CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL LIBRO "IL LIEVITO DEL VANGELO. LA PRESENZA DELLA SANTA SEDE NELLA VITA DEI POPOLI" DELL’EM.MO CARD. ANGELO SODANO ● INTERVENTO DI MONS. GABRIELE GIORDANO CACCIA
● INTERVENTO DI MONS. PIETRO PAROLIN
Alle ore 10 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione del libro "Il Lievito del Vangelo. La presenza della Santa Sede nella vita dei popoli" che raccoglie una serie di interventi di carattere diplomatico ed ecclesiale dell’Em.mo Card. Angelo Sodano.
Intervengono: Mons. Gabriele Giordano Caccia, Assessore per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, e Mons. Pietro Parolin, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato.
Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:
● INTERVENTO DI MONS. GABRIELE GIORDANO CACCIA
Insieme a Mons. Pietro Parolin, Sotto-Segretario per i Rapporti con gli Stati, ho l’onore di presentare questo volume che raccoglie 12 significativi interventi del Card. Angelo Sodano, nominato Segretario di Stato da Sua Santità Giovanni Paolo II, il 1° dicembre del 1990. Dal 1961 egli ha servito la Santa Sede in uffici e ruoli di progressiva crescente responsabilità sino a ricoprire per oltre 15 anni la funzione di primo collaboratore del Sommo Pontefice, "Pastore della Chiesa universale qui in terra". San Gregorio Magno scrive all’inizio della sua Regola pastorale che "il governo delle anime è l’arte delle arti"( I,1 ). In questo libro il Card. Sodano raccoglie l’esperienza maturata nel tempo come pastore di anime: un pastore al quale non è stata affidata direttamente una porzione del popolo di Dio, ma il privilegio di cooperare alla cura dell’intero gregge del Signore accanto al Successore dell’apostolo Pietro, il romano Pontefice. E dedica questa sua opera proprio ai due Papi che egli più direttamente ha servito: alla memoria del Servo di Dio, Giovanni Paolo II e in omaggio a Benedetto XVI, con un cordiale pensiero per il Cardinale Tarcisio Bertone nel momento in cui gli trasmette, "come nei giochi olimpici, l’incarico ricevuto" (pag.VI) . Nell’introduzione l’Autore definisce questo libro "un ricordo" che lascia come ringraziamento a "coloro che mi sono stati vicini in questi anni, aiutandomi a svolgere la mia missione" ( pag.VI). Dunque, un gesto di gratitudine e di amicizia verso i vari collaboratori in Segreteria di Stato, nella Curia Romana e nelle Nunziature Apostoliche; un pensiero riconoscente anche per i membri del Corpo Diplomatico presso la Santa Sede e le altre personalità della vita politica e sociale che hanno sostenuto le iniziative di pace fra i popoli e le opere di carità della Chiesa al servizio dei poveri. Nel prendere la parola per presentare l’opera, donata dall’Autore a ciascuno dei suoi collaboratori, sono certo di farmi interprete di quanti hanno avuto l’onore di collaborare con lui nel corso di questi decenni, manifestando al tempo stesso la mia personale riconoscenza per avere avuto la possibilità di percorrere con lui un buon tratto di strada al servizio del Successore di Pietro e della Chiesa universale.
Il momento particolare in cui il libro viene edito – il compiersi appunto del suo mandato come Segretario di Stato – offre all’Autore l’opportunità di evidenziare l’idea guida del suo lungo e proficuo servizio alla Santa Sede, accanto a Colui che, come successore di Pietro – ricorda il Concilio Vaticano II - "è il perpetuo e visibile principio e il fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli" ( Lumen gentium, 23). Cenni e ricordi personali si intrecciano con tematiche teologiche e pastorali, spunti di spiritualità ecclesiale si accompagnano al richiamo costante del ruolo della Chiesa nell’attuale contesto internazionale, un ruolo religioso di fermento, di luce e di guida e di sostegno morale dei popoli. Si potrebbe percepire in sottofondo il desiderio di rispondere ad una domanda che spesso egli stesso si è sentito rivolgere nel corso degli anni, domanda raccolta e rilanciata frequentemente dai mass-media sul senso e sul significato della presenza della Santa Sede nella vita dei popoli. Quella della Chiesa è soltanto una missione pastorale oppure anche una funzione politica? Quale la peculiare caratteristica dell’azione diplomatica della Santa Sede? E finalmente che ruolo ha la Chiesa e la Santa Sede nel mondo?
Certamente il volume non intende affrontare in modo sistematico questioni di così alto rilievo; non è un trattato teologico, giuridico o pastorale sulla Chiesa e sulla Santa Sede. Siamo in presenza piuttosto di una raccolta di interventi che il Cardinale Segretario di Stato ha svolto a nome del Santo Padre in consessi talora prettamente ecclesiali ed altre volte in contesti internazionali e politici; relazioni con taglio più pastorale le prime e con articolazioni più giuridiche e sociali le seconde. Mi limiterò pertanto ad una breve presentazione delle prime, lasciando le altre a Mons. Parolin. C’è però qualcosa che tutte le unisce e costituisce il filo conduttore che le rende modulazioni di uno stesso tema fondamentale. La Santa Sede proprio perché intimamente unita al Successore di Pietro, anche quando agisce nell’ambito diplomatico o in questioni di natura sociale non si estranea dal fondamentale orizzonte pastorale della Chiesa. Il fine resta sempre lo stesso: la salvezza, la "salus animarum". Vale la pena rileggere l’affermazione con cui si apre il Decreto del Concilio Vaticano II sull’attività missionaria della Chiesa: "Inviata da Dio alle genti per essere sacramento universale di salvezza, la Chiesa… obbedendo all’ordine del suo Fondatore, si sforza di annunciare l’evangelo a tutti gli uomini" (Ad gentes, 1). Quando la Chiesa agisce ed opera lo fa in definitiva sempre per rispondere a questo preciso mandato affidatole dal suo fondatore, Gesù Cristo. Per realizzare la sua missione essa interviene, secondo le circostanze, con mezzi e strumenti diversi; per meglio capirci, si potrebbe parlare di modulazioni diverse di uno stesso tema, di strade differenti che conducono ad una stessa meta, di metodi tra loro non identici ma in ogni caso concordanti. Sin dalle prime pagine il Card. Sodano pone ben in luce la missione pastorale della Santa Sede tesa a "immettere nella vita delle nazioni il fermento cristiano" (pag. 3), a "portare il lievito del Vangelo di Cristo nella vita degli individui e delle nazioni" (pag. 4). Nello svolgimento dei vari compiti che mi sono stati affidati del Papa, nota l’Autore, ho potuto toccare con mano, l’importanza della presenza della Santa Sede in numerosi campi di attività internazionale "per immettere nel cuore della civiltà contemporanea quel fermento innovatore che è proprio il Vangelo di Cristo "(pag.V).
Per illustrare questa missione e quindi il senso della presenza della Santa Sede nel mondo, il Cardinale Sodano sceglie l’immagine evangelica del lievito. Ecco allora il titolo del libro: "Il lievito del Vangelo". Ma perché il lievito? Perchè la pasta fermenti occorre che ci sia il lievito e che sia buono. Nell’introduzione e poi nei 12 capitoli il Cardinale riprende quest’immagine evangelica a lui familiare sin dai primi anni dell’infanzia quando, nella casa rurale di famiglia, la mamma Delfina impastava il pane quotidiano (pag.VII). Ed illustra l’attività della Santa Sede proprio come una presenza che è "lievito"; una presenza che é "fermento" di verità, di amore, di pace; una presenza che agisce in modo discreto e paziente, nel silenzio e al di dentro della storia e delle situazioni spesso conflittuali dell’umanità. Presenza evangelica ed evangelizzante che impegna quanti fanno parte della Santa Sede a proclamare e testimoniare sempre e solo il Vangelo in ogni situazione, servendosi di istituzioni concrete per raggiungere questo fine (pag.7). La Chiesa esiste insomma per evangelizzare; "esiste per santificare. Essa non ha altro scopo" ; essendo comunità di salvezza é anche istituzione di salvezza ( pag. 16). Essa proclama con ogni suo organismo o struttura il Vangelo della dignità della persona e della famiglia, il Vangelo della concordia e della pace, il Vangelo della giustizia e dell’amore (pag. 11). La consapevolezza d’un compito così importante e delicato non deve venir mai meno in quanti sono chiamati a lavorare nel "cuore" della Chiesa, accanto al Vicario di Cristo. Al riguardo risulta quanto mai eloquente la testimonianza che l’Autore riporta traendola da " Il Giornale dell’anima" del Beato Giovanni XXIII: "In verità ho sempre ritenuto che per un ecclesiastico la diplomazia debba così essere permeata di spirito pastorale; diversamente non conta nulla e volge al ridicolo una missione santa" (pag.10)
La comprensione piena del compito e del ruolo della Santa Sede non si può avere se non si tiene conto dell’intimo legame con il "carisma petrino". Essa è, infatti, al servizio del Successore di Pietro, al "servo dei servi di Dio". Lo stretto legame che unisce i collaboratori della Santa Sede al Sommo Pontefice comporta per ciascuno di essi una sempre più avvertita responsabilità. Nelle pagine del libro si percepisce l’eco di uno stile di servizio tante volte ricordatoci dal Cardinale Sodano nei nostri incontri: chi lavora in Segreteria di Stato, negli uffici della Curia Romana o nelle Nunziature Apostoliche è chiamato a svolgere il proprio compito con interiore disponibilità, distacco da sé stesso e indiscussa fedeltà. Quando si lavora al servizio del Papa non si agisce come "cavalieri solitari", affermando proprie idee e portando avanti progetti personali, ma è la fedeltà al Vicario di Cristo il criterio di ogni azione e decisione. E a questo proposito il Cardinale Sodano cita con venerazione il suo predecessore, il Cardinale Agostino Casaroli, che in occasione del suo 50° di sacerdozio ebbe a dire: "Fedeltà assoluta. Io credo che questa debba essere la caratteristica prima dell’intera Curia Romana, la caratteristica primissima, direi, di coloro che più da vicino sono chiamati a servire il Santo Padre" ( pag. 64).
Al Cardinale Sodano siamo riconoscenti in particolare per questo: per l’esempio che ha dato, i consigli che ha prodigato in questi anni ai suoi collaboratori e per il messaggio che ci lascia, un messaggio quanto mai utile per chi svolge una singolare missione ecclesiale accanto al Successore di Pietro, missione che lo stesso cardinale continuerà a condividere come Decano del Collegio Cardinalizio. Nella Chiesa, fin dai suoi inizi, non è mai venuta meno la consapevolezza che il messaggio evangelico è capace di elevare e nobilitare l’impegno dell’uomo in ogni ambito ( pag. 73). "Non altra infatti – nota il Cardinale – è la ragione d’essere della Chiesa nel mondo, se non quella di continuare l’opera del suo Signore. Essa, infatti, è stata ben definita come il Cristo diffuso e prolungato nel secoli" (pag.74). Ciò è ancor più vero nel nostro tempo, dove le sfide maggiori non sono di ordine economico e tecnico, ma prima di tutto di ordine etico - spirituale ( pag. 110). Il libro dischiude così un invito all’impegno e alla speranza ; un’esortazione a contare sempre sulla forza rinnovatrice della Chiesa, restando in ascolto della parola di Cristo e confortati dalla sua promessa: "Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt. 28, 20). Passano gli uomini, ma Cristo è vivo e non muore.
[01223-01.01] [Testo originale: Italiano]
● INTERVENTO DI MONS. PIETRO PAROLIN
Ho riletto con piacere i testi delle conferenze che l’Em.mo Card. Angelo Sodano, a conclusione del suo mandato come Segretario di Stato dei Papi Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi, ha voluto raccogliere nel bel volume: Il lievito del Vangelo. La presenza della Santa Sede nella vita dei popoli, e dedicare, in segno di gratitudine, a tutti coloro che gli sono stati vicini in questi anni. Il libro raccoglie numerosi dati sulla vita e sulla storia della Chiesa e della Santa Sede, intesa come suo organo centrale, e offre una serie di suggerimenti circa la loro missione nel mondo contemporaneo che sono di grande utilità. Prima di passare ad illustrare brevemente tale ricchezza, vorrei soffermarmi su un altro aspetto. Ogni opera – è stato detto – ha un doppio contenuto: le idee e i concetti espressi dall’autore, da un lato, e le reazioni, intellettuali, spirituali ed emotive, che suscita nel lettore dall’altro. Leggendo le pagine de Il lievito del Vangelo, io ho ritrovato quei tratti del Superiore che ho imparato a conoscere e ad apprezzare durante gli anni di collaborazione, via via sempre più stretta, in Segreteria di Stato: la sua visione, il suo spirito, il suo metodo.
La sua visione, innanzitutto, improntata ad un robusto realismo cristiano. Il male esiste nel mondo (p. 5), in molteplici forme, e le sue forze distruttrici minacciano continuamente l’uomo, la società, la civiltà (p. 42), ma il male non è l’ultima parola, perché la persona umana ha la capacità, "con l’aiuto di Dio, di superare le forze del male e di trovare le risorse materiali e spirituali per rispondere alle (sue) sfide" (p. 106). Ciò in forza dell’opera redentrice e trasformatrice di Gesù Cristo, che la Chiesa continua nel tempo e nello spazio; donna "tutta intenta ad immettere il lievito di vita nuova nel cuore del mondo" (p. VI) – bella l’immagine! – non ha altra ragion d’essere che quella di continuare l’opera del suo Signore, introducendo nel cuore del mondo quei valori che Cristo ci ha svelato, capaci di generare vita nuova e di elevare il senso dell’esistenza umana (p. 74). Nasce da qui la speranza, quella invincibile speranza, di cui il Cardinale dice: "Questa visione di speranza ha sorretto anche me durante gli anni del mio servizio alla Santa Sede ed ha ispirato molti miei interventi in occasione di eventi nazionali ed internazionali" (p. VIII). La lettura diretta del libro lo conferma. Molti gli inviti alla speranza che risuonano espliciti: "Anche fra le difficoltà dell’ora presente, la fede cristiana ci invita a non avere paura dell’uomo, a non avere timore del futuro. Il Vangelo di Cristo ha un valore trasformante anche per l’attuale civiltà … con la luce che viene dal Vangelo di Cristo e con la forza che scaturisce dalla sua grazia, noi possiamo insieme preparare l’avvento del terzo millennio dell’era cristiana, con la speranza che esso segni una nuova primavera dello spirito umano" (p. 16). "Ciò ci fa ben sperare per il futuro, nonostante le nubi che sembrano minacciare l’orizzonte" (p. 135).
Quanto allo spirito è quello ben enunciato dal Beato Giovanni XXIII nel suo Giornale dell’anima al momento di lasciare la Nunziatura di Parigi per la sede patriarcale di Venezia (già ricordato da Mons. Assessore). Ama, pertanto, citare il Card. Sodano l’art. 15 della Costituzione Apostolica Pastor Bonus, quando dice che "tutte le questioni devono essere trattate (dalla Segreteria di Stato, dagli altri Dicasteri della Curia Romana, dalle Nunziature e dalle Delegazioni Apostoliche, ecc.) sempre con criteri pastorali, con l’attenzione rivolta … alla salvezza delle anime", e può assicurare, per esperienza personale, che "tale è l’impegno dei responsabili di tutte le varie Istituzioni, che a vario titolo, collaborano con il Pastore della Chiesa universale" (p. 6).
Il metodo, infine, è quello della presenza discreta. E’ doveroso per la Santa Sede seguire gli sforzi della comunità internazionale, proprio per poter agire dal di dentro, "come il classico lievito della donna del Vangelo", nonostante tutte le difficoltà ed anche le opposizioni. "L’idea di adottare la politica della ‘sedia vuota’ o, peggio ancora, di ‘sbattere la porta’ non poteva essere presa in considerazione" riflette il Cardinale in riferimento alle grandi Conferenze internazionali, che si susseguirono nella decade degli anni ’90: "Io stesso guidai la Delegazione della Santa Sede a tre di tali Conferenze, toccando con mano l’importanza di una presenza illuminatrice e stimolatrice su temi che toccavano o toccano da vicino i destini dell’umanità" (p. 12). La discrezione è il metodo d’intervento di Dio nella storia umana e deve essere, quindi, il metodo della sua Chiesa (p. VII). E così, per quanto riguarda il multilaterale, il Cardinale parla di "mille sacrifici, tempi lunghi, partecipazione ai comitati preparatori, contatti informali, sensibilizzazione dei più vicini e riunioni di esperti" (p. 14).
Passo ai contenuti. Il volume riporta dodici discorsi dell’Em.mo Card. Sodano. Egli ha inteso offrire un semplice saggio esemplificativo dei numerosi interventi che ha pronunciato durante il compimento del suo alto incarico e che hanno spaziato su molti altri temi oltre a quelli qui presi in considerazione, come ad es. il disarmo, la salute, i migranti, e soprattutto la pace. Il Card. Sodano è stato Segretario di Stato, a fianco di due Papi, per quasi sedici anni, in un periodo considerevolmente lungo sia in sé stesso che rispetto alla durata del servizio dei Segretari di Stato nel corso della storia; periodo particolarmente complesso e turbolento, se pensiamo solo alla fine della guerra fredda, i due conflitti del Golfo e quelli dei Balcani, lo scatenarsi del terrorismo internazionale dopo l’11 settembre di cinque anni fa, la ricerca faticosa e non compiuta di un nuovo ordine mondiale capace di governare la globalizzazione e farne per tutti occasione di crescita e di sviluppo, nella pace. E’ una scelta, dunque, limitata, ma che ben riesce a centrare l’obiettivo fondamentale di esporre, in termini piani e a tutti comprensibili – com’è il suo stile! – il senso della presenza della Santa Sede nella comunità internazionale, i principi fondamentali a cui essa ispira la sua multiforme e paziente azione (il martirio della pazienza del Card. Casaroli, citato a p. 67) e le modalità concrete con cui li attua, a livello sia bilaterale che multilaterale, nell’areopago globale delle Nazioni Unite e presso tutte le altre Organizzazioni Internazionali. Il senso è l’uomo. Il Signore – commenta il Cardinale – "ha comunicato alla Chiesa la sua passione per l’uomo" ed è per questo che "secondo un’antica tradizione e secondo i principi del diritto internazionale, il Servo dei servi di Dio svolge la sua missione diplomatica a servizio degli uomini e di tutti i popoli, a prescindere dal loro credo religioso, ma sempre per essere fedele al suo ministero pastorale" (p. 26). La centralità della persona umana, di conseguenza, è il principio ispiratore dell’azione diplomatica della Santa Sede. Lo sottolinea, con forza, l’intervento di Copenaghen, del 12 marzo 1995, al vertice sullo sviluppo sociale: l’essere umano è al centro dello sviluppo. In altre parole, la Santa Sede colloca il servizio alla dignità dell’uomo al primo posto di tutta l’attività politica e giuridica internazionale. Tutto va visto in tale prospettiva: la libertà religiosa e la libertà di coscienza, il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale, il complesso dei diritti personali politici, sociali ed economici, il diritto degli Stati a rapporti internazionali giusti provvedere al bene comune dei cittadini e promuovere la pace nel mondo, ecc. Altro capitolo a cui il Card. Sodano dedica ampio spazio è quello della solidarietà e del dovere della solidarietà (p. 92): "Lo sviluppo – afferma ad es. nell’intervento dell’8 settembre 2000 alle Nazioni Unite – è una nozione globale, che ha per obiettivo la promozione del bene e della dignità della persona, considerata nella sua integralità. E i mezzi per arrivarvi possono riassumersi in una parola: solidarietà" (p. 84). Invita, pertanto, a ritrovare "il senso della comunità, il senso di interdipendenza e di solidarietà che legano le persone, e generazioni, le famiglie e i popoli" (p. 102), per costruire quella "civiltà dell’amore", a cui dedica la conferenza pronunciata al Circolo di Roma il 26 febbraio 2004, dove definisce l’amore il "principio vitale" e l’ "anima" della cultura e della civiltà. Molto sviluppata è infine la considerazione sulla necessità di mettere i valori etici alla base di ogni costruzione sociale e di ogni convivenza umana: se "l’odierna crisi ecologica è un aspetto preoccupante di una più profonda crisi morale" (p. 91), è impensabile una sicurezza che non poggi su "basi morali sicure" (p. 115) e "una società che non è ancorata a saldi valori etici è una società senza direzione, priva dell’essenziale fondamento su cui possa costituirsi e perdurare l’auspicabile sviluppo sociale" (p. 100). Il discorso tocca particolarmente l’Europa, continente al quale il Card. Sodano non manca di rivolgere uno sguardo colmo di stima e di preoccupazione allo stesso tempo.
Sulle modalità concrete, mi limito a rimandare al discorso tenuto in occasione del conferimento della laurea honoris causa da parte dell’Università Kard. Stefan Wyszynski di Varsavia il 18 giugno 2003 e cito solo le precisazioni che lo stesso Card. Sodano riprende dal suo intervento alla riunione dei Ministri degli Affari Esteri degli Stati partecipanti alla Conferenza sulla Sicurezza e Cooperazione in Europa (New York, 2 ottobre 1990): "a) la natura religiosa della Santa Sede la porta a sottolineare sempre il primato della pace e la necessità della ricerca di soluzioni pacifiche per la soluzione delle vertenze internazionali; b) la natura universale della Santa Sede la induce a seguire con preoccupazione tutte le situazioni critiche del mondo; c) la sua natura umanitaria la porta, infine, a sottolineare la necessità di prendere tutte le misure adeguate affinché le popolazioni civili e, soprattutto, i bambini, i malati e le persone estranee ai conflitti non soffrano a causa delle decisioni adottate per risolvere le crisi" (p. 28). Questi sono i mezzi della "politica" della Santa Sede, con i quali essa ha operato, sotto la guida del Santo Padre Benedetto XVI, anche nel recente conflitto che ha sconvolto il Libano.
Un’ultima riflessione, prima di concludere: dalle pagine del libro Il lievito del Vangelo emerge chiaramente la "fondamentalità" del fattore umano. Che cosa intendo? Crediamo fermamente che è il Signore che guida la storia, ma egli si serve normalmente di tanti "umili servitori della sua vigna" che, sorretti dalla fede e animati da un forte amore alla Chiesa e da un profondo senso di servizio all’umanità, danno anima e forza all’azione internazionale della Santa Sede. Il pensiero va, innanzitutto, ai Pontefici ricordati nel volume, soprattutto quelli a noi più vicini nel tempo: Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, al quale il Cardinale fa moltissimi riferimenti, e al Pontefice regnante, Sua Santità Benedetto XVI. Ma è bello, poi, leggere le pagine, piene di ricordi personali e di commossa ammirazione, nei confronti di chi ha preceduto il Card. Sodano come Segretario di Stato, il Card. Agostino Casaroli, il cui profilo umano, sacerdotale e diplomatico ha felicemente tracciato nella commemorazione tenuta nel Seminario Vescovile di Bedonia (Piacenza), il 26 giugno 2003, a cinque anni dalla sua scomparsa (p. 59ss.). Pure significativo è il benvenuto diretto al suo successore, l’Em.mo Card. Tarcisio Bertone (p. VI). Sembra dire il Card. Sodano che nella successione delle persone, ognuna ricca dei propri doni e carismi, è assicurata una fondamentale continuità di insegnamento, di testimonianza, di servizio, di fedele collaborazione al ministero universale del Papa, affinché il lievito del Vangelo di Cristo – che è il Vangelo della persona e della famiglia, il Vangelo della concordia e della pace, il Vangelo della giustizia e dell’amore (p. 11) – possa continuare a fermentare la vita degli individui e delle Nazioni. Non li menziona per nome, il Cardinale, ma non dimentica certo i Collaboratori – Superiori e Officiali – della Segreteria di Stato. Lo stesso affetto e riconoscenza li estende al Personale delle Rappresentanze Pontificie, a cominciare dai Capi Missione e dai Collaboratori di ruolo diplomatico, che, in condizioni spesso disagiate, rappresentano il Papa presso le Nazioni e le Organizzazioni Internazionali, con ottica apostolica e come strumenti di comunione (pp. 6-7).
Il Card. Sodano ha usato l’immagine del lievito quale motivo conduttore del suo libro. Desidero augurare che, grazie a questo lievito, anche la sua presente opera diventi davvero pane buono per tutti noi. Grazie.
[01224-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0433-XX.02]