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PELLEGRINAGGIO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN TERRA SANTA (8-15 MAGGIO 2009) (XXVI), 14.05.2009


INCONTRO CON IL PRIMO MINISTRO DI ISRAELE NEL CONVENTO DEI FRANCESCANI DI NAZARETH  

Alle ore 15.50, il Santo Padre Benedetto XVI incontra il Primo Ministro di Israele, S.E. il Sig. Beniamin Netanyahu, in una sala del Convento dei Francescani di Nazareth, e si intrattiene con lui in colloquio privato.

Quindi si reca a piedi all’Auditorium del Santuario dell’Annunciazione per l’incontro con i Capi religiosi della Galilea.

[00746-01.01]

SALUTO AI CAPI RELIGIOSI DELLA GALILEA NEL SANTUARIO DELL’ANNUNCIAZIONE DI NAZARETH

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Alle ore 16.30 di questo pomeriggio, nell’Auditorium del Santuario dell’Annunciazione di Nazareth, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Capi religiosi della Galilea, tra i quali cristiani, musulmani, ebrei, drusi.

Dopo il saluto del Vicario del Patriarca di Gerusalemme dei latini per Israele, S.E. Mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, il Papa pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito:

  DISCORSO DEL SANTO PADRE

Dear Friends,

Grateful for the words of welcome offered by Bishop Giacinto-Boulos Marcuzzo and for your warm reception, I cordially greet the leaders of different communities present, including Christians, Muslims, Jews, Druze and other religious peoples.

I feel particularly blessed to visit this city revered by Christians as the place where the Angel announced to the Virgin Mary that she would conceive by the power of the Holy Spirit. Here too Joseph, her betrothed, saw the Angel in a dream and was directed to name the child "Jesus". After the marvelous events surrounding his birth, the child was brought to this city by Joseph and Mary where he "grew and became strong, filled with wisdom; and the favor of God was upon him" (Lk 2:40).

The conviction that the world is a gift of God, and that God has entered the twists and turns of human history, is the perspective from which Christians view creation as having a reason and a purpose. Far from being the result of blind fate, the world has been willed by God and bespeaks his glorious splendor.

At the heart of all religious traditions is the conviction that peace itself is a gift from God, yet it cannot be achieved without human endeavor. Lasting peace flows from the recognition that the world is ultimately not our own, but rather the horizon within which we are invited to participate in God’s love and cooperate in guiding the world and history under his inspiration. We cannot do whatever we please with the world; rather, we are called to conform our choices to the subtle yet nonetheless perceptible laws inscribed by the Creator upon the universe and pattern our actions after the divine goodness that pervades the created realm.

Galilee, a land known for its religious and ethnic diversity, is home to a people who know well the efforts required to live in harmonious coexistence. Our different religious traditions have a powerful potential to promote a culture of peace, especially through teaching and preaching the deeper spiritual values of our common humanity. By molding the hearts of the young, we mold the future of humanity itself. Christians readily join Jews, Muslims, Druze, and people of other religions in wishing to safeguard children from fanaticism and violence while preparing them to be builders of a better world.

My dear friends, I know that you accept cheerfully and with a greeting of peace the many pilgrims who flock to Galilee. I encourage you to continue exercising mutual respect as you work to ease tensions concerning places of worship, thus assuring a serene environment for prayer and reflection here and throughout Galilee. Representing different religious traditions, you share a desire to contribute to the betterment of society and thus testify to the religious and spiritual values that help sustain public life. I assure you that the Catholic Church is committed to join in this noble undertaking. In cooperation with men and women of good will, she will seek to ensure that the light of truth, peace and goodness continue to shine forth from Galilee and lead people across the globe to seek all that fosters the unity of the human family. God bless you all.

[00731-02.01] [Original text: English]

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Cari Amici,

grato per le parole di benvenuto del Vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo e per la vostra calorosa accoglienza, saluto cordialmente i leaders delle diverse comunità presenti, comprendenti Cristiani, Musulmani, Giudei, Drusi ed altre persone religiose.

Avverto come una particolare benedizione il poter visitare questa città venerata dai Cristiani come il luogo dove l’Angelo annunciò alla Vergine Maria che avrebbe concepito per opera dello Spirito Santo. Qui anche Giuseppe, suo promesso sposo, vide in sogno un Angelo e gli fu indicato di chiamare il bambino "Gesù". Dopo questi meravigliosi eventi che accompagnarono la sua nascita, il bambino venne portato in questa città da Giuseppe e Maria, dove egli "cresceva e si fortificava pieno di sapienza e la grazia di Dio era su di lui" (Lc 2, 40).

La convinzione che il mondo è un dono di Dio e che Dio è entrato nelle svolte e nei tornanti della storia umana, è la prospettiva dalla quale i Cristiani vedono che la creazione ha una ragione ed uno scopo. Lungi dall'essere il risultato di un fato cieco, il mondo è stato voluto da Dio e rivela il suo splendore glorioso.

Al cuore di ogni tradizione religiosa c’è la convinzione che la pace stessa è un dono di Dio, anche se non può essere raggiunta senza lo sforzo umano. Una pace durevole proviene dal riconoscimento che il mondo non è ultimamente nostra proprietà, ma piuttosto l'orizzonte entro il quale noi siamo invitati a partecipare all'amore di Dio e a cooperare nel guidare il mondo e la storia sotto la sua ispirazione. Non possiamo fare con il mondo tutto quello che ci piace; anzi, siamo chiamati a conformare le nostre scelte alle complesse e tuttavia percettibili leggi scritte dal Creatore nell'universo e a modellare le nostre azioni secondo la bontà divina che pervade il regno del creato.

La Galilea, una terra conosciuta per la sua eterogeneità etnica e religiosa, è la patria di un popolo che ben conosce gli sforzi richiesti per vivere in armoniosa coesistenza. Le nostre diverse tradizioni religiose hanno in sé potenzialità notevoli in ordine alla promozione di una cultura della pace, specialmente attraverso l’insegnamento e la predicazione dei valori spirituali più profondi della nostra comune umanità. Plasmando i cuori dei giovani, noi plasmiamo il futuro della stessa umanità. I Cristiani volentieri si uniscono ad Ebrei, Musulmani, Drusi e persone di altre religioni nel desiderio di salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza, mentre li preparano ad essere costruttori di un mondo migliore.

Miei cari Amici, so che voi accogliete gioiosamente e con il saluto della pace i molti pellegrini che giungono in Galilea. Vi incoraggio a continuare ad esercitare il vicendevole rispetto, mentre vi adoperate ad alleviare le tensioni concernenti i luoghi di culto, garantendo così un ambiente sereno per la preghiera e la meditazione, qui e in tutta la Galilea. Rappresentando diverse tradizioni religiose, condividete il comune desiderio di contribuire al miglioramento della società e di testimoniare così i valori religiosi e spirituali che aiutano a corroborare la vita pubblica. Vi assicuro che la Chiesa Cattolica è impegnata a partecipare a questa nobile impresa. Cooperando con uomini e donne di buona volontà, essa cercherà di assicurare che la luce della verità, della pace e della bontà continui a risplendere dalla Galilea e a guidare le persone del mondo intero a cercare tutto ciò che promuove l'unità della famiglia umana. Dio vi benedica tutti!ueelqueelqNella cooperazione con uomini e donne di buona volontà, essa Nella

[00731-01.01] [Testo originale: Inglese]

Al termine il Papa, dopo la presentazione individuale dei dieci Capi religiosi presenti, si reca a visitare la Grotta dell’Annunciazione nel Santuario di Nazareth.

[B0338-XX.02]