● CERIMONIA DI BENVENUTO IN GIORDANIA ALL’AEROPORTO QUEEN ALIA DI AMMAN
DISCORSO DEL SANTO PADRE
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
All’arrivo all’aeroporto Queen Alia di Amman, alle ore14.30, il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dalle Loro Maestà il Re di Giordania, Abdallah II Bin Al-Hussein, e la Regina Rania. Sono presenti Autorità politiche e civili, i membri della Famiglia Reale, il Corpo Diplomatico, gli Ordinari di Terra Santa, i Patriarchi e Vescovi e una rappresentanza di fedeli.
Dopo il saluto di Sua Maestà il Re di Giordania, il Papa pronuncia il discorso che riportiamo di seguito:
DISCORSO DEL SANTO PADRE
Your Majesties,
Your Excellencies,
Dear Brother Bishops,
Dear Friends,
It is with joy that I greet all of you here present, as I begin my first visit to the Middle East since my election to the Apostolic See, and I am pleased to set foot upon the soil of the Hashemite Kingdom of Jordan, a land so rich in history, home to so many ancient civilizations, and deeply imbued with religious significance for Jews, Christians and Muslims. I thank His Majesty King Abdullah II for his kind words of welcome, and I offer my particular congratulations in this year that marks the tenth anniversary of his accession to the throne. In greeting His Majesty, I extend heartfelt good wishes to all members of the Royal Family and the Government, and to all the people of the Kingdom. I greet His Beatitude Fouad Twal and His Beatitude Theophilus III and also other Patriarchs and Bishops here present, especially those with pastoral responsibilities in Jordan. I look forward to celebrating the liturgy at Saint George’s Cathedral tomorrow evening and at the International Stadium on Sunday together with you, dear Bishops, and so many of the faithful entrusted to your care.
I come to Jordan as a pilgrim, to venerate holy places that have played such an important part in some of the key events of Biblical history. At Mount Nebo, Moses led his people to within sight of the land that would become their home, and here he died and was laid to rest. At Bethany beyond the Jordan, John the Baptist preached and bore witness to Jesus, whom he baptized in the waters of the river that gives this land its name. In the coming days I shall visit both these holy places, and I shall have the joy of blessing the foundation stones of churches that are to be built at the traditional site of the Lord’s Baptism. The opportunity that Jordan’s Catholic community enjoys to build public places of worship is a sign of this country’s respect for religion, and on their behalf I want to say how much this openness is appreciated. Religious freedom is, of course, a fundamental human right, and it is my fervent hope and prayer that respect for all the inalienable rights and the dignity of every man and woman will come to be increasingly affirmed and defended, not only throughout the Middle East, but in every part of the world.
My visit to Jordan gives me a welcome opportunity to speak of my deep respect for the Muslim community, and to pay tribute to the leadership shown by His Majesty the King in promoting a better understanding of the virtues proclaimed by Islam. Now that some years have passed since the publication of the Amman Message and the Amman Interfaith Message, we can say that these worthy initiatives have achieved much good in furthering an alliance of civilizations between the West and the Muslim world, confounding the predictions of those who consider violence and conflict inevitable. Indeed the Kingdom of Jordan has long been at the forefront of initiatives to promote peace in the Middle East and throughout the world, encouraging inter-religious dialogue, supporting efforts to find a just solution to the Israeli-Palestinian conflict, welcoming refugees from neighboring Iraq, and seeking to curb extremism. I cannot let this opportunity pass without calling to mind the pioneering efforts for peace in the region made by the late King Hussein. How fitting that my meeting tomorrow with Muslim religious leaders, the diplomatic corps and University rectors should take place in the mosque that bears his name. May his commitment to the resolution of the region’s conflicts continue to bear fruit in efforts to promote lasting peace and true justice for all who live in the Middle East.
Dear Friends, at the Seminar held in Rome last autumn by the Catholic-Muslim Forum, the participants examined the central role played in our respective religious traditions by the commandment of love. I hope very much that this visit, and indeed all the initiatives designed to foster good relations between Christians and Muslims, will help us to grow in love for the Almighty and Merciful God, and in fraternal love for one another. Thank you for your welcome. Thank you for your attention. May God grant Your Majesties happiness and long life! May he bless Jordan with prosperity and peace!
[00708-02.01] [Original text: English]
TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
Maestà,
Eccellenze,
Cari Fratelli Vescovi,
Cari Amici,
è con gioia che saluto tutti voi qui presenti, mentre inizio la mia prima visita in Medio Oriente dalla mia elezione alla Sede Apostolica, e sono lieto di posare i piedi sul suolo del Regno Ascemita di Giordania, una terra tanto ricca di storia, patria di così numerose antiche civiltà, e profondamente intrisa di significato religioso per Ebrei, Cristiani e Musulmani. Ringrazio Sua Maestà il re Abdullah II per le sue cortesi parole di benvenuto e Gli porgo le mie particolari congratulazioni in questo anno che segna il decimo anniversario della sua ascesa al trono. Nel salutare Sua Maestà, estendo di cuore i migliori auguri a tutti i membri della Famiglia Reale e del Governo, e a tutto il popolo del Regno. Saluto Sua Beatitudine Fouad Twal e Sua Beatitudine Theophilo III ed anche gli altri Patriarchi e Vescovi qui presenti, specialmente quelli con responsabilità pastorali in Giordania. Mi dispongo con gioia a celebrare la liturgia nella Cattedrale di San Giorgio domani sera e nello Stadio Internazionale domenica insieme con Voi, cari Vescovi, e con così numerosi fedeli affidati alla vostra cura pastorale.
Sono venuto in Giordania come pellegrino, per venerare i luoghi santi che hanno giocato una così importante parte in alcuni degli eventi chiave della storia Biblica. Sul Monte Nebo, Mosè condusse la sua gente per gettare lo sguardo entro la terra che sarebbe diventata la loro casa, e qui morì e fu sepolto. A Betania al di là del Giordano, Giovanni Battista predicò e rese testimonianza a Gesù, che egli stesso battezzò nelle acque del fiume che dà a questa terra il nome. Nei prossimi giorni visiterò entrambi questi luoghi santi e avrò la gioia di benedire le prime pietre delle chiese che saranno costruite sul luogo tradizionale del Battesimo del Signore. La possibilità che la comunità cattolica di Giordania possa edificare pubblici luoghi di culto è un segno del rispetto di questo Paese per la religione e a nome dei Cattolici desidero esprimere quanto sia apprezzata questa apertura. La libertà religiosa è certamente un diritto umano fondamentale ed è mia fervida speranza e preghiera che il rispetto per tutti i diritti inalienabili e la dignità di ogni uomo e di ogni donna giunga ad essere sempre più affermato e difeso, non solo nel Medio Oriente, ma in ogni parte del mondo.
La mia visita in Giordania mi offre la gradita opportunità di esprimere il mio profondo rispetto per la comunità Musulmana e di rendere omaggio al ruolo di guida svolto da Sua Maestà il Re nel promuovere una migliore comprensione delle virtù proclamate dall’Islam. Ora che sono passati alcuni anni dalla pubblicazione del Messaggio di Amman e del Messaggio Interreligioso di Amman, possiamo dire che queste nobili iniziative hanno ottenuto buoni risultati nel favorire un’alleanza di civiltà tra il mondo Occidentale e quello Musulmano, smentendo le predizioni di coloro che considerano inevitabili la violenza e il conflitto. In effetti, il Regno di Giordania è da tempo in prima linea nelle iniziative volte a promuovere la pace nel Medio Oriente e nel mondo, incoraggiando il dialogo inter-religioso, sostenendo gli sforzi per trovare una giusta soluzione al conflitto Israeliano-Palestinese, accogliendo i rifugiati dal vicino Iraq, e cercando di tenere a freno l’estremismo. Non posso lasciare passare questa opportunità senza richiamare alla mente gli sforzi d’avanguardia a favore della pace nella regione fatti dal precedente re Hussein. Come appare opportuno che il mio incontro di domani con i leader religiosi musulmani, il corpo diplomatico e i rettori dell’Università abbia luogo nella moschea che porta il suo nome. Possa il suo impegno per la soluzione dei conflitti della regione continuare a portar frutto nello sforzo di promuovere una pace durevole e una vera giustizia per tutti coloro che vivono nel Medio Oriente.
Cari Amici, nel Seminario tenutosi a Roma lo scorso autunno presso il Foro Cattolico-Musulmano, i partecipanti hanno esaminato il ruolo centrale svolto, nelle nostre rispettive tradizioni religiose, dal comandamento dell’amore. Spero vivamente che questa visita e in realtà tutte le iniziative programmate per promuovere buone relazioni tra Cristiani e Musulmani, possano aiutarci a crescere nell’amore verso Dio Onnipotente e Misericordioso, come anche nel fraterno amore vicendevole. Grazie per la vostra accoglienza, Grazie per la vostra cortesia. Che Dio conceda alle loro Maestà felicità e lunga vita! Che Egli benedica la Giordania con la prosperità e la pace!
[00708-01.01] [Testo originale: Inglese]
[B0307-XX.02]