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PELLEGRINAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN TERRA SANTA (8-15 MAGGIO 2009) (XXXIII), 15.05.2009


PELLEGRINAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN TERRA SANTA (8-15 MAGGIO 2009) (XXXIII)

● INCONTRO DEL SANTO PADRE CON I GIORNALISTI NEL VOLO DI RITORNO DAL PELLEGRINAGGIO IN TERRA SANTA 

Questo pomeriggio, nel volo di ritorno dal Pellegrinaggio che ha compiuto in Terra Santa, il Santo Padre Benedetto XVI si è recato a salutare i giornalisti che lo avevano accompagnato ed ha loro rivolto le parole che pubblichiamo di seguito:

 PAROLE DEL SANTO PADRE

Cari amici,

grazie per il vostro lavoro. Immagino quanto sia stato difficile, circondato com’era da tanti problemi, tanti trasferimenti, ecc., e vorrei ringraziarvi perché avete accettato tutte queste difficoltà per informare il mondo su questo pellegrinaggio, invitando così anche altri al pellegrinaggio in questi luoghi santi.

Ho già fatto un breve riassunto di questo viaggio nel discorso all’aeroporto, non vorrei aggiungere molto. Potrei citare tanti, molti dettagli: la commovente discesa nel punto più profondo della terra, al Giordano, che per noi è anche un simbolo della discesa di Dio, della discesa di Cristo nei punti più profondi dell’esistenza umana.

Il Cenacolo, dove il Signore ci ha donato l’Eucaristia, dove c’è stata la Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo; poi il Santo Sepolcro, e tante altre impressioni, ma mi sembra che non sia il momento di soffermarcisi.

Forse, tuttavia, qualche breve accenno potrei farlo. Tre sono le impressioni fondamentali: la prima è che ho trovato dappertutto, in tutti gli ambienti, musulmani, cristiani, ebrei, una decisa disponibilità al dialogo interreligioso, all’incontro, alla collaborazione tra le religioni. Ed è importante che tutti vedano questo, non solo come un’azione - diciamo – ispirata a motivi politici nella situazione data, ma come frutto dello stesso nucleo della fede, perché credere in un unico Dio che ha creato tutti noi, Padre di tutti noi, credere in questo Dio che ha creato l’umanità come una famiglia, credere che Dio è amore e vuole che l’amore sia la forza dominante nel mondo, implica questo incontro, questa necessità dell’incontro, del dialogo, della collaborazione come esigenza della fede stessa.

Secondo punto: ho trovato anche un clima ecumenico molto incoraggiante. Abbiamo avuto tanti incontri con il mondo ortodosso con grande cordialità; ho potuto anche parlare con un rappresentante della Chiesa anglicana e due rappresentanti luterani, e si vede che proprio questo clima della Terra Santa incoraggia anche l’ecumenismo.

E terzo punto: ci sono grandissime difficoltà – lo sappiamo, lo abbiamo visto e sentito. Ma ho anche visto che c’è un profondo desiderio di pace da parte di tutti. Le difficoltà sono più visibili e non dobbiamo nasconderle: ci sono, devono essere chiarite. Ma non è così visibile il desiderio comune della pace, della fraternità, e mi sembra dobbiamo parlare anche di questo, incoraggiare tutti in questa volontà per trovare le soluzioni certamente non facili a queste difficoltà.

Sono venuto come pellegrino di pace. Il pellegrinaggio è un elemento essenziale di molte religioni. Lo è anche dell’islam, della religione ebraica, del cristianesimo. È anche l’immagine della nostra esistenza, che è un camminare in avanti, verso Dio e così verso la comunione dell’umanità.

Sono venuto come pellegrino e spero che molti seguano queste tracce e così incoraggino l’unità dei popoli di questa Terra Santa e diventino a loro volta messaggeri di pace. Grazie!

[00794-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0346-XX.01]