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L’UDIENZA GENERALE, 18.10.2006


L’UDIENZA GENERALE

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA  

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

L’Udienza Generale di questa mattina si è svolta alle ore 10.30 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre ha incontrato gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.

Nel discorso in lingua italiana, il Papa si è soffermato sulle figure degli Apostoli Giuda Iscariota e Mattia.

Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI ha rivolto particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.

L’Udienza Generale si è conclusa con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

terminando oggi di percorrere la galleria dei ritratti degli Apostoli chiamati direttamente da Gesù durante la sua vita terrena, non possiamo omettere di menzionare colui che è sempre nominato per ultimo nelle liste dei Dodici: Giuda Iscariota. A lui vogliamo qui associare la persona che venne poi eletta in sua sostituzione, cioè Mattia.

Già il semplice nome di Giuda suscita tra i cristiani un’istintiva reazione di riprovazione e di condanna. Il significato dell’appellativo "Iscariota" è controverso: la spiegazione più seguita lo intende come "uomo di Keriot" con riferimento al suo villaggio di origine, situato nei pressi di Hebron e menzionato due volte nella Sacra Scrittura (cfr Gs 15,25; Am 2,2). Altri lo interpretano come variazione del termine "sicario", come se alludesse ad un guerrigliero armato di pugnale detto in latino sica. Vi è, infine, chi vede nel soprannome la semplice trascrizione di una radice ebraico-aramaica significante: "colui che stava per consegnarlo". Questa designazione si trova due volte nel IV Vangelo, cioè dopo una confessione di fede di Pietro (cfr Gv 6,71) e poi nel corso dell’unzione di Betania (cfr Gv 12,4). Altri passi mostrano che il tradimento era in corso, dicendo: "colui che lo tradiva"; così durante l’Ultima Cena, dopo l’annuncio del tradimento (cfr Mt 26,25) e poi al momento dell’arresto di Gesù (cfr Mt 26,46.48; Gv 18,2.5). Invece le liste dei Dodici ricordano il fatto del tradimento come ormai attuato: "Giuda Iscariota, colui che lo tradì", così dice Marco (3,19); Matteo (10,4) e Luca (6,16) hanno formule equivalenti. Il tradimento in quanto tale è avvenuto in due momenti: innanzitutto nella progettazione, quando Giuda s’accorda con i nemici di Gesù per trenta monete d'argento (cfr Mt 26,14-16), e poi nell’esecuzione con il bacio dato al Maestro nel Getsemani (cfr Mt 26,46-50). In ogni caso, gli evangelisti insistono sulla qualità di apostolo, che a Giuda competeva a tutti gli effetti: egli è ripetutamente detto "uno dei Dodici" (Mt 26,14.47; Mc 14,10.20; Gv 6,71) o "del numero dei Dodici" (Lc 22,3). Anzi, per due volte Gesù, rivolgendosi agli Apostoli e parlando proprio di lui, lo indica come "uno di voi" (Mt 26,21; Mc 14,18; Gv 6,70; 13,21). E Pietro dirà di Giuda che "era del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero" (At 1,17).

Si tratta dunque di una figura appartenente al gruppo di coloro che Gesù si era scelti come stretti compagni e collaboratori. Ciò suscita due domande nel tentativo di dare una spiegazione ai fatti accaduti. La prima consiste nel chiederci come mai Gesù abbia scelto quest’uomo e gli abbia dato fiducia. Oltre tutto, infatti, benché Giuda fosse di fatto l’economo del gruppo (cfr Gv 12,6b; 13,29a), in realtà è qualificato anche come "ladro" (Gv 12,6a). Il mistero della scelta rimane, tanto più che Gesù pronuncia un giudizio molto severo su di lui: "Guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito!" (Mt 26,24). Ancora di più si infittisce il mistero circa la sua sorte eterna, sapendo che Giuda "si pentì e riportò le trenta monete d'argento ai sommi sacerdoti e agli anziani, dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente»" (Mt 27,3-4). Benché egli si sia poi allontanato per andare a impiccarsi (cfr Mt 27,5), non spetta a noi misurare il suo gesto, sostituendoci a Dio infinitamente misericordioso e giusto.

Una seconda domanda riguarda il motivo del comportamento di Giuda: perché egli tradì Gesù? La questione è oggetto di varie ipotesi. Alcuni ricorrono al fattore della sua cupidigia di danaro; altri sostengono una spiegazione di ordine messianico: Giuda sarebbe stato deluso nel vedere che Gesù non inseriva nel suo programma la liberazione politico-militare del proprio Paese. In realtà, i testi evangelici insistono su un altro aspetto: Giovanni dice espressamente che "il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo" (Gv 13,2); analogamente scrive Luca: "Allora satana entrò in Giuda, detto Iscariota, che era nel numero dei Dodici" (Lc 22,3). In questo modo, si va oltre le motivazioni storiche e si spiega la vicenda in base alla responsabilità personale di Giuda, il quale cedette miseramente ad una tentazione del Maligno. Il tradimento di Giuda rimane, in ogni caso, un mistero. Gesù lo ha trattato da amico (cfr Mt 26,50), però, nei suoi inviti a seguirlo sulla via delle beatitudini, non forzava le volontà né le premuniva dalle tentazioni di Satana, rispettando la libertà umana.

In effetti, le possibilità di perversione del cuore umano sono davvero molte. L'unico modo di ovviare ad esse consiste nel non coltivare una visione delle cose soltanto individualistica, autonoma, ma al contrario nel mettersi sempre di nuovo dalla parte di Gesù, assumendo il suo punto di vista. Dobbiamo cercare, giorno per giorno, di fare piena comunione con Lui. Ricordiamoci che anche Pietro voleva opporsi a lui e a ciò che lo aspettava a Gerusalemme, ma ne ricevette un rimprovero fortissimo: "Tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini" (Mc 8,32-33)! Pietro, dopo la sua caduta, si è pentito ed ha trovato perdono e grazia. Anche Giuda si è pentito, ma il suo pentimento è degenerato in disperazione e così è divenuto autodistruzione. E’ per noi un invito a tener sempre presente quanto dice san Benedetto alla fine del fondamentale capitolo V della sua "Regola": "Non disperare mai della misericordia divina". In realtà Dio "è più grande del nostro cuore", come dice san Giovanni (1 Gv 3,20). Teniamo quindi presenti due cose. La prima: Gesù rispetta la nostra libertà. La seconda: Gesù aspetta la nostra disponibilità al pentimento ed alla conversione; è ricco di misericordia e di perdono. Del resto, quando, pensiamo al ruolo negativo svolto da Giuda dobbiamo inserirlo nella superiore conduzione degli eventi da parte di Dio. Il suo tradimento ha condotto alla morte di Gesù, il quale trasformò questo tremendo supplizio in spazio di amore salvifico e in consegna di sé al Padre (cfr Gal 2,20; Ef 5,2.25). Il Verbo "tradire" è la versione di una parola greca che significa "consegnare". Talvolta il suo soggetto è addirittura Dio in persona: è stato lui che per amore "consegnò" Gesù per tutti noi (cfr Rm 8,32). Nel suo misterioso progetto salvifico, Dio assume il gesto inescusabile di Giuda come occasione del dono totale del Figlio per la redenzione del mondo.

A conclusione, vogliamo anche ricordare colui che dopo la Pasqua venne eletto al posto del traditore. Nella Chiesa di Gerusalemme furono due ad essere proposti dalla comunità e poi tirati a sorte: "Giuseppe detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia" (At l,23). Proprio quest’ultimo fu il prescelto, così che "fu associato agli undici Apostoli" (At 1,26). Di lui non sappiamo altro, se non che anch’egli era stato testimone di tutta la vicenda terrena di Gesù (cfr At 1,21-22), rimanendo a Lui fedele fino in fondo. Alla grandezza di questa sua fedeltà si aggiunse poi la chiamata divina a prendere il posto di Giuda, quasi compensando il suo tradimento. Ricaviamo da qui un’ultima lezione: anche se nella Chiesa non mancano cristiani indegni e traditori, spetta a ciascuno di noi controbilanciare il male da essi compiuto con la nostra limpida testimonianza a Gesù Cristo, nostro Signore e Salvatore.

[01460-01.01] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese  

Chers Frères et Sœurs,

Achevant le portrait des apôtres appelés directement par Jésus, on trouve Judas Iscariote, toujours mentionné en dernier comme «celui qui le livra», mais aussi désigné comme «l’un des Douze». Cela suscite deux questions. La première est son choix par Jésus, alors qu’il est considéré comme un voleur dans sa charge d’économe du groupe et que Jésus a sur lui un jugement dur : «Malheureux l’homme par qui le Fils de l’homme est livré !»

La deuxième question concerne les raisons de sa trahison. Certains parlent de sa cupidité, d’autres de sa déception devant le refus de Jésus d’être un messie politique. Les Évangiles insistent sur un autre aspect : «Le démon avait inspiré à Judas l’intention de le livrer». Sa trahison, expression de sa liberté humaine, a conduit Jésus à la mort, transformée par ce dernier en geste d’amour salvifique. Jésus a été livré par Judas, mais il s’est livré lui-même à l’amour du Père, et saint Paul dit que «Dieu l’a livré pour nous tous». Dans son mystérieux projet de salut, Dieu assume donc le geste inexcusable de Judas comme l’occasion du don total du Fils pour la rédemption du monde.

Rappelons aussi la figure de Matthias, témoin dès le début de tout ce qui arriva à Jésus. Il fut élu après Pâques pour prendre la place de Judas. Que sa fidélité nous apprenne à compenser nous aussi dans l’Église les défaillances de chrétiens indignes, par notre témoignage fidèle au Christ Jésus!

J’accueille avec joie les pèlerins de langue française, en particulier les pèlerins du diocèse de Limoges, accompagnés par leur Évêque, Mgr Christophe Dufour, ainsi que les membres du chapitre des Frères du Sacré-Cœur et leur nouveau supérieur général. Que votre pèlerinage à Rome vous renforce tous dans la joie d’être disciples et témoins du Christ ressuscité!

[01461-03.02] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters in Christ,

Today I conclude my series of reflections on the Apostles by speaking of Judas Iscariot, the one who betrayed Jesus. Why did he do it? Some say he was too fond of money, and the offer of thirty pieces of silver was too much to resist. The Gnostic writers say he wanted to liberate Jesus from the shackles of mortality. But the Gospels tell us that Satan entered into the heart of Judas. He yielded to a temptation from the Evil one. It is a mistake to think that the great privilege of living in company with Jesus is enough to make a person holy. Jesus does not force our will when he invites us to follow him along the path of the Beatitudes. The only way to avoid the pitfalls that surround us is to give ourselves entirely to Jesus, to enter into full communion with him, so that we think and act as he did, in total obedience to the Father. God can turn everything to a good purpose. Even Judas’s betrayal became, through divine Providence, the occasion for Jesus’s supreme act of love, for the salvation of the world.

Finally, a word about the one who was chosen after the Resurrection to take the traitor’s place, in a sense compensating for what Judas had done. All we know about Matthias is that he was a witness to the whole of Jesus’s earthly life, and he remained faithful to the end. We too are called to make reparation for the sins of others by our faithful witness to Christ.

I welcome the English-speaking pilgrims here today, especially the Sisters of Providence who have come for the canonization of Mother Theodore Guerin. I greet also the pilgrims from Africa, Asia, Britain and Ireland, Scandinavia and the United States of America. May God pour out his blessings upon all of you, and upon your loved ones at home.

[01462-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der Reihe der zwölf von Jesus berufenen Apostel, über die ich in den letzten Katechesen gesprochen habe, richten wir heute unser Augenmerk auf den, der als letzter in den Listen vermerkt ist, Judas Iskariot, der seinen Meister verraten hat Und dann wenden wir uns kurz dem hl. Matthias zu, der den Platz des Judas im Apostelkreis einnehmen durfte. Viele meinen, an der Seite des Gottessohnes könne man nichts anderes als gut werden, und doch wurde Judas zum Verräter (vgl. Lk 6,16). Denn Jesus achtet die innere Freiheit des Jüngers, der auch in seiner Nähe die Möglichkeit hat, innerlich in die Ferne zu gehen, und er achtet diese Freiheit, auch wenn sie schließlich sich in Vorurteile und Eigenwillen verstrickt Denken wir daran, dass auch für jeden von uns die Gefahr eines verstockten Herzens besteht, und denken wir daran, dass wir dem vorbeugen können, indem wir stets die innere Gemeinschaft mit dem Herrn suchen und in unserem Denken und Handeln inwendig an ihm Maß nehmen. Und dazu behalten wir die Gewissheit, dass Gott immer verzeiht Auch Petrus ist gefallen, aber er hat bereut und hat Verzeihung gefunden. Judas hat auch bereut, aber seine Reue ist zur Verzweiflung geworden, er hat nicht genug an die Unermesslichkeit der Erbarmungen Gottes geglaubt Lassen wir uns also nicht beirren. Gottes Herz ist immer offen für uns. Gott bezieht auch Menschen wie Judas in sein Heilswerk ein. Der Verräter liefert Jesus aus, aber Jesus macht diese Auslieferung in seiner Selbsthingabe und wandelt so seinen Tod in Liebe um. Matthias, der Zeuge des Wirkens Jesu auf Erden gewesen war, tritt an seine Stelle und ermutigt so uns, dass wir immer wieder auch einander korrigieren und dass wir einer an die Stelle des anderen treten und Gottes Frohe Botschaft von der liebe in die Welt hinaustragen.

Von Herzen heiße ich alle Besucher deutscher Sprache willkommen, besonders die große Gruppe des Kardinal-von-Galen-Gymnasiums aus Münster. Danke für eure Gegenwart für euer kraftvolles Zeugnis. In der Schule Jesu lernen wir die wahre Freiheit des Herzens und lernen wir die Großmütigkeit Jesu. Geben wir also dem Ruf Gottes in unserem Leben immer von neuem Raum. Der Heilige Geist geleite euch alle auf all euren Wegen.

[01463-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El nombre de Judas Iscariote aparece siempre el último en la lista de los Doce junto con el hecho de su traición a Jesús. En cambio, los evangelistas lo presentan como apóstol a todos los efectos. La elección de Judas por parte de Jesús, así como su suerte eterna, permanecen para nosotros como un misterio insondable. Con todo, no nos corresponde a nosotros el juicio poniéndonos en el lugar de Dios, infinitamente misericordioso y justo. En cuanto a su traición, los evangelistas la explican como una cesión a una tentación del Maligno. Merece la pena observar cómo Cristo respeta siempre la libertad humana, sin forzar nunca la voluntad, quedando por tanto intacta la posibilidad de perversión por parte del corazón humano. El único modo de evitarlo consiste en entrar en plena comunión con Jesús, asumiendo su punto de vista sobre las cosas, es decir, aceptar lo que él mismo ha encarnado en su vida y en su muerte. El papel perverso que Judas ha desempeñado en la historia del Salvador, se inserta también en el misterioso proyecto salvífico de Dios como ocasión de la entrega total del Hijo por la redención del mundo. Después de la Pascua, Matías fue elegido para ocupar el lugar de Judas. De él sólo sabemos que fue testigo de la historia terrena de Jesús permaneciendo fiel hasta el fin.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española, en especial a los diversos grupos parroquiales de España, así como a los peregrinos de México y de otros Países Latinoamericanos. Os animo a que, siguiendo el ejemplo de los apóstoles, deis un testimonio de Cristo cada vez más fiel y coherente, transmitiendo a otros la alegría de la fe y el amor. ¡Que Dios os bendiga!

[01464-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua slovacca

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese  

Saúdo o grupo de visitantes do Brasil e demais peregrinos de língua portuguesa, a quem agradeço a presença e quanto a mesma significa de confissão de fé e amor a Jesus Cristo vivo na sua Igreja. Que Deus vos guarde e abençoe!

[01465-06.02] [Texto original: Português]

Saluto in lingua slovacca

Srdečne pozdravujem slovenských pútnikov z farnosti Kapušany a Prievidza. Drahí bratia a sestry, prijmite Apoštolské požehnanie, ktoré vd’ačne udel’ujem vįm i vašim drahým vo vlasti. Pochválený bud’ Ježiš Kristus!

[Saluto cordialmente i pellegrini slovacchi provenienti dalla parrocchia Kapušany e Prievidza. Cari fratelli e sorelle, con gratitudine imparto la Benedizione Apostolica a voi ed ai vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01466-AA.02] [Testo originale: Slovacco]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam serdecznie pielgrzymów polskich. W tym tygodniu przypada rocznica wyboru na Stolicę Piotrową mojego umiłowanego poprzednika, Jana Pawła II. Życzę wam tu obecnym i całej wspólnocie Kościoła, by świadectwo życia i bogate nauczanie pasterskie Sługi Bożego owocowało czynami miłości i wiary. Niech Bóg wam błogosławi.

[Saluto cordialmente tutti i pellegrini polacchi. In questa settimana cade l’anniversario dell’elezione alla Sede di Pietro, del mio amato predecessore, Giovanni Paolo II. Auguro a voi qui presenti, e a tutta la comunità cristiana, che la testimonianza della vita e il ricco magistero pastorale del venerato Servo di Dio portino frutti con atti d’amore e di fede. Dio vi benedica.]

[01467-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua italiana

Saluto i pellegrini di lingua italiana. In particolare, rivolgo un cordiale pensiero ai partecipanti ai Capitoli Generali dei Passionisti, dei Fatebenefratelli, e delle Benedettine Missionarie di Tutzing, ed esorto tutti a proseguire con ardente spirito apostolico il loro servizio ecclesiale, testimoniando il Vangelo secondo lo specifico carisma del proprio Istituto. Saluto inoltre i rappresentanti dell’Associazione Medici Cattolici della Provincia di Pistoia, che oggi ricordano il loro patrono, il medico san Luca, e li esorto a testimoniare costantemente le centralità del mistero di Cristo, redentore dell’uomo.

Mi rivolgo, infine, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Guardando al fulgido esempio di san Luca evangelista, invito voi, cari giovani, ad essere coraggiosi annunciatori di Cristo, Parola di salvezza "che non passa"; esorto voi, cari malati, ad affrontare le sofferenze con spirito di fede e speranza cristiana; ed auguro a voi, cari sposi novelli, di attingere sempre dal Signore crocifisso e risorto l’amore divino che rende salda e feconda la vostra unione.

Ho appreso con profonda sofferenza la notizia dell’incidente avvenuto ieri mattina nella Metropolitana di Roma. In questo momento di dolore, sono particolarmente vicino a quanti sono stati colpiti dal tragico evento; ad essi desidero esprimere sentimenti di conforto e di affetto, assicurando uno speciale ricordo nella preghiera.

[01468-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0516-XX.02]