CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI PER LA 45a GIORNATA MONDIALE DELLE COMUNICAZIONI SOCIALI Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la conferenza stampa di presentazione del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI per la 45a Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali sul tema: "Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale".
Intervengono: S.E. Mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; il Rev.mo Mons. Paul Tighe, Segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; il Rev.mo Mons. Giuseppe Antonio Scotti, Segretario aggiunto del medesimo Pontificio Consiglio; il Dott. Comm. Angelo Scelzo, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.
Pubblichiamo di seguito l’intervento dell’Arcivescovo Presidente, S.E. Mons. Claudio Maria Celli:
● INTERVENTO DI S.E. MONS. CLAUDIO MARIA CELLI
1. Questo Messaggio è in linea di approfondimento con i Messaggi degli ultimi anni
• 2007
- I bambini e i mezzi di comunicazione: una sfida per l’educazione.
• 2008 - I mezzi di comunicazione sociale: al bivio fra protagonismo e servizio. Cercare la Verità per condividerla.
• 2009 - Nuove tecnologie, nuove relazioni. Promuovere una cultura di rispetto, di dialogo, di amicizia.
Nel 2010, in sintonia con i lavori del Sinodo dei Vescovi, il Messaggio (Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola) ha avuto una marcata relazione con l’annuncio della Parola e la conseguente riflessione sulla esigenza di una vera pastorale nel mondo digitale.
2. Il messaggio di quest’anno prende le mosse da un fatto oggi sempre più evidente: è in atto una vera e vasta trasformazione culturale perché le nuove tecnologie non solo stanno cambiando il modo di comunicare ma la comunicazione in se stessa.
Sta nascendo: "un nuovo modo di apprendere e di pensare, con inedite opportunità di stabilire relazioni e di costruire comunione".
3. Viene sottolineata nuovamente la positività di quanto sta succedendo nel campo della comunicazione.
Il Papa parla di "stupore" di fronte alle "straordinarie potenzialità" della rete Internet sottolineando come essa, se usata saggiamente può "contribuire a soddisfare il desiderio di senso, di verità, e di unità che rimane l’aspirazione più profonda dell’essere umano".
4. Tratteggiando la tematica originata dai social network si ricorda che si favorisce il sorgere di nuove relazioni interpersonali : situazione che pone in rilievo la questione della correttezza del proprio agire nonché l’autenticità del proprio essere.
5. Le nuove tecnologie offrono agli uomini grandi possibilità di incontro, superando i limiti dello spazio e della cultura di appartenenza, e creano la possibilità di dare adito a nuove amicizie nonostante gli inevitabili rischi.
6. Le nuove possibilità relazionali offerte dalle moderne tecnologie mettono in risalto come oggi sia possibile non solo uno scambio di informazioni ma la stessa condivisione della visione del mondo, delle speranze e degli ideali.
Per tale motivo il Papa parla perfino di "uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale", stile che conduce concretamente ad "una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro".
Pertanto il Messaggio sottolinea con chiarezza che in tale contesto comunicare il Vangelo non è solo inserire contenuti dichiaratamente religiosi nelle varie piattaforme, ma anche "testimoniare con coerenza, nel proprio profilo digitale e nel modo di comunicare, scelte, preferenze, giudizi che siano profondamente coerenti con il Vangelo, anche quando di esso non si parla in forma esplicita".
Anche nel mondo digitale "non vi può essere annuncio di un messaggio senza una coerente testimonianza da parte di chi annuncia".
7. "La verità che cerchiamo di condividere non trae il suo valore dalla sua ‘popolarità’, o dalla quantità di attenzione che riceve". Infatti "la Verità del Vangelo non è qualcosa che possa essere oggetto di consumo, o di fruizione superficiale, ma è un dono che chiede una libera risposta".
8. Il Papa invita i cristiani "ad unirsi con fiducia e con consapevole e responsabile creatività nella rete di rapporti che l’era digitale ha reso possibile" perché "questa rete è parte integrante della vita umana". Infatti "il web sta contribuendo allo sviluppo di nuove e più complesse forme di coscienza intellettuale e spirituale, di consapevolezza condivisa".
9. In questo contesto "la proclamazione del Vangelo richiede una forma rispettosa e discreta di comunicazione, che stimola il cuore e muove la coscienza; una forma che richiama lo stile di Gesù risorto quando si fece compagno nel cammino dei discepoli di Emmaus".
10. "La verità che è Cristo è la risposta piena ed autentica a quel desiderio umano di relazione, di comunione e di senso che emerge anche nella partecipazione massiccia ai vari social network".
Per tale motivo i credenti, con la loro testimonianza possono offrire un prezioso contributo "affinché il web non diventi uno strumento che riduce la persona a categorie" facilmente manipolabili.
Così facendo, i credenti "incoraggiano tutti a mantenere vive le eterne domande dell’uomo, che testimoniano il suo desiderio di trascendenza e la nostalgia per forme di vita autentica, degna di essere vissuta".
11. Nel messaggio c’è "una rinnovata valutazione del comunicare, considerato anzitutto come dialogo, scambio, solidarietà e creazione di relazioni positive".
È importante questa visione che semina speranze e segnala strade da seguire.
12. Il Papa mette in collegamento tre aspetti umani importanti della vita odierna: la comunicazione digitale, l’immagine di sé e la coerenza di vita. Le dinamiche comunicative nel mondo digitale suscitano nuovi modi di costruire la propria identità, ed è qui che avviene la chiamata del Santo Padre alla coerenza, all’autenticità. Lui invita a superare "la parzialità dell’interazione, il rischio di cadere in una sorta di costruzione dell’immagine di sé, che può indulgere all’autocompiacimento".
13. Il Papa sottolinea la nostra profonda responsabilità personale, sia nella costruzione del nostro "io", sia nei confronti degli altri:
"Il coinvolgimento sempre maggiore nella pubblica arena digitale, conduce a stabilire nuove forme di relazione interpersonale, influisce sulla percezione di sé e pone quindi, inevitabilmente, la questione non solo della correttezza del proprio agire, ma anche dell’autenticità del proprio essere".
14. "Una persona è sempre coinvolta in ciò che comunica. Quando le persone si scambiano informazioni, stanno già condividendo se stesse, la loro visione del mondo, le loro speranze, i loro ideali. Ne consegue che esiste uno stile cristiano di presenza anche nel mondo digitale: esso si concretizza in una forma di comunicazione onesta ed aperta, responsabile e rispettosa dell’altro".
15. Nel messaggio si parla di uno "stile cristiano" di presenza: è ciò che dà significato al titolo stesso del Messaggio, nel senso che la testimonianza di operatori cattolici non può esaurirsi nella semplice trattazione di temi religiosi, ma è chiamata a manifestarsi sul piano della concreta testimonianza personale. La coerenza di vita con il Vangelo è essa stessa una forma di annuncio; una comunicazione esplicita che rende credibile l’annuncio. Più che mai, l’esigenza di far conoscere il Vangelo nella sua integrità deve manifestarsi come un "segno" distintivo dell’era digitale.
[00105-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0046-XX.01]