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L’UDIENZA GENERALE, 31.01.2007


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre Benedetto XVI si è soffermato su alcuni collaboratori di San Paolo.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

proseguendo il nostro viaggio tra i protagonisti delle origini cristiane, dedichiamo oggi la nostra attenzione ad alcuni altri collaboratori di san Paolo. Dobbiamo riconoscere che l'Apostolo è un esempio eloquente di uomo aperto alla collaborazione: nella Chiesa egli non vuole fare tutto da solo, ma si avvale di numerosi e diversificati colleghi. Non possiamo soffermarci su tutti questi preziosi aiutanti, perché sono molti. Basti ricordare, tra gli altri, Èpafra (cfr Col 1,7; 4,12; Fm 23), Epafrodìto (cfr Fil 2,25; 4,18), Tìchico (cfr At 20,4; Ef 6,21; Col 4,7; 2 Tm 4,12; Tt 3,12), Urbano (cfr Rm 16,9), Gaio e Aristarco (cfr At 19,29; 20,4; 27,2; Col 4,10). E donne come Febe (cfr Rm 16, 1), Trifèna e Trifòsa (cfr Rm 16, 12), Pèrside, la madre di Rufo — della quale san Paolo dice: "È madre anche mia" (cfr Rm 16, 12-13) — per non dimenticare coniugi come Prisca e Aquila (cfr Rm 16, 3; 1Cor 16, 19; 2Tm 4, 19). Oggi, tra questa grande schiera di collaboratori e di collaboratrici di san Paolo rivolgiamo il nostro interessamento a tre di queste persone, che hanno svolto un ruolo particolarmente significativo nell’evangelizzazione delle origini: Barnaba, Silvano e Apollo.

Barnaba significa «figlio dell'esortazione» (At 4,36) o «figlio della consolazione» ed è il soprannome di un giudeo-levita nativo di Cipro. Stabilitosi a Gerusalemme, egli fu uno dei primi che abbracciarono il cristianesimo, dopo la risurrezione del Signore. Con grande generosità vendette un campo di sua proprietà consegnando il ricavato agli Apostoli per le necessità della Chiesa (cfr At 4,37). Fu lui a farsi garante della conversione di Saulo presso la comunità cristiana di Gerusalemme, la quale ancora diffidava dell’antico persecutore (cfr At 9,27). Inviato ad Antiochia di Siria, andò a riprendere Paolo a Tarso, dove questi si era ritirato, e con lui trascorse un anno intero, dedicandosi all’evangelizzazione di quella importante città, nella cui Chiesa Barnaba era conosciuto come profeta e dottore (cfr At 13,1). Così Barnaba, al momento delle prime conversioni dei pagani, ha capito che quella era l'ora di Saulo, il quale si era ritirato a Tarso, sua città. Là è andato a cercarlo. Così, in quel momento importante, ha quasi restituito Paolo alla Chiesa; le ha donato, in questo senso, ancora una volta l'Apostolo delle Genti. Dalla Chiesa antiochena Barnaba fu inviato in missione insieme a Paolo, compiendo quello che va sotto il nome di primo viaggio missionario dell’Apostolo. In realtà, si trattò di un viaggio missionario di Barnaba, essendo lui il vero responsabile, al quale Paolo si aggregò come collaboratore, toccando le regioni di Cipro e dell’Anatolia centro-meridionale, nell'attuale Turchia, con le città di Attalìa, Perge, Antiochia di Pisidia, Iconio, Listra e Derbe (cfr At 13-14). Insieme a Paolo si recò poi al cosiddetto Concilio di Gerusalemme dove, dopo un approfondito esame della questione, gli Apostoli con gli Anziani decisero di disgiungere la pratica della circoncisione dall'identità cristiana (cfr At 15,1-35). Solo così, alla fine, hanno ufficialmente reso possibile la Chiesa dei pagani, una Chiesa senza circoncisione: siamo figli di Abramo semplicemente per la fede in Cristo.

I due, Paolo e Barnaba, entrarono poi in contrasto, all'inizio del secondo viaggio missionario, perché Barnaba era dell’idea di prendere come compagno Giovanni Marco, mentre Paolo non voleva, essendosi il giovane separato da loro durante il viaggio precedente (cfr At 13,13; 15,36-40). Quindi anche tra santi ci sono contrasti, discordie, controversie. E questo a me appare molto consolante, perché vediamo che i santi non sono "caduti dal cielo". Sono uomini come noi, con problemi anche complicati. La santità non consiste nel non aver mai sbagliato, peccato. La santità cresce nella capacità di conversione, di pentimento, di disponibilità a ricominciare, e soprattutto nella capacità di riconciliazione e di perdono. E così Paolo, che era stato piuttosto aspro e amaro nei confronti di Marco, alla fine si ritrova con lui. Nelle ultime Lettere di san Paolo, a Filèmone e nella seconda a Timoteo, proprio Marco appare come "il mio collaboratore". Non è quindi il non aver mai sbagliato, ma la capacità di riconciliazione e di perdono che ci fa santi. E tutti possiamo imparare questo cammino di santità. In ogni caso Barnaba, con Giovanni Marco, ripartì verso Cipro (cfr At 15,39) intorno all'anno 49. Da quel momento si perdono le sue tracce. Tertulliano gli attribuisce la Lettera agli Ebrei, il che non manca di verosimiglianza perché, essendo della tribù di Levi, Barnaba poteva avere un interesse per il tema del sacerdozio. E la Lettera agli Ebrei ci interpreta in modo straordinario il sacerdozio di Gesù.

Un altro compagno di Paolo fu Sila, forma grecizzata di un nome ebraico (forse sheal, «chiedere, invocare», che è la stessa radice del nome «Saulo»), di cui risulta anche la forma latinizzata Silvano. Il nome Sila è attestato solo nel Libro degli Atti, mentre il nome Silvano compare solo nelle Lettere paoline. Egli era un giudeo di Gerusalemme, uno dei primi a farsi cristiano, e in quella Chiesa godeva di grande stima (cfr At 15,22), essendo considerato profeta (cfr At 15,32). Fu incaricato di recare «ai fratelli di Antiochia, Siria e Cilicia» (At 15,23) le decisioni prese al Concilio di Gerusalemme e di spiegarle. Evidentemente egli era ritenuto capace di operare una sorta di mediazione tra Gerusalemme e Antiochia, tra ebreo-cristiani e cristiani di origine pagana, e così servire l'unità della Chiesa nella diversità di riti e di origini. Quando Paolo si separò da Barnaba, assunse proprio Sila come nuovo compagno di viaggio (cfr At 15,40). Con Paolo egli raggiunse la Macedonia (con le città di Filippi, Tessalonica e Berea), dove si fermò, mentre Paolo proseguì verso Atene e poi Corinto. Sila lo raggiunse a Corinto, dove cooperò alla predicazione del Vangelo; infatti, nella seconda Lettera indirizzata da Paolo a quella Chiesa, si parla di «Gesù Cristo, che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo» (2 Cor 1,19). Si spiega così come mai egli risulti come co-mittente, insieme a Paolo e Timoteo, delle due Lettere ai Tessalonicesi. Anche questo mi sembra importante. Paolo non agisce da "solista", da puro individuo, ma insieme con questi collaboratori nel "noi" della Chiesa. Questo "io" di Paolo non è un "io" isolato, ma un "io" nel "noi" della Chiesa, nel "noi" della fede apostolica. E Silvano alla fine viene menzionato pure nella Prima Lettera di Pietro, dove si legge: «Vi ho scritto per mezzo di Silvano, fratello fedele» (5,12). Così vediamo anche la comunione degli Apostoli. Silvano serve a Paolo, serve a Pietro, perché la Chiesa è una e l'annuncio missionario è unico.

Il terzo compagno di Paolo, di cui vogliamo fare memoria, è chiamato Apollo, probabile abbreviazione di Apollonio o Apollodoro. Pur trattandosi di un nome di stampo pagano, egli era un fervente ebreo di Alessandria d'Egitto. Luca nel Libro degli Atti lo definisce «uomo colto, versato nelle Scritture... pieno di fervore» (18,24-25). L’ingresso di Apollo sulla scena della prima evangelizzazione avviene nella città di Efeso: lì si era recato a predicare e lì ebbe la fortuna di incontrare i coniugi cristiani Priscilla e Aquila (cfr At 18,26), che lo introdussero ad una conoscenza più completa della "via di Dio" (cfr At 18,26). Da Efeso passò in Acaia raggiungendo la città di Corinto: qui arrivò con l'appoggio di una lettera dei cristiani di Efeso, che raccomandavano ai Corinzi di fargli buona accoglienza (cfr At 18,27). A Corinto, come scrive Luca, «fu molto utile a quelli che per opera della grazia erano divenuti credenti; confutava infatti vigorosamente i Giudei, dimostrando pubblicamente attraverso le Scritture che Gesù è il Cristo» (At 18,27-28), il Messia. Il suo successo in quella città ebbe però un risvolto problematico, in quanto vi furono alcuni membri di quella Chiesa che nel suo nome, affascinati dal suo modo di parlare, si opponevano agli altri (cfr 1 Cor 1,12; 3,4-6; 4,6). Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi esprime apprezzamento per l’operato di Apollo, ma rimprovera i Corinzi di lacerare il Corpo di Cristo suddividendosi in fazioni contrapposte. Egli trae un importante insegnamento da tutta la vicenda: sia io che Apollo – egli dice – non siamo altro che diakonoi, cioè semplici ministri, attraverso i quali siete venuti alla fede (cfr 1 Cor 3,5). Ognuno ha un compito differenziato nel campo del Signore: «Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma è Dio che ha fatto crescere... Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio» (1 Cor 3,6-9). Rientrato a Efeso, Apollo resistette all’invito di Paolo di tornare subito a Corinto, rimandando il viaggio a una data successiva da noi ignorata (cfr 1 Cor 16,12). Non abbiamo altre sue notizie, anche se alcuni studiosi pensano a lui come a possibile autore della Lettera agli Ebrei, della quale, secondo Tertulliano, sarebbe autore Barnaba.

Tutti e tre questi uomini brillano nel firmamento dei testimoni del Vangelo per una nota in comune oltre che per caratteristiche proprie di ciascuno. In comune, oltre all’origine giudaica, hanno la dedizione a Gesù Cristo e al Vangelo, insieme al fatto di essere stati tutti e tre collaboratori dell'apostolo Paolo. In questa originale missione evangelizzatrice essi hanno trovato il senso della loro vita, e in quanto tali stanno davanti a noi come modelli luminosi di disinteresse e di generosità. E ripensiamo, alla fine, ancora una volta a questa frase di san Paolo: sia Apollo, sia io siamo tutti ministri di Gesù, ognuno nel suo modo, perché è Dio che fa crescere. Questa parola vale anche oggi per tutti, sia per il Papa, sia per i Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti, i laici. Tutti siamo umili ministri di Gesù. Serviamo il Vangelo per quanto possiamo, secondo i nostri doni, e preghiamo Dio perché faccia Lui crescere oggi il suo Vangelo, la sua Chiesa.

[00132-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Arrêtons-nous aujourd’hui sur des compagnons de saint Paul dans l’évangélisation, Barnabé, Silas et Apollos.

Barnabé, originaire de Chypre, est l’un des premiers juifs convertis à Jérusalem. Après s’être porté garant de Paul au moment de sa conversion, il va le chercher à Tarse pour qu’il travaille avec lui à l’évangélisation d’Antioche de Syrie, de Chypre et des villes de l’Anatolie. Tous deux participent au Concile de Jérusalem qui renonce à imposer la circoncision aux chrétiens.

Silas est l’un des premiers juifs convertis de Jérusalem. Envoyé à Antioche pour expliquer aux frères les décisions de l’assemblée de Jérusalem, il devient le compagnon de Paul après le départ de Barnabé. Il ira avec lui en Macédoine, puis il le rejoindra à Corinthe.

Apollos était un juif d’Alexandrie. On le rencontre à Éphèse puis à Corinthe, où son éloquence renommée entraîna dans la communauté des divisions, que saint Paul dénonce dans sa première lettre aux Corinthiens.

Tous trois se sont consacrés avec générosité à l’évangélisation, chacun avec sa particularité. Qu’ils nous apprennent à servir, nous aussi, l’Évangile avec enthousiasme, en donnant le meilleur de nous-mêmes à cette grande cause.

Je salue avec joie les pèlerins francophones présents ce matin, notamment les jeunes de Montreuil sous Bois. Soyez tous des témoins de la Bonne nouvelle dont notre monde a besoin.

[00133-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In today’s catechesis, we consider three of the most important companions of Saint Paul in his missionary preaching of the Gospel: Barnabas, Silas and Apollos. Barnabas, a native of Cyprus, was among the first to accept the Gospel and he defended before the Jerusalem community the sincerity of Paul’s conversion. He accompanied Paul on his first missionary journey, took part in the Council of Jerusalem (cf. Acts 15) and later, after separating from Paul, accompanied the young John Mark to preach in Cyprus. Silas, also known as Silvanus, was a Jew from Jerusalem and a respected member of the early community, entrusted with communicating the decisions of the Council of Jerusalem to the Christians of Antioch. He was of great help to Paul on his second missionary journey, both in Macedonia and in Corinth. Apollos, despite his pagan name, was a devout Jew from Alexandria and known as a powerful preacher and teacher in the communities of Ephesus and Corinth. Reflecting on the example of these three great co-workers of the Apostle Paul, dedicated to the Lord and his Good News, may we be inspired to a deeper faith in Christ and an ever more generous commitment to the spread of the Gospel!

I welcome the English speaking visitors present at today’s Audience including the students and Professors from the Minsk State University. May your visit to Rome strengthen your commitment to be generous witnesses to Christ’s love and truth. Upon you all, I invoke God’s blessings of joy and peace!

[00134-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Eine besondere Eigenschaft der ersten Jünger Jesu Christi war ihre enge Zusammenarbeit untereinander zum Wohle der Kirche. Auch der Apostel Paulus war kein Einzelkämpfer. Er konnte sich auf die Mitarbeit geeigneter Helfer stützen. Dazu gehörten: Barnabas, der „Sohn des Trostes", wie ihn die Apostelgeschichte (4, 36) nennt, Silas – oder lateinisch Silvanus – und Apollos. Sie waren ganz unterschiedlicher Herkunft: Barnabas kam aus Zypern, Silas aus Jerusalem und Apollos aus Alexandrien. Gemeinsam war diesen drei Mitarbeitern des Paulus ihre Hingabe an Jesus Christus und das Evangelium. Zugleich hatte jeder auf seine Weise an der gemeinsamen Mission Anteil. Barnabas ebnete vor allem die Wege für die Annahme des Paulus durch die junge Kirche. Silas war und blieb ein treuer Gefährte des Apostels, der ihn bei der Mission im griechischen Kulturkreis unterstützte. Apollos trug mit seiner Redegewandtheit dazu bei, das Wort Gottes zu verbreiten und den Glauben an Jesus Christus zu vertiefen. Lernen wir von diesen Zeugen, dem Evangelium mit Eifer zu dienen und unser Bestes für diese große Aufgabe einzusetzen.

Von Herzen grüße ich alle Pilger und Besucher deutscher Sprache. Bezeugt die Liebe Gottes mit eurem ganzen Leben! Euch allen wünsche ich einen gesegneten Aufenthalt hier in Rom, wo so viele Glaubenszeugen gelebt und gewirkt haben.

[00135-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

Dedicamos la catequesis de hoy a tres colaboradores de san Pablo. Bernabé, que significa "hijo de la exhortación", fue uno de los primeros judíos que abrazó el cristianismo. Con gran generosidad vendió un campo de su propiedad entregando el dinero a los Apóstoles para las necesidades de la Iglesia. Se hizo garante de la conversión de Pablo ante los cristianos de Jerusalén, que desconfiaban del antiguo perseguidor, y fue su primer compañero de misión. Participó con Pablo en el llamado Concilio de Jerusalén, en el cual se decidió que para ser cristiano no era necesaria la circuncisión.

Silas compartió con Pablo la evangelización en el ámbito cultural griego. Fue encargado de llevar las decisiones del Concilio de Jerusalén a los hermanos de Antioquía, Siria y Cilicia.

Apolo, hombre culto, gran conocedor de las Escrituras y lleno de fervor, contribuyó no sólo a anunciar, sino también a profundizar en la naturaleza de la fe en Jesucristo. Pablo, apreciando su trabajo, reprocha a los Corintios que se dividieran en facciones, y les inculca que todos son colaboradores de Dios. Los tres dedicaron generosamente sus vidas a Jesucristo y a la difusión del Evangelio.

Saludo cordialmente a los peregrinos de España y América Latina, especialmente al grupo de jóvenes universitarios de Chile, así como a los demás visitantes venidos de España, Argentina y México. Estos tres colaboradores de san Pablo nos enseñan a seguir fielmente a Cristo y ser testigos de la salvación que ha traído para todos los hombres.

[00136-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua polacca  

Witam obecnych tu Polaków. W piątek przypada święto Ofiarowania Pańskiego i Dzień Życia Konsekrowanego. Przez ofiarowanie Jezusa w świątyni, Dziewicza Matka zachęca każdego z nas do poświęcenia swego życia Bogu i braciom. Dziękujmy Bogu za wszystkich, którzy ofiarowują swe życie Chrystusowi na drodze rad ewangelicznych. Polecam ich waszej modlitwie. Niech Bóg wam błogosławi.

[Saluto tutti i polacchi qui presenti. Questo venerdì cade la festa della Presentazione del Signore e la Giornata mondiale della Vita Consacrata. Offrendo a Dio il suo figlio Gesù, portandolo al tempio, la Vergine Madre invita ognuno di noi ad offrire la nostra stessa vita a Dio e ai fratelli. Ringraziamo Dio per tutti coloro che offrono la loro vita a Cristo seguendo la via dei consigli evangelici. Raccomando tutti loro alla vostra preghiera. Dio vi benedica.]

[00137-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i fedeli delle Diocesi della Liguria, che accompagnano quest’oggi i loro Vescovi nella Visita ad Limina Apostolorum. Cari amici, vi invito a prendere sempre più coscienza del vostro ruolo nella Chiesa. La fiaccola della fede, che avete ricevuto nel battesimo, va tenuta ben accesa con la preghiera e la pratica dei Sacramenti; essa deve risplendere nelle vostre parole e nel vostro esempio, per permettere a tutti di attingervi luce e spirituale calore. Questo comporta che rispondiate alle odierne sfide con una profonda spiritualità e una rinnovata audacia apostolica, riproponendo agli uomini e alle donne della nostra epoca il messaggio salvifico di Cristo nella sua interezza.

Saluto poi, e ringrazio, la Rappresentanza della Provincia Autonoma di Trento, che quest’anno ha voluto contribuire all’allestimento del presepio di Piazza S. Pietro, impegnandosi, altresì, per la realizzazione della mostra dei presepi artistici.

Il mio pensiero va, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Oggi, la liturgia fa memoria di San Giovanni Bosco, padre e maestro dei giovani, ai quali annunziò il Vangelo con instancabile ardore. Il suo esempio incoraggi voi, cari ragazzi, a vivere in modo autentico la vocazione cristiana; aiuti voi, cari malati, ad offrire le vostre sofferenze in unione a quelle di Cristo per la salvezza dell'umanità; sostenga voi, cari sposi novelli, nel reciproco impegno di costruire la vostra famiglia fedele all'amore di Dio e dei fratelli.

[00138-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0050-XX.02]