Questo pomeriggio, alle ore 17.30, nell’Aula Paolo VI, ha luogo, alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI, la proiezione del film "Testimonianza", tratto dal libro "Una vita con Karol" del Cardinale Stanisław Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, e di Gian Franco Svidercoschi.
Pubblichiamo di seguito le parole che il Santo Padre Benedetto XVI rivolge ai presenti al termine della proiezione:
● PAROLE DEL SANTO PADRE
Signori Cardinali,
cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
gentili Signore, illustri Signori!
La proiezione a cui abbiamo assistito, ci fa riandare con il pensiero a quella tarda sera del 16 ottobre 1978 di 30 anni fa, rimasta impressa nel cuore di tutti. Come oggi, e quasi alla stessa ora, il nuovo Papa rivolto ai numerosi fedeli raccolti in Piazza San Pietro disse: "Se mi sbaglio mi corriggerete". Era il primo incontro del neo-eletto Vescovo di Roma, venuto – come disse - da lontano, con la Città e con il mondo. Il Cardinale Karol Wojtyła, Arcivescovo di Cracovia, scelse di chiamarsi Giovanni Paolo II, ponendosi così in continuità con il suo Predecessore, Papa Albino Luciani, che aveva guidato la Chiesa per soli 33 giorni.
Potremmo dire che il Pontificato del Papa Giovanni Paolo II è racchiuso tra due espressioni. La prima - "Aprite le porte a Cristo! Non abbiate paura" – fu vibrante, e impressionò e scosse l’opinione pubblica e risuonerà sulle sue labbra molte volte ancora lungo gli anni seguenti; l’altra – "Lasciatemi andare alla Casa del Padre" – il Papa la pronunciò flebilmente sul letto di morte, al compiersi di un lungo e fruttuoso pellegrinaggio terreno. Ad ascoltare le prime erano in tanti, a raccogliere le ultime parole furono soltanto gli intimi, tra i quali il fedele segretario don Stanislao, ora Arcivescovo Metropolita di Cracovia. Nel libro "Una vita con Karol", diventato un film dal titolo: "Testimonianza", egli ha voluto raccontare la sua lunga familiarità con questo grande Pontefice, a Cracovia prima e poi a Roma, ripercorrendo momenti di gioia e di tristezza, di speranza e di audacia apostolica. Rivelando inediti episodi, il film lascia trasparire l’umana semplicità, il coraggio deciso e infine la sofferenza di Papa Wojtyła, affrontata sino alla fine con la tempra del montanaro e la pazienza dell’umile servitore del Vangelo.
Questo commovente racconto cinematografico va ad aggiungersi alle moltissime pubblicazioni su questo Pontefice, che ha segnato la storia della Chiesa e del mondo nell’ultima parte del secolo XX e all’inizio del terzo millennio. Grazie a questo film, costituito sia di materiali documentari che di ricostruzioni narrative di dati storici, lo spettatore che non ha conosciuto Giovanni Paolo II ha modo di intuirne l’animo e la passione evangelica. A noi, che lo abbiamo conosciuto, il film offre l’opportunità di rivivere con profonda commozione alcuni momenti della sua vita con originali interpretazioni che riprendono il contenuto del libro arricchendolo di elementi nuovi. Il film ci dà modo inoltre di conoscere meglio la patria di Papa Wojtyła, la Polonia, e le sue tradizioni culturali e religiose; ci permette di ripercorrere noti eventi ecclesiali e civili ed episodi sconosciuti ai più. Tutto è raccontato – lo abbiamo visto - con l’affetto di chi ha condiviso questi eventi da vicino, all’ombra del protagonista.
Come non rivolgere allora un ringraziamento speciale a chi ha contribuito alla realizzazione di questa nuova opera cinematografica? Il mio sincero ringraziamento va innanzitutto al caro Cardinale Stanisław Dziwisz, a cui sono grato per questo libro e per questa realizzazione. Ci fa realmente rivivere quei giorni e rivedere il nostro caro Papa Giovanni Paolo II che dal Cielo in questo momento certamente è con noi. Ringrazio il regista Pawel Pitera e gli altri collaboratori - sarebbe veramente lungo elencarli tutti - che hanno curato con grande maestria il libro e il suo adattamento cinematografico. Saluto con affetto anche tutti coloro che sono qui convenuti stasera, a cominciare dai Signori Cardinali, Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, fino ai moltissimi presenti laici e laiche che hanno ammirato ed amato il mio grande Predecessore. Vogliamo raccogliere, in questo momento, particolarmente il suo invito a non avere paura. Seguendo il suo esempio, anche noi vogliamo rendere con coraggio la nostra testimonianza a Cristo. Con questo auspicio, rinnovo il mio ringraziamento a quanti hanno curato questo film e collaborato per la realizzazione di questa serata. A tutti imparto la mia Benedizione.
[01616-01.01]
[B0653-XX.02]