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L’UDIENZA GENERALE, 21.11.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

APPELLO DEL SANTO PADRE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza san Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di Afraate il Saggio persiano.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

Quindi il Papa ha lanciato un appello per la precaria situazione umanitaria in Somalia.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

Al rientro dall’Udienza Generale, al Cortile San Damaso, il Papa ha inaugurato la nuova Sede dell’Ufficio del Cardinale Decano del Collegio Cardinalizio.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

nella nostra escursione nel mondo dei Padri della Chiesa, vorrei oggi guidarvi in una parte poco conosciuta di questo universo della fede, cioè nei territori in cui sono fiorite le Chiese di lingua semitica, non ancora influenzate dal pensiero greco. Queste Chiese, lungo il IV secolo, si sviluppano nel vicino Oriente, dalla Terra Santa al Libano e alla Mesopotamia. In quel secolo, che è un periodo di formazione a livello ecclesiale e letterario, tali comunità conoscono l’affermarsi del fenomeno ascetico-monastico con caratteristiche autoctone, che non subiscono l’influsso del monachesimo egiziano. Le comunità siriache del IV secolo rappresentano quindi il mondo semitico da cui è uscita la Bibbia stessa, e sono espressione di un cristianesimo la cui formulazione teologica non è ancora entrata in contatto con correnti culturali diverse, ma vive in forme proprie di pensiero. Sono Chiese in cui l’ascetismo sotto varie forme eremitiche (eremiti nel deserto, nelle caverne, reclusi, stiliti), e il monachesimo sotto forme di vita comunitaria, esercitano un ruolo di vitale importanza nello sviluppo del pensiero teologico e spirituale.

Vorrei presentare questo mondo attraverso la grande figura di Afraate, conosciuto anche col soprannome di "Saggio", uno dei personaggi più importanti e allo stesso tempo più enigmatici del cristianesimo siriaco del IV secolo.

Originario della regione di Ninive-Mossul, oggi in Iraq, visse nella prima metà del IV secolo. Abbiamo poche notizie sulla sua vita; intrattenne comunque rapporti stretti con gli ambienti ascetico-monastici della Chiesa siriaca, di cui ci ha conservato notizie nella sua opera e a cui dedica parte della sua riflessione. Secondo alcune fonti fu anzi a capo di un monastero, e infine fu anche consacrato Vescovo. Scrisse 23 discorsi conosciuti con il nome di Esposizioni o Dimostrazioni, in cui tratta diversi temi di vita cristiana, come la fede, l’amore, il digiuno, l’umiltà, la preghiera, la stessa vita ascetica, e anche il rapporto tra giudaismo e cristianesimo, tra Antico e Nuovo Testamento. Scrive in uno stile semplice, con delle frasi brevi e con parallelismi a volte contrastanti; riesce tuttavia a tessere un discorso coerente con uno sviluppo ben articolato dei vari argomenti che affronta.

Afraate era originario di una comunità ecclesiale che si trovava alla frontiera tra il giudaismo ed il cristianesimo. Era una comunità molto legata alla Chiesa-madre di Gerusalemme, e i suoi Vescovi venivano scelti tradizionalmente fra i cosiddetti "familiari" di Giacomo, il "fratello del Signore" (cfr Mc 6,3): erano cioè persone collegate per sangue e per fede alla Chiesa gerosolimitana. La lingua di Afraate è quella siriaca, una lingua quindi semitica come l’ebraico dell’Antico Testamento e come l’aramaico parlato dallo stesso Gesù. La comunità ecclesiale in cui si trovò a vivere Afraate era una comunità che cercava di restare fedele alla tradizione giudeo-cristiana, di cui si sentiva figlia. Essa manteneva perciò uno stretto rapporto con il mondo ebraico e con i suoi Libri sacri. Significativamente Afraate si definisce "discepolo della Sacra Scrittura" dell’Antico e del Nuovo Testamento (Esposizione 22,26), che considera sua unica fonte di ispirazione, ricorrendovi in modo così abbondante da farne il centro della sua riflessione.

Diversi sono gli argomenti che Afraate sviluppa nelle sue Esposizioni. Fedele alla tradizione siriaca, spesso presenta la salvezza operata da Cristo come una guarigione e, quindi, Cristo stesso come medico. Il peccato, invece, è visto come una ferita, che solo la penitenza può risanare: "Un uomo che è stato ferito in battaglia, dice Afraate, non ha vergogna di mettersi nelle mani di un saggio medico…; allo stesso modo, chi è stato ferito da Satana non deve vergognarsi di riconoscere la sua colpa e di allontanarsi da essa, domandando la medicina della penitenza" (Esposizione 7,3). Un altro aspetto importante nell’opera di Afraate è il suo insegnamento sulla preghiera, e in modo speciale su Cristo come maestro di preghiera. Il cristiano prega seguendo l’insegnamento di Gesù e il suo esempio di orante: "Il nostro Salvatore ha insegnato a pregare così, dicendo: «Prega nel segreto Colui che è nascosto, ma che vede tutto»; e ancora: «Entra nella tua camera e prega il tuo Padre nel segreto, e il Padre che vede nel segreto ti ricompenserà» (Mt 6,6)… Quello che il nostro Salvatore vuol mostrare è che Dio conosce i desideri e i pensieri del cuore" (Esposizione 4,10).

Per Afraate la vita cristiana è incentrata nell’imitazione Cristo, nel prendere il suo giogo e nel seguirlo sulla via del Vangelo. Una delle virtù che più conviene al discepolo di Cristo è l’umiltà. Essa non è un aspetto secondario nella vita spirituale del cristiano: la natura dell’uomo è umile, ed è Dio che la esalta alla sua stessa gloria. L’umiltà, osserva Afraate, non è un valore negativo: "Se la radice dell’uomo è piantata nella terra, i suoi frutti salgono davanti al Signore della grandezza" (Esposizione 9,14). Restando umile, anche nella realtà terrena in cui vive, il cristiano può entrare in relazione col Signore: "L’umile è umile, ma il suo cuore si innalza ad altezze eccelse. Gli occhi del suo volto osservano la terra e gli occhi della mente l’altezza eccelsa" (Esposizione 9,2).

La visione che Afraate ha dell’uomo e della sua realtà corporale è molto positiva: il corpo umano, sull’esempio di Cristo umile, è chiamato alla bellezza, alla gioia, alla luce: "Dio si avvicina all’uomo che ama, ed è giusto amare l’umiltà e restare nella condizione di umiltà. Gli umili sono semplici, pazienti, amati, integri, retti, esperti nel bene, prudenti, sereni, sapienti, quieti, pacifici, misericordiosi, pronti a convertirsi, benevoli, profondi, ponderati, belli e desiderabili" (Esposizione 9,14). Spesso in Afraate la vita cristiana viene presentata in una chiara dimensione ascetica e spirituale: la fede ne è la base, il fondamento; essa fa dell’uomo un tempio dove Cristo stesso abita. La fede quindi rende possibile una carità sincera, che si esprime nell’amore verso Dio e verso il prossimo. Un altro aspetto importante in Afraate è il digiuno, che è da lui inteso in senso ampio. Egli parla del digiuno dal cibo come di pratica necessaria per essere caritatevole e vergine, del digiuno costituito dalla continenza in vista della santità, del digiuno dalle parole vane o detestabili, del digiuno dalla collera, del digiuno dalla proprietà di beni in vista del ministero, del digiuno dal sonno per attendere alla preghiera.

Cari fratelli e sorelle, ritorniamo ancora – per concludere – all’insegnamento di Afraate sulla preghiera. Secondo questo antico "Saggio", la preghiera si realizza quando Cristo abita nel cuore del cristiano, e lo invita a un impegno coerente di carità verso il prossimo. Scrive infatti:

"Da’ sollievo agli affranti, visita i malati,
sii sollecito verso i poveri: questa è la preghiera.
La preghiera è buona, e le sue opere sono belle.
La preghiera è accetta quando dà sollievo al prossimo.
La preghiera è ascoltata
quando in essa si trova anche il perdono delle offese.
La preghiera è forte
quando è piena della forza di Dio" (Esposizione 4,14-16).

Con queste parole Afraate ci invita a una preghiera che diventa vita cristiana, vita realizzata, vita penetrata dalla fede, dall’apertura a Dio e, così, dall'amore per il prossimo.

[01644-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese 

Chers Frères et Sœurs,

Aphraate, surnommé le Sage persan, est une des plus importantes figures du quatrième siècle de l’Église syriaque, dans laquelle la vie monastique et ascétique a beaucoup contribué au développement d’une pensée théologique et spirituelle propre, qui n’a pas encore eu de contact avec d’autres courants culturels. Originaire de la région de Ninive-Mossoul, Aphraate fut, selon certaines sources, responsable d’un monastère. Consacré Évêque, il écrivit, dans un style simple, vingt-trois discours, connus sous le nom de Démonstrations; il y traite de certains thèmes de la vie chrétienne: la foi, l’amour, le jeûne, l’humilité, la prière, la vie ascétique, les relations entre judaïsme et christianisme, entre Ancien et Nouveau Testament. Il est originaire d’une communauté à la frontière entre judaïsme et christianisme, liée avec l’Église-mère de Jérusalem. Sa communauté cherchait à rester fidèle à la tradition judéo-chrétienne. Il présente le salut comme une guérison, et Jésus comme un médecin, qui guérit les blessures que sont les péchés. La vie chrétienne est centrée sur l’imitation du Christ en suivant l’Évangile. Aussi, la première des vertus est-elle l’humilité; elle permet d’entrer en relation avec le Christ. Aphraate montre que le corps humain est appelé à la beauté, à la joie, à la lumière, faisant apparaître la dimension ascétique de la vie chrétienne, dont la foi est le fondement. Il enseigne à prier comme le Christ, car la prière se réalise chez le chrétien lorsque le Christ habite son cœur et qu’il l’invite à une charité active envers le prochain.

Je suis heureux de vous accueillir, chers pèlerins francophones. Je salue particulièrement les jeunes, ainsi que les responsables chrétiens d’associations humanitaires, du diocèse de Fréjus-Toulon, avec leur Évêque, Monseigneur Dominique Rey. Que votre foi et votre prière augmente et affermisse votre charité. Avec ma Bénédiction apostolique.

[01645-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In this week’s catechesis we turn to Aphraates, an outstanding figure of fourth-century Syriac Christianity. The Syriac Churches, semitic in their language and thought, remained close to the Jewish-Christian tradition, and were deeply influenced by native forms of asceticism and monasticism. Aphraates was thus part of an ecclesial community on the frontier between Judaism and the Greek world. According to some sources, he was the head of a monastery and later consecrated a Bishop. He has left us twenty-three talks, known as Demonstrations, on various aspects of the Christian life. His style is vivid and close to that of the Bible. In the Syriac tradition, he presents Christ as the physician who heals us from the wounds of sin and our great teacher of prayer. Aphraates presents a positive view of man, called in the flesh to beauty, joy and light by the imitation of Christ in his humility. The Christian life is seen in ascetic and spiritual terms, rooted in faith and flowering in the love of neighbour. Following the teaching of this great master of the spiritual life, let us strive to show charity and forgiveness to all, so that our prayers may be "strong with the strength of God" (cf. Dem. 4:16).

To all the English-speaking pilgrims and visitors I extend a warm welcome. In a special way I greet Senior Staff members of the USS Harry S. Truman, deaconate candidates from the Diocese of Brownsville, and members of the All American Star Dance Team. May your visit to Rome be a time of growth and renewal. Upon all of you I cordially invoke an abundance of joy and peace in our Lord Jesus Christ.

[01646-02.01] [Original text: English]

Saluto in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Heute möchte ich über Aphrahat, einen bedeutenden Vertreter der syrischen Kirche in der ersten Hälfte des vierten Jahrhunderts, sprechen. In den im wesentlichen semitisch geprägten und vom griechischen Denken unberührten Gemeinden der syrischen Kirche entfaltete das Christentum eigene Ausdrucksformen in Theologie und Frömmigkeit, besonders in der Askese und im Mönchstum. So ist Aphrahat, der auch der „persische Weise" genannt wird, der erste Zeuge einer eigenständigen syrischen christlichen Literatur. Über sein Leben und seine Person ist wenig bekannt. Er stammte aus der Gegend von Mosul in Mesopotamien, aus einer Gemeinde, die in Kontakt mit der Kirche von Jerusalem stand. Aphrahat hatte Verbindungen mit dem Mönchstum und war vielleicht selbst Vorsteher eines Klosters. Aus seiner Feder sind uns 23 „Demonstrationes" – „Darlegungen" in syrischer Sprache überliefert. Diese Darlegungen haben Themen gelebter christlicher Frömmigkeit und des asketischen Lebens zum Inhalt: Glaube, Liebe, Demut, Gebet, Fasten, Buße etc. Ein Teil der Darlegungen widmet sich der Beziehung von Judentum und Christentum. Ausgangs- und Mittelpunkt der Überlegungen des persischen Weisen ist die Heilige Schrift. Jesus nachahmen und ihm auf dem Weg des Evangeliums nachfolgen ist für Aphrahat die Mitte des christlichen Lebens. Einen wichtigen Platz in den „Darlegungen" nimmt das Gebet ein. Christus ist Lehrer und Vorbild des Gebets. Wenn der Herr im Herzen des Gläubigen wohnt, dann verwirklicht sich sein Beten im tätigen Einsatz der Nächstenliebe.

Gerne heiße ich alle deutschsprachigen Teilnehmer an der heutigen Audienz willkommen. Einen besonderen Gruß richte ich an das Generalkapitel der Barmherzigen Brüder von Maria Hilf in Trier. Der Kirchenvater Aphrahat erinnert uns daran, daß Glaube und Gebet ihren Platz im täglichen Leben haben. Der Herr helfe euch, im Alltag Zeugnis für seine Liebe zu geben. Dazu schenke er euch seinen Heiligen Geist.

[01647-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Hoy nos ocupamos de Afraates, apodado también el "Sabio", una figura destacada del cristianismo del siglo IV en Siria, donde las comunidades mantuvieron características propias: eran cercanas a la lengua y mentalidad semíticas en las que se fraguó la Biblia, afines al judaísmo, estrechamente unidas a la Iglesia madre de Jerusalén y en ellas ejercían un papel muy importante las diversas formas de vida eremítica.

En los escritos de este Padre de la Iglesia, destaca la estrecha relación con las Sagradas Escrituras, de las que él se decía "discípulo", y que tenía como su única fuente de inspiración. Muestra a Cristo como médico que nos salva y al que se acude para curar, por la penitencia, la herida del pecado. Para Afraates, la vida cristiana es seguir a Cristo y orar como Él nos ha enseñado, con humildad, para que habite en nuestro corazón y nos lleve a un compromiso de caridad para con el prójimo.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular al grupo promotor del programa «Vida sin droga» de Colombia, acompañado por los Señores Embajadores de ese País. Es de esperar que esta y otras iniciativas similares se propaguen y ayuden a construir un mundo mejor. Saludo también a la delegación de la Escuela de Policía de Chile, así como a los demás peregrinos de México y España. A todos recuerdo una máxima del Sabio Afraates: «La oración es escuchada cuando ofrece alivio al prójimo»

Gracias por vuestra visita.

[01648-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Saúdo o grupo de visitantes do Brasil e demais peregrinos de língua portuguesa, a quem agradeço a presença e quanto a mesma significa de confissão de fé e amor a Jesus Cristo vivo na sua Igreja. Que Deus vos guarde e abençoe!

[01654-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Witam serdecznie pielgrzymów polskich. W liturgii obchodzimy dzisiaj wspomnienie Ofiarowania Najświętszej Maryi Panny. W doskonały sposób wypełniła Ona wolę Ojca Niebieskiego. Niech Maryja pomaga nam włączyć nasze życie w Boży plan zbawienia. Wam tu obecnym i waszym bliskim z serca błogosławię.

[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Nella liturgia odierna, ricordiamo la Presentazione della Beata Vergine Maria. In modo compiuto, Ella ha saputo realizzare la volontà del Padre Celeste. Che Maria ci aiuti a inserire nella nostra vita il piano divino della salvezza. A voi qui presenti e ai vostri cari, una benedizione di cuore.]

[01655-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ceca

Srdečně vítám poutníky z Kroměříže a Ostravy- Heřmanic. Nechť tato pouť do Říma k hrobům apoštolů Petra a Pavla ve vás rozhojní víru a touhu po duchovní dokonalosti. K tomu vám rád žehnám. Chvála Kristu!

[Un cordiale benvenuto ai pellegrini di Kroměříž e di Ostrava-Heřmanice. Possa questo vostro pellegrinaggio alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo accrescere in voi la fede e il desiderio di perfezione spirituale. Con questi voti, volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01656-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua slovacca

S láskou vítam pútnikov zo Slovenska, osobitne Komorný zbor Cantica Collegium Musicum z Martina. Bratia a sestry, toho roku slávime osemsté vżročie narodenia svätej Alžbety Uhorskej, bratislavskej rodáčky. Táto výnimočná svedkyňa lásky k biednym nech vás povzbudí k stálemu konaniu skutkov milosrdenstva. Zo srdca žehnám vás i vašich drahých. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto rivolgo il benvenuto ai pellegrini provenienti dalla Slovacchia, particolarmente al Coro da Camera Cantica Collegium Musicum, di Martin. Fratelli e sorelle, quest’anno celebriamo l’ottavo centenario della nascita di S. Elisabetta d’Ungheria, oriunda di Bratislava. Questa straordinaria testimone di amore verso i poveri susciti in voi rinnovato impegno nelle opere di misericordia. Di cuore benedico voi ed i vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01657-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua croata

Srdačno pozdravljam hrvatske hodočasnike, posebno članove Hrvatske franjevačke provincije Svetoga Ćirila i Metoda te vjernike iz Zadra i Zagreba. Vjera, koja čovjeka čini hramom u kojemu prebiva sam Krist, neka vas vodi da ga nasljedujete u poniznosti i jednostavnosti. Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto cordialmente i pellegrini croati, particolarmente i membri della Provincia Francescana Croata dei SS. Cirillo e Metodio e i fedeli di Zadar e Zagreb. La fede, che fa dell’uomo un tempio dove Cristo stesso abita, vi guidi a seguirlo nell’umiltà e nella semplicità. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01658-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Avetrana, accompagnati da Mons. Michele Castoro, Vescovo di Oria ed auguro loro di attingere dalla preghiera nuovo slancio apostolico, per una sempre più incisiva testimonianza cristiana. Saluto i rappresentanti dell’Istituto Gesù–Maria e i fedeli della parrocchia del Preziosissimo Sangue in Roma, che ricordano significative ricorrenze, e li esorto a vivere con rinnovato slancio il comandamento dell’amore evangelico. Saluto le partecipanti al Capitolo Generale delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo–Scalabriniane, e prego perché siano generose dispensatrici di speranza, di solidarietà e di comunione. Saluto gli esponenti della Comunità Radio Mater di Erba ed esprimo apprezzamento per il servizio ecclesiale che svolgono diffondendo la devozione verso la Vergine Santa. Il mio pensiero va ora a quanti partecipano al Congresso internazionale del Cerimoniale di Stato, al Convegno nazionale del Notariato e all’Associazione nazionale Carabinieri della Provincia di Viterbo. Tutti ringrazio per la presenza, invocando su ciascuno copiose grazie celesti per un fecondo impegno a servizio del prossimo.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. Domenica prossima, ultima del tempo ordinario, celebreremo la solennità di Cristo, re dell’Universo. Cari giovani, ponete Gesù al centro della vostra vita. Cristo, che ha fatto della Croce un trono regale, insegni a voi, cari malati, a comprendere il valore redentivo della sofferenza vissuta in unione a Lui. Invito voi, cari sposi novelli, a porre Gesù al centro del vostro cammino matrimoniale.

[01659-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE

Giungono dolorose notizie circa la precaria situazione umanitaria della Somalia, specialmente a Mogadiscio, sempre più afflitta dall’insicurezza sociale e dalla povertà. Seguo con trepidazione l’evolversi degli eventi e faccio appello a quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché si trovino soluzioni pacifiche e si rechi sollievo a quella cara popolazione. Incoraggio, altresì, gli sforzi di quanti, pur nell’insicurezza e nel disagio, rimangono in quella regione per portare aiuto e sollievo agli abitanti.

[01660-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0611-XX.01]