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L’UDIENZA GENERALE, 21.01.2009


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa ha parlato della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si concluderà domenica prossima, festa della Conversione di san Paolo apostolo.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Domenica scorsa è iniziata la "Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani", che si concluderà domenica prossima, festa della Conversione di san Paolo apostolo. Si tratta di una iniziativa spirituale quanto mai preziosa, che va estendendosi sempre più tra i cristiani, in sintonia e, potremmo dire, in risposta all’accorata invocazione che Gesù rivolse al Padre nel Cenacolo, prima della sua Passione: "Che siano una cosa sola, affinché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17, 21). Ben quattro volte, in questa preghiera sacerdotale, il Signore chiede che i suoi discepoli siano "una cosa sola", secondo l’immagine dell’unità tra il Padre e il Figlio. Si tratta di una unità che può crescere soltanto sull’esempio del donarsi del Figlio al Padre, cioè uscendo da sé e unendosi a Cristo. Due volte, inoltre, in questa preghiera, Gesù aggiunge come scopo di questa unità: perché il mondo creda. La piena unità è quindi connessa alla vita e alla missione stessa della Chiesa nel mondo. Essa deve vivere una unità che può derivare solo dalla sua unità con Cristo, con la sua trascendenza, quale segno che Cristo è la verità. E’ questa la nostra responsabilità: che sia visibile nel mondo il dono di una unità in virtù della quale si renda credibile la nostra fede. Per questo è importante che ogni comunità cristiana prenda consapevolezza dell’urgenza di operare in tutti i modi possibili per giungere a questo obiettivo grande. Ma, sapendo che l’unità è innanzitutto "dono" del Signore, occorre al tempo stesso implorarla con instancabile e fiduciosa preghiera. Solo uscendo da noi e andando verso Cristo, solo nella relazione con Lui possiamo diventare realmente uniti tra di noi. E’ questo l’invito che, con la presente "Settimana", viene rivolto ai credenti in Cristo di ogni Chiesa e Comunità ecclesiale; ad esso, cari fratelli e sorelle, rispondiamo con pronta generosità.

Quest’anno, la "Settimana di preghiera per l’unità" propone alla nostra meditazione e preghiera queste parole tratte dal libro del profeta Ezechiele: "Che formino una cosa sola nella tua mano" (37,17). Il tema è stato scelto da un gruppo ecumenico della Corea, e riveduto poi per la divulgazione internazionale dal Comitato Misto per la Preghiera formato da rappresentanti del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e del Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra. Il processo stesso di preparazione è stato un fecondo e stimolante esercizio di vero ecumenismo.

Nel brano del libro del profeta Ezechiele, da cui è tratto il tema, il Signore ordina al profeta di prendere due legni, uno come simbolo di Giuda e delel sue tribù e l’altro come simbolo di Giuseppe e di tutta la casa d’Israele unita a lui, e gli chiede di "accostarli", in modo da formare un solo legno, "una cosa sola" nella sua mano. Trasparente è la parabola dell’unità. Ai "figli del popolo", che domanderanno spiegazione, Ezechiele, illuminato dall’Alto, dirà che il Signore stesso prende i due legni e li accosta, in modo che i due regni con le rispettive tribù, tra loro divise, diventino "una cosa sola nella sua mano". La mano del profeta, che accosta i due legni, viene considerata come la mano stessa di Dio che raccoglie e unifica il suo popolo e finalmente l’intera umanità. Possiamo applicare le parole del profeta ai cristiani, nel senso di un’esortazione a pregare, a lavorare facendo tutto il possibile perché si compia l’unità di tutti i discepoli di Cristo, a lavorare affinchè la nostra mano sia strumento della mano unificante di Dio. Questa esortazione diventa particolarmente commovente ed accorata nelle parole di Gesù dopo l’Ultima Cena. Il Signore desidera che l’intero suo popolo cammini – e vede in questo la Chiesa del futuro, dei secoli futuri – con pazienza e perseveranza verso il traguardo della piena unità. Impegno questo, che comporta adesione umile e docile obbedienza al comando del Signore, il quale lo benedice e lo rende fecondo. Il profeta Ezechiele ci assicura che sarà proprio Lui, il nostro unico Signore, l’unico Dio, a raccoglierci nella "sua mano".

Nella seconda parte della lettura biblica si approfondiscono il significato e le condizioni dell’unità delle varie tribù in un solo regno. Nella dispersione tra le genti, gli Israeliti avevano conosciuto culti erronei, avevano maturato concezioni di vita sbagliate, avevano assunto costumi alieni dalla legge divina. Ora il Signore dichiara che non si contamineranno più con gli idoli dei popoli pagani, con i loro abomini, con tutte le loro iniquità (cfr Ez 37, 23). Richiama la necessità di liberarli dal peccato, di purificare il loro cuore. "Li libererò da tutte le ribellioni – afferma –, li purificherò". E così "saranno il mio popolo ed io sarò il loro Dio" (Ibid.). In questa condizione di rinnovamento interiore, essi "seguiranno i miei comandamenti, osserveranno le mie leggi, e le metteranno in pratica". Ed il testo profetico si conclude con la promessa definitiva e pienamente salvifica: "Farò con loro un’alleanza di pace … Porrò il mio santuario, cioè la mia presenza, in mezzo a loro" (Ez 37,26).

La visione di Ezechiele diviene particolarmente eloquente per l’intero movimento ecumenico, perché pone in luce l’esigenza imprescindibile di un autentico rinnovamento interiore in tutti i componenti del Popolo di Dio che il Signore solo può operare. A questo rinnovamento dobbiamo essere aperti anche noi, perché anche noi, dispersi tra i popoli del mondo, abbiamo imparato usanze molto lontane dalla Parola di Dio. "Siccome ogni rinnovamento della Chiesa – si legge nel Decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II - consiste essenzialmente nell’accresciuta fedeltà alla sua vocazione, questa è senza dubbio la ragione del movimento verso l’unità" (UR, 6), cioè la maggiore fedeltà alla vocazione di Dio. Il decreto sottolinea poi la dimensione interiore della conversione del cuore. "Ecumenismo vero – aggiunge - non c’è senza interiore conversione, perché il desiderio dell’unità nasce e matura dal rinnovamento della mente, dall’abnegazione di se stesso e dal pieno esercizio della carità" (UR, 7). La "Settimana di preghiera per l’unità" diviene, in tal modo, per tutti noi stimolo a una conversione sincera e a un ascolto sempre più docile della Parola di Dio, a una fede sempre più profonda.

La "Settimana" è anche occasione propizia per ringraziare il Signore per quanto ha concesso di fare sinora "per accostare", gli uni agli altri, i cristiani divisi, e le stesse Chiese e Comunità ecclesiali. Questo spirito ha animato la Chiesa cattolica, la quale, nell’anno appena trascorso, ha proseguito, con salda convinzione e radicata speranza, a intrattenere relazioni fraterne e rispettose con tutte le Chiese e Comunità ecclesiali di Oriente e di Occidente. Nella varietà delle situazioni, talvolta più positive e talora con maggiori difficoltà, si è sforzata di non venire mai meno all’impegno di compiere ogni sforzo tendente alla ricomposizione della piena unità. Le relazioni fra le Chiese e i dialoghi teologici hanno continuato a dare segni di convergenze spirituali incoraggianti. Io stesso ho avuto la gioia di incontrare, qui in Vaticano e nel corso dei miei viaggi apostolici, cristiani provenienti da ogni orizzonte. Ho accolto con viva gioia per tre volte il Patriarca Ecumenico Sua Santità Bartolomeo I ed, evento straordinario, lo abbiamo sentito prendere la parola, con fraterno calore ecclesiale e con convinta fiducia verso l’avvenire, durante la recente assemblea del Sinodo dei Vescovi. Ho avuto il piacere di ricevere i due Catholicoi della Chiesa Apostolica Armena: Sua Santità Karekin II di Etchmiazin e Sua Santità Aram I di Antelias. E infine ho condiviso il dolore del Patriarcato di Mosca per la dipartita dell’amato fratello in Cristo, il Patriarca Sua Santità Alessio II, e continuo a restare in comunione di preghiera con quei nostri fratelli che si preparano ad eleggere il nuovo Patriarca della loro veneranda e grande Chiesa ortodossa. Ugualmente mi è stato dato di incontrare rappresentanti delle varie Comunioni cristiane di Occidente, con i quali prosegue il confronto sull’importante testimonianza che i cristiani devono dare oggi in modo concorde, in un mondo sempre più diviso e posto di fronte a tante sfide di carattere culturale, sociale, economico ed etico. Di questo e di tanti altri incontri, dialoghi, e gesti di fraternità che il Signore ci ha concesso di poter realizzare, rendiamo insieme a Lui grazie con gioia.

Cari fratelli e sorelle, cogliamo l’opportunità che la "Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani" ci offre per chiedere al Signore che proseguano e, se possibile, si intensifichino l’impegno e il dialogo ecumenico. Nel contesto dell’Anno Paolino, che commemora il bimillenario della nascita di san Paolo, non possiamo non rifarci anche a quanto l’Apostolo Paolo ci ha lasciato scritto a proposito dell’unità della Chiesa. Ogni mercoledì vado dedicando la mia riflessione alle sue lettere e al suo prezioso insegnamento. Riprendo qui semplicemente quanto egli scrive rivolgendosi alla comunità di Efeso: "Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo" (Ef 4,4-5). Facciamo nostro l’anelito di san Paolo, che ha speso la sua vita interamente per l’unico Signore e per l’unità del suo mistico Corpo, la Chiesa, rendendo, con il martirio, una suprema testimonianza di fedeltà e di amore a Cristo.

Seguendo il suo esempio e contando sulla sua intercessione, ogni comunità cresca nell’impegno dell’unità, grazie alle varie iniziative spirituali e pastorali e alle assemblee di preghiera comune, che di solito si fanno più numerose e intense in questa "Settimana", facendoci già pregustare, in un certo modo, il giorno dell’unità piena. Preghiamo perchè tra le Chiese e le Comunità ecclesiali continui il dialogo della verità, indispensabile per dirimere le divergenze, e quello della carità che condiziona lo stesso dialogo teologico e aiuta a vivere insieme per una testimonianza comune. Il desiderio che ci abita in cuore è che si affretti il giorno della piena comunione, quando tutti i discepoli dell’unico nostro Signore potranno finalmente celebrare insieme l’Eucaristia, il sacrificio divino per la vita e la salvezza del mondo. Invochiamo la materna intercessione di Maria, perché aiuti tutti i cristiani a coltivare un più attento ascolto della Parola di Dio e una più intensa preghiera per l’unità.

[00105-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Nous voici au cœur de la « Semaine de prière pour l’unité des chrétiens », nous unissant à la prière instante que Jésus adressait à son Père la veille de sa Passion. Cette année, ce sont les paroles du prophète Ézéchiel : « Qu’ils ne fassent qu’un dans ta main » (37, 17) qui guident notre méditation. Ce passage évoque les deux royaumes de Judas et d’Israël que le Seigneur veut lui-même rapprocher pour qu’ils ne fassent qu’un. Cet oracle manifeste que l’unité est d’abord un don du Seigneur.

Cependant, la suite du passage montre un autre aspect de cette marche vers l’unité : aux versets 25 et 26, il est dit : « ils obéiront à mes décrets – dit le Seigneur -, ils observeront fidèlement mes commandements… et je conclurai avec eux une alliance de paix ». C’est donc aussi la conversion du cœur de chacun que tout le mouvement œcuménique réclame car, comme l’affirme le Concile Vatican II, « c’est du renouveau de l’âme, du renoncement à soi-même et d’une libre effusion de charité que partent et mûrissent les désirs de l’unité » (UR n.7).

Je voudrais terminer en remerciant spécialement le Seigneur pour toutes les rencontres que, l’année dernière, il m’a été donné d’avoir ici ou lors de mes voyages apostoliques, pour les efforts et les gestes de fraternité qui se sont déployés, pour les dialogues théologiques qui se développent.

Je suis heureux de saluer les pèlerins francophones et notamment la fraternité sacerdotale Saint Thomas Becket du diocèse de Blois. En cette Année paulinienne, faisons nôtre l’ardent désir de l’Apôtre qui a donné toute sa vie, jusqu’au martyre, pour l’unique Seigneur et pour l’unité de son Corps mystique. Avec ma Bénédiction apostolique!

[00106-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Last Sunday we began the annual Week of Prayer for Christian Unity dedicated this year to the theme: "that they may become one in your hand" (Ezek 37:17). This scripture passage recalls God’s command to Ezekiel to take two sticks, one representing Judah and the other Israel, and join them together as a symbol of the Lord’s power to gather his people into one. As Christians, we read these words as an exhortation to pray and work for the full unity of Christ’s disciples. As the Second Vatican Council reminds us, "there can be no ecumenism worthy of the name without a change of heart" (Unitatis Redintegratio, 7). This week offers us an opportunity to thank God for all he has done and continues to do to bring Christians closer to one another. I am personally grateful for the many opportunities I have had to meet with representatives of Churches and Ecclesial Communities, both in the Vatican and during my travels abroad. Let us pray that the various initiatives this week at the local and universal levels will encourage all who confess "one Lord, one faith, and one baptism" to listen more attentively to the Word of God, to deepen prayer, and to intensify dialogue, so as to imitate Saint Paul’s example of a life completely devoted to the Lord and the unity of his Body, the Church.

I offer a warm welcome to all the English-speaking visitors present at today’s Audience. My particular greeting goes to the pilgrimage group from Malta led by Archbishop Paul Cremona. Upon all of you I cordially invoke an abundance of joy and peace in the Lord.

[00107-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In dieser Woche begehen wir die Gebetsoktav für die Einheit der Christen. Sie steht heuer unter einem Leitwort aus dem Buch des Propheten Ezechiel, das da lautet: „So daß sie eins werden in deiner Hand" (37, 17). Dieses Motto wurde von einem ökumenischen Kreis in Korea ausgewählt und ist ein schönes Zeichen dafür, daß Christen verschiedener Konfession auf der ganzen Welt das Anliegen der Einheit teilen. In dem Abschnitt, dem dieser Vers entnommen ist, befiehlt der Herr dem Propheten, zwei Hölzer zu nehmen, die jeweils Juda und Josef mit ihren Verbündeten symbolisieren. Ezechiel soll die beiden Hölzer aufeinanderlegen und dem Volk erklären: Genau so fügt der Herr die entzweiten Stämme Israels wieder zusammen. Die Hand des Propheten, die die beiden Hölzer zusammenhält, veranschaulicht das Handeln Gottes, der die gesamte Menschheit in seiner Liebe einen will. Was heißt das für die Ökumene? Die Einheit ist zunächst eine Gabe Gottes. Deshalb müssen wir sie unermüdlich im vertrauensvollen Gebet erflehen. Gott sammelt die Seinen und bringt sie in sein Land (vgl. Ez 37, 21f), wo es keine Trennung und keinen Unfrieden mehr gibt. An uns liegt es, mit innerer Bereitschaft, mit Geduld und Ausdauer diesen Weg mitzugehen. Dazu ist eine authentische, innere Erneuerung, eine Befreiung von den Sünden und eine Reinigung des Herzens nötig. Die Gebetswoche ist somit auch ein Aufruf zur persönlichen Umkehr und zu einer Neuausrichtung auf das Wort Gottes. Zugleich gibt sie uns Gelegenheit, für die vielen ökumenischen Begegnungen in diesem Jahr zu danken, die uns der Einheit der Kirche Christi bereits näher gebracht haben.

Ganz herzlich grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache, heute besonders die Delegation aus Mariazell in Begleitung von Bischof Kapellari. Bitten wir Gott, daß er uns bei unserem ökumenischen Dialog in der Wahrheit und in der Liebe stärke und uns zum gemeinsamen Zeugnis für die Einheit befähige. Rufen wir die selige Jungfrau Maria um ihre mütterliche Hilfe an, damit wir wie sie das Wort Gottes mit wachem Herzen in uns aufnehmen. Der Herr segne euch alle!

[00108-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El domingo pasado comenzó la semana de oración por la unidad de los cristianos, iniciativa espiritual que este año se inspira en las palabras de Ezequiel: "Que sean una sola cosa en tu mano" (37,17). El tema ha sido elegido por un grupo ecuménico de Corea. Del texto del profeta se desprende que el Señor desea que todo su pueblo camine con paciencia y perseverancia hacia la plena comunión. Este compromiso comporta una adhesión humilde a Dios, el cual bendice y hace fecunda esta tarea. No hay ecumenismo verdadero sin una auténtica conversión interior. Que estos días de plegaria nos estimulen hacia esta meta y sirvan también para dar gracias a Dios por el camino que se ha recorrido hasta ahora, continuando el diálogo bajo el impulso de la verdad y la caridad. En este año paulino, sigamos las huellas del Apóstol, que gastó su vida por el único Señor y por la unidad de su cuerpo místico, dando, con su martirio, un testimonio supremo de fidelidad y amor a Cristo.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular a los grupos venidos de España y Latinoamérica. Después de la celebración en México del VI Encuentro Mundial de las Familias, os invito a dar gracias a Dios por este acontecimiento tan importante y a acompañar con vuestra ferviente oración los preparativos del próximo encuentro, que se celebrará en Milán. Que el Señor sostenga con su gracia a todas las familias, para que en ellas reine la fe viva, el respeto recíproco, el amor sincero y la comprensión mutua. Encomiendo esta intención a la protección de la Sagrada Familia de Nazaret. Muchas gracias.

[00109-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Ao saudar cordialmente todos os peregrinos e visitantes de língua portuguesa, dou as boas vindas, em particular ao grupo de sacerdotes do Porto: para todos invoco a proteção do Altíssimo. E que a luz de Cristo anime sempre em vós o entusiasmo para servir a Igreja como ela quer ser servida. Com a minha Benção Apostólica!

[00111-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Serdecznie witam uczestniczących w tej audiencji Polaków. Drodzy Siostry i Bracia, polecam waszej pamięci trwający Tydzień Ekumeniczny. Niech wspólna modlitwa, spotkania i refleksje nad wyzwaniami trzeciego tysiąclecia wiary zaowocują wśród wyznawców Chrystusa gestami pojednania i czynami miłości. Prośmy Boga „abyśmy byli jedno w Jego ręku" (por. Ez 37, 17). Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto cordialmente i Polacchi partecipanti a quest’Udienza. Cari Fratelli e Sorelle, affido al vostro ricordo questa settimana ecumenica che stiamo vivendo. La comune preghiera, gli incontri e le riflessioni sulle sfide della fede nel terzo millennio fruttifichino in chi crede in Cristo per mezzo di gesti di riconciliazione e di opere di carità. Domandiamo a Dio "di formare una cosa sola nella Sua mano" (cfr. Ez 37, 17). Sia lodato Gesù Cristo.]

[00112-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, elsősorban azokat, akik Munkácsról érkeztek! A gyakori szentgyónás és a szentáldozás segít abban, hogy megőrizzük egységünket Krisztussal és az ő Egyházával. Ehhez kérem a jó Isten áldását Rátok és családjaitokra.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Con affetto saluto i fedeli di lingua ungherese, specialmente quelli di Mukachevo! Ricevendo frequentemente i Sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia, potrete custodire la vostra comunione con Cristo e con la sua Chiesa. Con la particolare Benedizione Apostolica a voi e alle vostre famiglie! Sia lodato Gesù Cristo!]

[00113-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benevenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Suore Missionarie della Fede, qui convenute in occasione del loro Capitolo generale ed auguro che questo evento susciti nell’intero Istituto un rinnovato fervore nella totale consacrazione al Signore. Saluto i fedeli delle Parrocchie di Cisterna di Latina, e auspico che la visita alle tombe degli Apostoli rafforzi la loro fede per essere sempre pietre vive della Chiesa di Dio. Saluto inoltre, i rappresentanti dell’Ospedale dei Pellegrini, di Napoli e li esorto a proseguire nell’impegno di recare sollievo ai malati, testimoniando costantemente la cultura della vita.

Un pensiero va infine, come di consueto, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Celebriamo oggi la memoria liturgica di sant’Agnese, vergine e martire, che nonostante la giovanissima età ha affrontato coraggiosamente la morte per amore del Signore e avendo in lei "gli stessi sentimenti di Cristo Gesù", l’Agnello immolato e vincitore. Cari giovani, cari malati e cari sposi novelli, per intercessione di sant’Agnese possiate anche voi vivere la vostra vocazione e le concrete condizioni in cui vi trovate come autentiche vie di santità.

[00114-01.01] [Testo originale: Italiano]