L’UDIENZA GENERALE
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Santo Padre Benedetto XVI si è soffermato sulla figura di Stefano il Protomartire.
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si è conclusa con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
dopo il tempo delle feste ritorniamo alle nostre catechesi. Avevo meditato con voi le figure dei dodici Apostoli e di san Paolo. Poi abbiamo cominciato a riflettere sulle altre figure della Chiesa nascente e così oggi vogliamo soffermarci sulla persona di santo Stefano, festeggiato dalla Chiesa il giorno dopo Natale. Santo Stefano è il più rappresentativo di un gruppo di sette compagni. La tradizione vede in questo gruppo il germe del fututo ministero dei ‘diaconi’, anche se bisogna rilevare che questa denominazione è assente nel Libro degli Atti. L’importanza di Stefano risulta in ogno caso dal fatto che Luca, in questo suo importante libro, gli dedica due interi capitoli.
Il racconto lucano parte dalla constatazione di una suddivisione invalsa all’interno della primitiva Chiesa di Gerusalemme: questa era, sì, interamente composta da cristiani di origine ebraica, ma di questi alcuni erano originari della terra d'Israele ed erano detti «ebrei», mentre altri di fede ebraica veterotestamentaria provenivano dalla diaspora di lingua greca ed erano detti «ellenisti». Ecco il problema che si stava profilando: i più bisognosi tra gli ellenisti, specialmente le vedove sprovviste di ogni appoggio sociale, correvano il rischio di essere trascurati nell'assistenza per il sostentamento quotidiano. Per ovviare a questa difficoltà gli Apostoli, riservando a se stessi la preghiera e il ministero della Parola come loro centrale compito decisero di incaricare «sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di saggezza» perché espletassero l'incarico dell’assistenza (At 6, 2-4), vale a dire del servizio sociale caritativo. A questo scopo, come scrive Luca, su invito degli Apostoli i discepoli elessero sette uomini. Ne abbiamo anche i nomi. Essi sono: «Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola. Li presentarono agli Apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani» (At 6,5-6).
Il gesto dell’imposizione delle mani può avere vari significati. Nell’Antico Testamento il gesto ha soprattutto il significato di trasmettere un incarico importante, come fece Mosè con Giosuè (cfr Nm 27,18-23), designando così il suo successore. In questa linea anche la Chiesa di Antiochia utilizzerà questo gesto per inviare Paolo e Barnaba in missione ai popoli del mondo (cfr At 13,3). Ad una analoga imposizione delle mani su Timoteo, per trasmettergli un incarico ufficiale, fanno riferimento le due Lettere paoline a lui indirizzate (cfr 1 Tm 4,14; 2 Tm 1,6). Che si trattasse di un’azione importante, da compiere dopo discernimento, si desume da quanto si legge nella Prima Lettera a Timoteo: «Non aver fretta di imporre le mani ad alcuno, per non farti complice dei peccati altrui» (5,22). Quindi vediamo che il gesto dell’imposizione delle mani si sviluppa nella linea di un segno sacramentale. Nel caso di Stefano e compagni si tratta certamente della trasmissione ufficiale, da parte degli Apostoli, di un incarico e insieme dell’implorazione di una grazia per esercitarlo.
La cosa più importante da notare è che, oltre ai servizi caritativi, Stefano svolge pure un compito di evangelizzazione nei confronti dei connazionali, dei cosiddetti "ellenisti", Luca infatti insiste sul fatto che egli, «pieno di grazia e di fortezza» (At 6,8), presenta nel nome di Gesù una nuova interpretazione di Mosè e della stessa Legge di Dio, rilegge l’Antico Testamento nella luce dell’annuncio della morte e della risurrezione di Gesù. Questa rilettura dell’Antico Testamento, rilettura cristologica, provoca le reazioni dei Giudei che percepiscono le sue parole come una bestemmia (cfr At 6,11-14). Per questa ragione egli viene condannato alla lapidazione. E san Luca ci trasmette l'ultimo discorso del santo, una sintesi della sua predicazione. Come Gesù aveva mostrato ai discepoli di Emmaus che tutto l'Antico Testamento parla di lui, della sua croce e della sua risurrezione, così santo Stefano, seguendo l'insegnamento di Gesù, legge tutto l'Antico Testamento in chiave cristologica. Dimostra che il mistero della Croce sta al centro della storia della salvezza raccontata nell'Antico Testamento, mostra che realmente Gesù, il crocifisso e il risorto, è il punto di arrivo di tutta questa storia. E dimostra quindi anche che il culto del tempio è finito e che Gesù, il risorto, è il nuovo e vero "tempio". Proprio questo "no" al tempio e al suo culto provoca la condanna di santo Stefano, il quale, in questo momento — ci dice san Luca— fissando gli occhi al cielo vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra. E vedendo il cielo, Dio e Gesù, santo Stefano disse: «Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta alla destra di Dio» (At 7,56). Segue il suo martirio, che di fatto è modellato sulla passione di Gesù stesso, in quanto egli consegna al "Signore Gesù" il proprio spirito e prega perché il peccato dei suoi uccisori non sia loro imputato (cfr At 7,59-60).
Il luogo del martirio di Stefano a Gerusalemme è tradizionalmente collocato poco fuori della Porta di Damasco, a nord, dove ora sorge appunto la chiesa di Saint- Étienne accanto alla nota École Biblique dei Domenicani. L'uccisione di Stefano, primo martire di Cristo, fu seguita da una persecuzione locale contro i discepoli di Gesù (cfr At 8,1), la prima verificatasi nella storia della Chiesa. Essa costituì l'occasione concreta che spinse il gruppo dei cristiani giudeo-ellenisti a fuggire da Gerusalemme e a disperdersi. Cacciati da Gerusalemme, essi si trasformarono in missionari itineranti: «Quelli che erano stati dispersi andavano per il paese e diffondevano la Parola di Dio» (At 8,4). La persecuzione e la conseguente dispersione diventano missione. Il Vangelo si propagò così nella Samaria, nella Fenicia e nella Siria fino alla grande città di Antiochia, dove secondo Luca esso fu annunciato per la prima volta anche ai pagani (cfr At 11,19-20) e dove pure risuonò per la prima volta il nome di «cristiani» (At 11,26).
In particolare, Luca annota che i lapidatori di Stefano «deposero il loro mantello ai piedi di un giovane, chiamato Saulo» (At 7,58), lo stesso che da persecutore diventerà apostolo insigne del Vangelo. Ciò significa che il giovane Saulo doveva aver sentito la predicazione di Stefano, ed essere perciò a conoscenza dei contenuti principali. E san Paolo era probabilmente tra quelli che, seguendo e sentendo questo discorso, «fremevano in cuor loro e digrignavano i denti contro di lui» (At 7, 54). E a questo punto possiamo vedere le meraviglie della Provvidenza divina. Saulo, avversario accanito della visione di Stefano, dopo l’incontro col Cristo risorto sulla via di Damasco, riprende la lettura cristologica dell'Antico Testamento fatta dal Protomartire, l'approfondisce e la completa, e così diventa l'«Apostolo delle Genti». La Legge è adempiuta, così egli insegna, nella croce di Cristo. E la fede in Cristo, la comunione con l'amore di Cristo è il vero adempimento di tutta la Legge. Questo è il contenuto della predicazione di Paolo. Egli dimostra così che il Dio di Abramo diventa il Dio di tutti. E tutti i credenti in Gesù Cristo, come figli di Abramo, diventano partecipi delle promesse. Nella missione di san Paolo si compie la visione di Stefano.
La storia di Stefano dice a noi molte cose. Per esempio, ci insegna che non bisogna mai disgiungere l'impegno sociale della carità dall'annuncio coraggioso della fede. Era uno dei sette incaricato soprattutto della carità. Ma non era possibile disgiungere carità e annuncio. Così, con la carità, annuncia Cristo crocifisso, fino al punto di accettare anche il martirio. Questo è la prima lezione che possiamo imparare dalla figura di santo Stefano: carità e annuncio vanno sempre insieme. Soprattutto, santo Stefano ci parla di Cristo, del Cristo crocifisso e risorto come centro della storia e della nostra vita. Possiamo comprendere che la Croce rimane sempre centrale nella vita della Chiesa e anche nella nostra vita personale. Nella storia della Chiesa non mancherà mai la passione, la persecuzione. E proprio la persecuzione diventa, secondo la celebre frase di Tertulliano, fonte di missione per i nuovi cristiani. Cito l sue parole: «Noi ci moltiplichiamo ogni volta che da voi siamo mietuti: è un seme il sangue dei cristiani» (Apologetico 50,13: Plures efficimur quoties metimur a vobis: semen est sanguis christianorum). Ma anche nella nostra vita la croce, che non mancherà mai, diventa benedizione. E accettando la croce, sapendo che essa diventa ed è benedizione, impariamo la gioia del cristiano anche nei momenti di difficoltà. Il valore della testimonianza è insostituibile, poiché ad essa conduce il Vangelo e di essa si nutre la Chiesa. Santo Stefano ci insegni a fare tesoro di queste lezioni, ci insegni ad amare la Croce, perché essa è la strada sulla quale Cristo arriva sempre di nuovo in mezzo a noi.
[00041-01.01] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Dans le tableau des premiers témoins chrétiens que nous esquissons, la personne d’Étienne mérite une mention particulière. Les Apôtres lui confièrent, ainsi qu’à six compagnons, la charge d’assister les personnes provenant de la diaspora de langue grecque, qui étaient dans le besoin. Les Apôtres leur imposèrent les mains pour leur transmettre cette charge et implorer la grâce de Dieu pour qu’ils l’exercent. En plus des services caritatifs, Étienne accomplit aussi une tâche d’évangélisation parmi ses concitoyens, présentant au nom de Jésus une nouvelle interprétation de Moïse et de la Loi divine, suscitant alors les réactions des juifs qui voyaient dans ses paroles un blasphème. Étienne fut condamné à la lapidation. Son martyre est présenté comme modelé sur la passion de Jésus lui-même. Cette mort fut suivie d’une persécution contre les disciples de Jésus, qui, chassés de Jérusalem, devinrent des missionnaires itinérants.
L’histoire d’Étienne nous enseigne que nous ne devons pas séparer l’engagement social de la charité et l’annonce courageuse de la foi, même s’il faut verser son sang. Elle nous dit aussi que l’Église ne doit jamais désespérer dans les difficultés qu’elle rencontre: une persécution peut avoir des conséquences positives. La valeur du témoignage est irremplaçable!
Je suis heureux d’accueillir les pèlerins francophones venus à cette audience. Je salue particulièrement les diacres du séminaire de Lille. Puissiez-vous, à l’exemple de saint Étienne, être d’ardents témoins de l’Évangile par votre engagement concret au service de vos frères et par l’annonce courageuse de la foi en Jésus. Que Dieu vous bénisse!
[00042-03.01] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
In today’s catechesis we consider Saint Stephen, the first martyr. The Acts of the Apostles tells us that Stephen, "a man full of faith and of the Holy Spirit" (Acts 6:5), was one of seven men, traditionally considered the first "deacons", appointed by the Apostles to assist the Greek-speaking widows in the Jerusalem community. The Apostles then "prayed and laid their hands on them" (6:6) as the sign of handing on a specific office within the community as well as beseeching the grace necessary to fulfill it.
In addition to his ministry of charity, Stephen also preached the Gospel, and his fearless proclamation of Jesus as the fulfilment of the Mosaic law led to his death by stoning. His martyrdom in imitation of Christ unleashed a local persecution which resulted in the preaching of the Gospel beyond Jerusalem and, eventually, to the pagans. As we know, Stephen’s death was witnessed by the young Saul, who, after his dramatic conversion to Christ, would take up and develop Stephen’s preaching of the Gospel as centred on faith in Christ, rather than the observance of the Law.
Stephen’s example shows us the inseparability of faith and charity, and reminds us that every persecution can become an opportunity for the spread of the Gospel and the growth of the Church. Let us have the courage to take up his example of bold witness!
I welcome all the English speaking visitors present at today’s Audience including the young members of the Focolare Movement. May your visit to Rome be a source of inspiration to renew your commitment to share the Good News of Jesus Christ. Upon all of you I invoke God’s blessings of joy and peace.
[00043-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
Nach dem Ende der festlichen Weihnachtszeit möchte ich heute die vor etwa einem halben Jahr begonnenen Betrachtungen über bedeutende Gestalten der Urkirche fortsetzen. Die Apostelgeschichte berichtet uns vom heiligen Stephanus an der Spitze der sieben Diakone der Jerusalemer Gemeinde. Die Bezeichnung »Diakon« steht freilich nicht im Text, die Überlieferung hat die Siebenergruppe als Ursprung des Diakonenamtes gedeutet. Die Apostel wählten also bewährte Männer als Helfer für den christlichen Liebensdienst aus, weil nicht mehr alle gleichmäßig und in gleich gerechter Weise bedacht werden konnten, und wählten bewährte Männer dann als Helfer eben für diesen Liebensdienst, um sich selber uneingeschränkt dem Gebet, d.h. vor allem der Feier der Eucharistie, und der Verkündigung widmen zu können. Zum Zeichen der Beauftragung mit diesem Dienst und der Bitte um die dafür notwendige Gnade legten die Apostel den sieben Männern die Hände auf. Stephanus sah über den karitativen Bereich hinaus seine Aufgabe auch in der Evangelisierung. Seine Predigt und sein klares Bekenntnis zu Jesus Christus, den er als die innere Mitte des ganzen Alten Testamentes deutete, brachte ihm dann wieder Widerstand und schließlich das Martyrium ein. Als erster Märtyrer für Christus betete er nach dem Vorbild Jesu noch im Sterben für seine Verfolger. Die Verfolgung der jungen Kirche von Jerusalem gab den Jüngern Jesu den Anstoß, die Botschaft Christi über Jerusalem hinaus, zunächst nach Samaria und dann bis nach Syrien, bis nach Antiochien und schließlich zu den Heiden zu tragen. Paulus, der bei der Steinigung des Stephanus zugegen war, führte nach seiner Bekehrung dessen Verkündigung fort, führte vor allem seine Deutung des ganzen alten Testaments auf Christus hin weiter und befreit so das Alte Testament von der Bindung an die äußere Befolgung des Kultgesetzes und seiner Rechtsvorschriften, öffnet es auf die ganze Welt hin, so daß der Gott Abrahams der Gott aller Menschen werden konnte und alle in der Taufe im Glauben an Christus Söhne Abrahams und damit Träger der Verheißung werden durften. Er zeigt uns, daß das Kreuz in der Mitte des Alten Testamentes steht und so, dem gekreuzigten Christus zu glauben, Erfüllung aller Worte Gottes ist. Dies ist der wunderbare Vorgang, daß der, der Gegner des Stephanus war, durch die Begegnung mit Christus selbst dessen Erbe aufnimmt und damit zum Apostel der Völker wird, zum Mitbegründer der universalen Kirche wurde.
Sehr herzlich heiße ich alle deutschsprachigen Pilger und Besucher willkommen. Der heilige Stephanus zeigt uns, daß unser sozialer und karitativer Einsatz nicht von der Verkündigung des Evangeliums getrennt werden kann – beides gehört untrennbar zusammen. St. Stephanus helfe uns, nicht vor Schwierigkeiten zurückzuschrecken, sondern darin die Chance zum Zeugnis für Christus zu sehen. Der Heilige Geist stärke und führe euch alle Tage!
[00044-05.02] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Hoy queremos poner de relieve la figura de Esteban, testigo preclaro del Evangelio y primer mártir cristiano. El Nuevo Testamento lo muestra como el más representativo de los llamados "siete diáconos", a los cuales impusieron las manos los Apóstoles, indicando así que les conferían un encargo, e imploraban sobre ellos la gracia divina para ejercerlo. Les encomendaron una tarea específica: atender con equidad a los todos los necesitados de la comunidad cristiana, fueran de origen judío o griego.
Estos diáconos no sólo se ocupaban del servicio caritativo: Esteban, sobre todo, proclamó también el Evangelio, interpretando de modo nuevo toda la historia del pueblo de Israel desde la perspectiva central de Cristo. Eso provocó la persecución y la condena a muerte, muriendo lapidado. Corroboró así su testimonio de fe derramando por ella su sangre. Hoy sigue enseñándonos a no disociar el compromiso social del anuncio valiente de la fe, y a no decaer ante las dificultades, aunque nos cueste la vida.
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española venidos de Latinoamérica y de España. Que el ejemplo de san Esteban nos enseñe el valor insustituible del testimonio personal, al que nos conduce el Evangelio y del cual se alimenta la Iglesia.
Muchas gracias por vuestra presencia.
[00045-04.01] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua polacca
Pozdrawiam pielgrzymów z Polski. Święty Szczepan, diakon, pierwszy męczennik Kościoła, daje przykład wiary, pełnej miłości służby braciom, ewagelicznej mądrości i odwagi w dawaniu świadectwa o Chrystusie. Niech wiara, miłość i mądrość jednoczy wszystkich wierzących w Polsce. Niech Bóg wam błogosławi!
[Saluto i pellegrini provenienti dalla Polonia. Santo Stefano, diacono e primo martire della Chiesa, dà l’esempio della fede, del pieno d’amore servizio ai fratelli, dell’evangelica saggezza e del coraggio nel testimoniare di Cristo. La fede, l’amore e la saggezza uniscano tutti i credenti di Polonia. Dio vi benedica.]
[00046-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua croata
Od srca pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, a na poseban način učenice ženske klasične gimnazije Sestara Milosrdnica te druge skupine vjernika iz Zagreba! Po uzoru na velikane vjere vašega naroda, budite vjerni svom krsnom savezu s Bogom! Hvaljen Isus i Marija!
[Di cuore saluto tutti i pellegrini croati, particolarmente le alunne del liceo classico femminile delle Suore della Misericordia e gli altri gruppi di fedeli di Zagabria! Seguendo l’esempio delle grandi figure della fede del vostro popolo, siate fedeli al vostro patto battesimale. Siano lodati Gesù e Maria!]
[00047-AA.02][Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo un cordiale pensiero ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti dell’Opera Romana Pellegrinaggi e i fedeli della Comunità montana Serinese-Solofrana. Cari amici, vi esorto ad attingere ogni giorno vigore spirituale all’inesauribile amore di Cristo, mediante la preghiera, per testimoniare nei vostri ambienti il suo Vangelo di salvezza.
Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. La festa del Battesimo del Signore, che abbiamo celebrato domenica scorsa, ridesti in tutti la grazia ed il ricordo del nostro Battesimo. Esso costituisca per voi, cari giovani, uno stimolo a testimoniare sempre la gioia dell'adesione a Cristo. Sia per voi, cari malati, motivo di conforto, al pensiero che mediante tale Sacramento siete uniti all'Agnello di Dio che, con la sua passione e morte, salva il mondo. Sostenga voi, cari sposi novelli, nel fare della vostra famiglia un autentico focolare di fede e di amore.
[00048-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0017-XX.02]