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L’UDIENZA GENERALE, 14.03.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre Benedetto XVI ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa, continuando il nuovo ciclo di catechesi sui Padri Apostolici, si è soffermato sulla figura di Sant’Ignazio di Antiochia.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle!

Come abbiamo già fatto mercoledì, parliamo delle personalità della Chiesa nascente. La scorsa settimana abbiamo parlato di Papa Clemente I, terzo Successore di San Pietro. Oggi parliamo di sant'Ignazio, che è stato il terzo Vescovo di Antiochia, dal 70 al 107, data del suo martirio. In quel tempo Roma, Alessandria e Antiochia erano le tre grandi metropoli dell'impero romano. Il Concilio di Nicea parla di tre «primati»: quello di Roma, ma anche Alessandria e Antiochia partecipano, in un certo senso, a un «primato». Sant'Ignazio era Vescovo di Antiochia, che oggi si trova in Turchia. Qui, in Antiochia, come sappiamo dagli Atti degli Apostoli, sorse una comunità cristiana fiorente: primo Vescovo ne fu l'apostolo Pietro – così ci dice la tradizione -, e lì "per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani" (At 11,26). Eusebio di Cesarea, uno storico del IV secolo, dedica un intero capitolo della sua Storia Ecclesiastica alla vita e all'opera letteraria di Ignazio (3,36). "Dalla Siria", egli scrive, "Ignazio fu mandato a Roma per essere gettato in pasto alle belve, a causa della testimonianza da lui resa a Cristo. Compiendo il suo viaggio attraverso l'Asia, sotto la custodia severa delle guardie" (che lui chiama "dieci leopardi" nella sua Lettera ai Romani 5,1), "nelle singole città dove sostava, con prediche e ammonizioni, andava rinsaldando le Chiese; soprattutto esortava, col calore più vivo, di guardarsi dalle eresie, che allora cominciavano a pullulare, e raccomandava di non staccarsi dalla tradizione apostolica". La prima tappa del viaggio di Ignazio verso il martirio fu la città di Smirne, dove era Vescovo san Policarpo, discepolo di san Giovanni. Qui Ignazio scrisse quattro lettere, rispettivamente alle Chiese di Efeso, di Magnesia, di Tralli e di Roma. "Partito da Smirne", prosegue Eusebio, "Ignazio venne a Troade, e di là spedì nuove lettere": due alle Chiese di Filadelfia e di Smirne, e una al Vescovo Policarpo. Eusebio completa così l'elenco delle lettere, che sono venute a noi dalla Chiesa del primo secolo come un prezioso tesoro. Leggendo questi testi si sente la freschezza della fede della generazione che ancora aveva conosciuto gli Apostoli. Si sente anche in queste lettere l'amore ardente di un santo. Finalmente da Troade il martire giunse a Roma, dove, nell'Anfiteatro Flavio, venne dato in pasto alle bestie feroci.

Nessun Padre della Chiesa ha espresso con l'intensità di Ignazio l’anelito all'unione con Cristo e alla vita in Lui. Perciò abbiamo letto il brano Vangelo sulla vigna, che secondo il vangelo di Giovanni è Gesù. In realtà, confluiscono in Ignazio due "correnti" spirituali: quella di Paolo, tutta tesa all’unione con Cristo, e quella di Giovanni, concentrata sulla vita in Lui. A loro volta, queste due correnti sfociano nell’imitazione di Cristo, più volte proclamato da Ignazio come "il mio" o "il nostro Dio". Così Ignazio supplica i cristiani di Roma di non impedire il suo martirio, perché è impaziente di "congiungersi con Gesù Cristo". E spiega: "E' bello per me morire andando verso (eis) Gesù Cristo, piuttosto che regnare sino ai confini della terra. Cerco lui, che è morto per me, voglio lui, che è risorto per noi... Lasciate che io sia imitatore della Passione del mio Dio!" (Romani 5-6). Si può cogliere in queste espressioni brucianti d'amore lo spiccato "realismo" cristologico tipico della Chiesa di Antiochia, più che mai attento all'incarnazione del Figlio di Dio e alla sua vera e concreta umanità: Gesù Cristo, scrive Ignazio agli Smirnesi, "è realmente dalla stirpe di Davide", "realmente è nato da una vergine", "realmente fu inchiodato per noi" (1,1).

L'irresistibile tensione di Ignazio verso l'unione con Cristo fonda una vera e propria "mistica dell'unità". Egli stesso si definisce "un uomo al quale è affidato il compito dell'unità" (Filadelfiesi 8,1). Per Ignazio l'unità è anzitutto una prerogativa di Dio, che esistendo in tre Persone è Uno in assoluta unità. Egli ripete spesso che Dio è unità, e che solo in Dio essa si trova allo stato puro e originario. L'unità da realizzare su questa terra da parte dei cristiani non è altro che un'imitazione, il più possibile conforme all'archétipo divino. In questo modo Ignazio giunge a elaborare una visione della Chiesa, che richiama da vicino alcune espressioni della Lettera ai Corinti di Clemente Romano. "E' bene per voi", scrive per esempio ai cristiani di Efeso, "procedere insieme d'accordo col pensiero del vescovo, cosa che già fate. Infatti il vostro collegio dei presbiteri, giustamente famoso, degno di Dio, è così armonicamente unito al vescovo come le corde alla cetra. Per questo nella vostra concordia e nel vostro amore sinfonico Gesù Cristo è cantato. E così voi, ad uno ad uno, diventate coro, affinché nella sinfonia della concordia, dopo aver preso il tono di Dio nell'unità, cantiate a una sola voce" (4,1-2). E dopo aver raccomandato agli Smirnesi di non "intraprendere nulla di ciò che riguarda la Chiesa senza il vescovo" (8,1), confida a Policarpo: "Io offro la mia vita per quelli che sono sottomessi al vescovo, ai presbiteri e ai diaconi. Possa io con loro avere parte con Dio. Lavorate insieme gli uni per gli altri, lottate insieme, correte insieme, soffrite insieme, dormite e vegliate insieme come amministratori di Dio, suoi assessori e servi. Cercate di piacere a Colui per il quale militate e dal quale ricevete la mercede. Nessuno di voi sia trovato disertore. Il vostro battesimo rimanga come uno scudo, la fede come un elmo, la carità come una lancia, la pazienza come un'armatura" (6,1-2).

Complessivamente si può cogliere nelle Lettere di Ignazio una sorta di dialettica costante e feconda tra due aspetti caratteristici della vita cristiana: da una parte la struttura gerarchica della comunità ecclesiale, e dall’altra l'unità fondamentale che lega fra loro tutti i fedeli in Cristo. Di conseguenza, i ruoli non si possono contrapporre. Al contrario, l'insistenza sulla comunione dei credenti tra loro e con i propri pastori è continuamente riformulata attraverso eloquenti immagini e analogie: la cetra, le corde, l'intonazione, il concerto, la sinfonia. E’ evidente la responsabilità peculiare dei vescovi, dei presbiteri e dei diaconi nell'edificazione della comunità. Vale anzitutto per loro l'invito all'amore e all'unità. "Siate una cosa sola", scrive Ignazio ai Magnesi, riprendendo la preghiera di Gesù nell'Ultima Cena: "Un'unica supplica, un'unica mente, un'unica speranza nell'amore... Accorrete tutti a Gesù Cristo come all'unico tempio di Dio, come all'unico altare: egli è uno, e procedendo dall'unico Padre, è rimasto a Lui unito, e a Lui è ritornato nell'unità" (7,1-2). Ignazio, per primo nella letteratura cristiana, attribuisce alla Chiesa l'aggettivo "cattolica", cioè "universale": "Dove è Gesù Cristo", egli afferma, "lì è la Chiesa cattolica" (Smirnesi 8,2). E proprio nel servizio di unità alla Chiesa cattolica, la comunità cristiana di Roma esercita una sorta di primato nell’amore: "In Roma essa presiede degna di Dio, venerabile, degna di essere chiamata beata... Presiede alla carità, che ha la legge di Cristo e porta il nome del Padre" (Romani, prologo).

Come si vede, Ignazio è veramente il "dottore dell'unità": unità di Dio e unità di Cristo (a dispetto delle varie eresie che iniziavano a circolare e dividevano l’uomo e Dio in Cristo), unità della Chiesa, unità dei fedeli "nella fede e nella carità, delle quali non vi è nulla di più eccellente" (Smirnesi 6,1). In definitiva, il "realismo" di Ignazio invita i fedeli di ieri e di oggi, invita noi tutti a una sintesi progressiva tra configurazione a Cristo (unione con Lui, vita in Lui) e dedizione alla sua Chiesa (unità con il Vescovo, servizio generoso alla comunità e al mondo). Insomma, occorre pervenire a una sintesi tra comunione della Chiesa all’interno di sè e missione proclamazione del Vangelo per gli altri, fino a che attraverso una dimensione parli l'altra, e i credenti siano sempre più "nel possesso di quello spirito indiviso, che è Gesù Cristo stesso" (Magnesi 15). Implorando dal Signore questa "grazia di unità", e nella convinzione di presiedere alla carità di tutta la Chiesa (cfr. Romani, prologo), rivolgo a voi lo stesso augurio che conclude la lettera di Ignazio ai cristiani di Tralli: "Amatevi l'un l'altro con cuore non diviso. Il mio spirito si offre in sacrificio per voi, non solo ora, ma anche quando avrà raggiunto Dio... In Cristo possiate essere trovati senza macchia" (13). E preghiamo affinché il Signore ci aiuti a raggiungere questa unità e ad essere trovati finalmente senza macchia, perché è l'amore che purifica le anime.

[00349-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Nous nous intéressons aujourd’hui à la figure de saint Ignace, évêque d’Antioche de Syrie de 70 à 107. Antioche est aujourd’hui située en Turquie; l’apôtre Pierre en fut le premier évêque. Condamné à être livré aux bêtes, saint Ignace est conduit à Rome pour y subir le martyre, dans lequel il voit le moyen d’être pleinement configuré à son Seigneur. Il profite de son passage dans différentes villes d’Asie pour y affermir la foi des chrétiens.

C’est au cours de son transfert qu’il rédige sept lettres à différentes Églises. Il y définit la vie chrétienne comme une imitation du Christ. « Accourrez tous à Jésus Christ comme à l’unique Temple de Dieu» (Magn.7,2) écrit-il. Saint Ignace est le « Docteur de l’unité » : unité de Dieu, unité du Christ, unité de l’Église et unité entre les disciples, pour laquelle il multiplie les images et les comparaisons : les cordes de la cithare, l’unité des voix dans le chant, l’accord des instruments. Les croyants doivent vivre « dans la possession de l’esprit indivis, qui est Jésus Christ lui-même » (Magn. 15).

Partageant « une seule prière, un seul esprit, une seule espérance dans la charité » (Magn. 7,1), les chrétiens sont invités à développer en eux ce sens de l’unité. À ses correspondants comme à nous, saint Ignace dit : « Travaillez ensemble les uns pour les autres, luttez ensemble, courez ensemble» (Poly. 6,1).

Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier les jeunes, les Petites Sœurs de Jésus en session de renouveau et les membres de l’Association internationale des Charités contre les pauvretés. Je vous invite à trouver dans l’unité entre vous le dynamisme et la force pour témoigner de l’amour du Christ. Avec ma Bénédiction apostolique.

[00350-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

The subject of today’s catechesis is Saint Ignatius of Antioch. He was the third Bishop of Antioch in Syria, from the year 70 (seventy) to 107 (one hundred and seven). While travelling to Rome to face martyrdom, he urged the Christian communities, through preaching and letters, to be on their guard against emerging heresies, to remain faithful to the apostolic tradition, and to maintain ecclesial harmony and co-operation.

Among the Fathers of the Church, Ignatius is renowned for his intense desire for union with Christ, even pleading that his martyrdom come quickly in order to be with Jesus. Ignatius taught that unity is a prerogative of God, and so for Christians is an imitation of the divine. In his letters, he insists on communion among believers and with their Bishops. Such harmony precludes any sense of opposition between ecclesial roles and instead echoes Christ’s prayer: ‘that they may be one’ (cf. Jn 17).

Little wonder that Ignatius is called the ‘doctor of unity’. His ‘realism’ still prompts believers today to seek configuration to Christ and dedication to his Church through communion with our Bishops and generous service to our communities and the world. Let us beseech the Lord for the grace of unity, and strive to live the fullness of communion and mission!

I welcome all the English speaking visitors present today, including the Cardinals and Bishops of the Vox Clara committee, gathered in Rome to advise the Congregation for Divine Worship on the new English translation of the Roman Missal. I thank them and their assistants for their important work. Upon all of you I invoke God’s abundant blessings of joy and peace.

[00351-02.02] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Die heutige Katechese ist dem Kirchenvater Ignatius von Antiochien gewidmet. Dank einer von Eusebius von Cäsarea verfaßten Lebensbeschreibung wissen wir, daß Ignatius über drei Jahrzehnte als Bischof vorbildlich für die christliche Gemeinde in der antiken Metropole Antiochien sorgte. Aufgrund seines mutigen Bekenntnisses wurde er in Zeiten der Verfolgung zum Tode verurteilt und als Gefangener nach Rom überstellt. Während dieser Reise wandte er sich mit Briefen an Gemeinden und an Mitbrüder im Bischofsamt. Sieben dieser kostbaren Texte, aus denen die Glaubenskraft und die Hirtensorge eines Nachfolgers der Apostel spricht, sind uns erhalten.

Das Hauptaugenmerk der Briefe des Ignatius liegt auf der Einheit mit Christus und auf der Einheit in der Kirche. Wie der Evangelist Johannes und der Apostel Paulus fordert Ignatius die Gläubigen auf, innig mit Jesus vereint zu sein und den menschgewordenen Sohn Gottes in ihrem Leben nachzuahmen. So sieht er auch sein eigenes bevorstehendes Martyrium als abschließende und krönende Etappe seines Weges zu Christus hin, dessen Leiden er teilen möchte. Aber auch die Gläubigen untereinander sollen die Einheit im Glauben und in der Liebe bewahren, in deren Dienst ganz besonders die Bischöfe, die Priester und die Diakone stehen.

Mit Freude begrüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Das Beispiel und die Lehre des heiligen Ignatius von Antiochien seien uns Ansporn auf unserem Weg der Nachfolge Christi in der Gemeinschaft der Kirche. Wenn wir mit Christus vereint sind, wird unser Dienst an unseren Brüdern und Schwestern reiche Frucht bringen. Der Herr schenke euch und euren Familien seinen reichen Segen!

[00352-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

San Ignacio fue Obispo de Antioquia, ciudad en la que los discípulos recibieron por primera vez el nombre de cristianos. Durante el camino que le condujo a Roma, para ser martirizado, escribió siete cartas en las que expresa su anhelo de unión con Cristo y de vida en Él. Los cristianos están llamados a construir una unidad que sea reflejo de la unidad de Dios. Con imágenes tomadas de la música, insiste sobre la comunión de los fieles entre sí y con sus pastores, conciliando así la estructura jerárquica de la comunidad eclesial con la unidad fundamental que une a todos, evitando contraponer los respectivos papeles. San Ignacio es el primero que llama a la Iglesia "católica", universal, destacando el primado en la caridad de la Iglesia de Roma respecto a la Iglesia universal. Con razón, Ignacio es el "doctor de la unidad": unidad de Dios y unidad de Cristo, unidad de la Iglesia y unidad de los fieles, llamados a realizar una síntesis progresiva entre configuración con Cristo y compromiso con su Iglesia, entre comunión y misión.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española. En particular a la Hermandad de Veteranos de las Fuerzas Armadas y Guardia Civil de España, con su consiliario nacional, Monseñor José Manuel Estepa, un querido amigo mío; a la Delegación de Pastoral de la Salud, de Santiago de Compostela, acompañados de su Arzobispo Monseñor Julián Barrio; así como a los demás grupos de España, México y otros países latinoamericanos. Os animo a estar muy unidos a Cristo, y a trabajar por la salvación de todos los hombres, superando toda forma de división. ¡Gracias por vuestra visita!

[00353-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua ungherese

Saluto in lingua croata

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua slovena

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Amados peregrinos de língua portuguesa:

Os comentários feitos a pouco sobre Santo Ignácio de Antioquia, nos ajudam a seguir os passos de um santo mártir que lutou pela unidade com Deus e com a Igreja. Isto mesmo é o que hoje desejo para todos, ao encorajar-vos ser testemunhas da fé, em união com o Sucessor de Pedro.

Ao dar-vos as boas-vindas, saúdo a todos os presentes, de modo particular os grupos de portugueses e de brasileiros, neles incluindo a Comunidade "Shalom" de Fortaleza, com os votos de que leveis avivada a consciência de serdes Igreja missionária, desejosa de contribuir para a unidade de todos os homens na verdade e no amor! Com a minha Bênção, extensiva aos vossos familiares e comunidades eclesiais.

[00354-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski. Wczoraj została opublikowana adhortacja Sacramentum caritatis, poświęcona Eucharystii. Dziś św. Ignacy z Antiochii zachęca nas do życia w zjednoczeniu z Chrystusem, który za nas umarł i zmartwychwstał, a Jego osoba i dzieło odkupienia jest obecne pośród nas w tajemnicy Eucharystii. Niech ten sakrament będzie dla wszystkich obfitym źródłem łaski. Niech Bóg wam błogosławi!

[Saluto i pellegrini provenienti dalla Polonia. Ieri è stata pubblicata l’esortazione Sacramentum caritatis, dedicata all’Eucaristia. Oggi san Ignazio d’Antiochia ci invita a vivere nell’unione con Cristo che è morto e risorto per noi, e la sua persona e l’opera redentrice sono presenti tra noi nel mistero dell’Eucaristia. Questo sacramento sia per tutti un’abbondante sorgente di grazia. Dio vi benedica!]

[00355-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket, különösen is a pécsi Ciszterci Gimnázium csoportját.

A Nagyböjt folyamán kérjük az Urtól az igazi és szívből jövő megtérés kegyelmét.

E kívánsággal szívből megáldlak titeket és minden családtagotokat.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Saluto con affetto i fedeli ungheresi, specialmente il gruppo del Liceo dei Cisterciensi a Pécs.

Carissimi, in questo tempo di Quaresima chiediamo al Signore una vera e profonda conversione.

Con questi voti benedico di cuore voi e i vostri cari.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00356-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

Saluto in lingua croata

Od srca pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a osobito vas iz župe Solinskih mučenika te iz Zapadnohercegovačke županije! Konkretnom brigom za duhovno i materijalno potrebne, nasljedujte Krista, milosrdnoga Spasitelja. Hvaljen Isus i Marija!

[Di cuore saluto i pellegrini croati, particolarmente voi dalla Parrocchia dei Martiri di Salona e dalla Contea di Ovest-Erzegovina! Seguite il Cristo, Salvatore misericordioso, curando concretamente quelli che si trovano nel bisogno spirituale o materiale. Siano lodati Gesù e Maria!]

[00357-AA.01] [Testo originale: Croato]

Saluto in lingua slovacca

Srdečne pozdravujem pútnikov zo Slovenska, osobitne študentov Trnavskej univerzity.

Milí mladí, bratia a sestry, Pôstna doba nás pozýva na obrátenie cez modlitbu, skutky milosrdenstva a počúvanie Božieho Slova.

Na také prežívanie Pôstu vám rád žehnám.

Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente i pellegrini dalla Slovacchia, particolarmente gli studenti dell’Università di Trnava.

Cari giovani, fratelli e sorelle, la Quaresima ci invita alla conversione per mezzo della preghiera, dell’esercizio delle opere di misericordia e dell’ascolto della Parola di Dio.

Vi accompagno con la mia Benedizione.

Sia lodato Gesù Cristo!]

[00358-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua slovena

Lepo pozdravljam vernike iz župnije Sveti Urban - Destrnik v Sloveniji! Naj vam sveta apostola Peter in Pavel, ki sta v tem mestu dopolnila svojo življenjsko daritev, izprosita obilje milosti za ta postni čas in za globoko obhajanje Kristusovega vstajenja. Iz srca vam podeljujem svoj blagoslov!

[Rivolgo un cordiale saluto ai fedeli della Parrocchia S. Urbano - Destrnik in Slovenia! I santi Apostoli Pietro e Paolo, che in questa città sacrificarono la loro vita, vi ottengano, con la loro intercessione, le grazie abbondanti per questo tempo di quaresima e per una più sentita celebrazione della Risurrezione di Cristo. Di cuore vi imparto la mia Benedizione!]

[00359-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

Saluto in lingua italiana

Cari fratelli e sorelle,

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli delle Diocesi della Puglia, convenuti con i loro Vescovi in occasione della Visita ad Limina Apostolorum. Benvenuti, grazie per la vostra visita! Cari amici, vi incoraggio a sentirvi sempre più coinvolti nella missione della Chiesa per venire incontro con rinnovato slancio apostolico alle numerose sfide sociali e religiose dell’epoca attuale. Nei colloqui con i vostri Vescovi ho già sentito come in Puglia la Chiesa è ancora viva, dinamica e piena di fede. Vediamo la vivacità di questa Chiesa della Puglia! E voi, cari Fratelli nell’Episcopato, non stancatevi di sollecitare quanti sono affidati alle vostre cure pastorali ad incontrare personalmente Cristo vivo in mezzo a noi, aderendo integralmente al suo Vangelo e alle esigenze morali che da esso scaturiscono.

Saluto poi i fedeli della parrocchia di san Lino in Roma, qui presenti in occasione del 50° anniversario di fondazione della loro comunità cristiana; i rappresentanti del Credito Cooperativo di Viterbo; gli studenti del Liceo "Omodeo", di Mortara e quelli dell’Istituto San Vincenzo de’Paoli, di Reggio Emilia.

Infine, il mio saluto va ai giovani ai malati e agli sposi novelli. Cari giovani, ricercate sinceramente l'amore di Dio e siate a Lui fedeli sempre. Cari malati, non permettete che la sofferenza spenga in voi la luce della fede in Cristo, il quale vi è vicino e sostiene nella prova. E voi, cari sposi novelli, chiamati da Dio a formare una nuova famiglia, fate della vostra esistenza una missione di amore fedele e generoso.

[00360-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0127-XX.02]