Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


L’UDIENZA GENERALE, 06.06.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

APPELLO DEL SANTO PADRE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, continuando il ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, il Papa si è soffermato sulla figura di San Cipriano.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

Al termine dell’Udienza il Papa ha pronunciato un appello per il G-8.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

nella serie delle nostre catechesi su grandi personalità della Chiesa antica, arriviamo oggi a un eccellente Vescovo africano del III secolo, san Cipriano, che "fu il primo vescovo che in Africa conseguì la corona del martirio". In pari grado la sua fama - come attesta il diacono Ponzio, che per primo ne scrisse la vita - è legata alla produzione letteraria e all'attività pastorale dei tredici anni che intercorrono fra la sua conversione e il martirio (cfr Vita 19,1; 1,1). Nato a Cartagine da ricca famiglia pagana, dopo una giovinezza dissipata Cipriano si converte al cristianesimo all’età di 35 anni. Egli stesso racconta il suo itinerario spirituale: "Quando ancora giacevo come in una notte oscura", scrive alcuni mesi dopo il battesimo, "mi appariva estremamente difficile e faticoso compiere quello che la misericordia di Dio mi proponeva... Ero legato dai moltissimi errori della mia vita passata, e non credevo di potermene liberare, tanto assecondavo i vizi e favorivo i miei cattivi desideri... Ma poi, con l’aiuto dell’acqua rigeneratrice, fu lavata la miseria della mia vita precedente; una luce sovrana si diffuse nel mio cuore; una seconda nascita mi restaurò in un essere interamente nuovo. In modo meraviglioso cominciò allora a dissiparsi ogni dubbio... Comprendevo chiaramente che era terreno quello che prima viveva in me, nella schiavitù dei vizi della carne, ed era invece divino e celeste ciò che lo Spirito Santo in me aveva ormai generato" (A Donato, 3-4).

Subito dopo la conversione, Cipriano - non senza invidie e resistenze - viene eletto all’ufficio sacerdotale e alla dignità di Vescovo. Nel breve periodo del suo episcopato affronta le prime due persecuzioni sancite da un editto imperiale, quella di Decio (250) e quella di Valeriano (257 -258). Dopo la persecuzione particolarmente crudele di Decio il Vescovo dovette impegnarsi strenuamente per riportare la disciplina nella comunità cristiana. Molti fedeli, infatti, avevano abiurato, o comunque non avevano tenuto un contegno corretto dinanzi alla prova. Erano i cosiddetti lapsi - cioè i ‘caduti’ -, che desideravano ardentemente rientrare nella comunità. Il dibattito sulla loro riammissione giunse a dividere i cristiani di Cartagine in lassisti e rigoristi. A queste difficoltà occorre aggiungere una grave pestilenza che sconvolse l’Africa e pose interrogativi teologici angosciosi sia all’interno della comunità sia nel confronto con i pagani. Bisogna ricordare, infine, la controversia fra Cipriano e il vescovo di Roma, Stefano, circa la validità del battesimo amministrato ai pagani da cristiani eretici.

In queste circostanze realmente difficili Cipriano rivelò elette doti di governo: fu severo, ma non inflessibile con i lapsi, accordando loro la possibilità del perdono dopo una penitenza esemplare; davanti a Roma fu fermo nel difendere le sane tradizioni della Chiesa africana; fu umanissimo e pervaso dal più autentico spirito evangelico nell’esortare i cristiani all’aiuto fraterno dei pagani durante la pestilenza; seppe tenere la giusta misura nel ricordare ai fedeli - troppo timorosi di perdere la vita e i beni terreni - che per loro la vera vita e i veri beni non sono quelli di questo mondo; fu irremovibile nel combattere i costumi corrotti e i peccati che devastavano la vita morale, soprattutto l’avarizia. "Passava così le sue giornate", racconta a questo punto il diacono Ponzio, "quand’ecco che - per ordine del proconsole - giunse improvvisamente alla sua villa il capo della polizia" (Vita, 15,1). In quel giorno il santo vescovo fu arrestato, e dopo un breve interrogatorio affrontò coraggiosamente il martirio in mezzo al suo popolo.

Cipriano compose numerosi trattati e lettere, sempre legati al suo ministero pastorale. Poco incline alla speculazione teologica, scriveva soprattutto per l’edificazione della comunità e per il buon comportamento dei fedeli. Di fatto, la Chiesa è il tema che gli è di gran lunga più caro. Distingue tra Chiesa visibile, gerarchica, e Chiesa invisibile, mistica, ma afferma con forza che la Chiesa è una sola, fondata su Pietro. Non si stanca di ripetere che "chi abbandona la cattedra di Pietro, su cui è fondata la Chiesa, si illude di restare nella Chiesa" (L’unità della Chiesa cattolica, 4). Cipriano sa bene, e lo ha formulato con parole forti, che "fuori della Chiesa non c'è salvezza" (Epistola 4,4 e 73,21), e che "non può avere Dio come padre chi non ha la Chiesa come madre" (L’unità della Chiesa cattolica,4). Caratteristica irrinunciabile della Chiesa è l’unità, simboleggiata dalla tunica di Cristo senza cuciture (ibid., 7): unità della quale dice che trova il suo fondamento in Pietro (ibid., 4) e la sua perfetta realizzazione nell’Eucaristia (Epistola 63,13). "Vi è un solo Dio, un solo Cristo", ammonisce Cipriano, "una sola è la sua Chiesa, una sola fede, un solo popolo cristiano, stretto in salda unità dal cemento della concordia: e non si può separare ciò che è uno per natura" (L’unità della Chiesa cattolica, 23).

Abbiamo parlato del suo pensiero riguardante la Chiesa, ma non si deve trascurare, infine, l’insegnamento di Cipriano sulla preghiera. Io amo particolarmente il suo libro sul «Padre Nostro», che mi ha aiutato molto a capire meglio e a recitare meglio la «preghiera del Signore»: Cipriano insegna come proprio nel «Padre Nostro» è donato al cristiano il retto modo di pregare; e sottolinea che tale preghiera è al plurale, "affinché colui che prega non preghi unicamente per sé. La nostra preghiera — scrive — è pubblica e comunitaria e, quando noi preghiamo, non preghiamo per uno solo, ma per tutto il popolo, perché con tutto il popolo noi siamo una cosa sola" (L’orazione del Signore 8). Così preghiera personale e liturgica appaiono robustamente legate tra loro. La loro unità proviene dal fatto che esse rispondono alla medesima Parola di Dio. Il cristiano non dice "Padre mio", ma "Padre nostro", fin nel segreto della camera chiusa, perché sa che in ogni luogo, in ogni circostanza, egli è membro di uno stesso Corpo.

"Preghiamo dunque, fratelli amatissimi", scrive il Vescovo di Cartagine, "come Dio, il Maestro, ci ha insegnato. E’ preghiera confidenziale e intima pregare Dio con ciò che è suo, far salire alle sue orecchie la preghiera di Cristo. Riconosca il Padre le parole del suo Figlio, quando diciamo una preghiera: colui che abita interiormente nell’animo sia presente anche nella voce... Quando si prega, inoltre, si abbia un modo di parlare e di pregare che, con disciplina, mantenga calma e riservatezza. Pensiamo che siamo davanti allo sguardo di Dio. Bisogna essere graditi agli occhi divini sia con l’atteggiamento del corpo che col tono della voce... E quando ci riuniamo insieme con i fratelli e celebriamo i sacrifici divini con il sacerdote di Dio, dobbiamo ricordarci del timore reverenziale e della disciplina, non dare al vento qua e là le nostre preghiere con voci scomposte, né scagliare con tumultuosa verbosità una richiesta che va raccomandata a Dio con moderazione, perché Dio è ascoltatore non della voce, ma del cuore (non vocis sed cordis auditor est)" (3-4). Si tratta di parole che restano valide anche oggi e ci aiutano a celebrare bene la Santa Liturgia.

In definitiva, Cipriano si colloca alle origini di quella feconda tradizione teologico-spirituale che vede nel ‘cuore’ il luogo privilegiato della preghiera. Stando alla Bibbia e ai Padri, infatti, il cuore è l’intimo dell’uomo, il luogo dove abita Dio. In esso si compie quell’incontro nel quale Dio parla all’uomo, e l’uomo ascolta Dio; l’uomo parla a Dio, e Dio ascolta l’uomo: il tutto attraverso l’unica Parola divina. Precisamente in questo senso - riecheggiando Cipriano - Smaragdo, abate di San Michele alla Mosa nei primi anni del nono secolo, attesta che la preghiera "è opera del cuore, non delle labbra, perché Dio guarda non alle parole, ma al cuore dell’orante" (Il diadema dei monaci, l).

Carissimi, facciamo nostro questo "cuore in ascolto", di cui ci parlano la Bibbia (cfr 1 Re 3,9) e i Padri: ne abbiamo tanto bisogno! Solo così potremo sperimentare in pienezza che Dio è il nostro Padre, e che la Chiesa, la santa Sposa di Cristo, è veramente la nostra Madre.

[00816-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Cyprien « fut le premier évêque en Afrique à recevoir la couronne du martyre ». Né à Carthage dans une riche famille païenne, il se convertit à la foi chrétienne à l’âge de 35 ans et il fut aussitôt appelé à l’ordination sacerdotale et à l’épiscopat. Comme évêque, il dut affronter les deux persécutions de Dèce et de Valérien et, dans ce cadre, la difficile situation des lapsi, ces chrétiens qui avaient renié leur foi pendant la persécution et qui demandaient à être réintégrés dans l’Église. Cyprien leur accorda la possibilité du pardon après une pénitence exemplaire.

Il écrivit plusieurs traités et de nombreuses lettres, toujours en rapport avec son ministère pastoral. L’Église y apparaît comme son thème le plus cher. Cyprien ne se lasse pas d’exhorter à l’unité de l’Église, fondée sur la chaire de Pierre, déclarant qu’il « n’y a pas de salut hors de l’Église » et qu’ « on ne peut avoir Dieu pour père si l’on n’a pas l’Église pour mère ». Retenons également son enseignement sur la prière du Notre Père, montrant combien la prière du chrétien est publique et communautaire, en même temps qu’elle est l’œuvre du cœur de l’homme, le lieu où Dieu habite.

J’accueille avec plaisir les pèlerins de langue française, en particulier tous les jeunes présents ce matin. À l’exemple de saint Cyprien, soyez des hommes et des femmes de prière, attentifs à la présence de Dieu, à l’écoute de sa Parole et au service de vos frères. Bon pèlerinage  à tous !

[00817-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In our catechesis on the Fathers of the early Church, we now turn to Saint Cyprian. A convert from paganism, Cyprian became the Bishop of Carthage and guided the Church in Africa through the persecution of the Emperor Decius and its aftermath. He showed firmness and pastoral sensitivity in readmitting, after due penance, those Christians who had lapsed during the persecution, and he worked strenuously for the spiritual and moral renewal of the community. His many writings, closely linked to his ministry as Bishop, stress the unity of Christ’s Church, founded on Peter and most perfectly realized in the sacrament of the Eucharist. Cyprian is also known for his writings on prayer, and in particular his commentary on the Our Father. There he emphasizes both the public, communal nature of Christian prayer, and the importance of a personal "prayer of the heart". Cyprian’s devotion to the word of God and his love for the Church found supreme expression in his death as a martyr during the persecution of Valerian. May his example and teaching help us to draw nearer to the Lord in prayer and in the unity of his Body, the Church.

I am pleased to greet the officers and cadets from the New York Maritime College and the members of the European Ophthalmic Pathology Society. I am also happy to welcome the pilgrims who have travelled to Rome for the Canonizations last Sunday. May we all continue to be inspired by the lives of these saints. Upon all the English-speaking visitors present at today’s Audience, especially those from Finland, England, Scotland, New Zealand and the United States of America, I cordially invoke God’s blessings of joy and peace.

[00818-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Der heilige Märtyrerbischof Cyprian, dem die heutige Katechese gewidmet ist, stammte aus einer wohlhabenden heidnischen Familie in Karthago. Nach einer ausschweifenden Jugend bekehrte er sich mit 35 Jahren und wurde schon kurz nach seiner Taufe zum Bischof geweiht. In seine Amtszeit fielen zwei schwere Christenverfolgungen. Damals gaben viele Christen dem Druck nach und opferten den heidnischen Göttern. Wegen der Wiederaufnahme dieser lapsi – der vom Glauben Abgefallenen – spaltete sich die Christengemeinde in Karthago. Bischof Cyprian erwies sich hier als ein gerechter Hirte, der die Apostaten nicht verdammte, sondern zur Umkehr und Buße aufrief. Als dann eine Pest ausbrach, ermahnte er die Christen zu brüderlicher Hilfe.

Die Briefe und Schriften des heiligen Cyprian befassen sich vor allem mit der Kirche und mit dem Gebet. Die sichtbare Kirche hat viele Ämter, und doch bildet sie eine Einheit, die auf Petrus gründet und ihre vollkommene Verwirklichung in der einen Eucharistie findet. Zudem lebt die Kirche durch das Gebet, das – auch wenn es privat verrichtet wird – immer einen Gemeinschaftsbezug hat. Auch als einzelne beten wir: „Vater unser", und nicht etwa „mein Vater", weil wir wissen, daß wir immer und überall Glieder des einen Leibes der Kirche sind. Christus selbst hat uns dieses Gebet gelehrt: Es ist ein Zeichen inniger Vertrautheit, Gott mit den von ihm selbst geoffenbarten Worten anzusprechen.

Ganz herzlich heiße ich die Audienzbesucher deutscher Sprache willkommen, besonders die Pilgergruppe des internationalen Hilfswerks „Kirche in Not" wie auch den „Fränkischen Kreis" katholischer Unternehmer. Bitten wir Gott, daß er uns ein hörendes Herz gebe (vgl. 1 Kön 3, 9), daß wir seinen Willen erkennen und verstehen lernen, daß Gott unser Vater und die Kirche, die Braut Christi, wirklich unsere Mutter ist. Euch alle schütze und führe der gütige Herr in diesen Tagen mit seiner Gnade und seinem Segen!

[00819-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

San Cipriano nació en Cartago, en una rica familia pagana. Después de su conversión, a los 35 años de edad, fue ordenado sacerdote y luego obispo. Durante su episcopado tuvo que afrontar muchas dificultades, como las persecuciones de los emperadores Decio y Valeriano, mostrando así sus grandes dotes de gobierno. Con los fieles que habían claudicado ante la prueba - los lapsi, es decir, "caídos" -, fue severo pero no inflexible, concediéndoles el perdón después de una penitencia ejemplar. Durante la peste que asoló África, manifestó todo su espíritu de caridad invitando a los cristianos a socorrer también a los paganos.

Cipriano escribió numerosos tratados y cartas, con el deseo de edificar a la comunidad y exhortar a los fieles al buen comportamiento. El tema de la Iglesia era muy querido para él. La unidad es su característica irrenunciable: unidad que se fundamenta en Pedro y que se realiza en la Eucaristía. En su tratado sobre la oración del Padre nuestro, anima a rezar usando las palabras con moderación, porque Dios no escucha las palabras sino el corazón. El corazón es lo más íntimo donde Dios habla al hombre y el hombre habla a Dios; es, pues, el lugar privilegiado de la oración.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular, a las Hijas de María Auxiliadora y al grupo de las Obras Misionales Pontificias. Saludo también a los demás peregrinos de España, México, El Salvador, Argentina y de otros Países latinoamericanos. Siguiendo las enseñanzas de san Cipriano, abramos nuestro corazón a la oración para experimentar plenamente que Dios es nuestro Padre y que la Iglesia, la santa Esposa de Cristo, es verdaderamente nuestra Madre.

[00820-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese

Uma saudação especial aos peregrinos vindos de Portugal, especialmente o grupo de jovens do Arciprestado de Carrazeda de Ansiães, e do Brasil um grupo de visitantes. Que a visita à cidade onde foram martirizados os Apóstolos São Pedro e São Paulo reavive a vossa fé em Cristo Jesus, que por amor nos redimiu e nos chamou a ser filhos de Deus e a viver como irmãos na justiça e na paz. A todos, de coração, dou a minha Bênção, que faço extensiva aos vossos familiares e amigos.

[00821-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów polskich. Jutro przypada Uroczystość Bożego Ciała. Idąc w procesji za Chrystusem przypominajmy wszystkim, że Jezus obecny w Eucharystii w swoim Ciele i Krwi, jest z nami „przez wszystkie dni, aż do skończenia świata" (Mt 28, 20). Niech to spotkanie z Chrystusem przemienia wasze życie. Wam tu obecnym i uczestnikom jutrzejszych procesji serdecznie błogosławię.

[Saluto i pellegrini polacchi. Domani è la Solennità del Ss.mo Corpo e Sangue di Cristo. Andando in processione dietro Cristo, presente nell’Eucaristia, Suo Corpo e Sangue, noi ricordiamo a tutti che Egli è con noi "tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Che questo incontro cambi la vostra vita. A tutti voi qui presenti e a tutti coloro che domani parteciperanno alla processione, giunga la mia benedizione.]

[00822-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua croata

Srdačno pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a posebno studente Filozofskoga i Teološkoga Fakulteta Družbe Isusove iz Zagreba te vjernike župe svetoga Petra iz istoga grada. Neka blagovanje Kristova Tijela vaš život uvijek sve više suobličava Njemu koji nas je ljubio do kraja! Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto cordialmente i pellegrini croati, particolarmente gli studenti della Facoltà di Filosofia e Teologia della Compagnia di Gesù di Zagreb e i fedeli della parrocchia di san Pietro della stessa città. La comunione al Corpo di Cristo conformi la vostra vita sempre di più a Lui che ci ha amati sino alla fine! Siano lodati Gesù e Maria!]

[00823-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, elsősorban azokat, akik Szatmárról jöttek. Zarándoklatotok Rómába, Szent Péter és Pál apostol városába, erősítse meg hiteteket és az Egyházhoz való hűségteket. Ezzel a jókívánsággal adom áldásomat Rátok és családjaitokra. Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Saluto cordialmente ii fedeli ungheresi provenienti di Satu Mare. Il vostro pellegrinaggio a Roma, alla Città consacrata dai santi Apostoli Pietro e Paolo, rafforzi la vostra fede e la vostra fedeltà alla Chiesa. A voi e a tutti che vi sono cari, imparto la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00824-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua slovacca

S láskou vítam pútnikov z Bratislavy a Nitry. Bratia a sestry, Kristus je cesta k Otcovi a v Eucharistii sa ponúka každému z nás ako prameň božského života. Čerpajme vytrvalo z toho prameňa. S týmto želaním žehnám vás i vašich drahých vo vlasti. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Un affettuoso benvenuto ai pellegrini provenienti da Bratislava e Nitra. Fratelli e sorelle, Cristo è la via che conduce al Padre e nell’Eucaristia si offre ad ognuno di noi come sorgente di vita divina. Attingiamone con perseveranza. Con questi voti benedico voi ed i vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

[00825-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli provenienti da Margherita di Savoia, che ricordano il 250° anniversario di fondazione della parrocchia del Santissimo Salvatore. Cari amici, auspico che questa fausta ricorrenza susciti in ciascuno un rinnovato impegno di adesione a Cristo e di coraggiosa testimonianza evangelica. Saluto, poi, la Brigata aeromobile "Friuli" di Bologna, che ha partecipato a diverse missioni di pace, distinguendosi per la generosa attenzione verso le popolazioni più bisognose.

Saluto infine i giovani, i malati e gli sposi novelli. Il mese di giugno è dedicato al Sacro Cuore di Gesù. Soffermiamoci spesso a contemplare questo Cuore che è la sorgente dell’Amore divino.

Voi, cari giovani, alla scuola del Cuore di Cristo imparate ad assumere con serietà le responsabilità che vi attendono. Voi, cari malati, trovate in questa fonte inesauribile la serenità per compier sempre la volontà di Dio. E voi, cari sposi novelli, restate fedeli all’amore di Dio che è fondamento e sostegno del vostro amore coniugale.

[00826-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO DEL SANTO PADRE

  Testo in lingua italiana

  Testo in lingua inglese

  Testo in lingua italiana

Oggi è iniziato a Heiligendamm, Germania, sotto la Presidenza della Repubblica Federale di Germania, il Vertice Annuale dei Capi di Stato e di Governo del G-8 - cioè i sette Paesi più industrializzati del mondo più la Federazione Russa. Lo scorso 16 dicembre ebbi occasione di scrivere alla Cancelliere Angela Merkel ringraziandola, a nome della Chiesa cattolica, per la decisione di conservare all’ordine del giorno del G-8 il tema della povertà nel mondo, con particolare attenzione all’Africa. La Dottoressa Merkel mi rispose cortesemente il 2 febbraio scorso, assicurandomi circa l’impegno del G-8 nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio. Vorrei ora rivolgere un nuovo appello ai leader riuniti a Heiligendamm, affinché non vengano meno alle promesse di aumentare sostanzialmente l’aiuto allo sviluppo, in favore delle popolazioni più bisognose, soprattutto quelle del Continente Africano.

In tale senso, speciale attenzione merita il secondo grande obiettivo del millennio: "il raggiungimento dell’educazione primaria per tutti; l’assicurazione che ogni ragazzo e ragazza completi l’intero corso della scuola primaria entro il 2015". Questo obiettivo è parte integrale del raggiungimento di tutti gli altri obiettivi del millennio; è garanzia del consolidamento degli obiettivi raggiunti; è punto di partenza dei processi autonomi e sostenibili di sviluppo.

Non si deve dimenticare che la Chiesa cattolica è stata sempre in prima linea nel campo dell’educazione, arrivando, particolarmente nei Paesi più poveri, là dove le strutture statali spesso non riescono ad arrivare. Altre Chiese cristiane, gruppi religiosi e organizzazioni della società civile condividono tale impegno educativo. E’ una realtà che, in applicazione del principio di sussidiarietà, i Governi e le Organizzazioni internazionali sono chiamati a riconoscere, a valorizzare e a sostenere, anche mediante l’erogazione di adeguati contributi finanziari. Speriamo che si lavori seriamente per il raggiungimento di questi obiettivi.

[00830-01.01] [Testo originale: Italiano]

  Testo in lingua inglese

Today in Heiligendamm, Germany, under the Presidency of the Federal Republic of Germany, the Annual Summit of Heads of State and Heads of Government of the G8 – that is, the seven most industrialized countries of the world plus the Russian Federation – has begun. On 16 December last I had occasion to write to Chancellor Angela Merkel, thanking her, in the name of the Catholic Church, for the decision to keep the theme of world poverty on the agenda of the G8, with specific reference to Africa. Doctor Merkel kindly replied to me on 2 February last, assuring me of the G8’s commitment to attaining the Millennium Development Goals. Now, I should like to make a further appeal to the leaders meeting at Heiligendamm, not to retreat from their promises to make a substantial increase in development aid in favour of the most needy populations, especially those of the African Continent.

In this regard, the second Millennium goal merits special attention: "to achieve universal primary education – to ensure that all boys and girls complete a full course of primary schooling by 2015". This is an integral part of the attainment of all the other Millennium Goals: it is a guarantee of the consolidation of goals already reached; it is the starting-point for autonomous and sustainable processes of development.

It must not be forgotten that the Catholic Church has always been at the forefront in the field of education, reaching places, particularly in the poorest countries, that State structures often fail to reach. Other Christian Churches, religious groups and organizations of civil society share this educational commitment. According to the principle of subsidiarity, this reality should be recognized, valued and supported by Governments and International Organizations, among other things by the allocation of sufficient funding, so that greater efficacy may be guaranteed in the attainment of the Millennium Development Goals. Let us hope that serious efforts be made to reach these objectives.

[00830-02.01] [Original text: English]

[B0307-XX.01]