L’UDIENZA GENERALE ● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - rientrato oggi definitivamente dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di S. Cirillo di Alessandria.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle!
Anche oggi, continuando il nostro itinerario che sta seguendo le tracce dei Padri della Chiesa, incontriamo una grande figura: san Cirillo di Alessandria. Legato alla controversia cristologica che portò al Concilio di Efeso del 431 e ultimo rappresentante di rilievo della tradizione alessandrina, nell’Oriente greco Cirillo fu più tardi definito "custode dell’esattezza" – da intendersi come custode della vera fede – e addirittura "sigillo dei Padri". Queste antiche espressioni esprimono bene un dato di fatto che è caratteristico di Cirillo, e cioè il costante riferimento del Vescovo di Alessandria agli autori ecclesiastici precedenti (tra questi, soprattutto Atanasio) con lo scopo di mostrare la continuità della propria teologia con la tradizione. Egli si inserisce volutamente, esplicitamente nella tradizione della Chiesa, nella quale riconosce la garanzia della continuità con gli Apostoli e con Cristo stesso. Venerato come santo sia in Oriente che in Occidente, nel 1882 san Cirillo fu proclamato dottore della Chiesa dal Papa Leone XIII, il quale contemporaneamente attribuì lo stesso titolo anche ad un altro importante esponente della patristica greca, san Cirillo di Gerusalemme. Si rivelavano così l’attenzione e l’amore per le tradizioni cristiane orientali di quel Papa, che in seguito volle proclamare dottore della Chiesa anche san Giovanni Damasceno, mostrando così che tanto la tradizione orientale quanto quella occidentale esprimono la dottrina dell’unica Chiesa di Cristo.
Le notizie sulla vita di Cirillo prima della sua elezione all’importante sede di Alessandria sono pochissime. Nipote di Teofilo, che dal 385 come Vescovo resse con mano ferma e prestigio la diocesi alessandrina, Cirillo nacque probabilmente nella stessa metropoli egiziana tra il 370 e il 380, venne presto avviato alla vita ecclesiastica e ricevette una buona educazione, sia culturale che teologica. Nel 403 era a Costantinopoli al seguito del potente zio e qui partecipò al Sinodo detto della Quercia, che depose il Vescovo della città, Giovanni (detto più tardi Crisostomo), segnando così il trionfo della sede alessandrina su quella, tradizionalmente rivale, di Costantinopoli, dove risiedeva l’imperatore. Alla morte dello zio Teofilo, l’ancora giovane Cirillo nel 412 fu eletto Vescovo dell’influente Chiesa di Alessandria, che governò con grande energia per trentadue anni, mirando sempre ad affermarne il primato in tutto l’Oriente, forte anche dei tradizionali legami con Roma.
Due o tre anni dopo, nel 417 o nel 418, il Vescovo di Alessandria si dimostrò realista nel ricomporre la rottura della comunione con Costantinopoli, che era in atto ormai dal 406 in conseguenza della deposizione del Crisostomo. Ma il vecchio contrasto con la sede costantinopolitana si riaccese una decina di anni più tardi, quando nel 428 vi fu eletto Nestorio, un autorevole e severo monaco di formazione antiochena. Il nuovo Vescovo di Costantinopoli, infatti, suscitò presto opposizioni perché nella sua predicazione preferiva per Maria il titolo di "Madre di Cristo" (Christotòkos), in luogo di quello - già molto caro alla devozione popolare - di "Madre di Dio" (Theotòkos). Motivo di questa scelta del Vescovo Nestorio era la sua adesione alla cristologia di tipo antiocheno che, per salvaguardare l’importanza dell’umanità di Cristo, finiva per affermarne la divisione dalla divinità. E così non era più vera l’unione tra Dio e l’uomo in Cristo e, naturalmente, non si poteva più parlare di "Madre di Dio".
La reazione di Cirillo – allora massimo esponente della cristologia alessandrina, che intendeva invece sottolineare fortemente l’unità della persona di Cristo – fu quasi immediata, e si dispiegò con ogni mezzo già dal 429, rivolgendosi anche con alcune lettere allo stesso Nestorio. Nella seconda (PG 77,44-49) che Cirillo gli indirizzò, nel febbraio del 430, leggiamo una chiara affermazione del dovere dei Pastori di preservare la fede del Popolo di Dio. Questo era il suo criterio, valido peraltro anche oggi: la fede del Popolo di Dio è espressione della tradizione, è garanzia della sana dottrina. Così scrive a Nistorio: "Bisogna esporre al popolo l’insegnamento e l’interpretazione della fede nel modo più irreprensibile e ricordare che chi scandalizza anche uno solo dei piccoli che credono in Cristo subirà un castigo intollerabile".
Nella stessa lettera a Nestorio – lettera che più tardi, nel 451, sarebbe stata approvata dal Concilio di Calcedonia, il quarto ecumenico – Cirillo descrive con chiarezza la sua fede cristologica: "Affermiamo così che sono diverse le nature che si sono unite in vera unità, ma da ambedue è risultato un solo Cristo e Figlio, non perché a causa dell’unità sia stata eliminata la differenza delle nature, ma piuttosto perché divinità e umanità, riunite in unione indicibile e inenarrabile, hanno prodotto per noi il solo Signore e Cristo e Figlio". E questo è importante: realmente la vera umanità e la vera divinità si uniscono in una sola Persona, il Nostro Signore Gesù Cristo. Perciò, continua il Vescovo di Alessandria, "professeremo un solo Cristo e Signore, non nel senso che adoriamo l’uomo insieme col Logos, per non insinuare l’idea della separazione col dire ‘insieme’, ma nel senso che adoriamo uno solo e lo stesso, perché non è estraneo al Logos il suo corpo, col quale siede anche accanto a suo Padre, non quasi che gli seggano accanto due figli, bensì uno solo unito con la propria carne".
E presto il Vescovo di Alessandria, grazie ad accorte alleanze, ottenne che Nestorio fosse ripetutamente condannato: da parte della sede romana, quindi con una serie di dodici anatematismi da lui stesso composti e, infine, dal Concilio tenutosi a Efeso nel 431, il terzo ecumenico. L’assemblea, svoltasi con alterne e tumultuose vicende, si concluse con il primo grande trionfo della devozione a Maria e con l’esilio del Vescovo costantinopolitano che non voleva riconoscere alla Vergine il titolo di "Madre di Dio", a causa di una cristologia sbagliata, che apportava divisione in Cristo stesso. Dopo avere così prevalso sul rivale e sulla sua dottrina, Cirillo seppe però giungere, già nel 433, a una formula teologica di compromesso e di riconciliazione con gli antiocheni. E anche questo è significativo: da una parte c’è la chiarezza della dottrina di fede, ma dall’altra anche la ricerca intensa dell’unità e della riconciliazione. Negli anni seguenti si dedicò in ogni modo a difendere e a chiarire la sua posizione teologica fino alla morte, sopraggiunta il 27 giugno del 444.
Gli scritti di Cirillo – davvero molto numerosi e diffusi con larghezza anche in diverse traduzioni latine e orientali già durante la sua vita, a testimonianza del loro immediato successo – sono di primaria importanza per la storia del cristianesimo. Importanti sono i suoi commenti a molti libri veterotestamentari e del Nuovo Testamento, tra cui l’intero Pentateuco, Isaia, i Salmi e i Vangeli di Giovanni e Luca. Rilevanti sono pure le molte opere dottrinali, in cui ricorrente è la difesa della fede trinitaria contro le tesi ariane e contro quelle di Nestorio. Base dell’insegnamento di Cirillo è la tradizione ecclesiastica, e in particolare, come ho accennato, gli scritti di Atanasio, il suo grande predecessore sulla sede alessandrina. Tra gli altri scritti di Cirillo vanno infine ricordati i libri Contro Giuliano, ultima grande risposta alle polemiche anticristiane, dettata dal Vescovo di Alessandria probabilmente negli ultimi anni della sua vita per replicare all’opera Contro i Galilei composta molti anni prima, nel 363, dall’imperatore che fu detto l’Apostata per avere abbandonato il cristianesimo nel quale era stato educato.
La fede cristiana è innanzitutto incontro con Gesù, "una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte" (Enc. Deus caritas est, 1). Di Gesù Cristo, Verbo di Dio incarnato, san Cirillo di Alessandria è stato un instancabile e fermo testimone, sottolineandone soprattutto l’unità, come ripete nel 433 nella prima lettera (PG 77,228-237) al Vescovo Succenso: "Uno solo è il Figlio, uno solo il Signore Gesù Cristo, sia prima dell’incarnazione sia dopo l’incarnazione. Infatti non era un Figlio il Logos nato da Dio Padre, e un altro quello nato dalla santa Vergine; ma crediamo che proprio Colui che è prima dei tempi è nato anche secondo la carne da una donna". Questa affermazione, al di là del suo significato dottrinale, mostra che la fede in Gesù Logos nato dal Padre è anche ben radicata nella storia perché, come afferma san Cirillo, questo stesso Gesù è venuto nel tempo con la nascita da Maria, la Theotòkos, e sarà, secondo la sua promessa, sempre con noi. E questo è importante: Dio è eterno, è nato da una donna e rimane con noi ogni giorno. In questa fiducia viviamo, in questa fiducia troviamo la strada della nostra vita.
[01363-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Dans notre itinéraire à la rencontre des Pères de l’Église, nous avons aujourd’hui la grande figure de saint Cyrille d’Alexandrie qui fut proclamé docteur de l’Église par le pape Léon XIII. Son nom est étroitement lié à la controverse théologique aboutissant, en 431, à la définition qui, au concile d’Éphèse, a donné à la Vierge Marie le titre de Theotokos, « Mère de Dieu ».
Neveu de Théophile, évêque d’Alexandrie, il prendra en 412 sa succession alors qu’il est encore jeune. Pendant 32 ans, il présidera avec une grande énergie l’Église qui lui est confiée.
Bien qu’ayant œuvré à la restauration de la communion avec le siège de Constantinople, mise à mal par la déposition de Jean Chrysostome en 403, il entre dans un vigoureux affrontement théologique avec Nestorius, élu sur ce siège en 428, dont les positions tendaient à nier l’union des natures divine et humaine dans l’unique personne du Christ. Cyrille réagit fortement en soulignant que c’est bien l’unique Logos qui est né avant tous les siècles et qui est aussi né, selon la chair, de la Vierge Marie. Pour préserver la foi du Peuple de Dieu, il demanda et obtint la déposition de son adversaire.
Par ailleurs, saint Cyrille a laissé une œuvre abondante et riche, composée du commentaire de nombreux livres bibliques, d’écrits doctrinaux et de textes apologétiques.
Je souhaite la bienvenue aux pèlerins de langue française, et je salue en particulier les jeunes du Lycée Marmoutier de Tours ainsi que le groupe d’anciens mineurs de Falck en Moselle. À la suite de saint Cyrille, je vous invite tous à vivre la foi comme une rencontre avec la personne de Jésus. Avec ma Bénédiction apostolique.
[01364-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
The subject of today’s catechesis is Saint Cyril of Alexandria, known as the "pillar of faith" and the "seal of all the Fathers". He was born somewhere between 370 and 380, and at a young age became Bishop of Alexandria. Cyril was a zealous defender of the faith. He took care to ensure that his theology was firmly situated within the tradition of the Church by referring to preceding ecclesiastical authorities, especially Athanasius. Through a series of letters countering the position of Nestorius, the Bishop of Constantinople, Cyril made a very significant contribution to Christology defending the divinity and humanity of Christ united in the one Lord, Christ and Son. He was also of utmost influence at the Council of Ephesus, supporting the recognition of the Virgin Mary as the "Mother of God". This led to the deposition of Nestorius as Bishop of Constantinople. Saint Cyril, a prolific writer whose works were read throughout the Church, was declared a Doctor of the Church by Pope Leo XIII in 1882. May our remembrance of this outstanding figure in the history of Christianity remind us that the centre of our faith is the encounter with Jesus Christ, who gives each one of us a new horizon and a decisive direction!
I am pleased to welcome the English-speaking pilgrims present at this Audience, especially those from Australia, Denmark, Scotland and the United States. In a special way I greet the Maryknoll Missionaries, the priests from the Diocese of Wheeling–Charleston, the students from the Pontifical Beda College and Deacon Candidates from the Pontifical North American College. May God continue to strengthen you as you strive to serve his people. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings of joy and peace.
[01365-02.02] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
In der Reihe der Mittwochskatechesen über die Gestalten der alten Kirche wollen wir uns heute dem heiligen Cyrill von Alexandrien zuwenden. Dieser bedeutende afrikanische Bischof verfügte über eine solide theologische Bildung, zu der sich ein hohes Maß an politischem Gespür und ein entschlossener Charakter gesellten. Er wurde im Orient das „Siegel der Väter" genannt, weil er sich in seinen Werken auf die Kontinuität der kirchlichen Lehrtradition und auf frühere geistliche Autoren, vor allem auf Athanasius, einen seiner Vorgänger auf dem Bischofsstuhl von Alexandrien, berief. Cyrill wurde vor allem durch seine Kontroverse mit Nestorius von Konstantinopel bekannt, die zum Konzil von Ephesus im Jahre 431 führte. Nestorius lehnte es ab, Maria als „Mutter Gottes" zu bezeichnen, um hervorzuheben, daß Jesus ganz Mensch war und die Erlösung durch sein Menschsein erfolgt ist. Cyrill bestand dagegen auf dem Titel „Gottesgebärerin", der die Einheit der Person Christi unterstreicht, die beide Naturen – die göttliche und die menschliche – in sich verbindet. Cyrill will uns auch sagen, daß das menschgewordene Wort Gottes in der Geschichte fortlebt. Die Gläubigen begegnen dem lebendigen Herrn: Derselbe Jesus Christus, der einst aus der Jungfrau Maria geboren wurde, bleibt als Herr und Heiland immer bei uns gegenwärtig.
Ganz herzlich grüße ich die zahlreichen deutschsprachigen Besucher. Ich kann nur einige Gruppen nennen: die große Schar der Ministranten aus dem Erzbistum Köln, die Gemeinschaft der Berliner Liebfrauenschule, die Pilger aus Trier mit Bischof Marx, die Briloner Schützen mit Weihbischof Wiesemann sowie die Kongreßteilnehmer der Katholischen Akademie in Bayern. Bleibt dem Nachfolger des Apostels Petrus verbunden und unterstützt ihn durch euer Beten und Tun! Euch allen wünsche ich eine gesegnete Zeit hier in Rom.
[01366-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En la catequesis de hoy nos centramos en la figura de san Cirilo de Alejandría. Era aún muy joven cuando fue elegido obispo de esa ciudad, que gobernó durante muchos años con gran energía. Luchó contra la predicación de Nestorio, obispo de Constantinopla, el cual, al separar en Cristo la naturaleza humana de la divina, le negaba a María el título de Madre de Dios. Cirilo, en cambio, predicaba con claridad que las dos naturalezas, humana y divina, están unidas en Cristo, sin ignorar la diferencia entre ellas, pero sin separarlas, de tal manera que hay un sólo Cristo, el Hijo de Dios, nacido de la Virgen. Nestorio fue condenado por el Concilio de Éfeso, donde se le reconoció a la Virgen el título de "Madre de Dios". Entre los numerosos e importantes escritos de san Cirilo destacan los comentarios a varios libros de la Escritura, así como las obras dedicadas a defender la fe trinitaria y a subrayar la unidad del Verbo encarnado contra las tesis arrianas y de Nestorio. San Cirilo tuvo siempre como base de su enseñanza la tradición eclesiástica, sobre todo los escritos de san Atanasio, su predecesor en la sede de Alejandría, mostrando así la continuidad de su teología con la tradición.
Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular, a los seminaristas de la diócesis de Jerez de la Frontera, con su Obispo, Monseñor Juan del Río, a los distintos grupos venidos de España, México, Costa Rica, Argentina, y de otros países latinoamericanos. Os animo a centrar vuestra vida en Cristo, Dios y hombre verdadero, y a dar un testimonio cada vez más alegre de la fe y el amor que alimentan vuestra existencia cotidiana. Muchas gracias.
[01367-04.01] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua portoghese
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua ungherese
○ Saluto in lingua ceca
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua portoghese
Saúdo também os participantes de língua portuguesa, em especial o grupo de visitantes portugueses e os brasileiros da Paróquia de Santa Teresinha de São Paulo, bem como os que provieram de diversas regiões do País. De todo o coração vos abençoo, desejando que as vossas comunidades, a começar da própria família, procurem consolidar-se pela força e à imitação da Eucaristia, donde irradia a caridade de Cristo que se dá em alimento aos fiéis! Sede seus comensais devotos e assíduos adoradores!
[01368-06.01] [Texto original: Português]
○ Saluto in lingua polacca
Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. Jutro w liturgii przypada wspomnienie świętego Franciszka z Asyżu. Naśladując Chrystusa zrezygnował z dóbr doczesnych. Uczył, że mamy być prości, pokorni i czyści, wszak odchodząc z tego świata otrzymamy jedynie nagrodę za miłość. Uczmy się od niego postawy ewangelicznego radykalizmu. Wam tu obecnym i waszym bliskim serdecznie błogosławię.
[Saluto cordialmente i pellegrini polacchi. Domani nella liturgia ricorre la memoria di san Francesco d’Assisi, il quale, imitando Cristo, ha rinunziato ai beni terreni. Egli ci ha così insegnato che dobbiamo essere semplici, umili e puri, perché lasciando questo mondo riceviamo la ricompensa per amore. Impariamo da san Francesco il comportamento del radicalismo evangelico. Benedico di cuore voi tutti qui presenti e i vostri cari.]
[01369-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua ungherese
Szeretettel köszöntöm a magyar zarándokokat, különösen is az esztergomi ferences gimnázium csoportját! A rózsafüzér hónapjában figyelmetekbe ajánlom ezt az ősi keresztény imádságot. Isten áldását kérem rátok és családjaitokra. Dicsértessék a Jézus Krisztus!
[Con affetto saluto i pellegrini ungheresi provenienti dall’Ungheria, specialmente il gruppo del liceo francescano di Esztergom. Nel mese del Rosario vi raccomando questa antica preghiera cristiana. Dio benedica voi e le vostre famiglie! Sia lodato Gesù Cristo!]
[01370-AA.01] [Testo originale: Ungherese]
○ Saluto in lingua ceca
Srdečně zdravím poutníky z farnosti Nejsvětějšího Srdce Ježíšova v Hodslavicích, která slaví sté výročí posvěcení kostela. Rád vám všem žehnám! Chvála Kristu!
[Un cordiale saluto ai pellegrini della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, di Hodslavice, che celebrano il primo centenario di consacrazione della loro Chiesa parrocchiale. Volentieri vi benedico tutti. Sia lodato Gesù Cristo!]
[01371-AA.01] [Testo originale: Ceco]
○ Saluto in lingua croata
Od srca pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način mješoviti zbor mladih "Panis Angelicus" iz Zagreba. Gledajuęi uvijek u Krista koji vas beskrajno ljubi, svojim glasom i svojim životom dajite hvalu Bogu. Hvaljen Isus i Marija!
[Di cuore saluto i pellegrini croati, in modo speciale il coro dei giovani "Panis Angelicus" di Zagabria. Guardando sempre al Cristo che vi ama infinitamente, rendete grazie a Dio con la vostra voce e con la vostra vita. Siano lodati Gesù e Maria!]
[01372-AA.01] [Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo ora un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana, in particolare alle Suore capitolari dell’Istituto Santa Caterina vergine e martire, augurando loro di continuare con fervore la loro testimonianza evangelica nella Chiesa e nel mondo. Sono lieto di accogliere i Seminaristi del Pontificio Collegio Maria Mater Ecclesiae, di Roma. Cari amici, vi auguro di rispondere con generosa fedeltà alla chiamata del Signore per prepararvi ad essere guide sicure del Popolo di Dio e generosi testimoni del Vangelo.
Il mio pensiero si rivolge infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Il luminoso esempio di san Francesco d’Assisi, di cui celebreremo domani la memoria, solleciti voi, cari giovani, a vivere sempre in piena fedeltà al Vangelo. Aiuti voi, cari ammalati, ad affrontare la sofferenza con coraggio, cercando in Cristo crocifisso serenità e conforto. Conduca voi, cari sposi novelli, a un amore sempre più profondo verso Dio e tra di voi, perché possiate sperimentare la gioia che scaturisce dal vostro reciproco dono aperto alla vita.
[01373-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0510-XX.01]