L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre incontra gruppi di pellegrini e fedeli provenienti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, il Papa incentra la sua meditazione su: "Giacomo, il Minore".
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Papa rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si conclude con la recita del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
accanto alla figura di Giacomo "il Maggiore", figlio di Zebedeo, del quale abbiamo parlato mercoledì scorso, nei Vangeli compare un altro Giacomo, che viene detto "il Minore". Anch’egli fa parte delle liste dei dodici Apostoli scelti personalmente da Gesù, e viene sempre specificato come "figlio di Alfeo" (cfr Mt 10,3; Mc 3,18; Lc 5; At 1,13). E’ stato spesso identificato con un altro Giacomo, detto "il Piccolo" (cfr Mc 15,40), figlio di una Maria (cfr ibid.) che potrebbe essere la "Maria di Cleofa" presente, secondo il Quarto Vangelo, ai piedi della Croce insieme alla Madre di Gesù (cfr Gv 19,25). Anche lui era originario di Nazaret e probabile parente di Gesù (cfr Mt 13,55; Mc 6,3), del quale alla maniera semitica viene detto "fratello" (cfr Mc 6,3; Gal 1,19). Di quest'ultimo Giacomo, il libro degli Atti sottolinea il ruolo preminente svolto nella Chiesa di Gerusalemme. Nel Concilio apostolico là celebrato dopo la morte di Giacomo il Maggiore, affermò insieme con gli altri che i pagani potevano essere accolti nella Chiesa senza doversi prima sottoporre alla circoncisione (cfr At 15,13). San Paolo, che gli attribuisce una specifica apparizione del Risorto (cfr 1 Cor 15,7), nell’occasione della sua andata a Gerusalemme lo nomina addirittura prima di Cefa-Pietro, qualificandolo "colonna" di quella Chiesa al pari di lui (cfr Gal 2,9). In seguito, i giudeo-cristiani lo considerarono loro principale punto di riferimento. A lui viene pure attribuita la Lettera che porta il nome di Giacomo ed è compresa nel canone neotestamentario. Egli non vi si presenta come "fratello del Signore", ma come "servo di Dio e del Signore Gesù Cristo" (Gc 1,1).
Tra gli studiosi si dibatte la questione dell’identificazione di questi due personaggi dallo stesso nome, Giacomo figlio di Alfeo e Giacomo "fratello del Signore". Le tradizioni evangeliche non ci hanno conservato alcun racconto né sull’uno né sull’altro in riferimento al periodo della vita terrena di Gesù. Gli Atti degli Apostoli, invece, ci mostrano che un "Giacomo" ha svolto un ruolo molto importante, come abbiamo già accennato, dopo la risurrezione di Gesù, all’interno della Chiesa primitiva (cfr At 12,17; 15,13-21; 21,18). L’atto più rilevante da lui compiuto fu l’intervento nella questione del difficile rapporto tra i cristiani di origine ebraica e quelli di origine pagana: in esso egli contribuì insieme a Pietro a superare, o meglio, a integrare l'originaria dimensione giudaica del cristianesimo con l'esigenza di non imporre ai pagani convertiti l’obbligo di sottostare a tutte le norme della legge di Mosè. Il libro degli Atti ci ha conservato la soluzione di compromesso, proposta proprio da Giacomo e accettata da tutti gli Apostoli presenti, secondo cui ai pagani che avessero creduto in Gesù Cristo si doveva soltanto chiedere di astenersi dall’usanza idolatrica di mangiare la carne degli animali offerti in sacrificio agli dèi, e dall’"impudicizia", termine che probabilmente alludeva alle unioni matrimoniali non consentite. In pratica, si trattava di aderire solo a poche proibizioni, ritenute piuttosto importanti, della legislazione mosaica.
In questo modo, si ottennero due risultati significativi e complementari, entrambi validi tuttora: da una parte, si riconobbe il rapporto inscindibile che collega il cristianesimo alla religione ebraica come a sua matrice perennemente viva e valida; dall’altra, si concesse ai cristiani di origine pagana di conservare la propria identità sociologica, che essi avrebbero perduto se fossero stati costretti a osservare i cosiddetti "precetti cerimoniali" mosaici: questi ormai non dovevano più considerarsi obbliganti per i pagani convertiti. In sostanza, si dava inizio a una prassi di reciproca stima e rispetto, che, nonostante incresciose incomprensioni posteriori, mirava per natura sua a salvaguardare quanto era caratteristico di ciascuna delle due parti.
La più antica informazione sulla morte di questo Giacomo ci è offerta dallo storico ebreo Flavio Giuseppe. Nelle sue Antichità Giudaiche (20,201s), redatte a Roma verso la fine del I° secolo, egli ci racconta che la fine di Giacomo fu decisa con iniziativa illegittima dal Sommo Sacerdote Anano, figlio dell’Annas attestato nei Vangeli, il quale approfittò dell'intervallo tra la deposizione di un Procuratore romano (Festo) e l'arrivo del successore (Albino) per decretare la sua lapidazione nell’anno 62.
Al nome di questo Giacomo, oltre all’apocrifo Protovangelo di Giacomo, che esalta la santità e la verginità di Maria Madre di Gesù, è particolarmente legata la Lettera che reca il suo nome. Nel canone del Nuovo Testamento essa occupa il primo posto tra le cosiddette ‘Lettere cattoliche’, destinate cioè non a una sola Chiesa particolare – come Roma, Efeso, ecc. -, ma a molte Chiese. Si tratta di uno scritto assai importante, che insiste molto sulla necessità di non ridurre la propria fede a una pura dichiarazione verbale o astratta, ma di esprimerla concretamente in opere di bene. Tra l'altro, egli ci invita alla costanza nelle prove gioiosamente accettate e alla preghiera fiduciosa per ottenere da Dio il dono della sapienza, grazie alla quale giungiamo a comprendere che i veri valori della vita non stanno nelle ricchezze transitorie, ma piuttosto nel saper condividere le proprie sostanze con i poveri e i bisognosi (cfr Gc 1,27).
Così la lettera di san Giacomo ci mostra un cristianesimo molto concreto e pratico. La fede deve realizzarsi nella vita, soprattutto nell’amore del prossimo e particolarmente nell’impegno per i poveri. E’ su questo sfondo che dev’essere letta anche la frase famosa: "Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta" (Gc 2,26). A volte questa dichiarazione di Giacomo è stata contrapposta alle affermazioni di Paolo, secondo cui noi veniamo resi giusti da Dio non in virtù delle nostre opere, ma grazie alla nostra fede (cfr Gal 2,16; Rm 3,28). Tuttavia, le due frasi, apparentemente contraddittorie con le loro prospettive diverse, in realtà, se bene interpretate, si completano. San Paolo si oppone all’orgoglio dell’uomo che pensa di non aver bisogno dell’amore di Dio che ci previene, si oppone all’orgoglio dell’autogiustificazione senza la grazia semplicemente donata e non meritata. San Giacomo parla invece delle opere come frutto normale della fede: "L’albero buono produce frutti buoni", dice il Signore (Mt 7,17). E san Giacomo lo ripete e lo dice a noi.
Da ultimo, la lettera di Giacomo ci esorta ad abbandonarci alle mani di Dio in tutto ciò che facciamo, pronunciando sempre le parole: "Se il Signore vorrà" (Gc 4,15). Così egli ci insegna a non presumere di pianificare la nostra vita in maniera autonoma e interessata, ma a fare spazio all’imperscrutabile volontà di Dio, che conosce il vero bene per noi. In questo modo san Giacomo resta un sempre attuale maestro di vita per ciascuno di noi.
[00965-01.02] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Aux côtés de Jacques «le Majeur», fils de Zébédée, les Actes des Apôtres évoquent un autre Jacques, dit «le Mineur», faisant partie des douze Apôtres choisis personnellement par Jésus, et désigné comme étant «fils d’Alphée». Saint Paul, qui lui attribue une apparition particulière du Ressuscité, à l’occasion de sa venue à Jérusalem, le nomme avant Simon-Pierre et le qualifie aussi de «colonne» de l’Église. L’acte le plus important accompli par Jacques au sein de l’Église primitive fut son intervention au sujet des rapports difficiles entre les chrétiens d’origine juive et ceux qui venaient du paganisme. Nacquit alors une estime réciproque et un respect qui, malgré de regrettables incompréhensions ultérieures, tendaient à sauvegarder ce qui caractérisait chacune des deux parties. Dans le canon des Écritures, nous trouvons aussi une Lettre portant le nom de Jacques, qui insiste beaucoup sur la nécessité de ne pas réduire la foi à une pure déclaration verbale ou abstraite, mais de la manifester en accomplissant de bonnes œuvres et de nous abandonner entre les mains de Dieu. Ainsi, saint Jacques demeure aujourd’hui encore un maître de vie.
Je salue cordialement les pèlerins francophones, en particulier les jeunes du Collège Saint-François-de-Sales de Dijon, et le groupe d’étudiants de Montpellier. Que votre pèlerinage à Rome ouvre vos cœurs au mystère de l’Église, pour que vous en soyez vous-mêmes des pierres vivantes!
[00966-03.02] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters,
In our weekly catechesis on the Church’s apostolic ministry, we now turn to the Apostle James the Less. In the Gospels, James is called the son of Alphaeus. He is often identified with another James, known as "James the younger" (cf. Mk 15:40), or "James, the brother of the Lord" (cf. Mt 13:55; Gal 1:19). The Gospels themselves do not relate anything about either James during our Lord’s earthly ministry. The Acts of the Apostles, however, present a "James" whom Saint Paul names with Peter as a "column" of the Church in Jerusalem (Gal 2:9). At the Council of Jerusalem (cf. Acts 15), it was James who proposed that the Gentiles converted to Christ not be forced to follow all the precepts of the Mosaic Law. Together with Peter, he thus enabled Gentile Christians to maintain their identity, while respecting the perennially valid relationship between Christianity and its Jewish origins. James also gave his name to the New Testament Letter of James, which continues to speak to us today, stressing the need for a living faith expressed in good works (2:26), and serene abandonment to the will of God (4:15).
I am pleased to greet the English-speaking pilgrims present at this Audience, particularly those from the Philippines and the United States of America. On this eve of the Solemnity of the Saints Peter and Paul, I pray that all of you may be filled with the same zeal for Christ that inspired the two Holy Apostles. May God bless you during your stay in the Eternal City.
[00967-02.01] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
In der heutigen Katechese betrachten wir den zweiten Apostel, der den Namen Jakobus trägt: Jakobus den Jüngeren oder, wie er in den Apostellisten aufscheint, Jakobus, den Sohn des Alphäus. Die Evangelien machen keine genaueren Angaben über ihn, aber in der Apostelgeschichte lesen wir, daß ein „Jakobus", der aufgrund seiner nahen Verwandtschaft mit Jesus auch „Herrenbruder" genannt wird, eine gewichtige Rolle in der frühen Kirche und beim Apostelkonzil in Jerusalem einnimmt. Dort unterbreitet er einen bedeutsamen Vorschlag: Den Heiden, die sich zu Gott bekehrt haben, soll nicht die schwere Last aller mosaischen Gesetzesvorschriften aufgebürdet werden; nur an einige besonders wichtige müssen sie sich halten (vgl. Apg 15, 19-20). Schließlich betont der Jakobusbrief, daß der Glaube und die Werke zusammengehören und daß der Glaube ohne die Werke tot ist (vgl. Jak 2, 14-26). Dabei geht es nicht um „Werkgerechtigkeit" oder gar um Selbsterlösung, sondern darum, daß der Glaube und die Gnade Gottes im Leben der Christen durch die Werke der Liebe fruchtbar und sichtbar werden.
Einen herzlichen und frohen Gruß richte ich an dieser Stelle an alle Pilger und Besucher deutscher Sprache, heute besonders an die Teilnehmer der Diözesanwallfahrt Trier und an die Kirchenchöre aus Oberösterreich. Gottes Gnade stärke euren Glauben und lasse ihn allzeit reiche Frucht bringen in Werken der Liebe. Der Herr segne euch und eure Familien!
[00968-05.01] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
Santiago el Menor, hijo de Alfeo, fue denominado por San Pablo "columna" de la Iglesia de Jerusalén, de tal manera que durante el Concilio apostólico contribuyó decisivamente a que los paganos convertidos entraran en la Iglesia sin la obligación de someterse antes a la circuncisión.
En la Carta del Nuevo Testamento, que se le atribuye, afirma que "la fe sin las obras está muerta", insistiendo así sobre la necesidad de no reducir la propia fe a una pura declaración verbal abstracta. Además, nos invita a la oración confiada para llegar a comprender que el verdadero valor de la vida no está en las riquezas materiales, sino en compartir los bienes con los pobres y necesitados. Con la expresión "si el Señor quiere", nos exhorta también a abandonarnos en las manos de Dios, cumpliendo así en nuestra vida la voluntad divina.
Saludo cordialmente a los visitantes de lengua española, en especial a los formadores y alumnos de varios Seminarios españoles, a las parroquias, grupos escolares y asociaciones, así como a los peregrinos de Puerto Rico y de otros Países latinoamericanos. Os animo a vivir con esperanza firme manifestando vuestra fe en el Señor con obras de caridad, para testimoniar en el mundo la belleza del amor de Dios ¡Gracias por vuestra visita!
[00969-04.01] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua portoghese
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua ungherese
○ Saluto in lingua lituana
○ Saluto in lingua slovacca
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua portoghese
Amados Irmãos e Irmãs:
Nossa Catequese de hoje discorreu sobre a figura do Apóstolo São Tiago o Menor, a quem se atribui a Carta que leva o seu nome, a primeira das Epístolas Católicas. São Tiago empenhou-se na difícil conciliação entre os cristãos de origem judaica e os provindos do paganismo. Dele é a frase: "a fé sem obras é morta" (Tg 2,26). Ele nos exorta a abandonar-nos nas mãos de Deus, pronunciando sempre aquelas palavras: "Se Deus quiser" (Tg 4,15).
A todos peregrinos de língua portuguesa saúdo com votos de felicidades, especialmente os grupos de portugueses aqui presentes, e o numeroso grupo de brasileiros. Que Deus vos abençoe e vos proteja!
[00972-06.02] [Texto original: Português]
○ Saluto in lingua polacca
Pozdrawiam pielgrzymów polskich. Jutro będziemy obchodzili uroczystość świętych Apostołów Piotra i Pawła. Z Rzymem złączyło ich głoszenie Ewangelii, świadectwo wiary i męczeńska śmierć. Niech nawiedzenie ich grobów umocni waszą więź z Chrystusem i Kościołem. Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus.
[Saluto i pellegrini Polacchi qui presenti. Domani, festeggeremo la Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Questi due grandi Apostoli sono collegati tra loro dallo zelo nell’annuncio del Vangelo, dalla testimonianza di fede e dalla morte nel martirio. Che la visita ai loro sepolcri rafforzi la vostra comunione con Cristo e con la Chiesa. Sia lodato Gesù Cristo.]
[00973-09.01] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua ungherese
Isten hozott Benneteket, kedves magyar zarándokok, különösen titeket, akik Kaposvárról jöttetek! Szent Péter és Pál ünnepének vigiliáján megemlékezünk e két apostolfejedelem vértanúságáról. Az ő közbenjárásukra szeretettel adom Rátok apostoli áldásomat. Dicsértessék a Jézus Krisztus!
[Un saluto cordiale ai pellegrini ungheresi, e specialmente a coloro che sono arrivati da Kaposvár. Alla vigilia della festa di S. Pietro e Paolo ricordiamo il martirio di questi due per noi tanto cari principi degli apostoli. Chiedendo la loro intercessione Vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica. Sia lodato Gesù Cristo !]
[00974-AA.02] [Testo originale: Ungherese]
○ Saluto in lingua lituana
Nuoširdžiai sveikinu piligrimus iš Lietuvos. Tegul Viešpats nuolat apšviečia jūsų širdis, kad drąsiai ir džiugiai liudytumėte Kristaus Evangeliją. Garbė Jėzui Kristui!
[Saluto cordialmente i pellegrini provenienti dalla Lituania. Il Signore illumini costantemente i vostri cuori perché testimoniate con coraggio e gioia il Vangelo di Cristo. Sia lodato Gesù Cristo!]
[00975-AA.01] [Testo originale: Lituano]
○ Saluto in lingua slovacca
S láskou vítam pútnikov z farností Vinodol, Lipany, Sverepec, ako aj starostov zo Zvolena a okolia. Drahí bratia a sestry, modlite sa za vašich novokňazov, vysvätenych v tomto mesiaci. Rád žehnám vás i vaše rodiny. Pochválený buď Ježiš Kristus!
[Con affetto do il benvenuto ai pellegrini provenienti dalle parrocchie di Vinodol, Lipany, Sverepec, come pure ai sindaci di Zvolen e dintorni. Cari fratelli e sorelle, pregate per i vostri sacerdoti novelli, ordinati in questo mese. Volentieri benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]
[00976-AA.01] [Testo originale: Slovacco]
○ Saluto in lingua italiana
Rivolgo un cordiale saluto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i partecipanti ai Capitoli Generali della Società del Verbo Divino e delle Suore Francescane Immacolatine, ed auspico che le rispettive assemblee capitolari siano un’occasione di profondo rinnovamento spirituale e di vitalità apostolica. Saluto poi i rappresentanti dall’Apostolato della Preghiera convenuti in occasione del 50° anniversario di promulgazione dell’enciclica "Haurietis aquas": l’unione al Cuore di Gesù sia per tutti sorgente di santità e di efficace azione apostolica. Saluto, inoltre, quanti prendono parte all’Incontro promosso dalla Famiglia Orionina, in occasione della "Festa del Papa", che quest’anno ha come tema "Tanti cuori attorno al Papa, evangelizzatore della vita". Cari amici, vi ringrazio per la vostra presenza e per l’amore che volete manifestare verso il Successore di Pietro con questa vostra iniziativa. Continuate a seguire fedelmente il vostro Fondatore e testimoniate il Vangelo della vita mediante ogni vostra Istituzione ed attività, al servizio specialmente delle persone deboli e sofferenti, ricordando – come diceva don Orione – che "nel più misero dei fratelli brilla l’immagine di Dio".
Il mio pensiero va poi, come di consueto, ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. Siamo ormai entrati nell’estate, tempo di ferie e di riposo. Cari giovani, profittatene per utili esperienze sociali e religiose; e voi, cari sposi novelli, per approfondire la vostra missione nella Chiesa e nella società. A voi, cari malati, non manchi anche in questo periodo estivo la vicinanza dei vostri familiari.
[00977-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0335-XX.02]