Kňažej ako aj študentov a pedagógov Právnickej fakulty Univerzity Mateja Bela z Banskej Bystrice. Bratia a sestry, v tejto pôstnej dobe je každý z nás pozvaný k vnútornej obnove, k zmiereniu s Bohom i s ľuďmi. Prajem vám, aby aj táto púť do Ríma vám pomohla k nastúpeniu tejto cesty obnovy. Ochotne žehnám vás i vaše rodiny vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente quelli da Kňažia come pure gli studenti e i docenti della Facoltà di Diritto dell’Università Matej Bel di Banská Bystrica. Fratelli e sorelle, in questo tempo di Quaresima ognuno di noi è chiamato al rinnovamento interiore, alla riconciliazione con Dio e con gli uomini. Vi auguro che il pellegrinaggio a Roma vi aiuti a percorrere questo cammino di rinnovamento. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00453-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua ucraina  

З великою радістю вітаю сьогодні Блаженнішого Святослава Шевчука, нового Верховного Архиєпископа Києво-Галицького, разом з єпископами та вірними, які його супроводжують. Запевняю мою постійну молитву, щоб Пресвята Тройця уділяла повноту дарів, зберігаючи в мирі та злагоді любий український народ.

[Ho la gioia di salutare oggi Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, nuovo Arcivescovo Maggiore di Kyiv-Halyč, i Vescovi e i fedeli della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina, che l’accompagnano. Assicuro la mia costante preghiera, perché la Santissima Trinità conceda abbondanza di beni, confermando nella pace e nella concordia l’amata nazione ucraina.]

Beatitudine, il Signore L’ha chiamata al servizio e alla guida di questa nobile Chiesa, parte di quel popolo che oltre mille anni fa ha ricevuto il Battesimo a Kyiv. Sono certo che, illuminato dall’azione dello Spirito Santo, presiederà la sua Chiesa, guidandola nella fede in Cristo Gesù secondo la propria tradizione e spiritualità, in comunione con la Sede di Pietro, che è vincolo visibile di quella unità per la quale tanti figli non hanno esitato ad offrire persino la propria vita.
In questo momento il mio grato ricordo va anche al Venerato fratello Sua Beatitudine il Card. Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore emerito.
Per intercessione della Vergine Maria, Madre di Dio, invoco la benedizione del Signore su di Lei, sui Vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose e su tutti i fedeli.

Слава Ісусу Христу!
[Sia lodato Gesù Cristo!]

[00454-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli di Acqui, accompagnati dal loro Pastore Mons. Giorgio Micchiardi e dal Vescovo emerito Mons. Livio Maritano, e qui convenuti nel ricordo della loro conterranea, la beata Chiara Badano. Cari amici, vi invito, sull'esempio della vostra Beata, a proseguire nell'impegno di adesione a Cristo e al Vangelo. Saluto i diaconi dell’Arcidiocesi di Milano, che saranno ordinati sacerdoti nel prossimo mese di giugno, ed auguro loro di essere pienamente conformati a Cristo Buon Pastore. Saluto i fedeli della parrocchia Santissimo Nome di Maria in Caserta, nel 25° anniversario di fondazione della loro comunità, incoraggiandoli a proseguire con gioia nell’impegno di evangelizzazione. Saluto i rappresentanti della Lega Italiana Calcio Professionistico e auspico che l’attività sportiva favorisca sempre i valori dell’amicizia, del rispetto e della solidarietà.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il tempo quaresimale, con i suoi ripetuti inviti alla conversione, vi conduca, cari giovani, a un amore sempre più consapevole verso Cristo e la sua Chiesa; aumenti in voi, cari malati, la certezza che il Signore crocifisso ci sostiene nella prova; aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra vita coniugale un cammino di costante crescita nell’amore fedele e generoso.

[00455-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0183-XX.01]