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CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLE INIZIATIVE PER CELEBRARE IL V CENTENARIO DEI MUSEI VATICANI, 14.02.2006


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELLE INIZIATIVE PER CELEBRARE IL V CENTENARIO DEI MUSEI VATICANI

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. EDMUND CASIMIR SZOKA

INTERVENTO DEL DOTT. FRANCESCO BURANELLI

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, ha luogo la Conferenza Stampa di presentazione delle iniziative per celebrare il V Centenario dei Musei Vaticani.

Intervengono: l’Em.mo Card. Edmund Casimir Szoka, Presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, e il Dott. Francesco Buranelli, Direttore dei Musei Vaticani.

Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. EDMUND CASIMIR SZOKA

Sono veramente molto lieto di essere qui per inaugurare, con questa conferenza stampa, l’anno delle celebrazioni del V centenario dei Musei Vaticani.

Si tratta di una ricorrenza non convenzionale e neanche meramente simbolica che si riallaccia all’occasionale ma felice scoperta del gruppo marmoreo del Laocoonte, avvenuta nel 1506. Essa vuole ricondurre ad unità una storia secolare di cultura e di arte che i Pontefici Romani promossero con costanza e competenza, raccogliendo le opere del passato per preservarle dall’oblio e dalla distruzione e per destinarle alle generazioni successive. Artisti di ogni epoca furono chiamati ad esprimersi e a rivelare la propria vocazione al servizio della Bellezza e della Fede: la loro opera creativa e il patrimonio di incommensurabile valore spirituale che si venne così formando ed organizzando fu messo a disposizione dell’intera umanità.

Le complesse vicende storiche dei Musei Vaticani ripetono e riflettono fedelmente la successione dei differenti contesti storici, politici e sociali che nel corso dei secoli vennero determinandosi. Giorni gloriosi si sono alternati a momenti drammatici, le collezioni furono depredate e smembrate per essere poi ricostituite ed ancora incrementate. Nuovi orizzonti culturali hanno trovato spazio ed ospitalità all’interno delle Mura e dei Palazzi Vaticani, a volte anche con singolari anticipazioni ed inedite modernità. Parallelamente, la Chiesa si apriva sempre più al mondo della cultura e alle culture del mondo, interagendo con esse, operando trasformazioni e arricchendosi di nuova linfa.

Resta, in ultima analisi, la specificità di una pluralità di raccolte artistiche che, nate come collezione personale del Pontefice, hanno saputo, in tempi straordinariamente brevi, aprirsi al pubblico e comunicare, attraverso il linguaggio dell’arte, messaggi e valori di comprensione universale.

Si parla sempre più, in questi tempi travagliati e contrastati, del Museo come luogo di incontro e di contatti, di confronto e di dialogo, di maturazione e di riflessione fra religioni, culture, esperienze e concezioni del mondo diverse e, a volte, opposte.

Per modalità di formazione e per significato spirituale, per spessore storico e per naturale vocazione, i Musei Vaticani interpretano, oggi più che mai, in modo esemplare questo ruolo e, per questo verso, rappresentano un unicum insuperato fra tutte le analoghe grandi istituzioni museali.

I quattro milioni di visitatori dei cinque continenti, che visitano ogni anno le nostre gallerie, ammirano le opere d’arte e offrono con la loro stessa presenza il dono di provenienze geografiche, religiose e culturali tanto diverse, testimoniano in modo straordinario di questa funzione dei Musei. Non a caso, Papa Giovanni Paolo II di venerata memoria ebbe a definirli "una delle più significative porte della Santa Sede aperte sul mondo".

Il Direttore dei Musei e i suoi collaboratori avranno modo di illustrarvi nel dettaglio le caratteristiche e le scadenze delle singole iniziative con cui si desidera, nel corso di quest’anno così particolare, ricordare quel lontano evento da cui trasse la sua origine questa Istituzione, il cui nome risulta conosciuto e familiare in tutto il mondo.

Si è inteso proporre una serie di inaugurazioni di eventi (due nuovi allestimenti, un restauro, una nuova area archeologica, una mostra, un convegno) che costituiscono il risultato e il riflesso delle attività che, a fianco dell’accoglienza del pubblico, quotidianamente si svolgono all’interno dei Musei. A tutto il personale va pertanto il mio plauso e il mio incoraggiamento.

I Musei Vaticani, i Musei dei Papi, custodi di un’eredità secolare non solo materiale, sono ben consapevoli del loro dovere di conservare e trasmettere nel modo migliore alle future generazioni queste espressioni del genio, della vita, del pensiero e della spiritualità del passato e continueranno a farlo, senza sottrarsi alle sfide del tempo presente, con la perseveranza e la convinzione di sempre.

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INTERVENTO DEL DOTT. FRANCESCO BURANELLI

"… fu detto al Papa, che in una vigna presso a S. Maria Maggiore s’era trovato certe statue molto belle. Il Papa comandò a un palafreniere: va, e dì a Giuliano da Sangallo, che subito li vada a vedere. E così subito s’andò. E perché Michelangelo Bonarroti si trovava continuamente in casa, che mio padre l’aveva fatto venire, e gli aveva allogata la sepoltura del Papa; volle, che ancor lui andasse; ed io così in groppa a mio padre, e andammo. Scesi dove erano le statue: subito mio padre disse: questo è il Laocoonte di cui fa menzione Plinio. Si fece crescere la buca per poterlo tirar fuori; e visto, ci tornammo a desinare: e sempre si ragionò delle cose antiche". Il racconto di quel giorno – il 14 gennaio del 1506 – ha gli occhi di un adolescente, Francesco da Sangallo, ma la penna di un maturo artista, che dopo più di sessanta anni da quella indimenticabile esperienza – il 28 febbraio del 1567 - , trascrive con tanto entusiasmo il suo ricordo giovanile. Aveva appena undici anni Francesco, quando, con il padre Giuliano, il grande architetto, e Michelangelo, il sommo artista, poté andare sul colle Oppio a vedere quel che si era appena scoperto sotto sei braccia di terra, nella vigna di Felice de Fredis, sul sito delle c.d. Sette Sale, la grandiosa cisterna delle Terme di Traiano. Fu quindi proprio il Papa, Giulio II della Rovere, a mandare urgentemente gli artisti per verificare l’eccezionale scoperta, la "mirabile statua di marmo": il pontefice non voleva che altri la potessero comprare, quindi la acquistò ed il 14 febbraio il Laocoonte faceva già bella mostra di sé nel Belvedere del Vaticano.

In quegl’anni molte altre scoperte di antichità si erano susseguite, del resto nel Rinascimento il dialogo con l’arte antica – e la conseguente ricerca di opere d’arte – costituiva un elemento culturale primario. Si disse che Michelangelo fosse "allievo" del Torso del Belvedere – altro capolavoro dei Musei Vaticani – e i suoi riflessi in molte opere pittoriche e scultoree del grande artista toscano ne sono la concreta testimonianza. Ma il rinvenimento del Laocoonte fu quasi una scintilla, che innescò il fuoco della sensibilità e creatività dei maggiori artisti, dal ‘500 in poi. Il contorcersi delle membra e la sofferenza dei volti del povero sacerdote troiano e dei suoi due figli, avviluppati dalle spire dei mostruosi serpenti mandati da Athena e Poseidon, interpretava al meglio quella ricerca di pathos e quella trasposizione anatomica del movimento tanto cara alla ricerca artistica dell’epoca, ma non solo. L’opera era infatti già famosa da un passo di Plinio (Storia Naturale, XXXVI, 37), che ne ricordava la presenza nel palazzo di Tito e la attribuiva a tre scultori di Rodi, Agesandro, Atanodoro e Polidoro. Qui si aprono però i primi problemi interpretativi: quale Laocoonte conserviamo? L’originale greco o una splendida replica romana? E, in quest’ultimo caso, questa replica quando venne scolpita ? Tali questioni non interferiscono minimamente nell’apprezzamento del capolavoro e non frenano in alcun modo la fortuna che il gruppo scultoreo ha avuto fino ad oggi, ma coinvolgono solo il campo della Storia dell’Arte e della ricerca scientifica nel settore.

Sembra sia stato proprio l’arrivo del Laocoonte a ingenerare in Giulio II l’idea del programma virgiliano del Giardino delle Statue nel Belvedere: dagli eredi di Enea era nata Roma ed egli, dopo più di due millenni, si poneva come suo novello fondatore. Questo prezioso giardino – ornato di aiole, con allori, rovi di more, cipressi ed aranci, e circondato architettonicamente da nicchie per statue e fontane – divenne una sorta di Parnaso, di Giardino delle Esperidi, di Arcadia, che un’iscrizione, tratta da un verso dell’Eneide (VI, 258) e posta sulla porta di accesso, interdiva ai non adepti: "Procul este prophani". Giulio II si rivolse al Bramante, che trasformò l’ameno giardino in un cortile, situato tra il Palazzetto di Innocenzo VIII e le nuove "fabbriche". Quindi volle celebrare il suo personale "rinascimento" con il trasferimento dalle sue proprietà di alcune statue antiche, mentre altre ancora vennero acquistate per integrare il programma relativo alla mitica epopea che portò alla fondazione di Roma. Giunsero in quegli anni altre famose statue marmoree, come l’Ercole con il piccolo Telefo in braccio (ritenuto Enea con Ascanio), l’Apollo del Belvedere, l’Ercole in lotta con Anteo, la Venus Felix e l’Arianna (creduta Cleopatra). La cultura divenne un veicolo di comunicazione tra il papato ed il mondo laico ed il Cortile delle Statue il luogo d’incontro preferito dello Stato Pontificio con le altre nazioni.

Morto Giulio II, nel 1513, Leone X Medici (1513-1521) proseguì il progetto del suo predecessore, con l’allestimento al centro del cortile di due grandi statue di fiumi: il Tevere ed il Nilo.

Invece poco apprezzò tante memorie del mondo antico il successore, Adriano VI Florensz (1522-1523), che chiuse il cortile, osservando: "sunt idola antiqua"!

In seguito Clemente VII Medici (1523-1534) ampliò ulteriormente l’apparto scultoreo antico con la sistemazione di tredici mascheroni marmorei, di una statua femminile seduta (ritenuta Vesta e poi detta la "Zitella"), del Torso del Belvedere e della fontana "del Tigri", nel 1533, come pendant di quella realizzata con la "Cleopatra".

Tale erudita composizione scultorea aveva ricevuto un primo colpo di arresto con il drammatico sacco di Roma, nel 1527, ma presto Paolo III Farnese (1534-1549) rivide parte dell’allestimento, con alcuni spostamenti e con l’inserimento dell’Antinoo (in realtà un Hermes) che gli fu donato nel 1543.

Nel frattempo erano iniziati i primi restauri integrativi delle opere esposte, che in molti casi risultavano frammentarie o incomplete. Già al tempo del Bramante, morto nel 1514, per il Laocoonte si fecero realizzare, ad opera di numerosi artisti italiani e stranieri, varie copie in marmo ed in bronzo, vennero scolpite da grandi artisti, quali Baccio Bandinelli ed il Primaticcio. Tra il 1532 ed il 1533 Giovann’Agnolo Montorsoli, un frate allievo di Michelangelo, integrò il gruppo di Ercole e Telefo e l’Apollo del Belvedere e realizzò in terracotta il braccio destro del Laocoonte.

Senza proseguire oltre nella storia del collezionismo pontificio e dei Musei Vaticani che troverete delineata in un mio breve contributo in cartella stampa, mi preme sottolineare quanto i Musei Vaticani traggono la loro origine proprio da quel primo nucleo collezionistico che Papa Giulio II formò nel cosiddetto Cortile delle Statue del Belvedere e che oggi a distanza di 500 anni dalla scoperta e dall’ingresso in Vaticano del gruppo scultoreo del Laocoonte vogliamo ricordare. Nel corso di tutto il 2006 i Musei Vaticani per celebrare con il dovuto risalto questa plurisecolare storia museale promuoveranno una serie di iniziative che si svolgeranno con tempi e cadenze diversificati in modo da offrire ulteriori nuove occasioni di approfondimento alle migliaia di visitatori che quotidianamente frequentano i Musei Vaticani.

Per la circostanza sono state selezionate alcune fra le più recenti e significative attività di ricerca e di conservazione, scegliendo temi diversi e anche distanti tra di loro, ma che ben rappresentano la variegata complessità di questa struttura museale deputata alla custodia ed alla valorizzazione di questo incommesurabile patrimonio storico ed artistico dalla mirabile valenza religiosa.

Innanzitutto venerdì prossimo, 17 febbraio, tutto il personale dei Musei Vaticani si raccoglierà in preghiera in Cappella Sistina e parteciperà alla Santa Messa di ringraziamento che Sua Eminenza il Card. Edmund C. Szoka, Presidente del Governatorato, celebrerà per l’occasione.

Seguiranno poi gli eventi culturali nel corso della prima metà dell’anno saranno inaugurati i rinnovati allestimenti di due importanti Musei che esemplificano l’impegno dei Pontefici Romani nella promozione dell’evangelizzazione attraverso il linguaggio dell’arte.

Il 16 marzo, il primo ad aprire le manifestazioni sarà il Museo Cristiano istituito da Benedetto XIV Lambertini (1740-1758) nel 1756-1757 al fine di raccogliere i diversi nuclei di oggetti che, nel corso della prima metà del Settecento, erano confluiti in Vaticano. Il Museo venne allestito a un’estremità della Galleria di Urbano VIII con l’esplicita finalità di "promuovere lo splendore di Roma e di affermare la verità della religione cristiana". Il nuovo allestimento riproporrà al pubblico e agli studiosi i celeberrimi rinvenimenti settecenteschi di provenienza catacombale riuniti, dopo attente ricerche di archivio, per contesti di provenienza ed esposti nelle splendide vetrine in radica di noce fatte costruire dai migliori artigiani dell’epoca e decorati sulla sommità dai busti di ventiquattro Cardinali Bibliotecari opera di Luigi Valadier.

Il 20 giugno, si apriranno le Sezioni Cina, Giappone, Corea, Tibet e Mongolia del Museo Missionario Etnologico fondato nel 1926 da Pio XI (1922-1939). Allestito nel Palazzo Apostolico Lateranense fino al 1963 quando per volere di Beato Giovanni XXIII venne trasferito in Vaticano e aperto al pubblico dieci anni dopo sotto il Pontificato di papa Paolo VI. La Raccolta, come tutti sanno, presenta le culture e le pratiche religiose dei paesi extra europei ed i loro contatti con il Cristianesimo. Si articola in quattro grandi settori continentali: Asia, Oceania, Africa e America, ciascuno a sua volta suddiviso in sezioni geo-culturali –le opere e i documenti presentano le diverse religioni indigene e le influenze che Cristianesimo, Buddhismo e Islamismo hanno esercitato sulle realtà locali. L’ultima sezione del Museo sarà invece dedicata ad oggetti che rappresentano la ricezione dei valori cristiani da parte di artisti e artigiani delle varie culture entrate in contatto con le attività missionarie; l’universalità del pensiero cristiano e la duttilità con cui ha saputo dialogare e armonizzarsi con le tradizioni e i costumi più diversi e lontani, viene enfatizzata dalle opere di questa sezione si distaccano dalle forme espressive occidentali per essere reinterpretate e riproposte dalle espressioni artistiche delle culture indigene dando una prova tangibile ed eloquente della forma ecumenica del messaggio cristiano.

Il 27 aprile, invece, tra le inaugurazioni dei nuovi allestimenti dei due musei, presenteremo il restauro dei dipinti murali realizzati dal Pintoricchio e dalle sua bottega nella Sala dei Misteri dell’Appartamento Borgia. Un’attività, quella del restauro, che vede impegnati tutti i laboratori di restauro dei Musei Vaticani nel delicato e complesso compito della conservazione del patrimonio storico-artistico della Santa Sede. Viene così completato il restauro della prima sala dell’Appartamento Borgia, un’impresa che richiederà ancora diversi anni di lavoro. Sulle lunette della Sala dei Misteri sono rappresentanti gli episodi della Vita di Cristo e di Maria, mentre nel registro inferiore delle pareti sono state recuperate le decorazioni con finti armadi ed ornamenti, rimaste per oltre trent’anni oscurate dalle pesanti tappezzerie. Si è così potuto ristabilire quell’unità artistica creata dal Pintoricchio. Nel corso del restauro poi si è potuto accertare come il Pintoricchio non abbia realizzato un affresco tradizionale, ma un dipinto murale eseguito con una tecnica del tutto particolare che unita alla grande profusione di dorature e materiali multi materici contribuisce a creare quelle suggestioni che tanto caratterizzano la realtà tridimensionale di questo settore monumentale del Palazzo Apostolico.

In Autunno presenteremo poi il nuovo settore della necropoli romana lungo la Via Triumphalis riportato alla luce tre anni or sono durante la costruzione del nuovo parcheggio di Santa Rosa. Si tratta di un’area archeologica di circa 500 metri quadrati dove il visitatore potrà idealmente immergersi in un sepolcreto intatto della Roma imperiale. Saranno visitabili circa trenta edifici sepolcrali ed una settantina di sepolture singole, disposte su più livelli e quasi tutte in un ottimo stato di conservazione. Si tratta di tombe che vanno dalla fine del I secolo a.C. a tutto il III secolo d.C. con ricche ed interessanti decorazioni ad affresco, a stucco o a mosaico che hanno restituito altari funerari e sarcofagi riferibili a personaggi storici di indubbia rilevanza come Tiberio Claudio Optato della famiglia dei Passieni che fu l’archivista delle proprietà private dell’imperatore Nerone oppure il giovane Alcimo ricordato come addetto alla scena del Teatro di Pompeo a Roma. Veri e propri frammenti di storia che riemergono intatti dall’oblio del tempo e del terreno.

Chiuderanno le celebrazioni la mostra sul "Laocoonte. Alle origini dei Musei Vaticani" che verrà allestita dal mese di novembre nella sala polifunzionale dei nostri Musei e un convegno internazionale che avrà come obbiettivo primario un momento di riflessione e di confronto sul tema del museo come identità, essenza e ruolo nella società odierna. Il dibattito tenterà di esaminare l’istituzione museale in una dimensione storica che, dalle premesse e sviluppi in seno alla cultura europea, e più propriamente romano-pontificia, vede oggi, in un mondo in progressiva trasformazione, l’istituzione museale fiorire nelle più diverse aree culturali e geopolitiche attraverso propri processi identitari partecipando a quella globalizzazione di costumi e di risorse amministrative e tecnologiche con la quale la nostra società contemporanea si sta vivacemente confrontando.

[00223-01.01] [Testo originale: Italiano]

[B0077-XX.01]