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L’UDIENZA GENERALE, 09.08.2006


L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10 nell’Aula Paolo VI dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - incontra gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana il Papa, riprendendo la catechesi dedicata agli Apostoli, dopo le riflessioni offerte nei precedenti incontri sulle figure di Pietro, Andrea, Giacomo il Minore, Giacomo il Maggiore e Giovanni figlio di Zebedeo, commenta oggi gli scritti dell’apostolo Giovanni: "Giovanni, il teologo".
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre Benedetto XVI rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti e rinnova il Suo accorato appello per la pace in Medio Oriente.
L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
Al termine, il Santo Padre rientra a Castel Gandolfo.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

Cari fratelli e sorelle,

prima delle vacanze avevo cominciato con piccoli ritratti dei dodici Apostoli. Gli Apostoli erano compagni di via di Gesù, amici di Gesù e questo loro cammino con Gesù non era solo un cammino esteriore, dalla Galilea a Gerusalemme, ma un cammino interiore nel quale hanno imparato la fede in Gesù Cristo, non senza difficoltà perché erano uomini come noi. Ma proprio per ciò perché erano compagni di via di Gesù, amici di Gesù che in un cammino non facile hanno imparato la fede, sono anche guide per noi, che ci aiutano a conoscere Gesù Cristo, ad amarLo e ad avere fede in Lui. Avevo già parlato su quattro dei dodici Apostoli: su Simon Pietro, sul fratello Andrea, su Giacomo, il fratello di San Giovanni, e l’altro Giacomo, detto "il Minore", che ha scritto una Lettera che troviamo nel Nuovo Testamento. Ed avevo cominciato a parlare di Giovanni l’evangelista, raccogliendo nell’ultima catechesi prima delle vacanze i dati essenziali che delineano la fisionomia di questo Apostolo. Vorrei adesso concentrare l’attenzione sul contenuto del suo insegnamento. Gli scritti di cui oggi, quindi, ci vogliamo occupare sono il Vangelo e le Lettere che vanno sotto il suo nome.

Se c'è un argomento caratteristico che emerge negli scritti di Giovanni, questo è l'amore. Non a caso ho voluto iniziare la mia prima Lettera enciclica con le parole di questo Apostolo: "Dio è amore (Deus caritas est); chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui" (1 Gv 4,16). E’ molto difficile trovare testi del genere in altre religioni. E dunque tali espressioni ci mettono di fronte ad un dato davvero peculiare del cristianesimo. Certamente Giovanni non è l'unico autore delle origini cristiane a parlare dell'amore. Essendo questo un costitutivo essenziale del cristianesimo, tutti gli scrittori del Nuovo Testamento ne parlano, sia pur con accentuazioni diverse. Se ora ci soffermiamo a riflettere su questo tema in Giovanni, è perché egli ce ne ha tracciato con insistenza e in maniera incisiva le linee principali. Alle sue parole, dunque, ci affidiamo. Una cosa è certa: egli non ne fa una trattazione astratta, filosofica, o anche teologica, su che cosa sia l’amore. No, lui non è un teorico. Il vero amore infatti, per natura sua, non è mai puramente speculativo, ma dice riferimento diretto, concreto e verificabile a persone reali. Ebbene, Giovanni come apostolo e amico di Gesù ci fa vedere quali siano le componenti o meglio le fasi dell'amore cristiano, un movimento caratterizzato da tre momenti.

Il primo riguarda la Fonte stessa dell’amore, che l’Apostolo colloca in Dio, arrivando, come abbiamo sentito, ad affermare che "Dio è amore" (1 Gv 4,8.16). Giovanni è l'unico autore del Nuovo Testamento a darci quasi una specie di definizione di Dio. Egli dice, ad esempio, che "Dio è Spirito" (Gv 4,24) o che "Dio è luce" (1 Gv 1,5). Qui proclama con folgorante intuizione che "Dio è amore". Si noti bene: non viene affermato semplicemente che "Dio ama" e tanto meno che "l'amore è Dio"! In altre parole: Giovanni non si limita a descrivere l'agire divino, ma procede fino alle sue radici. Inoltre, non intende attribuire una qualità divina a un amore generico e magari impersonale; non sale dall’amore a Dio, ma si volge direttamente a Dio per definire la sua natura con la dimensione infinita dell'amore. Con ciò Giovanni vuol dire che il costitutivo essenziale di Dio è l’amore e quindi tutta l'attività di Dio nasce dall’amore ed è improntata all'amore: tutto ciò che Dio fa, lo fa per amore e con amore, anche se non sempre possiamo subito capire che questo è amore, il vero amore.

A questo punto, però, è indispensabile fare un passo avanti e precisare che Dio ha dimostrato concretamente il suo amore entrando nella storia umana mediante la persona di Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto per noi. Questo è il secondo momento costitutivo dell'amore di Dio. Egli non si è limitato alle dichiarazioni verbali, ma, possiamo dire, si è impegnato davvero e ha "pagato" in prima persona. Come appunto scrive Giovanni, "Dio ha tanto amato il mondo (cioè: tutti noi) da donare il suo Figlio unigenito" (Gv 3,16). Ormai, l'amore di Dio per gli uomini si concretizza e manifesta nell'amore di Gesù stesso. Ancora Giovanni scrive: Gesù "avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine" (Gv 13,1). In virtù di questo amore oblativo e totale noi siamo radicalmente riscattati dal peccato, come ancora scrive San Giovanni: "Figlioli miei, ... se qualcuno ha peccato, abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli è propiziazione per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo" (1 Gv 2,1-2; cfr 1 Gv 1,7). Ecco fin dove è giunto l'amore di Gesù per noi: fino all'effusione del proprio sangue per la nostra salvezza! Il cristiano, sostando in contemplazione dinanzi a questo "eccesso" di amore, non può non domandarsi quale sia la doverosa risposta. E penso che sempre e di nuovo ciascuno di noi debba domandarselo.

Questa domanda ci introduce al terzo momento della dinamica dell’amore: da destinatari recettivi di un amore che ci precede e sovrasta, siamo chiamati all’impegno di una risposta attiva, che per essere adeguata non può essere che una risposta d’amore. Giovanni parla di un "comandamento". Egli riferisce infatti queste parole di Gesù: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amati, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34). Dove sta la novità a cui Gesù si riferisce? Sta nel fatto che egli non si accontenta di ripetere ciò che era già richiesto nell'Antico Testamento e che leggiamo anche negli altri Vangeli: "Ama il prossimo tuo come te stesso" (Lv 19,18; cfr Mt 22,37-39; Mc 12,29-31; Lc 10,27). Nell’antico precetto il criterio normativo era desunto dall’uomo ("come te stesso"), mentre nel precetto riferito da Giovanni Gesù presenta come motivo e norma del nostro amore la sua stessa persona: "Come io vi ho amati". E’ così che l'amore diventa davvero cristiano, portando in sé la novità del cristianesimo: sia nel senso che esso deve essere indirizzato verso tutti senza distinzioni, sia soprattutto in quanto deve pervenire fino alle estreme conseguenze, non avendo altra misura che l’essere senza misura. Quelle parole di Gesù, "come io vi ho amati", ci invitano e insieme ci inquietano; sono una meta cristologica che può apparire irraggiungibile, ma al tempo stesso sono uno stimolo che non ci permette di adagiarci su quanto abbiamo potuto realizzare. Non ci consente di essere contenti di come siamo, ma ci spinge a rimanere in cammino verso questa meta.

Quell'aureo testo di spiritualità che è il piccolo libro del tardo medioevo intitolato Imitazione di Cristo scrive in proposito: "Il nobile amore di Gesù ci spinge a operare cose grandi e ci incita a desiderare cose sempre più perfette. L'amore vuole stare in alto e non essere trattenuto da nessuna bassezza. L'amore vuole essere libero e disgiunto da ogni affetto mondano... l'amore infatti è nato da Dio, e non può riposare se non in Dio al di là di tutte le cose create. Colui che ama vola, corre e gioisce, è libero, e non è trattenuto da nulla. Dona tutto per tutti e ha tutto in ogni cosa, poiché trova riposo nel Solo grande che è sopra tutte le cose, dal quale scaturisce e proviene ogni bene" (libro III, cap. 5). Quale miglior commento del "comandamento nuovo", enunciato da Giovanni? Preghiamo il Padre di poterlo vivere, anche se sempre in modo imperfetto, così intensamente da contagiarne quanti incontriamo sul nostro cammino.

[01127-01.02] [Testo originale: Italiano]

SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE

Sintesi della catechesi in lingua francese

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Sintesi della catechesi in lingua francese 

Chers Frères et Sœurs,

Après avoir relevé les traits essentiels du portrait de l’Apôtre Jean, arrêtons-nous maintenant sur le contenu de son enseignement. L’un des thèmes les plus caractéristiques qui ressort des écrits de Jean, est celui de l’amour. Ce n’est pas par hasard que j’ai voulu commencer ma première Encyclique par les paroles de cet Apôtre : «Dieu est amour : celui qui demeure dans l’amour demeure en Dieu, et Dieu en lui». Ces expressions nous mettent en présence d’un thème propre au christianisme. Jean n’affirme pas simplement que «Dieu aime» et encore moins que «l’amour est Dieu». Il veut dire que l’être même de Dieu est l’amour et que tout ce qu’Il fait, il le fait par amour et avec amour. Dieu a montré concrètement son amour en entrant dans l’histoire humaine par la personne de Jésus Christ, incarné, mort et ressuscité pour nous : «Dieu a tant aimé le monde qu’il a donné son Fils unique». Désormais, l’amour de Dieu pour les hommes se concrétise et se manifeste dans l’amour de Jésus lui-même. En vertu de cet amour oblatif et total, nous sommes radicalement rachetés du péché. Destinataires d’un amour qui nous précède et qui nous dépasse, nous sommes invités à donner une réponse active, qui, pour être juste, ne peut être qu’une réponse d’amour.

J’accueille avec joie les pèlerins de langue française. Chers amis, puisse votre pèlerinage à Rome faire grandir votre foi ; que ce temps de vacances soit pour chacun l’occasion d’un vrai repos et le moment favorable pour refaire vos forces physiques et spirituelles!

[01128-03.01] [Texte original: Français]

Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Continuing our weekly catechesis on the Church’s apostolic ministry, we now turn to the teaching of the Apostle John. In his Gospel and Letters, Saint John emphasizes the distinctively Christian doctrine that "God is love" (cf. 1 Jn 4:16). John thus defines God’s very nature as an infinite love which is expressed in all that he does. This love is most clearly shown by the sending of his only-begotten Son into the world. Jesus’ total and sacrificial love has redeemed us from our sins and given us an Advocate before the Father. Love in turn is the "new commandment" which the Lord gives to his disciples: "As I have loved you, so you must love one another" (Jn 13:34). Love becomes truly Christian only when it is given to everyone without counting the cost. This can appear impossible, yet it is a constant summons to grow in our imitation of the Son of God, who loved us "to the end" (cf. Jn 13:1). In the words of the spiritual classic, The Imitation of Christ, "love has its origin in God and so it can only find its rest in God, above and beyond all created things". May we who have known this love share it joyfully with all whom we meet!

Dear Brothers and Sisters,
I offer a warm welcome to all the English-speaking visitors and pilgrims present at today’s audience, including the groups from Scotland, Ghana, China, India, Korea and Canada. May your pilgrimage renew your love for the Lord and his Church, after the example of the Apostle Saint John. May God bless you all!

[01129-02.01] [Original text: English]

Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

In der Reihe der Katechesen über die Apostel, die ich vor den Ferien begonnen hatte, wollen wir uns heute noch einmal der Person des hl. Johannes zuwenden, des Theologen - nennt ihn die ostkirchliche Tradition. In seinen Schriften befaßt er sich vor allem mit dem Thema der Liebe, die das besondere Merkmal des christlichen Glaubens ist. Die Liebe, das zeigt uns, ist keine abstrakte Angelegenheit, sie bezieht sich immer auf konkrete Personen. Und er sagt uns schließlich den großen Satz, der einzig in der Religionsgeschichte dasteht: „Gott ist die Liebe" (1 Joh 4, 8), der Urgrund allen wahren Liebens.

Gott hat diese Liebe nicht irgendwo oben über uns schweben gelassen, sondern er hat sie konkret in die Geschichte hereingetragen, indem er selber in seinem Sohn Mensch wurde und der menschgewordene Sohn Gottes in der totalen Hingabe am Kreuz sich uns geschenkt hat. Christus, so sagt uns Johannes in seinem ersten Brief, ist die Sühne für unsere Sünden, aber nicht nur für die unseren, sondern für die der ganzen Welt. Dieses Werk der Erlösung durch die göttliche Liebe wirkt durch die Zeiten fort, aber es will Antwort, es will, dass in uns das sich fortsetze. So hat Jesus uns das Gebot gegeben, das er das Neue nennt: „Wie ich euch geliebt habe, so sollt auch ihr einander lieben" (Joh 13, 34). Der Maßstab ist nicht mehr bloß den nächsten „wie sich selbst", sondern die anderen lieben, wie er uns geliebt hat. Das ist das neue Christliche, das wir nie ganz zustande bringen, aber auf das wir wenigstens zugehen wollen.

Von Herzen grüße ich alle Pilger und Besucher aus den Ländern deutschen Sprache. Bitten wir den Herrn um die Kaft, das neue Gebot glaubhaft zu leben und sozusagen alle, die uns begegnen, damit anzustecken und ihnen ein Zeichen zu geben, dass der Herr da ist, dass unser Glaube wahr ist. Euch allen wünsche ich gesegnete Ferientage hier in Rom!

[01130-05.02] [Originalsprache: Deutsch]

Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El amor es un argumento característico en el Evangelio y Cartas del Apóstol Juan, cuyas líneas principales están caracterizadas por tres momentos. En primer lugar, afirma que "Dios es amor", Él es su fuente, y todo lo hace por amor y con amor. Otro momento característico del amor consiste en que Dios, entregando a su propio Hijo, nos ha demostrado su amor de manera concreta. El amor de Dios por los hombres se manifiesta sobre todo en el amor de Jesús mismo, que llega hasta la efusión de su propia sangre por nosotros. Finalmente, este "exceso" de amor, por así decir, pide una respuesta adecuada por nuestra parte. Por eso Juan habla de un mandamiento nuevo: "que os améis unos a otros como yo os he amado", en el que Jesús presenta su propia persona como motivo y norma de nuestro amor. Pidamos al Padre que podamos vivir este mandamiento tan intensamente que los demás se sientan atraídos hacia Él.

Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española, en especial al grupo de jóvenes de Orihuela-Alicante, a los fieles de distintas parroquias y asociaciones de España. Saludo también a la Estudiantina Real Santiago, de Querétaro, México, así como a los demás peregrinos de Latinoamérica. Os invito a contemplar el amor inmenso de Dios manifestado en Cristo, y a corresponderle con la entrega generosa de la propia vida. ¡Muchas gracias!

[01131-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

Saluto in lingua portoghese

Saluto in lingua polacca

Saluto in lingua lituana

Saluto in lingua ceca

Saluto in lingua italiana

Saluto in lingua portoghese

Saúdo cordialmente os peregrinos de língua portuguesa, nomeadamente os fiéis da paróquia de São Bernardo e restantes grupos de Portugal e do Brasil, com votos de que os vossos corações sejam inundados pelo amor de Deus, que se manifestou em Jesus Cristo. Ele levou até ao extremo o seu amor por nós e disse: «Amai-vos uns aos outros como Eu vos amei». O nobre amor de Jesus impele-nos a realizar coisas grandes e faz-nos desejar coisas sempre mais perfeitas. Modelo excelso disto mesmo é a Virgem Maria assunta ao Céu em corpo e alma, cuja festa nos preparamos para celebrar, pedindo-Lhe, para vós e vossas famílias, a abundância deste amor que nasce de Deus e não pode repousar senão em Deus.

[01132-06.01] [Texto original: Português]

Saluto in lingua polacca

Pozdrawiam pielgrzymów z Polski. Nawiedzenie grobów apostołów Piotra i Pawła niech owocuje w waszych sercach umocnieniem wiary, nadziei i miłości. Wszystkim życzę dobrych i spokojnych wakacji. Niech Bóg błogosławi wam i waszym najbliższym. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Saluto i pellegrini dalla Polonia. La visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo susciti nei vostri cuori il consolidamento della fede, della speranza e dell’amore. A tutti auguro buone e serene vacanze. Dio benedica voi e i vostri famigliari. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01133-09.01] [Testo originale: Polacco]

Saluto in lingua lituana

Nousirdziai sveikinu Jus, piligrimus lietuvius. Bukite tikri, kad Jus ir Jusu tautiecius menu maldoje bei kiekvienam teikiu savo palaimina.

[Rivolgo un cordiale saluto a voi, pellegrini lituani. Mentre assicuro per voi e per i vostri connazionali un ricordo nella preghiera, invoco su ciascuno la mia benedizione.]

[01134-AA.01] [Testo originale: Lituano]

Saluto in lingua ceca

Srdečně zdravím ministranty a ostatní poutníky z farnosti Zbraslav u Brna!
Drazí, přeji vám všem, aby letní dovolené a prázdniny přispěly nejen ke zdraví těla, ale i duše. K tomu vám rád žehnám! Chvála Kristu!

[Un cordiale benvenuto ai ministranti e agli altri pellegrini della Parrocchia di Zbraslav u Brna.
Carissimi, auguro a voi tutti che le ferie estive giovino non solo alla salute del corpo, ma anche a quella dell'anima. Con questi voti volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01135-AA.01] [Testo originale: Ceco]

Saluto in lingua italiana

Ed ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto voi cari seminaristi provenienti da diverse Diocesi italiane, riuniti a Sacrofano per l’incontro estivo dei seminaristi maggiori, e vi auguro di far tesoro degli insegnamenti e delle esperienze spirituali di questi giorni. Saluto poi voi, partecipanti al campo internazionale promosso dall’Opera Giorgio La Pira di Firenze e assicuro la mia preghiera perché il Signore renda ricca di frutti la vostra attività culturale e religiosa. Il mio pensiero va inoltre a voi, giovani che prendete parte al Meeting internazionale promosso dai Frati Minori Conventuali. Iddio vi renda sempre più testimoni e costruttori di pace, seguendo le orme del Poverello di Assisi.

Infine, come di consueto, rivolgo un saluto a voi, cari giovani, malati e sposi novelli. Celebriamo oggi la festa di Santa Teresa Benedetta della Croce, Edith Stein, compatrona d’Europa. Questa eroica testimone del Vangelo aiuti ciascuno ad avere sempre fiducia in Cristo e a incarnare nella propria esistenza il suo messaggio di salvezza.

[01136-01.01] [Testo originale: Italiano]

APPELLO PER LA PACE IN MEDIO ORIENTE

Cari fratelli e sorelle, il mio accorato pensiero va ancora una volta all’amata regione del Medio Oriente. In riferimento al tragico conflitto in corso ripropongo le parole di Papa Paolo VI all'ONU, nell'ottobre del 1965. Disse in quella occasione: "Non più gli uni contro gli altri, non più, giammai! ... Se volete essere fratelli, lasciate cadere le armi dalle vostre mani". Di fronte agli sforzi in atto per giungere finalmente al cessate-il-fuoco e ad una soluzione giusta e duratura del conflitto ripeto, con l'immediato mio Predecessore, il grande Papa Giovanni Paolo II, che è possibile cambiare il corso degli avvenimenti quando prevalgono la ragione, la buona volontà, la fiducia nell'altro, l'attuazione degli impegni assunti e la cooperazione fra partners responsabili (cfr Discorso al Corpo Diplomatico, 13 gennaio 2003). Così ha detto Giovani Paolo II e quanto detto vale anche per oggi, per tutti. A tutti rinnovo l'esortazione ad intensificare la preghiera per ottenere il desiderato dono della pace.

[01137-01.02] [Testo originale: Italiano]

[B0397-XX.02]