Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


MESSAGGIO NATALIZIO DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE URBI ET ORBI, 25.12.2008


TRADUZIONE IN LINGUA POLACCA

Alle ore 12 di oggi, Solennità del Natale del Signore, dalla Loggia della Benedizione il Santo Padre Benedetto XVI rivolge il tradizionale Messaggio natalizio ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione.
Questo il testo del Messaggio del Santo Padre per il Natale 2008:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

"Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus" (Tit 2,11).

Cari fratelli e sorelle, con le parole dell’apostolo Paolo rinnovo il gioioso annuncio del Natale di Cristo: sì, oggi, "è apparsa a tutti gli uomini la grazia di Dio nostro Salvatore"!

E’ apparsa! Questo è ciò che la Chiesa oggi celebra. La grazia di Dio, ricca di bontà e di tenerezza, non è più nascosta, ma "è apparsa", si è manifestata nella carne, ha mostrato il suo volto. Dove? A Betlemme. Quando? Sotto Cesare Augusto, durante il primo censimento, al quale fa cenno anche l’evangelista Luca. E chi è il rivelatore? Un neonato, il Figlio della Vergine Maria. In Lui è apparsa la grazia di Dio Salvatore nostro. Per questo quel Bambino si chiama Jehoshua, Gesù, che significa "Dio salva".

La grazia di Dio è apparsa: ecco perché il Natale è festa di luce. Non una luce totale, come quella che avvolge ogni cosa in pieno giorno, ma un chiarore che si accende nella notte e si diffonde a partire da un punto preciso dell’universo: dalla grotta di Betlemme, dove il divino Bambino è "venuto alla luce". In realtà, è Lui la luce stessa che si propaga, come ben raffigurano tanti dipinti della Natività. Lui è la luce, che apparendo rompe la caligine, dissipa le tenebre e ci permette di capire il senso ed il valore della nostra esistenza e della storia. Ogni presepe è un invito semplice ed eloquente ad aprire il cuore e la mente al mistero della vita. E’ un incontro con la Vita immortale, che si è fatta mortale nella mistica scena del Natale; una scena che possiamo ammirare anche qui, in questa Piazza, come in innumerevoli chiese e cappelle del mondo intero, e in ogni casa dove è adorato il nome di Gesù.

La grazia di Dio è apparsa a tutti gli uomini. Sì, Gesù, il volto del Dio-che-salva, non si è manifestato solo per pochi, per alcuni, ma per tutti. E’ vero, nella umile disadorna dimora di Betlemme lo hanno incontrato poche persone, ma Lui è venuto per tutti: giudei e pagani, ricchi e poveri, vicini e lontani, credenti e non credenti… tutti. La grazia soprannaturale, per volere di Dio, è destinata ad ogni creatura. Occorre però che l’essere umano l’accolga, pronunci il suo "sì", come Maria, affinché il cuore sia rischiarato da un raggio di quella luce divina. Ad accogliere il Verbo incarnato, in quella notte, furono Maria e Giuseppe che lo attendevano con amore ed i pastori, che vegliavano accanto alle greggi (cfr Lc 2,1-20). Una piccola comunità, dunque, che accorse ad adorare Gesù Bambino; una piccola comunità che rappresenta la Chiesa e tutti gli uomini di buona volontà. Anche oggi coloro che nella vita Lo attendono e Lo cercano incontrano il Dio che per amore si è fatto nostro fratello; quanti hanno il cuore proteso verso di Lui desiderano conoscere il suo volto e contribuire all’avvento del suo Regno. Gesù stesso lo dirà, nella sua predicazione: sono i poveri in spirito, gli afflitti, i miti, gli affamati di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati per la giustizia (cfr Mt 5,3-10). Questi riconoscono in Gesù il volto di Dio e ripartono, come i pastori di Betlemme, rinnovati nel cuore dalla gioia del suo amore.

Fratelli e sorelle che mi ascoltate, a tutti gli uomini è destinato l’annuncio di speranza che costituisce il cuore del messaggio di Natale. Per tutti è nato Gesù e, come a Betlemme Maria lo offrì ai pastori, in questo giorno la Chiesa lo presenta all’intera umanità, perché ogni persona e ogni umana situazione possa sperimentare la potenza della grazia salvatrice di Dio, che sola può trasformare il male in bene, che sola può cambiare il cuore dell’uomo e renderlo un’"oasi" di pace.

Possano sperimentare la potenza della grazia salvatrice di Dio le numerose popolazioni che ancora vivono nelle tenebre e nell’ombra di morte (cfr Lc 1,79). La Luce divina di Betlemme si diffonda in Terrasanta, dove l’orizzonte sembra tornare a farsi cupo per gli israeliani e i palestinesi; si diffonda in Libano, in Iraq e ovunque nel Medio Oriente. Fecondi gli sforzi di quanti non si rassegnano alla logica perversa dello scontro e della violenza e privilegiano invece la via del dialogo e del negoziato, per comporre le tensioni interne ai singoli Paesi e trovare soluzioni giuste e durature ai conflitti che travagliano la regione. A questa Luce che trasforma e rinnova anelano gli abitanti dello Zimbabwe, in Africa, stretti da troppo tempo nella morsa di una crisi politica e sociale che, purtroppo, continua ad aggravarsi, come pure gli uomini e le donne della Repubblica Democratica del Congo, specialmente nella martoriata regione del Kivu, del Darfur, in Sudan, e della Somalia, le cui interminabili sofferenze sono tragica conseguenza dell’assenza di stabilità e di pace. Questa Luce attendono soprattutto i bambini di quei Paesi e di tutti i Paesi in difficoltà, affinché sia restituita speranza al loro avvenire.

Dove la dignità e i diritti della persona umana sono conculcati; dove gli egoismi personali o di gruppo prevalgono sul bene comune; dove si rischia di assuefarsi all’odio fratricida e allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo; dove lotte intestine dividono gruppi ed etnie e lacerano la convivenza; dove il terrorismo continua a colpire; dove manca il necessario per sopravvivere; dove si guarda con apprensione ad un futuro che sta diventando sempre più incerto, anche nelle Nazioni del benessere: là risplenda la Luce del Natale ed incoraggi tutti a fare la propria parte, in spirito di autentica solidarietà. Se ciascuno pensa solo ai propri interessi, il mondo non può che andare in rovina.

Cari fratelli e sorelle, oggi "è apparsa la grazia di Dio Salvatore" (cfr Tt 2,11), in questo nostro mondo, con le sue potenzialità e le sue debolezze, i suoi progressi e le sue crisi, con le sue speranze e le sue angosce. Oggi, rifulge la luce di Gesù Cristo, Figlio dell’Altissimo e figlio della Vergine Maria: "Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo". Lo adoriamo quest’oggi, in ogni angolo della terra, avvolto in fasce e deposto in una povera mangiatoia. Lo adoriamo in silenzio mentre Lui, ancora infante, sembra dirci a nostra consolazione: Non abbiate paura, "Io sono Dio, non ce n’è altri" (Is 45,22). Venite a me, uomini e donne, popoli e nazioni, venite a me, non temete: sono venuto a portarvi l’amore del Padre, a mostrarvi la via della pace.

Andiamo, dunque, fratelli! Affrettiamoci, come i pastori nella notte di Betlemme. Dio ci è venuto incontro e ci ha mostrato il suo volto, ricco di grazia e di misericordia! Non sia vana per noi la sua venuta! Cerchiamo Gesù, lasciamoci attirare dalla sua luce, che dissipa dal cuore dell’uomo la tristezza e la paura; avviciniamoci con fiducia; con umiltà prostriamoci per adorarlo. Buon Natale a tutti!

[01995-01.01] [Testo originale: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE

« Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus » (Tt 2, 11)

Chers frères et Sœurs, par les paroles de l’apôtre Paul, je renouvelle la joyeuse annonce de la naissance du Christ : oui, aujourd’hui, « la grâce de Dieu s’est manifestée pour le salut de tous les hommes » !

Elle s’est manifestée ! C’est ce que l’Église célèbre aujourd’hui. La grâce de Dieu, riche en bonté et en tendresse, n’est plus cachée, mais « elle s’est manifestée », elle s’est manifestée dans la chair, elle a montré son visage. Où ? À Bethléem. Quand ? Sous César Auguste, durant le premier recensement, auquel fait même allusion l’évangéliste Luc. Et qui est celui qui la révèle ? Un nouveau-né, le Fils de la Vierge Marie. En Lui s’est manifestée la grâce de Dieu notre Sauveur. C’est pourquoi cet Enfant s’appelle Jehoshua, Jésus, ce qui signifie « Dieu sauve ».

La grâce de Dieu s’est manifestée : voilà pourquoi Noël est une fête de lumière. Non pas une lumière totale, comme celle qui enveloppe toute chose en plein jour, mais une clarté qui s’allume dans la nuit et se répand à partir d’un point précis de l’univers : de la grotte de Bethléem, où l’Enfant-Dieu est « venu au jour ». En réalité, c’est Lui la lumière même qui se propage, comme le représentent bien de nombreux tableaux de la Nativité. Il est la lumière, qui en apparaissant dissout la brume, rompt les ténèbres et nous permet de comprendre le sens et la valeur de notre existence et de l’histoire. Chaque crèche est une invitation simple et éloquente à ouvrir notre cœur et notre esprit au mystère de la vie. Elle est une rencontre avec la Vie immortelle, qui s’est faite mortelle dans la scène mystique de Noël ; une scène que nous pouvons admirer ici aussi, sur cette place, comme en d’innombrables églises et chapelles du monde entier, et dans toutes les maisons où le nom de Jésus est adoré.

La grâce de Dieu s’est manifestée à tous les hommes. Oui, Jésus, le visage du Dieu-qui-sauve, ne s’est pas manifesté seulement pour quelques-uns, pour certains, mais pour tous. C’est vrai que, dans l’humble et austère demeure de Bethléem, peu de personnes l’ont rencontré, mais Lui est venu pour tous : juifs et païens, riches et pauvres, proches et lointains, croyants et non croyants… tous. La grâce surnaturelle, par la volonté de Dieu, est destinée à toute créature. Il faut cependant que l’être humain l’accueille, prononce son « oui », comme Marie, afin que son cœur soit illuminé par un rayon de cette lumière divine. Ceux qui accueillirent le Verbe incarné, cette nuit-là, ce furent Marie et Joseph qui l’attendaient avec amour et les bergers qui veillaient auprès de leurs troupeaux (cf. Lc 2, 1-20). Une petite communauté, donc, accourue pour adorer l’enfant Jésus ; une petite communauté qui représente l’Église et tous les hommes de bonne volonté. Aujourd’hui encore, ceux qui dans la vie L’attendent et Le cherchent rencontrent le Dieu qui, par amour, s’est fait notre frère ; tous ceux qui ont le cœur tendu vers Lui, désirent connaître son visage et contribuer à l’avènement de son Règne. Jésus lui-même le dira dans sa prédication : ce sont les pauvres de cœur, les affligés, les doux, les affamés de justice, les miséricordieux, les purs de cœur, les artisans de paix, les persécutés pour la justice (cf. Mt 5, 3-10). Ce sont eux qui reconnaissent en Jésus le visage de Dieu et repartent, comme les bergers de Bethléem, avec un cœur renouvelé par la joie de son amour.

Frères et Sœurs qui m’écoutez, c’est à tous les hommes qu’est destinée l’annonce d’espérance qui constitue le cœur du message de Noël. Jésus est né pour tous et, comme à Bethléem Marie l’offrit au regard des bergers, en ce jour, l’Église le présente à l’humanité entière, afin que toute personne et toute situation humaine, puisse faire l’expérience de la puissance de la grâce salvatrice de Dieu, qui, seule, peut transformer le mal en bien, qui, seule, peut changer le cœur de l’homme et en faire une « oasis » de paix.

Puissent les nombreuses populations qui vivent encore dans les ténèbres et dans l’ombre de la mort (cf. Lc 1, 79), faire l’expérience de la puissance de la grâce salvatrice de Dieu ! Que la lumière divine de Bethléem se répande en Terre Sainte, où l’horizon semble redevenir sombre pour les Israéliens et les Palestiniens ; qu’elle se répande au Liban, en Irak et partout au Moyen-Orient. Qu’elle féconde les efforts de tous ceux qui ne se résignent pas à la logique perverse de l’affrontement et de la violence et qui privilégient au contraire la voie du dialogue et de la négociation, pour apaiser les tensions internes à chaque pays et trouver des solutions justes et durables aux conflits qui tourmentent la région. C’est à cette lumière qui transforme et renouvelle qu’aspirent les habitants du Zimbabwe, en Afrique, pris depuis trop de temps dans l’étreinte d’une crise politique et sociale qui, malheureusement, continue de s’aggraver, comme aussi les hommes et les femmes de la République Démocratique du Congo, spécialement dans la région tourmentée du Kivu, et encore du Darfour, au Soudan, et de la Somalie, dont les souffrances interminables sont une tragique conséquence de l’absence de stabilité et de paix. Cette lumière, ce sont surtout les enfants de ces pays et de tous les pays en difficulté qui l’attendent, afin qu’une espérance soit rendue à leur avenir.

Là où la dignité et les droits de la personne humaine sont piétinés ; là où les égoïsmes personnels ou de groupe prévalent sur le bien commun ; là où l’on risque de s’habituer à la haine fratricide et à l’exploitation de l’homme par l’homme ; là où des luttes intestines divisent groupes et ethnies et déchirent la vie en commun ; là où le terrorisme continue à frapper ; là où manque le nécessaire pour survivre ; là où l’on regarde avec appréhension vers un avenir qui devient toujours plus incertain, même dans les Nations qui sont dans l’aisance : que là resplendisse la Lumière de Noël et qu’elle encourage chacun à faire son propre devoir, dans un esprit d’authentique solidarité. Si chacun pense uniquement à ses propres intérêts, le monde ne peut qu’aller à sa ruine.

Chers frères et Sœurs, aujourd’hui « la grâce de Dieu Sauveur s’est manifestée » (cf. Tt 2, 11), dans notre monde, qui a ses potentialités et ses faiblesses, ses progrès et ses crises, ses espoirs et ses angoisses. Aujourd’hui, resplendit la lumière de Jésus Christ, Fils du Très-Haut et fils de la Vierge Marie : « Dieu né de Dieu, lumière née de la lumière, vrai Dieu né du vrai Dieu. Pour nous les hommes et pour notre salut, il descendit du ciel ». Nous l’adorons en ce jour, en tous les coins de la terre, emmailloté et déposé dans une pauvre mangeoire. Nous l’adorons en silence tandis que Lui, encore bébé, semble nous dire pour notre consolation : N’ayez pas peur ! « C’est moi qui suis Dieu, il n’y en a pas d’autre » (Is 45, 22). Venez à moi, hommes et femmes, peuples et nations, venez à moi, ne craignez pas : je suis venu vous apporter l’amour du Père, vous montrer le chemin de la paix.

Allons, donc, frères ! Pressons-nous, comme les bergers dans la nuit de Bethléem. Dieu est venu à notre rencontre et nous a montré son visage, riche en grâce et en miséricorde ! Que sa venue ne soit pas vaine pour nous ! Cherchons Jésus, laissons-nous attirer par sa lumière, qui efface du cœur de l’homme la tristesse et la peur; approchons-nous avec confiance ; prosternons-nous avec humilité, pour l’adorer. Bon Noël à tous !

[01995-03.01] [Texte original: Italien]

TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE

"The grace of God our Saviour has appeared to all" (Tit 2:11, Vulg.)

Dear brothers and sisters, in the words of the Apostle Paul, I once more joyfully proclaim Christ’s Birth. Today "the grace of God our Saviour" has truly "appeared to all"!

It appeared! This is what the Church celebrates today. The grace of God, rich in goodness and love, is no longer hidden. It "appeared", it was manifested in the flesh, it showed its face. Where? In Bethlehem. When? Under Caesar Augustus, during the first census, which the Evangelist Luke also mentions. And who is the One who reveals it? A newborn Child, the Son of the Virgin Mary. In him the grace of God our Saviour has appeared. And so that Child is called Jehoshua, Jesus, which means: "God saves".

The grace of God has appeared. That is why Christmas is a feast of light. Not like the full daylight which illumines everything, but a glimmer beginning in the night and spreading out from a precise point in the universe: from the stable of Bethlehem, where the divine Child was born. Indeed, he is the light itself, which begins to radiate, as portrayed in so many paintings of the Nativity. He is the light whose appearance breaks through the gloom, dispels the darkness and enables us to understand the meaning and the value of our own lives and of all history. Every Christmas crib is a simple yet eloquent invitation to open our hearts and minds to the mystery of life. It is an encounter with the immortal Life which became mortal in the mystic scene of the Nativity: a scene which we can admire here too, in this Square, as in countless churches and chapels throughout the world, and in every house where the name of Jesus is adored.

The grace of God has appeared to all. Jesus – the face of the "God who saves", did not show himself only for a certain few, but for everyone. Although it is true that in the simple and lowly dwelling of Bethlehem few persons encountered him, still he came for all: Jews and Gentiles, rich and poor, those near and those far away, believers and non-believers… for everyone. Supernatural grace, by God’s will, is meant for every creature. Yet each human person needs to accept that grace, to utter his or her own "yes", like Mary, so that his or her heart can be illumined by a ray of that divine light. It was Mary and Joseph, who that night welcomed the incarnate Word, awaiting it with love, along with the shepherds who kept watch over their flocks (cf. Lk 2:1-20). A small community, in other words, which made haste to adore the Child Jesus; a tiny community which represents the Church and all people of good will. Today too those who await him, who seek him in their lives, encounter the God who out of love became our brother – all those who turn their hearts to him, who yearn to see his face and to contribute to the coming of his Kingdom. Jesus himself would say this in his preaching: these are the poor in spirit; those who mourn, the meek, those who thirst for justice; the merciful, the pure of heart, the peacemakers, and those persecuted for righteousness’ sake (cf. Mt 5:3-10). They are the ones who see in Jesus the face of God and then set out again, like the shepherds of Bethlehem, renewed in heart by the joy of his love.

Brothers and sisters, all you who are listening to my words: this proclamation of hope – the heart of the Christmas message – is meant for all men and women. Jesus was born for everyone, and just as Mary, in Bethlehem, offered him to the shepherds, so on this day the Church presents him to all humanity, so that each person and every human situation may come to know the power of God’s saving grace, which alone can transform evil into good, which alone can change human hearts, making them oases of peace.

May the many people who continue to dwell in darkness and the shadow of death (cf. Lk 1:79) come to know the power of God’s saving grace! May the divine Light of Bethlehem radiate throughout the Holy Land, where the horizon seems once again bleak for Israelis and Palestinians. May it spread throughout Lebanon, Iraq and the whole Middle East. May it bring forth rich fruit from the efforts of all those who, rather than resigning themselves to the twisted logic of conflict and violence, prefer instead the path of dialogue and negotiation as the means of resolving tensions within each country and finding just and lasting solutions to the conflicts troubling the region. This light, which brings transformation and renewal, is besought by the people of Zimbabwe, in Africa, trapped for all too long in a political and social crisis which, sadly, keeps worsening, as well as the men and women of the Democratic Republic of Congo, especially in the war-torn region of Kivu, Darfur, in Sudan, and Somalia, whose interminable sufferings are the tragic consequence of the lack of stability and peace. This light is awaited especially by the children living in those countries, and the children of all countries experiencing troubles, so that their future can once more be filled with hope.

Wherever the dignity and rights of the human person are trampled upon; wherever the selfishness of individuals and groups prevails over the common good; wherever fratricidal hatred and the exploitation of man by man risk being taken for granted; wherever internecine conflicts divide ethnic and social groups and disrupt peaceful coexistence; wherever terrorism continues to strike; wherever the basics needed for survival are lacking; wherever an increasingly uncertain future is regarded with apprehension, even in affluent nations: in each of these places may the Light of Christmas shine forth and encourage all people to do their part in a spirit of authentic solidarity. If people look only to their own interests, our world will certainly fall apart.

Dear brothers and sisters, today, "the grace of God our Saviour has appeared" (cf. Tit 2:11) in this world of ours, with all its potential and its frailty, its advances and crises, its hopes and travails. Today, there shines forth the light of Jesus Christ, the Son of the Most High and the son of the Virgin Mary: "God from God, light from light, true God from true God. For us men, and for our salvation, he came down from heaven". Let us adore him, this very day, in every corner of the world, wrapped in swaddling clothes and laid in a lowly manger. Let us adore him in silence, while he, still a mere infant, seems to comfort us by saying: Do not be afraid, "I am God, and there is no other" (Is 45:22). Come to me, men and women, peoples and nations, come to me. Do not be afraid: I have come to bring you the love of the Father, and to show you the way of peace.

Let us go, then, brothers and sisters! Let us make haste, like the shepherds on that Bethlehem night. God has come to meet us; he has shown us his face, full of grace and mercy! May his coming to us not be in vain! Let us seek Jesus, let us be drawn to his light which dispels sadness and fear from every human heart. Let us draw near to him with confidence, and bow down in humility to adore him. Merry Christmas to all!

[01995-02.01] [Original text: Italian]

TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA

„Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus" (Tit 2,11)

Liebe Brüder und Schwestern! Mit den Worten des Apostels Paulus verkünde ich erneut die freudige Botschaft der Geburt Christi: Ja, heute „ist allen Menschen die Gnade Gottes, unseres Erlösers, erschienen"!

Sie ist erschienen! Dies ist es, was die Kirche heute feiert. Die Gnade Gottes, reich an Güte und Liebe, bleibt nicht verborgen, sie „ist erschienen", sie wurde im Fleisch sichtbar, sie hat ihr Antlitz gezeigt. Wo? In Bethlehem. Wann? Unter Kaiser Augustus, während der ersten Volkszählung, die auch der Evangelist Lukas erwähnt. Und wer bringt die Offenbarung? Ein neugeborenes Kind, der Sohn der Jungfrau Maria. In ihm ist die Gnade Gottes, unseres Erlösers, erschienen. Darum heißt dieses Kind Jehoshua, Jesus, das bedeutet „Gott rettet".

Die Gnade Gottes ist erschienen: Darum ist Weihnachten ein Fest des Lichts. Nicht ein strahlendes Licht wie jenes, das am hellichten Tag alle Dinge erfaßt, sondern ein Schein, der in der Nacht aufleuchtet und sich von einem bestimmten Ort des Universums her ausbreitet: von der Grotte in Bethlehem, wo das göttliche Kind „das Licht der Welt erblickt" hat. In Wirklichkeit ist er das Licht selbst, das sich ausbreitet, wie es so viele Weihnachtsbilder gut darstellen. Er ist das Licht, das mit seinem Erscheinen die Finsternis zerreißt, die Dunkelheit vertreibt und uns erlaubt, den Sinn und den Wert unserer Existenz und der Geschichte zu verstehen. Jede Krippe ist eine schlichte und beredte Einladung, das Herz und den Verstand für das Geheimnis des Lebens zu öffnen. Es ist eine Begegnung mit dem unsterblichen Leben, das sterblich geworden ist im geheimnisvollen Weihnachtsgeschehen; dieses Geschehen können wir auch hier auf dem Platz bewundern wie auch in unzähligen Kirchen und Kapellen auf der ganzen Welt und in jedem Haus, wo der Name Jesu angebetet wird.

Erschienen ist die Gnade Gottes allen Menschen. Ja, Jesus, das Antlitz des Gott-der-rettet, ist nicht nur für wenige sichtbar geworden, nicht nur für ein paar, sondern für alle. Es stimmt, in der bescheidenen, schmucklosen Bleibe in Bethlehem haben ihn nur wenige Menschen gefunden, aber er ist für alle gekommen: für Juden und Heiden, Reiche und Arme, Nahe und Ferne, Gläubige und Ungläubige... für alle. Die übernatürliche Gnade ist nach dem Willen Gottes für alle Geschöpfe bestimmt. Der Mensch muß sie jedoch annehmen, sein „Ja" dazu sagen, wie Maria, damit das Herz von einem Strahl dieses göttlichen Lichtes erleuchtet wird. In jener Nacht haben Maria und Josef, die es schon mit Liebe erwartet hatten, das fleischgewordene Wort aufgenommen ebenso wie die Hirten, die bei den Herden wachten (vgl. Lk 2,1-20). Eine kleine Gemeinschaft also, die herbeieilte, um das Jesuskind anzubeten; eine kleine Gemeinschaft, die die Kirche und alle Menschen guten Willens verkörpert. Den Gott, der aus Liebe unser Bruder geworden ist, finden auch heute jene, die ihn in ihrem Leben erwarten und ihn suchen; jene, die ihm ihr Herz zuwenden, verlangen danach, sein Antlitz zu schauen und zum Kommen seines Reiches beizutragen. Jesus wird es in seiner Verkündigung selbst sagen: es sind die Armen im Geiste, die Notleidenden, die Sanftmütigen, die nach Gerechtigkeit Hungernden, die Barmherzigen, die, die ein reines Herz haben, die Friedensstifter, die um der Gerechtigkeit willen Verfolgten (vgl. Mt 5,3-10). All diese werden in Jesus das Antlitz Gottes erkennen und wie die Hirten von Bethlehem mit einem von der Freude seiner Liebe erneuerten Herzen nach Hause aufbrechen.

Brüder und Schwestern, die ihr mir heute zuhört, die Verkündigung der Hoffnung, die den Kern der Weihnachtsbotschaft darstellt, ist für alle Menschen bestimmt. Jesus ist für alle Menschen geboren, und wie Maria ihn in Bethlehem den Hirten dargeboten hat, so zeigt ihn die Kirche heute der ganzen Menschheit, damit jeder Mensch in jeder Situation die Kraft der heilbringenden Gnade Gottes erfahren kann, die allein Böses in Gutes zu verwandeln vermag, die allein das Herz des Menschen verändern und zu einer „Oase" des Friedens machen kann.

Die Kraft der heilbringenden Gnade Gottes mögen jene zahlreichen Völker erfahren, die noch in der Finsternis und im Schatten des Todes wohnen (vgl. Lk 1,79). Das göttliche Licht von Bethlehem verbreite sich im Heiligen Land, wo sich der Horizont für die Israelis und die Palästinenser erneut zu verfinstern scheint; es verbreite sich im Libanon, im Irak und im ganzen Mittleren Osten. Es befruchte die Bemühungen all jener, die sich nicht von der niederträchtigen Logik der Konfrontation und der Gewalt treiben lassen und statt dessen dem Weg des Dialogs und der Verhandlungen den Vorzug geben, um die Spannungen innerhalb der einzelnen Länder zu überwinden und gerechte und dauerhafte Lösungen für die Konflikte zu finden, die jeweilige Region bedrücken. Dieses Licht, das verändert und erneuert, ersehnen auch die Bewohner von Zimbabwe in Afrika, die schon zu lange von einer politischen und sozialen Krise zermalmt werden, die sich leider weiter verschärft, und ebenso die Männer und Frauen in der Demokratischen Republik Kongo, besonders in der geplagten Region Kivu, im sudanesischen Dafur und in Somalia, deren nicht enden wollendes Leiden eine tragische Folge der mangelnden Stabilität und des fehlenden Friedens sind. Dieses Licht erwarten vor allem die Kinder dieser sowie aller Länder in Schwierigkeiten, damit ihnen die Hoffnung auf ihre Zukunft wiedergeschenkt wird.

Wo die Würde und die Rechte des Menschen mit Füßen getreten werden; wo der persönliche Egoismus oder die Interessen von Gruppen sich über das Gemeinwohl hinwegsetzen; wo man Gefahr läuft, sich an den brudermörderischen Haß und an die Ausbeutung des Menschen durch andere Menschen zu gewöhnen; wo interne Konflikte gesellschaftliche und ethnische Gruppen entzweien und das Zusammenleben verletzen; wo weiterhin der Terrorismus zuschlägt; wo man besorgt in eine Zukunft blickt, die immer unsicherer wird, auch in den wohlhabenden Ländern: überall dort leuchte das Licht der Weihnacht und ermutige alle, sich in einer wahrhaft solidarischen Gesinnung einzubringen. Wenn jeder nur an seine eigenen Interessen denkt, kann die Welt nur zugrunde gehen.

Liebe Brüder und Schwestern, heute „ist die Gnade Gottes, unseres Erlösers, erschienen" (vgl. Tit 2,11), in unserer Welt, mit ihren Möglichkeiten und ihren Schwächen, mit ihren Fortschritten und ihren Krisen, mit ihren Hoffnungen und ihren Ängsten. Heute erstrahlt das Licht Jesu Christi, des Sohnes des Höchsten und des Sohnes der Jungfrau Maria: „Gott von Gott, Licht vom Licht, wahrer Gott vom wahren Gott. Für uns Menschen und zu unserem Heil ist er vom Himmel gekommen". Heute beten wir überall auf der Erde ihn an, der in Windeln gewickelt und in eine armselige Krippe gelegt ist. Wir beten ihn in Stille an, während er, der noch nicht sprechen kann, uns zu unserem Trost zu sagen scheint: Fürchtet euch nicht, „ich bin Gott und sonst niemand" (Jes 45,22). Kommt zu mir, Männer und Frauen, Völker und Nationen, kommt zu mir, fürchtet euch nicht: Ich bin gekommen, um euch die Liebe des Vaters zu bringen, um euch den Weg des Friedens zu zeigen.

Brechen wir also auf, Brüder und Schwestern! Eilen wir herbei wie die Hirten in der Nacht zu Bethlehem. Gott ist uns entgegengekommen und hat uns sein Antlitz gezeigt, reich an Gnade und Erbarmen! Sein Kommen soll für uns nicht vergeblich sein! Suchen wir Jesus, lassen wir uns von seinem Licht anziehen, das die Traurigkeit und die Furcht aus dem Herzen des Menschen vertreibt; treten wir voll Vertrauen zu ihm hin, und fallen wir demütig vor ihm nieder, um ihn anzubeten. Frohe Weihnachten euch allen!

[01995-05.01] [Originalsprache: Italienisch]

TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA

«Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus" (Tt 2,11).

Queridos hermanos y hermanas, renuevo el alegre anuncio de la Natividad de Cristo con las palabras del apóstol San Pablo: Sí, hoy «ha aparecido la gracia de Dios, que trae la salvación para todos los hombres».

Ha aparecido. Esto es lo que la Iglesia celebra hoy. La gracia de Dios, rica de bondad y de ternura, ya no está escondida, sino que «ha aparecido», se ha manifestado en la carne, ha mostrado su rostro. ¿Dónde? En Belén. ¿Cuándo? Bajo César Augusto durante el primer censo, al que se refiere también el evangelista San Lucas. Y ¿quién la revela? Un recién nacido, el Hijo de la Virgen María. En Él ha aparecido la gracia de Dios, nuestro Salvador. Por eso ese Niño se llama Jehoshua, Jesús, que significa «Dios salva».

La gracia de Dios ha aparecido. Por eso la Navidad es fiesta de luz. No una luz total, como la que inunda todo en pleno día, sino una claridad que se hace en la noche y se difunde desde un punto preciso del universo: desde la gruta de Belén, donde el Niño divino ha «venido a la luz». En realidad, es Él la luz misma que se propaga, como representan bien tantos cuadros de la Natividad. Él es la luz que, apareciendo, disipa la bruma, desplaza las tinieblas y nos permite entender el sentido y el valor de nuestra existencia y de la historia. Cada belén es una invitación simple y elocuente a abrir el corazón y la mente al misterio de la vida. Es un encuentro con la Vida inmortal, que se ha hecho mortal en la escena mística de la Navidad; una escena que podemos admirar también aquí, en esta plaza, así como en innumerables iglesias y capillas de todo el mundo, y en cada casa donde el nombre de Jesús es adorado.

La gracia de Dio ha aparecido a todos los hombres. Sí, Jesús, el rostro de Dios que salva, no se ha manifestado sólo para unos pocos, para algunos, sino para todos. Es cierto que pocas personas lo han encontrado en la humilde y destartalada demora de Belén, pero Él ha venido para todos: judíos y paganos, ricos y pobres, cercanos y lejanos, creyentes y no creyentes..., todos. La gracia sobrenatural, por voluntad de Dios, está destinada a toda criatura. Pero hace falta que el ser humano la acoja, que diga su «sí» como María, para que el corazón sea iluminado por un rayo de esa luz divina. Aquella noche eran María y José los que esperaban al Verbo encarnado para acogerlo con amor, y los pastores, que velaban junto a los rebaños (cf. Lc 2,1-20). Una pequeña comunidad, pues, que acudió a adorar al Niño Jesús; una pequeña comunidad que representa a la Iglesia y a todos los hombres de buena voluntad. También hoy, quienes en su vida lo esperan y lo buscan, encuentran al Dios que se ha hecho nuestro hermano por amor; todos los que en su corazón tienden hacia Dios desean conocer su rostro y contribuir a la llegada de su Reino. Jesús mismo lo dice en su predicación: estos son los pobres de espíritu, los afligidos, los humildes, los hambrientos de justicia, los misericordiosos, los limpios de corazón, los que trabajan por la paz, los perseguidos por la causa de la justicia (cf. Mt 5,3-10). Estos son los que reconocen en Jesús el rostro de Dios y se ponen en camino, come a los pastores de Belén, renovados en su corazón por la alegría de su amor.

Hermanos y hermanas que me escucháis, el anuncio de esperanza que constituye el corazón del mensaje de la Navidad está destinado a todos los hombres. Jesús ha nacido para todos y, como María lo ofreció en Belén a los pastores, en este día la Iglesia lo presenta a toda la humanidad, para que en cada persona y situación se sienta el poder de la gracia salvadora de Dios, la única que puede transformar el mal en bien, y cambiar el corazón del hombre y hacerlo un «oasis» de paz.

Que sientan el poder de la gracia salvadora de Dios tantas poblaciones que todavía viven en tinieblas y en sombras de muerte (cf. Lc 1,79). Que la luz divina de Belén se difunda en Tierra Santa, donde el horizonte parece volverse a oscurecer para israelíes y palestinos; se propague en Líbano, en Irak y en todo el Medio Oriente. Que haga fructificar los esfuerzos de quienes no se resignan a la lógica perversa del enfrentamiento y la violencia, y prefieren en cambio la vía del diálogo y la negociación para resolver las tensiones internas de cada País y encontrar soluciones justas y duraderas a los conflictos que afectan a la región. A esta Luz que transforma y renueva anhelan los habitantes de Zimbabwe, en África, atrapado durante demasiado tiempo por la tenaza de una crisis política y social, que desgraciadamente sigue agravándose, así como los hombres y mujeres de la República Democrática del Congo, especialmente en la atormentada región de Kivu, de Darfur, en Sudán, y de Somalia, cuyas interminables tribulaciones son una trágica consecuencia de la falta de estabilidad y de paz. Esta Luz la esperan sobre todo los niños de estos y de todos los Países en dificultad, para que se devuelva la esperanza a su porvenir.

Donde se atropella la dignidad y los derechos de la persona humana; donde los egoísmos personales o de grupo prevalecen sobre el bien común; donde se corre el riesgo de habituarse al odio fratricida y a la explotación del hombre por el hombre; donde las luchas intestinas dividen grupos y etnias y laceran la convivencia; donde el terrorismo sigue golpeando; donde falta lo necesario para vivir; donde se mira con desconfianza un futuro que se esta haciendo cada vez más incierto, incluso en las Naciones del bienestar: que en todos estos casos brille la Luz de la Navidad y anime a todos a hacer su propia parte, con espíritu de auténtica solidaridad. Si cada uno piensa sólo en sus propios intereses, el mundo se encamina a la ruina.

Queridos hermanos y hermanas, hoy «ha aparecido la gracia de Dios, el Salvador» (cf. Tt 2,11) en este mundo nuestro, con sus capacidades y sus debilidades, sus progresos y sus crisis, con sus esperanzas y sus angustias. Hoy resplandece la luz de Jesucristo, Hijo del Altísimo e hijo de la Virgen María, «Dios de Dios, Luz de luz, Dios verdadero de Dios verdadero... que por nosotros los hombres y por nuestra salvación bajó del cielo». Lo adoramos hoy en todos los rincones de la tierra, envuelto en pañales y acostado en un pesebre. Lo adoramos en silencio mientras Él, todavía niño, parece decirnos para nuestro consuelo: No temáis, «no hay otro Dios fuera de mí» (Is 45,22). Venid a mí, hombres y mujeres, pueblos y naciones; venid a mí, no temáis. He venido al mundo para traeros el amor del Padre, para mostraros la vía de la paz.

Vayamos, pues, hermanos. Apresurémonos como los pastores en la noche de Belén. Dios ha venido a nuestro encuentro y nos ha mostrado su rostro, rico de gracia y de misericordia. Que su venida no sea en vano. Busquemos a Jesús, dejémonos atraer por su luz que disipa la tristeza y el miedo del corazón del hombre; acerquémonos con confianza; postrémonos con humildad para adorarlo. Feliz Navidad a todos.

[01995-04.01] [Texto original: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE

«Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus» (Tt 2, 11).

Amados irmãos e irmãs, com as palavras do apóstolo Paulo renovo o jubiloso anúncio do Natal de Cristo: sim, hoje, «manifestou-se a todos os homens a graça de Deus, nosso Salvador»!

Manifestou-se! Isto é o que a Igreja hoje celebra. A graça de Deus, rica em bondade e ternura, já não está escondida, mas «manifestou-se», manifestou-se na carne, mostrou o seu rosto. Onde? Em Belém. Quando? Sob César Augusto, durante o primeiro recenseamento a que alude também o evangelista Lucas. E quem é o revelador? Um recém-nascido, o Filho da Virgem Maria. N’Ele manifestou-se a graça de Deus, Salvador nosso. Por isso, aquele Menino chama-Se Jehoshua, Jesus, que significa «Deus salva».

A graça de Deus manifestou-se: eis o motivo por que o Natal é festa de luz. Não uma luz total, como aquela que envolve todas as coisas em pleno dia, mas um clarão que se acende na noite e se difunde a partir de um ponto concreto do universo: da gruta de Belém, onde o Deus Menino «veio à luz». Na realidade, é Ele a própria luz que se propaga, como aparece bem representado em muitos quadros da Natividade. Ele é a luz, que, ao manifestar-se, rompe a bruma, dissipa as trevas e nos permite compreender o sentido e o valor da nossa existência e da história. Cada presépio é um convite simples e eloquente a abrir o coração e a mente ao mistério da vida. É um encontro com a Vida imortal, que Se fez mortal na mística cena do Natal; uma cena que podemos admirar também aqui, nesta Praça, tal como em inumeráveis igrejas e capelas do mundo inteiro e em toda a casa onde é adorado o nome de Jesus.

A graça de Deus manifestou-se a todos os homens. Sim, Jesus, o rosto do próprio Deus-que-salva, não Se manifestou somente para poucos, para alguns, mas para todos. É verdade que, no casebre humilde e pobre de Belém, poucas pessoas O encontraram, mas Ele veio para todos: judeus e pagãos, ricos e pobres, de perto e de longe, crentes e não crentes… todos. A graça sobrenatural, por vontade de Deus, destina-se a toda a criatura. Mas é preciso que o ser humano a acolha, pronuncie o seu «sim», como Maria, para o coração seja iluminado por um raio daquela luz divina. Os que acolheram o Verbo encarnado, naquela noite, foram Maria e José, que O esperavam com amor, e os pastores, que vigiavam durante a noite (cf. Lc 2, 1-20). Foi, portanto, uma pequena comunidade que acorreu a adorar Jesus Menino; uma pequena comunidade que representa a Igreja e todos os homens de boa vontade. Também hoje, aqueles que na vida O esperam e procuram, encontram Deus que por amor Se fez nosso irmão; quantos têm o coração voltado para Ele, desejam conhecer o seu rosto e contribuir para instaurar o seu reino. Di-lo-á o próprio Jesus na sua pregação: são os pobres em espírito, os aflitos, os mansos, os famintos de justiça, os misericordiosos, os puros de coração, os obreiros da paz, os perseguidos por causa da justiça (cf. Mt 5, 3-10). Estes reconhecem em Jesus o rosto de Deus e regressam, como os pastores de Belém, renovados no coração pela alegria do seu amor.

Irmãos e irmãs que me escutais, a todos os homens se destina o anúncio de esperança que constitui o coração da mensagem de Natal. Para todos nasceu Jesus e, como em Belém Maria O ofereceu aos pastores, neste dia a Igreja apresenta-O à humanidade inteira, para que toda a pessoa e cada situação humana possa experimentar a força da graça salvadora de Deus, a única que pode transformar o mal em bem, a única que pode mudar o coração do homem e torná-lo um «oásis» de paz.

Possam experimentar a força da graça salvadora de Deus as numerosas populações que vivem ainda nas trevas e nas sombras da morte (cf. Lc 1, 79). Que a Luz divina de Belém se difunde pela Terra Santa, onde o horizonte parece tornar-se a fazer escuro para os israelitas e os palestinianos, difunda-se pelo Líbano, o Iraque e todo o Médio Oriente. Torne fecundos os esforços de quantos não se resignam com a lógica perversa do conflito e da violência e privilegiam pelo contrário o caminho do diálogo e das negociações para se harmonizar as tensões internas nos diversos Países e encontras soluções justas e duradouras para os conflitos que atormentam a região. Por esta Luz que transforma e renova, anelam os habitantes do Zimbábue, em África, oprimidos há demasiado tempo por uma crise política e social que, infelizmente, continua a agravar-se, coma também os homens e as mulheres da República Democrática do Congo, especialmente na martirizada região do Kivu, do Darfour, no Sudão, e da Somália, cujos infindáveis sofrimentos são uma trágica consequência da falta de estabilidade e de paz. Por esta Luz esperam sobretudo as crianças dos países referidos e de todo os outros em dificuldade, a fim de que seja devolvida a esperança ao seu futuro.

Onde a dignidade e os direitos da pessoa humana são espezinhados; onde os egoísmos pessoais ou de grupo prevalecem sobre o bem comum; onde se corre o risco de habituar-se ao ódio fratricida a à exploração do homem pelo homem; onde lutas internas dividem grupos e etnias e dilaceram a convivência; onde o terrorismo continua a percutir; onde falta o necessário para sobreviver; onde se olha com apreensão para um futuro que se vai tornando cada vez mais incerto, mesmo nas Nações do bem-estar: lá resplandeça a Luz do Natal e encoraje todos a fazerem a própria parte, com espírito de autêntica solidariedade. Se cada um pensar só nos próprios interesses, o mundo não poderá senão caminhar para a ruína.

Amados irmãos e irmãs, hoje «manifestou-se a graça de Deus Salvador» (cf. Tt 2, 11), neste nosso mundo, com as suas potencialidades e as suas debilidades, os seus progressos e as suas crises, com as suas esperanças e as suas angústias. Hoje refulge a luz de Jesus Cristo, Filho do Altíssimo e filho da Virgem Maria: «Deus de Deus, Luz da Luz, Deus verdadeiro de Deus verdadeiro. Por nós, homens, e para nossa salvação desceu dos Céus». Adoramo-Lo hoje, em cada ângulo da terra, envolvido em faixas e reclinado numa pobre manjedoura. Adoramo-Lo em silêncio enquanto Ele, ainda infante, parece dizer-nos para nossa consolação: não tenhais medo, «Eu sou Deus e não há outro» (Is 45, 22). Vinde a Mim, homens e mulheres, povos e nações. Vinde a Mim, não temais! Vim trazer-vos o amor do Pai, mostrar-vos o caminho da paz.

Vamos, pois, irmãos! Apressemo-nos, como os pastores na noite de Belém. Deus veio ao nosso encontro e mostrou-nos o seu rosto, rico em misericórdia! A sua graça não seja vã para nós! Procuremos Jesus, deixemo-nos atrair pela sua luz, que dissipa a tristeza e o medo do coração do homem; aproximemo-nos com confiança; com humildade, prostremo-nos para O adorar. Feliz Natal para todos!

[01995-06.01] [Texto original: Italiano]

TRADUZIONE IN LINGUA POLACCA

„Apparuit gratia Dei Salvatoris nostri omnibus hominibus" (Tt 2, 11).

Drodzy bracia i siostry, tymi słowami apostoła Pawła na nowo ogłaszam radosną nowinę o narodzeniu Chrystusa: tak, dzisiaj „ukazała się łaska Boga, która niesie zbawienie wszystkim ludziom"!

Ukazała się! To właśnie celebruje dziś Kościół. Łaska Boga obfitująca w dobroć i łagodność nie jest już ukryta, ale „ukazała się", objawiła się w ciele, pokazała swoje oblicze. Gdzie? W Betlejem. Kiedy? Za czasów Cezara Augusta, podczas pierwszego spisu ludności, o którym wspomina ewangelista Łukasz. A kim jest objawiający? Nowo narodzony Syn Maryi Dziewicy. W Nim ukazała się łaska Boga naszego Zbawcy. Dlatego Dziecię to nazywa się Jehoshua, Jezus, to znaczy „Bóg zbawia".

Łaska Boga ukazała się: oto dlaczego Boże Narodzenie jest świętem światła. Nie jest to zwyczajne światło, które pada na każdą rzecz w pełni dnia, ale światłość, która rozpala się w nocy i rozprzestrzenia się z jednego określonego punktu we wszechświecie: z betlejemskiej groty, gdzie Boskie Dziecię „przyszło na świat". W rzeczywistości Ono jest światłem, które emanuje, jak to ukazuje wiele obrazów przedstawiających Boże Narodzenie. Ono jest światłem, które przełamuje mrok, rozprasza ciemność i pozwala nam pojąć sens i wartość naszego istnienia i historii. Każdy żłóbek jest prostym i wymownym zaproszeniem do otwarcia serca i umysłu na tajemnicę życia. Jest to spotkanie z Życiem nieśmiertelnym, które uczyniło się śmiertelnym w mistycznej scenie Narodzenia; w scenie, którą możemy podziwiać również tu, na tym Placu, jak też w niezliczonych kościołach i kaplicach na całym świecie, i w każdym domu, w którym adoruje się imię Jezusa.

Łaska Boża ukazała się wszystkim ludziom. Tak, Jezus, oblicze Boga-który-zbawia, nie ukazał się tylko nielicznym, tylko niektórym, ale wszystkim. To prawda, że w pokornym, prostym schronieniu w Betlejem spotkali Go nieliczni, ale On przyszedł do wszystkich: żydów i pogan, bogatych i biednych, bliskich i dalekich, wierzących i niewierzących... do wszystkich. Nadprzyrodzona łaska z woli Boga jest przeznaczona dla każdego stworzenia. Trzeba jednak, by istnienie ludzkie ją przyjęło, wypowiedziało swoje „tak", jak Maryja, aby serce zostało rozjaśnione przez promień Bożego światła. Tej nocy Słowo wcielone przyjęli Maryja i Józef, którzy oczekiwali Go z miłością, i pasterze, którzy „trzymali straż nocną nad swoim stadem" (Łk 2, 1-20). A więc niewielka wspólnota, która przybyła do Betlejem, aby adorować Dziecię Jezus; niewielka wspólnota, która reprezentuje Kościół i wszystkich ludzi dobrej woli. Również dziś ci, którzy w swoim życiu oczekują Go i szukają, spotykają Boga, który z miłości stał się naszym bratem; ci, którzy sercem zwracają się ku Niemu, pragną poznać Jego oblicze i przyczyniać się do nadejścia Jego Królestwa. Sam Jezus powie to, nauczając: ubodzy w duchu, którzy się smucą, cisi, pragnący sprawiedliwości, miłosierni, czystego serca, wprowadzający pokój, prześladowani dla sprawiedliwości (por. Mt 5, 3-10) – oni rozpoznają w Jezusie oblicze Boga i odchodzą, jak betlejemscy pasterze, odnowieni w sercu przez radość i miłość.

Bracia i siostry, którzy mnie słuchacie, do wszystkich ludzi skierowane jest orędzie nadziei, które stanowi serce bożonarodzeniowego przesłania. Dla wszystkich narodził się Jezus i, jak w Betlejem Maryja ofiarowała Go pasterzom, dziś Kościół przedstawia Go całej ludzkości, aby każda osoba i każda ludzka sytuacja mogła doświadczyć mocy zbawczej łaski Boga. Tylko ona może przemienić zło w dobro, tylko ona może zmienić serce człowieka i uczynić je „oazą" pokoju.

Oby liczne ludy, które wciąż żyją w mroku i cieniu śmierci (por. Łk 1, 79), mogły doświadczyć mocy zbawczej łaski Boga. Boskie Światło z Betlejem niech rozprzestrzenia się w Ziemi Świętej, w której horyzont ponownie zdaje się zaciemniać dla izraelitów i palestyńczyków; niech rozprzestrzenia się w Libanie, w Iraku i na całym Bliskim Wschodzie. Niech sprawi, aby były owocne wysiłki tych, którzy nie poddają się przewrotnej logice konfrontacji i przemocy, cenią sobie natomiast drogę dialogu i negocjacji, aby wyciszyć wewnętrzne napięcia w poszczególnych państwach i znaleźć sprawiedliwe i trwałe rozwiązania konfliktów, które nękają ten region. Światła, które przemienia i odnawia, pragną mieszkańcy Zimbabwe w Afryce, od długiego czasu uciśnieni przez kryzys polityczny i społeczny, który niestety wciąż się pogłębia, jak też obywatele Demokratycznej Republiki Konga, zwłaszcza w umęczonym regionie Kivu, mieszkańcy Darfuru w Sudanie i Somalii, której niekończące się cierpienie jest efektem braku stabilności i pokoju. Tego światła oczekują zwłaszcza dzieci w tych krajach i w innych, borykających się z trudnościami, aby ich przyszłości została przywrócona nadzieja.

Tam, gdzie deptana jest godność i prawa osoby ludzkiej; gdzie przedkłada się egoizm jednostek albo grup nad dobro wspólne; gdzie istnieje ryzyko spowszednienia bratobójczej nienawiści i wyzysku człowieka przez człowieka; gdzie wojny domowe dzielą grupy etniczne i burzą życie wspólne; gdzie nie przestaje uderzać terroryzm; gdzie brak podstawowych środków do przeżycia; gdzie z lękiem spogląda się w przyszłość, która staje się coraz bardziej niepewna, również w narodach cieszących się dobrobytem: wszędzie tam niech zajaśnieje światłość Bożego Narodzenia i zachęci wszystkich do osobistej pracy w duchu autentycznej solidarności. Gdy każdy myśli tylko o swoich interesach, świat nieuchronnie zmierza ku ruinie.

Drodzy bracia i siostry, dziś „ukazała się łaska Boga Zbawcy" (por. Tt 2, 11), w naszym świecie, z jego możliwościami i słabościami, z jego postępem i kryzysami, z jego nadziejami i niepokojami. Dziś jaśnieje światło Jezusa Chrystusa, Syna Najwyższego i syna Dziewicy Maryi: „Bóg z Boga, Światłość ze Światłości, Bóg prawdziwy z Boga prawdziwego. On dla nas ludzi i dla naszego zbawienia zstąpił z nieba". Adorujemy Go dzisiaj w każdym zakątku ziemi, owiniętego w pieluszki i złożonego w ubogim żłobie. Adorujemy Go w ciszy, podczas gdy On, jeszcze Dziecko, zdaje się nam mówić ku pocieszeniu: Nie lękajcie się, „Ja jestem Bogiem i nikt inny" (Iz 45, 22). Przyjdźcie do Mnie, mężczyźni i kobiety, ludy i narody, przyjdźcie do Mnie, nie lękajcie się: przyszedłem, aby przynieść wam miłość Ojca, aby ukazać wam drogę pokoju.

Idźmy więc bracia! Spieszmy, jak pasterze w noc betlejemską. Bóg wyszedł nam naprzeciw i ukazał nam swoje oblicze, bogate w łaskę i miłosierdzie! Niech Jego przyjście nie będzie na próżno. Szukajmy Jezusa, pozwólmy się przyciągnąć światłu, które rozprasza smutek i lęk w ludzkim sercu. Zbliżmy się z ufnością. Z pokorą pokłońmy się w geście adoracji. Wszystkim życzę dobrych świąt Bożego Narodzenia.

[01995-09.01] [Testo originale: Italiano]

[B0810-XX.02]