Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL VI CONGRESSO MONDIALE DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E I RIFUGIATI (VATICANO, 9-12 NOVEMBRE 2009), 03.11.2009


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL VI CONGRESSO MONDIALE DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E I RIFUGIATI (VATICANO, 9-12 NOVEMBRE 2009)

INTERVENTO DI S.E. MONS. ANTONIO MARIA VEGLIÒ

INTERVENTO DI S.E. MONS. AGOSTINO MARCHETTO

INTERVENTO DI MONS. NOVATUS RUGAMBWA

 Alle ore 11.30 di questa mattina, nell' Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione del VI Congresso Mondiale della Pastorale per i Migranti e i Rifugiati sul tema:  "Una risposta pastorale al fenomeno migratorio nell'era della globalizzazione. A cinque anni dall' Istruzione Erga migrantes caritas Christi" (Vaticano, 9-12 novembre 2009).

Intervengono alla Conferenza Stampa: S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò, Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti; S.E. Mons. Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti; il Rev.mo Mons. Novatus Rugambwa, Sotto-Segretario del medesimo Pontificio Consiglio.

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DI S.E. MONS. ANTONIO MARIA VEGLIÒ

 Testo in lingua italiana

 Testo in lingua inglese

 Testo in lingua italiana

Oggi, qualsiasi argomento affrontiamo, dobbiamo collocarlo in contesto mondiale. In effetti, il più piccolo agglomerato urbano, in qualsiasi parte del globo, può essere descritto solo tenendo conto della sua relazione con il resto del mondo, più o meno efficace, ma mai senza conseguenze a breve e lungo termine, mediante il turismo, la tecnologia, l’informatica, i flussi migratori.

Così, il mondo moderno, caratterizzato dalla globalizzazione, persegue un grande progetto umanistico, cioè la realizzazione sulla terra di una civiltà degna della persona umana, vale a dire un modello di vita dove ognuno possa godere legittima libertà e sicurezza, da cui siano eliminate, nella misura più ampia possibile, la sofferenza, le discriminazioni e la paura, con garanzia del rispetto dei diritti umani fondamentali, nell’esercizio dei corrispondenti doveri.

Che ne è di questo progetto? Nel VI Congresso mondiale della pastorale per i migranti e i rifugiati, che celebreremo dal 9 al 12 novembre, in Vaticano, con l’ausilio di esperti e operatori pastorali della mobilità umana, vorremmo dare una risposta a questo interrogativo, sotto il coordinamento del nostro Pontificio Consiglio, per individuare aggiornate dinamiche pastorali nel campo delle migrazioni e del rifugio.

Da un lato, la globalizzazione ha permesso il raggiungimento di mete straordinarie in ogni campo, ma, dall’altro, non si possono nascondere risultati insoddisfacenti. Infatti, sono avvenuti miglioramenti nel campo della cultura, della sanità e del tenore di vita: sono stati debellati flagelli che, insieme con la guerra, costituivano l’incubo delle generazioni precedenti, la durata media della vita si è elevata in misura inimmaginabile nel passato, sono stati resi facili e sicuri i viaggi e i trasporti, le comunicazioni si sono infittite e sono stati incrementati i rapporti commerciali. Con l’abolizione delle distanze, grazie anche all’informatica, il mondo è diventato un "villaggio planetario".

Bisogna altresì riconoscere l’apprezzamento di grandi valori, quali la dignità della persona umana e le libertà fondamentali, la valorizzazione della donna, il senso della tolleranza e del pluralismo, la solidarietà che lega tutti in un solo destino, il rifiuto del razzismo e di ogni discriminazione di ordine culturale, politica o religiosa, il rifiuto della violenza e l’aspirazione alla pace, il senso dell’uguaglianza e della necessità che tutti godano dei beni della terra e, infine, la preferenza data alla democrazia come regime politico in cui la persona umana è rispettata e le sue esigenze meglio soddisfatte.

Tutto ciò ha favorito iniziative importanti, sia sul piano internazionale che su quello locale. Si pensi all’ONU, all’UNESCO o alla FAO; alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e alle altre "Carte" dei diritti umani, alle numerosissime iniziative di volontariato giovanile e a quelle in favore dei profughi e dei rifugiati, delle persone colpite da calamità naturali e di coloro che, purtroppo, ancor oggi soffrono la fame.

Tuttavia, se c’è molto all’attivo del mondo moderno globalizzato, c’è anche molto di incompiuto.

In realtà, in rapporto al passato, oggi le persone sono più istruite, più tutelate e più assistite, ma non sono più felici, poiché spesso sono vittime della solitudine, della incomunicabilità, dell’insoddisfazione, della depressione e dell’angoscia.

Il mondo moderno, infatti, non è ancora riuscito a creare l’agognato ordine sociale giusto e umano. Siamo ancora prigionieri dell’incubo della guerra, nelle sue diverse forme, della fame, della stagnazione economica, delle varie minacce alla salute e alla libertà.

Peraltro la globalizzazione ha creato un nuovo mercato del lavoro e di conseguenza ha spinto molti ad emigrare, anche per fuggire da povertà, miseria, catastrofi naturali e conflitti locali ed internazionali, e altresì da persecuzioni di carattere politico e religioso. Essa ha aperto i mercati all’intervento internazionale, ma non ha abbattuto le mura dei confini nazionali per una libera circolazione delle persone, pur nel rispetto della sovranità degli Stati e delle loro carte costituzionali, con salvaguardia della legalità e della sicurezza. Il fenomeno migratorio, dunque, "solleva una vera e propria questione etica, quella della ricerca di un nuovo ordine economico internazionale per una più equa distribuzione dei beni della terra", come abbiamo scritto cinque anni orsono nell’Istruzione Erga migrantes caritas Christi, n. 8.

Sotto tale profilo, direi comunque che il maggior rischio oggi è che l’intero dibattito sulla globalizzazione venga visto quasi esclusivamente in riferimento alla sfera economico-finanziaria, caratterizzata dalla quantità degli aiuti internazionali e dal grado di liberalizzazione del commercio.

Ma noi sappiamo, come cristiani, che il cuore della vita è fondamentalmente spirituale e che la sfida è come promuovere e tutelare ogni persona umana, con preferenza per i più vulnerabili, come appunto, tra altri, sono i migranti e i rifugiati.

Nell’Enciclica "Deus caritas est", il Santo Padre afferma che "tutta l’attività della Chiesa è espressione di un amore che cerca il bene integrale dell’uomo" (n. 19) e, nella "Caritas in veritate", ribadisce che "ogni migrante è una persona umana che, in quanto tale, possiede diritti fondamentali inalienabili che vanno rispettati da tutti e in ogni situazione" (n. 62). Dunque, la sfida che la società globalizzata lancia a tutti noi è quella di operare un radicale mutamento di prospettiva, compiendo una chiara "scelta per la persona umana", restituendole il posto che Dio le ha assegnato in seno all’unica famiglia dei popoli, "immagine e somiglianza" del Creatore.

La cura pastorale specifica in relazione ai migranti, allora, si riassume nel valore dell’accoglienza (cfr EMCC, nn. 38 e 49-55). Essa si attua in relazione a persone di diversa nazionalità, etnia e religione e contribuisce a rendere visibile l’autentica fisionomia della Chiesa stessa (cfr Gaudium et spes, n. 66 e anche EMCC, n. 40). Perché tale pastorale sia efficace, poi, la cooperazione fra le Chiese d’origine, di transito e di destinazione dei migranti è fondamentale, così come il dialogo tra Chiesa cattolica e Comunità ecclesiali non in piena comunione con essa. Se ne parlerà durante il Congresso. Senza dimenticare, infine, che nel dialogo tra cattolici e aderenti ad altre religioni riveste grande importanza il principio di reciprocità, che salvaguarda giuste relazioni, fondate sul vicendevole rispetto, sulla solidarietà e sulla giustizia, garantendo la pacifica convivenza, in parità di diritti e di doveri (cfr EMCC, n. 64).

In conclusione, l’attuale mondo globalizzato impegna la Chiesa ad affrontare giorno per giorno anche le cause che provocano le migrazioni e le conseguenze di vita a cui gli immigrati sono soggetti, insieme con gli autoctoni. La Chiesa è vicina ai migranti, specialmente alle vittime del traffico di esseri umani, ai rifugiati, ai richiedenti asilo e alle persone che soffrono i drammi della mobilità. Essa è chiamata a difendere la loro causa nei diversi contesti, anche collaborando nel promuovere adeguate normative, a livello locale e internazionale, che favoriscano la buona integrazione.

[01555-01.01] [Testo originale: Italiano]

 Testo in lingua inglese

Today, whatever may be the subject of our discussion, we must place it in a worldwide context. In effect, the smallest urban agglomeration in any part of the world can be described only with due consideration to its relationship with the rest of the world, which could be efficacious to a greater or a lesser degree, but it always has short-term or long-term consequences, through tourism, technology, informatics, migration flows.

Thus, the modern world, characterized by globalization, pursues a great humanistic design, that is, the realization on earth of a civilization that is worthy of the human person, meaning a life model wherein each one can enjoy legitimate freedom and security, where suffering, discrimination and fear are eliminated to the greatest degree possible, where respect for the fundamental human rights, exercised with the corresponding duties, is guaranteed.

What has happened to this design? In the VI World Congress for the pastoral care of migrants and refugees that will take place from 9 to 12 November, in the Vatican, we would like to give an answer to this question, with the help of experts and pastoral workers operating in the milieu of human mobility, under the coordination of our Pontifical Council, so as to identify updated pastoral dynamics in the field of migration and refuge.

On one hand, globalization allowed the achievement of extraordinary goals in every field, but on the other hand, unsatisfying results cannot be hidden. In fact, there were improvements in the field of culture, health and standard of living. Serious diseases which, together with war, was the nightmare of preceding generations have been defeated, the average life span rose to a degree that would have been unimaginable in the past, travel and transportation have become easy and safe, communications have intensified and commercial relations have increased. With the abolition of distances, thanks also to informatics, the world has become a "planetary village".

It is also necessary to recognize the appreciation of great values, like the dignity of the human person and the fundamental freedoms, the valorization of women, the sense of tolerance and pluralism, solidarity that links everyone to only one destiny, the rejection of racism and every discrimination of a cultural, political or religious character, the rejection of violence and the aspiration for peace, the sense of equality and the need for everyone to enjoy the goods of the earth and, finally, the preference given to democracy as political regime in which the human person is respected and his exigencies better satisfied.

All this has encouraged important initiatives, both at the international and at the local level. Consider the UNO, the UNESCO or the FAO, the Declaration of human rights and the other "Charters" of human rights, the numerous initiatives of volunteer work on the part of young people and in favor of displaced persons and refugees, of people struck by natural calamities and those who, unfortunately, are still suffering from hunger.

Yet, while much has been achieved in the modern globalized world, there is also much that has been left undone.

In reality, with respect to the past, today people are better educated, better safeguarded and better assisted, but they are not happier, since they are often victims of solitude, incommunicability, dissatisfaction, depression and anguish.

The modern world, in fact, has not yet succeeded in creating the human and just social order that is much longed for. We are still prisoners of the nightmare of war, in its various forms, of hunger, of economic stagnation, of the various threats to health and freedom.

Moreover, globalization has created a new labour market and, consequently, pushed many to emigrate, also to flee from poverty, misery, natural catastrophes and local and international conflicts, as well as from political or religious persecution. This has opened markets to international intervention, but it has not torn down the walls of national boundaries to allow the free circulation of people, with due respect for the sovereignty of States and their constitutional charters, safeguarding legality and security. The migration phenomenon, therefore, "raises a truly ethical question: the search for a new international economic order for a more equitable distribution of the goods of the earth", as we wrote five years ago in the Instruction Erga migrantes caritas Christi, no. 8.

From this point of view, I would say, however, that the greater risk today is for the whole discussion on globalization to be seen almost exclusively with reference to the economic-financial sphere, characterized by the amount of international aid and the degree of trade liberalization.

But we know, as Christians, that life’s core is fundamentally spiritual and that the challenge is how to promote and safeguard every human person, preferring the most vulnerable, precisely people like, among others, migrants and refugees.

In the Encyclical "Deus caritas est", the Holy Father affirmed that "the entire activity of the Church is an expression of a love that seeks the integral good of man" (no. 19) and in "Caritas in veritate", he reiterates that "every migrant is a human person who, as such, possesses fundamental, inalienable rights that must be respected by everyone and in every circumstance" (no. 62).

Therefore, our globalized society challenges all of us to make a radical change in perspective, by making a clear "choice for the human person", giving them back the place that God has assigned to them within the one family of peoples, "image and likeness" of the Creator.

Specific pastoral care in relation to migrants, therefore, is summarized in the value of welcome (cfr. EMCC, nos. 38 and 49-55). This is carried out with respect to persons of various nationalities, ethnic groups and religions and contributes to rendering visible the authentic physiognomy of the Church itself (cfr. Gaudium et spes, no. 66 and also EMCC, no. 40). For such a pastoral care to be efficacious, cooperation between the migrants’ Churches of origin, transit and arrival is fundamental, as well as dialogue between the Catholic Church and the Ecclesial Communities that are not in full communion with her. This will be discussed during the Congress. Finally, we will not forget that in the dialogue between Catholics and adherents of other religions, the principle of reciprocity is of great importance. This safeguards correct relations, founded on mutual respect, solidarity and justice, thus guaranteeing peaceful living together, with equal rights and duties (cfr. EMCC, no. 64).

To conclude, the present globalized world binds the Church to face, day by day, also the causes that provoke migration and its consequences in the life of immigrants, together with the local population. The Church is close to migrants, especially to the victims of human trafficking, to refugees, to asylum seekers, and to the people who suffer the tragedy of human mobility. She is called to defend their cause in various contexts, also through a collaboration in promoting adequate laws, at the local and international levels, that favour proper integration.

[01555-02.01] [Original text: English]

INTERVENTO DI S.E. MONS. AGOSTINO MARCHETTO

 Testo  in lingua italiana

 Testo  in lingua inglese

 Testo  in lingua italiana

"La carità di Cristo verso i migranti ci stimola (cfr. 2 Cor 5,14) ad affrontare [sempre] di nuovo i loro problemi che riguardano ormai il mondo intero. Infatti pressoché tutti i Paesi, per un verso o per l’altro, si confrontano oggi con l’irrompere del fenomeno delle migrazioni nella vita sociale, economica, politica e religiosa, un fenomeno che sempre più va assumendo una configurazione permanente e strutturale".1 Con queste parole si apre l’Istruzione Erga migrantes caritas Christi (La carità di Cristo verso il migrante) che abbiamo presentato proprio in questa Sala Stampa cinque anni fa. Il Documento fu approvato da Papa Giovanni Paolo II il 1° maggio 2004, Festa di san Giuseppe Lavoratore, e pubblicato dal nostro Pontificio Consiglio il 3 maggio seguente. Lo scopo della nuova Istruzione era "aggiornare la pastorale migratoria … passati ormai trentacinque anni [allora] dalla pubblicazione del Motu proprio di Papa Paolo VI Pastoralis migratorum cura e dalla relativa Istruzione della Sacra Congregazione per i Vescovi De pastorali migratorum cura" (EMCC, Introduzione).

Oggi, dopo cinque anni dalla sua promulgazione, il nostro Pontificio Consiglio ha ritenuto opportuno rievocarla anche con la convocazione di un Congresso Mondiale per la pastorale dei Migranti e dei Rifugiati, il sesto della serie, specificatamente sul tema "Una risposta pastorale al fenomeno migratorio nell’era della globalizzzazione (a cinque anni dall’Erga migrantes caritas Christi)". Avrà luogo nell’Aula Magna di Via della Conciliazione n° 5, dal 9 al 12 di questo mese.

Il Congresso inizierà lunedì mattina, 9 novembre, alle ore 8,00, nella Basilica di San Pietro, con la Concelebrazione Eucaristica presieduta da S.Em. il Sig. Cardinale Tarcisio BERTONE, Segretario di Stato. Subito dopo, presso la sede del Congresso, ci sarà la Sessione d’Apertura con il Discorso inaugurale dell’Ecc.mo Presidente del nostro Pontificio Consiglio, S.E. Mons. Antonio Maria VEGLIÒ. Seguiranno poi quattro Interventi Speciali: quelli del Senatore Renato Giuseppe SCHIFANI, Presidente del Senato della Repubblica Italiana, del Sig. William Lacy SWING, Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (IOM), del Sig. Laurens JOLLES, Rappresentante Regionale per l’Europa dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) e del Rev. P. Pierre Martinot-Lagarde, SJ, Consigliere Speciale per Affari Socio-Religiosi e Partenariati Speciali dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO). Quindi l’Arcivescovo Agostino MARCHETTO, chi vi parla dunque, avrà il piacere di presentare il tema del Congresso, dopodiché ci recheremo all’Udienza Pontificia.

Il pomeriggio del 9 novembre sarà dedicato ai movimenti di popolazioni, sia come causa che quale effetto della globalizzazione. Ascolteremo anzitutto il Prof. Stefano ZAMAGNI, docente al Dipartimento di Scienze Economiche, dell’Università di Bologna. Seguirà poi una Tavola Rotonda dove si cercherà "Una risposta pastorale al fenomeno dell’urbanizzazione e delle migrazioni interne". Interverranno dall’Africa S.Em. il Cardinale John NJUE, Arcivescovo di Nairobi (Kenya), dall’Asia S.Em. il Cardinale Jean-Baptiste PHAM MINH MÂN, Arcivescovo di Thàn-Phô Hô Chí Minh (Viêt Nam) e dal continente Americano S.Em. il Cardinale Odilo Pedro SCHERER, Arcivescovo di São Paulo (Brasile). Rilevo che l’Erga migrantes caritas Christi dedica due numeri alle migrazioni interne, ed è la prima volta in un documento della Santa Sede.

Al termine della sessione, i relatori risponderanno a domande dei partecipanti. Essi poi si divideranno in gruppi per approfondire le tematiche esposte e i risultati del lavoro di gruppo saranno presentati in seduta plenaria alla fine della giornata. Questo sarà, in linea di massima, il metodo di lavoro per ogni sessione.

Martedì, 10 novembre, la mattinata sarà dedicata alla pastorale giovanile fra i migranti e i rifugiati e alla cooperazione delle Chiese di origine e di arrivo tra loro. Così ci parlerà il Superiore Regionale dei Missionari Scalabriniani per l’Europa e l’Africa, il Rev. do Padre Gabriele PAROLIN, su "Una pastorale specifica per i giovani e gli adolescenti migranti e rifugiati". La Tavola Rotonda che seguirà sarà dedicata a "La cooperazione tra Chiesa d’origine e d’accoglienza nella cura pastorale dei migranti e rifugiati" e interverranno S.E. Mons. Paul RUZOKA, Arcivescovo di Tabora (Tanzania), S.E. Mons. Renato Ascencio LEÓN, Vescovo di Ciudad Juárez (Messico) e il Rev.do Mons. Aldo GIORDANO, Osservatore Permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. La cooperazione ecclesiale in parola è fondamentale per la realizzazione di una vera pastorale specifica dei migranti e rifugiati.

Martedì pomeriggio e la mattinata di mercoledì, 11 novembre, saranno dedicati al dialogo e alla collaborazione in rapporto al tema del Congresso.

Il relatore di martedì pomeriggio, S.E. Mons. Josef VOSS, Presidente della Commissione Episcopale per i Migranti della Germania, illustrerà l’"Approccio pastorale verso una più stabile integrazione dei migranti e dei rifugiati, nel contesto del dialogo ecumenico, interreligioso e interculturale". Poi, avremo la gioia di ascoltare i delegati fraterni del Consiglio Ecumenico delle Chiese, del Patriarcato Ecumenico, della Comunione Anglicana e della Federazione Luterana Mondiale.

Mercoledì mattina, invece, ci saranno due relazioni, di cui la prima illustrerà "L’urgenza e le sfide della cooperazione ecumenica e interreligiosa nell’attuale situazione dei migranti e dei rifugiati (l’esperienza dei movimenti ecclesiali)", che sarà svolta dalla Dott.ssa Daniela POMPEI, della Comunità di Sant’Egidio. Seguirà la relazione su "La cooperazione tra istituzioni ecclesiali e civili per una vita migliore dei migranti e rifugiati" del Dott. John KLINK, Presidente della Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni.

Infine, il pomeriggio di mercoledì prevede una Tavola-Rotonda sul tema: "La cura pastorale dei migranti e rifugiati in carcere e nei campi di detenzione". Di questo difficile apostolato ci parleranno S.E. Mons. John Charles WESTER, Vescovo di Salt Lake City (Stati Uniti d’America), S.E. Mons. Giovanni Innocenzo MARTINELLI, OFM, Vicario Apostolico di Tripoli (Libia) e il Rev.do Mons. Giorgio CANIATO, Ispettore Generale dei Cappellani del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento della Giustizia Minorile in Italia.

Un graditissimo dono sarà la serata di mercoledì con la Festa dei Popoli, che abbiamo affidata – come organizzazione – alla Fondazione Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana. Sarà un’occasione di lode a Dio e di incontro fraterno culturale.

Giovedì mattina, 12 novembre, il Congresso si concluderà con la proposta del testo del Documento Finale, nelle sue tradizionali tre parti: evento, conclusioni e raccomandazioni.

Punto culminante del Congresso sarà certo l’Udienza con Papa Benedetto XVI che, in occasione dell’ultima Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, il 15 maggio dello scorso anno, ebbe a dire: "A nessuno sfugge …che la mobilità umana rappresenta, nell’attuale mondo globalizzato, una frontiera importante per la nuova evangelizzazione. Vi incoraggio perciò a proseguire nel vostro impegno pastorale con rinnovato zelo, mentre, da parte mia, vi assicuro la mia vicinanza spirituale".

________________________

1 Erga migrantes caritas Christ, 1: AAS XCVI (2004) 762.

[01556-01.01] [Testo originale: Italiano]

 Testo  in lingua inglese

"The love of Christ towards migrants urges us (cf. 2 Co 5:14) to look afresh at their problems, which are to be met with today all over the world. In fact nearly all countries are now faced with the eruption of the migration phenomenon in one aspect or another; it affects their social, economic, political and religious life and is becoming more and more a permanent structural phenomenon."1 These words open the Instruction Erga migrantes caritas Christi (The love of Christ towards migrants) which we presented right here in this Press Room, five years ago. Pope John Paul II approved the Document on 1st May 2004, the Feast of St. Joseph the Worker, and our Pontifical Council published it the following 3rd May. The new Instruction aimed "to update the pastoral care of migration, [then] thirty-five years after the publication of Pope Paul VI’s Motu Proprio Pastoralis migratorum cura and the Congregation for Bishops’ related Instruction De pastorali migratorum cura" (EMCC, Introduction).

Today, five years after its promulgation, our Pontifical Council considered it appropriate to commemorate the Instruction by convoking a World Congress for the Pastoral Care of Migrants and Refugees, the sixth in the series, specifically on the theme "A pastoral response to the migrant in the era of globalization (five years after the Instruction Erga migrantes caritas Christi)." It will be held at the "Aula Magna" of Via della Conciliazione, n° 5, from 9th to 12th of this month.

The Congress will begin on Monday, 9th November, at 8:00 in the morning, in St. Peter’s Basilica, with a Eucharistic Concelebration presided over by H. Em. Card. Tarcisio BERTONE, Secretary of State. The Opening Session will immediately follow at the Congress venue, with the inaugural speech of the President of our Pontifical Council, H. E. Msgr. Antonio Maria VEGLIÒ. After him there will be four Special Speakers: Senator Giuseppe SCHIFANI, Senate President of the Italian Republic, Mr. William Lacy SWING, Director General of the International Organization for Migration (IOM), Mr. Laurens JOLLES, Regional Representative for Europe of the United Nations High Commissioner’s Office for Refugees (UNHCR) and Rev. Fr. Pierre Martinot-Lagarde, SJ, Special Adviser for Socio-Religious Affairs and Special Partnerships of the International Labour Organizaton (ILO). Archbishop Agostino MARCHETTO, Secretary of the Pontifical Council, will then have the pleasure of presenting the Congress, after which the participants will leave for the Pontifical Audience.

The afternoon of November 9th will be dedicated to population movements, both as a cause and as an effect of globalization. We will listen first of all to Prof. Stefano ZAMAGNI, of the University of Bologna’s Department of Economic Sciences. A Round Table will then follow, during which an attempt will be made to find "A pastoral response to the phenomenon of urbanisation and internal migration". The speakers will be from Africa, H.Em. Cardinal John NJUE, Archbishop of Nairobi (Kenya), from Asia, H.Em. Cardinal Jean-Baptiste PHAM MINH MÂN, Archbishop of Thàn-Phô Hô Chí Minh (Viêt Nam), and from the American continent, H.Em. Cardinal Odilo Pedro SCHERER, Archbishop of São Paulo (Brazil). Take note that Erga migrantes caritas Christi has allotted two paragraphs to internal migration, a first time for an official document of the Holy See.

At the end of the session, the speakers will answer questions from the floor. The participants will then be divided into groups in order to discuss more thoroughly the themes that were expounded. The outcome of the work carried out in the groups will be presented during the plenary session at the end of the day. This, in general, will be the working method that will be observed in every session.

The morning of Tuesday, November 10th, will be devoted to the pastoral care of young migrants and refugees, and to cooperation between the Churches of origin and arrival. Therefore, the Regional Superior for Europe and Africa of the Scalabrinian Missionaries, Rev. Fr. Gabriele PAROLIN, will speak on "A specific pastoral care of young and adolescent migrants and refugees". The Round Table that follows will be entirely on "Co-operation between the Church of origin and the receiving Church in the pastoral care of migrants and refugees". The speakers will be H.E. Msgr. Paul RUZOKA, Archbishop of Tabora (Tanzania), H.E. Msgr. Renato Ascencio LEÓN, Bishop of Ciudad Juárez (Mexico) and Rev. Msgr. Aldo GIORDANO, Holy See Permanent Observer to the Council of Europe. Such an ecclesial cooperation is fundamental to be able to carry out an authentic specific pastoral care for migrants and refugees.

Tuesday afternoon and the morning of Wednesday, November 11th, will be dedicated to dialogue and collaboration in relation to the theme of the Congress.

Tuesday afternoon’s speaker, H.E. Msgr. Josef VOSS, President of the Episcopal Commission for Migrants in Germany, will illustrate "A pastoral approach towards a better integration of migrants and refugees in the context of ecumenical, interreligious and intercultural dialogue". Then, we will have the joy of listening to our Fraternal Delegates from the World Council of Churches, the Ecumenical Patriarchate, the Anglican Communion and the Lutheran World Federation.

On Wednesday morning, instead, there will be two presentations. The first will illustrate the "Needs and challenges of ecumenical and Inter-religious co-operation in today’s situation of migrants and refugees (The experience of the ecclesial movements)". This will be given by Ms. Daniela POMPEI, of the Community of Saint Egidio. Mr. John KLINK, President of the International Catholic Migration Commission, will then give a talk on "Cooperation between the Church and civil institutions for the wellbeing of migrants and refugees".

Finally, on Wednesday afternoon, there will be a Round Table on the theme: "The pastoral care of migrants and refugees in prison and in detention camps." This difficult apostolate will be discussed by H.E. Msgr. John Charles WESTER, Bishop of Salt Lake City (USA), H.E. Msgr. Giovanni Innocenzo MARTINELLI, OFM, Vicar Apostolic of Tripoli (Libya) and Rev. Msgr. Giorgio CANIATO, Inspector General of the Chaplains in the Department of Penitentiary Administration and the Department of Justice for Minors in Italy.

A greatly appreciated gift will be the Festival of Peoples on Wednesday evening. Its organization is entrusted to "Fondazione Migrantes" of the Italian Bishops’ Conference. It will be an occasion of praise to God and a cultural fraternal meeting.

On Thursday morning, November 12th, the Congress will conclude with the proposal of a text for the Final Document, traditionally made up of three parts: the event, the conclusions and the recommendations.

Highlight of the Congress will surely be the Audience with Pope Benedict XVI who, on the occasion of the last Plenary Assembly of the Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People, stated: "It escapes no one that in today's globalized world, human mobility represents an important frontier for the new evangelization. I encourage you, therefore, to persevere in your pastoral task with renewed zeal while, for my part, I assure you of my spiritual closeness."

________________________

1 Erga migrantes caritas Christi, 1: AAS XCVI (2004) 762.

[01556-02.01] [Original text: English]

INTERVENTO DI MONS. NOVATUS RUGAMBWA

 Testo in lingua  italiana

 Testo in lingua  inglese

 Testo in lingua  italiana

1. Il mio intervento a questa Conferenza Stampa ha lo scopo di presentarvi le categorie di persone che parteciperanno al VI Congresso Mondiale della Pastorale per i Migranti e i Rifugiati.

A questo importante Incontro, oltre ai 14 principali oratori invitati, saremo lieti di accogliere 53 Vescovi, che hanno confermato la loro partecipazione in qualità di Presidenti o Delegati delle Commissioni Episcopali per la Mobilità Umana e 57 sacerdoti, Segretari Esecutivi o Delegati delle Commissioni Episcopali, o Direttori Nazionali e rappresentanti delle Caritas Nazionali. È anche importante rilevare la presenza di 16 Religiose e 19 Laici, che parteciperanno al Congresso nello stesso ambito di responsabilità e rappresentanza, a nome delle citate Commissioni Episcopali. Quindi il numero di Delegati dalle Commissioni Episcopali ammonta a 144 persone, provenienti dai 5 Continenti: 41 dall’America Latina, 5 dal Nord America (USA e Canada), 23 dall’Africa, 26 dall’Asia e Oceania, 6 dal Medio Oriente e 43 dall’Europa.

Allo stesso modo, due Consigli internazionali di Conferenze Episcopali hanno accettato il nostro invito a prendere parte al Congresso: e così per il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE) vi sarà il Segretario Generale e il Segretario della sua Commissione per i Migranti, mentre come rappresentante del CELAM (Consiglio Episcopale Latino-Americano) vi sarà una religiosa, in virtù del suo ruolo di Segretario Esecutivo della sua Commissione per la Mobilità Umana.

2. L’altro importante gruppo di partecipanti proviene da Congregazioni e Istituti Religiosi che, per il benessere dei migranti e dei rifugiati in molte parti del mondo, continuano a investire risorse ed energie, sia in termini di personale che di finanze. È stato, pertanto, nostro profondo desiderio che tali istituzioni religiose, con una rete internazionale di missioni e di attività, fossero propriamente rappresentate prendendo parte alle discussioni e alle delibere di questo Congresso Mondiale. Siamo lieti che si siano iscritte 22 Religiose in rappresentanza di 16 Congregazioni, mentre 16 Religiosi si sono registrati come rappresentanti di 13 Istituti Religiosi, portando a 38 il numero complessivo di Religiosi - uomini e donne - al Congresso.

3. Oltre al coinvolgimento delle Commissioni Episcopali e delle Congregazioni Religiose, ci sono ovviamente le Associazioni e i Movimenti Ecclesiali, che giocano un ruolo davvero vitale nella sollecitudine pastorale della Chiesa nei confronti dei migranti e dei rifugiati in tutto il mondo. Di conseguenza, siamo felici di avere 16 delegati in rappresentanza di 15 Associazioni e Movimenti ecclesiali internazionali nella Chiesa.

4. Mossa dallo spirito del Concilio Ecumenico Vaticano Secondo, la Chiesa Cattolica è sempre desiderosa di aprirsi e condividere, con fiducia e rispetto, i problemi di comune interesse con i Fratelli di altre Chiese e Comunità ecclesiali (Delegati Fraterni). Il nostro Pontificio Consiglio ha quindi avuto il piacere di invitare il Consiglio Ecumenico delle Chiese, il Patriarcato Ecumenico, la Comunione Anglicana e la Federazione Mondiale Luterana a prendere parte a tutto il Congresso e anche a condividere le loro personali esperienze in questo campo della pastorale per i migranti e i rifugiati. Siamo grati alle rispettive gerarchie delle altre Chiese e Comunità Ecclesiali per aver accettato l’invito. Pertanto, ci saranno 4 delegati fraterni, che rappresenteranno il Patriarcato Ecumenico, la Comunione Anglicana, il Consiglio Ecumenico delle Chiese e la Federazione Mondiale Luterana.

5. Data la particolare rilevanza del tema del Congresso nel mondo di oggi e la missione veramente importante delle Organizzazioni Internazionali in un campo così impegnativo come quello della mobilità umana, siamo ugualmente felici e onorati che, su nostro invito, parteciperanno al Congresso il Direttore Generale dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) e due funzionari superiori, in rappresentanza rispettivamente dell’Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) e dell’Ufficio Internazionale del Lavoro (ILO).

6. È ugualmente importante riconoscere il ruolo svolto dalle Organizzazioni Cattoliche Internazionali per cui saremo lieti di accogliere la partecipazione di tre di esse, e cioè tre Delegati della Caritas Internationalis, incluso il Segretario Generale, 2 Officiali della Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni (ICMC) e il Direttore Internazionale del Servizio Rifugiati dei Gesuiti (JRS).

7. Al fine di avere un’atmosfera esperta e qualificata del gruppo delle discussioni e condivisioni, avremo 6 Esperti che, su nostro invito, prenderanno parte al Congresso da Gran Bretagna, Italia, Costa d’Avorio, Polonia e Stati Uniti.

8. In aggiunta a tutte queste persone che parteciperanno all’imminente VI Congresso Mondiale della Pastorale per i Migranti e i Rifugiati, ci saranno anche 18 Membri e 6 Consultori del nostro Pontificio Consiglio. Accoglieremo anche con gratitudine la presenza di 20 Prelati della Segreteria di Stato e di altri Dicasteri della Curia Romana o i loro rispettivi delegati.

9. Alla Cerimonia di apertura di lunedì 9 Novembre, dalle 9.30 alle 11.00, vi sarà pure la presenza del Presidente del Senato della Repubblica Italiana e di 37 Ambasciatori di Missioni Diplomatiche accreditate presso la Santa Sede o dei loro Delegati.

10. Per concludere, mi è gradito rivolgere una parola di apprezzamento e di ringraziamento ai benefattori di organizzazioni e istituzioni che, da Germania, Francia, Spagna, Giappone e Italia, hanno generosamente contribuito a sostenere la partecipazione di alcuni rappresentanti, specialmente di quanti hanno gravi difficoltà finanziarie. Alcuni enti donatori saranno presenti al Congresso con i loro rappresentanti.

Vi ringrazio per l’attenzione.

Statistiche dei Partecipanti

Relatori

14

Delegati Fraterni

4

Presidenti dei Dicasteri della Curia Romana

20

Missioni Diplomatiche accreditate presso la Santa Sede con sede a Roma

37

Membri del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

18

Consultori del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti

6

Organizzazioni Internazionali

4

Organizzazioni Cattoliche Internazionali

6

Esperti e Accademici

7

Presidenti/Delegati delle Commissioni Episcopali per la Mobilità Umana

144

Riunioni Internazionali di Conferenze Episcopali

3

Unione Internazionale dei Superiori Generali  donne

1

Congregazioni Religiose femminili

22

Congregazioni Religiose maschili

16

Movimenti/Associazioni Ecclesiali Internazionali

16

Donatori

2

TOTALE

320

[01557-01.01] [Testo originale: Italiano]

 Testo in lingua  inglese

1. My talk at this Press Conference aims at presenting to you, Journalists, categories of people who will participate in the VI World Congress on the Pastoral Care of Migrants and Refugees.

As of today, apart from the 14 invited main speakers, we are delighted to acknowledge the presence of 53 bishops, having confirmed their participation in quality of presidents or delegates of the Episcopal Commissions on Human Mobility, 57 priests as Executive Secretaries or delegates of the Episcopal Commissions, or National Directors as well as representing National Caritas. It is also important to underscore the presence of 16 religious women and 19 laity, who are attending the Congress under the same category of responsibility and representation on behalf of the Episcopal Commissions. Thus the number of Delegates from Episcopal Commissions totals some 144 persons, representing all 5 Continents: 41 from Latin America, 5 from North America (USA & Canada), 23 from Africa, 26 from Asia and Oceania, 6 from the Middle East and 43 from Europe.

Likewise, two international unions of Episcopal Conferences have accepted our invitation to attend the Congress: Thus the Secretary General of the Council of European Episcopal Conferences (CCEE) and the Secretary of its Commission for Migrants and a religious sister representing CELAM (Latin American Episcopal Conferences) by virtue of her office as the Executive Secretary of the Commission on Human Mobility of CELAM.

2. The other important set of participants comes from Religious Congregations and Institutions, which continue to commit their resources and energies, both in terms of personnel and finances, for the wellbeing of migrants and refugees in many parts of the world. Hence, it was our deeply felt desire to make sure that those religious institutions with an international network of mission and activities are properly represented and that their voice would be part of the discussions and deliberations of this World Meeting. We are glad that 22 religious women have registered their participation, representing 16 congregations while 16 religious men are registered representing 13 religious institutes, thus bringing the number to 38 religious men and women taking part in the Congress.

3. Apart from the involvement of Episcopal Commissions and religious congregations, there are evidently Ecclesial Movements and Associations, playing a very vital role in the Church’s pastoral solicitude towards migrants and refugees all over the world. As a consequence we are happy to have 16 delegates, representing 15 international ecclesial Associations and Movements in the Church.

4. Moved by the spirit of the Second Ecumenical Vatican Council, the Catholic Church is always willing to open up and to share with trust and respect with Ecumenical Brethren on issues of mutual interest. Our Pontifical Council has thus had the joy of inviting the World Council of Churches, the Ecumenical Patriarchate, the Anglican Communion and the Lutheran World Federation to attend the full Congress and also to share their own experiences in this field of pastoral care for migrants and refugees. We are thankful to the respective leaderships of our other Churches and Ecclesial Communities for accepting our invitation. There will be thus with us 4 fraternal delegates, representing the Ecumenical Patriarchate, the Anglican Communion, the World Council of Churches and the Lutheran World Federation.

5. Given the particular relevance of the theme of the Congress in the world today and the very important mission of International Organizations in such a challenging field as that of human mobility, we are equally happy and honoured that the Director General of the International Organization for Migration (IOM) and 2 senior officials, representing the UN High Commissioner for Refugees (UNHCR) and the International Labour Office (ILO) will participate at the Congress upon our invitation.

6. Equally important to recognize is the role played by the Catholic International Organizations and we are pleased to know that 3 such have registered their participation: 3 delegates from Caritas Internationalis, including the Secretary General, 2 officials from the International Catholic Migration Commission (ICMC) and the International Director of Jesuit Refugee Service (JRS).

7. In order to provide an experienced and skilled atmosphere of group discussions and sharing, we will have 6 , attending the Congress, upon our invitation, from Great Britain, Italy, Ivory Coast, Poland and USA.

8. Added to this variety of participants who are attending the forthcoming VI World Congress on the Pastoral Care of Migrants and Refugees, there are also 18 Members and 6 Consultors of our Pontifical Council. We also acknowledge with gratitude the presence of 20 Prelates of the Secretariat of State and other Dicasteries of the Roman Curia or their respective delegates.

9. The Opening Ceremony, on November 9th from 09.30 to 11.00, will also be graced by the presence of the President of the Senate of the Republic of Italy, 37 distinguished Heads of Diplomatic Missions, accredited to the Holy See or their delegates.

10. In conclusion, I wish to extend a word of appreciation and gratitude to our Donor-agencies from Germany, France, Spain, Japan and Italy, who have generously contributed to support the participation of representatives, especially those experiencing severe financial difficulties. Some of the donor-agencies will have their representatives at the Congress.

Thank you very much for your attention!

Statistics of the Participants

Speakers

14

Fraternal Delegates

4

Heads - Roman Curia Dicasteries

20

Diplomatic Missions accredited to the Holy See, resident in Roma

37

Members of PCPCMIP

18

Consultors of PCPCMIP

6

International Organizations

4

International Catholic Organizations

6

Experts and Academics

7

Presidents / Delegates of Episcopal Commissions on Human Mobility

144

International Reunions of Episcopal Conferences

3

International Union of Superiors General - women

1

Religious Congregations - women

22

Religious Congregations - men

16

International Ecclesial Movements / Associations

16

Donors

2

TOTAL

320

[01557-02.01] [Original text: English]

[B0680-XX.01]