L’UDIENZA GENERALE ● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
● MESSAGGIO ALLE POPOLAZIONI GIORDANE, ISRAELIANE E PALESTINESI
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del Medioevo, si è soffermato su San Giovanni Damasceno.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi ha indirizzato uno speciale Messaggio alle popolazioni Giordane, Israeliane e Palestinesi, alla vigilia del Suo pellegrinaggio in Terra Santa.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
vorrei parlare oggi di Giovanni Damasceno, un personaggio di prima grandezza nella storia della teologia bizantina, un grande dottore nella storia della Chiesa universale. Egli è soprattutto un testimone oculare del trapasso dalla cultura cristiana greca e siriaca, condivisa dalla parte orientale dell’Impero bizantino, alla cultura dell’Islàm, che si fa spazio con le sue conquiste militari nel territorio riconosciuto abitualmente come Medio o Vicino Oriente. Giovanni, nato in una ricca famiglia cristiana, giovane ancora assunse la carica – rivestita forse già dal padre - di responsabile economico del califfato. Ben presto, però, insoddisfatto della vita di corte, maturò la scelta monastica, entrando nel monastero di san Saba, vicino a Gerusalemme. Si era intorno all’anno 700. Non allontanandosi mai dal monastero, si dedicò con tutte le sue forze all’ascesi e all’attività letteraria, non disdegnando una certa attività pastorale, di cui danno testimonianza soprattutto le sue numerose Omelie. La sua memoria liturgica è celebrata il 4 Dicembre. Papa Leone XIII lo proclamò Dottore della Chiesa universale nel 1890.
Di lui si ricordano in Oriente soprattutto i tre Discorsi contro coloro che calunniano le sante immagini, che furono condannati, dopo la sua morte, dal Concilio iconoclasta di Hieria (754). Questi discorsi, però, furono anche il motivo fondamentale della sua riabilitazione e canonizzazione da parte dei Padri ortodossi convocati nel II Concilio di Nicea (787), settimo ecumenico. In questi testi è possibile rintracciare i primi importanti tentativi teologici di legittimazione della venerazione delle immagini sacre, collegando queste al mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel seno della Vergine Maria.
Giovanni Damasceno fu inoltre tra i primi a distinguere, nel culto pubblico e privato dei cristiani, fra adorazione (latreia) e venerazione (proskynesis): la prima si può rivolgere soltanto a Dio, sommamente spirituale, la seconda invece può utilizzare un’immagine per rivolgersi a colui che viene rappresentato nell’immagine stessa. Ovviamente, il Santo non può in nessun caso essere identificato con la materia di cui l’icona è composta. Questa distinzione si rivelò subito molto importante per rispondere in modo cristiano a coloro che pretendevano come universale e perenne l’osservanza del divieto severo dell’Antico Testamento sull’utilizzazione cultuale delle immagini. Questa era la grande discussione anche nel mondo islamico, che accetta questa tradizione ebraica della esclusione totale di immagini nel culto. Invece i cristiani, in questo contesto, hanno discusso del problema e trovato la giustificazione per la venerazione delle immagini. Scrive il Damasceno: "In altri tempi Dio non era mai stato rappresentato in immagine, essendo incorporeo e senza volto. Ma poiché ora Dio è stato visto nella carne ed è vissuto tra gli uomini, io rappresento ciò che è visibile in Dio. Io non venero la materia, ma il creatore della materia, che si è fatto materia per me e si è degnato abitare nella materia e operare la mia salvezza attraverso la materia. Io non cesserò perciò di venerare la materia attraverso la quale mi è giunta la salvezza. Ma non la venero assolutamente come Dio! Come potrebbe essere Dio ciò che ha ricevuto l’esistenza a partire dal non essere?…Ma io venero e rispetto anche tutto il resto della materia che mi ha procurato la salvezza, in quanto piena di energie e di grazie sante. Non è forse materia il legno della croce tre volte beata?... E l’inchiostro e il libro santissimo dei Vangeli non sono materia? L’altare salvifico che ci dispensa il pane di vita non è materia?... E, prima di ogni altra cosa, non sono materia la carne e il sangue del mio Signore? O devi sopprimere il carattere sacro di tutto questo, o devi concedere alla tradizione della Chiesa la venerazione delle immagini di Dio e quella degli amici di Dio che sono santificati dal nome che portano, e che per questa ragione sono abitati dalla grazia dello Spirito Santo. Non offendere dunque la materia: essa non è spregevole, perché niente di ciò che Dio ha fatto è spregevole" (Contra imaginum calumniatores, I, 16, ed. Kotter, pp. 89-90). Vediamo che, a causa dell’incarnazione, la materia appare come divinizzata, è vista come abitazione di Dio. Si tratta di una nuova visione del mondo e delle realtà materiali. Dio si è fatto carne e la carne è diventata realmente abitazione di Dio, la cui gloria rifulge nel volto umano di Cristo. Pertanto, le sollecitazioni del Dottore orientale sono ancora oggi di estrema attualità, considerata la grandissima dignità che la materia ha ricevuto nell’Incarnazione, potendo divenire, nella fede, segno e sacramento efficace dell’incontro dell’uomo con Dio. Giovanni Damasceno resta, quindi, un testimone privilegiato del culto delle icone, che giungerà ad essere uno degli aspetti più distintivi della teologia e della spiritualità orientale fino ad oggi. E’ tuttavia una forma di culto che appartiene semplicemente alla fede cristiana, alla fede in quel Dio che si è fatto carne e si è reso visibile. L’insegnamento di san Giovanni Damasceno si inserisce così nella tradizione della Chiesa universale, la cui dottrina sacramentale prevede che elementi materiali presi dalla natura possano diventare tramite di grazia in virtù dell’invocazione (epiclesis) dello Spirito Santo, accompagnata dalla confessione della vera fede.
In collegamento con queste idee di fondo Giovanni Damasceno pone anche la venerazione delle reliquie dei santi, sulla base della convinzione che i santi cristiani, essendo stati resi partecipi della resurrezione di Cristo, non possono essere considerati semplicemente dei ‘morti’. Enumerando, per esempio, coloro le cui reliquie o immagini sono degne di venerazione, Giovanni precisa nel suo terzo discorso in difesa delle immagini: "Anzitutto (veneriamo) coloro fra i quali Dio si è riposato, egli solo santo che si riposa fra i santi (cfr Is 57,15), come la santa Madre di Dio e tutti i santi. Questi sono coloro che, per quanto è possibile, si sono resi simili a Dio con la loro volontà e per l’inabitazione e l’aiuto di Dio, sono detti realmente dèi (cfr Sal 82,6), non per natura, ma per contingenza, così come il ferro arroventato è detto fuoco, non per natura ma per contingenza e per partecipazione del fuoco. Dice infatti: Sarete santi, perché io sono santo (Lv 19,2)" (III, 33, col. 1352 A). Dopo una serie di riferimenti di questo tipo, il Damasceno poteva perciò serenamente dedurre: "Dio, che è buono e superiore ad ogni bontà, non si accontentò della contemplazione di se stesso, ma volle che vi fossero esseri da lui beneficati che potessero divenire partecipi della sua bontà: perciò creò dal nulla tutte le cose, visibili e invisibili, compreso l’uomo, realtà visibile e invisibile. E lo creò pensando e realizzandolo come un essere capace di pensiero (ennoema ergon) arricchito dalla parola (logo[i] sympleroumenon) e orientato verso lo spirito (pneumati teleioumenon)" (II, 2, PG 94, col. 865A). E per chiarire ulteriormente il pensiero, aggiunge: "Bisogna lasciarsi riempire di stupore (thaumazein) da tutte le opere della provvidenza (tes pronoias erga), tutte lodarle e tutte accettarle, superando la tentazione di individuare in esse aspetti che a molti sembrano ingiusti o iniqui (adika), e ammettendo invece che il progetto di Dio (pronoia) va al di là della capacità conoscitiva e comprensiva (agnoston kai akatalepton) dell’uomo, mentre al contrario soltanto Lui conosce i nostri pensieri, le nostre azioni, e perfino il nostro futuro" (II, 29, PG 94, col. 964C). Già Platone, del resto, diceva che tutta la filosofia comincia con lo stupore: anche la nostra fede comincia con lo stupore della creazione, della bellezza di Dio che si fa visibile.
L’ottimismo della contemplazione naturale (physikè theoria), di questo vedere nella creazione visibile il buono, il bello, il vero, questo ottimismo cristiano non è un ottimismo ingenuo: tiene conto della ferita inferta alla natura umana da una libertà di scelta voluta da Dio e utilizzata impropriamente dall’uomo, con tutte le conseguenze di disarmonia diffusa che ne sono derivate. Da qui l’esigenza, percepita chiaramente dal teologo di Damasco, che la natura nella quale si riflette la bontà e la bellezza di Dio, ferite dall anostra colpa, "fosse rinforzata e rinnovata" dalla discesa del Figlio di Dio nella carne, dopo che in molti modi e in diverse occasioni Dio stesso aveva cercato di dimostrare che aveva creato l’uomo perché fosse non solo nell’"essere", ma nel "bene-essere" (cfr La fede ortodossa, II, 1, PG 94, col. 981°). Con trasporto appassionato Giovanni spiega: "Era necessario che la natura fosse rinforzata e rinnovata e, fosse indicata e insegnata concretamente la strada della virtù (didachthenai aretes hodòn), che allontana dalla corruzione e conduce alla vita eterna… Apparve così all’orizzonte della storia il grande mare dell’amore di Dio per l’uomo (philanthropias pelagos)…" E’ una bella espressione. Vediamo, da una parte, la bellezza della creazione e, dall’altra, la distruzione fatta dalla colpa umana. Ma vediamo nel Figlio di Dio, che discende per rinnovare la natura, il mare dell’amore di Dio per l’uomo. Continua Giovanni Damasceno: "Egli stesso, il Creatore e il Signore, lottò per la sua creatura trasmettendole con l’esempio il suo insegnamento… E così il Figlio di Dio, pur sussistendo nella forma di Dio, abbassò i cieli e discese… presso i suoi servi… compiendo la cosa più nuova di tutte, l’unica cosa davvero nuova sotto il sole, attraverso cui si manifestò di fatto l’infinita potenza di Dio" (III, 1. PG 94, coll. 981C-984B).
Possiamo immaginare il conforto e la gioia che diffondevano nel cuore dei fedeli queste parole ricche di immagini tanto affascinanti. Le ascoltiamo anche noi, oggi, condividendo gli stessi sentimenti dei cristiani di allora: Dio vuole riposare in noi, vuole rinnovare la natura anche tramite la nostra conversione, vuol farci partecipi della sua divinità. Che il Signore ci aiuti a fare di queste parole sostanza della nostra vita.
[00695-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Jean Damascène est un personnage de premier plan dans l’histoire de la théologie byzantine. Né dans une riche famille chrétienne, il assume encore jeune la charge de responsable économique du califat. Mais, vite insatisfait de la vie de cour, vers l’an 700, il entre au monastère de saint Saba, près de Jérusalem, où il se consacrera à l’ascèse et à l’activité littéraire. Ses nombreuses Homélies gardent le témoignage de son activité pastorale. En Orient, on se souvient de ses Discours pour légitimer la vénération des images sacrées, les reliant au mystère de l’Incarnation du Fils de Dieu dans le sein de la Vierge Marie. Jean Damascène fut l’un des premiers à faire la distinction dans le culte chrétien entre ‘l’adoration’, qui s’adresse seulement à Dieu et ‘la vénération’ qui peut être utilisée pour s’adresser à la personne représentée par une image. Cette distinction se révéla très importante pour répondre à ceux qui prétendaient universel et éternel l’interdit sévère de l’Ancien Testament d’utiliser des images dans le culte. Jean Damascène demeure un témoin privilégié du culte des icônes qui est un aspect distinctif de la théologie et de la spiritualité orientale jusqu’à aujourd’hui. Il admit aussi la vénération des reliques des saints, sur la base de la conviction que les saints, rendus participants de la résurrection du Christ, ne peuvent être considérés simplement comme des ‘morts’.
J’accueille avec plaisir les pèlerins de langue française. Je salue en particulier les pèlerins du diocèse de Bâle ainsi que les jeunes de Malines et de Buzançais ainsi que ceux de l’École internationale de formation et d’évangélisation de Paray-le-Monial. En ce temps pascal, je vous invite à entrer dans une relation toujours plus intime avec le Christ qui est vivant dans notre monde. Que Dieu vous bénisse !
[00696-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
Saint John Damascene was a towering figure in the history of Eastern theology. He was born into a wealthy Christian family at a time when his native Syria was already under Arab rule. He left a promising career in government in order to enter monastic life. His best-known works are his Discourses against the Iconoclasts, which offer an important contribution to the proper theological understanding of the veneration of sacred images. Saint John Damascene was among the first to distinguish between adoration, which is due to God alone, and veneration, which can rightly be given to an image in order to assist the Christian to contemplate him whom the image represents. It is true that in the Old Testament, divine images were strictly forbidden. But now that God has become incarnate and has assumed visible, material form in Jesus, matter has received a new dignity. The wood of the Cross, the book of the Gospels, the altar of sacrifice: all have been used by God to bring about our salvation. Matter now serves as a sign and sacrament of our encounter with God. When we participate in the sacraments, when we venerate icons, if we do so in faith and in the power of the Holy Spirit, they truly become a means of grace. Despite human sinfulness, God has chosen to dwell within men and women, making them holy, making them sharers in his infinite goodness and holiness. Let us welcome him with joy into our hearts.
I am pleased to welcome all the English-speaking pilgrims and visitors here today, including a group of Felician Sisters serving in health care administration. Upon all of you, and upon your families and loved ones, I invoke God’s blessings of joy and peace.
[00697-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
In der heutigen Katechese wollen wir uns mit einem bedeutenden geistlichen Autor des Orients, dem heiligen Johannes von Damaskus, befassen, der auch Augenzeuge der Umwandlung des christlichen Kulturkreises seiner Heimat durch den Islam wurde. Johannes stammte aus einer vornehmen christlichen Familie. Wie sein Vater war er zunächst im Dienst des Kalifen tätig. Um das Jahr 700 zog er sich aus dem öffentlichen Leben zurück und trat in das Kloster Mar Saba bei Jerusalem ein. Hier widmete er sich ganz der Askese und der Abfassung geistlicher Werke. Die zahlreichen erhaltenen Predigten weisen darauf hin, daß er auch seelsorglich tätig war. In der theologischen Kontroverse seiner Zeit, ob man sich von Gott ein Bild machen dürfe, verteidigte Johannes die Verehrung der Ikonen. Zur Begründung sagte er, daß der Gläubige ja nicht die Materie verehrt, sondern den Schöpfer aller Dinge, der für uns Mensch geworden ist und das Heil durch die Materie wirken will. In der Inkarnation erhält die Materie einen hohen Wert und wird sogar Zeichen und Sakrament der Begegnung des Menschen mit Gott. In ähnlicher Weise erklärte Johannes die Verehrung der Reliquien. Da die Heiligen an der Auferstehung Christi teilhaben, können sie nicht einfach als Tote betrachtet werden. Ähnlich wie das glühende Eisen, das nicht das Feuer selbst ist, aber doch zum Teil seine Eigenschaften übernommen hat, sind die Heiligen vom göttlichen Leben durchdrungen. Johannes, der sich auch als Dichter von geistlichen Liedern einen Namen machte, starb hochbetagt vor dem Jahr 754.
Einen herzlichen Gruß richte ich an alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Besonders grüße ich heute die Freunde aus der Schweiz, die zur Vereidigung der neuen Schweizergardisten nach Rom gekommen sind. Der heilige Johannes von Damaskus helfe uns, Gott in den Dingen der Welt zu ehren und die Menschen zu lieben. Euch allen wünsche ich Gottes reichen Segen!
[00698-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
San Juan Damasceno, figura importante en la teología bizantina, fue, sobre todo, testigo ocular del tránsito de la cultura cristiana griega y siria, característica de la parte oriental del Imperio bizantino, al mundo islámico, que se abría paso a través de conquistas militares en el territorio que hoy se conoce como Medio y Cercano Oriente. San Juan Damasceno nació en una rica familia cristiana y, siendo joven, se ocupó de las finanzas del califato. No satisfecho de ese tipo de vida, en torno al año setecientos, ingresó en el monasterio de San Saba, cerca de Jerusalén. Allí se dedicó con todas sus fuerzas a la ascesis y a la literatura, así como a la actividad pastoral, como se puede ver por las numerosas homilías que conservamos de él. El Papa León Trece lo proclamó doctor de la Iglesia universal en mil ochocientos noventa. San Juan Damasceno es recordado, entre otras cosas, por sus tres discursos contra los que calumnian las santas imágenes, en los que aparecen los primeros intentos de legitimar la veneración de las imágenes sagradas, vinculándolas con el misterio de la encarnación del Hijo de Dios en el seno de la Virgen María. Insistió también en su magisterio en la veneración de las reliquias de los santos.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los participantes en el vigésimo segundo curso de actualización sacerdotal organizado por el Pontificio Colegio Español de San José de Roma, así como a los demás grupos procedentes de España, México, Ecuador, Argentina y otros países latinoamericanos. Que, animados por la intercesión y la presencia alentadora de los santos, demos testimonio del Evangelio de palabra y con la propia vida. Muchas gracias.
[00699-04.01] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua portoghese
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua ceca
○ Saluto in lingua slovacca
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua portoghese
Queridos peregrinos de língua portuguesa, com menção especial dos grupos de Portugal e do Brasil, sede bem-vindos! Esta peregrinação ao túmulo dos Santos Apóstolos Pedro e Paulo fortaleça, nos vossos corações, o sentir e o viver em Igreja sob o terno olhar da Virgem Mãe. Com Ela aprendei a ler os sinais de Deus na história e na vossa vida, para serdes construtores duma humanidade nova. De bom grado, confirmo estes votos com a minha Bênção para vós e vossas famílias.
[00700-06.01] [Texto original: Português]
○ Saluto in lingua polacca
Witam pielgrzymów polskich. Pojutrze przypada uroczystość głównego patrona waszej Ojczyzny, a szczególnie Krakowa – świętego Stanisława, biskupa i męczennika. Broniąc wartości ewangelicznych, przelał krew męczeńską. Wspominając go, bądźmy wierni zasadom, które wskazywał. Polecając waszej modlitwie moją podróż do Ziemi Świętej, z serca wszystkim błogosławię.
[Saluto i pellegrini polacchi. Dopodomani ricorre la solennità del principale patrono della Polonia e in modo particolare di Cracovia – San Stanislao, vescovo e martire. Difendendo i valori evangelici non ha esitato a versare il suo sangue nel martirio. Ricordandolo, rimaniamo fedeli ai valori che ci additato con il suo esempio. Affidando alla vostra preghiera il mio viaggio in Terra Santa, vi benedico tutti di cuore.]
[00701-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua ceca
Vítám poutníky z Velehradu!
Dnes se slaví svátek svatého Jana Sarkandra. Tento kněz dokázal žít velikonočním tajemstvím: Spasitel byl pro něho sílou i v mučednické smrti. Nechť i vy čerpáte sílu z Kristova kříže a zmrtvýchvstání. Z celého srdce vám žehnám. Chvála Kristu!
[Do il mio benvenuto ai pellegrini di Velehrad!
Oggi si celebra la festa di San Giovanni Sarkander. Questo Sacerdote seppe vivere del Mistero Pasquale: il Salvatore fu per lui forza anche nel martirio. Possiate anche voi trarre forza dalla Croce di Cristo e dalla Risurrezione. Vi benedico di cuore! Sia lodato Gesù Cristo!]
[00702-AA.01] [Testo originale: Ceco]
○ Saluto in lingua slovacca
S láskou vítam pútnikov z Košíc, Bratislavy, Martina, Nitry-Klokočiny, Závodu ako aj z Trnavskej univerzity, Základnej školy svätého Cyrila a Metoda a Gymnázia svätého Mikuláša zo Starej Ľubovne.
Bratia a sestry, minulú nedeľu sme slávili Deň modlitby za duchovné povolania. Proste Krista - Dobrého Pastiera, aby stále posielal nových pracovníkov do svojej služby. Zo srdca žehnám vás i vašich drahých. Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini provenienti da Košice, Bratislava, Martin, Nitra-Klokočina, Závod come pure dall’Università di Trnava, dalla Scuola elementare dei Santi Cirillo e Metodio e dal Ginnasio di San Nicola di Stará Ľubovňa.
Fratelli e sorelle, domenica scorsa abbiamo celebrato la Giornata di preghiera per le Vocazioni. Domandate a Cristo – Buon Pastore di mandare sempre nuovi operai al suo servizio. Di cuore benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]
[00703-AA.01] [Testo originale: Slovacco]ù
○ Saluto in lingua croata
S velikom uskrsnom radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike! Svakodnevni susret i hod sa živim Gospodinom na putu života, neka vam srca ispuni nadom kako bi oduševljeno svjedočili svoju vjeru i naviještali silna Božja djela! Hvaljen Isus i Marija!
[Con grande gioia pasquale saluto i pellegrini croati! L’incontro quotidiano e il cammino con il Signore vivo sul sentiero della vita, riempia i vostri cuori affinché con entusiasmo possiate testimoniare la fede e proclamare le grandi opere di Dio. Siano lodati Gesù e Maria!]
[00704-AA.01] [Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Missionarie Clarisse del Santissimo Sacramento che partecipano al loro Capitolo generale, come pure le Religiose di diverse Congregazioni convenute a Roma per un incontro formativo promosso dall’USMI. Care Sorelle, vi assicuro la mia preghiera perché lo Spirito del Risorto vi aiuti a discernere i segni dei tempi, così da testimoniare il Vangelo con fedeltà e gioia. Saluto con affetto il gruppo degli Alpini ed auguro loro di seguire gli eroici esempi di vita cristiana dei fedeli discepoli di Cristo, appartenenti al Corpo degli Alpini, tra i quali mi piace ricordare il Venerabile don Carlo Gnocchi e il Servo di Dio Teresio Olivelli. Un particolare pensiero dirigo ai numerosi Medici cattolici presenti all’Udienza. Cari amici, la vostra opera, che si pone al servizio dell’essere umano dal suo concepimento fino al suo termine naturale, sia sempre eloquente testimonianza di solidarietà umana e cristiana. Proseguite pertanto con generosità nel vostro prezioso servizio alla vita, valore fondamentale nel quale si rispecchiano la sapienza e l’amore di Dio. Il vostro lavoro sia arricchito ogni giorno di profondo spirito di fede e animato da fedeltà e coerenza con i principi che debbono ispirare l’attività di ogni medico.
Desidero, infine, rivolgermi ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Da pochi giorni è iniziato il mese di maggio, che il popolo cristiano dedica in modo speciale alla Madre del Signore. Cari giovani, vi invito a porvi alla scuola di Maria per imparare ad amare Dio sopra ogni cosa ed essere sempre pronti a compiere la sua volontà. La contemplazione della Madonna Addolorata aiuti voi, cari ammalati, a guardare con fede al mistero del dolore, cogliendo il valore salvifico nascosto in ogni croce. Affido voi, cari sposi novelli, alla materna protezione della Vergine, perché possiate vivere nella vostra famiglia il clima di preghiera e di amore della casa di Nazaret.
[00705-01.01] [Testo originale: Italiano]
● MESSAGGIO ALLE POPOLAZIONI GIORDANE, ISRAELIANE E PALESTINESI
Come sapete, dopodomani partirò per la Terra Santa. Perciò rivolgo ora uno speciale messaggio alle popolazioni Giordane, Israeliane e Palestinesi.
My dear friends, this Friday I leave Rome for my Apostolic Visit to Jordan, Israel and the Palestinian Territories. I wish this morning to take the opportunity through this radio and television broadcast to greet all the peoples of those lands. I am eagerly looking forward to being with you and to sharing with you your aspirations and hopes as well as your pains and struggles. I will be coming among you as a pilgrim of peace. My primary intention is to visit the places made holy by the life of Jesus, and, to pray at them for the gift of peace and unity for your families, and all those for whom the Holy Land and the Middle East is home. Among the many religious and civic gatherings which will take place over the course of the week, will be meetings with representatives from the Muslim and Jewish communities with whom great strides have been made in dialogue and cultural exchange. In a special way I warmly greet the Catholics of the region and ask you to join me in praying that the visit will bear much fruit for the spiritual and civic life of all who dwell in the Holy Land. May we all praise God for his goodness. May we all be people of hope. May we all be steadfast in our desire and efforts for peace.
[00706-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]
[B0300-XX.01]