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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA XIV SESSIONE PLENARIA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI, 02.05.2008


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLA XIV SESSIONE PLENARIA DELLA PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI

Alle ore 12 di oggi, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione della XIV Sessione Plenaria della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali sul tema "Perseguire il bene comune: come solidarietà e sussidiarietà possono operare insieme" (Vaticano, Casina di Pio IV, 2 - 6 maggio 2008).

Intervengono alla Conferenza Stampa: S.E. Mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; la Prof.ssa Margaret Archer, dell’Università di Warwick (United Kingdom); il Prof. Pierpaolo Donati, dell’Università di Bologna (Italia).

Di seguito pubblichiamo un testo introduttivo all’Assemblea Plenaria:

● PRESENTAZIONE

  TESTO IN LINGUA ITALIANA

  TESTO IN LINGUA INGLESE

  TESTO IN LINGUA ITALIANA  

La Pontificia Accademia delle Scienze Sociali organizza la sua XIV Sessione Plenaria sul tema "Perseguire il bene comune: come solidarietà e sussidiarietà possono operare insieme" (2-6 maggio 2008). La sessione, coordinata da Margaret Archer e Pierpaolo Donati, vedrà riuniti studiosi di tutti i continenti.

La finalità generale dell’incontro è quella di dare nuovo senso e operatività al concetto di bene comune in un’epoca, quella della globalizzazione, che per certi aspetti sta portando a crescenti disuguaglianze e ingiustizie sociali, a lacerazioni e frammentazioni del tessuto sociale, in breve alla distruzione dei beni comuni in tutto il globo. Ciò non significa sostenere la tesi che la globalizzazione sia solo un processo negativo, ma che gli elementi positivi che essa comporta debbono essere evidenziati, tematizzati e valorizzati come delle specifiche opportunità che necessitano di essere sostenute e governate in vista di un loro effettiva efficacia e incisività nel produrre quei beni comuni che possono rendere più umana la società del prossimo futuro.

Il dibattito si svolgerà a partire dalla constatazione che l’assetto tipico della società moderna basato sul compromesso fra Stato e Mercato (l’assetto lib-lab della società) non è più in grado di governare i processi di globalizzazione, e anzi generi ulteriori mali comuni. L’ipotesi centrale su cui gli studiosi sono chiamati a confrontarsi è che i principi di sussidiarietà e solidarietà possano, al contrario dei compromessi fra socialismo e liberalismo, mobilitare nuove forze sociali, economiche e culturali di società civile che, all’interno di valori fondamentali politicamente condivisi, possano generare quei beni comuni da cui dipende il futuro dell’umanità.

Il programma prevede un attento esame degli attuali processi di cambiamento epocale alla luce dei quattro principi fondamentali della dottrina sociale cattolica (dignità della persona umana, bene comune, solidarietà e sussidiarietà) per comprendere in che modo e misura tali principi siano effettivamente applicati, e per proporre nuove soluzioni laddove essi siano misconosciuti, fraintesi, disattesi o distorti.

Da un lato, si tratta di approfondire ulteriormente il senso e la applicabilità di questi principi. Infatti, benché tali principi siano stati chiaramente espressi a livello teoretico, molto spesso sono interpretati in modi che sono lontanissimi dai significati e dalle intenzioni che attengono alla dottrina sociale. È un dato di fatto che le interpretazioni riduzioniste e prevenute prevalgono quasi dovunque. Ad esempio: il bene comune viene identificato con i beni materiali, come l’acqua, un ambiente salubre, o cose simili; la solidarietà viene identificata con l’amore, la filantropia, o la pubblica beneficenza; la sussidiarietà è definita come lasciare che le decisioni vengano prese dai livelli più bassi del sistema politico (cfr. art. 3/B del Trattato Europeo di Maastricht). Queste interpretazioni sono riduttive, o addirittura errate. Esse comportano una serie di conseguenze. Prendiamo, ad esempio, il caso della famiglia: il bene comune della famiglia viene identificato con il suo patrimonio, la solidarietà familiare con i sentimenti d’amore, la sussidiarietà con il lasciare ad ogni "attore" definire la famiglia come meglio crede. Al macro livello dello Stato nazionale, la solidarietà viene definita in termini di controllo politico sulle risorse, il conseguimento delle pari opportunità, la ridistribuzione tramite lo stato assistenziale (da parte di un certo pensiero socialista); e la sussidiarietà viene identificata con la devolution o la privatizzazione (da parte di un certo pensiero liberale). Questi non sono che alcuni esempi dei malintesi di natura generale che contornano questi concetti chiave – il bene comune, la solidarietà e la sussidiarietà. Pertanto, su piano teoretico, i principi della dottrina sociale cattolica verranno sottoposti ad un’attenta analisi per quanto riguarda la loro corretta interpretazione e applicazione, con particolare riguardo alle loro articolazioni e interconnessioni, che sono state sinora trascurate. Si tratta di fare emergere con chiarezza la reciprocità, la complementarità, i nessi che li strutturano. L’ipotesi di lavoro è che il concetto astratto di bene comune possa essere concretizzato in quello di "beni comuni come beni relazionali".

Dall’altro lato, è compito delle scienze sociali far emergere quelle nuove "buone pratiche" che, proprio attraverso una corretta e accorta combinazione di sussidiarietà e solidarietà, mostrano di essere in grado di generare nuovi beni comuni. Sul piano pratico-operativo, verranno presentati alcuni "studi di caso" su buone pratiche, utili per verificare l’ipotesi secondo cui un nuovo intreccio fra sussidiarietà e solidarietà può alimentare quei processi sociali che attivano e fanno circolare i doni e la reciprocità sociale da cui procedono i beni comuni, intesi come beni relazionali. Sono questi i prodotti di una società autenticamente civile. Le buone pratiche che verranno discusse sono: nuove forme di economia solidale e sussidiaria (economia di comunione e "Banco Alimentare"); l’accesso condiviso (da pari a pari) ai beni-informazione nelle reti comunicative (internet); le nuove "Alleanze locali per la famiglia" (nate in Germania e in diffusione in Europa); iniziative educative sussidiarie nei paesi in via di sviluppo (un intervento su una comunità locale a Salvador, Bahia); le organizzazioni di terzo settore che utilizzano lo strumento del micro-credito a fini di sviluppo sociale, economico e umano.

La scommessa fondamentale della Sessione Plenaria è la seguente. Una volta che si constati che il grande deficit delle Modernità, a cui pure si devono molte conquiste sociali, sia stata, e tuttora sia, la solidarietà sociale (a tutti i livelli, dal locale al globale), si tratta di vedere se e come questo deficit possa essere colmato da un nuovo modo di intendere e praticare la sussidiarietà, quale principio attivo e promozionale, non solo difensivo e protettivo. In breve, la scommessa è che una nuova combinazione di sussidiarietà e solidarietà sia la chiave per attivare i circuiti sociali da cui dipendono i beni comuni. La chiave, dunque, per trasformare la globalizzazione in una "civiltà del bene comune".

[00662-01.01]

  TESTO IN LINGUA INGLESE

The Pontifical Academy of Social Sciences has chosen the topic "Pursuing the Common Good: How Solidarity and Subsidiarity Can Work Together" for its 14th Plenary Session (2-6 May 2008). Coordinated by Margaret Archer and Pierpaolo Donati, the 2008 Plenary will bring together scholars from every continent.

The general goal of the meeting is to give new meaning and application to the concept of common good in this age of globalisation, which in certain fields is leading to growing inequalities and social injustice, lacerations and fragmentations of the social fabric, in short, to the destruction of common goods throughout the world. This does not mean supporting the thesis that globalisation is only a negative process, but rather highlighting, studying and enhancing the positive elements it entails as specific opportunities that need support and governance in order to produce those common goods that can make society more human in the near future.

The debate will begin from the realisation that the typical structure of modern society based on the compromise between the state and the market (the lib-lab structure of society) is no longer able to govern globalisation processes, and may even generate further ‘common bads’. The main hypothesis on which scholars are called to exchange their views is that the principles of subsidiarity and solidarity can, unlike the compromises between socialism and liberalism, mobilise new social, economic and cultural forces of the civil society which, within politically-shared fundamental values, can generate those common goods on which the future of humanity depends.

The programme envisages a careful inspection of the current processes of radical change in the light of the four fundamental principles of the Catholic social doctrine (dignity of the human person, common good, solidarity and subsidiarity) to understand how and in what measure these principles are effectively applied, and to suggest new solutions where they are misconstrued, misunderstood, disobeyed or distorted.

On the one hand, it is a matter of closely examining the meaning and applicability of these principles. Indeed, although these principles have been clearly expressed at the theoretical level, they are very often interpreted in ways that are very far from the meanings and intentions that attain to social doctrine. As a matter of fact, reductionist and biased interpretations prevail almost everywhere. For instance: the common good is identified with material goods, such as water, a healthy environment, or similar things; solidarity is identified with feelings of love, philanthropy or public charity; subsidiarity is defined as leaving decisions to the lower levels of the political system (cf. art. 3/B of the Maastricht Treaty). These misinterpretations lead to many negative consequences. Take, for example, the case of the family: the common good of the family is identified with its assets, family solidarity with sentiments of pure affection, subsidiarity with leaving each "actor" to define the family as he/she likes. At the macro level of the national state, solidarity is defined in terms of political control over resources, the pursuit of equal opportunities, redistribution via the welfare state (lab state); and subsidiarity is identified with devolution or privatisation (lib side). These examples are only a few of the general misunderstandings surrounding key concepts – the common good, solidarity and subsidiarity.

Therefore, at the theoretical level, the principles of the Catholic social doctrine will be submitted to careful scrutiny regarding their correct interpretation and application, with particular concern for their articulations and interconnections, which have so far been neglected. It is a matter of making the reciprocity, complementarity and correlations that structure them stand out clearly. The working hypothesis is that the abstract concept of common good can be concretely defined as "common goods as relational goods".

On the other hand, the social sciences are responsible for highlighting those new "good practices" which prove capable of generating new common goods through a correct and wise combination of subsidiarity and solidarity. At the practical-operational level, some case studies on good practices will be presented, which are useful to verify the hypothesis according to which a new combination of subsidiarity and solidarity can nurture those social processes that activate and cause the circulation of gifts and the social reciprocity from which common goods, intended as relational goods, proceed. These are the products of an authentically civil society. The good practices that will be discussed are: new forms of solidary and subsidiary economy (the "economy of communion" and the "Food Bank"); shared access (peer to peer) to information goods on communication networks (the Internet); the new "Local Alliances for the Family" (born in Germany and spreading throughout Europe); subsidiary educational activities in developing countries (intervention in a local community in Salvador, Bahia); third sector organisations using the instrument of micro-credit for social, economic and human development.

The fundamental challenge of the Plenary Session is the following. Once we acknowledge that the great deficit of Modernity, which is nevertheless responsible for many social conquests, has been and still is social solidarity (at all levels, from local to global), it is a matter of seeing whether and how this deficit can be overcome by a new way of intending and practising subsidiarity as a pro-active, promotional principle, not only as a defensive, protective one. In short, the challenge is for a new combination of subsidiarity and solidarity to become the key to activate those social circuits on which common goods depend, the key to turn globalisation into a "civilisation of the common good".

[00662-02.01]

[B0285-XX.01]