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L’UDIENZA GENERALE, 19.01.2011


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI, dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di fedeli e pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa ha incentrato la sua meditazione sulla Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si celebra in questi giorni sul tema "Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera" (Atti 2,42).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA 

Cari fratelli e sorelle,

stiamo celebrando la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, nella quale tutti i credenti in Cristo sono invitati ad unirsi in preghiera per testimoniare il profondo legame che esiste tra loro e per invocare il dono della piena comunione. È provvidenziale il fatto che, nel cammino per costruire l’unità, venga posta al centro la preghiera: questo ci ricorda, ancora una volta, che l’unità non può essere semplice prodotto dell’operare umano; essa è anzitutto un dono di Dio, che comporta una crescita nella comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il Concilio Vaticano II dice: "Queste preghiere in comune sono senza dubbio un mezzo molto efficace per impetrare la grazia dell'unità e costituiscono una manifestazione autentica dei vincoli con i quali i cattolici rimangono uniti con i fratelli separati: «Poiché dove sono due o tre adunati nel nome mio [dice il Signore], ci sono io in mezzo a loro» (Mt 18,20)." (Decr. Unitatis Redintegratio, 8). Il cammino verso l’unità visibile tra tutti i cristiani abita nella preghiera, perché fondamentalmente l’unità non la "costruiamo" noi, ma la "costruisce" Dio, viene da Lui, dal Mistero trinitario, dall’unità del Padre con il Figlio nel dialogo d’amore che è lo Spirito Santo e il nostro impegno ecumenico deve aprirsi all’azione divina, deve farsi invocazione quotidiana dell’aiuto di Dio. La Chiesa è sua e non nostra.

Il tema scelto quest’anno per la Settimana di Preghiera fa riferimento all’esperienza della prima comunità cristiana di Gerusalemme, così come è descritta dagli Atti degli Apostoli; abbiamo sentito il testo: "Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nell'unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere" (At 2,42). Dobbiamo considerare che già al momento della Pentecoste lo Spirito Santo discende su persone di diversa lingua e cultura: ciò sta a significare che la Chiesa abbraccia sin dagli inizi gente di diversa provenienza e, tuttavia, proprio a partire da tali differenze, lo Spirito crea un unico corpo. La Pentecoste come inizio della Chiesa segna l’allargamento dell’Alleanza di Dio a tutte le creature, a tutti i popoli e a tutti i tempi, perché l’intera creazione cammini verso il suo vero obiettivo: essere luogo di unità e di amore.

Nel brano citato degli Atti degli Apostoli, quattro caratteristiche definiscono la prima comunità cristiana di Gerusalemme come luogo di unità e di amore e san Luca non vuol solo descrivere una cosa del passato. Ci offre questo come modello, come norma della Chiesa presente, perché queste quattro caratteristiche devono sempre costituire la vita della Chiesa. Prima caratteristica, essere unita e ferma nell’ascolto dell’insegnamento degli Apostoli, poi nella comunione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. Come ho detto, questi quattro elementi sono ancora oggi i pilastri della vita di ogni comunità cristiana e costituiscono anche l’unico solido fondamento sul quale progredire nella ricerca dell’unità visibile della Chiesa.

Anzitutto abbiamo l’ascolto dell’insegnamento degli Apostoli, ovvero l’ascolto della testimonianza che essi rendono alla missione, alla vita, alla morte e risurrezione del Signore. È ciò che Paolo chiama semplicemente il "Vangelo". I primi cristiani ricevevano il Vangelo dalla bocca degli Apostoli, erano uniti dal suo ascolto e dalla sua proclamazione, poiché il vangelo, come afferma S. Paolo, "è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede" (Rm 1,16). Ancora oggi, la comunità dei credenti riconosce nel riferimento all’insegnamento degli Apostoli la norma della propria fede: ogni sforzo per la costruzione dell’unità tra tutti i cristiani passa pertanto attraverso l’approfondimento della fedeltà al depositum fidei trasmessoci dagli Apostoli. Fermezza nella fede è il fondamento della nostra comunione, è il fondamento dell’unità cristiana.

Il secondo elemento è la comunione fraterna. Al tempo della prima comunità cristiana, come pure ai nostri giorni, questa è l’espressione più tangibile, soprattutto per il mondo esterno, dell’unità tra i discepoli del Signore. Leggiamo negli Atti degli Apostoli che i primi cristiani tenevano ogni cosa in comune e chi aveva proprietà e sostanze le vendeva per farne parte ai bisognosi (cfr At 2,44-45). Questa condivisione delle proprie sostanze ha trovato, nella storia della Chiesa, modalità sempre nuove di espressione. Una di queste, peculiare, è quella dei rapporti di fraternità e di amicizia costruiti tra cristiani di diverse confessioni. La storia del movimento ecumenico è segnata da difficoltà e incertezze, ma è anche una storia di fraternità, di cooperazione e di condivisione umana e spirituale, che ha mutato in misura significativa le relazioni tra i credenti nel Signore Gesù: tutti siamo impegnati a continuare su questa strada. Secondo elemento, quindi, la comunione, che innanzitutto è comunione con Dio tramite la fede; ma la comunione con Dio crea la comunione tra di noi e si esprime necessariamente in quella comunione concreta della quale parlano gli Atti degli Apostoli, cioè la condivisione. Nessuno nella comunità cristiana deve avere fame, deve essere povero: questo è un obbligo fondamentale. La comunione con Dio, realizzata come comunione fraterna, si esprime, in concreto, nell’impegno sociale, nella carità cristiana, nella giustizia.

Terzo elemento: nella vita della prima comunità di Gerusalemme essenziale era il momento della frazione del pane, in cui il Signore stesso si rende presente con l’unico sacrificio della Croce nel suo donarsi completamente per la vita dei suoi amici: "Questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi … questo è il calice del mio Sangue … versato per voi". "La Chiesa vive dell'Eucaristia. Questa verità non esprime soltanto un'esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi il nucleo del mistero della Chiesa" (Giovanni Paolo II, Enc. Ecclesia de Eucharistia, 1). La comunione al sacrificio di Cristo è il culmine della nostra unione con Dio e rappresenta pertanto anche la pienezza dell’unità dei discepoli di Cristo, la piena comunione. Durante questa settimana di preghiera per l’unità è particolarmente vivo il rammarico per l’impossibilità di condividere la stessa mensa eucaristica, segno che siamo ancora lontani dalla realizzazione di quell’unità per cui Cristo ha pregato. Tale dolorosa esperienza, che conferisce anche una dimensione penitenziale alla nostra preghiera, deve diventare motivo di un impegno ancora più generoso da parte di tutti affinché, rimossi gli ostacoli alla piena comunione, giunga quel giorno in cui sarà possibile riunirsi intorno alla mensa del Signore, spezzare insieme il pane eucaristico e bere allo stesso calice.

Infine, la preghiera - o come dice san Luca le preghiere - è la quarta caratteristica della Chiesa primitiva di Gerusalemme descritta nel libro degli Atti degli Apostoli. La preghiera è da sempre l’atteggiamento costante dei discepoli di Cristo, ciò che accompagna la loro vita quotidiana in obbedienza alla volontà di Dio, come ci attestano anche le parole dell’apostolo Paolo, che scrive ai Tessalonicesi nella sua prima lettera: "State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi" (1Ts 5, 16-18; cfr. Ef 6,18). La preghiera cristiana, partecipazione alla preghiera di Gesù, è per eccellenza esperienza filiale, come ci attestano le parole del Padre Nostro, preghiera della famiglia - il "noi" dei figli di Dio, dei fratelli e sorelle - che parla al Padre comune. Porsi in atteggiamento di preghiera significa pertanto anche aprirsi alla fraternità. Solo nel "noi" possiamo dire Padre Nostro. Apriamoci dunque alla fraternità, che deriva dall’essere figli dell’unico Padre celeste, ed essere disposti al perdono e alla riconciliazione.

Cari Fratelli e Sorelle, come discepoli del Signore abbiamo una comune responsabilità verso il mondo, dobbiamo rendere un servizio comune: come la prima comunità cristiana di Gerusalemme, partendo da ciò che già condividiamo, dobbiamo offrire una forte testimonianza, fondata spiritualmente e sostenuta dalla ragione, dell’unico Dio che si è rivelato e ci parla in Cristo, per essere portatori di un messaggio che orienti e illumini il cammino dell’uomo del nostro tempo, spesso privo di chiari e validi punti di riferimento. E’ importante, allora, crescere ogni giorno nell’amore reciproco, impegnandosi a superare quelle barriere che ancora esistono tra i cristiani; sentire che esiste una vera unità interiore tra tutti coloro che seguono il Signore; collaborare il più possibile, lavorando assieme sulle questioni ancora aperte; e soprattutto essere consapevoli che in questo itinerario il Signore deve assisterci, deve aiutarci ancora molto, perché senza di Lui, da soli, senza il "rimanere in Lui" non possiamo fare nulla (cfr Gv 15,5).

Cari amici, è ancora una volta nella preghiera che ci troviamo riuniti - particolarmente in questa settimana - insieme a tutti coloro che confessano la loro fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio: perseveriamo nella preghiera, siamo uomini della preghiera, implorando da Dio il dono dell’unità, affinché si compia per il mondo intero il suo disegno di salvezza e di riconciliazione. Grazie.

[00087-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE 

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Le thème de la semaine de prière pour l’Unité des Chrétiens, que nous célébrons ces jours-ci, fait référence à l’expérience de la première communauté chrétienne de Jérusalem, telle qu’elle est décrite dans les Actes des Apôtres. Elle était unie dans l’écoute de l’enseignement des Apôtres, dans la communion fraternelle, dans la fraction du pain et dans la prière. Ces quatre éléments représentent encore aujourd’hui les piliers de la vie de toute communauté chrétienne et constituent le fondement solide sur lequel progresser pour construire l’unité visible de l’Église. Comme disciples du Christ, nous devons tous témoigner devant le monde du Dieu unique qui s’est révélé et qui nous parle en Jésus Christ, afin d’être porteurs d’un message qui oriente et illumine le chemin de l’homme de notre temps, souvent privé de points de référence clairs et valables. Il est donc important de grandir chaque jour dans l’amour réciproque, en nous engageant à dépasser les barrières qui existent encore entre les chrétiens ; de sentir qu’il existe une vraie unité intérieure entre tous ceux qui suivent le Seigneur ; de collaborer le plus possible, en travaillant ensemble sur les questions encore ouvertes ; et surtout d’être conscients que sur ce chemin le Seigneur nous assiste. Chers amis, je vous invite à persévérer dans la prière, implorant de Dieu le don de l’unité, pour que son dessein de salut et de réconciliation puisse se réaliser dans le monde entier.

Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement la communauté du séminaire de Lille et les jeunes du collège Rocroy-Saint Vincent de Paul, de Paris. En cette semaine de prière pour l’Unité des Chrétiens, soyez des artisans d’unité et de réconciliation autour de vous ! Le monde a besoin de votre témoignage ! Que Dieu vous bénisse !

[00088-03.01] [Texte original: Français]

  Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

During this Week of Prayer for Christian Unity, all the Lord’s followers are asked to implore the gift of full communion. This year’s theme – "They devoted themselves to the Apostles’ teaching and fellowship, to the breaking of bread and the prayers" (Acts 2:42) – invites us to reflect on four pillars of unity found in the life of the early Church. The first is fidelity to the Gospel of Jesus Christ proclaimed by the Apostles. The second is fraternal communion, a contemporary expression of which is seen in the growing ecumenical friendship among Christians. The third is the breaking of the bread; although the inability of separated Christians to share the same Eucharistic table is a reminder that we are still far from the unity which Christ wills for his disciples, it is also an incentive to greater efforts to remove every obstacle to that unity. Finally, prayer itself helps us realize that we are children of the one heavenly Father, called to forgiveness and reconciliation. During this Week, let us pray that all Christians will grow in fidelity to the Gospel, in fraternal unity and in missionary zeal, in order to draw all men and women into the saving unity of Christ’s Church.

I offer a warm welcome to the students and staff of the Bossey Graduate School of Ecumenical Studies. I thank the choir from Finland for their praise of God in song. To all the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, including those from Australia, Canada and the United States, I invoke an abundance of joy and peace in the Lord.

[00089-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca 

Liebe Brüder und Schwestern!

Gestern hat die Weltgebetswoche für die Einheit der Christen begonnen, die in diesem Jahr unter einem Leitwort aus der Apostelgeschichte steht: »Sie hielten an der Lehre der Apostel fest und an der Gemeinschaft, am Brechen des Brotes und an den Gebeten« (Apg 2,42). Dieser Vers zeigt vier Merkmale der urchristlichen Gemeinde auf: Die frühen Christen lebten in der Einheit der Lehre der Apostel, aus deren Mund sie das Evangelium gehört hatten. Die Vertiefung der Lehre des Glaubens der Apostel ist auch für uns heute eine wichtige Aufgabe auf dem Weg zur Einheit aller Christen. Der Glaube der Apostel, wie er sich im Credo ausdrückt, ist das Fundament, auf dem wir gemeinsam stehen. Weiter hat die Urgemeinde in brüderlicher Gemeinschaft alles untereinander geteilt. Ihre Gemeinschaft ging zutiefst aus der Gemeinschaft mit Christus hervor, die sich dann auch als eine Gemeinschaft des Miteinanders – bis ins Konkrete des Teilens hinein – entfaltete. Auch die ökumenische Bewegung hat eine Geschichte lebendiger Brüderlichkeit, Zusammenarbeit sowie menschlichen und spirituellen Austauschs. Drittens drückt sich das Leben der Kirche in besonderer Weise im Brechen des Brotes, der Feier der heiligen Eucharistie, aus, in der Christus mit Leib und Blut gegenwärtig wird. Die Eucharistie ist Ausdruck der vollen Gemeinschaft mit Christus und der Gläubigen untereinander. Und aus diesem Wort der Apostelgeschichte dürfen wir wohl schließen, daß schon damals die tägliche Eucharistie zum Leben der Christen gehörte. Leider sind wir von dieser Einheit, um die Christus doch gebetet hat, noch weit entfernt. Nach dem Vorbild Christi wollen wir schließlich das vierte Kennzeichen der Jerusalemer Urgemeinde, das Beten, leben. Das christliche Beten, besonders das Beten mit den Worten des Herrn, in der Gemeinschaft mit ihm – das Vater Unser – macht deutlich, daß wir alle Brüder und Schwestern sind, und führt uns, indem es uns in das Wir der Kinder Gottes hineinstellt, zueinander; es hilft uns, daß Gott uns wirklich die Einheit schenken kann.

Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher, ganz besonders die Mitglieder der Frühjahrskonferenz der Ordinariatskanzler der Österreichischen Diözesen in Begleitung von Bischof Ägidius Zsifkovics. Beten wir in dieser Woche besonders für die Einheit aller Christen, die wir nicht selber machen können, sondern die ein Geschenk Gottes ist. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Aufenthalt hier in Rom.

[00090-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola 

Queridos hermanos y hermanas:

Estamos celebrando la Semana de Oración por la Unidad de los Cristianos, en la cual todos los creyentes en Cristo están invitados a unirse en plegaria para testimoniar el profundo vínculo que existe entre sí y para invocar el don de la plena comunión. El tema elegido para este año hace referencia a la experiencia de la primera comunidad cristiana, tal como se describe en los Hechos de los Apóstoles. Sus cuatro elementos básicos deben también caracterizar hoy a toda comunidad cristiana, convirtiéndose en pilares sobre los que construir la unidad de la Iglesia. Partiendo en primer lugar de la escucha de la enseñanza de los apóstoles, todo esfuerzo por alcanzar la unidad pasa necesariamente por profundizar en la fidelidad al depositum fidei trasmitido por los mismos apóstoles. El segundo elemento es la comunión fraterna, expresión más tangible de la unidad entre los discípulos, en la cual debemos crecer a pesar de las dificultades que encontremos. El tercer rasgo, la fracción del pan, en cuanto culmen de la unión con Dios y plenitud de la unidad de los discípulos de Cristo, nos hace anhelar el día en que todos los cristianos puedan reunirse en torno a la mesa del Señor, al tiempo que nos invita a esforzarnos para remover los obstáculos que impiden la plena comunión. Y, por último, la oración, actitud constante de los discípulos de Cristo, nos abre a la fraternidad que deriva de ser hijos de un único Padre celestial.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos provenientes de España, México y otros países latinoamericanos. Junto a aquellos que confiesan la fe en Cristo, os invito a implorar de Dios el don de la unidad, con el fin de que se cumpla para el mundo entero su plan de salvación y reconciliación. Muchas gracias.

[00091-04.01] [Texto original: Español]

  Sintesi della catechesi in lingua portoghese

Queridos irmãos e irmãs,

Estamos celebrando a Semana de Oração pela Unidade dos Cristãos, cujo tema, neste ano, refere-se à experiência da primeira comunidade cristã, descrita nos Atos dos Apóstolos: "Eles eram perseverantes em ouvir o ensinamento dos apóstolos, na comunhão fraterna, na fração do pão e nas orações" (At 2, 42). Aqui encontramos quatro características que definem a primeira comunidade e que constituem uma sólida base para a construção da unidade visível da Igreja: "Escutar o ensinamento dos apóstolos", ou seja, o testemunho da missão, vida, morte e ressurreição do Senhor; "a comunhão fraterna", isto é, dividir os próprios bens, materiais e espirituais; "a fração do pão" - a eucaristia – o ápice da nossa união com Deus e que representa a plenitude da unidade; e, finalmente, "a oração", que deve ser a atitude constante dos discípulos de Cristo. Com efeito, o caminho para a construção da unidade entre os cristãos deve manter no centro a oração: isso nos lembra que a unidade não é um simples fruto da ação humana, mas é, acima de tudo, um dom de Deus.

Amados peregrinos de língua portuguesa, sede bem-vindos! A todos saúdo com grande afeto e alegria, exortando-vos a perseverar na oração, pedindo a Deus o dom da unidade, a fim de que se cumpra no mundo inteiro o seu desígnio de salvação! Ide em paz!

[00092-06.01] [Texto original: Português]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE 

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca 

Witam serdecznie Polaków. Szczególnie pozdrawiam księży z Polskiego Papieskiego Instytutu Kościelnego w Rzymie, którzy przybyli tu wraz z Biskupami i zaproszonymi gośćmi z okazji obchodów 100-lecia tej placówki. Niech jubileusz przeżywany pod patronatem świętego Józefa Sebastiana Pelczara, Założyciela Instytutu będzie dla was okazją do wspomnień, refleksji i źródłem duchowych inspiracji. Wszystkim z serca błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Do un mio cordiale benvenuto ai Polacchi qui presenti. Il mio particolare saluto rivolgo ai presbiteri del Pontificio Istituto Ecclesiastico Polacco a Roma giunti qui insieme ai Vescovi e agli ospiti invitati alle celebrazioni in occasione del centenario di suddetto Istituto. Il giubileo vissuto sotto il patronato del suo fondatore San Giuseppe Sebastiano Pelczar sia per voi l’occasione per la riflessione, ricordi e fonte di ulteriori ispirazioni. Voi tutti benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo.]

[00093-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua slovena 

Lepo pozdravljam vse romarje iz Slovenije, še posebej dekleta in vse druge, ki sodelujete pri pevskem zboru Carmina Slovenica! Vaše ubrano petje vas večkrat popelje v svet. Želim vam, da bi sakralna glasba, ki ste jo uvrstili v vaš program, povedla vas in vaše poslušalce dalje v svet duhovnosti, v svet ljubezni do Boga in bližnjega. Naj bo z vami moj blagoslov!

[Rivolgo un caro saluto ai pellegrini provenienti dalla Slovenia, ed in particolare a voi, ragazze e a quanti collaborano al coro Carmina Slovenica! Il vostro canto melodioso sovente vi porta per le strade del mondo. Vi auguro che la musica sacra, che avete incluso nel vostro programma, porti ancora di più voi e i vostri ascoltatori nel mondo della spiritualità, nel mondo dell’amore per Iddio e per il prossimo. Vi accompagni la mia benedizione!]

[00094-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle,

rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i rappresentanti dell’Arciconfraternita della Misericordia di Firenze, qui convenuti con l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Betori, e li esorto ad essere sempre più segno di carità, specialmente verso i poveri e i sofferenti.

Saluto i membri dell’Associazione "Figli in paradiso: ali tra cielo e terra", di Galatone, diffusa in alcune Regioni d’Italia. Voi, genitori, colpiti profondamente dalla morte, spesso tragica, dei vostri figli, non lasciatevi vincere dalla disperazione o dall’abbattimento, ma trasformate la vostra sofferenza in speranza, come Maria ai piedi della Croce. Desidero raccomandare soprattutto a voi, giovani: nell’esuberanza dei vostri anni giovanili, non mancate di calcolare i rischi e agite in ogni momento con prudenza e senso di responsabilità, specialmente quando siete alla guida di un autoveicolo, a tutela della vostra vita e di quella altrui. Desidero, inoltre, incoraggiare i sacerdoti, che accompagnano spiritualmente le famiglie colpite dal lutto per la perdita di uno o più figli, affinché proseguano generosamente in questo importante servizio. Infine, assicuro una speciale preghiera di suffragio per i vostri figli e per tutti i giovani che hanno perso la vita. Sentite accanto a voi la loro spirituale presenza: essi, come voi dite, sono "ali tra cielo e terra".

Saluto ora i giovani, i malati, e gli sposi novelli. Cari amici, vi invito a pregare per l’unità dei cristiani. Tutti voi che, con giovanile freschezza, o con sofferta donazione, o con lieto amore sponsale vi impegnate ad amare il Signore nel quotidiano adempimento del vostro dovere, contribuite all’edificazione della Chiesa e alla sua opera evangelizzatrice. Pregate, dunque, perché tutti i cristiani accolgano la chiamata del Signore all’unità della fede nell’unica sua Chiesa.

[00095-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0037-XX.02]