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FIRMA DI ACCORDO TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA FEDERATIVA DEL BRASILE, 13.11.2008


FIRMA DI ACCORDO TRA LA SANTA SEDE E LA REPUBBLICA FEDERATIVA DEL BRASILE

DISCORSO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI  

DISCORSO DI S.E. IL DOTT. CELSO AMORIM

Questa mattina, giovedì 13 novembre 2008, nel Palazzo Apostolico Vaticano, è stato sottoscritto un Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Federativa del Brasile.

Hanno firmato per la Santa Sede l’Ecc.mo Mons. Dominique Mamberti, Segretario per i Rapporto con gli Stati, e per la Repubblica Federale del Brasile Sua Eccellenza il Dott. Celso Amorim, Ministro degli Affari Esteri.

Assistevano al solenne atto:

per parte della Santa Sede: l’Em.mo Card. Tarcisio Bertone, Segretario di Stato; l’Em.mo Card. Cláudio Hummes, Prefetto della Congregazione per il Clero; S.E. Mons. Lorenzo Baldisseri, Nunzio Apostolico in Brasile; i Rev.mi Monsignori Pietro Parolin, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati; Fortunatus Nwachukwu, Capo del Protocollo; Nicolas Thevenin, Lech Piechota, Stefano Migliorelli, Angelo Accattino e Marco Sprizzi.

per parte della Repubblica Federativa del Brasile: S.E. il Signor Luiz Inácio Lula da Silva, Presidente della Repubblica Federale del Brasile; la Signora Marisa Letícia Lula da Silva; S.E. il Signor Nelson Jobim, Ministro della Difesa; S.E. la Signora Dilma Rousseff e S.E. il Signor Luiz Dulci, Ministri di Stato; S.E. la Signora Vera Barrouin Machado, Ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede; il Signor Ronald Crivano Machado; S.E. l’Ambasciatore Paulo Oliveira Campos, Capo del Cerimoniale della Presidenza della Repubblica; S.E. l’Ambasciatore Maria Edileuza Fontenelle Reis, Capo del Dipartimento d’Europa; S.E. l’Ambasciatore Maria Laura da Rocha, Capo del Gabinetto del Ministero degli Affari Esteri; Generale Marco Gonçalves Dias, Assessore agli Affari Militari della Presidenza della Repubblica.

L’Accordo, che consolida ulteriormente i tradizionali vincoli di amicizia e di collaborazione esistenti tra le due Parti, si compone di un Preambolo e di venti articoli, che disciplinano vari ambiti, tra i quali: lo statuto giuridico della Chiesa cattolica in Brasile, il riconoscimento dei titoli di studio, l’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche, il matrimonio canonico e il regime fiscale.

L’Accordo entrerà in vigore dopo lo scambio degli strumenti di ratifica.

Pubblichiamo di seguito il testo dei discorsi tenuti nella circostanza da S.E. Mons. Dominique Mamberti e da S.E. il Ministro Celso Amorim:

DISCORSO DI S.E. MONS. DOMINIQUE MAMBERTI

Signor Presidente della Repubblica Federativa del Brasile,

Em.mo Card. Segretario di Stato,

Signor Ministro degli Affari Esteri,

Signora Ambasciatore presso la Santa Sede,

distinti membri della Delegazione brasiliana,

Eccellenze Reverendissime,

Reverendi Monsignori,

Signore e Signori,

cari amici!

Sono lieto di porgere il mio più cordiale saluto a Lei, Signor Presidente della Repubblica Federativa del Brasile, in occasione della Sua visita in Vaticano, che, dopo l’udienza dal Santo Padre Benedetto XVI e l’incontro con l’Em.mo Cardinale Segretario di Stato, si conclude con questa cerimonia, solenne e familiare ad un tempo, della firma dell’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Federativa del Brasile. Saluto pure il Signor Ministro degli Affari Esteri, Ambasciatore Celso Amorim, gli altri illustri rappresentanti del Governo brasiliano, l’Ambasciatore del Brasile presso la Santa Sede, Sig.ra Vera Barrouin Machado, il Nunzio Apostolico in Brasile, Sua Eccellenza Mons. Lorenzo Baldisseri, e tutti i presenti.

Due avvenimenti di particolarissima rilevanza segnano, negli ultimi due anni, la vita del Brasile e della Chiesa cattolica che là vive ed opera. Mi riferisco, innanzitutto, alla visita apostolica di Sua Santità Benedetto XVI in occasione della V Conferenza Generale del CELAM di Aparecida. Al momento stesso del suo arrivo, Egli diceva: "Il Brasile occupa un posto molto speciale nel cuore del Papa non solo perché è nato cristiano e possiede oggi il numero più elevato di cattolici, ma principalmente perché è una Nazione ricca di potenzialità con una presenza ecclesiale che è motivo di gioia e speranza per tutta la Chiesa". E lo sguardo del Santo Padre si estendeva, dal Brasile, a tutta l’America Latina, un Continente – afferma il documento conclusivo di Aparecida – che è esso stesso un dono elargito benevolmente da Dio, grazie alla bellezza e fecondità delle sue terre e la ricchezza di umanità che emana dalla sua gente, dalle famiglie, dai popoli e dalle molteplici culture (n. 6).

La seconda circostanza è quella che oggi ci vede protagonisti: la firma dell’ Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Federativa del Brasile. L’importante atto si colloca nel solco di quei vincoli di amicizia e di collaborazione che sussistono da quasi due secoli fra le Parti e che oggi vengono ulteriormente rinsaldati e rafforzati. Esprimo, per questo, la più viva soddisfazione.

Se la Costituzione del 1824 imprimeva all’Impero brasiliano un carattere nettamente confessionale, le successive Carte fondamentali, a partire da quella repubblicana del 1891, modificarono progressivamente tale impostazione, sino alla vigente Costituzione del 1988. Viene così assicurata, da una parte, la sana laicità dello Stato e, dall’altra, garantito il libero esercizio delle attività della Chiesa in tutti gli ambiti della sua missione. Vale la pena di ricordare qui l’insegnamento del Concilio Ecumenico Vaticano II, al quale si ispira costantemente l’azione della Santa Sede: "La comunità politica e la Chiesa – afferma Gaudium et Spes n. 76 – sono indipendenti e autonome l'una dall'altra nel proprio campo. Ma tutte e due, anche se a titolo diverso, sono a servizio della vocazione personale e sociale degli stessi uomini. Esse svolgeranno questo loro servizio a vantaggio di tutti in maniera tanto più efficace, quanto più coltiveranno una sana collaborazione tra di loro, secondo modalità adatte alle circostanze di luogo e di tempo. L'uomo infatti non è limitato al solo orizzonte temporale, ma, vivendo nella storia umana, conserva integralmente la sua vocazione eterna".

Oggi questo quadro riceve un’ulteriore conferma, di carattere giuridico e internazionale, attraverso la firma dell’Accordo, i cui elementi principali sono, per citarne alcuni, il riconoscimento della personalità giuridica delle istituzioni previste dall’ordinamento canonico, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, contestualmente a quello di altre confessioni religiose, la delibazione delle sentenze ecclesiastiche in materia matrimoniale, l’inserimento di spazi per l’edilizia religiosa nei piani regolatori e il riconoscimento dei titoli accademici ecclesiastici.

Mi preme, a questo riguardo, sottolineare che sarebbe fuori luogo parlare di "privilegio", perché non è privilegio il riconoscimento di una realtà sociale di così grande rilievo storico e attuale qual è la Chiesa cattolica in Brasile, senza che ciò tolga nulla di quanto, in una società pluralistica è dovuto ai cittadini di altra fede religiosa e di diversa convinzione ideologica (cfr. Allocuzione del Card. Casaroli in occasione della firma dell’Accordo che apporta modificazioni al Concordato Lateranense, 18 febbraio 1984).

Vorrei poi sottolineare, con senso di gratitudine, il ruolo avuto dalla Conferenza Episcopale Brasiliana nella genesi dell’Accordo. Infatti, è stato proprio l’Episcopato brasiliano a suggerire, nel 1991, l’opportunità di stipulare un Accordo internazionale tra Chiesa e Stato. Tale impulso iniziale ha portato, nel 2006, a dare l’avvio ufficiale ai negoziati, che hanno condotto sino all’odierno felice epilogo.

Non mi resta che formulare l’auspicio che l’Accordo oggi sottoscritto possa al più presto entrare in vigore e contribuire, com’è nelle sue finalità, non solo a consolidare i legami tra Santa Sede e Brasile e favorire sempre più l’ordinato svolgimento della missione della Chiesa cattolica, ma anche a promuovere il progresso spirituale e materiale di tutti gli abitanti del Paese e concorrere, per quanto possibile, alla soluzione dei grandi problemi che oggi travagliano l’umanità.

Grazie!

[01763-01.01] [Testo originale: Italiano]

DISCORSO DI S.E. IL DOTT. CELSO AMORIM

Eminência Cardeal Tarcisio Bertone, Secretário de Estado do Vaticano,

Excelência Reverendíssima, Monsenhor Dominique Mamberti, Secretário para as Relações com os Estados,

Excelentíssimo Senhor Luiz Inácio da Silva, Presidente da República do Brasil

É para mim uma honra assinar o Acordo entre o Brasil e a Santa Sé relativo ao Estatuto Jurídico da Igreja Católica.

Nossas relações tiveram início em 1826, quando o Papa Leão XII recebeu as cartas credenciais do emissário do Imperador Pedro I, gesto que continha implícito o reconhecimento de nossa independência. A primeira Constituição Republicana, de 1891, estabeleceu os princípios que nos têm guiado ao longo desses anos e que garantiram um relacionamento profícuo e mutuamente respeitoso.

O princípio da liberdade religiosa conferiu uma atmosfera propícia para os imigrantes que, a partir da metade do século XIX fizeram do Brasil sua nova terra. Provenientes de diversas partes do globo, eles aportaram à sociedade brasileira diferentes etnias, culturas e religiões, que foram acolhidas em nosso tecido social. A liberdade religiosa reflete, portanto, a pluralidade de nosso povo e constitui a base para a convivência harmônica, entre nós, de todas as crenças.

A presença histórica da Igreja Católica no Brasil, respeitada sempre a separação entre a Igreja e o Estado, assim como a existência de outras religiões professadas no país, fez com que se incorporassem, no arcabouço jurídico brasileiro, direitos e deveres em benefício do bom relacionamento do Estado com a Igreja e com instituições religiosas de outras denominações. Porém, até hoje não contávamos com um acordo bilateral que regulasse os vários aspectos de nossas relações, ao passo que são numerosíssimos os acordos da Santa Sé com outros países.

A República brasileira, desde sua concepção, reconhece a importância da dimensão religiosa do indivíduo, assim como o livre desempenho das atividades eclesiásticas. Reconhece também a relevante contribuição de sacerdotes franciscanos, jesuítas, beneditinos, salesianos e de tantas ordens que trabalham na formação de valores, no conforto espiritual, em obras de solidariedade social, na construção de um patrimônio cultural e artístico, e, especialmente, na educação em todos os níveis.

De grande relevância no processo político recente foi o papel da Igreja na redemocratização no Brasil, notadamente na proteção e promoção dos direitos humanos, inclusive ao abrigar pessoas vítimas de perseguição política. A Igreja, através de suas múltiplas atividades, teve também importante atuação na conscientização quanto às desigualdades sociais, contribuindo para o fortalecimento da cidadania no Brasil.

Temos hoje no Brasil o maior número de bispos entre todos os países e quase 19 mil sacerdotes. Sua Santidade assim se referiu ao Brasil ao desembarcar em São Paulo, em maio do ano passado: "o Brasil ocupa um lugar especial no coração do Papa, não só porque nasceu cristão e porque possui o maior número de católicos do mundo, mas porque é uma nação rica de potencialidades, com uma presença eclesial que é motivo de alegria e de esperança para toda a Igreja.

Há pouco mais de dois anos, Sua Eminência Reverendíssima Cardeal Tarcísio Bertone enviava ao Presidente da República uma carta em que propunha a celebração de um Acordo sobre o Estatuto Jurídico da Igreja Católica no Brasil. A iniciativa se concretizou depois de intenso trabalho de coordenação, envolvendo vários Ministérios responsáveis pelos temas nele contemplados. Coube ao Ministério das Relações Exteriores, com base nessas consultas, negociar o texto com o Núncio Apostólico em Brasilia, aqui presente, a quem estendo os meus cumprimentos. Essas tarefas foram executadas por ambas as Partes com empenho e atenção, sempre orientadas pelo respeito aos profundos laços que unem a Santa Sé e o Brasil ao ordenamento jurídico brasileiro.

O Acordo que hoje assinamos constitui a moldura jurídica de nosso relacionamento. Ele é um marco em nossas relações, sempre baseadas nos ideais de Paz, Justiça e Solidariedade que compartilhamos.

Muito obrigado.

[01764-06.01] [Texto original: Português]

[B0713-XX.02]