Alle ore 12 di oggi, Solennità del Natale del Signore, dalla Loggia della Benedizione il Santo Padre Benedetto XVI rivolge il tradizionale Messaggio natalizio ai fedeli presenti in Piazza San Pietro e a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione.
Questo il testo del Messaggio del Santo Padre per il Natale 2007:
● MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
"Un giorno santo è spuntato per noi:
venite tutti ad adorare il Signore;
oggi una splendida luce è discesa sulla terra"
(Messa del giorno di Natale, Acclamazione al Vangelo).
Cari fratelli e sorelle! "Un giorno santo è spuntato per noi". Un giorno di grande speranza: oggi è nato il Salvatore dell’umanità! La nascita di un bambino porta normalmente una luce di speranza a quanti lo attendono trepidanti. Quando nacque Gesù nella grotta di Betlemme, una "grande luce" apparve sulla terra; una grande speranza entrò nel cuore di quanti lo attendevano: "lux magna", canta la liturgia di questo giorno di Natale. Non fu certo "grande" alla maniera di questo mondo, perché a vederla, dapprima, furono solo Maria, Giuseppe e alcuni pastori, poi i Magi, il vecchio Simeone, la profetessa Anna: coloro che Dio aveva prescelto. Eppure, nel nascondimento e nel silenzio di quella notte santa, si è accesa per ogni uomo una luce splendida e intramontabile; è venuta nel mondo la grande speranza portatrice di felicità: "il Verbo si è fatto carne e noi abbiamo visto la sua gloria" (Gv 1,14)
"Dio è luce – afferma san Giovanni – e in lui non ci sono tenebre" (1 Gv 1,5). Nel Libro della Genesi leggiamo che quando ebbe origine l’universo, "la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso". "Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu" (Gn 1,2-3). La Parola creatrice di Dio è Luce, sorgente della vita. Tutto è stato fatto per mezzo del Logos, della parola creatrice di Dio, e senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste (cfr Gv 1,3). Ecco perchè tutte le creature sono fondamentalmente buone, e recano in sé l’impronta di Dio, una scintilla della sua luce. Tuttavia, quando Gesù nacque dalla Vergine Maria, la Luce stessa è venuta nel mondo: "Dio da Dio, Luce da Luce", professiamo nel Credo. In Gesù Dio ha assunto ciò che non era rimanendo ciò che era: "l’onnipotenza entrò in un corpo infantile e non fu sottratta al governo dell’universo" (cfr Agostino, Serm 184, 1 sul Natale). Si è fatto uomo Colui che è il creatore dell’uomo per recare al mondo la pace. Per questo, nella notte di Natale, le schiere degli Angeli cantano: "Gloria a Dio nel più alto dei cieli / e pace in terra agli uomini che egli ama" (Lc 2,14).
"Oggi una splendida luce è discesa sulla terra". La Luce di Cristo è portatrice di pace. Nella Messa della notte la liturgia eucaristica si è aperta proprio con questo canto: "Oggi la vera pace è scesa a noi dal cielo" (Antifona d’ingresso). Anzi, solo la "grande" luce apparsa in Cristo può donare agli uomini la "vera" pace: ecco perchè ogni generazione è chiamata ad accoglierla, ad accogliere il Dio che a Betlemme si è fatto uno di noi.
Questo è il Natale! Evento storico e mistero di amore, che da oltre duemila anni interpella gli uomini e le donne di ogni epoca e di ogni luogo. E’ il giorno santo in cui rifulge la "grande luce" di Cristo portatrice di pace! Certo, per riconoscerla, per accoglierla ci vuole fede, ci vuole umiltà. L’umiltà di Maria, che ha creduto alla parola del Signore, e ha adorato per prima, china sulla mangiatoia, il Frutto del suo grembo; l’umiltà di Giuseppe, uomo giusto, che ebbe il coraggio della fede e preferì obbedire a Dio piuttosto che tutelare la propria reputazione; l’umiltà dei pastori, dei poveri ed anonimi pastori, che accolsero l’annuncio del messaggero celeste e in fretta raggiunsero la grotta dove trovarono il bambino appena nato e, pieni di stupore, lo adorarono lodando Dio (cfr Lc 2,15-20). I piccoli, i poveri in spirito: ecco i protagonisti del Natale, ieri come oggi; i protagonisti di sempre della storia di Dio, i costruttori infaticabili del suo Regno di giustizia, di amore e di pace.
Nel silenzio della notte di Betlemme Gesù nacque e fu accolto da mani premurose. Ed ora, in questo nostro Natale, in cui continua a risuonare il lieto annuncio della sua nascita redentrice, chi è pronto ad aprirgli la porta del cuore? Uomini e donne di questa nostra epoca, anche a noi Cristo viene a portare la luce, anche a noi viene a donare la pace! Ma chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto e orante? Chi attende l’aurora del giorno nuovo tenendo accesa la fiammella della fede? Chi ha tempo per ascoltare la sua parola e lasciarsi avvolgere dal fascino del suo amore? Sì! È per tutti il suo messaggio di pace; è a tutti che viene ad offrire se stesso come certa speranza di salvezza.
La luce di Cristo, che viene ad illuminare ogni essere umano, possa finalmente rifulgere, e sia consolazione per quanti si trovano nelle tenebre della miseria, dell'ingiustizia, della guerra; per coloro che vedono ancora negata la loro legittima aspirazione a una più sicura sussistenza, alla salute, all'istruzione, a un'occupazione stabile, a una partecipazione più piena alle responsabilità civili e politiche, al di fuori di ogni oppressione e al riparo da condizioni che offendono la dignità umana. Vittime dei sanguinosi conflitti armati, del terrorismo e delle violenze di ogni genere, che infliggono inaudite sofferenze a intere popolazioni, sono particolarmente le fasce più vulnerabili, i bambini, le donne, gli anziani. Mentre le tensioni etniche, religiose e politiche, l’instabilità, le rivalità, le contrapposizioni, le ingiustizie e le discriminazioni, che lacerano il tessuto interno di molti Paesi, inaspriscono i rapporti internazionali. E nel mondo va sempre più crescendo il numero dei migranti, dei rifugiati, degli sfollati anche a causa delle frequenti calamità naturali, conseguenza spesso di preoccupanti dissesti ambientali.
In questo giorno di pace, il pensiero va soprattutto laddove rimbomba il fragore delle armi: alle martoriate terre del Darfur, della Somalia e del nord della Repubblica Democratica del Congo, ai confini dell'Eritrea e dell'Etiopia, all'intero Medio Oriente, in particolare all'Iraq, al Libano e alla Terrasanta, all'Afghanistan, al Pakistan e allo Sri Lanka, alla regione dei Balcani, e alle tante altre situazioni di crisi, spesso purtroppo dimenticate. Il Bambino Gesù porti sollievo a chi è nella prova e infonda ai responsabili di governo la saggezza e il coraggio di cercare e trovare soluzioni umane, giuste e durature. Alla sete di senso e di valore che avverte il mondo oggi, alla ricerca di benessere e di pace che segna la vita di tutta l’umanità, alle attese dei poveri Cristo, vero Dio e vero Uomo, risponde con il suo Natale. Non temano gli individui e le nazioni di riconoscerlo e di accoglierlo: con Lui "una splendida luce" rischiara l’orizzonte dell’umanità; con Lui si apre "un giorno santo" che non conosce tramonto. Questo Natale sia veramente per tutti un giorno di gioia, di speranza e di pace!
"Venite tutti ad adorare il Signore". Con Maria, Giuseppe e i pastori, con i Magi e la schiera innumerevole di umili adoratori del neonato Bambino, che lungo i secoli hanno accolto il mistero del Natale, anche noi, fratelli e sorelle di ogni continente, lasciamo che la luce di questo giorno si diffonda dappertutto: entri nei nostri cuori, rischiari e riscaldi le nostre case, porti serenità e speranza nelle nostre città, dia al mondo la pace. E’ questo il mio augurio per voi che mi ascoltate. Augurio che si fa preghiera umile e fiduciosa al Bambino Gesù, perché la sua luce disperda ogni tenebra dalla vostra vita e vi ricolmi dell’amore e della pace. Il Signore, che ha fatto risplendere in Cristo il suo volto di misericordia, vi appaghi della sua felicità e vi renda messaggeri della sua bontà. Buon Natale a voi tutti!
[01861-01.03] [Testo originale: Italiano]
● TRADUZIONE IN LINGUA FRANCESE
« Un jour saint est apparu pour nous.
Venez tous adorer le Seigneur.
Aujourd’hui une grande lumière est descendue sur la terre ».
(Messe du jour de Noël, acclamation à l’Évangile)
Chers Frères et Sœurs! «Un jour saint est apparu pour nous». Un jour de grande espérance : aujourd’hui nous est né le Sauveur de l’humanité ! La naissance d’un enfant apporte normalement une lumière d’espérance à ceux qui l’attendent avec impatience. Lorsque Jésus est né dans la grotte de Bethléem, une « grande lumière » est apparue sur la terre ; une grande espérance a pénétré le cœur de ceux qui l’attendaient : « lux magna », chante la liturgie de ce jour de Noël. Ce ne fut certainement pas une « grande lumière » selon le critère de ce monde, puisque ceux qui, les premiers, la virent, furent seulement Marie, Joseph et quelques bergers, puis les Mages, le vieux Syméon, la prophétesse Anne : ceux que Dieu avaient d’avance choisis. Et pourtant, dans le secret et le silence de cette nuit sainte, s’est allumée pour tout homme une lumière splendide et sans déclin ; la grande espérance, porteuse de bonheur, est arrivée dans le monde : « Le Verbe s’est fait chair et nous avons contemplé sa gloire » (Jn 1, 14).
« Dieu est lumière – affirme saint Jean – en lui point de ténèbres » (1 Jn 1, 5). Dans le livre de la Genèse nous lisons qu’à l’origine de l’univers, « la terre était informe et vide, les ténèbres étaient au-dessus de l’abîme ». « Dieu dit : "Que la lumière soit !" et la lumière fut » (Gn 1, 2-3). La Parole créatrice de Dieu est Lumière, source de la vie. Tout a été fait par le Logos et sans Lui rien de tout ce qui existe n’a été fait (cf. Jn 1, 3). Voilà pourquoi toutes les créatures sont fondamentalement bonnes et portent en elles l’empreinte de Dieu, une étincelle de sa lumière. Cependant, lorsque Jésus est né de la Vierge Marie, la Lumière elle-même est venue dans le monde : « Dieu né de Dieu, Lumière née de la Lumière » proclamons-nous dans le Credo. En Jésus, Dieu a assumé ce qui n’était pas tout en restant ce qu’il était : « La toute puissance est entrée dans un corps d’enfant et ne s’est pas soustraite aux lois de l’univers » (cf. S. Augustin, Sermon 184, 1, sur Noël). Il s’est fait homme, Celui qui est le créateur de l’homme pour apporter au monde la paix. C’est pourquoi, dans la nuit de Noël, la troupe des anges chante : « Gloire à Dieu au plus haut des cieux et paix sur la terre aux hommes, qu’il aime » (Lc 2, 14).
« Aujourd’hui une grande lumière est descendue sur la terre». La lumière du Christ est porteuse de paix. Dans la Messe de la nuit, la liturgie eucharistique s’ouvrait justement par ce chant : « Aujourd’hui, la paix véritable vient du ciel sur notre terre » (Antienne d’ouverture). En fait, seule la « grande » lumière apparue avec le Christ peut donner aux hommes la paix « véritable » : voilà pourquoi toutes les générations sont appelées à la recevoir, à accueillir le Dieu qui, à Bethléem, s’est fait l’un de nous.
C’est cela Noël ! Événement historique et mystère d’amour qui depuis plus de deux mille ans interpelle les hommes et les femmes de tout temps et de tous lieux. C’est le jour saint où resplendit la « grande lumière » du Christ, porteuse de paix ! Il est vrai que pour la reconnaître, pour l’accueillir, il faut la foi, il faut l’humilité. L’humilité de Marie, elle qui a cru à la parole du Seigneur et qui, la première, inclinée au-dessus de la mangeoire, a adoré le Fruit de son sein; l’humilité de Joseph, homme juste, qui eut le courage de la foi et préféra obéir à Dieu plutôt que d’avoir soin de sa réputation ; l’humilité des bergers, des pauvres bergers anonymes, qui ont accueilli l’annonce du messager céleste et sont allés en hâte vers la grotte où ils ont trouvé l’enfant qui venait de naître, et là, pleins d’étonnement, ils l’ont adoré en louant Dieu (cf. Lc 2, 15-20). Les petits, les pauvres de cœur : voilà les protagonistes de Noël, hier comme aujourd’hui ; ce sont les protagonistes de toujours dans l’histoire de Dieu, les bâtisseurs infatigables de son Royaume de justice, d’amour et de paix.
Dans le silence de la nuit de Bethléem Jésus est né et a été reçu entre des mains pleines de sollicitude. Et maintenant, en ce Noël qui est le nôtre et où continue à résonner l’annonce joyeuse de sa naissance rédemptrice, qui est prêt à lui ouvrir la porte de son cœur ? Hommes et femmes de notre temps, pour nous aussi le Christ vient apporter la lumière, pour nous aussi, il vient donner la paix ! Mais qui, dans la nuit du doute et des incertitudes, veille avec un cœur vigilant et priant ? Qui attend l’aurore du jour nouveau en tenant allumée la petite flamme de la foi ? Qui prend le temps d’écouter sa parole et de se laisser prendre et fasciner par son amour ? Oui ! Son message de paix est pour tous; c’est pour tous qu’il vient s’offrir lui-même comme espérance certaine du salut.
La lumière du Christ, qui vient illuminer tout être humain, peut enfin briller et être la consolation pour toutes les personnes qui se trouvent dans les ténèbres de la misère, de l’injustice, de la guerre ; pour les personnes dont est encore niée la légitime aspiration à une existence plus assurée, à la santé, à l’éducation, à un emploi stable, à une participation plus pleine aux responsabilités civiles et politiques, hors de toute oppression et à l’abri de conditions qui offensent la dignité humaine. Ce sont tout particulièrement les franges les plus vulnérables, les enfants, les femmes, les personnes âgées, qui sont les victimes de conflits armés sanglants, du terrorisme et des violences de toutes sortes, qui provoquent des souffrances inouïes à des populations entières. Dans le même temps, les tensions ethniques, religieuses et politiques, l’instabilité, les rivalités, les oppositions, les injustices et les discriminations, qui déchirent le tissu intérieur de nombreux pays, enveniment les relations internationales. Et dans le monde, le nombre des migrants, des réfugiés, des déplacés, va toujours croissant, à cause aussi des catastrophes naturelles, qui sont souvent la conséquence de préoccupants désastres écologiques.
En ce jour de paix, ma pensée se tourne surtout vers les lieux où résonne le bruit des armes : les terres déchirées du Darfour, la Somalie et le nord de la République démocratique du Congo, les confins de l’Érythrée et de l’Éthiopie, tout le Moyen-Orient, en particulier l’Iraq, le Liban et la Terre Sainte, ainsi que l’Afghanistan, le Pakistan et le Sri Lanka, la région des Balkans et tant d’autres situations de crise, souvent malheureusement oubliées. Que l’Enfant Jésus apporte le réconfort aux personnes qui sont dans l’épreuve et donne aux responsables des gouvernements la sagesse et le courage de rechercher et de trouver des solutions humaines, justes et durables. À la soif de sens et de valeur qui habite le monde d’aujourd’hui, à la recherche de bien-être et de paix qui marque la vie de toute l’humanité, aux attentes des pauvres, le Christ, vrai Dieu et vrai Homme, répond par sa Naissance. Que les personnes et les peuples n’aient pas peur de le reconnaître et de l’accueillir ; avec Lui, « une grande lumière » illumine l’horizon de l’humanité ; avec Lui, s’ouvre « un jour saint » qui ne connaît pas de déclin. Que ce Noël soit vraiment pour tous un jour de joie, d’espérance et de paix !
« Venez tous adorer le Seigneur ». Avec Marie, Joseph et les bergers, avec les Mages et la troupe innombrable des humbles adorateurs de l’Enfant nouveau-né qui, tout au long des siècles, ont accueilli le mystère de Noël, nous aussi, Frères et Sœurs de tous les continents, laissons la lumière de ce jour se répandre partout : qu’elle entre dans nos cœurs, qu’elle éclaire et réchauffe nos maisons, qu’elle apporte sérénité et espérance à nos cités, qu’elle donne au monde la paix ! C’est là mon vœu pour vous qui m’écoutez. Vœu qui se fait prière, humble et confiante, à l’Enfant Jésus, afin que sa lumière fasse disparaître les ténèbres de votre vie et qu’elle vous comble d’amour et de paix. Que le Seigneur, qui a fait resplendir dans le Christ son visage de miséricorde vous comble de son bonheur et vous rende messagers de sa bonté ! Bon Noël !
[01861-03.01] [Texte original: Italien]
● TRADUZIONE IN LINGUA INGLESE
"A holy day has dawned upon us.
Come you nations and adore the Lord.
Today a great light has come upon the earth."
(Day Mass of Christmas, Gospel Acclamation)
Dear Brothers and Sisters! "A holy day has dawned upon us." A day of great hope: today the Saviour of mankind is born. The birth of a child normally brings a light of hope to those who are waiting anxiously. When Jesus was born in the stable at Bethlehem, a "great light" appeared on earth; a great hope entered the hearts of those who awaited him: in the words of today’s Christmas liturgy, "lux magna". Admittedly it was not "great" in the manner of this world, because the first to see it were only Mary, Joseph and some shepherds, then the Magi, the old man Simeon, the prophetess Anna: those whom God had chosen. Yet, in the shadows and silence of that holy night, a great and inextinguishable light shone forth for every man; the great hope that brings happiness entered into the world: "the Word was made flesh and we saw his glory" (Jn 1:14).
"God is light", says Saint John, "and in him is no darkness at all" (1 Jn 1:5). In the Book of Genesis we read that when the universe was created, "the earth was without form and void, and darkness was upon the face of the deep." "God said, ‘Let there be light’; and there was light." (Gen 1:2-3). The creative Word of God is Light, the source of life. All things were made through the Logos, not one thing had its being but through him (cf. Jn 1:3). That is why all creatures are fundamentally good and bear within themselves the stamp of God, a spark of his light. Nevertheless, when Jesus was born of the Virgin Mary, the Light himself came into the world: in the words of the Creed, "God from God, Light from Light". In Jesus, God assumed what he was not, while remaining what he was: "omnipotence entered an infant’s body and did not cease to govern the universe" (cf. Saint Augustine, Sermo 184, No. 1 on Christmas). The Creator of man became man in order to bring peace to the world. For this reason, during Christmas night, the hosts of angels sing: "Glory to God in the highest, and peace on earth to those whom he loves" (Lk 2:14).
"Today a great light has come upon the earth". The Light of Christ is the bearer of peace. At Midnight Mass, the Eucharistic liturgy begins with this very chant: "Today true peace has come down to us from heaven" (Entrance Antiphon). Indeed, it is only the "great" light manifested in Christ that can give "true" peace to men: that is why every generation is called to welcome it, to welcome the God who in Bethlehem became one of us.
This is Christmas – the historical event and the mystery of love, which for more than two thousand years has spoken to men and women of every era and every place. It is the holy day on which the "great light" of Christ shines forth, bearing peace! Certainly, if we are to recognize it, if we are to receive it, faith is needed and humility is needed. The humility of Mary, who believed in the word of the Lord and, bending low over the manger, was the first to adore the fruit of her womb; the humility of Joseph, the just man, who had the courage of faith and preferred to obey God rather than to protect his own reputation; the humility of the shepherds, the poor and anonymous shepherds, who received the proclamation of the heavenly messenger and hastened towards the stable, where they found the new-born child and worshipped him, full of astonishment, praising God (cf. Lk 2:15-20). The little ones, the poor in spirit: they are the key figures of Christmas, in the past and in the present; they have always been the key figures of God’s history, the indefatigable builders of his Kingdom of justice, love and peace.
In the silence of that night in Bethlehem, Jesus was born and lovingly welcomed. And now, on this Christmas Day, when the joyful news of his saving birth continues to resound, who is ready to open the doors of his heart to the holy child? Men and women of this modern age, Christ comes also to us bringing his light, he comes also to us granting peace! But who is watching, in the night of doubt and uncertainty, with a vigilant, praying heart? Who is waiting for the dawn of the new day, keeping alight the flame of faith? Who has time to listen to his word and to become enfolded and entranced by his love? Yes! His message of peace is for everyone; he comes to offer himself to all people as sure hope for salvation.
Finally, may the light of Christ, which comes to enlighten every human being, shine forth and bring consolation to those who live in the darkness of poverty, injustice and war; to those who are still denied their legitimate aspirations for a more secure existence, for health, education, stable employment, for fuller participation in civil and political responsibilities, free from oppression and protected from conditions that offend against human dignity. It is the most vulnerable members of society – women, children, the elderly – who are so often the victims of brutal armed conflicts, terrorism and violence of every kind, which inflict such terrible sufferings on entire populations. At the same time, ethnic, religious and political tensions, instability, rivalry, disagreements, and all forms of injustice and discrimination are destroying the internal fabric of many countries and embittering international relations. Throughout the world the number of migrants, refugees and evacuees is also increasing because of frequent natural disasters, often caused by alarming environmental upheavals.
On this day of peace, my thoughts turn especially to those places where the grim sound of arms continues to reverberate; to the tortured regions of Darfur, Somalia, the north of the Democratic Republic of Congo, the border between Eritrea and Ethiopia; to the whole of the Middle East – especially Iraq, Lebanon and the Holy Land; to Afghanistan, Pakistan and Sri Lanka, to the Balkans and to many other crisis situations that unfortunately are frequently forgotten. May the Child Jesus bring relief to those who are suffering and may he bestow upon political leaders the wisdom and courage to seek and find humane, just and lasting solutions. To the thirst for meaning and value so characteristic of today’s world, to the search for prosperity and peace that marks the lives of all mankind, to the hopes of the poor: Christ – true God and true Man – responds with his Nativity. Neither individuals nor nations should be afraid to recognize and welcome him: with Him "a shining light" brightens the horizon of humanity; in him "a holy day" dawns that knows no sunset. May this Christmas truly be for all people a day of joy, hope and peace!
"Come you nations and adore the Lord." With Mary, Joseph and the shepherds, with the Magi and the countless host of humble worshippers of the new-born Child, who down the centuries have welcomed the mystery of Christmas, let us too, brothers and sisters from every continent, allow the light of this day to spread everywhere: may it enter our hearts, may it brighten and warm our homes, may it bring serenity and hope to our cities, and may it give peace to the world. This is my earnest wish for you who are listening. A wish that grows into a humble and trustful prayer to the Child Jesus, that his light will dispel all darkness from your lives and fill you with love and peace. May the Lord, who has made his merciful face to shine in Christ, fill you with his happiness and make you messengers of his goodness. Happy Christmas!
[01861-02.01] [Original text: Italian]
● TRADUZIONE IN LINGUA TEDESCA
„Aufgeleuchtet ist uns aufs neue der Tag der Erlösung:
Ein großes Licht ist heute auf Erden erschienen.
Kommt, ihr Völker, und betet an den Herrn, unseren Gott."
(Weihnachten – Messe am Tag, Ruf vor dem Evangelium)
Liebe Brüder und Schwestern! „Aufgeleuchtet ist uns aufs neue der Tag der Erlösung." Ein Tag großer Hoffnung: Heute ist der Retter der Menschheit geboren! Die Geburt eines Kindes bringt normalerweise ein Licht der Hoffnung allen, die es bange erwarten. Als Jesus in der Grotte von Bethlehem geboren wurde, erschien ein „großes Licht" auf der Erde; eine große Hoffnung trat in das Herz all jener ein, die ihn erwarteten: „lux magna" singt die Liturgie am heutigen Weihnachtstag. Dieses Licht war gewiß nicht „groß" nach der Art und Weise dieser Welt, denn anfangs sahen es nur Maria, Josef und einige Hirten, dann die Sterndeuter, der alte Simeon, die Prophetin Hanna: diejenigen, die Gott auserwählt hatte. Und doch ist in der Verborgenheit und Stille jener heiligen Nacht einem jeden Menschen ein strahlendes und unvergängliches Licht aufgeleuchtet; die große Hoffnung, die Glück mit sich bringt, ist in die Welt gekommen: „Das Wort ist Fleisch geworden … und wir haben seine Herrlichkeit gesehen" (Joh 1, 14).
„Gott ist Licht" – sagt der heilige Johannes – „und keine Finsternis ist in ihm" (1 Joh 1, 5). Im Buch Genesis lesen wir, daß, als das Universum seinen Anfang nahm, „die Erde wüst und wirr war und Finsternis über der Urflut lag". „Gott sprach: Es werde Licht. Und es wurde Licht" (Gen 1, 2.3). Das schöpferische Wort Gottes ist Licht, Quelle des Lebens. Alles ist durch den Logos geworden und ohne Ihn wurde nichts, was geworden ist (vgl. Joh 1, 3). Das ist der Grund, warum alle Geschöpfe grundsätzlich gut sind und Gottes Spur in sich tragen, einen Funken seines Lichts. Dennoch, als Jesus aus der Jungfrau Maria geboren wurde, ist das Licht selbst in die Welt gekommen: „Gott von Gott, Licht vom Licht" bekennen wir im Credo. In Jesus hat Gott angenommen, was er nicht war, während er blieb, was er war: „Die Allmacht trat in einen Kindesleib ein und entzog sich nicht der Leitung des Weltalls" (vgl. Augustinus, Sermo 184, 1 über Weihnachten). Er wurde Mensch, der der Schöpfer des Menschen ist, um der Welt den Frieden zu bringen. Daher singen in der Nacht von Weihnachten die Scharen der Engel: „Verherrlicht ist Gott in der Höhe, und auf Erden ist Friede bei den Menschen seiner Gnade" (Lk 2, 14).
„Ein großes Licht ist heute auf Erden erschienen." Das Licht Christi bringt Frieden. Die Liturgie der Messe in der Heiligen Nacht wurde mit genau diesem Gesang eröffnet: „Heute ist der wahre Friede vom Himmel herabgestiegen" (Eröffnungsvers). Mehr noch, nur das „große" Licht, das in Christus erschienen ist, kann den Menschen den „wahren" Frieden schenken: Das ist der Grund, warum jede Generation gerufen ist, es aufzunehmen, den Gott aufzunehmen, der in Bethlehem einer von uns wurde.
Das ist Weihnachten! Ein historisches Ereignis und ein Geheimnis der Liebe, das sich seit über zweitausend Jahren an die Männer und Frauen aller Zeiten und aller Orte richtet. Es ist der heilige Tag, an dem das „große Licht" Christi, das Frieden bringt, erstrahlt! Sicher, um es zu erkennen, um es aufzunehmen, braucht es Glaube, braucht es Demut: die Demut Marias, die dem Wort des Herrn geglaubt hat und als erste, über die Krippe gebeugt, die Frucht ihres Leibes anbetete; die Demut Josefs, des gerechten Mannes, der Glaubensmut hatte und es vorzog, Gott mehr zu gehorchen als das eigene Ansehen zu wahren; die Demut der Hirten, der armen und namenslosen Hirten, die die Nachricht des himmlischen Boten aufnahmen und eilends zur Grotte gelangten, wo sie das neugeborene Kind fanden und es voll Staunen anbeteten und Gott priesen (vgl. Lk 2, 15-20). Die Kleinen, die Armen im Geiste: sie sind die Hauptfiguren von Weihnachten, gestern wie heute; sie sind immer die Hauptfiguren der Geschichte Gottes, die unermüdlichen Arbeiter seines Reiches der Gerechtigkeit, der Liebe und des Friedens.
In der Stille der Nacht von Bethlehem wurde Jesus geboren und von fürsorglichen Händen aufgenommen. Und heute, an diesem unseren Weihnachten, an dem die frohe Nachricht seiner erlösenden Geburt weiter erklingt, wer ist bereit, ihm die Tür des Herzens zu öffnen? Männer und Frauen unserer Zeit, auch zu uns kommt Christus, um das Licht zu bringen, auch zu uns kommt er, um den Frieden zu schenken! Wer aber wacht in der Nacht des Zweifels und der Unsicherheit mit einem wachen und betenden Herzen? Wer erwartet die Morgenröte des neuen Tages mit der brennenden Flamme des Glaubens? Wer hat Zeit, um sein Wort zu hören und sich von der Anziehungskraft seiner Liebe umfangen zu lassen? Ja! Allen gilt seine Friedensbotschaft; zu allen kommt er, um sich selbst als sichere Hoffnung auf Heil anzubieten.
Möge das Licht Christi, das kommt, um jeden Menschen zu erleuchten, endlich erstrahlen, und möge es Trost sein besonders für alle, die sich in der Finsternis des Elends, der Ungerechtigkeit, des Krieges befinden; möge es Trost sein für diejenigen, die sich in ihrem berechtigten Streben nach einem sicheren Auskommen, nach Gesundheit, Bildung, nach einer festen Beschäftigung immer noch verneint sehen, in ihrem Streben nach einer volleren Teilnahme an der bürgerlichen und politischen Verantwortung – jenseits aller Unterdrückung und geschützt vor Bedingungen, die die menschliche Würde beleidigen. Opfer blutiger bewaffneter Konflikte, des Terrorismus und jeder Art von Gewalt, die ganzen Völkern unerhörte Leiden zufügen, sind insbesondere die schwächeren Personengruppen, die Kinder, die Frauen, die Betagten. Gleichzeitig verhärten ethnische, religiöse und politische Spannungen, Instabilität, Rivalitäten, Gegensätze, Ungerechtigkeiten und Diskriminierungen, die das innere Gefüge vieler Länder zerreißen, die internationalen Beziehungen. Und in der Welt nimmt die Zahl der Migranten, der Flüchtlinge, der Vertriebenen auch wegen der häufigen Naturkatastrophen, die oft Auswirkung besorgniserregender Umweltschäden sind, ständig zu.
An diesem Tag des Friedens gehen die Gedanken vor allem dorthin, wo das Donnern der Waffen dröhnt: zu den gequälten Gebieten in Darfur, Somalia und im Norden der Demokratischen Republik Kongo, an die Grenzen von Eritrea und Äthiopien, in den ganzen Nahen Osten, insbesondere in den Irak, in den Iran, in den Libanon und in das Heilige Land, nach Afghanistan, Pakistan und Sri Lanka, in die Balkanregion und zu vielen anderen, leider oft vergessenen Krisensituationen. Möge das Jesuskind denen Erleichterungen bringen, die sich in der Prüfung befinden, und möge es den Regierungsverantwortlichen Weisheit und Mut einflößen, um menschliche, gerechte und dauerhafte Lösungen zu suchen und zu finden. Auf den Durst nach Sinn und Wert, den die Welt heute verspürt, auf die Suche nach Wohlergehen und Frieden, die das Leben der ganzen Menschheit kennzeichnet, auf die Erwartungen der Armen antwortet Christus, wahrer Gott und wahrer Mensch, mit seiner Geburt an Weihnachten. Die einzelnen und die Nationen sollen sich nicht fürchten, Ihn anzuerkennen und Ihn aufzunehmen: Mit Ihm erhellt „ein großes Licht" den Horizont der Menschheit; mit Ihm beginnt „ein heiliger Tag", der keinen Untergang kennt. Dieses Weihnachten möge wirklich für alle ein Tag der Freude, der Hoffnung und des Friedens sein!
„Kommt, ihr Völker, und betet an den Herrn, unseren Gott." Mit Maria, Josef und den Hirten, mit den Sterndeutern und der unzähligen Schar der demütigen Anbeter des neugeborenen Kindes, die im Laufe der Jahrhunderte das Geheimnis von Weihnachten aufgenommen haben, lassen auch wir, Brüder und Schwestern auf allen Kontinenten, es zu, daß das Licht dieses Tages sich überall verbreite: Es möge in unsere Herzen eintreten, unsere Häuser erhellen und erwärmen, Ruhe und Hoffnung in unsere Städte bringen, der Welt den Frieden geben. Dies ist mein Wunsch für euch, die ihr mich hört. Ein Wunsch, der zu einem demütigen und vertrauensvollen Gebet zum Jesuskind wird, damit sein Licht alle Finsternis aus eurem Leben vertreibe und euch mit Liebe und Frieden erfülle. Der Herr, der in Christus sein Antlitz der Barmherzigkeit hat aufleuchten lassen, erfülle euch mit seiner Glückseligkeit und mache euch zu Boten seiner Güte. Gesegnete Weihnachten!
[01861-05.01] [Originalsprache: Italienisch]
● TRADUZIONE IN LINGUA SPAGNOLA
«Nos ha amanecido un día sagrado:
venid, naciones, adorad al Señor, porque
hoy una gran luz ha bajado a la tierra»
(Misa del día de Navidad, Aclamación al Evangelio).
Queridos hermanos y hermanas: «Nos ha amanecido un día sagrado». Un día de gran esperanza: hoy el Salvador de la humanidad ha nacido. El nacimiento de un niño trae normalmente una luz de esperanza a quienes lo aguardan ansiosos. Cuando Jesús nació en la gruta de Belén, una «gran luz» apareció sobre la tierra; una gran esperanza entró en el corazón de cuantos lo esperaban: «lux magna», canta la liturgia de este día de Navidad. Ciertamente no fue «grande» según el mundo, porque, en un primer momento, sólo la vieron María, José y algunos pastores, luego los Magos, el anciano Simeón, la profetisa Ana: aquellos que Dios había escogido. Sin embargo, en lo recóndito y en el silencio de aquella noche santa se encendió para cada hombre una luz espléndida e imperecedera; ha venido al mundo la gran esperanza portadora de felicidad: «el Verbo se hizo carne y nosotros hemos visto su gloria» (Jn 1,14)
«Dios es luz –afirma san Juan– y en él no hay tinieblas» (1 Jn 1,5). En el Libro del Génesis leemos que cuando tuvo origen el universo, «la tierra era un caos informe; sobre la faz del Abismo, la tiniebla». «Y dijo Dios: "que exista la luz". Y la luz existió» (Gn 1,2-3). La Palabra creadora de Dios es Luz, fuente de la vida. Por medio del Logos se hizo todo y sin Él no se hizo nada de lo que se ha hecho (cf. Jn 1,3). Por eso todas las criaturas son fundamentalmente buenas y llevan en sí la huella de Dios, una chispa de su luz. Sin embargo, cuando Jesús nació de la Virgen María, la Luz misma vino al mundo: «Dios de Dios, Luz de Luz», profesamos en el Credo. En Jesús, Dios asumió lo que no era, permaneciendo en lo que era: «la omnipotencia entró en un cuerpo infantil y no se sustrajo al gobierno del universo» (cf. S. Agustín, Serm 184, 1 sobre la Navidad). Aquel que es el creador del hombre se hizo hombre para traer al mundo la paz. Por eso, en la noche de Navidad, el coro de los Ángeles canta: «Gloria a Dios en el cielo / y en la tierra paz a los hombres que Dios ama» (Lc 2,14).
«Hoy una gran luz ha bajado a la tierra». La Luz de Cristo es portadora de paz. En la Misa de la noche, la liturgia eucarística comenzó justamente con este canto: «Hoy, desde el cielo, ha descendido la paz sobre nosotros» (Antífona de entrada). Más aún, sólo la «gran» luz que aparece en Cristo puede dar a los hombres la «verdadera» paz. He aquí por qué cada generación está llamada a acogerla, a acoger al Dios que en Belén se ha hecho uno de nosotros.
La Navidad es esto: acontecimiento histórico y misterio de amor, que desde hace más de dos mil años interpela a los hombres y mujeres de todo tiempo y lugar. Es el día santo en el que brilla la «gran luz» de Cristo portadora de paz. Ciertamente, para reconocerla, para acogerla, se necesita fe, se necesita humildad. La humildad de María, que ha creído en la palabra del Señor, y que fue la primera que, inclinada ante el pesebre, adoró el Fruto de su vientre; la humildad de José, hombre justo, que tuvo la valentía de la fe y prefirió obedecer a Dios antes que proteger su propia reputación; la humildad de los pastores, de los pobres y anónimos pastores, que acogieron el anuncio del mensajero celestial y se apresuraron a ir a la gruta, donde encontraron al niño recién nacido y, llenos de asombro, lo adoraron alabando a Dios (cf. Lc 2,15-20). Los pequeños, los pobres en espíritu: éstos son los protagonistas de la Navidad, tanto ayer como hoy; los protagonistas de siempre de la historia de Dios, los constructores incansables de su Reino de justicia, de amor y de paz.
En el silencio de la noche de Belén Jesús nació y fue acogido por manos solícitas. Y ahora, en esta nuestra Navidad en la que sigue resonando el alegre anuncio de su nacimiento redentor, ¿quién está listo para abrirle las puertas del corazón? Hombres y mujeres de hoy, Cristo viene a traernos la luz también a nosotros, también a nosotros viene a darnos la paz. Pero ¿quién vela en la noche de la duda y la incertidumbre con el corazón despierto y orante? ¿Quién espera la aurora del nuevo día teniendo encendida la llama de la fe? ¿Quién tiene tiempo para escuchar su palabra y dejarse envolver por su amor fascinante? Sí, su mensaje de paz es para todos; viene para ofrecerse a sí mismo a todos como esperanza segura de salvación.
Que la luz de Cristo, que viene a iluminar a todo ser humano, brille por fin y sea consuelo para cuantos viven en las tinieblas de la miseria, de la injusticia, de la guerra; para aquellos que ven negadas aún sus legítimas aspiraciones a una subsistencia más segura, a la salud, a la educación, a un trabajo estable, a una participación más plena en las responsabilidades civiles y políticas, libres de toda opresión y al resguardo de situaciones que ofenden la dignidad humana. Las víctimas de sangrientos conflictos armados, del terrorismo y de todo tipo de violencia, que causan sufrimientos inauditos a poblaciones enteras, son especialmente las categorías más vulnerables, los niños, las mujeres y los ancianos. A su vez, las tensiones étnicas, religiosas y políticas, la inestabilidad, la rivalidad, las contraposiciones, las injusticias y las discriminaciones que laceran el tejido interno de muchos países, exasperan las relaciones internacionales. Y en el mundo crece cada vez más el número de emigrantes, refugiados y deportados, también por causa de frecuentes calamidades naturales, como consecuencia a veces de preocupantes desequilibrios ambientales.
En este día de paz, pensemos sobre todo en donde resuena el fragor de las armas: en las martirizadas tierras del Dafur, de Somalia y del norte de la República Democrática del Congo, en las fronteras de Eritrea y Etiopía, en todo el Medio Oriente, en particular en Irak, Líbano y Tierra Santa, en Afganistán, en Pakistán y en Sri Lanka, en las regiones de los Balcanes, y en tantas otras situaciones de crisis, desgraciadamente olvidadas con frecuencia. Que el Niño Jesús traiga consuelo a quien vive en la prueba e infunda a los responsables de los gobiernos sabiduría y fuerza para buscar y encontrar soluciones humanas, justas y estables. A la sed de sentido y de valores que hoy se percibe en el mundo; a la búsqueda de bienestar y paz que marca la vida de toda la humanidad; a las expectativas de los pobres, responde Cristo, verdadero Dios y verdadero Hombre, con su Natividad. Que las personas y las naciones no teman reconocerlo y acogerlo: con Él, «una espléndida luz» alumbra el horizonte de la humanidad; con Él comienza «un día sagrado» que no conoce ocaso. Que esta Navidad sea realmente para todos un día de alegría, de esperanza y de paz.
«Venid, naciones, adorad al Señor». Con María, José y los pastores, con los Magos y la muchedumbre innumerable de humildes adoradores del Niño recién nacido, que han acogido el misterio de la Navidad a lo largo de los siglos, dejemos también nosotros, hermanos y hermanas de todos los continentes, que la luz de este día se difunda por todas partes, que entre en nuestros corazones, alumbre y dé calor a nuestros hogares, lleve serenidad y esperanza a nuestras ciudades, y conceda al mundo la paz. Éste es mi deseo para quienes me escucháis. Un deseo que se hace oración humilde y confiada al Niño Jesús, para que su luz disipe las tinieblas de vuestra vida y os llene del amor y de la paz. El Señor, que ha hecho resplandecer en Cristo su rostro de misericordia, os colme con su felicidad y os haga mensajeros de su bondad. ¡Feliz Navidad!
[01861-04.01] [Texto original: Italiano]
● TRADUZIONE IN LINGUA PORTOGHESE
«Santo é o dia que nos trouxe a luz.
Vinde e adorai o Senhor!
Hoje uma grande luz desceu sobre a Terra!»
(Missa do dia de Natal, Aclamação ao Evangelho)
Caros Irmãos e Irmãs! «Santo é o dia que nos trouxe a luz». Um dia de grande esperança: nasceu hoje o Salvador da humanidade! O nascimento de uma criança traz normalmente uma luz de esperança para os que ansiosamente a esperam. Quando Jesus nasceu na gruta de Belém, «uma grande luz» apareceu sobre a terra; uma grande esperança entrou no coração dos que O esperavam: «lux magna», canta a liturgia deste dia de Natal. Não foi certamente «grande» como o mundo pensa, pois os primeiros a vê-la foram só Maria, José e alguns pastores, depois os Magos, o velho Simeão, a profetiza Ana: os que Deus tinha escolhido. No entanto, na humildade e no silêncio daquela noite santa, acendeu-se para cada homem uma luz esplêndida e inextinguível; chegou ao mundo a grande esperança portadora de felicidade: «O Verbo fez-Se carne e [...] nós vimos a sua glória» (Jo 1,14).
«Deus é luz - afirma S. João - e n’Ele não há trevas» (1 Jo 1,5). No Livro do Gênesis, lemos que, quando teve início o universo, «a terra era informe e vazia. As trevas cobriam o abismo». «Deus disse: "Faça-se a luz!". E a luz foi feita» (Gn 1,2-3). A Palavra criadora de Deus é Luz, fonte da vida. Tudo foi feito por meio do Logos e sem Ele nada foi feito de tudo quanto existe (cf. Jo 1,3). Eis porque todas as criaturas no fundo são boas, e trazem em si o vestígio de Deus, uma centelha da sua luz. Porém, quando Jesus nasceu da Virgem Maria, a mesma Luz veio ao mundo: "Deus de Deus, Luz da Luz", professamos no Credo. Em Jesus, Deus assumiu o que não era permanecendo aquilo que era: «a omnipotência entrou num corpo infantil e não se privou do governo do universo» (cf. S. Agostinho, Serm. 184, 1 sobre o Natal). Fez-Se homem Aquele que é o criador do homem para trazer paz ao mundo. Por isso, na noite de Natal, cantam os exércitos do Anjos: «Glória a Deus nas alturas e paz na terra aos homens do Seu agrado» (Lc 2,14).
«Hoje uma grande luz desceu sobre a Terra». A Luz de Cristo é portadora de paz. Na Missa da Meia Noite a liturgia eucarística iniciou precisamente com este canto: «Hoje desceu do Céu sobre nós a verdadeira paz» (Antífona de Entrada). Mais ainda, só a «grande» luz vinda de Cristo pode dar aos homens a «verdadeira» paz: eis porque cada geração é chamada a acolhê-la, a acolher a Deus que em Belém Se fez um de nós.
Isto é o Natal! Acontecimento histórico e mistério de amor que, há mais de dois mil anos, interpela os homens e as mulheres de cada época e lugar. É o dia santo em que brilha a «grande luz» de Cristo portadora de paz! Certamente, para reconhecê-la, para acolhê-la, é preciso fé, é preciso humildade. A humildade de Maria, que acreditou na palavra do Senhor e foi a primeira que, inclinada sobre a manjedoura, adorou o Fruto do seu ventre; a humildade de José, homem justo, que teve a coragem da fé e preferiu obedecer a Deus mais que preservar a própria reputação; a humildade dos pastores, dos pobres e anónimos pastores, que acolheram o anúncio do mensageiro celeste e à pressa foram à gruta onde encontraram o Menino recém-nascido e, cheios de maravilha, O adoraram louvando a Deus (cf. Lc 2,15-20). Os pequenos, os pobres em espírito: eis os protagonistas do Natal, ontem como hoje; os protagonistas de sempre da história de Deus, os construtores incansáveis do seu Reino de justiça, de amor e de paz.
No silêncio da noite de Belém, Jesus nasceu e foi acolhido por mãos carinhosas. E agora, neste nosso Natal em que continua a ressoar o feliz anúncio do seu nascimento redentor, quem está preparado para Lhe abrir a porta do coração? Homens e mulheres deste nosso tempo, Cristo vem trazer a luz também a nós, vem dar-nos a paz também a nós! Mas quem vigia, na noite da dúvida e da incerteza, com o coração desperto e em oração? Quem espera a aurora do novo dia, mantendo acesa a chamazinha da fé? Quem tem tempo para escutar a sua palavra e deixar-se envolver pelo fascínio do seu amor? Sim! É para todos a sua mensagem de paz; é a todos que vem oferecer-Se a Si próprio como esperança certa de salvação.
A luz de Cristo, que vem iluminar cada ser humano, possa finalmente brilhar, e sirva de consolação especialmente para os que vivem nas trevas da miséria, da injustiça, da guerra; para os que ainda se vêem negada à legítima aspiração a uma mais garantida sustentação, à saúde, à instrução, a uma ocupação estável, a uma maior participação nas responsabilidades civis e políticas, livres de qualquer opressão e ao abrigo de condições que ofendem a dignidade humana. Vítimas de conflitos armados sangrentos, do terrorismo e de violências de todo tipo, que acarretam incríveis sofrimentos a inúmeras populações, são de modo particular as faixas mais vulneráveis, as crianças, as mulheres, os anciãos. Enquanto que as tensões étnicas, religiosas e políticas, a instabilidade, a rivalidade, as contraposições, as injustiças e as discriminações, que dilaceram o tecido interno de muitos Países, exacerbam as relações internacionais. E no mundo cresce sempre mais o número dos imigrantes, dos refugiados, dos desamparados, devido também às freqüentes calamidades naturais, causadas não raro pelos preocupantes desastres ambientais.
Neste dia de paz, o pensamento se dirige sobretudo ali onde ressoa o fragor das armas: às martirizadas terras do Darfur, da Somália e do norte da República do Congo, às fronteiras da Eritreia e da Etiópia, a todo o Oriente Médio, nomeadamente ao Iraque, ao Líbano e à Terra Santa, ao Afeganistão, ao Paquistão e ao Sri Lanka, à região dos Bálcãs, e às outras muitas regiões em crise, infelizmente muitas vezes esquecidas. O Menino Jesus traga alivio a quem passa pela provação e infunda aos responsáveis de governo a sabedoria e a coragem de procurar e encontrar soluções humanas, justas e duradouras. À sede de sentido e de valor que anela o mundo de hoje, à procura de bem-estar e de paz que aspira a vida de toda a humanidade, às expectativas dos pobres Cristo, verdadeiro Deus e verdadeiro homem, responde com o seu Natal. Não tenham medo os indivíduos e as nações de reconhecê-Lo e de acolhê-Lo: com Ele «uma esplêndida luz» ilumina o horizonte da humanidade; com Ele abre-se um «dia santo» que não conhece ocaso. Este Natal seja verdadeiramente para todos um dia de alegria, de esperança e de paz!
«Vinde e adorai o Senhor!». À sede de sentido e de valor que hoje o mundo experimenta; à procura de bem-estar e de paz que caracteriza a vida de toda a humanidade; às expectativas dos pobres, Cristo, verdadeiro Deus e verdadeiro Homem, responde com o seu Natal. Não temam os indivíduos e as nações reconhecê-Lo e acolhê-Lo: com Ele, «uma esplêndida luz» ilumina o horizonte da humanidade; com Ele, abre-se «um dia santo» que não conhece ocaso. Este Natal seja verdadeiramente para todos um dia de alegria, de esperança e de paz!
Com Maria, José e os pastores, com os Magos e a multidão inumerável de humildes adoradores do Menino recém-nascido que, ao longo dos séculos, acolheram o mistério do Natal, também nós, irmãos e irmãs de cada continente, deixemos que a luz deste dia se propague em o todo lugar; entre nos nossos corações, ilumine e aqueça as nossas casas, traga serenidade e esperança às nossas cidades, dê paz ao mundo. Estes são os meus votos para vós que me escutais. Votos que se fazem prece humilde e confiante ao Menino Jesus, a fim de que a sua luz dissipe todas as trevas da vossa vida e vos encha do amor e da paz. O Senhor, que fez resplandecer em Cristo a sua face misericordiosa, vos sacie da sua felicidade e vos torne mensageiros da sua bondade. Feliz Natal!
[01861-06.01] [Texto original: Italiano]
[B0693-XX.03]