Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


L’UDIENZA GENERALE, 26.08.2009


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SALUTI DEL SANTO PADRE NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTO DEL SANTO PADRE AI FEDELI DI LINGUA TEDESCA

Alle ore 10.30 di oggi il Santo Padre Benedetto XVI si è affacciato al balcone del Cortile interno del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo per incontrare i fedeli ed i pellegrini convenuti per l’Udienza Generale del mercoledì.
Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre ha trattato il tema della salvaguardia del creato.
Dopo la catechesi, il Papa ha rivolto un saluto in varie lingue ai gruppi di fedeli presenti e ha concluso impartendo la Benedizione Apostolica.
Successivamente, dopo aver salutato alcune persone nella Sala degli Svizzeri, il Papa si è affacciato nuovamente al balcone del Cortile per salutare e benedire i fedeli di lingua tedesca.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Ci avviciniamo ormai alla fine del mese di agosto, che per molti significa la conclusione delle vacanze estive. Mentre si torna alle attività quotidiane, come non ringraziare Iddio per il dono prezioso del creato, di cui è possibile godere, e non solo durante il periodo delle ferie! I differenti fenomeni di degrado ambientale e le calamità naturali, che purtroppo non raramente la cronaca registra, ci richiamano l’urgenza del rispetto dovuto alla natura, recuperando e valorizzando, nella vita di ogni giorno, un corretto rapporto con l’ambiente. Verso questi temi, che suscitano la giusta preoccupazione delle Autorità e della pubblica opinione, si va sviluppando una nuova sensibilità, che si esprime nel moltiplicarsi di incontri anche a livello internazionale.

La terra è dono prezioso del Creatore, il quale ne ha disegnato gli ordinamenti intrinseci, dandoci così i segnali orientativi a cui attenerci come amministratori della sua creazione. E’ proprio a partire da questa consapevolezza, che la Chiesa considera le questioni legate all’ambiente e alla sua salvaguardia intimamente connesse con il tema dello sviluppo umano integrale. A tali questioni ho fatto più volte riferimento nella mia ultima Enciclica Caritas in veritate, richiamando "l’urgente necessità morale di una rinnovata solidarietà" (n. 49) non solo nei rapporti tra i Paesi, ma anche tra i singoli uomini, poiché l’ambiente naturale è dato da Dio per tutti, e il suo uso comporta una nostra personale responsabilità verso l’intera umanità, in particolare verso i poveri e le generazioni future (cfr ivi, 48). Avvertendo la comune responsabilità per il creato (cfr ivi, 51), la Chiesa non solo è impegnata a promuovere la difesa della terra, dell’acqua e dell’aria, donate dal Creatore a tutti, ma soprattutto si adopera per proteggere l’uomo contro la distruzione di se stesso. Infatti, "quando l’«ecologia umana» è rispettata dentro la società, anche l’ecologia ambientale ne trae beneficio" (ibid.). Non è forse vero che l’uso sconsiderato della creazione inizia laddove Dio è emarginato o addirittura se ne nega l’esistenza? Se viene meno il rapporto della creatura umana con il Creatore, la materia è ridotta a possesso egoistico, l’uomo ne diventa "l’ultima istanza" e lo scopo dell’esistenza si riduce ad essere un’affannata corsa a possedere il più possibile.

Il creato, materia strutturata in modo intelligente da Dio, è affidato dunque alla responsabilità dell’uomo, il quale è in grado di interpretarlo e di rimodellarlo attivamente, senza considerarsene padrone assoluto. L’uomo è chiamato piuttosto ad esercitare un governo responsabile per custodirlo, metterlo a profitto e coltivarlo, trovando le risorse necessarie per una esistenza dignitosa di tutti. Con l’aiuto della stessa natura e con l’impegno del proprio lavoro e della propria inventiva, l’umanità è veramente in grado di assolvere al grave dovere di consegnare alle nuove generazioni una terra che anch’esse, a loro volta, potranno abitare degnamente e coltivare ulteriormente (cfr Caritas in veritate, 50). Perché ciò si realizzi, è indispensabile lo sviluppo di "quell’alleanza tra essere umano e ambiente, che deve essere specchio dell’amore creatore di Dio" (Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2008, 7), riconoscendo che noi tutti proveniamo da Dio e verso Lui siamo tutti in cammino. Quanto è importante allora che la comunità internazionale e i singoli governi sappiano dare i giusti segnali ai propri cittadini per contrastare in modo efficace le modalità d’utilizzo dell’ambiente che risultino ad esso dannose! I costi economici e sociali, derivanti dall’uso delle risorse ambientali comuni, riconosciuti in maniera trasparente, vanno supportati da coloro che ne usufruiscono, e non da altre popolazioni o dalle generazioni future. La protezione dell’ambiente, la tutela delle risorse e del clima richiedono che i responsabili internazionali agiscano congiuntamente nel rispetto della legge e della solidarietà, soprattutto nei confronti delle regioni più deboli della terra (cfr Caritas in veritate, 50). Insieme possiamo costruire uno sviluppo umano integrale a beneficio dei popoli, presenti e futuri, uno sviluppo ispirato ai valori della carità nella verità. Perché ciò avvenga è indispensabile convertire l’attuale modello di sviluppo globale verso una più grande e condivisa assunzione di responsabilità nei confronti del creato: lo richiedono non solo le emergenze ambientali, ma anche lo scandalo della fame e della miseria.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore e facciamo nostre le parole di san Francesco nel Cantico delle creature: "Altissimo, onnipotente, bon Signore, tue so’ le laude, la gloria e l’honore et omne benedictione … Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature".

Così san Francesco. Anche noi vogliamo pregare e vivere nello spirito di queste parole.

[01226-01.01] [Testo originale: Italiano]

SALUTI DEL SANTO PADRE NELLE DIVERSE LINGUE

Je suis heureux de vous accueillir ce matin, chers amis francophones. Je salue particulièrement les pèlerins venus du Burkina Faso, de Belgique et de France. A la fin de cette période de vacances d’été, je vous invite à rendre grâce à Dieu pour le don inestimable qu’il nous fait de la création. La protection de l’environnement, la sauvegarde des ressources de la terre et du climat sont confiées à notre responsabilité. Pour y répondre, puissions-nous construire ensemble un développement humain intégral, inspiré des valeurs de charité et de vérité, au bénéfice des peuples d’aujourd’hui et de demain ! Que Dieu vous bénisse !

I offer a warm welcome to all the English-speaking visitors present at today’s Audience, including the many altar servers, school pupils and choristers.

The summer holidays have given us all the opportunity to thank God for the precious gift of creation. Taking up this theme, I wish to reflect today upon the relationship between the Creator and ourselves as guardians of his creation. In so doing I also wish to offer my support to leaders of governments and international agencies who soon will meet at the United Nations to discuss the urgent issue of climate change.

The Earth is indeed a precious gift of the Creator who, in designing its intrinsic order, has given us guidelines that assist us as stewards of his creation. Precisely from within this framework, the Church considers that matters concerning the environment and its protection are intimately linked with integral human development. In my recent encyclical, Caritas in Veritate, I referred to such questions recalling the "pressing moral need for renewed solidarity" (no. 49) not only between countries but also between individuals, since the natural environment is given by God to everyone, and so our use of it entails a personal responsibility towards humanity as a whole, particularly towards the poor and towards future generations (cf. no. 48).

How important it is then, that the international community and individual governments send the right signals to their citizens and succeed in countering harmful ways of treating the environment! The economic and social costs of using up shared resources must be recognized with transparency and borne by those who incur them, and not by other peoples or future generations. The protection of the environment, and the safeguarding of resources and of the climate, oblige all leaders to act jointly, respecting the law and promoting solidarity with the weakest regions of the world (cf. no. 50). Together we can build an integral human development beneficial for all peoples, present and future, a development inspired by the values of charity in truth. For this to happen it is essential that the current model of global development be transformed through a greater, and shared, acceptance of responsibility for creation: this is demanded not only by environmental factors, but also by the scandal of hunger and human misery.

With these sentiments I wish to encourage all the participants in the United Nations summit to enter into their discussions constructively and with generous courage. Indeed, we are all called to exercise responsible stewardship of creation, to use resources in such a way that every individual and community can live with dignity, and to develop "that covenant between human beings and the environment, which should mirror the creative love of God" (Message for the 2008 World Day of Peace, 7)! Thank you.

Saludo a los peregrinos de lengua española. En particular a los grupos de las diócesis de Coria-Cáceres y Cuenca; a los Padres Franciscanos de España y a las Hermanas Mercedarias del Santísimo Sacramento; así como a los fieles de las Parroquias de Villena, La Solana y Toledo. En este tiempo de vacaciones, agradecemos al Señor el don maravilloso de la creación. Como he escrito en la Encíclica Caritas in veritate, la cuestión del medio ambiente está ligada a la del desarrollo humano integral. Cuando en la sociedad se respeta la ecología humana, se beneficia también la ecología ambiental. La creación ha sido confiada por Dios a la responsabilidad del hombre. Es posible, inspirándose en los valores de la caridad en la verdad, construir un desarrollo humano integral que beneficie a todos los pueblos y a las generaciones futuras. Muchas gracias por vuestra visita.

Saúdo todos os peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente os grupos do Coral de Vila Real e de Mogi das Cruzes, desejando que esta visita ao Sucessor de Pedro fortaleça a vossa fé e vos ajude a irradiar o Amor de Deus na própria casa e na sociedade. O Pai do Céu derrame os seus dons sobre vós e vossas famílias, que de coração abençôo.

Dzisiaj, w Uroczystość Najświętszej Maryi Panny Częstochowskiej, szczególnie serdecznie pozdrawiam pielgrzymów polskich. W Jasnogórskiej Królowej, wasz Naród otrzymał przed wiekami przedziwną pomoc i obronę. Wzorem Sługi Bożego Jana Pawła II i jego zawierzenia „Totus Tuus", trwajcie przy Maryi, podejmując z odwagą wszystko, cokolwiek Jezus wam powie (por. J 2, 5). Pielgrzymom obecnym na Jasnej Górze i wam wszystkim z serca błogosławię.

[Oggi, nella Solennità della Beata Maria Vergine di Częstochowa, saluto con particolare affetto i pellegrini polacchi. Dalla Regina di Jasna Góra la vostra nazione ha ricevuto da secoli aiuto e difesa straordinari. Con l’esempio del servo di Dio Giovanni Paolo II e con il suo affidamento "Totus Tuus", perseverate con Maria, intraprendendo con coraggio quello che Gesù vi dirà (cfr Gv 2,5). A tutti i pellegrini a Jasna Góra e a voi qui presenti imparto di cuore la mia benedizione.]

Srdečne pozdravujem skupinu slovenských pútnikov, osobitne z farností Bratislava–Karlova Ves, Kostoľany nad Hornádom a Šaštín. Bratia a sestry, milí mladí, ďakujúc Bohu za vzácny dar stvorenstva vás pozývam k väčšej zodpovednosti voči prírode. Prijmite Apoštolské požehnanie, ktoré s láskou udeľujem vám i vašim drahým. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente il gruppo di pellegrini slovacchi, particolarmente quelli provenienti dalle parrocchie di Bratislava–Karlova Ves, Kostoľany nad Hornádom e Šaštín. Fratelli e sorelle, cari giovani, ringraziando Dio per il prezioso dono del creato vi invito alla maggiore responsabilità verso la natura. Con affetto imparto la Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]

Pozdravljam i blagoslivljam hrvatske hodočasnike. Predragi, neka snaga vašega života bude ljubav i vjera u istinu koju nam je objavio Sin Božji. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto e benedico i pellegrini croati. Carissimi, la forza della vostra vita sia l’amore e la fede nella verità che ci ha rivelato il Figlio di Dio. Siano lodati Gesù e Maria!]

Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai sacerdoti dell’Arcidiocesi di Milano che ricordano il 25° anniversario di Ordinazione, come pure ai partecipanti all’incontro estivo per Seminaristi del Seminario Maggiore. Cari amici l’Anno sacerdotale che stiamo celebrando sia per ciascuno di voi occasione propizia per approfondire il valore della missione dei presbiteri nella Chiesa e nel mondo.

Mi rivolgo ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Nei prossimi giorni la liturgia fa memoria di due grandi Santi, santa Monica e sant'Agostino, uniti in terra da vincoli familiari ed in cielo dallo stesso destino di gloria. Il loro esempio spinga voi, giovani, ad una ricerca sincera ed appassionata della Verità evangelica; sveli a voi, malati, il valore redentivo della sofferenza offerta a Dio in unione al sacrificio della Croce; sostenga voi, sposi novelli, nella generosa testimonianza della gratuità dell'amore di Dio.

[01225-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]

SALUTO DEL SANTO PADRE AI FEDELI DI LINGUA TEDESCA

Liebe Freunde! Ich freue mich, den ganzen Innenhof mit Landsleuten aus Deutschland angefüllt zu sehen. Das ist ein besonderes Erlebnis. Vielen Dank! Seid alle herzlich willkommen. Besonders grüße ich die Ministranten, die Schülerinnen und Schüler und die Teilnehmer am Ferienlager in Ostia. Ich hoffe, ihr habt schöne Ferientage erleben können. Aber nach der Stimmung, die ich antreffe, müssen die Tage jetzt sehr schön gewesen sein und viel Freude in eurem Herzen hinterlassen haben. Und darüber freue ich mich sehr. Es sind ja Tage, in denen ihr die Schönheit der Schöpfung sehen konntet: das Meer und dann die Wälder und die Sonne und dazu hier den See mit den Bergen. Tage, in denen wir erleben, daß die Schöpfung ein Geschenk ist und daß wir dankbar für sie sein dürfen. Tage, in denen wir aber auch sehen, daß die Schöpfung bedroht ist: Der See nimmt ab, und es gibt so vielerlei Gefährdungen. Es gibt die Waldbrände: Wir haben gehört, wie in Griechenland rund um Athen die Wälder in Flammen standen. Die vielfältigen Bedrohungen der Schöpfung lassen uns nachdenklich werden, und so möchte ich an diesem Tag gerade über unsere Verantwortung für die Schöpfung sprechen. Für die Kirche ist dies nicht eine Mode, sondern etwas, was aus ihrem Glauben selber folgt. Gleich im ersten Kapitel der Bibel, im Schöpfungsbericht, wird den Menschen die Schöpfung anvertraut, damit die Menschen sie zu einem Garten Gottes machen, sie nicht zerstören, sondern aus ihr all die Möglichkeiten herausheben, die Gott in sie hineingelegt hat. Verantwortung für die Schöpfung gehört zu den Grundlagen des christlichen Glaubens, und nur wenn wir die Dinge dieser Welt, unsere Erde als Schöpfung Gottes ansehen, können wir auch zur rechten Verantwortung kommen und finden, daß diese Gnaden des Guten uns in der Schöpfung selbst gegeben werden, und daran denken, daß auch der Mensch Geschöpf ist, daß auch der Mensch mit sich nicht beliebig umgehen kann, sondern daß er sich in der Verantwortung vor dem Schöpfer verstehen muß. Und wenn der Mensch mit sich selbst recht umgeht, geht er auch mit den anderen recht um. Und wenn er mit den anderen recht umgeht, dann steht er auch in Solidarität mit der ganzen Erde. Aber dies alles setzt voraus, daß wir den gemeinsamen Vater kennen, der uns alle geschaffen hat, der uns alle in der geschwisterlichen Solidarität will und der will, daß wir die Welt so bauen, daß sie Lobpreis Gottes wird. Darum geht es, und das ist ein Punkt, den ich auch in der Enzyklika über caritas und veritas, über Wahrheit und Liebe, angesprochen habe: daß die Entwicklung des Menschen, der Fortschritt, all dies nicht geschehen kann, wenn wir nicht immer dahinter auch die Logik Gottes selbst sehen, wenn wir nicht in der Verantwortung vor Gott miteinander stehen. Nur dann werden wir die großen Probleme der Zukunft und der Gegenwart der Menschheit lösen: das Problem des Hungers, das Problem der Korruption, das Problem der vielfältigen Armut. All dies fordert uns heraus von Grund auf, fordert unsere Vernunft und unseren guten Willen und fordert zuallererst, daß wir auf den hinschauen, der die Welt gebaut hat, der unser Richter und unser Retter ist. So möchte ich mit euch die Freude teilen, daß wir eine schöne Erde haben, daß ihr schöne Tage erleben durftet und euch zugleich bitten und aufrufen, daß wir immer mehr den Schöpfer im Auge haben, von da aus uns selbst verstehen lernen, von da aus den anderen annehmen lernen und so in Verantwortung für die Zukunft handeln, daß die Zukunft eine menschliche Zukunft sei. Und wahrhaft menschlich ist sie nur dann, wenn sie göttlich ist, wenn wir im Menschen das Bild Gottes sehen und in der Schöpfung den Abglanz seiner Güte. Bitten wir den Herrn darum, daß er unsere Augen und unsere Herzen öffnet, und auch die der anderen, und daß es so zu wirklichem Fortschritt, zu wirklicher Solidarität in der Welt und unter uns allen kommt. Beten wir zum Abschluß das Vaterunser, und weil singen dreimal beten ist, wie die Väter sagen, singen wir es in Latein, in der gemeinsamen Sprache der weltweiten Kirche.

[01227-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

[B0526-XX.01]