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L’UDIENZA GENERALE, 18.02.2009


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA  

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui grandi Scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del Medioevo, si è soffermato sulla figura di San Beda il Venerabile.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

il Santo che oggi avviciniamo si chiama Beda e nacque nel Nord-Est dell’Inghilterra, esattamente in Northumbria, nell’anno 672/673. Egli stesso racconta che i suoi parenti, all’età di sette anni, lo affidarono all’abate del vicino monastero benedettino perché venisse educato: "In questo monastero – egli ricorda – da allora sono sempre vissuto, dedicandomi intensamente allo studio della Scrittura e, mentre osservavo la disciplina della Regola e il quotidiano impegno di cantare in chiesa, mi fu sempre dolce o imparare o insegnare o scrivere" (Historia eccl. Anglorum, V, 24). Di fatto, Beda divenne una delle più insigni figure di erudito dell’alto Medioevo, potendo avvalersi dei molti preziosi manoscritti che i suoi abati, tornando dai frequenti viaggi in continente e a Roma, gli portavano. L’insegnamento e la fama degli scritti gli procurarono molte amicizie con le principali personalità del suo tempo, che lo incoraggiarono a proseguire nel suo lavoro da cui in tanti traevano beneficio. Ammalatosi, non smise di lavorare, conservando sempre un’interiore letizia che si esprimeva nella preghiera e nel canto. Concludeva la sua opera più importante la Historia ecclesiastica gentis Anglorum con questa invocazione: "Ti prego, o buon Gesù, che benevolmente mi hai permesso di attingere le dolci parole della tua sapienza, concedimi, benigno, di giungere un giorno da te, fonte di ogni sapienza, e di stare sempre di fronte al tuo volto". La morte lo colse il 26 maggio 735: era il giorno dell’Ascensione.

Le Sacre Scritture sono la fonte costante della riflessione teologica di Beda. Premesso un accurato studio critico del testo (ci è giunta copia del monumentale Codex Amiatinus della Vulgata, su cui Beda lavorò), egli commenta la Bibbia, leggendola in chiave cristologica, cioè riunisce due cose: da una parte ascolta che cosa dice esattamente il testo, vuole realmente ascoltare, comprendere il testo stesso; dall’altra parte, è convinto che la chiave per capire la Sacra Scrittura come unica Parola di Dio è Cristo e con Cristo, nella sua luce, si capisce l’Antico e il Nuovo Testamento come "una" Sacra Scrittura. Le vicende dell’Antico e del Nuovo Testamento vanno insieme, sono cammino verso Cristo, benché espresse in segni e istituzioni diverse (è quella che egli chiama concordia sacramentorum). Ad esempio, la tenda dell’alleanza che Mosè innalzò nel deserto e il primo e secondo tempio di Gerusalemme sono immagini della Chiesa, nuovo tempio edificato su Cristo e sugli Apostoli con pietre vive, cementate dalla carità dello Spirito. E come per la costruzione dell’antico tempio contribuirono anche genti pagane, mettendo a disposizione materiali pregiati e l’esperienza tecnica dei loro capimastri, così all’edificazione della Chiesa contribuiscono apostoli e maestri provenienti non solo dalle antiche stirpi ebraica, greca e latina, ma anche dai nuovi popoli, tra i quali Beda si compiace di enumerare gli Iro-Celti e gli Anglo-Sassoni. San Beda vede crescere l’universalità della Chiesa che non è ristretta a una determinata cultura, ma si compone di tutte le culture del mondo che devono aprirsi a Cristo e trovare in Lui il loro punto di arrivo.

Un altro tema amato da Beda è la storia della Chiesa. Dopo essersi interessato all’epoca descritta negli Atti degli Apostoli, egli ripercorre la storia dei Padri e dei Concili, convinto che l’opera dello Spirito Santo continua nella storia. Nei Chronica Maiora Beda traccia una cronologia che diventerà la base del Calendario universale "ab incarnatione Domini". Già da allora si calcolava il tempo dalla fondazione della città di Roma. Beda, vedendo che il vero punto di riferimento, il centro della storia è la nascita di Cristo, ci ha donato questo calendario che legge la storia partendo dall’Incarnazione del Signore. Registra i primi sei Concili Ecumenici e i loro sviluppi, presentando fedelmente la dottrina cristologica, mariologica e soteriologica, e denunciando le eresie monofisita e monotelita, iconoclastica e neo-pelagiana. Infine redige con rigore documentario e perizia letteraria la già menzionata Storia Ecclesiastica dei Popoli Angli, per la quale è riconosciuto come "il padre della storiografia inglese". I tratti caratteristici della Chiesa che Beda ama evidenziare sono: a) la cattolicità come fedeltà alla tradizione e insieme apertura agli sviluppi storici, e come ricerca della unità nella molteplicità, nella diversità della storia e delle culture, secondo le direttive che Papa Gregorio Magno aveva dato all’apostolo dell’Inghilterra, Agostino di Canterbury; b) l’apostolicità e la romanità: a questo riguardo ritiene di primaria importanza convincere tutte le Chiese Iro-Celtiche e dei Pitti a celebrare unitariamente la Pasqua secondo il calendario romano. Il Computo da lui scientificamente elaborato per stabilire la data esatta della celebrazione pasquale, e perciò l’intero ciclo dell’anno liturgico, è diventato il testo di riferimento per tutta la Chiesa Cattolica.

Beda fu anche un insigne maestro di teologia liturgica. Nelle Omelie sui Vangeli domenicali e festivi, svolge una vera mistagogia, educando i fedeli a celebrare gioiosamente i misteri della fede e a riprodurli coerentemente nella vita, in attesa della loro piena manifestazione al ritorno di Cristo, quando, con i nostri corpi glorificati, saremo ammessi in processione offertoriale all’eterna liturgia di Dio nel cielo. Seguendo il "realismo" delle catechesi di Cirillo, Ambrogio e Agostino, Beda insegna che i sacramenti dell’iniziazione cristiana costituiscono ogni fedele "non solo cristiano ma Cristo". Ogni volta, infatti, che un’anima fedele accoglie e custodisce con amore la Parola di Dio, a imitazione di Maria concepisce e genera nuovamente Cristo. E ogni volta che un gruppo di neofiti riceve i sacramenti pasquali, la Chiesa si "auto-genera", o con un’espressione ancora più ardita, la Chiesa diventa "madre di Dio", partecipando alla generazione dei suoi figli, per opera dello Spirito Santo.

Grazie a questo suo modo di fare teologia intrecciando Bibbia, Liturgia e Storia, Beda ha un messaggio attuale per i diversi "stati di vita": a) agli studiosi (doctores ac doctrices) ricorda due compiti essenziali: scrutare le meraviglie della Parola di Dio per presentarle in forma attraente ai fedeli; esporre le verità dogmatiche evitando le complicazioni eretiche e attenendosi alla "semplicità cattolica", con l’atteggiamento dei piccoli e umili ai quali Dio si compiace di rivelare i misteri del Regno; b) i pastori, per parte loro, devono dare la priorità alla predicazione, non solo mediante il linguaggio verbale o agiografico, ma valorizzando anche icone, processioni e pellegrinaggi. Ad essi Beda raccomanda l’uso della lingua volgare, com’egli stesso fa, spiegando in Northumbro il "Padre Nostro", il "Credo" e portando avanti fino all’ultimo giorno della sua vita il commento in volgare al Vangelo di Giovanni; c) alle persone consacrate che si dedicano all’Ufficio divino, vivendo nella gioia della comunione fraterna e progredendo nella vita spirituale mediante l’ascesi e la contemplazione, Beda raccomanda di curare l’apostolato - nessuno ha il Vangelo solo per sé, ma deve sentirlo come un dono anche per gli altri - sia collaborando con i Vescovi in attività pastorali di vario tipo a favore delle giovani comunità cristiane, sia rendendosi disponibili alla missione evangelizzatrice presso i pagani, fuori del proprio paese, come "peregrini pro amore Dei".

Ponendosi da questa prospettiva, nel commento al Cantico dei Cantici Beda presenta la Sinagoga e la Chiesa come collaboratrici nella diffusione della Parola di Dio. Cristo Sposo vuole una Chiesa industriosa, "abbronzata dalle fatiche dell’evangelizzazione" – è chiaro l’accenno alla parola del Cantico dei Cantici (1, 5), dove la sposa dice: "Nigra sum sed formosa" (Sono abbronzata, ma bella) –, intenta a dissodare altri campi o vigne e a stabilire fra le nuove popolazioni "non una capanna provvisoria ma una dimora stabile", cioè a inserire il Vangelo nel tessuto sociale e nelle istituzioni culturali. In questa prospettiva il santo Dottore esorta i fedeli laici ad essere assidui all’istruzione religiosa, imitando quelle "insaziabili folle evangeliche, che non lasciavano tempo agli Apostoli neppure di prendere un boccone". Insegna loro come pregare continuamente, "riproducendo nella vita ciò che celebrano nella liturgia", offrendo tutte le azioni come sacrificio spirituale in unione con Cristo. Ai genitori spiega che anche nel loro piccolo ambito domestico possono esercitare "l’ufficio sacerdotale di pastori e di guide", formando cristianamente i figli ed afferma di conoscere molti fedeli (uomini e donne, sposati o celibi) "capaci di una condotta irreprensibile che, se opportunamente seguiti, potrebbero accostarsi giornalmente alla comunione eucaristica" (Epist. ad Ecgberctum, ed. Plummer, p. 419)

La fama di santità e sapienza di cui Beda godette già in vita, valse a guadagnargli il titolo di "Venerabile". Lo chiama così anche Papa Sergio I, quando nel 701 scrive al suo abate chiedendo che lo faccia venire temporaneamente a Roma per consulenza su questioni di interesse universale. Dopo la morte i suoi scritti furono diffusi estesamente in Patria e nel Continente europeo. Il grande missionario della Germania, il Vescovo san Bonifacio (+ 754), chiese più volte all’arcivescovo di York e all'abate di Wearmouth che facessero trascrivere alcune sue opere e gliele mandassero in modo che anch'egli e i suoi compagni potessero godere della luce spirituale che ne emanava. Un secolo più tardi Notkero Galbulo, abate di San Gallo (+ 912), prendendo atto dello straordinario influsso di Beda, lo paragonò a un nuovo sole che Dio aveva fatto sorgere non dall’Oriente ma dall’Occidente per illuminare il mondo. A parte l’enfasi retorica, è un fatto che, con le sue opere, Beda contribuì efficacemente alla costruzione di una Europa cristiana, nella quale le diverse popolazioni e culture si sono fra loro amalgamate, conferendole una fisionomia unitaria, ispirata alla fede cristiana. Preghiamo perché anche oggi ci siano personalità della statura di Beda, per mantenere unito l’intero Continente; preghiamo affinché tutti noi siamo disponibili a riscoprire le nostre comuni radici, per essere costruttori di una Europa profondamente umana e autenticamente cristiana.

[00285-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Bède, dit « le vénérable », dont nous parlerons aujourd’hui, est né dans le nord-est de l’Angleterre à la fin du septième siècle. A l’âge de sept ans ses parents le confièrent au monastère bénédictin voisin pour l’instruire. Il y restera jusqu’à sa mort, heureux de scruter les Écritures et de chanter la louange divine. Il fut un érudit de grande envergure dont les écrits se répandirent dans toute l’Europe. Il contribua ainsi très efficacement à la construction d’une Europe chrétienne.

Les Écritures Saintes ont été la source constante de sa réflexion théologique. En les commentant, Bède se réfère toujours au Christ et à l’Église. L’histoire de l’Église est un autre de ses thèmes privilégiés. Les traits caractéristiques de l’Église qu’il aime mettre en évidence sont sa catholicité, son apostolicité et ainsi que sa romanité. Bède fut aussi un grand maître de théologie liturgique. Dans ses homélies, il excellait à aider les fidèles à célébrer joyeusement les mystères du Seigneur et à en vivre. Son enseignement demeure très actuel pour nous tous aujourd’hui. Chacun, suivant sa vocation, est appelé à travailler dans l'Église sans épargner sa peine, afin d’ouvrir de nouveaux champs à la Parole de Dieu et lui permettre de s’insérer dans le tissu social. Bède nous invite à être assidus à l’écoute de la Parole de Dieu et à la prière.

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, particulièrement les groupes du diocèse de Créteil, avec leur Évêque Mgr Michel Santier, les prêtres du diocèse de Grenoble-Vienne, avec Mgr Guy de Kérimel, les nombreux jeunes des lycées et des aumôneries ainsi que les groupes provenant de diverses paroisses. À l’exemple de Bède le Vénérable, prenez le temps de scruter les merveilles de la Parole de Dieu, pour en faire votre nourriture. Que Dieu vous bénisse !

[00286-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our catechesis on the early Christian writers of East and West, we now turn to Saint Bede the Venerable. A monk of the monastery of Wearmouth in England, Bede became one of the most learned men of the early Middle Ages and a prolific author, while also gaining a reputation for great holiness and wisdom. His scriptural commentaries highlight the unity of the Old and New Testaments, centred on the mystery of Christ and the Church. Bede is best known, however, for his historical writings, in which he traced the history of the Church from the Acts of the Apostles, through the age of the Fathers and Councils, and down to his own times. His Ecclesiastical History recounts the Church’s missionary expansion and growth among the English people. Bede’s rich ecclesial, liturgical and historical vision enable his writings to serve as a guide for the Church’s teachers, pastors and religious in living out their vocations in the service of the Church’s mission. His great learning and the sanctity of his life, earned Bede the title of "Venerable", while the rapid spread of his writings made him a highly influential figure in the building of a Christian Europe.

I offer a warm welcome to the pilgrimage group from the Diocese of Arlington led by Bishop Paul Loverde, and to the School Sisters of Notre Dame taking part in a program of spiritual renewal. I also greet the many student groups present. Upon all the English-speaking pilgrims, especially the visitors from England, Ireland, Sweden, Japan and the United States, I cordially invoke God’s blessings of joy and peace!

[00287-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der heutigen Katechese möchte ich den heiligen Beda Venerabilis und sein umfangreiches Werk vorstellen. Dieser englische Benediktinermönch lebte von 672/673 bis 735, und sein Einfluß dehnte sich bis nach Rom und über weite Teile des europäischen Kontinents aus. So hat dieser Mönch, der sich in seiner Abtei dem Lob Gottes widmete und auch den einfachen Leuten in Nordengland in ihrer Volkssprache den Glauben erklärte, zur Formung des christlichen Europas beigetragen. Die Werke Bedas kreisen vorwiegend um drei Schwerpunkte: die Heilige Schrift, die Kirchengeschichte und die Liturgie. In der Exegese bevorzugt Beda nach einer sorgfältigen Analyse des Schrifttextes meist eine christologische Auslegung auf Christus und die Kirche hin. In der Kirchengeschichte befaßt er sich zum einen mit der Zeit der Apostel und den ersten Konzilien. Dank des großen Werkes der „Historia ecclesiastica gentis Anglorum" gilt er zudem als „Vater der englischen Geschichtsschreibung". Die Kirche ist für Beda wesentlich „katholisch", also eine umfassende und vielfältige Einheit, und „apostolisch" bzw. „römisch"; dies kommt unter anderem in seinem Bemühen um ein gemeinsames Datum für das Osterfest zum Ausdruck. In der liturgischen Theologie unterstreicht Beda den Realismus der Sakramente, durch die die Gläubigen „nicht nur Christen, sondern Christus" werden.

Einen herzlichen Gruß richte ich an deutschsprachigen Pilger und Besucher hier auf dem Petersplatz. Der heilige Beda sei uns ein Ansporn, durch das Studium der Heiligen Schrift und die Teilnahme an der Liturgie den Glauben und die Kirche immer besser kennenzulernen. Ebenso soll auch unser Gebet und unser Leben ein Lob Gottes und ein Dienst an unseren Brüdern und Schwestern sein, bis wir – nach den Worten Bedas – einst vor dem Angesicht Gottes stehen dürfen, der die Quelle aller Weisheit ist. Der Herr segne euch und eure Familien.

[00288-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

San Beda el Venerable, uno de los eruditos más insignes de la alta Edad Media, nació hacia el año seiscientos setenta en la región inglesa de Northumbria. A los siete años, sus parientes lo confiaron al Abad de un monasterio benedictino cercano, para su educación. Tras una vida de estudio, escritura y docencia, murió en mayo del año setecientos treinta y cinco. A su reflexión teológica, basada en la Sagrada Escritura comentada a la luz de Cristo y de la Iglesia, unió el interés por la historia, componiendo varias obras en este campo que le merecieron el reconocimiento de padre de la historiografía inglesa. Cultivó también la teología litúrgica y son bien conocidos sus comentarios a los evangelios dominicales y festivos, con los que invita a los fieles a celebrar gozosamente los misterios de la fe y a ser coherentes con ellos en la propia vida. Con este modo de hacer teología, entrelazando biblia, liturgia e historia, san Beda dejó un mensaje actual para los distintos miembros de la Iglesia y con su producción literaria contribuyó eficazmente a la construcción de una Europa cristiana.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular los miembros de la Comisión Promotora del monumento en Sevilla al Papa Juan Pablo II y a los componentes de la Fundación "Padre Leonardo Castillo", de esa misma ciudad, acompañados por el Señor Cardenal Carlos Amigo Vallejo; a los Seminaristas y fieles de la Diócesis de Cartagena, con su Obispo, Monseñor Juan Antonio Reig Plá, así como a los demás grupos venidos de España, Chile, México y otros países de Latinoamérica. Que la palabra y el ejemplo de san Beda el Venerable os ayuden en vuestra vida cristiana. Muchas gracias.

[00289-04.] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Amados peregrinos de língua portuguesa, queridos estudantes brasileiros de Criciúma, possa a vossa vinda a Roma cumprir-se nas vestes de um verdadeiro peregrino que, sabendo de não possuir ainda o seu Bem maior, põe-se a caminho decidido a encontrá-Lo! Sabei que Deus Se deixa encontrar por quantos assim O procuram; e, com Ele e n’Ele, a vossa vida não poderá deixar de ser feliz. Sobre vós e vossas famílias desça a minha Bênção.

[00290-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Drodzy pielgrzymi z Polski. Sercem i modlitwą obejmuję was i waszych najbliższych. Nawiedzenie grobów apostolskich niech umacnia was w wierze, budzi miłość do Chrystusa i utwierdza w jedności ze wspólnotą Kościoła powszechnego. Niech Bóg wam błogosławi!

[Cari pellegrini provenienti dalla Polonia. Abbraccio con il cuore e con la preghiera voi e i vostri cari. La visita alle tombe degli apostoli vi consolidi nella fede, ravvivi l’amore per Cristo e rafforzi l’unione con la comunità della Chiesa universale. Dio vi benedica.]

[00291-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Isten hozta a magyar híveket, elsősorban azokat, akik Bajáról és Munkácsról érkeztek! Kedves Testvéreim, örömmel látlak titeket és azt kívánom, hogy zarándoklatotok gyümölcsöző legyen Számotokra és egyházközségeitek számára. Ehhez kérem a jó Isten áldását Mindnyájatokra. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli di lingua ungherese, specialmente a quelli di Baja ed al gruppo di Mukachevo! Cari fratelli e sorelle, vi accolgo volentieri ed auspico di cuore che il vostro pellegrinaggio apporti frutti di bene a voi ed alle vostre comunità. Con una particolare Benedizione Apostolica a voi tutti! Sia lodato Gesù Cristo!]

[00292-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua slovacca

Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov z Nitry a Močenka ako aj Základnú umeleckú školu svätej Cecílie z Bratislavy.

Bratia a sestry, milí mladí, spievajte Pánovi novú pieseň predovšetkým svojim príkladným kresťanským svedectvom. S láskou žehnám vás i vašich drahých vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi provenienti da Nitra e Močenok come pure la Scuola elementare d’arte di Santa Cecilia da Bratislava.

Fratelli e sorelle, cari giovani, cantate al Signore un canto nuovo soprattutto con una esemplare testimonianza cristiana. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00293-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljam romarje iz Slovenije, še posebej birmance iz župnije Sveti Križ - Podbočje. Bodite odprti za darove Svetega Duha in vneto skrbite, da z leti v vas ne bodo zamrli, ampak bodo prinašali obilne sadove krščanske ljubezni in zvestobe! Naj bo z vami moj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini provenienti dalla Slovenia, ed in particolare i cresimandi della Parrocchia Sveti Križ - Podbočje. Siate aperti ai doni dello Spirito Santo e abbiate cura che, nel corso degli anni, non svaniscano ma portino abbondati frutti della fedeltà e della carità cristiana! Vi accompagni la mia Benedizione!]

[00294-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua croata

Srdačnu dobrodošlicu upućujem hrvatskim hodočasnicima, osobito vjernicima iz župe Svetog Mihajla iz Dubrovnika. Pohodeći grob apostola Petra, nasljedujte njegovo svjedočanstvo vjere prepoznavajući u Isusu iz Nazareta Sina Božjega i svoga Spasitelja. Hvaljen Isus i Marija!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini croati, particolarmente ai fedeli della parrocchia di San Michele di Dubrovnik. Visitando la tomba dell’apostolo Pietro, seguite la sua testimonianza di fede, riconoscendo in Gesù di Nazaret il Figlio del Dio e il vostro Salvatore. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00295-AA.02] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli dell'Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. Per me è un ricordo indimenticabile l’incontro a Brindisi. Guidati dall’arcivescovo Monsignor Rocco Talucci siete venuti a ricambiare la mia visita alla vostra Comunità diocesana, che per me - come ho detto - rimane un prezioso ricordo. Cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza così numerosa e vi incoraggio a vivere il vostro Sinodo diocesano come una importante tappa di crescita nella comunione ecclesiale. Saluto voi, pellegrini provenienti dall’Arcidiocesi di Ancona-Osimo, accompagnati dal vostro Pastore Mons. Edoardo Menichelli, ed assicuro la mia preghiera perché si rafforzi in ciascuno il fermo desiderio di annunciare a tutti Gesù Cristo, unico Salvatore del mondo. Saluto il pellegrinaggio promosso dai Chierici Regolari di San Paolo – Barnabiti - vedo il mio vescovo di Velletri, Monsignor Erba, con cui per tanti anni ho condiviso l’esperienza pastorale di Velletri - ed auspico che voi possiate testimoniare con sempre più forte ardore apostolico nella Chiesa il vostro specifico carisma paolino. Saluto le Suore Figlie di Maria Santissima dell’Orto, riunite per il Capitolo generale, e prego il Signore perché da questa assemblea scaturiscano generosi propositi di vita evangelica per l’intero Istituto.

Infine il mio saluto si rivolge ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Cari giovani, preparatevi ad affrontare le importanti tappe della vita con impegno spirituale, edificando ogni vostro progetto sulle solide basi della fedeltà a Dio. Cari malati, siate sempre consapevoli che, offrendo le vostre sofferenze al Padre celeste in unione a quelle di Cristo, voi contribuite alla costruzione del Regno di Dio. E voi, cari sposi novelli, fate crescere ogni giorno la vostra famiglia grazie all'ascolto di Dio, perché saldo resti il vostro reciproco amore e si apra all'accoglienza dei più bisognosi.

E a tutti il mio ringraziamento cordiale. Grazie per la pazienza, nel vento e con il freddo. Grazie a voi tutti.

[00296-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0115-XX.01]