L’UDIENZA GENERALE ● SALUTO AGLI STUDENTI ITALIANI NELLA BASILICA VATICANA
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI IN DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta in due momenti distinti: alle ore 10.30, nella Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di studenti italiani; successivamente, nell’Aula Paolo VI, ha tenuto la catechesi e ha salutato i pellegrini provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa si è soffermato sulle grandi figure cristiane dell’Alto Medioevo, Boezio e Cassiodoro.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● SALUTO AGLI STUDENTI ITALIANI NELLA BASILICA VATICANA
Cari fratelli e sorelle!
Sono lieto di accogliervi in questa Basilica e rivolgo il mio cordiale benvenuto a questa festosa vostra assemblea, composta prevalentemente da giovani studenti. Saluto in particolare i rappresentanti dei Gruppi Folkloristici del Friuli-Venezia Giulia, gli studenti della città di Paola e gli alunni di vari Istituti scolastici provenienti da diverse Regioni d’Italia. Cari amici, la scuola oggi affronta notevoli sfide che emergono nel campo dell’educazione delle nuove generazioni. Per questo motivo la scuola non può essere soltanto luogo di apprendimento nozionistico, ma è chiamata ad offrire agli alunni l’opportunità di approfondire validi messaggi di carattere culturale, sociale, etico e religioso. Chi insegna non può non percepire anche il risvolto morale di ogni umano sapere, perché l’uomo conosce per agire e l’agire è frutto della sua conoscenza. Nell’odierna società, segnata da rapidi e profondi mutamenti voi, cari giovani che volete seguire Cristo, abbiate cura di aggiornare la vostra formazione spirituale, cercando di comprendere sempre più i contenuti della fede. Potrete così essere pronti a rispondere senza esitazioni a chi vi domanda ragione della vostra adesione al Signore. Con tali voti invoco su ciascuno di voi l’abbondanza dei doni dello Spirito e vi auguro di prepararvi bene alle prossime Feste pasquali.
[00396-01.01] [Testo originale: Italiano]
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
oggi vorrei parlare di due scrittori ecclesiastici, Boezio e Cassiodoro, che vissero in anni tra i più tribolati dell’Occidente cristiano e, in particolare, della penisola italiana. Odoacre, re degli Eruli, un'etnia germanica, si era ribellato, ponendo termine all’impero romano d’Occidente (a. 476), ma aveva poi ben presto dovuto soccombere agli Ostrogoti di Teodorico, che per alcuni decenni si assicurarono il controllo della penisola italiana. Boezio, nato a Roma nel 480 circa dalla nobile stirpe degli Anicii, entrò ancor giovane nella vita pubblica, raggiungendo già a venticinque anni la carica di senatore. Fedele alla tradizione della sua famiglia, si impegnò in politica convinto che si potessero temperare insieme le linee portanti della società romana con i valori dei popoli nuovi. E in questo nuovo tempo dell'incontro delle culture considerò come sua propria missione quella di riconciliare e di mettere insieme queste due culture, la classica romana con la nascente del popolo ostrogoto. Fu così attivo in politica anche sotto Teodorico, che nei primi tempi lo stimava molto. Nonostante questa attività pubblica, Boezio non trascurò gli studi, dedicandosi in particolare all’approfondimento di temi di ordine filosofico-religioso. Ma scrisse anche manuali di aritmetica, di geometria, di musica, di astronomia: tutto con l'intenzione di trasmettere alle nuove generazioni, ai nuovi tempi, la grande cultura greco-romana. In questo ambito, cioè nell’impegno di promuovere l'incontro delle culture, utilizzò le categorie della filosofia greca per proporre la fede cristiana, anche qui in ricerca di una sintesi fra il patrimonio ellenistico-romano e il messaggio evangelico. Proprio per questo, Boezio è stato qualificato come l’ultimo rappresentante della cultura romana antica e il primo degli intellettuali medievali.
La sua opera certamente più nota è il De consolatione philosophiae, che egli compose in carcere per dare un senso alla sua ingiusta detenzione. Era stato infatti accusato di complotto contro il re Teodorico per aver assunto la difesa in giudizio di un amico, il senatore Albino. Ma questo era un pretesto: in realtà Teodorico, ariano e barbaro, sospettava che Boezio avesse simpatie per l’imperatore bizantino Giustiniano. Di fatto, processato e condannato a morte, fu giustiziato il 23 ottobre del 524, a soli 44 anni. Proprio per questa sua drammatica fine, egli può parlare dall’interno della propria esperienza anche all’uomo contemporaneo e soprattutto alle tantissime persone che subiscono la sua stessa sorte a causa dell’ingiustizia presente in tanta parte della ‘giustizia umana’. In quest’opera, nel carcere cerca la consolazione, cerca la luce, cerca la saggezza. E dice di aver saputo distinguere, proprio in questa situazione, tra i beni apparenti – nel carcere essi scompaiono – e i beni veri, come come l’autentica amicizia che anche nel carcere non scompaiono. Il bene più alto è Dio: Boezio imparò – e lo insegna a noi – a non cadere nel fatalismo, che spegne la speranza. Egli ci insegna che non governa il fato, governa la Provvidenza ed essa ha un volto. Con la Provvidenza si può parlare, perché la Provvidenza è Dio. Così, anche nel carcere gli rimane la possibilità della preghiera, del dialogo con Colui che ci salva. Nello stesso tempo, anche in questa situazione egli conserva il senso della bellezza della cultura e richiama l’insegnamento dei grandi filosofi antichi greci e romani come Platone, Aristotile – aveva cominciato a tradurre questi greci in latino - Cicerone, Seneca, ed anche poeti come Tibullo e Virgilio.
La filosofia, nel senso della ricerca della vera saggezza, è secondo Boezio la vera medicina dell’anima (lib. I). D’altra parte, l’uomo può sperimentare l’autentica felicità unicamente nella propria interiorità (lib. II). Per questo, Boezio riesce a trovare un senso nel pensare alla propria tragedia personale alla luce di un testo sapienziale dell’Antico Testamento (Sap 7,30-8,1) che egli cita: "Contro la sapienza la malvagità non può prevalere. Essa si estende da un confine all’altro con forza e governa con bontà eccellente ogni cosa" (Lib. III, 12: PL 63, col. 780). La cosiddetta prosperità dei malvagi, pertanto, si rivela menzognera (lib. IV), e si evidenzia la natura provvidenziale dell’adversa fortuna. Le difficoltà della vita non soltanto rivelano quanto quest’ultima sia effimera e di breve durata, ma si dimostrano perfino utili per individuare e mantenere gli autentici rapporti fra gli uomini. L’adversa fortuna permette infatti di discernere i falsi amici dai veri e fa capire che nulla è più prezioso per l’uomo di un’amicizia vera. Accettare fatalisticamente una condizione di sofferenza è assolutamente pericoloso, aggiunge il credente Boezio, perché "elimina alla radice la possibilità stessa della preghiera e della speranza teologale che stanno alla base del rapporto dell’uomo con Dio" (Lib. V, 3: PL 63, col. 842).
La perorazione finale del De consolatione philosophiae può essere considerata una sintesi dell’intero insegnamento che Boezio rivolge a se stesso e a tutti coloro che si dovessero trovare nelle sue stesse condizioni. Scrive così in carcere: "Combattete dunque i vizi, dedicatevi ad una vita virtuosa orientata dalla speranza che spinge in alto il cuore fino a raggiungere il cielo con le preghiere nutrite di umiltà. L’imposizione che avete subìto può tramutarsi, qualora rifiutiate di mentire, nell’enorme vantaggio di avere sempre davanti agli occhi il giudice supremo che vede e sa come stanno veramente le cose" (Lib. V, 6: PL 63, col. 862). Ogni detenuto, per qualunque motivo sia finito in carcere, intuisce quanto sia pesante questa particolare condizione umana, soprattutto quando essa è abbrutita, come accadde a Boezio, dal ricorso alla tortura. Particolarmente assurda è poi la condizione di chi, ancora come Boezio che la città di Pavia riconosce e celebra nella liturgia come martire della fede, viene torturato a morte senza alcun altro motivo che non sia quello delle proprie convinzioni ideali, politiche e religiose. Boezio, simbolo di un numero immenso di detenuti ingiustamente di tutti i tempi e di tutte le latitudini, è di fatto oggettiva porta di ingresso alla contemplazione del misterioso Crocifisso del Golgota.
Contemporaneo di Boezio fu Marco Aurelio Cassiodoro, un calabrese nato a Squillace verso il 485, che morì pieno di giorni, a Vivarium intorno al 580. Anch’egli, uomo di alto livello sociale, si dedicò alla vita politica e all’impegno culturale come pochi altri nell’occidente romano del suo tempo. Forse gli unici che gli potevano stare alla pari in questo suo duplice interesse furono il già ricordato Boezio, e il futuro Papa di Roma, Gregorio Magno (590-604). Consapevole della necessità di non lasciare svanire nella dimenticanza tutto il patrimonio umano e umanistico, accumulato nei secoli d’oro dell’Impero Romano, Cassiodoro collaborò generosamente, e ai livelli più alti della responsabilità politica, con i popoli nuovi che avevano attraversato i confini dell’Impero e si erano stanziati in Italia. Anche lui fu modello di incontro culturale, di dialogo, di riconciliazione. Le vicende storiche non gli permisero di realizzare i suoi sogni politici e culturali, che miravano a creare una sintesi fra la tradizione romano-cristiana dell’Italia e la nuova cultura gotica. Quelle stesse vicende lo convinsero però della provvidenzialità del movimento monastico, che si andava affermando nelle terre cristiane. Decise di appoggiarlo dedicando ad esso tutte le sue ricchezze materiali e le sue forze spirituali.
Concepì l’idea di affidare proprio ai monaci il compito di recuperare, conservare e trasmettere ai posteri l’immenso patrimonio culturale degli antichi, perché non andasse perduto. Per questo fondò Vivarium, un cenobio in cui tutto era organizzato in modo tale che fosse stimato come preziosissimo e irrinunciabile il lavoro intellettuale dei monaci. Egli dispose che anche quei monaci che non avevano una formazione intellettuale non dovevano occuparsi solo del lavoro materiale, dell'agricoltura, ma anche trascrivere manoscritti e così aiutare nel trasmettere la grande cultura alle future generazioni. E questo senza nessuno scapito per l’impegno spirituale monastico e cristiano e per l’attività caritativa verso i poveri. Nel suo insegnamento, distribuito in varie opere, ma soprattutto nel trattato De anima e nelle Institutiones divinarum litterarum, la preghiera (cfr PL 69, col. 1108), nutrita dalla Sacra Scrittura e particolarmente dalla frequentazione assidua dei Salmi (cfr PL 69, col. 1149), ha sempre una posizione centrale quale nutrimento necessario per tutti. Ecco, ad esempio, come questo dottissimo calabrese introduce la sua Expositio in Psalterium: "Respinte e abbandonate a Ravenna le sollecitazioni della carriera politica segnata dal sapore disgustoso delle preoccupazioni mondane, avendo goduto del Salterio, libro venuto dal cielo come autentico miele dell’anima, mi tuffai avido come un assetato a scrutarlo senza posa per lasciarmi permeare tutto di quella dolcezza salutare dopo averne avuto abbastanza delle innumerevoli amarezze della vita attiva" (PL 70, col. 10).
La ricerca di Dio, tesa alla sua contemplazione – annota Cassiodoro -, resta lo scopo permanente della vita monastica (cfr PL 69, col. 1107). Egli aggiunge però che, con l’aiuto della grazia divina (cfr PL 69, col. 1131.1142), una migliore fruizione della Parola rivelata si può raggiungere con l’utilizzazione delle conquiste scientifiche e degli strumenti culturali "profani" già posseduti dai Greci e dai Romani (cfr PL 69, col. 1140). Personalmente, Cassiodoro si dedicò a studi filosofici, teologici ed esegetici senza particolare creatività, ma attento alle intuizioni che riconosceva valide negli altri. Leggeva con rispetto e devozione soprattutto Girolamo ed Agostino. Di quest’ultimo diceva: "In Agostino c’è talmente tanta ricchezza che mi sembra impossibile trovare qualcosa che non sia già stato abbondantemente trattato da lui" (cfr PL 70, col. 10). Citando Girolamo invece esortava i monaci di Vivarium: "Conseguono la palma della vittoria non soltanto coloro che lottano fino all’effusione del sangue o che vivono nella verginità, ma anche tutti coloro che, con l’aiuto di Dio, vincono i vizi del corpo e conservano la retta fede. Ma perché possiate, sempre con l’aiuto di Dio, vincere più facilmente le sollecitazioni del mondo e i suoi allettamenti, restando in esso come pellegrini continuamente in cammino, cercate anzitutto di garantirvi l’aiuto salutare suggerito dal primo salmo che raccomanda di meditare notte e giorno la legge del Signore. Il nemico non troverà infatti alcun varco per assalirvi se tutta la vostra attenzione sarà occupata da Cristo" (De Institutione Divinarum Scripturarum, 32: PL 69, col. 1147). È un ammonimento che possiamo accogliere come valido anche per noi. Viviamo infatti anche noi in un tempo di incontro delle culture, di pericolo della violenza che distrugge le culture, e del necessario impegno di trasmettere i grandi valori e di insegnare alle nuove generazioni la via della riconciliazione e della pace. Questa via troviamo orientandoci verso il Dio con il volto umano, il Dio rivelatosi a noi in Cristo.
[00397-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI IN DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Nous nous intéressons, ce matin, à deux grandes et belles figures chrétiennes du Haut Moyen-âge : Boèce et Cassiodore.
Boèce, né à Rome en 480, devient sénateur à l’âge de vingt-cinq ans. Condamné à mort pour des motifs auxquels sa foi n’est pas étrangère, c’est en prison qu’il rédige son œuvre la plus connue, le De consolatione philosophiae, où il fait dialoguer l’homme avec la philosophia perennis. Il en ressort que la philosophie est la seule médecine véritable pour l’homme, qui fait l’expérience que le bonheur authentique est au fond de lui-même. Dieu reste cependant le bonheur suprême. Il est dangereux de considérer la condition souffrante comme une fatalité, car cela ôte la possibilité de prier et d’espérer. Boèce, symbole de tous ceux qui ont à souffrir injustement pour des raisons idéologiques, politiques ou religieuses, invite à la contemplation du mystérieux Crucifié du Golgotha.
Cassiodore est né en 485 en Calabre, alors que l’empire romain d’Occident vient de tomber. Conscient de la nécessité de ne pas perdre l’héritage humaniste de l’Antiquité, il tenta, à travers ses hautes charges politiques, d’élaborer une synthèse entre la tradition romano-chrétienne de la péninsule et la nouvelle culture des Goths. Il choisit la vie monastique pour poursuivre ce travail intellectuel et culturel. Il était convaincu que la science et la culture profane sont utiles à la compréhension des Écritures, que les moines et les fidèles sont invités à méditer jour et nuit.
Je salue les pèlerins francophones, en particulier les jeunes du collège de Vaugneray et les pèlerins de l’Île de la Réunion. Puissiez-vous mobiliser toutes les ressources de votre intelligence pour rechercher toujours la vraie sagesse, qui est le Christ. Avec ma Bénédiction apostolique.
[00398-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
Today I wish to speak to you about two great Christian writers from the Italian peninsula during the period after the fall of the Roman Empire in the West: Boethius and Cassiodorus. Both were anxious to preserve the heritage of Greek and Roman learning, handed down through generations of Christian believers, in the context of the Gothic culture that dominated Italy at the time. Boethius, born in Rome in 480, entered public life and became a senator, though he continued his philosophical and religious studies alongside his public responsibilities. Unjustly imprisoned and later executed by King Theodoric, he wrote his greatest philosophical work in prison. Reflecting on the injustice of his situation, in the light of Biblical Wisdom literature and Classical authors, he concluded that true happiness lies in continuing to hope in God, despite adversity. Indeed, harsh fortune helps us to distinguish true friends from false ones, and there can be few greater consolations than that of true friendship. His contemporary, Cassiodorus, devoted much time and energy to promoting the monastic movement, in the belief that monks were the people best placed to preserve and hand on the heritage of Classical Christian culture. We would do well to take note of his advice to them: "Meditate day and night on the law of the Lord and always focus your attention upon Christ."
I am pleased to welcome the English-speaking pilgrims and visitors here today, including groups from England, Ireland, Japan, Australia, Scandinavia, and North America. I greet especially the many students and teachers who are present, including those from Saint Augustine’s College, Wiltshire, England. Upon all of you, and upon your families and loved ones at home, I invoke God’s blessings of joy and peace.
[00399-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
Heute möchte ich zwei Gestalten der Kirche vorstellen, die sich in den Jahren nach dem Untergang des Weströmischen Reiches um die Bewahrung und Weitergabe des antiken Kulturerbes bemühten: Boethius und Cassiodor. Boethius, der um 480 in Rom geboren wurde und aus dem vornehmen Geschlecht der Anicier stammte, schlug früh die politische Laufbahn ein. Durch seine religiösen und philosophischen Studien, in denen er eine Harmonie zwischen dem hellenistisch-römischen Erbe und der Botschaft des Evangeliums herzustellen suchte, wurde er zu einem bedeutenden Vermittler zwischen Antike und Mittelalter. Tragisch ist sein früher Tod: Von König Theoderich des Hochverrats verdächtigt, wurde Boethius 524 unschuldig hingerichtet. Während der Haft verfaßte er sein berühmtes Werk De consolatione philosophiæ, eine philosophische Trostschrift. Das wahre Glück besteht für Boethius in der Bekämpfung der Laster, der Pflege der Tugenden und im Streben nach Gott, dem höchsten Gut des Menschen.
Cassiodor wurde um 485 in Kalabrien geboren; auch er war zunächst politisch aktiv. Nach seiner Abkehr von der Politik gründete er das Kloster „Vivarium", dessen Hauptaufgabe in der Pflege des Bildungs- und Kulturguts der Antike bestand. So widmeten sich die Mönche vornehmlich dem Studium, dem Kopieren und der Erhaltung alter Schriften. In Cassiodors eigenen Werken nimmt das Gebet, das sich aus der Heiligen Schrift und insbesondere aus den Psalmen nährt, eine zentrale Stellung ein.
Mit Freude heiße ich alle deutschsprachigen Besucher dieser Generalaudienz willkommen. Unter ihnen grüße ich besonders die Teilnehmer an der Tagung der Internationalen Stiftung Humanum. Im Schauen auf Jesus Christus, der in seinem Kreuzestod alles Leid der Welt auf sich genommen hat, finden wir Halt und Trost. Er führt uns zum wahren Heil, und Ihm wollen wir unser Leben anvertrauen. Der Herr schenke euch seine Gnade.
[00400-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Boecio nació en Roma en una familia noble y fue senador a los veinticinco años. No obstante la actividad pública, no descuidó los estudios, dedicándose particularmente a la profundización de temas filosófico-religiosos. Su obra principal es el De consolatione philosophiae, que compuso mientras estuvo encarcelado injustamente. En ella se esfuerza por convencer a los hombres para que orienten su vida hacia Dios, fin y principio de toda criatura. Contemporáneo a Boecio fue Marco Aurelio Casiodoro, quien con el fin de conservar y transmitir el inmenso patrimonio cultural del Imperio romano fundó Vivarium, un monasterio organizado de tal modo que se estimase como precioso e irrenunciable el trabajo intelectual de los monjes, sin olvidar la espiritualidad monástica y la caridad para con los pobres. En sus enseñanzas, particularmente en las obras De anima e Institutiones divinarum litterarum, ocupa un lugar central la oración, nutrida de la Sagrada Escritura. De igual modo, pone la búsqueda y la contemplación de Dios como fin principal de la vida monástica.
Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española, en particular, a los fieles venidos de Málaga, a los alumnos de distintos Institutos y Colegios de diversas ciudades de España, así como a los grupos procedentes de México y de otros países latinoamericanos. En el camino cuaresmal, a la luz de los escritos de Boecio y Casiodoro, amemos intensamente la Palabra de Dios, especialmente los Salmos, que nos ayudan a rezar y a estar muy unidos al Señor. Os deseo a todos una Semana Santa colmada de frutos de santidad. Muchas gracias.
[00401-04.01] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua portoghese
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua latina
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua portoghese
Saúdo cordialmente os presentes e ouvintes de língua portuguesa, mormente os peregrinos que vieram de Portugal.
Sede bem-vindos! Faço votos por que leveis desta visita a Roma mais viva a certeza que é apelo: Jesus Cristo morreu por nós e para a nossa salvação! Que vos iluminem os testemunhos de São Pedro e São Paulo, e vos assistam abundantes graças que imploro para todos com os votos de Felizes Páscoas, e a Bênção de Deus Todo Poderoso.
[00402-06.01] [Texto original: Português]
○ Saluto in lingua polacca
Witam obecnych tu Polaków. Już niebawem będziemy przeżywali Wielki Tydzień Męki Pańskiej. Będziemy wnikać w tajemnice miłości Boga, który „własnego Syna nie oszczędził, ale Go za nas wszystkich wydał" (Rz 8, 32). Otwórzmy nasze serca na dar tej miłości, abyśmy wydawali dobre owoce nawrócenia. Niech Bóg wam błogosławi!
[Saluto i polacchi qui presenti. Fra poco vivremo la Settimana Santa della Passione del Signore. Mediteremo i misteri dell’amore di Dio, che "non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi" (Rm 8, 32). Apriamo i nostri cuori al dono di quest’amore, affinché portiamo frutti buoni di conversione. Dio vi benedica!]
[00403-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua croata
Srdačno pozdravljam hrvatske hodočasnike, a osobito vjernike iz Blata na Korčuli. Promatrajući ovih dana Kristovo predanje u volju Očevu i žrtvu po kojoj smo spašeni, prepoznajmo kako nas je ljubio i zahvalimo mu živeći sveto. Hvaljen Isus i Marija!
[Saluto cordialmente i pellegrini croati, particolarmente i fedeli di Blato nella Korčula. Contemplando in questi giorni l’abbandono di Cristo alla volontà del Padre e il sacrificio per il quale siamo stati salvati, prendiamo coscienza di come ci ha amato e ringraziamoLo vivendo santamente. Siano lodati Gesù e Maria!]
[00404-AA.01] [Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua latina
Sueciam deinde ipsam longinquam consalutare Latino sermone cupimus cuius hodie "Schola Cathedralis Scarensis" adest cum linguae Latinae discipulis viginti septem ac magistro Ioanne Hjertén aliisque praeceptoribus. Volumus omnino eorum confirmare et incitare studia, dum hic Romae antiquitates degustant tum christianas tum etiam veterum Romanorum, ut inde magnopere augescat spiritalis illorum et humana haereditas.
[00405-07.01] [Testo originale: Latino]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli della parrocchia Santa Maria degli Angeli in San Remo, i partecipanti al corso promosso dal Consorzio per la Formazione Internazionale e i rappresentanti del personale e degli ospiti del Carcere di Lanciano. Tutti ringrazio per la loro presenza ed auspico che quest'incontro spinga ciascuno a riaffermare la propria fervida adesione agli insegnamenti del Vangelo.
Il mio pensiero va infine ai malati e agli sposi novelli. Il cammino quaresimale che stiamo percorrendo accresca in voi, cari malati, la speranza in Cristo crocifisso che ci sostiene nella prova e aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra vita familiare una missione di amore fedele e generoso.
[00406-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0175-XX.02]