● CERIMONIA DI BENVENUTO NEI TERRITORI PALESTINESI, A BETHLEHEM
DISCORSO DEL SANTO PADRE
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Questa mattina, alle ore 8.45, il Santo Padre Benedetto XVI lascia la Delegazione Apostolica di Jerusalem e si trasferisce in auto al Palazzo Presidenziale dell’Autorità Palestinese a Bethlehem. Il Papa passa il confine tra Israele e i Territori Autonomi Palestinesi alla Porta della Tomba di Rachele.
Alle ore 9, nel piazzale antistante il Palazzo Presidenziale di Bethlehem, ha luogo la Cerimonia di benvenuto nei Territori Palestinesi. Il Santo Padre è accolto dal Presidente dell’Autorità Palestinese, Sig. Mahmoud Abbas alias Abu Mazen, dalle Autorità politiche, civili e religiose.
Dopo la presentazione delle rispettive Delegazioni e il saluto del Presidente dell’Autorità Palestinese, il Papa pronuncia il discorso che pubblichiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Mr President,
Dear Friends,
I greet all of you from my heart, and I warmly thank the President, Mr Mahmoud Abbas, for his words of welcome. My pilgrimage to the lands of the Bible would not be complete without a visit to Bethlehem, the City of David and the birthplace of Jesus Christ. Nor could I come to the Holy Land without accepting the kind invitation of President Abbas to visit these Territories and to greet the Palestinian people. I know how much you have suffered and continue to suffer as a result of the turmoil that has afflicted this land for decades. My heart goes out to all the families who have been left homeless. This afternoon I will pay a visit to the Aida Refugee Camp, in order to express my solidarity with the people who have lost so much. To those among you who mourn the loss of family members and loved ones in the hostilities, particularly the recent conflict in Gaza, I offer an assurance of deep compassion and frequent remembrance in prayer. Indeed, I keep all of you in my daily prayers, and I earnestly beg the Almighty for peace, a just and lasting peace, in the Palestinian Territories and throughout the region.
Mr President, the Holy See supports the right of your people to a sovereign Palestinian homeland in the land of your forefathers, secure and at peace with its neighbors, within internationally recognized borders. Even if at present that goal seems far from being realized, I urge you and all your people to keep alive the flame of hope, hope that a way can be found of meeting the legitimate aspirations of both Israelis and Palestinians for peace and stability. In the words of the late Pope John Paul II, there can be "no peace without justice, no justice without forgiveness" (Message for the 2002 World Day of Peace). I plead with all the parties to this long-standing conflict to put aside whatever grievances and divisions still stand in the way of reconciliation, and to reach out with generosity and compassion to all alike, without discrimination. Just and peaceful coexistence among the peoples of the Middle East can only be achieved through a spirit of cooperation and mutual respect, in which the rights and dignity of all are acknowledged and upheld. I ask all of you, I ask your leaders, to make a renewed commitment to work towards these goals. In particular I call on the international community to bring its influence to bear in favor of a solution. Believe and trust that through honest and persevering dialogue, with full respect for the demands of justice, lasting peace really can be attained in these lands.
It is my earnest hope that the serious concerns involving security in Israel and the Palestinian Territories will soon be allayed sufficiently to allow greater freedom of movement, especially with regard to contact between family members and access to the holy places. Palestinians, like any other people, have a natural right to marry, to raise families, and to have access to work, education and health care. I pray too that, with the assistance of the international community, reconstruction work can proceed swiftly wherever homes, schools or hospitals have been damaged or destroyed, especially during the recent fighting in Gaza. This is essential if the people of this land are to live in conditions conducive to lasting peace and prosperity. A stable infrastructure will provide your young people with better opportunities to acquire valuable skills and to seek gainful employment, enabling them to play their part in building up the life of your communities. I make this appeal to the many young people throughout the Palestinian Territories today: do not allow the loss of life and the destruction that you have witnessed to arouse bitterness or resentment in your hearts. Have the courage to resist any temptation you may feel to resort to acts of violence or terrorism. Instead, let what you have experienced renew your determination to build peace. Let it fill you with a deep desire to make a lasting contribution to the future of Palestine, so that it can take its rightful place on the world stage. Let it inspire in you sentiments of compassion for all who suffer, zeal for reconciliation, and a firm belief in the possibility of a brighter future.
Mr President, dear friends gathered here in Bethlehem, I invoke upon all the Palestinian people the blessings and the protection of our heavenly Father, and I pray fervently that the song which the angels sang here in this place will be fulfilled: peace on earth, good will among men. Thank you. And may God be with you.
[00726-02.01] [Original text: English]
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Signor Presidente,
Cari amici,
saluto tutti voi dal profondo del cuore, e vivamente ringrazio il Presidente, il Sig. Mahmoud Abbas, per le sue parole di benvenuto. Il mio pellegrinaggio nelle terre della Bibbia non sarebbe stato completo senza una visita a Betlemme, la Città di Davide e il luogo di nascita di Gesù Cristo. Né avrei potuto venire in Terra Santa senza accettare il gentile invito del Presidente Abbas a visitare questi Territori per salutare il popolo Palestinese. So quanto avete sofferto e continuate a soffrire a causa delle agitazioni che hanno afflitto questa terra per decine di anni. Il mio cuore si volge a tutte le famiglie che sono rimaste senza casa. Questo pomeriggio farò una visita all’Aida Refugee Camp per esprimere la mia solidarietà con il popolo che ha perduto così tanto. A quelli fra voi che piangono la perdita di familiari e di loro cari nelle ostilità, particolarmente nel recente conflitto di Gaza, offro l’assicurazione della più profonda compartecipazione e del frequente ricordo nella preghiera. In effetti, io prendo con me tutti voi nelle mie preghiere quotidiane, ed imploro ardentemente l'Eccelso per la pace, una pace giusta e durevole, nei Territori Palestinesi e in tutta la regione.
Signor Presidente, la Santa Sede appoggia il diritto del Suo popolo ad una sovrana patria Palestinese nella terra dei vostri antenati, sicura e in pace con i suoi vicini, entro confini internazionalmente riconosciuti. Anche se al presente questo obiettivo sembra lontano dall’essere realizzato, io incoraggio Lei e tutto il Suo popolo a tenere viva la fiamma della speranza, speranza che si possa trovare una via di incontro tra le legittime aspirazioni tanto degli Israeliani quanto dei Palestinesi alla pace e alla stabilità. Per usare le parole del precedente Papa Giovanni Paolo II, non vi può essere "pace senza giustizia, né giustizia senza perdono" ( Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace del 2002). Supplico tutte le parti coinvolte in questo conflitto di vecchia data ad accantonare qualsiasi rancore e contrasto che ancora si frapponga sulla via della riconciliazione, per arrivare a tutti ugualmente con generosità e compassione, senza discriminazione. Una coesistenza giusta e pacifica fra i popoli del Medio Oriente può essere realizzata solamente con uno spirito di cooperazione e mutuo rispetto, in cui i diritti e la dignità di tutti siano riconosciuti e rispettati. Chiedo a tutti voi, chiedo ai vostri capi, di riprendere con rinnovato impegno ad operare per questi obiettivi. In particolare, chiedo alla Comunità internazionale di usare della sua influenza in favore di una soluzione. Credo e confido che tramite un onesto e perseverante dialogo, con pieno rispetto delle aspettative di giustizia, si possa raggiungere in queste terre una pace durevole.
E’ mia ardente speranza che i gravi problemi riguardanti la sicurezza in Israele e nei Territori Palestinesi vengano presto decisamente alleggeriti così da permettere una maggiore libertà di movimento, con speciale riguardo per i contatti tra familiari e per l’accesso ai luoghi santi. I Palestinesi, così come ogni altra persona, hanno un naturale diritto a sposarsi, a formarsi una famiglia e avere accesso al lavoro, all’educazione e all’assistenza sanitaria. Prego anche perché, con l’assistenza della Comunità internazionale, il lavoro di ricostruzione possa procedere rapidamente dovunque case, scuole od ospedali siano stati danneggiati o distrutti, specialmente durante il recente conflitto in Gaza. Questo è essenziale affinché il popolo di questa terra possa vivere in condizioni che favoriscano pace durevole e benessere. Una stabile infrastruttura offrirà ai vostri giovani opportunità migliori per acquisire valide specializzazioni e per ottenere impieghi remunerativi, abilitandoli a svolgere la loro parte nella promozione della vita delle vostre comunità. Rivolgo questo appello ai tanti giovani presenti oggi nei Territori Palestinesi: non permettete che le perdite di vite e le distruzioni, delle quali siete stati testimoni suscitino amarezze o risentimento nei vostri cuori. Abbiate il coraggio di resistere ad ogni tentazione che possiate provare di ricorrere ad atti di violenza o di terrorismo. Al contrario, fate in modo che quanto avete sperimentato rinnovi la vostra determinazione a costruire la pace. Fate in modo che ciò vi riempia di un profondo desiderio di offrire un durevole contributo per il futuro della Palestina, così che essa possa avere il suo giusto posto nello scenario del mondo. Che ciò ispiri in voi sentimenti di compassione per tutti coloro che soffrono, impegno per la riconciliazione ed una ferma fiducia nella possibilità di un più luminoso futuro.
Signor Presidente, cari amici riuniti qui a Betlemme, invoco su tutto il popolo Palestinese le benedizioni e la protezione del nostro Padre celeste, ed elevo la fervida preghiera che il canto degli angeli risuonato in questo luogo si compia: "pace sulla terra agli uomini di buona volontà". Grazie. E Dio sia con voi.
[00726-01.01] [Testo originale: Inglese]
Al termine della Cerimonia di benvenuto, il Santo Padre si reca in auto alla "Manger Square" di Bethlehem.
[B0330-XX.02]