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L’UDIENZA GENERALE, 09.01.2008


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre Benedetto XVI, riprendendo il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di Sant’Agostino.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Dopo le grandi festività natalizie, vorrei tornare alle meditazioni sui Padri della Chiesa e parlare oggi del più grande Padre della Chiesa latina, sant’Agostino: uomo di passione e di fede, di intelligenza altissima e di premura pastorale instancabile, questo grande santo e dottore della Chiesa è spesso conosciuto, almeno di fama, anche da chi ignora il cristianesimo o non ha consuetudine con esso, perché ha lasciato un’impronta profondissima nella vita culturale dell'Occidente e di tutto il mondo. Per la sua singolare rilevanza, sant’Agostino ha avuto un influsso larghissimo, e si potrebbe affermare, da una parte, che tutte le strade della letteratura latina cristiana portano a Ippona (oggi Annaba, sulla costa algerina), il luogo dove era vescovo e, dall’altra, che da questa città dell’Africa romana, di cui Agostino fu Vescovo dal 395 fino alla morte nel 430, si diramano molte altre strade del cristianesimo successivo e della stessa cultura occidentale.

Di rado una civiltà ha trovato uno spirito così grande, che sapesse accoglierne i valori ed esaltarne l’intrinseca ricchezza, inventando idee e forme di cui si sarebbero nutriti i posteri, come sottolineò anche Paolo VI: "Si può dire che tutto il pensiero dell’antichità confluisca nella sua opera e da essa derivino correnti di pensiero che pervadono tutta la tradizione dottrinale dei secoli successivi" (AAS, 62, 1970, p. 426). Agostino è inoltre il Padre della Chiesa che ha lasciato il maggior numero di opere. Il suo biografo Possidio dice: sembrava impossibile che un uomo potesse scrivere tante cose nella propria vita. Di queste diverse opere parleremo in un prossimo incontro. Oggi la nostra attenzione sarà riservata alla sua vita, che si ricostruisce bene dagli scritti, e in particolare dalle Confessiones, la straordinaria autobiografia spirituale, scritta a lode di Dio, che è la sua opera più famosa. E giustamente, perché sono proprio le Confessiones agostiniane, con la loro attenzione all’interiorità e alla psicologia, a costituire un modello unico nella letteratura occidentale, e non solo occidentale, anche non religiosa, fino alla modernità. Questa attenzione alla vita spirituale, al mistero dell'io, al mistero di Dio che si nasconde nell'io, è una cosa straordinaria senza precedenti e rimane per sempre, per così dire, un «vertice» spirituale.

Ma, per venire alla vita, Agostino nacque a Tagaste – nella provincia della Numidia, nell’Africa romana – il 13 novembre 354 da Patrizio, un pagano che poi divenne catecumeno, e da Monica, fervente cristiana. Questa donna appassionata, venerata come santa, esercitò sul figlio una grandissima influenza e lo educò nella fede cristiana. Agostino aveva anche ricevuto il sale, come segno dell'accoglienza nel catecumenato. Ed è rimasto sempre affascinato dalla figura di Gesù Cristo; egli anzi dice di aver sempre amato Gesù, ma di essersi allontanato sempre più dalla fede ecclesiale, dalla pratica ecclesiale, come succede anche oggi per molti giovani.

Agostino aveva anche un fratello, Navigio, e una sorella, della quale ignoriamo il nome e che, rimasta vedova, fu poi a capo di un monastero femminile. Il ragazzo, di vivissima intelligenza, ricevette una buona educazione, anche se non fu sempre uno studente esemplare. Egli tuttavia studiò bene la grammatica, prima nella sua città natale, poi a Madaura, e dal 370 retorica a Cartagine, capitale dell'Africa romana: divenne un perfetto dominatore della lingua latina, non arrivò però a maneggiare con altrettanto dominio il greco e non imparò il punico, parlato dai suoi conterranei. Proprio a Cartagine Agostino lesse per la prima volta l’Hortensius, uno scritto di Cicerone poi andato perduto che si colloca all’inizio del suo cammino verso la conversione. Il testo ciceroniano, infatti, svegliò in lui l’amore per la sapienza, come scriverà, ormai Vescovo, nelle Confessiones: "Quel libro cambiò davvero il mio modo di sentire", tanto che "all’improvviso perse valore ogni speranza vana e desideravo con un incredibile ardore del cuore l’immortalità della sapienza" (III, 4, 7).

Ma poichè era convinto che senza Gesù la verità non può dirsi effettivamente trovata, e perché in questo libro appassionante quel nome gli mancava, subito dopo averlo letto cominciò a leggere la Scrittura, la Bibbia. Ma ne rimase deluso. Non solo perché lo stile latino della traduzione della Sacra Scrittura era insufficiente, ma anche perché lo stesso contenuto gli apparve non soddisfacente. Nelle narrazioni della Scrittura su guerre e altre vicende umane non trovava l'altezza della filosofia, lo splendore di ricerca della verità che ad essa è proprio. Tuttavia non voleva vivere senza Dio e così cercava una religione corrispondente al suo desiderio di verità e anche al suo desiderio di avvicinarsi a Gesù. Cadde così nella rete dei manichei, che si presentavano come cristiani e promettevano una religione totalmente razionale. Affermavano che il mondo è diviso in due principi: il bene e il male. E così si spiegherebbe tutta la complessità della storia umana. Anche la morale dualistica piaceva a sant'Agostino, perché comportava una morale molto alta per gli eletti: e per chi come lui vi aderiva era possibile una vita molto più adeguata alla situazione del tempo, specie per un uomo giovane. Si fece pertanto manicheo, convinto in quel momento di aver trovato la sintesi tra razionalità, ricerca della verità e amore di Gesù Cristo. Ed ebbe anche un vantaggio concreto per la sua vita: l’adesione ai manichei infatti apriva facili prospettive di carriera. Aderire a quella religione che contava tante personalità influenti gli permetteva di continuare la relazione intrecciata con una donna e di andare avanti nella sua carriera. Da questa donna ebbe un figlio, Adeodato, a lui carissimo, molto intelligente, che sarà poi presente nella preparazione al battesimo presso il lago di Como, partecipando a quei «Dialoghi» che sant'Agostino ci ha trasmesso. Il ragazzo, purtroppo, morì prematuramente. Insegnante di grammatica a circa vent’anni nella sua città natale, tornò presto a Cartagine, dove divenne un brillante e celebrato maestro di retorica. Con il tempo, tuttavia, Agostino iniziò ad allontanarsi dalla fede dei manichei, che lo delusero proprio dal punto di vista intellettuale in quanto incapaci di risolvere i suoi dubbi, e si trasferì a Roma, e poi a Milano, dove allora risiedeva la corte imperiale e dove aveva ottenuto un posto di prestigio grazie all’interessamento e alle raccomandazioni del prefetto di Roma, il pagano Simmaco, ostile al vescovo di Milano sant'Ambrogio.

A Milano Agostino prese l’abitudine di ascoltare – inizialmente allo scopo di arricchire il suo bagaglio retorico – le bellissime prediche del Vescovo Ambrogio, che era stato rappresentante dell’imperatore per l’Italia settentrionale, e dalla parola del grande presule milanese il retore africano rimase affascinato; e non soltanto dalla sua retorica, soprattutto il contenuto toccò sempre più il suo cuore. Il grande problema dell'Antico Testamento, della mancanza di bellezza retorica, di altezza filosofica si risolse, nelle prediche di sant'Ambrogio, grazie all'interpretazione tipologica dell'Antico Testamento: Agostino capì che tutto l'Antico Testamento è un cammino verso Gesù Cristo. Così trovò la chiave per capire la bellezza, la profondità anche filosofica dell'Antico Testamento e capì tutta l'unità del mistero di Cristo nella storia e anche la sintesi tra filosofia, razionalità e fede nel Logos, in Cristo Verbo eterno che si è fatto carne.

In breve tempo Agostino si rese conto che la lettura allegorica della Scrittura e la filosofia neoplatonica praticate dal Vescovo di Milano gli permettevano di risolvere le difficoltà intellettuali che, quando era più giovane, nel suo primo avvicinamento ai testi biblici gli erano sembrate insuperabili.

Alla lettura degli scritti dei filosofi Agostino fece così seguire quella rinnovata della Scrittura e soprattutto delle Lettere paoline. La conversione al cristianesimo, il 15 agosto 386, si collocò quindi al culmine di un lungo e tormentato itinerario interiore, del quale parleremo ancora in un'altra catechesi, e l’africano si trasferì nella campagna a nord di Milano presso il lago di Como – con la madre Monica, il figlio Adeodato e un piccolo gruppo di amici – per prepararsi al battesimo. Così, a trentadue anni, Agostino fu battezzato da Ambrogio il 24 aprile 387, durante la veglia pasquale, nella Cattedrale di Milano.

Dopo il battesimo, Agostino decise di tornare in Africa con gli amici, con l’idea di praticare una vita comune, di tipo monastico, al servizio di Dio. Ma a Ostia, in attesa di partire, la madre improvvisamente si ammalò e poco più tardi morì, straziando il cuore del figlio. Rientrato finalmente in patria, il convertito si stabilì a Ippona per fondarvi appunto un monastero. In questa città della costa africana, nonostante le sue resistenze, fu ordinato presbitero nel 391 e iniziò con alcuni compagni la vita monastica a cui da tempo pensava, dividendo il suo tempo tra la preghiera, lo studio e la predicazione. Egli voleva essere solo al servizio della verità, non si sentiva chiamato alla vita pastorale, ma poi capì che la chiamata di Dio era quella di essere pastore tra gli altri, e così di offrire il dono della verità agli altri. lui voleva essere solo nel servizio alla verità, non si sentiva chiamato alla vita pastorale, ma poi ha capito che la chiamata di Dio era quella di essere pastore tra gli altri, e così di dare il dono della verità agli altri. A Ippona, quattro anni più tardi, nel 395, venne consacrato Vescovo. Continuando ad approfondire lo studio delle Scritture e dei testi della tradizione cristiana, Agostino fu un Vescovo esemplare nel suo instancabile impegno pastorale: predicava più volte la settimana ai suoi fedeli, sosteneva i poveri e gli orfani, curava la formazione del clero e l’organizzazione di monasteri femminili e maschili. In breve l’antico retore si affermò come uno degli esponenti più importanti del cristianesimo di quel tempo: attivissimo nel governo della sua diocesi – con notevoli risvolti anche civili – negli oltre trentacinque anni di episcopato, il Vescovo di Ippona esercitò infatti una vasta influenza nella guida della Chiesa cattolica dell’Africa romana e più in generale nel cristianesimo del suo tempo, fronteggiando tendenze religiose ed eresie tenaci e disgregatrici come il manicheismo, il donatismo e il pelagianesimo, che mettevano in pericolo la fede cristiana nel Dio unico e ricco di misericordia.

E a Dio si affidò Agostino ogni giorno, fino all’estremo della sua vita: colpito da febbre, mentre da quasi tre mesi la sua Ippona era assediata dai vandali invasori, il Vescovo – racconta l’amico Possidio nella Vita Augustini – chiese di trascrivere a grandi caratteri i salmi penitenziali "e fece affiggere i fogli contro la parete, così che stando a letto durante la sua malattia li poteva vedere e leggere, e piangeva ininterrottamente a calde lacrime" (31,2). Così trascorsero gli ultimi giorni della vita di Agostino, che morì il 28 agosto 430, quando ancora non aveva compiuto 76 anni. Alle sue opere, al suo messaggio e alla sua vicenda interiore dedicheremo i prossimi incontri.

[00026-01.01] [Testo originale: Italiano]

● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

○ Sintesi della catechesi in lingua francese

○ Sintesi della catechesi in lingua inglese

○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca Sintesi della catechesi in lingua tedesca

○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola

○ Sintesi della catechesi in lingua francese Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Nous parlerons aujourd’hui de saint Augustin, homme de passion et de foi, pasteur infatigable, qui a eu une influence considérable et dont le nom est souvent connu même de ceux qui ignorent le christianisme.

Augustin est né à Taghaste, en Numidie, dans l’Afrique romaine, en 354. D’une vive intelligence, il étudie à Madaure et à Carthage où il lit l’Hortensius, de Cicéron, qui éveille en lui l’amour de la sagesse, alors que la lecture de la Bible le laisse insatisfait. Le jeune intellectuel est alors proche du manichéisme, qui lui apparaît plus rigoureux et plus rationnel que le christianisme. Il reviendra à Carthage comme brillant maître de rhétorique, mais déçu de la foi des manichéens incapable de résoudre ses doutes, il part pour Rome, puis pour Milan où il suit les prédications de l’Évêque Ambroise. Sa conversion au christianisme, le 15 août 386, sera l’aboutissement d’un long cheminement intérieur.

Après son baptême, Augustin décide de rentrer en Afrique pour pratiquer une vie de type monastique au service de Dieu. Il s’établit à Hippone pour y fonder un monastère. En 391, il y est ordonné prêtre, puis Évêque en 395. Il fut un pasteur exemplaire, prêchant souvent, soutenant les pauvres, prenant soin de la formation du clergé. Pendant ses 35 années d’épiscopat, il exerça une influence très grande sur le christianisme de son temps. Il meurt en 430, âgé de 76 ans.

Je suis heureux de vous accueillir, chers pèlerins francophones. Je salue en particulier les jeunes du lycée d’enseignement agricole privé, de Saint-Maximin. Que saint Augustin soit pour vous tous un modèle dans votre recherche de Dieu et qu’il vous aide à approfondir votre foi ! Avec ma Bénédiction apostolique.

[00027-03.01] [Texte original: Français]

○ Sintesi della catechesi in lingua inglese Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our weekly catechesis, we now turn to the towering figure of Saint Augustine of Hippo. The great intellectual heritage of antiquity found expression in Augustine’s many writings, which then became a rich source of inspiration and teaching for centuries to come. Augustine’s spiritual autobiography – The Confessions – tells the story of his Christian upbringing, his secular education, his decision to devote his life to the pursuit of truth, and his eventual abandonment of the faith. Attracted at first by Manichean dualism, he gradually recovered the faith of his childhood, thanks to the prayers of his mother, Saint Monica, and the brilliant teaching of Saint Ambrose, then Bishop of Milan. The Confessions recount the tormented interior journey which led to his moral and intellectual conversion, culminating in his baptism by Ambrose. Returning to Africa to lead a monastic life, Augustine became a priest and then the Bishop of Hippo. In his thirty years as Bishop, he proved himself an exemplary pastor, an assiduous preacher and an influential champion of the Catholic faith. In coming weeks, we will turn our attention to the writings and the thought of this great Doctor of the Church.

I am pleased to welcome the English-speaking pilgrims present at today’s Audience, especially the student groups from Australia and the United States. I greet the group of deacons from the Archdiocese of Dubuque, and I thank the choir for their praise of God in song. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings of joy and peace.

[00028-02.01] [Original text: English]

○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der Reihe der Mittwochskatechesen will ich mich von heute an mit dem hl. Augustinus befassen, dem bedeutendsten und im christlichen Abendland einflußreichsten Kirchenvater, einem Menschen voller Leidenschaft, der sich ebenso durch höchste Intelligenz wie – nach der Bekehrung – durch großen Glaubenseifer auszeichnete und der sich als Bischof in einem unermüdlichen seelsorglichen Einsatz bewährte. Unter dem enormen Umfang der von ihm überlieferten Bücher, Predigten und Briefe tritt vor allem das autobiographische Werk der »Bekenntnisse« hervor, das zu einem Modell für Autobiographien bis in die Neuzeit herein geworden ist. Darin schildert er seine bewegte Jugend, wie er zunächst von Monika, der Mutter, in den Glauben hineinwächst, ihn dann verliert, nach Neuem sucht, immer auf dem Wege bleibt und schließlich wieder auf mühsamen Wegen in die Kirche hineinfindet.

Augustinus kam im Jahre 354 in Thagaste in Numidien, dem heutigen Algerien, zur Welt. Sein Vater Patrizius war Heide, dann Katechumene. Seine Mutter, die hl. Monika, war dagegen eine ganz eifrige Christin, die Augustinus und seine Geschwister – er hatte einen Bruder und eine Schwester, die dann als Witwe Nonne und Äbtissin geworden ist – im christlichen Glauben unterwies. Er erhielt vor allem eine sehr gute Ausbildung in der Rhetorik, die damals eine der wichtigsten Disziplinen war und in der er selber ein gefeierter Lehrer wurde. Er hat allerdings beklagt, daß er als Schüler im Griechischen faul war, denn später als Bischof hätte er es gut brauchen können. Aber da war es zu spät.

Die Suche nach einer rechten »Lebensphilosophie« führte Augustinus zunächst zum Manichäismus, zu einem System, das erklärte, die Welt beruhe auf zwei Prinzipien, dem guten und dem bösen; so lasse sich alles erklären. Und die Moral sei zweigeteilt: für die Erwählten, die auf der Höhe angekommen sind, sehr streng und für die anderen auf der Vorstufe etwas lockerer. Und da er sich auf der Vorstufe fühlte, war dies für ihn sozusagen eine angenehme religiöse und philosophische Beheimatung. In seiner beruflichen Laufbahn kam er über Rom schließlich nach Mailand, in eine bedeutende Position als Rhetor am Kaiserhof. Unter dem Eindruck der Predigten des Bischofs Ambrosius bekehrte er sich aber und wurde in der Osternacht 387 getauft. Daraufhin entschloß er sich, in seine Heimat zurückzukehren; unterwegs erlitt er einen großen Schmerz durch den Tod seiner Mutter, die hier in Ostia, im damaligen Hafen von Rom, gestorben ist und begraben wurde. Er gründete zu Hause eine klösterliche Gemeinschaft, eigentlich eine Philosophengemeinschaft mit christlichem Grund, wurde aber bei einem Aufenthalt in Hippo während des Besuchs der Eucharistiefeier zu seiner Überraschung vom betagten Bischof Valerius nach vorn beordert, der sagte: Ich brauche schon lange einen Priester, der gut predigen kann – der Bischof konnte es nämlich nicht –, und so weihte er ihn zum Priester. Augustinus hatte gedacht, er sei nur zur Philosophie berufen, und er litt zunächst, als man ihm das pastorale Amt, das Priestertum, verlieh. Aber ist dann ganz hineingewachsen, wurde 395 Bischof, wirkte fast 40 Jahre segensreich dort und starb 430 während der Belagerung der Stadt durch die Vandalen.

Von Herzen begrüße ich die Pilger und Besucher aus den deutschsprachigen Ländern. Der hl. Augustinus lebte immer in der Suche nach Gott, in der Suche, Jesus Christus näher und ähnlicher zu werden. Auch wir wollen stets die Nähe des Schöpfers und die Nähe Jesu Christi suchen, in dem Gott menschliches Antlitz hat und Ihm helfen, daß er uns bereit macht, das Gute selber zu tun und es in der Welt zu verbreiten. Der Herr geleite euch auf allen Wegen dieses noch jungen Jahres!

[00029-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Con palabras de Pablo VI, se puede decir de San Agustín, "que todo el pensamiento de la antigüedad converge en su obra y de ella brotan corrientes de pensamiento que permean toda la tradición de los siglos posteriores". Este Santo es el Padre de la Iglesia del que más obras se conservan. Nació en Tagaste el trescientos cincuenta y cuatro, de Patricio y santa Mónica. Estudió gramática y retórica. En Cartago ejerció como maestro de retórica. Luego se transfirió a Milán, ciudad en la que se convirtió a la fe católica escuchando predicar a san Ambrosio, del que recibió el Bautismo en el trescientos ochenta y siete. Posteriormente, se estableció en Hipona. Allí fue ordenado presbítero el trescientos noventa y uno y Obispo cuatro años más tarde. En sus treinta y cinco años al frente de esa sede episcopal se mostró como un Pastor ejemplar por su doctrina, atención a los pobres, dedicación al clero y organización de monasterios. Ejerció un gran influjo en el cristianismo de su tiempo y gracias a él se pudo hacer frente al maniqueísmo y a las herejías donatista y pelagiana. Murió el veintiocho de agosto del año cuatrocientos treinta.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. En particular, a la Real Maestranza de Caballería de Sevilla, a la Parroquia Nuestra Señora de los Milagros de Alange, a los capitulares de la Congregación de San Pedro ad Vincula

, así como a los demás grupos venidos de España, México, Brasil y de otros países latinoamericanos. Os invito a imitar la confianza en Dios de San Agustín y a acogeros a su intercesión. Muchas gracias.

[00030-04.01] [Texto original: Español]

● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

○ Saluto in lingua portoghese

○ Saluto in lingua polacca

○ Saluto in lingua italiana

○ Saluto in lingua portoghese Saluto in lingua portoghese

Saúdo com afeto no Senhor todos os ouvintes de língua portuguesa, em particular o grupo de brasileiros de Piracicaba do Estado de São Paulo.

Desejo a todos felicidades, com os auspícios de que levem de Roma uma consciência de Igreja mais clara, e a fé no seu divino Fundador, Jesus Cristo, mais viva e operante. E peço a Nossa Senhora que os proteja e aos que lhes são queridos, ao dar-lhes a Bênção.

[00031-06.01] [Texto original: Português]

○ Saluto in lingua polacca

Serdecznie pozdrawiam wszystkich Polaków. Życie św. Augustyna jest przykładem działania Bożej łaski, która zawiłe dzieje człowieka kieruje ku poznaniu ostatecznej Prawdy, ku zjednoczeniu z Chrystusem i ku posłudze Jego Kościołowi. Niech ta łaska przemienia naszą codzienność, aby znalazła swe spełnienie w szczęśliwej wieczności. Niech Bóg wam błogosławi!

[Saluto cordialmente tutti i polacchi. La vita di Sant’Agostino è un esempio dell’opera della grazia divina che dirige le complicate vicende dell’uomo verso la conoscenza della definitiva Verità, verso l’unione con Cristo e verso il servizio alla Sua Chiesa. Questa grazia trasformi la nostra quotidianità, affinché trovi il suo compimento nella felice eternità. Dio vi benedica!]

[00032-09.01] [Testo originale: Polacco]

○ Saluto in lingua italiana Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale pensiero ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto le Suore Figlie della Croce, qui convenute a suggello delle celebrazioni per il centesimo anniversario della morte del venerato fondatore, il Servo di Dio Nunzio Russo, e le incoraggio a proseguire nel loro servizio al Vangelo con rinnovato slancio apostolico. Saluto il folto gruppo di fedeli della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù, in Rocca di Papa, che compiono un devoto pellegrinaggio presso la tomba degli Apostoli, ed auguro che un sempre più grande fervore missionario animi ogni loro attività pastorale. Saluto la Comunità diaconale della diocesi di Biella, auspicando che ciascuno perseveri nella fede e nella testimonianza della carità. Saluto poi i dirigenti e gli atleti della Serie D. Possa il gioco del calcio essere sempre più veicolo di educazione ai valori dell’onestà, della solidarietà e della fraternità, specialmente fra le giovani generazioni.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Carissimi, in questi giorni che seguono la festa dell’Epifania, continuiamo a meditare sulla manifestazione di Gesù a tutti i popoli. La Chiesa invita voi, cari giovani, ad essere testimoni entusiasti di Cristo tra i vostri coetanei; esorta voi, cari malati, a diffondere ogni giorno la sua luce con serena pazienza; e sprona voi, cari sposi novelli, a essere segno della sua presenza rinnovatrice col vostro amore fedele.

[00033-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0013-XX.01]