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VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI IN TURCHIA (28 NOVEMBRE - 1° DICEMBRE 2006) (VIII), 30.11.2006


VISITA AL MUSEO DI SANTA SOFIA DI ISTANBUL  

Nel pomeriggio, il Papa visita il Museo di Santa Sofia di Istanbul, antica basilica bizantina dedicata alla Divina Sapienza, poi trasformata in moschea ed oggi museo.

Il Santo Padre Benedetto XVI è accolto dal Presidente del Museo, che lo guida nella visita. Prima di lasciare il Museo di Santa Sofia, il Papa firma il Libro d’Oro.

[01726-01.02]

 

VISITA ALLA MOSCHEA BLU

Dopo la visita al Museo di Santa Sofia, il Santo Padre Benedetto XVI si reca alla vicina Moschea Sultanahmet - comunemente conosciuta con il nome di Moschea Blu per i suoi splendidi pannelli interni in ceramiche di Iznik blu e bianche - dove è accolto dal Mufti Mustafa Cagrici.

[01727-01.02]

 

VISITA DI PREGHIERA ALLA CATTEDRALE ARMENA APOSTOLICA E INCONTRO CON SUA BEATITUDINE IL PATRIARCA MESROB II NEL PATRIARCATO ARMENO APOSTOLICO DI ISTANBUL

  SALUTO DEL SANTO PADRE

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

  TRADUZIONE NON UFFICIALE IN LINGUA TURCA

Conclusa la visita alla Moschea Blu, il Papa si reca alla Cattedrale Armena Apostolica di Istanbul, dedicata alla Santa Madre di Dio, dove è accolto da Sua Beatitudine il Patriarca Mesrob II Mutafyan.

Nel corso della Celebrazione della Parola, dopo il discorso del Patriarca Armeno Apostolico, il Santo Padre Benedetto XVI pronuncia il saluto che riportiamo di seguito:

  SALUTO DEL SANTO PADRE

Dear Brother in Christ,

I am pleased to have this opportunity to meet Your Beatitude in this very place where Patriarch Shnork Kalustian welcomed my predecessors Pope Paul VI and Pope John Paul II. With great affection I greet the entire Armenian Apostolic community over which you preside as shepherd and spiritual father. My fraternal greeting goes also to His Holiness Karekin II, Supreme Patriarch and Catholicos of all Armenians, and the hierarchy of the Armenian Apostolic Church. I give thanks to God for the Christian faith and witness of the Armenian people, transmitted from one generation to the next, often in very tragic circumstances such as those experienced in the last century.

Our meeting is more than a simple gesture of ecumenical courtesy and friendship. It is a sign of our shared hope in God’s promises and our desire to see fulfilled the prayer that Jesus offered for his disciples on the eve of his suffering and death: "that they may all be one. As you, Father, are in me and I in you, may they also be one in us, so that the world may believe that you have sent me" (Jn 17:21). Jesus gave his life on the Cross to gather into one the dispersed children of God, to break down the walls of division. Through the sacrament of Baptism, we have been incorporated into the Body of Christ, the Church. The tragic divisions which, over time, have arisen among Christ’s followers openly contradict the Lord’s will, give scandal to the world and damage that most holy cause, the preaching of the Gospel to every creature (cf. Unitatis Redintegratio, 1). Precisely by the witness of their faith and love, Christians are called to offer a radiant sign of hope and consolation to this world, so marked by conflicts and tensions. We must continue therefore to do everything possible to heal the wounds of separation and to hasten the work of rebuilding Christian unity. May we be guided in this urgent task by the light and strength of the Holy Spirit.

In this respect I can only offer heartfelt thanks to the Lord for the deeper fraternal relationship that has developed between the Armenian Apostolic Church and the Catholic Church. In the thirteenth century, Nerses of Lambron, one of the great Doctors of the Armenian Church, wrote these words of encouragement: "Now, since we all need peace with God, let its foundation be harmony among the brethren. We have prayed to God for peace and continue to do so. Look, he is now giving it to us as a gift: let us welcome it! We asked the Lord to make his holy Church solid, and he has willingly heard our plea. Let us climb therefore the mountain of the Gospel faith!" (Synodal Discourse). These words of Nerses have lost nothing of their power. Together let us continue to pray for the unity of all Christians, so that, by receiving this gift from above with open hearts, we may be ever more convincing witnesses of the truth of the Gospel and better servants of the Church’s mission.

[01719-02.04] [Original text: English]

  TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Carissimo Fratello in Cristo,

sono lieto di avere questa opportunità di incontrare Vostra Beatitudine in questo stesso luogo dove il Patriarca Shnork Kalustian ha accolto i miei predecessori Papa Paolo VI e Papa Giovanni Paolo II. Con grande affetto saluto l'intera comunità armena apostolica a cui Ella presiede come pastore e padre spirituale. Estendo il mio saluto fraterno anche a Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, e alla gerarchia della Chiesa Armena Apostolica. Rendo grazie a Dio per la fede e la testimonianza cristiana del popolo armeno, trasmesse da una generazione all'altra, spesso in circostanze davvero tragiche come quelle sperimentate durante il secolo passato.

Il nostro incontro è ben più che un semplice gesto di cortesia ecumenica e di amicizia. È un segno della nostra speranza condivisa nelle promesse di Dio e del nostro desiderio di vedere adempiuta la preghiera che Gesù elevò per i suoi discepoli alla vigilia della sua passione e morte: "Perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17,21). Gesù diede la propria vita sulla croce per radunare nell'unità i figli di Dio dispersi, per abbattere i muri di divisione. Mediante il sacramento del Battesimo, siamo stati incorporati nel Corpo di Cristo, la Chiesa. Le tragiche divisioni che, lungo il tempo, sono sorte fra i seguaci di Cristo contraddicono apertamente alla volontà del Signore, sono di scandalo al mondo e danneggiano la santissima causa della predicazione del Vangelo a ogni creatura (cfr Unitatis redintegratio, 1). Proprio mediante la testimonianza della propria fede e del proprio amore, i cristiani sono chiamati ad offrire un segno raggiante di speranza e di consolazione a questo mondo, così segnato da conflitti e da tensioni. Dobbiamo perciò continuare a fare tutto il possibile per curare le ferite della separazione ed affrettare l'opera di ricostruzione dell'unità dei cristiani. Faccio voti affinché siamo guidati, in questo compito urgente, dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo.

A tale proposito, posso solo elevare un sentito grazie al Signore per la sempre più profonda relazione fraterna sviluppatasi fra la Chiesa Apostolica Armena e la Chiesa Cattolica. Nel XIII secolo Nerses di Lambron, uno dei grandi Dottori della Chiesa Armena, scrisse le seguenti parole di incoraggiamento: "Ora, poiché tutti abbiamo bisogno della pace con Dio, facciamo sì che l'armonia tra fratelli ne sia il fondamento. Abbiamo pregato Dio per la pace e continuiamo a farlo. Ecco, egli la sta offrendo a noi come un dono: accogliamolo! Abbiamo chiesto al Signore di rendere salda la sua santa Chiesa, ed egli ha positivamente ascoltato la nostra invocazione. Saliamo, dunque la montagna della fede del Vangelo" (Discorso Sinodale). Queste parole di Nerses non hanno perduto niente del loro potere. Continuiamo a pregare insieme per l'unità di tutti i cristiani, così che, ricevendo tale dono dall'alto con cuori disponibili, noi possiamo essere testimoni sempre più convincenti della verità del Vangelo e migliori servitori della missione della Chiesa.

[01719-01.03] [Testo originale: Inglese]

 TRADUZIONE NON UFFICIALE IN LINGUA TURCA

Mesih’te Sevgili Kardeşim,

Patrik Kalustyan’ın, seleflerim Papa VI. Pavlus ve Papa II. Jean Paul’ü ağırlandıkları bu yerde Sizinle buluşma fırsatını bulmaktan memnuniyet duyuyorum. Çoban ve Ruhsal Peder olarak önderlik ettiğiniz tüm Ermeni Apostolik cemaatini büyük sevgiyle selamlıyorum. Bütün Ermenilerin Katolikosu Patrik II. Karekin Hazretleri ve Ermeni Apostolik Kilise Hiyerarşisi’ni de kardeşçe selamlıyorum. Ermeni halkının, geçmiş yüzyılda yaşadığı trajik koşullarda bile, nesilden nesile iletilen Hıristiyan imanı ve tanıklığı için Tanrı’ya şükürler sunuyorum.

Buluşmamız basit bir ekümenik nezaket ve dostluk jesti değildir. Bu bizlerin Allah’ın vaatlerine olan ortak ümidimizin bir işareti ve ızdırap çekip ölümünün arifesinde İsa’nın söylemiş olduğu duanın tam anlamıyla gerçekleşmesi arzusudur: "Hepsi bir olsunlar. Baba, senin bende olduğun ve benim sende olduğum gibi, onlar da bizde bir olsunlar. Dünya da beni senin gönderdiğine iman etsin" (Yuhanna 17:21). İsa, Allah’ın dağılmış çocuklarını biraraya getirmek ve bölünme duvarlarını yıkmak için, çarmıh üzerinde hayatını verdi. Bizler vaftiz sırrıyla, Mesih’in Bedeni olan Kilise’yle tek bir beden olduk. Trajik bölünmeler, yüzyıllar boyunca, Mesih’i izleyenler arasında baş göstermiş olup "Bunlar Rab’bin isteğiyle tam anlamıyla zıtlık yaratıp, dünyaya yanlış bir tanıklık vermekte, aynı zamanda da İncil’i tüm yaradılışa ilan etme kutsal davasına zarar vermektedir (Unitatis redintegratio, 1). Çatışmalar ve gerginliklerin etkisi altındaki bu dünyada Hıristiyanlar iman ve sevgi tanıklığını vererek, parlak bir ümit ve teselli işareti sunmaya çağrılmışlardır. Bu nedenle, ayrılık yaralarını sarmak ve yeniden Hıristiyan birliğini kurmayı çabuklaştırmak için, mümkün olan herşeyi yapmalıyız. Bu acil görevde, Kutsal Ruh’un ışığı ve gücü bizlere rehberlik etsin.

Bu bağlamda, Ermeni Apostolik Kilisesi ve Katolik Kilisesi arasında gelişmiş olan derin kardeşlik ilişkileri için Rab’be tüm kalbimle şükranlarımı sunuyorum. Onüçüncü yüzyılda, Ermeni Kilisesi’nin büyük Kilise Yazarlarından Lambron’lu Nerses, şu yüreklendirici sözleri söylemiştir: "Hepimizin Allah’la barışa ihtiyacı olduğundan, kardeşler arasındaki uyum bunun temeli olsun. Allah’a barış için dua ettik ve etmeye devam edelim. Bakın, şimdi bize barışı armağan ediyor: Kabul edelim! Rab’den Kilisesi’ni sağlam kılmasını istedik, O da hoşnutlukla yakarışımızı dinledi. O zaman İncil’in iman dağına tırmanalım!" (Discorso Sinodale). Nerses’in bu sözleri halen güçlerini koruyorlar. Beraber tüm Hıristiyanların birliği için dua etmeye devam edelim. Açık kalplerle öylesine yüksek bir lütuf aldıktan sonra, İncil gerçeğinin daha ikna edici tanıkları ve Kilise misyonunun daha iyi hizmetkârları olabilelim.

[01719-AA.02] [Testo originale: Inglese]

All’uscita dalla Cattedrale, viene svelata una lapide a forma di croce armena commemorativa della visita dei tre Pontefici Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Quindi il Patriarca accompagna il Papa nel Salone delle Udienze del Patriarcato Armeno Apostolico dove avviene l’incontro ufficiale e la presentazione delle rispettive delegazioni.

INCONTRO CON IL METROPOLITA SIRO-ORTODOSSO NELLA RAPPRESENTANZA PONTIFICIA DI ISTANBUL

Lasciata la Cattedrale Armena Apostolica, il Santo Padre si reca in auto alla Rappresentanza Pontificia di Istanbul. Qui è accolto e salutato, nel giardino della "Casa Roncalli", dagli Ordinari Cattolici della Turchia, accompagnati da una piccola rappresentanza di fedeli.

Il Papa si reca quindi nella Sala delle Udienze dove incontra il Vicario Patriarcale Siro-Ortodosso, il Metropolita Filuksinos Yusuf Çetin.

[01728-01.01]

 

INCONTRO CON IL GRAN RABBINO DI TURCHIA NELLA RAPPRESENTANZA PONTIFICIA DI ISTANBUL

Dopo il saluto al Metropolita Siro-Ortodosso, il Santo Padre incontra, sempre nella Rappresentanza Pontificia di Istanbul, il Gran Rabbino di Turchia, S.E. Isak Haleva.

[01729-01.01]

 

INCONTRO E CENA CON I MEMBRI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE CATTOLICA TURCA

Alle ore 20 il Santo Padre Benedetto XVI incontra i Membri della Conferenza Episcopale cattolica turca nella Rappresentanza Pontificia di Istanbul.

Al termine della cena, un gruppo di giovani delle comunità cattoliche locali, riunitisi precedentemente in preghiera nella Cattedrale, intonano - nel giardino della Rappresentanza Pontificia - dei canti per il Papa.

[01730-01.01]

[B0617-XX.04]