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L’UDIENZA GENERALE, 28.11.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

! SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

APPELLO DEL SANTO PADRE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo. Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di Sant’Efrem, il Siro.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
Quindi il Papa ha lanciato un appello in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS che sarà celebrata sabato 1° dicembre.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

secondo l'opinione comune di oggi, il cristianesimo sarebbe una religione europea, che avrebbe poi esportato la cultura di questo Continente in altri Paesi. Ma la realtà è molto più complessa, poiché la radice della religione cristiana si trova nell'Antico Testamento e quindi a Gerusalemme e nel mondo semitico. Il cristianesimo si nutre sempre a questa radice dell'Antico Testamento. Anche la sua espansione nei primi secoli si è avuta sia verso occidente – verso il mondo greco-latino, dove ha poi ispirato la cultura europea – sia verso oriente, fino alla Persia, all'India, contribuendo così a suscitare una specifica cultura, in lingue semitiche, con una propria identità. Per mostrare questa pluriformità culturale dell’unica fede cristiana degli inizi, nella catechesi di mercoledì scorso ho parlato di un rappresentante di questo altro cristianesimo, Afraate il saggio persiano, da noi quasi sconosciuto. Nella stessa linea vorrei parlare oggi di sant'Efrem Siro, nato a Nisibi attorno al 306 in una famiglia cristiana. Egli fu il più importante rappresentante del cristianesimo di lingua siriaca e riuscì a conciliare in modo unico la vocazione del teologo e quella del poeta. Si formò e crebbe accanto a Giacomo, Vescovo di Nisibi (303-338), e insieme a lui fondò la scuola teologica della sua città. Ordinato diacono, visse intensamente la vita della locale comunità cristiana fino al 363, anno in cui Nisibi cadde nelle mani dei Persiani. Efrem allora emigrò a Edessa, dove proseguì la sua attività di predicatore. Morì in questa città l’anno 373, vittima del contagio contratto nella cura degli ammalati di peste. Non si sa con certezza se era monaco, ma in ogni caso è sicuro che è rimasto diacono per tutta la sua vita ed ha abbracciato la verginità e la povertà. Così appare nella specificità della sua espressione culturale la comune e fondamentale identità cristiana: la fede, la speranza — questa speranza che permette di vivere povero e casto in questo mondo ponendo ogni aspettativa nel Signore — e infine la carità, fino al dono di se stesso nella cura degli ammalati di peste.

Sant'Efrem ci ha lasciato una grande eredità teologica: la sua considerevole produzione si può raggruppare in quattro categorie: opere scritte in prosa ordinaria (le sue opere polemiche, oppure i commenti biblici); opere in prosa poetica; omelie in versi; infine gli inni, sicuramente l’opera più ampia di Efrem. Egli è un autore ricco e interessante per molti aspetti, ma specialmente sotto il profilo teologico. La specificità del suo lavoro è che in esso si incontrano teologia e poesia. Volendoci accostare alla sua dottrina, dobbiamo insistere fin dall’inizio su questo: sul fatto cioè che egli fa teologia in forma poetica. La poesia gli permette di approfondire la riflessione teologica attraverso paradossi e immagini. Nello stesso tempo la sua teologia diventa liturgia, diventa musica: egli era infatti un grande compositore, un musicista. Teologia, riflessione sulla fede, poesia, canto, lode di Dio vanno insieme; ed è proprio in questo carattere liturgico che nella teologia di Efrem appare con limpidezza la verità divina. Nella sua ricerca di Dio, nel suo fare teologia, egli segue il cammino del paradosso e del simbolo. Le immagini contrapposte sono da lui largamente privilegiate, perché gli servono per sottolineare il mistero di Dio.

Non posso adesso presentare molto di lui, anche perchè la poesia è difficilmente traducibile, ma per dare almeno un'idea della sua teologia poetica vorrei citare in parte due inni. Innanzitutto, anche in vista del prossimo Avvento, vi propongo alcune splendide immagini tratte dagli inni Sulla natività di Cristo. Davanti alla Vergine Efrem manifesta con tono ispirato la sua meraviglia:

"Il Signore venne in lei
per farsi servo.
Il Verbo venne in lei
per tacere nel suo seno.
Il fulmine venne in lei
per non fare rumore alcuno.
Il pastore venne in lei
ed ecco l’Agnello nato, che sommessamente piange.
Poiché il seno di Maria
ha capovolto i ruoli:
Colui che creò tutte le cose
ne è entrato in possesso, ma povero.
L’Altissimo venne in lei (Maria),
ma vi entrò umile.
Lo splendore venne in lei,
ma vestito con panni umili.
Colui che elargisce tutte le cose
conobbe la fame.
Colui che abbevera tutti
conobbe la sete.
Nudo e spogliato uscì da lei,
egli che riveste (di bellezza) tutte le cose"

(Inno "De Nativitate"11, 6-8).

Per esprimere il mistero di Cristo Efrem usa una grande diversità di temi, di espressioni, di immagini. In uno dei suoi inni, egli collega in modo efficace Adamo (nel paradiso) a Cristo (nell’Eucaristia):

"Fu chiudendo
con la spada del cherubino,
che fu chiuso
il cammino dell’albero della vita.
Ma per i popoli,
il Signore di quest’albero
si è dato come cibo
lui stesso nell’oblazione (eucaristica).
Gli alberi dell’Eden
furono dati come alimento
al primo Adamo.
Per noi, il giardiniere
del Giardino in persona
si è fatto alimento
per le nostre anime.
Infatti tutti noi eravamo usciti
dal Paradiso assieme con Adamo,
che lo lasciò indietro.
Adesso che la spada è stata tolta
laggiù (sulla croce) dalla lancia
noi possiamo ritornarvi"

(Inno 49,9-11).

Per parlare dell’Eucaristia Efrem si serve di due immagini: la brace o il carbone ardente, e la perla. Il tema della brace è preso dal profeta Isaia (cfr 6,6). E’ l’immagine del serafino, che prende la brace con le pinze, e semplicemente sfiora le labbra del profeta per purificarle; il cristiano, invece, tocca e consuma la Brace, che è Cristo stesso:

"Nel tuo pane si nasconde lo Spirito
che non può essere consumato;
nel tuo vino c’è il fuoco che non si può bere.
Lo Spirito nel tuo pane, il fuoco nel tuo vino:
ecco una meraviglia accolta dalle nostre labbra.
Il serafino non poteva avvicinare le sue dita alla brace,
che fu avvicinata soltanto alla bocca di Isaia;
né le dita l’hanno presa, né le labbra l’hanno inghiottita;
ma a noi il Signore ha concesso di fare ambedue cose.
Il fuoco discese con ira per distruggere i peccatori,
ma il fuoco della grazia discende sul pane e vi rimane.
Invece del fuoco che distrusse l’uomo,
abbiamo mangiato il fuoco nel pane
e siamo stati vivificati"

(Inno "De Fide"10,8-10).

E ancora un ultimo esempio degli inni di sant'Efrem, dove parla della perla quale simbolo della ricchezza e della bellezza della fede:

"Posi (la perla), fratelli miei, sul palmo della mia mano,
per poterla esaminare.
Mi misi ad osservarla dall’uno e dall’altro lato:
aveva un solo aspetto da tutti i lati.
(Così) è la ricerca del Figlio, imperscrutabile,
perché essa è tutta luce.
Nella sua limpidezza, io vidi il Limpido,
che non diventa opaco;
e nella sua purezza,
il simbolo grande del corpo di nostro Signore,
che è puro.
Nella sua indivisibilità, io vidi la verità,
che è indivisibile"

(Inno "Sulla Perla" 1, 2-3).

La figura di Efrem è ancora pienamente attuale per la vita delle varie Chiese cristiane. Lo scopriamo in primo luogo come teologo, che a partire dalla Sacra Scrittura riflette poeticamente sul mistero della redenzione dell’uomo operata da Cristo, Verbo di Dio incarnato. La sua è una riflessione teologica espressa con immagini e simboli presi dalla natura, dalla vita quotidiana e dalla Bibbia. Alla poesia e agli inni per la liturgia, Efrem conferisce un carattere didattico e catechetico; si tratta di inni teologici e insieme adatti per la recita o il canto liturgico. Efrem si serve di questi inni per diffondere, in occasione delle feste liturgiche, la dottrina della Chiesa. Nel tempo essi si sono rivelati un mezzo catechetico estremamente efficace per la comunità cristiana.

E’ importante la riflessione di Efrem sul tema di Dio creatore: niente nella creazione è isolato, e il mondo è, accanto alla Sacra Scrittura, una Bibbia di Dio. Usando in modo sbagliato la sua libertà, l’uomo capovolge l’ordine del cosmo. Per Efrem è rilevante il ruolo della donna. Il modo in cui egli ne parla è sempre ispirato a sensibilità e rispetto: la dimora di Gesù nel seno di Maria ha innalzato grandemente la dignità della donna. Per Efrem, come non c’è Redenzione senza Gesù, così non c’è Incarnazione senza Maria. Le dimensioni divine e umane del mistero della nostra redenzione si trovano già nei testi di Efrem; in modo poetico e con immagini fondamentalmente scritturistiche, egli anticipa lo sfondo teologico e in qualche modo lo stesso linguaggio delle grandi definizioni cristologiche dei Concili del V secolo.

Efrem, onorato dalla tradizione cristiana con il titolo di "cetra dello Spirito Santo", restò diacono della sua Chiesa per tutta la vita. Fu una scelta decisiva ed emblematica: egli fu diacono, cioè servitore, sia nel ministero liturgico, sia, più radicalmente, nell’amore a Cristo, da lui cantato in modo ineguagliabile, sia infine nella carità verso i fratelli, che introdusse con rara maestria nella conoscenza della divina Rivelazione.

[01689-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese 

Chers Frères et Sœurs,

C’est aujourd’hui saint Éphrem le Syrien qui retient notre attention. Il est le représentant le plus emblématique du christianisme de langue syriaque. Né en 306, il se forma avec son évêque et devint diacre dans l’Église de Nisibe, vivant la virginité et la pauvreté. En raison de l’occupation perse, il quitte sa ville, en 363, pour se réfugier à Édesse, aujourd’hui en Turquie.

Il associa une vocation de théologien à l’art poétique. Son talent, qui fait de lui le poète le plus renommé de l’époque patristique, lui permit d’approfondir la réflexion théologique à travers l’usage de paradoxes, d’images et de symboles, souvent empruntés à l’Écriture. Ses hymnes écrites pour le chant liturgique méditent les mystères de la vie du Christ; elles ont en même temps une forte valeur catéchétique, qui favorise, dans le peuple, l’intériorisation de la foi de l’Église.

Honoré par la tradition chrétienne du titre de « lyre de l’Esprit Saint », Éphrem est une belle figure de serviteur. Il resta diacre toute sa vie, remplissant son ministère liturgique, manifestant l’amour du Christ, qu’il a chanté de façon inégalable, et se dépensant dans la charité envers ses frères, à qui il a permis de mieux connaître le contenu de la Révélation. Il mourut en 373, ayant contracté la lèpre auprès des malades dont il prenait soin.

Je salue les pèlerins francophones, en particulier la délégation de l’Union mondiale des Organisations féminines catholiques. À la suite de saint Éphrem, puissiez-vous approfondir votre foi et toujours à rendre gloire à Dieu ‘par des psaumes, des hymnes et de libres louanges’ (cf. Ep 5,19). Avec ma Bénédiction apostolique.

[01690-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In this week’s catechesis we turn to Saint Ephrem, the greatest of the Syriac Fathers and the most renowned poet of the patristic age. Saint Ephrem’s theology, deeply grounded in the Scriptures and profoundly orthodox in content, was expressed in poetic language marked by striking paradoxes and vivid imagery. Through his mastery of poetic symbolism, Ephrem sought to communicate, especially in his Hymns, the mystery of the trinitarian God, the incarnation of the eternal Son born of the Virgin Mary, and the spiritual treasures contained in the Eucharist. His poetry and hymns not only enriched the liturgy; they also proved an important means of catechesis for the Christian community in the fourth century. Particularly significant is Ephrem’s teaching on our redemption by Christ: his poetic descriptions of the interplay of the divine and human aspects of this great mystery foreshadowed the theology and, to some extent, even the language of the great christological definitions of the Councils of the next century. In his life-long service to the Church as a deacon, Saint Ephrem was an example of fidelity to the liturgy, meditation on the mystery of Christ and charitable service to his brothers and sisters.

I am pleased to greet the English-speaking visitors present at today’s Audience, especially those from Australia, Canada and the United States. I offer a special welcome to the students from the University of Sunbury, Melbourne; and to the students and staff of the University of Dallas, Texas. I also greet the members of the pilgrimage from the Archdiocese of Oklahoma City, led by their Archbishop. Upon all of you I cordially invoke an abundance of joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[01691-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Ephräm der Syrer ist der bedeutendste Kirchenvater syrischer Sprache. Seiner Person und seinem Werk möchte ich die heutige Katechese widmen. Der heilige Ephräm kam um 306 zur Welt und wuchs an der Seite des Bischofs Jakobus von Nisibis auf. Als Diakon und theologischer Lehrer stellte er sich ganz in den Dienst der Kirche. Im Jahr 363 mußte er nach Edessa auswandern, wo er zehn Jahre später an der Pest starb, mit der er sich bei der Pflege von Kranken angesteckt hatte. Das Werk des Kirchenlehrers Ephräm ist vielfältig: Streitschriften und Bibelkommentare in Prosa, Homilien in Versform und schließlich zahlreiche Hymnen, in denen er sich zugleich als Theologe und als Dichter auszeichnet. Mit kontrastreichen Bildern und Symbolen lotet er das Geheimnis des Dreifaltigen Gottes und der Heilsgeschichte aus. Die einprägsamen mit Melodien versehenen Texte dienten aber auch der Katechese. Im Blick auf den schon nahen Advent und das Weihnachtsfest möchte ich einige Verse über Christus und die selige Jungfrau Maria vorlesen: „Der Herr trat in sie ein – und wurde zum Knecht. Der Wortbegabte trat ein – und wurde stumm in ihr. Der Donner trat ein – und brachte seine Stimme zum Schweigen. Der Hirte trat ein – und wurde in ihr zum Lamm."

Einen frohen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger und Besucher. Der Kirchenvater Ephräm und seine Werke sind für uns alle ein Ansporn, unseren Glauben und unser Gebet aus den großen und schönen Texten und Gesängen der Kirche zu nähren. Sie erfreuen unser Herz und stärken unseren Glauben und unsere Hoffnung. Der Herr segne und behüte euch und eure Familien.

[01692-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

San Efrén puede ser considerado el más grande de los Padres siriacos, así como el poeta más renombrado de toda la época patrística. Permaneció como diácono hasta su muerte en Edesa, a causa de la peste contraída mientras curaba a los enfermos. En sus muchas obras consiguió armonizar su vocación de teólogo con la de poeta, sirviéndose de imágenes, símbolos y paradojas, para expresar y profundizar sus reflexiones teológicas. En efecto, Efrén compuso muchas poesías e himnos litúrgicos para difundir entre los fieles la doctrina de la Iglesia. Destaca ante todo su reflexión sobre Dios creador; para él la creación, junto con la Sagrada Escritura, es como una Biblia de Dios. La presencia de Jesús en el seno de María le lleva a considerar la altísima dignidad y el papel fundamental de la mujer, hablando siempre de ella con sensibilidad y respeto. Además, en los textos de Efrén se encuentran ya las dimensiones humana y divina del misterio de la redención, anticipando así el trasfondo teológico y hasta el mismo lenguaje de las grandes definiciones cristológicas de los Concilios del siglo V.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular, a los distintos grupos venidos de Argentina, España, México, y de otros países latinoamericanos. Siguiendo la enseñanza y el ejemplo de san Efrén, os invito a dejaros guiar en vuestras vidas por el amor de Cristo, para servir a Dios y a los hermanos con generosa y alegre dedicación. Muchas gracias.

[01693-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese 

Aos peregrinos vindos do Brasil e de Portugal, como penhor de abundantes dons divinos, concedo de bom grado minha Bênção Apostólica.

[01694-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski. Dobiega końca rok liturgiczny. Dziękujemy Bogu za wszelkie łaski, jakie w tym czasie wylał na nas przez posługę Kościoła. Niech będą zaczynem naszego duchowego wzrostu. Niech Bóg wam błogosławi.

[Saluto i pellegrini polacchi. Giunge alla fine l’anno liturgico. Ringraziamo Dio per tutte le grazie che in questo tempo ha elargito attraverso il ministero della Chiesa. Siano un lievito della nostra crescita spirituale. Dio vi benedica.]

[01695-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata

Srdačno pozdravljam hrvatske hodočasnike, osobito vjernike iz Varaždina i Zagreba. Neka vas Duh Sveti vodi da sve više proničete otajstva vjere i u njoj svakodnevno pronalazite odgovor na najvažnija pitanja svoga života. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto cordialmente i pellegrini croati, particolarmente i fedeli di Varaždin e Zagreb. Lo Spirito Santo vi guidi nel penetrare sempre di più i misteri della fede e nel trovare quotidianamente in essa la risposta alle domande più importanti della vostra vita. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01696-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i religiosi Fatebenefratelli, le Suore della Carità Domenicane della Presentazione, i partecipanti alla Scuola di formazione promossa dal Movimento dei Focolari, i rappresentanti del Centro Italiano di Solidarietà di Viterbo e i fedeli provenienti da Cervia. Cari amici, auguro che la sosta presso i luoghi sacri vi rinsaldi nell’adesione a Cristo e alimenti la carità nelle vostre famiglie e nelle vostre comunità. Saluto gli incaricati della diffusione nel mondo de L’Osservatore Romano, accompagnati dal Direttore responsabile prof. Giovanni Maria Vian e dal Direttore generale Don Elio Torrigiani. Cari amici, vi ringrazio per il vostro impegno nel promuovere gli insegnamenti del Papa in tutto il mondo e vi accompagno con un particolare ricordo nella preghiera, perché il Signore vi ricolmi di copiosi doni spirituali.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. La figura dell’apostolo Andrea, la cui festa si celebrerà nei prossimi giorni, sia per voi, cari giovani, un modello di fedele e coraggiosa testimonianza cristiana. Sant’Andrea interceda per voi, cari ammalati, affinché la consolazione divina promessa da Gesù agli afflitti riempia i vostri cuori e vi fortifichi nella fede. E voi, cari sposi novelli, impegnatevi a corrispondere sempre al progetto di amore del quale Cristo vi ha resi partecipi con il sacramento del matrimonio.

[01698-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE

Il 1° dicembre prossimo ricorrerà la Giornata Mondiale contro l’AIDS. Sono spiritualmente vicino a quanti soffrono per questa terribile malattia come pure alle loro famiglie, in particolare a quelle colpite dalla perdita di un congiunto. Per tutti assicuro la mia preghiera.

Desidero, inoltre, esortare tutte le persone di buona volontà a moltiplicare gli sforzi per fermare la diffusione del virus HIV, a contrastare lo spregio che sovente colpisce quanti ne sono affetti, e a prendersi cura dei malati, specialmente quando sono ancora fanciulli.

[01697-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0631-XX.01]