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L’UDIENZA GENERALE, 22.04.2009


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI IN DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, riprendendo il ciclo di catechesi sui grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del Medioevo, si è soffermato su Ambrogio Autperto.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

la Chiesa vive nelle persone e chi vuol conoscere la Chiesa, comprendere il suo mistero, deve considerare le persone che hanno vissuto e vivono il suo messaggio, il suo mistero. Perciò parlo da tanto tempo nelle catechesi del mercoledì di persone dalle quali possiamo imparare che cosa sia la Chiesa. Abbiamo cominciato con gli Apostoli e i Padri della Chiesa e siamo pian piano giunti fino all’VIII secolo, il periodo di Carlo Magno. Oggi vorrei parlare di Ambrogio Autperto, un autore piuttosto sconosciuto: le sue opere infatti erano state attribuite in gran parte ad altri personaggi più noti, da sant’Ambrogio di Milano a sant’Ildefonso, senza parlare di quelle che i monaci di Montecassino hanno ritenuto di dover rivendicare alla penna di un loro abate omonimo, vissuto quasi un secolo più tardi. A prescindere da qualche breve cenno autobiografico inserito nel suo grande commento all’Apocalisse, abbiamo poche notizie certe sulla sua vita. L’attenta lettura delle opere di cui via via la critica gli riconosce la paternità consente però di scoprire nel suo insegnamento un tesoro teologico e spirituale prezioso anche per i nostri tempi.

Nato in Provenza, da distinta famiglia, Ambrogio Autperto – secondo il suo tardivo biografo Giovanni – fu alla corte del re franco Pipino il Breve ove, oltre all’incarico di ufficiale, svolse in qualche modo anche quello di precettore del futuro imperatore Carlo Magno. Probabilmente al seguito di Papa Stefano II, che nel 753-54 si era recato alla corte franca, Autperto venne in Italia ed ebbe modo di visitare la famosa abbazia benedettina di san Vincenzo, alle sorgenti del Volturno, nel ducato di Benevento. Fondata all’inizio di quel secolo dai tre fratelli beneventani Paldone, Tatone e Tasone, l’abbazia era conosciuta come oasi di cultura classica e cristiana. Poco dopo la sua visita, Ambrogio Autperto decise di abbracciare la vita religiosa ed entrò in quel monastero, dove poté formarsi in modo adeguato, soprattutto nel campo della teologia e della spiritualità, secondo la tradizione dei Padri. Intorno all’anno 761 venne ordinato sacerdote e il 4 ottobre del 777 fu eletto abate col sostegno dei monaci franchi, mentre gli erano contrari quelli longobardi, favorevoli al longobardo Potone. La tensione a sfondo nazionalistico non si acquietò nei mesi successivi, con la conseguenza che Autperto l’anno dopo, nel 778, pensò di dare le dimissioni e di riparare con alcuni monaci franchi a Spoleto, dove poteva contare sulla protezione di Carlo Magno. Con ciò, tuttavia, il dissidio nel monastero di S. Vincenzo non venne appianato, e qualche anno dopo, quando alla morte dell’abate succeduto ad Autperto fu eletto proprio Potone (a. 782), il contrasto tornò a divampare e si giunse alla denuncia del nuovo abate presso Carlo Magno. Questi rinviò i contendenti al tribunale del Pontefice, il quale li convocò a Roma. Chiamò anche come testimone Autperto che, però, durante il viaggio morì improvvisamente, forse ucciso, il 30 gennaio 784.

Ambrogio Autperto fu monaco ed abate in un’epoca segnata da forti tensioni politiche, che si ripercuotevano anche sulla vita all’interno dei monasteri. Di ciò abbiamo echi frequenti e preoccupati nei suoi scritti. Egli denuncia, ad esempio, la contraddizione tra la splendida apparenza esterna dei monasteri e la tiepidezza dei monaci: sicuramente con questa critica aveva di mira anche la sua stessa abbazia. Per essa scrisse la Vita dei tre fondatori con la chiara intenzione di offrire alla nuova generazione di monaci un termine di riferimento con cui confrontarsi. Uno scopo simile perseguiva anche il piccolo trattato ascetico Conflictus vitiorum et virtutum ("Conflitto tra i vizi e le virtù"), che ebbe grande successo nel Medioevo e fu pubblicato nel 1473 a Utrecht sotto il nome di Gregorio Magno e un anno dopo a Strasburgo sotto quello di sant’Agostino. In esso Ambrogio Autperto intende ammaestrare i monaci in modo concreto sul come affrontare il combattimento spirituale giorno per giorno. In modo significativo egli applica l’affermazione di 2 Tim 3,12: "Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno perseguitati" non più alla persecuzione esterna, ma all’assalto che il cristiano deve affrontare dentro di sé da parte delle forze del male. Vengono presentate in una specie di disputa 24 coppie di combattenti: ogni vizio cerca di adescare l’anima con sottili ragionamenti, mentre la rispettiva virtù ribatte tali insinuazioni servendosi preferibilmente di parole della Scrittura.

In questo trattato sul conflitto tra vizi e virtù, Autperto contrappone alla cupiditas (la cupidigia) il contemptus mundi (il disprezzo del mondo), che diventa una figura importante nella spiritualità dei monaci. Questo disprezzo del mondo non è un disprezzo del creato, della bellezza e della bontà della creazione e del Creatore, ma un disprezzo della falsa visione del mondo presentataci e insinuataci proprio dalla cupidigia. Essa ci insinua che "avere" sarebbe il sommo valore del nostro essere, del nostro vivere nel mondo apparendo come importanti. E così falsifica la creazione del mondo e distrugge il mondo. Autperto osserva poi che l’avidità di guadagno dei ricchi e dei potenti nella società del suo tempo esiste anche nell’interno delle anime dei monaci e scrive perciò un trattato intitolato De cupiditate, in cui, con l’apostolo Paolo, denuncia fin dall’inizio la cupidigia come la radice di tutti i mali. Scrive: "Dal suolo della terra diverse spine acute spuntano da varie radici; nel cuore dell’uomo, invece, le punture di tutti i vizi provengono da un’unica radice, la cupidigia" (De cupiditate 1: CCCM 27B, p. 963). Rilievo, questo, che alla luce della presente crisi economica mondiale, rivela tutta la sua attualità. Vediamo che proprio da questa radice della cupidigia tale crisi è nata. Ambrogio immagina l’obiezione che i ricchi e i potenti potrebbero sollevare dicendo: ma noi non siamo monaci, per noi certe esigenze ascetiche non valgono. E lui risponde: "È vero ciò che dite, ma anche per voi, nella maniera del vostro ceto e secondo la misura delle vostre forze, vale la via ripida e stretta, perché il Signore ha proposto solo due porte e due vie (cioè la porta stretta e quella larga, la via ripida e quella comoda); non ha indicato una terza porta ed una terza via" (l. c., p. 978). Egli vede chiaramente che i modi di vivere sono molto diversi. Ma anche per l’uomo in questo mondo, anche per il ricco vale il dovere di combattere contro la cupidigia, contro la voglia di possedere, di apparire, contro il concetto falso di libertà come facoltà di disporre di tutto secondo il proprio arbitrio. Anche il ricco deve trovare l’autentica strada della verità, dell’amore e così della retta vita. Quindi Autperto, da prudente pastore d’anime, sa poi dire, alla fine della sua predica penitenziale, una parola di conforto: "Ho parlato non contro gli avidi, ma contro l’avidità, non contro la natura, ma contro il vizio" (l. c., p. 981).

L’opera più importante di Ambrogio Autperto è sicuramente il suo commento in dieci libri all’Apocalisse: esso costituisce, dopo secoli, il primo commento ampio nel mondo latino all’ultimo libro della Sacra Scrittura. Quest’opera era frutto di un lavoro pluriennale, svoltosi in due tappe tra il 758 ed il 767, quindi prima della sua elezione ad abate. Nella premessa, egli indica con precisione le sue fonti, cosa assolutamente non normale nel Medioevo. Attraverso la sua fonte forse più significativa, il commento del Vescovo Primasio Adrumetano, redatto intorno alla metà del VI secolo, Autperto entra in contatto con l’interpretazione che dell’Apocalisse aveva lasciato l’africano Ticonio, che era vissuto una generazione prima di sant’Agostino. Non era cattolico; apparteneva alla Chiesa scismatica donatista; era tuttavia un grande teologo. In questo suo commento egli vede soprattutto nell’Apocalisse riflettersi il mistero della Chiesa. Ticonio era giunto alla convinzione che la Chiesa fosse un corpo bipartito: una parte, egli dice, appartiene a Cristo, ma c’è un’altra parte della Chiesa che appartiene al diavolo. Agostino lesse questo commento e ne trasse profitto, ma sottolineò fortemente che la Chiesa è nelle mani di Cristo, rimane il suo Corpo, formando con Lui un solo soggetto, partecipe della mediazione della grazia. Sottolinea perciò che la Chiesa non può mai essere separata da Gesù Cristo. Nella sua lettura dell’Apocalisse, simile a quella di Ticonio, Autperto non s’interessa tanto della seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi, quanto piuttosto delle conseguenze che derivano per la Chiesa del presente dalla sua prima venuta, l’incarnazione nel seno della Vergine Maria. E ci dice una parola molto importante: in realtà Cristo "deve in noi, che siamo il suo Corpo, quotidianamente nascere, morire e risuscitare" (In Apoc. III: CCCM 27, p. 205). Nel contesto della dimensione mistica che investe ogni cristiano, egli guarda a Maria come a modello della Chiesa, modello per tutti noi, perché anche in noi e tra noi deve nascere Cristo. Sulla scorta dei Padri che vedevano nella "donna vestita di sole" di Ap 12,1 l’immagine della Chiesa, Autperto argomenta: "La beata e pia Vergine … quotidianamente partorisce nuovi popoli, dai quali si forma il Corpo generale del Mediatore. Non è quindi sorprendente se colei, nel cui beato seno la Chiesa stessa meritò di essere unita al suo Capo, rappresenta il tipo della Chiesa". In questo senso Autperto vede un ruolo decisivo della Vergine Maria nell’opera della Redenzione (cfr anche le sue omelie In purificatione s. Mariae e In adsumptione s. Mariae). La sua grande venerazione e il suo profondo amore per la Madre di Dio gli ispirano a volte delle formulazioni che in qualche modo anticipano quelle di san Bernardo e della mistica francescana, senza tuttavia deviare verso forme discutibili di sentimentalismo, perché egli non separa mai Maria dal mistero della Chiesa. Con buona ragione quindi Ambrogio Autperto è considerato il primo grande mariologo in Occidente. Alla pietà che, secondo lui, deve liberare l’anima dall’attaccamento ai piaceri terreni e transitori, egli ritiene debba unirsi il profondo studio delle scienze sacre, soprattutto la meditazione delle Sacre Scritture, che qualifica "cielo profondo, abisso insondabile" (In Apoc. IX). Nella bella preghiera con cui conclude il suo commento all’Apocalisse sottolineando la priorità che in ogni ricerca teologica della verità spetta all’amore, egli si rivolge a Dio con queste parole: "Quando da noi sei scrutato intellettualmente, non sei scoperto come veramente sei; quando sei amato, sei raggiunto".

Possiamo vedere oggi in Ambrogio Autperto una personalità vissuta in un tempo di forte strumentalizzazione politica della Chiesa, in cui nazionalismo e tribalismo avevano sfigurato il volto della Chiesa. Ma lui, in mezzo a tutte queste difficoltà che conosciamo anche noi, seppe scoprire il vero volto della Chiesa in Maria, nei Santi. E seppe così capire che cosa vuol dire essere cattolico, essere cristiano, vivere della Parola di Dio, entrare in questo abisso e così vivere il mistero della Madre di Dio: dare di nuovo vita alla Parola di Dio, offrire alla Parola di Dio la propria carne nel tempo presente. E con tutta la sua conoscenza teologica, la profondità della sua scienza, Autperto seppe capire che con la semplice ricerca teologica Dio non può essere conosciuto realmente com’è. Solo l’amore lo raggiunge. Ascoltiamo questo messaggio e preghiamo il Signore perchè ci aiuti a vivere il mistero della Chiesa oggi, in questo nostro tempo.

[00610-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI IN DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Ambroise Autpert est un auteur du huitième siècle assez peu connu. Né en Provence, officier à la cour du roi Pépin le Bref, il contribua à l’éducation du futur Charlemagne. Puis il fut admis à l’abbaye bénédictine de Saint-Vincent dans le Bénévent et reçut l’ordination sacerdotale en 777. Rapidement élu Abbé, il dût faire face jusqu’à sa mort, en 784, à de fortes oppositions au sein de l’abbaye, qui reflétaient les tensions politiques de l’époque. Il est l’une des figures majeures de la renaissance carolingienne. Dans ses écrits, il s’emploie notamment à raviver l’idéal et la ferveur monastiques. Son Commentaire de l’Apocalypse est toutefois son œuvre majeure qui révèle l’originalité et la profondeur de sa spiritualité. L'Église en est le thème central. Il affirme qu’il ne faut pas la séparer du Christ, seul Médiateur. Corps du Christ, l'Église, participe à cette médiation. Chaque jour, écrit-il, le Christ doit naître en nous, il doit mourir en nous et ressusciter. Et Marie, dans le sein duquel l'Église est unie à son Chef, est le modèle de l'Église. En dévoilant son rôle unique dans l’œuvre de la Rédemption, Ambroise Autpert se montre comme le premier grand mariologue de l’occident ; son amour de la Vierge Marie l’oriente vers la source de la véritable vie chrétienne, celle qui s’abreuve aux Saintes Écritures.

Je suis heureux de vous accueillir, chers pèlerins francophones. Je salue en particulier les nombreux jeunes présents ce matin, surtout les lycéens. Les pèlerins des diocèses de Perpignan et de Fréjus Toulon avec leurs Évêques Mgr Marceau et Mgr Rey, les paroisses de saint-Cloud et de saint Martin de Chanu, ainsi que les pèlerins de Paris, Strasbourg, Dijon, Cambrai, Albi, Angoulême et Versailles. À l’exemple de saint Ambroise Autpert et de la Vierge Marie, aimez passionnément l’Église. Que Dieu vous bénisse !

[00611-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Today I would like to speak about the writings of a little-known author from the eighth century – the Benedictine monk and abbot Ambrose Autpert. The turbulence of the times in which he lived affected life within the monasteries, and many of Autpert’s writings summon his brethren to rekindle the fervour of their monastic vocation. One of his most widely-read works is his Conflict between the vices and the virtues, designed to assist his monks in their daily spiritual struggle. For each of twenty-four vices threatening the soul, he indicated the corresponding virtue that would help the Christian to overcome temptation. Observing the widespread thirst for power and wealth in society of that time, he taught that greed is the root of all vices, and he urged his contemporaries to seek the narrow gate that leads to life. In his extensive commentary on the Book of Revelation, viewed as a treatise on the Church, Autpert taught that Christ must "be born, die and rise again every day in us, his body". Hence the Virgin Mary serves as a model of the Church. Indeed, Autpert is considered the first great Marian theologian in the West, and he writes with an almost mystical love for the Blessed Virgin. Love, he says, is the key to our knowledge of God. Intellectual study may point the way, but only when we love God do we truly know him. Following Autpert’s teaching, let us strive to grow daily in our love for God.

I am pleased to welcome the English-speaking pilgrims and visitors here today, including groups from Britain and Ireland, Scandinavia, Australia, Canada and the United States of America. I extend a special greeting to the young people from India. Upon all of you, and upon your families and loved ones, I invoke God’s blessings of joy and peace.

[00612-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der heutigen Katechese möchte ich über den heiligen Ambrosius Autpertus sprechen, einen Autor des achten Jahrhunderts, dessen Schriften auch für unsere Zeit einen wertvollen theologischen und spirituellen Schatz darstellen. Ambrosius Autpertus stammte aus der Provence und war am Hof des Frankenkönigs Pippin des Jüngeren tätig. Er kam auch nach Italien, wo er später in die Abtei St. Vinzenz bei Benevent eintrat. Im Jahre 777 wurde er zum Abt dieses Klosters gewählt. Wegen Spannungen innerhalb der Mönchsgemeinschaft legte er ein Jahr später sein Amt nieder und begab sich nach Spoleto. Unversehens verstarb er am 30. Januar 784 auf dem Weg nach Rom. Zu den Werken, die Ambrosius Autpertus hinterlassen hat, zählen eine asketische Abhandlung über die Laster und die Tugenden sowie eine Schrift über die Habsucht. Sein Hauptwerk ist aber der Kommentar zur Offenbarung des Johannes, nach Jahrhunderten der erste ausführliche lateinische Kommentar zum letzten Buch der Bibel. Früheren Auslegungen folgend, deutet er die Kirche als das eigentliche Thema der Offenbarung des Johannes. Für Ambrosius Autpertus kann aber die Kirche nie von Christus getrennt gesehen werden, die als Leib Christi an dessen Mittlerschaft teilnimmt. Eine besondere Stellung kommt dabei Maria als Urbild der Kirche und Mutter der Glaubenden zu. Mit manchen Formulierungen nimmt Ambrosius Autpertus schon die Marienfrömmigkeit des heiligen Bernhard vorweg und gilt als der erste große Mariologe des Westens.

Von Herzen grüße ich alle Besucher deutscher Sprache; insbesondere die Firmlinge aus Meilen in Begleitung von Bischof Huonder sowie die Mitarbeiter der Nationaldirektion für fremdsprachige Seelsorge in Österreich zusammen mit Weihbischof Scharl und ebenso die Seminaristen des Bistums Roermond gemeinsam mit Bischof Wiertz. Der auferstandene Christus, der uns in seiner Kirche geeint hat, mache uns zu Mitarbeitern seines Heils. Der Herr segne euch alle.

[00613-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Ambrosio Auperto nació en el siglo octavo, en Provenza, en el seno de una familia distinguida. En la corte de Pepino el Breve fue preceptor del futuro Emperador Carlo Magno. Posteriormente, viajó a Italia e ingresó en el monasterio benedictino de San Vicente, en el ducado de Benevento, del que, tras ser ordenado sacerdote en el año setecientos sesenta y uno, fue elegido abad. Por tensiones internas, dimitió de este encargo poco después. Murió el 30 de enero del setecientos ochenta y cuatro. Es autor de obras de alto contenido teológico, ascético y moral, la más importante de las cuales fue un comentario en diez volúmenes al libro del Apocalipsis. Durante mucho tiempo, sus escritos se atribuyeron a otras personas, como San Ambrosio de Milán o San Ildefonso de Toledo. Por su profundo amor a la Madre de Dios y sus luminosas reflexiones, es considerado como el primer gran mariólogo de Occidente. El legado espiritual de este autor lo convierte en un auténtico maestro de vida cristiana e invita a ahondar en sus preciosas enseñanzas.

Saludo con afecto a los fieles de lengua española procedentes de España y otros países latinoamericanos, en particular a los peregrinos de México, acompañados por los Cardenales Norberto Rivera Carrera y Ennio Antonelli, que colaboraron en la organización del Sexto Encuentro Mundial de las Familias, celebrado en el mes de enero pasado. Que su estancia en Roma los confirme en la fe de los Apóstoles y los aliente a ser discípulos y misioneros de Jesucristo, que con su resurrección ha vencido el pecado y la muerte y nos alienta a ser testigos de la verdad del Evangelio que cambia nuestras vidas. Muchas gracias.

[00614-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Com amizade, saúdo o grupo brasileiro do Colégio São Mauro e demais peregrinos de língua portuguesa aqui presentes, com votos de que esta romagem fortaleça a vossa adesão a Jesus Cristo e o desejo de O fazer amar na própria casa e na sociedade. O Pai do Céu derrame os seus dons sobre vós e vossas famílias, que de coração abençoo.

[00615-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Witam pielgrzymów polskich, a szczególnie alumnów Seminarium Duchownego z Radomia, delegację Krajowego Duszpasterstwa Młodzieży i uczestników Diecezjalnej Pielgrzymki Płockiej, przybywających do Rzymu z okazji Roku świętego Pawła wraz z księżmi biskupami. Jutro przypada uroczystość świętego Wojciecha, Patrona Polski. Polecając was tu obecnych i waszą Ojczyznę jego opiece wszystkim z serca błogosławię.

[Do il mio benvenuto ai pellegrini polacchi e in modo particolare, agli alunni del Seminario Maggiore di Radom, alla Delegazione della Pastorale Nazionale della Gioventù e ai partecipanti del pellegrinaggio diocesano dalla diocesi di Plock, che vengono a Roma in occasione dell’Anno Paolino accompagnati dai loro vescovi. Domani si celebra la festa di Sant’Adalberto, il Patrono della Polonia. Affidando la vostra Patria e voi tutti qui presenti alla sua protezione, vi benedico tutti di cuore.]

[00616-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen az erdélyi, a lőrinci a nyíregyházi és a rákosfalvai csoport tagjait!

Kedves Testvéreim, ez a zarándoklat a húsvéti időben legyen alkalom mindnyájatok számára a lelki megerősödésre.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Rivolgo un saluto cordiale ai fedeli ungheresi, specialmente ai membri dei gruppi di Miercurea Ciuc, di Nyíregyháza, di Budapest-Rákosfalva e di Lőrinci!

Fratelli e Sorelle! La vostra visita a Roma nel Tempo di Pasqua sia per ognuno di voi occasione di autentico rinnovamento spirituale.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00617-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua ceca

Srdečně vítám poutníky z České republiky, zvlášť z farností Heřmanův Městec, Keblov a Vilémov!

Drazí přátelé, kéž vás naplní radost ze Vzkříšení našeho Pána!

K tomu ze srdce žehnám vám i vašim drahým!

Chvála Kristu!

[Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Repubblica Ceca, in particolare ai fedeli delle parrocchie di Heřmanův Městec, Keblov a Vilémov!

Cari amici, vi colmi la gioia della Risurrezione del Signore!

Con questi voti benedico di cuore voi e i vostri cari!

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00618-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua slovacca

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Ohradzan, Zázrivej, Žiliny, Lendaku, Spišských Hanušoviec, Rače, Petržalky a Humenného.

Bratia a sestry, ďakujem vám za modlitby, ktorými sprevádzate moju službu Nástupcu svätého Petra a zo srdca žehnám vás i vašich drahých.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti da Ohradzany, Zázrivá, Žilina, Lendak, Spišské Hanušovce, Rača, Petržalka e Humenné.

Fratelli e sorelle, vi ringrazio per le preghiere con le quali accompagnate il mio servizio di Successore di San Pietro e cordialmente benedico voi ed i vostri cari.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00619-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljam romarje iz Slovenije!

Naj vam bo Kristusovo vstajenje vir veselja in moči, da boste zvesto hodili za Njim, ki je naš Gospod in Odrešenik. Rad vam podelim apostolski blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dalla Slovenia!

La risurrezione di Cristo vi sia fonte di gioia e di forza affinché possiate seguire nella fedeltà Colui che è nostro Signore e Redentore. Volentieri vi imparto l’Apostolica Benedizione.]

[00620-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua croata

Od srca pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike iz župe Svetog Ivana Krstitelja iz Koprivničkog Ivanca! Uskrsli Gospodin, koji je i kroz zatvorena vrata ušao u dvoranu posljednje večere i ohrabrio svoje učenike zamijenivši njihov strah sigurnom vjerom, neka i vas učvrsti u vjeri, nadi i ljubavi. Hvaljen Isus i Marija!

[Di cuore saluto i pellegrini croati, particolarmente i fedeli della parrocchia di San Giovanni Battista di Koprivnički Ivanec! Il Signore risorto, che malgrado la porta chiusa è entrato nella stanza dell’ultima cena ed ha incoraggiato i suoi discepoli sostituendo la loro paura con la fede certa, rafforzi anche voi nella fede, speranza ed amore. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00621-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina con l’Arcivescovo Mons. Salvatore Ligorio; della diocesi di Mondovì, con il Vescovo Mons. Luciano Pacomio; e dell’Arcidiocesi di Lanciano-Ortona, con l’Arcivescovo Mons. Carlo Ghidelli. Cari fratelli e sorelle, come afferma san Paolo, nessuna difficoltà può separarci dall’amore di Cristo, (cfr. Rm 8,35-39). Per questo, testimoniate con fervore la vostra comune adesione a Cristo ed edificate la Chiesa nella carità e nella verità. Saluto i Seminaristi dei Seminari Maggiori, partecipanti al convegno promosso dalla Pontifica Unione Missionaria, ed i rappresentanti del Movimento dei Laici Missionari della Carità, esortando ciascuno a riscoprire il dono della sequela di Cristo, aderendo sempre, con il suo aiuto, alla volontà del Padre. Saluto con affetto gli esponenti dell’Unione mutilati per il servizio istituzionale, ed auspico che la loro visita alle tombe degli Apostoli susciti in tutti un rinnovato desiderio di testimonianza cristiana. Un saluto speciale rivolgo ai soci dell’Associazione Nazionale S. Paolo Italia, qui convenuti così numerosi. Cari amici, vi incoraggio a proseguire generosamente la vostra importante opera in favore dell’animazione dei ragazzi e dei giovani, mediante gli Oratori e i Circoli giovanili. Come l’Apostolo delle genti, siate ferventi annunciatori del Vangelo. Il mio particolare pensiero va pure agli studenti della scuola "Giuseppe Susanna" del I° Circolo didattico "Don Lorenzo Milani" di Galatone, come pure agli alunni dell’Istituto professionale alberghiero di San Pellegrino Terme.

Saluto, ora, i giovani, i malati e gli sposi novelli. Il Signore risorto riempia del suo amore il cuore di ciascuno di voi, cari giovani, perché siate pronti a seguirlo con l'entusiasmo e la freschezza della vostra età; sostenga voi, cari malati, nell'accettare con serenità il peso della sofferenza; guidi voi, cari sposi novelli, a fondare nella fedele donazione reciproca, famiglie impregnate del profumo della santità evangelica.

Desidero infine rivolgere una speciale parola ai Giovani del Centro Internazionale Giovanile San Lorenzo, che ricordano oggi il 25° anniversario della consegna della croce dell’Anno Santo ai giovani del mondo. Era, infatti, il 22 aprile del 1984, quando alla fine dell'Anno Santo della Redenzione, l’amato Giovanni Paolo II affidò ai giovani del mondo la grande croce di legno che, per suo stesso desiderio, era stata tenuta presso l'altare maggiore della basilica di San Pietro durante quello speciale Anno Giubilare. Da allora, la croce fu accolta nel Centro internazionale giovanile San Lorenzo, e da lì cominciò a viaggiare per i Continenti, aprendo i cuori di tanti ragazzi e ragazze all'amore redentore di Cristo. Questo suo pellegrinaggio prosegue ancora, soprattutto in preparazione delle Giornate Mondiali della Gioventù, tanto da essere ormai nota come "Croce delle GMG". Cari amici, vi affido di nuovo questa croce! Continuate a portarla in ogni angolo della terra, perchè anche le prossime generazioni scoprano la Misericordia di Dio e ravvivino nei loro cuori la speranza in Cristo crocifisso e risorto!

[00622-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0263-XX.01]