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L’UDIENZA GENERALE, 27.08.2008


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

APPELLO DEL SANTO PADRE PER LA SITUAZIONE IN INDIA

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa ha ripreso oggi il ciclo di catechesi dedicato all’approfondimento della figura e del pensiero dell’Apostolo Paolo, che aveva iniziato lo scorso luglio in occasione dell’Anno a lui dedicato. Il Santo Padre si è soffermato oggi in particolare sulla biografia di San Paolo.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti. Quindi, il Papa ha rivolto un appello per la situazione in India.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
Al termine, il Santo Padre è rientrato a Castel Gandolfo.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

nell’ultima catechesi prima delle vacanze – due mesi fa, ai primi di luglio – avevo iniziato una nuova serie di tematiche in occasione dell’anno paolino, considerando il mondo in cui visse san Paolo. Vorrei oggi riprendere e continuare la riflessione sull’Apostolo delle genti, proponendo una sua breve biografia. Poiché dedicheremo il prossimo mercoledì all'evento straordinario che si verificò sulla strada di Damasco, la conversione di Paolo, svolta fondamentale della sua esistenza a seguito dell’incontro con Cristo, oggi ci soffermiamo brevemente sull’insieme della sua vita. Gli estremi biografici di Paolo li abbiamo rispettivamente nella Lettera a Filemone, nella quale egli si dichiara "vecchio" (Fm 9: presbýtes) e negli Atti degli Apostoli, che al momento della lapidazione di Stefano lo qualificano "giovane" (7,58: neanías). Le due designazioni sono evidentemente generiche, ma, secondo i computi antichi, "giovane" era qualificato l’uomo sui trent’anni, mentre "vecchio" era detto quando giungeva sulla sessantina. In termini assoluti, la data della nascita di Paolo dipende in gran parte dalla datazione della Lettera a Filemone. Tradizionalmente la sua redazione è posta durante la prigionia romana, a metà degli anni 60. Paolo sarebbe nato l'anno 8, quindi avrebbe avuto più o meno sessant'anni, mentre al momento della lapidazione di Stefano ne aveva 30. Dovrebbe essere questa la cronologia giusta. E la celebrazione dell'anno paolino che facciamo segue proprio questa cronologia. È stato scelto il 2008 pensando a una nascita più o meno nell'anno 8.

In ogni caso, egli nacque a Tarso in Cilicia (cfr At 22,3). La città era capoluogo amministrativo della regione e nel 51 a.C. aveva avuto come Proconsole nientemeno che Marco Tullio Cicerone, mentre dieci anni dopo, nel 41, Tarso era stato il luogo del primo incontro tra Marco Antonio e Cleopatra. Ebreo della diaspora, egli parlava greco pur avendo un nome di origine latina, peraltro derivato per assonanza dall'originario ebraico Saul/Saulos, ed era insignito della cittadinanza romana (cfr At 22,25-28). Paolo appare quindi collocato sulla frontiera di tre culture diverse — romana, greca, ebraica — e forse anche per questo era disponibile a feconde aperture universalistiche, a una mediazione tra le culture, a una vera universalità. Egli apprese anche un lavoro manuale, forse derivato dal padre, consistente nel mestiere di "fabbricatore di tende" (cfr At 18,3: skenopoiòs), da intendersi probabilmente come lavoratore della lana ruvida di capra o delle fibre di lino per farne stuoie o tende (cfr At 20,33-35). Verso i 12-13 anni, l'età in cui il ragazzo ebreo diventa bar mitzvà ("figlio del precetto"), Paolo lasciò Tarso e si trasferì a Gerusalemme per essere educato ai piedi di Rabbì Gamaliele il Vecchio, nipote del grande Rabbì Hillèl, secondo le più rigide norme del fariseismo e acquisendo un grande zelo per la Toràh mosaica (cfr Gal 1,14; Fil 3,5-6; At 22,3; 23,6; 26,5).

Sulla base di questa ortodossia profonda che aveva imparato alla scuola di Hillèl, in Gerusalemme, intravide nel nuovo movimento che si richiamava a Gesù di Nazaret un rischio, una minaccia per l'identità giudaica, per la vera ortodossia dei padri. Ciò spiega il fatto che egli abbia fieramente "perseguitato la Chiesa di Dio", come per tre volte ammetterà nelle sue Lettere (1 Cor 15,9; Gal 1,13; Fil 3,6). Anche se non è facile immaginarsi concretamente in che cosa consistesse questa persecuzione, il suo fu comunque un atteggiamento di intolleranza. È qui che si colloca l'evento di Damasco, su cui torneremo nella prossima catechesi. Certo è che, da quel momento in poi, la sua vita cambiò ed egli diventò un apostolo instancabile del Vangelo. Di fatto, Paolo passò alla storia più per quanto fece da cristiano, anzi da apostolo, che non da fariseo. Tradizionalmente si suddivide la sua attività apostolica sulla base dei tre viaggi missionari, a cui si aggiunse il quarto dell'andata a Roma come prigioniero. Tutti sono raccontati da Luca negli Atti. A proposito dei tre viaggi missionari, però, bisogna distinguere il primo dagli altri due.

Del primo, infatti (cfr At 13-14), Paolo non ebbe la diretta responsabilità, che fu affidata invece al cipriota Barnaba. Insieme essi partirono da Antiochia sull'Oronte, inviati da quella Chiesa (cfr At 13,1-3), e, dopo essere salpati dal porto di Seleucia sulla costa siriana, attraversarono l'isola di Cipro da Salamina a Pafo; di qui giunsero alle coste meridionali dell'Anatolia, oggi Turchia, e toccarono le città di Attalìa, Perge di Panfilia, Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe, da cui ritornarono al punto di partenza. Era così nata la Chiesa dei popoli, la Chiesa dei pagani. E nel frattempo, soprattutto a Gerusalemme, era nata una discussione dura fino a quale punto questi cristiani provenienti dal paganesimo fossero obbligati ad entrare anche nella vita e nella legge di Israele (varie osservanze e prescrizioni che separavano Israele dal resto del mondo) per essere partecipi realmente delle promesse dei profeti e per entrare effettivamente nell’eredità di Israele. Per risolvere questo problema fondamentale per la nascita della Chiesa futura si riunì a Gerusalemme il cosiddetto Concilio degli Apostoli, per decidere su questo problema dal quale dipendeva la effettiva nascita di una Chiesa universale. E fu deciso di non imporre ai pagani convertiti l'osservanza della legge mosaica (cfr At 15,6-30): non erano cioè obbligati alle norme del giudaismo; l’unica necessità era essere di Cristo, di vivere con Cristo e secondo le sue parole. Così, essendo di Cristo, erano anche di Abramo, di Dio e partecipi di tutte le promesse. Dopo questo avvenimento decisivo, Paolo si separò da Barnaba, scelse Sila e iniziò il secondo viaggio missionario (cfr At 15,36-18,22). Oltrepassata la Siria e la Cilicia, rivide la città di Listra, dove accolse con sé Timoteo (figura molto importante della Chiesa nascente, figlio di un’ebrea e di un pagano), e lo fece circoncidere, attraversò l'Anatolia centrale e raggiunse la città di Troade sulla costa settentrionale del Mar Egeo. E qui si ebbe di nuovo un avvenimento importante: in sogno vide un macedone dall'altra parte del mare, cioè in Europa, che diceva, "Vieni e aiutaci!". Era l'Europa futura che chiedeva l'aiuto e la luce del Vangelo. Sulla spinta di questa visione entrò in Europa. Di qui salpò per la Macedonia entrando così in Europa. Sbarcato a Neapoli, arrivò a Filippi, ove fondò una bella comunità, poi passò a Tessalonica, e, partito di qui per difficoltà procurategli dai Giudei, passò per Berea, giunse ad Atene.

In questa capitale dell'antica cultura greca predicò, prima nell'Agorà e poi nell'Areopago, ai pagani e ai greci. E il discorso dell'Areopago, riferito negli Atti degli Apostoli, è modello di come tradurre il Vangelo in cultura greca, di come far capire ai greci che questo Dio dei cristiani, degli ebrei, non era un Dio straniero alla loro cultura ma il Dio sconosciuto aspettato da loro, la vera risposta alle più profonde domande della loro cultura. Poi da Atene arrivò a Corinto, dove si fermò un anno e mezzo. E qui abbiamo un evento cronologicamente molto sicuro, il più sicuro di tutta la sua biografia, perché durante questo primo soggiorno a Corinto egli dovette comparire davanti al Governatore della provincia senatoriale di Acaia, il Proconsole Gallione, accusato di un culto illegittimo. Su questo Gallione e sul suo tempo a Corinto esiste un'antica iscrizione trovata a Delfi, dove è detto che era Proconsole a Corinto tra gli anni 51 e 53. Quindi qui abbiamo una data assolutamente sicura. Il soggiorno di Paolo a Corinto si svolse in quegli anni. Pertanto possiamo supporre che sia arrivato più o meno nel 50 e sia rimasto fino al 52. Da Corinto, poi, passando per Cencre, porto orientale della città, si diresse verso la Palestina raggiungendo Cesarea Marittima, di dove salì a Gerusalemme per tornare poi ad Antiochia sull’Oronte.

Il terzo viaggio missionario (cfr At 18,23-21,16) ebbe inizio come sempre ad Antiochia, che era divenuta il punto di origine della Chiesa dei pagani, della missione ai pagani, ed era anche il luogo dove nacque il termine «cristiani». Qui per la prima volta, ci dice San Luca, i seguaci di Gesù furono chiamati «cristiani». Da lì Paolo puntò dritto su Efeso, capitale della provincia d'Asia, dove soggiornò per due anni, svolgendo un ministero che ebbe delle feconde ricadute sulla regione. Da Efeso Paolo scrisse le lettere ai Tessalonicesi e ai Corinzi. La popolazione della città però fu sobillata contro di lui dagli argentieri locali, che vedevano diminuire le loro entrate per la riduzione del culto di Artemide (il tempio a lei dedicato a Efeso, l'Artemysion, era una delle sette meraviglie del mondo antico); perciò egli dovette fuggire verso il nord. Riattraversata la Macedonia, scese di nuovo in Grecia, probabilmente a Corinto, rimanendovi tre mesi e scrivendo la celebre Lettera ai Romani.

Di qui tornò sui suoi passi: ripassò per la Macedonia, per nave raggiunse Troade e poi, toccando appena le isole di Mitilene, Chio, Samo, giunse a Mileto dove tenne un importante discorso agli Anziani della Chiesa di Efeso, dando un ritratto del pastore vero della Chiesa, cfr At 20. Di qui ripartì facendo vela verso Tiro, di dove raggiunse Cesarea Marittima per salire ancora una volta a Gerusalemme. Qui fu arrestato in base a un malinteso: alcuni Giudei avevano scambiato per pagani altri Giudei di origine greca, introdotti da Paolo nell’area templare riservata soltanto agli Israeliti. La prevista condanna a morte gli fu risparmiata per l’intervento del tribuno romano di guardia all’area del Tempio (cfr At 21,27-36); ciò si verificò mentre in Giudea era Procuratore imperiale Antonio Felice. Passato un periodo di carcerazione (la cui durata è discussa), ed essendosi Paolo, come cittadino romano, appellato a Cesare (che allora era Nerone), il successivo Procuratore Porcio Festo lo inviò a Roma sotto custodia militare.

Il viaggio verso Roma toccò le isole mediterranee di Creta e Malta, e poi le città di Siracusa, Reggio Calabria e Pozzuoli. I cristiani di Roma gli andarono incontro sulla Via Appia fino al Foro di Appio (ca. 70 km a sud della capitale ) e altri fino alle Tre Taverne (ca. 40 km). A Roma incontrò i delegati della comunità ebraica, a cui confidò che era per "la speranza d'Israele" che portava le sue catene (cfr At 28,20). Ma il racconto di Luca termina sulla menzione di due anni passati a Roma sotto una blanda custodia militare, senza accennare né a una sentenza di Cesare (Nerone) né tanto meno alla morte dell'accusato. Tradizioni successive parlano di una sua liberazione, che avrebbe favorito sia un viaggio missionario in Spagna, sia una successiva puntata in Oriente e specificamente a Creta, a Efeso e a Nicopoli in Epiro. Sempre su base ipotetica, si congettura di un nuovo arresto e una seconda prigionia a Roma (da cui avrebbe scritto le tre Lettere cosiddette Pastorali, cioè le due a Timoteo e quella a Tito) con un secondo processo, che gli sarebbe risultato sfavorevole. Tuttavia, una serie di motivi induce molti studiosi di san Paolo a terminare la biografia dell'Apostolo con il racconto lucano degli Atti.

Sul suo martirio torneremo più avanti nel ciclo di queste nostre catechesi. Per ora, in questo breve elenco dei viaggi di Paolo, è sufficiente prendere atto di come egli si sia dedicato all’annuncio del Vangelo senza risparmio di energie, affrontando una serie di prove gravose, di cui ci ha lasciato l’elenco nella seconda Lettera ai Corinzi (cfr 11,21-28). Del resto, è lui che scrive: "Tutto faccio per il Vangelo" (1 Cor 9,23), esercitando con assoluta generosità quella che egli chiama "preoccupazione per tutte le Chiese" (2 Cor 11,28). Vediamo un impegno che si spiega soltanto con un'anima realmente affascinata dalla luce del Vangelo, innamorata di Cristo, un’anima sostenuta da una convinzione profonda: è necessario portare al mondo la luce di Cristo, annunciare il Vangelo a tutti. Questo mi sembra sia quanto rimane da questa breve rassegna dei viaggi di san Paolo: vedere la sua passione per il Vangelo, intuire così la grandezza, la bellezza, anzi la necessità profonda del Vangelo per noi tutti. Preghiamo affinché il Signore, che ha fatto vedere la sua luce a Paolo, gli ha fatto sentire la sua Parola, ha toccato il suo cuore intimamente, faccia vedere anche a noi la sua luce, perché anche il nostro cuore sia toccato dalla sua Parola e possiamo così anche noi dare al mondo di oggi, che ne ha sete, la luce del Vangelo e la verità di Cristo.

[01332-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese 

Chers Frères et Sœurs,

Je voudrais reprendre ma catéchèse sur saint Paul pour évoquer l’ensemble de sa vie sur laquelle les Actes des Apôtres et les Lettres qu’il a écrites nous renseignent. L’Apôtre est né à Tarse, en Cilicie. Juif de la diaspora et citoyen romain, il parlait le grec. Il avait appris à travailler la laine et le lin. Il quitta Tarse vers l’âge de 12 ans pour recevoir à Jérusalem l’enseignement du rabbin Gamaliel selon les normes d’un strict pharisaïsme. Son zèle pour la Loi le porta à persécuter les premiers chrétiens. C’est sur le chemin de Damas qui sa vie va changer. J’en parlerai la semaine prochaine. Sa conversion le transforma en témoin de Jésus et en disciple infatigable de l’Évangile auprès des Nations. Il effectua trois voyages. Barnabé fut son compagnon durant le premier ; Silas et Timothée, durant le second. Il parcourut avec eux les grandes cités d’Asie Mineure et de Grèce. Arrêté durant le troisième voyage à cause d’un malentendu, il en appelle à l’empereur qui était alors Néron. Le Procurateur romain Porcius Festus l’envoya donc à Rome où il passa deux ans en résidence surveillée avant d’être libéré. La Tradition dit qu’il fut emprisonné une seconde fois et martyrisé.

Puisse l’exemple de saint Paul nous enseigner à témoigner infatigablement du Christ et à affronter avec courage les épreuves de la vie pour les placer sous le regard de Dieu. Ayons comme lui le souci des nations dans nos prières et dans notre engagement missionnaire.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents, en particulier les pèlerins venus d’Égypte, les pèlerins belges de Louvain et de Lavaux-Sainte-Anne ainsi que le groupe du sanctuaire « Notre-Dame des Anges » de Pignans en France. Avec ma Bénédiction apostolique.

[01333-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Today’s catechesis presents the life of Saint Paul, the great missionary whom the Church honours in a special way this year. Born a Jew in Tarsus, he received the Hebrew name "Saul" and was trained as a "tent maker" (cf. Acts 18:3). Around the age of twelve he departed for Jerusalem to begin instruction in the strict Pharisaic tradition which instilled in him a great zeal for the Mosaic Law. On the basis of this training Paul viewed the Christian movement as a threat to orthodox Judaism. He thus fiercely "persecuted the Church of God" (1 Cor 19:6; Gal 1:13; Phil 3:6) until a dramatic encounter on the road to Damascus radically changed his life. He subsequently undertook three missionary journeys, preaching Christ in Anatolia, Syria, Cilicia, Macedonia, Achaia, and throughout the Mediterranean. After his arrest and imprisonment in Jerusalem, Paul exercised his right as a Roman citizen to appeal his case to the Emperor. Though Luke makes no reference to Nero’s decision, he tells us that Paul spent two years under house arrest in Rome (cf. Acts 28:30), after which—according to tradition—he suffered a martyr’s death. Paul spared no energy and endured many trials in his "anxiety for all the churches" (2 Cor 11:28). Indeed, he wrote: "I do everything for the sake of the Gospel" (1 Cor 9:23). May we strive to emulate him by doing the same.

I offer a warm welcome to all the English-speaking pilgrims and visitors present at today’s Audience, including the Augustinian Spinellian Lay Associates from Malta, and also the groups from Scotland, Ireland, Denmark, Dominica and the United States of America. May your pilgrimage renew your love for the Lord and his Church, after the example of the Apostle Saint Paul. May God bless you all!

[01334-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Heute wollen wir die Reihe unserer Mittwochskatechesen über den Apostel Paulus fortsetzen und uns hierbei zunächst einige wichtige Etappen seines Lebens anschauen. Biographische Eckdaten wie sein Geburtsjahr und das erreichte Lebensalter sind uns nicht genau bekannt. Paulus selbst bezeichnet sich im Brief an Philemon als einen alten Mann (vgl. Phlm 9), was nach damaliger Vorstellung ein Alter von etwa 60 Jahren besagt. Wenn dieser Brief, wie es die Überlieferung will, in der Gefangenschaft kurz vor seinem Tod um 67 n. Chr. geschrieben worden ist, dann wäre Paulus etwa im Jahre 8 geboren. Dieser Berechnung folgt die Kirche, wenn sie heuer das Paulusjahr begeht. Paulus hieß eigentlich Saulus und wurde in Tarsus in der heutigen Türkei in eine jüdische Familie hineingeboren. Er sprach auch griechisch und besaß das römische Bürgerrecht. Vom Vater hatte er vielleicht den Beruf eines Zeltmachers erlernt. Daneben erhielt er eine strenge religiöse Erziehung, die er in Jerusalem bei dem berühmten Rabbi Gamaliël noch vertiefte. Als eifrigem Juden war ihm der neue Weg der Christen ein großes Ärgernis, den er hart verfolgte. Nachdem er jedoch in einer Vision bei Damaskus Jesus selbst begegnet war, ließ er sich taufen und sein Haß wandelte sich in glühende Christusliebe. Auf drei Missionsreisen nach Zypern, Kleinasien und Griechenland wurde er zum Apostel der nicht-jüdischen Völker und festigte seine Mission durch zahlreiche Briefe an die von ihm gegründeten Gemeinden. Paulus war mit drei Kulturen – der jüdischen, der griechischen und der römischen – vertraut und daher besonders befähigt, verschiedenen Geisteswelten die Frohbotschaft Christi zu eröffnen. Unermüdlich widmete er sich diesem Auftrag, getreu seiner Maxime: „Alles aber tue ich um des Evangeliums willen, um an seiner Verheißung teilzuhaben" (1 Kor 9, 23).

Sehr herzlich grüße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache, die vielen jungen Menschen und besonders die Ministranten aus der Steiermark. Der heilige Paulus sei uns allen ein Vorbild, mutige Zeugen des Evangeliums in Wort und Tat zu sein. Ich wünsche euch von Herzen eine gute Zeit in Rom.

[01335-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Retomando las catequesis paulinas, quisiera hoy detenerme en algunos puntos de la biografía de San Pablo. El Apóstol nació en Tarso de Cilicia. Hebreo de la diáspora, hablaba griego, no obstante tuviera un nombre de origen latino y gozara de la ciudadanía romana. Tal vez aprendió de su padre a tejer la lana para fabricar tiendas de campaña. Trasladado a Jerusalén con unos doce años, fue formado por el Rabino Gamaliel el Viejo en las rígidas normas del fariseísmo, mostrando un gran celo por la Ley Mosaica, lo que le llevó a perseguir a los cristianos. Su vida, sin embargo, experimentó un gran cambio camino de Damasco, llegando a ser un apóstol infatigable del Evangelio. Realizó tres viajes misioneros: el primero con Bernabé; en el segundo escogió como compañeros a Silas y Timoteo. Durante el tercero, Pablo fue arrestado en Jerusalén por los judíos a causa de un malentendido. Tras permanecer un tiempo en prisión, habiendo apelado al César, el Procurador Porcio Festo lo envió a Roma, donde pasó dos años en una casa custodiado por un soldado. Tradiciones sucesivas hablan de que Pablo fue liberado y pudo realizar desde Roma un viaje a España y otro a Oriente. Otras tradiciones señalan que fue encarcelado una segunda vez, acabando sus días martirizado. Que el ejemplo del Apóstol nos sirva de estímulo constante para nuestro compromiso eclesial.

Saludo a los peregrinos de lengua española, en particular, al grupo de sacerdotes y seminaristas de la Diócesis de Plasencia, acompañados por el Señor Obispo, Monseñor Amadeo Rodríguez Magro. A imitación de San Pablo, anunciad el Evangelio con generosidad y convicción, sin dejaros amedrentar por las dificultades. Que Dios os bendiga.

[01336-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese

Amados Irmãos e Irmãs de língua portuguesa,

Saúdo a todos, desejando muitas felicidades, paz e graça no Senhor! Saúdo em particular o grupo de brasileiros de vários Estados do Brasil, tendo à frente o Senhor Arcebispo de Aracajú, D. José Palmeira Lessa. Sede bem-vindos! Que a luz de Cristo anime sempre a vossa fé, esperança e caridade, numa vida digna, cristã e repleta de alegrias. E dou-vos de coração, extensiva aos vossos familiares e pessoas amigas, a minha Bênção.

[01337-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski. W roku św. Pawła Apostoła polecam jego wstawiennictwu wasze wspólnoty kościelne, wasze rodziny i was samych. Jego oddanie sprawie Chrystusa niech będzie dla nas wszystkich przykładem i umocnieniem. Serdecznie wam błogosławię. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.

[Saluto i pellegrini provenienti dalla Polonia. Nell’anno di San Paolo Apostolo affido alla sua intercessione le vostre comunità ecclesiali, le vostre famiglie e voi stessi. La sua dedizione alla causa di Cristo sia per tutti noi di esempio e di sostegno. Vi benedico cordialmente. Sia lodato Gesù Cristo.]

[01338-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen is a galántai zarándokokat. Kívánom nektek, hogy a most kezdődő iskolaévben és a társadalom különböző pontjain tanúságot tudjatok tenni hitetekről. Apostoli áldásommal. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Saluto cordialmente i fedeli ungheresi, particolarmente i pellegrini che provengono di Galanta. Vi incoraggio a proseguire con generosità nel vostro impegno di testimonianza cristiana nella scuola e nella società. Con la mia benedizione. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01339-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua slovacca

Srdečne pozdravujem pútnikov zo Slovenska: spevokol z Vysokej pri Morave, cyklo-púť Slovenského Orla z Bratislavy ako aj farnosti Prievidza-Zapotôčky a Sklené Teplice.

Bratia a sestry, prajem vám, aby ste boli odvážnymi svedkami Krista v prostredí, v ktorom žijete a pracujete. Ochotne žehnám vás i vašich drahých. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dalla Slovacchia: il coro da Vysoká pri Morave, il pellegrinaggio-ciclistico di Slovenský Orol da Bratislava come pure le parrocchie di Prievidza-Zapotôčky e Sklené Teplice.

Fratelli e sorelle, vi auguro di essere coraggiosi testimoni di Cristo nell’ambiente in cui vivete e operate. Volentieri benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01340-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua croata

Srdačnu dobrodošlicu upućujem hrvatskim hodočasnicima, osobito vjernicima iz Sinja i Zagreba te učenicima i nastavnicima Nadbiskupijske Klasične Gimnazije iz Splita. Pohodeći grob apostola Petra, nasljedujte njegovo svjedočanstvo vjere prepoznavajući u Isusu iz Nazareta Sina Božjega i svoga Spasitelja. Hvaljen Isus i Marija!

[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini croati, particolarmente ai fedeli di Sinj e Zagabria, agli allievi ed agli insegnanti del Liceo Classico Arcidiocesano di Spalato. Visitando la tomba dell’apostolo Pietro, seguite la sua testimonianza di fede, riconoscendo in Gesù di Nazaret il Figlio del Dio e il vostro Salvatore. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01341-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Mi rivolgo ora con affetto ai pellegrini di lingua italiana. Saluto specialmente voi, Delegate al Capitolo Generale delle Suore Scolastiche Francescane di Cristo Re, ed auspico che i lavori capitolari siano per il vostro Istituto un’occasione di rinnovamento spirituale e missionario. Saluto voi, cari Seminaristi partecipanti all’incontro estivo degli alunni dei Seminari Maggiori e vi auguro di prepararvi spiritualmente, teologicamente e pastoralmente ad esercitare con solidità il vostro futuro ministero nel contesto dell’odierna società in gran parte secolarizzata.

Ed infine, come di consueto, è a voi, cari giovani, malati e sposi novelli, che indirizzo il mio pensiero. L’esempio di Santa Monica, che ricordiamo oggi, e di suo figlio Agostino, che celebreremo domani, vi aiutino a guardare con fiducia indomita a Cristo, luce nelle difficoltà, sostegno nelle prove e guida in ogni momento dell’umana esistenza.

[01342-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE PER LA SITUAZIONE IN INDIA

Ho appreso con profonda tristezza le notizie circa le violenze contro le comunità cristiane nello Stato indiano dell’Orissa, scoppiate in seguito al deplorevole assassinio del leader indù Swami Lakshmananda Saraswati. Sono state finora uccise alcune persone e ne sono state ferite diverse altre. Si è avuta inoltre la distruzione di centri di culto, proprietà della Chiesa, e di abitazioni private.

Mentre condanno con fermezza ogni attacco alla vita umana, la cui sacralità esige il rispetto di tutti, esprimo spirituale vicinanza e solidarietà ai fratelli e alle sorelle nella fede così duramente provati. Imploro il Signore che li accompagni e sostenga in questo tempo di sofferenza e dia loro la forza di continuare nel servizio d’amore in favore di tutti.

Invito i leaders religiosi e le autorità civili a lavorare insieme per ristabilire tra i membri delle varie comunità la convivenza pacifica e l’armonia che sono sempre state segno distintivo della società indiana.

[Working translation:

I have learned with deep sadness the news about the violence against the Christian communities in the Indian State of Orissa, which erupted following the deplorable murder of the Hindu leader Swami Lakshmananda Saraswati. Some persons have been killed and others injured. Worship centers, church property and private houses have also been destroyed.

While I firmly condemn all attacks against human life, the sacredness of which demands the respect of all, I express my spiritual closeness and solidarity to the brothers and sisters in the faith so hardly tried. I implore the Lord to accompany and support them in this time of suffering and give them the strength to continue in the service of love in favour of all.

I ask the religious leaders and civil authorities to work together to restore among the members of the various communities the peaceful coexistence and harmony which have always been the distinguishing mark of the Indian society.]

[01343-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0532-XX.02]