L’UDIENZA GENERALE ● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre Benedetto XVI ha parlato della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
stiamo celebrando la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, che si concluderà venerdì prossimo, 25 gennaio, festa della Conversione dell’apostolo Paolo. I cristiani delle varie Chiese e Comunità ecclesiali si uniscono in questi giorni in una corale invocazione per chiedere al Signore Gesù il ristabilimento della piena unità tra tutti i suoi discepoli. E’ una concorde implorazione fatta con un’anima sola e un cuore solo rispondendo all’anelito stesso del Redentore, che nell’Ultima Cena si è rivolto al Padre con queste parole: "Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17,20-21). Chiedendo la grazia dell’unità, i cristiani si uniscono alla preghiera stessa di Cristo e si impegnano ad operare attivamente perché l’intera umanità lo accolga e lo riconosca come solo Pastore ed unico Signore, e possa così sperimentare la gioia del suo amore.
Quest’anno la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani assume un valore e un significato particolari, perché ricorda i cento anni dal suo inizio. Quando fu avviata, si trattò in effetti di un’intuizione veramente feconda. Fu nel 1908: un anglicano americano, poi entrato nella comunione della Chiesa cattolica, fondatore della "Society of the Atonement" (Comunità dei frati e delle suore dell’Atonement), Padre Paul Wattson, assieme ad un altro episcopaliano, Padre Spencer Jones, lanciò l’idea profetica di un ottavario di preghiere per l’unità dei cristiani. L’idea venne accolta con favore dall’Arcivescovo di New York e dal Nunzio Apostolico. L’appello a pregare per l’unità fu poi esteso, nel 1916, all’intera Chiesa cattolica grazie all’intervento del mio venerato Predecessore, il Papa Benedetto XV, con il Breve Ad perpetuam rei memoriam. L’iniziativa, che intanto aveva suscitato non poco interesse, andò prendendo piede ovunque progressivamente e, con il tempo, sempre più precisò la propria struttura evolvendosi nel suo svolgimento grazie anche all’apporto dell’Abbé Couturier (1936). Quando poi soffiò il vento profetico del Concilio Vaticano II si avvertì ancor più l’urgenza dell’unità. Dopo l’Assise conciliare proseguì il cammino paziente della ricerca della piena comunione fra tutti i cristiani, cammino ecumenico che di anno in anno ha trovato proprio nella Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani uno dei momenti più qualificanti e proficui. A cento anni dal primo appello a pregare insieme per l’unità, è ormai diventata una tradizione consolidata questa Settimana di Preghiera, conservando lo spirito e le date scelte all’inizio da Padre Wattson. Egli le aveva infatti scelte per il loro carattere simbolico. Il calendario del tempo prevedeva per il 18 gennaio la festa della Cattedra di S. Pietro, che è saldo fondamento e sicura garanzia di unità dell’intero popolo di Dio, mentre il 25 gennaio, allora come oggi, la liturgia celebra la festa della conversione di San Paolo. Mentre rendiamo grazie al Signore per questi cento anni di preghiera e di impegno comune tra tanti discepoli di Cristo, ricordiamo con riconoscenza l’ideatore di questa provvidenziale iniziativa spirituale, il Padre Wattson e, insieme a lui, coloro che l’hanno promossa ed arricchita con i loro apporti, facendola diventare patrimonio comune di tutti i cristiani.
Ricordavo poc’anzi che al tema dell’unità dei cristiani il Concilio Vaticano II ha dedicato grande attenzione, specialmente con il Decreto sull’ecumenismo (Unitatis redintegratio), nel quale, tra l’altro, vengono sottolineati con forza il ruolo e l’importanza della preghiera per l’unità. La preghiera, osserva il Concilio, sta nel cuore stesso di tutto il cammino ecumenico. "Questa conversione del cuore e questa santità di vita insieme con le preghiere private e pubbliche per l’unità dei cristiani, si devono ritenere come l’anima di tutto il movimento ecumenico" (UR, 8). Grazie proprio a questo ecumenismo spirituale – santità della vita, conversione del cuore, preghiere private e pubbliche -, la comune ricerca dell’unità ha registrato in questi decenni un grande sviluppo, che si è diversificato in molteplici iniziative: dalla reciproca conoscenza al contatto fraterno fra membri di diverse Chiese e Comunità ecclesiali, da conversazioni sempre più amichevoli a collaborazioni in vari campi, dal dialogo teologico alla ricerca di concrete forme di comunione e di collaborazione. Ciò che ha vivificato e continua a vivificare questo cammino verso la piena comunione tra tutti i cristiani è innanzitutto la preghiera. "Pregate continuamente" (1Ts 5,17) è il tema della Settimana di quest’anno; è al tempo stesso l’invito che non cessa mai di risuonare nelle nostre comunità, perchè la preghiera sia la luce, la forza, l’orientamento dei nostri passi, in atteggiamento di umile e docile ascolto del nostro comune Signore.
In secondo luogo, il Concilio pone l’accento sulla preghiera comune, quella che viene congiuntamente elevata da cattolici e da altri cristiani verso l’unico Padre celeste. Il Decreto sull’ecumenismo afferma in proposito: "Queste preghiere in comune sono senza dubbio un mezzo molto efficace per impetrare la grazia dell’unità" (UR, 8). E ciò perché, nella preghiera comune, le comunità cristiane si pongono insieme di fronte al Signore e, prendendo coscienza delle contraddizioni generate dalla divisione, manifestano la volontà di ubbidire alla sua volontà ricorrendo fiduciosi al suo onnipotente soccorso. Il Decreto aggiunge poi che tali preghiere "sono una genuina manifestazione dei vincoli con i quali i cattolici sono ancora congiunti con i fratelli disgiunti (seiuncti)" (ibid.). La preghiera comune non è quindi un atto volontaristico o puramente sociologico, ma è espressione della fede che unisce tutti i discepoli di Cristo. Nel corso degli anni si è instaurata una feconda collaborazione in questo campo e dal 1968 l’allora Segretariato per l’unità dei cristiani, divenuto poi Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e il Consiglio Ecumenico delle Chiese preparano insieme i sussidi della Settimana di Preghiera per l’Unità, che vengono poi divulgati congiuntamente nel mondo coprendo zone che non si sarebbero mai raggiunte operando da soli.
Il Decreto conciliare sull’ecumenismo fa riferimento alla preghiera per l’unità quando, proprio alla fine, afferma che il Concilio è consapevole che "questo santo proposito di riconciliare tutti i cristiani nell’unità della Chiesa di Cristo, una e unica, supera le forze e le doti umane. Perciò ripone tutta la sua speranza nell’orazione di Cristo per la Chiesa" (UR 24). E’ la consapevolezza dei nostri limiti umani che ci spinge all’abbandono fiducioso nelle mani del Signore. A ben vedere, il senso profondo di questa Settimana di Preghiera è proprio quello di appoggiarsi saldamente sulla preghiera di Cristo, che nella sua Chiesa continua a pregare perchè "tutti siano una cosa sola… perché il mondo creda…" (Gv 17,21). Oggi sentiamo fortemente il realismo di queste parole. Il mondo soffre per l’assenza di Dio, per l’inaccessibilità di Dio, ha desiderio di conoscere il volto di Dio. Ma come potrebbero e possono, gli uomini di oggi, conoscere questo volto di Dio nel volto di Gesù Cristo se noi cristiani siamo divisi, se uno insegna contro l’altro, se uno sta contro l’altro? Solo nell’unità possiamo mostrare realmente a questo mondo – che ne ha bisogno – il volto di Dio, il volto di Cristo. E’ anche evidente che non con le nostre proprie strategie, con il dialogo e con tutto quello che facciamo – che pure è tanto necessario – possiamo ottenere questa unità. Quello che possiamo ottenere è la nostra disponibilità e capacità ad accogliere questa unità quando il Signore ce la dona. Ecco il senso della preghiera: aprire i nostri cuori, creare in noi questa disponibilità che apre la strada a Cristo. Nella liturgia della Chiesa antica, dopo l’omelia, il Vescovo o il presidente della celebrazione, il celebrante principale, diceva: "Conversi ad Dominum". Quindi egli stesso e tutti si alzavano e si volgevano verso Oriente. Tutti volevano guardare verso Cristo. Solo se convertiti, solo in questa conversione verso Cristo, in questo comune sguardo a Cristo, possiamo trovare il dono dell’unità.
Possiamo dire che è stata la preghiera per l’unità ad animare e ad accompagnare le varie tappe del movimento ecumenico, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II. In questo periodo la Chiesa cattolica è entrata in contatto con le varie Chiese e Comunità ecclesiali d’Oriente e d’Occidente con diverse forme di dialogo, affrontando con ciascuna quei problemi teologici e storici sorti nel corso dei secoli e stabilitisi come elementi di divisione. Il Signore ha fatto sì che tali amichevoli relazioni abbiano migliorato la reciproca conoscenza, abbiano intensificato la comunione rendendo, al tempo stesso, più chiara la percezione dei problemi che restano aperti e che fomentano la divisione. Oggi, in questa Settimana, rendiamo grazie a Dio che ha sostenuto e illuminato il cammino sinora percorso, cammino fecondo che il Decreto conciliare sull’ecumenismo descriveva come "sorto per impulso della grazia dello Spirito Santo" e "ogni giorno più ampio" (UR 1).
Cari fratelli e sorelle, raccogliamo l’invito a "pregare senza stancarsi", che l’apostolo Paolo rivolgeva ai primi cristiani di Tessalonica, comunità che lui stesso aveva fondato. E proprio perché aveva saputo che vi erano sorti dei dissensi, volle raccomandare di essere pazienti con tutti, di guardarsi dal rendere male per male, cercando invece sempre il bene tra di loro e con tutti, e restando lieti in ogni circostanza, lieti perché il Signore è vicino. I consigli che San Paolo dava ai Tessalonicesi possono ispirare anche oggi il comportamento dei cristiani nell’ambito delle relazioni ecumeniche. Soprattutto egli dice: "Vivete in pace tra voi" e poi: "Pregate continuamente, in ogni cosa rendete grazie" (cfr 1Ts 5,13.18). Accogliamo anche noi questa pressante esortazione dell’Apostolo sia per ringraziare il Signore per i progressi compiuti nel movimento ecumenico, sia per impetrare la piena unità. La Vergine Maria, Madre della Chiesa, ottenga per tutti i discepoli del suo divin Figlio di poter vivere quanto prima in pace e nella carità reciproca, così da rendere una convincente testimonianza di riconciliazione davanti al mondo intero, per rendere accessibile il volto di Dio nel volto di Cristo, che è il Dio-con-noi, il Dio della pace e dell’unità.
[00100-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Durant la semaine de Prière pour l’Unité des chrétiens qui s’achèvera le vendredi 25 janvier, fête de la conversion de l’Apôtre Paul, les chrétiens de toutes confessions s’unissent pour demander au Seigneur Jésus le rétablissement de la pleine unité entre tous ses disciples.
Lancée aux États-Unis par le Père Paul Wattson, cette semaine de prière prend, cette année, un relief particulier, puisque nous en célébrons le centième anniversaire. Dès l’origine bien accueillie par les autorités catholiques, cette initiative fut étendue en 1916 à toute l’Église catholique par mon prédécesseur Benoît XV. Cette prière commune à tous les chrétiens n’est pas un acte volontariste ou sociologique, mais, répondant au désir du Christ lui-même, elle est l’expression authentique de la foi qui unit tous les disciples de Jésus, alors qu’ils sont encore séparés.
Accordant une grande importance au thème de l’unité des chrétiens, le Concile Vatican II souligne que la conversion du cœur et les prières privées et publiques des fidèles sont comme l’âme du mouvement œcuménique. Cette prière a renforcé le désir de communion entre les chrétiens ; elle a aussi permis le développement multiforme de la recherche de l’unité à travers une meilleure connaissance réciproque, un approfondissement du dialogue théologique et la mise en œuvre de collaborations fraternelles en divers domaines.
Je salue tous les pèlerins francophones, en particulier les jeunes des collèges La Rochefoucauld et Rocroy Saint-Léon de Paris. Suivant les conseils de l’Apôtre Paul, je vous invite à être des artisans d’unité dans l’Église et dans le monde, étant attentifs à tous et priant le Seigneur de nous faire la grâce de l’unité.
[00101-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
This week, Christians throughout the world celebrate the Hundredth Anniversary of the Week of Prayer for Christian Unity, initiated by Father Paul Wattson, founder of the Society of the Atonement. The theme chosen for this year is Saint Paul’s exhortation to the Thessalonians to "pray always" (1 Thess 5:17). According to the Second Vatican Council, prayer and holiness of life are "the soul of the whole ecumenical movement" (Unitatis Redintegratio, 8). When Christians from various communities come together to pray in common, they acknowledge that unity cannot be achieved by human strength alone. Only by relying on God’s grace can they live according to Jesus’s prayer that "they may all be one" (Jn 17:20-21). I therefore invite all Christians to render fitting thanks to Almighty God for the progress achieved thus far along the path of ecumenism, and to persevere as they strive toward unity so that "the world may believe" (Jn 17:21) that Jesus is the only Son sent by the Father.
I extend a cordial welcome to the English-speaking pilgrims present at today’s audience, including students and staff from Saint Mary’s High School in Sydney, and members of a delegation from the Los Angeles Council of Religious Leaders. May God bestow abundant blessings upon all of you!
[00102-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
Begleitet durch das Wort des Apostels Paulus „Betet ohne Unterlaß" (1 Thess 5, 17) begehen wir in diesen Tagen die jährliche Gebetswoche für die Einheit der Christen. 100 Jahre sind seit den Anfängen dieser Gebetsoktav vergangen, die auf eine Initiative von Pater Paul Wattson zurückgeht und die dann von Papst Benedikt XV. auf die ganze Kirche ausgedehnt wurde. Vor allem das II. Vatikanische Konzil hat mit dem Dekret Unitatis redintegratio die Rolle und die Bedeutung des Gebets für die Einheit unterstrichen. Zusammen mit der Bekehrung des Herzens und der Heiligkeit des Lebens ist das private und öffentliche Gebet die Seele der ganzen ökumenischen Bewegung (vgl. Nr. 8). Das gemeinsame Beten und Bitten ist Ausdruck des Glaubens, der alle Jünger Jesu eint, und des Vertrauens auf den Beistand des Herrn. Die Wiederversöhnung der Christen übersteigt unsere menschlichen Kräfte und Fähigkeiten; um so mehr müssen und dürfen wir unsere Hoffnung „gänzlich auf das Gebet Christi für die Kirche" setzen (vgl. Nr. 24). Die Gebetswoche soll daher eine Zeit des Dankes an Christus für die schon erreichten Fortschritte auf dem Weg zur Einheit sein sowie Tage des eindringlichen Bittens um diese Einheit, die nur Er geben kann.
Mit Freude heiße ich alle Pilger und Besucher aus dem deutschen Sprachraum willkommen. Unter ihnen grüße ich heute besonders Mitglieder der Leitung des Österreichischen Rundfunks. Die Einheit der Christen kann nur in einem Klima des Gebets und auf dem Humus einer geistlichen Ökumene wachsen. Wir alle wollen uns in unserem eigenen Leben darum bemühen und nicht nachlassen, um die Gnade der Einheit zu bitten. Dazu schenke uns der Herr seinen Segen.
[00103-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
El próximo viernes, fiesta de la Conversión de san Pablo, concluye la Semana de Oración por la Unidad de los Cristianos, que este año tiene como lema la exhortación que el Apóstol dirigía a los primeros cristianos de Tesalónica: "Sed constantes en orar".
Desde hace exactamente cien años, los cristianos de las varias Iglesias y Comunidades eclesiales se unen en una invocación común pidiendo al Señor el restablecimiento de la plena unidad entre todos los discípulos de Cristo, para dar un testimonio convincente ante el mundo, para que la humanidad acoja a Cristo y lo reconozca como único Pastor y Señor.
El Concilio Vaticano Segundo ha prestado gran atención a este tema, especialmente con el Decreto sobre el ecumenismo Unitatis redintegratio. La oración, afirma, es el elemento central de todo el camino ecuménico que ha vivificado y continúa vivificando este itinerario hacia la plena comunión. Subraya, además, la oración común como expresión de la fe que une a todos los discípulos de Cristo, con el fin de que las comunidades cristianas tomen conciencia de las contradicciones generadas por las divisiones y manifiesten la voluntad de obedecer a su voluntad: "para que todos sean uno...para que el mundo crea".
Saludo a los peregrinos de lengua española, especialmente a la Guardia de Honor del Sagrado Corazón de Jesús de México, a la Scuola italiana de Valparaíso, Chile, y a los grupos llegados de España y de otros países latinoamericanos. Os invito a "ser constantes en la oración" para impetrar la plena comunión de los bautizados en Cristo y a vivir en paz y caridad fraterna, que son requisitos de toda concordia y unidad. ¡Muchas gracias!
[00104-04.01] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto il lingua polacca
○ Saluto il lingua slovacca
○ Saluto il lingua italiana
○ Saluto il lingua polacca
Słowo powitania kieruję do pielgrzymów polskich. Bracia i siostry, serdecznie was pozdrawiam. Pragnąc jedności chrześcijan, wypełniajcie wskazania świętego Pawła: „Zachowujcie pokój! Dla wszystkich bądźcie cierpliwi! Usiłujcie czynić dobrze sobie nawzajem i wobec wszystkich! Zawsze się radujcie, nieustannie się módlcie!" (cfr 1 Ts 5, 13-17) Niech Bóg umacnia w was te dobre pragnienia i wam błogosławi.
[Rivolgo ai pellegrini polacchi qui presenti alcune parole di benvenuto. Fratelli e sorelle, vi esorto a desiderare ardentemente l’unità dei cristiani, obbedendo all’ammonimento dell’Apostolo San Paolo: "Vivete in pace tra voi! Siate pazienti con tutti! Cercate sempre il bene tra voi e con tutti! State sempre lieti, pregate incessantemente!" (cfr 1 Ts 5, 13-17). Che Dio rafforzi questi in voi santi desideri e vi benedica.]
[00105-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua slovacca
Zo srdca pozdravujem slovenských pútnikov z Čadce – Kýčerky, Zákopčia a Fačkova.
Bratia a sestry, počas Týždňa modlitieb za jednotu kresťanov vás pozývam k intenzívnym modlitbám k Pánovi, aby sa naplnili Kristove slová „Aby všetci boli jedno".
S láskou žehnám vás i vašich drahých.
Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Saluto di cuore i pellegrini slovacchi da Čadca – Kýčerka, Zákopčie e Fačkov.
Fratelli e sorelle, nel corso della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, vi invito ad elevare intense preghiere al Signore affinché si realizzi la parola di Cristo "Perché siano una cosa sola".
Con affetto benedico voi ed i vostri cari.
Sia lodato Gesù Cristo!]
[00106-AA.01] [Testo originale: Slovacco]
○ Saluto in lingua italiana
Porgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai sacerdoti e seminaristi dell’Ordine Maronita Mariamita, incoraggiandoli a perseverare ferventi nella fede e nella testimonianza evangelica. Saluto la Delegazione della Provincia Autonoma di Trento; cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza e vi auguro di essere sempre più pietre vive nella Chiesa di Dio. Saluto, inoltre, il 44° Reggimento di Sostegno "Penne" di Roma, augurando che questo incontro possa rinnovare in ciascuno propositi generosi di impegno cristiano.
Rivolgo poi un pensiero ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Celebreremo domani la memoria liturgica di san Francesco di Sales, patrono della stampa cattolica. Vescovo di Ginevra in un periodo di gravi conflitti, egli fu uomo di pace e di comunione. Maestro di vita spirituale, egli ha insegnato che la perfezione cristiana è accessibile ad ogni persona. Cari giovani, malati e sposi novelli, per intercessione di san Francesco di Sales vivete anche voi la vostra vocazione nelle concrete condizioni in cui vi trovate, confidando nell'amore di Dio che sempre ci accompagna.
[00107-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0046-XX.01]