L’Udienza Generale di questa mattina si svolge in due diversi momenti: alle ore 10.30, nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Benedetto XVI incontra i gruppi di fedeli; successivamente, nella Basilica Vaticana, il Papa saluta i fedeli convenuti singolarmente.
Nel discorso in lingua italiana, riprendendo il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici, il Papa commenta il Cantico cfr Col 1,3.12-20 - Cristo fu generato prima di ogni creatura, è il primogenito di coloro che risuscitano dai morti - Vespri del Mercoledì della 4a Settimana (Lettura: Col 1,3.12.18-20).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, il Santo Padre rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
● CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA
Cari fratelli e sorelle,
1. In questa prima Udienza generale del nuovo anno ci soffermiamo a meditare il celebre inno cristologico contenuto nella Lettera ai Colossesi, che è quasi il solenne portale d’ingresso di questo ricco scritto paolino ed è anche un portale di ingresso in questo anno. L’Inno proposto alla nostra riflessione è incorniciato da un’ampia formula di ringraziamento (cfr vv. 3.12-14). Essa ci aiuta a creare l’atmosfera spirituale per vivere bene questi primi giorni del 2006, come pure il nostro cammino lungo l’intero arco del nuovo anno (cfr vv. 15-20).
La lode dell’Apostolo e così la nostra sale a «Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo» (v. 3), sorgente di quella salvezza che è descritta in negativo come «liberazione dal potere delle tenebre» (v. 13), cioè come «redenzione e remissione dei peccati» (v. 14). Essa è poi riproposta in positivo come «partecipazione alla sorte dei santi nella luce» (v. 12) e come ingresso «nel regno del Figlio diletto» (v. 13).
2. A questo punto si schiude il grande e denso Inno, che ha al centro il Cristo, del quale è esaltato il primato e l’opera sia nella creazione sia nella storia della redenzione (cfr vv. 15-20). Due sono, quindi, i movimenti del canto. Nel primo è presentato Cristo come il primogenito di tutta la creazione, Cristo, «generato prima di ogni creatura» (v. 15). Egli è, infatti, l’«immagine del Dio invisibile», e questa espressione ha tutta la carica che l’«icona» ha nella cultura d’Oriente: si sottolinea non tanto la somiglianza, ma l’intimità profonda col soggetto rappresentato.
Cristo ripropone in mezzo a noi in modo visibile il «Dio invisibile». In Lui vediamo il volto di Dio, attraverso la comune natura che li unisce. Cristo per questa sua altissima dignità precede «tutte le cose» non solo a causa della sua eternità, ma anche e soprattutto con la sua opera creatrice e provvidente: «per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili... e tutte sussistono in lui» (vv. 16-17). Anzi, esse sono state create anche «in vista di lui» (v. 16). E così San Paolo ci indica una verità molto importante: la storia ha una meta, ha una direzione. La storia va verso l’umanità in Cristo, va così verso l’uomo perfetto, verso l’umanesimo perfetto. Con altre parole san Paolo ci dice: sì, c’è progresso nella storia. C’è - se vogliamo - una evoluzione della storia. Progresso è tutto ciò che ci avvicina a Cristo e ci avvicina così all’umanità unita, al vero umanesimo. E così, dentro queste indicazioni, si nasconde anche un imperativo per noi: lavorare per il progresso, cosa che vogliamo tutti. Possiamo farlo lavorando per l’avvicinamento degli uomini a Cristo; possiamo farlo conformandoci personalmente a Cristo, andando così nella linea del verso progresso.
3. Il secondo movimento dell’Inno (cfr Col 1,18-20) è dominato dalla figura di Cristo salvatore all’interno della storia della salvezza. La sua opera si rivela innanzitutto nell’essere «capo del corpo, cioè della Chiesa» (v. 18): è questo l’orizzonte salvifico privilegiato nel quale si manifestano in pienezza la liberazione e la redenzione, la comunione vitale che intercorre tra il capo e le membra del corpo, ossia tra Cristo e i cristiani. Lo sguardo dell’Apostolo si protende alla meta ultima verso cui converge la storia: Cristo è «il primogenito di coloro che risuscitano dai morti» (v. 18), è colui che dischiude le porte alla vita eterna, strappandoci dal limite della morte e del male.
Ecco, infatti, quel pleroma, quella «pienezza» di vita e di grazia che è in Cristo stesso e che è a noi donata e comunicata (cfr v. 19). Con questa presenza vitale, che ci rende partecipi della divinità, siamo trasformati interiormente, riconciliati, rappacificati: è, questa, un’armonia di tutto l’essere redento nel quale ormai Dio sarà «tutto in tutti» (1Cor 15,28) e vivere da cristiano vuol dire lasciarsi in questo modo interiormente trasformare verso la forma di Cristo. Si realizza la riconciliazione, la rappacificazione.
4. A questo mistero grandioso della redenzione dedichiamo ora uno sguardo contemplativo e lo facciamo con le parole di san Proclo di Costantinopoli, morto nel 446. Egli nella sua Prima omelia sulla Madre di Dio Maria ripropone il mistero della Redenzione come conseguenza dell’Incarnazione.
Dio, infatti, ricorda il Vescovo, si è fatto uomo per salvarci e così strapparci dal potere delle tenebre e ricondurci nel regno del Figlio diletto, come ricorda con questo inno della Lettera ai Colossesi. «Chi ci ha redento non è un puro uomo - osserva Proclo -: tutto il genere umano infatti era asservito al peccato; ma neppure era un Dio privo di natura umana: aveva infatti un corpo. Che, se non si fosse rivestito di me, non m'avrebbe salvato. Apparso nel seno della Vergine, Egli si vestì del condannato. Lì avvenne il tremendo commercio, diede lo spirito, prese la carne» (8: Testi mariani del primo millennio, I, Roma 1988, p. 561).
Siamo, quindi, davanti all’opera di Dio, che ha compiuto la Redenzione proprio perché anche uomo. Egli è contemporaneamente il Figlio di Dio, salvatore ma è anche nostro fratello ed è con questa prossimità che Egli effonde in noi il dono divino.
È realmente il Dio con noi. Amen!
[00010-01.02] [Testo originale: Italiano]
● SINTESI DELLA CATECHESI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
○ Sintesi della catechesi in lingua francese
Chers Frères et Sœurs,
Le cantique de la Lettre aux Colossiens que nous venons d’entendre donne le ton spirituel qui convient pour bien vivre notre marche tout au long de l’année nouvelle. Il s’ouvre sur la louange de Dieu, «le Père de notre Seigneur Jésus-Christ», source du salut. Puis l’hymne se déploie en deux parties.
Le Christ, «image du Dieu invisible», «premier-né avant toutes créatures» rend présent le Dieu invisible avec lequel il est en intimité profonde. Le Christ précède toute créature, non seulement à cause de sa vie éternelle, mais surtout en raison de son œuvre créatrice, car «tout est créé par lui et pour lui».
Le deuxième temps de l’hymne est marqué par la figure du Christ Sauveur dans l’histoire de l’humanité. Son œuvre se révèle avant tout dans le fait qu’il est «la tête du corps, la tête de l’Église». Il est «le premier-né d’entre les morts», celui qui nous ouvre les portes de la vie éternelle, nous arrachant à la mort et au mal.
Contemplons l’œuvre de Dieu qui, parce qu’il s’est fait homme, a accompli notre salut. Le Christ est le Fils de Dieu Sauveur, mais il est aussi notre frère, et c’est par cette proximité qu’il répand en nous le don divin.
Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents à cette audience, en particulier les jeunes de l’Institution Notre-Dame des Dunes de Dunkerque. Que votre pèlerinage vous aide à mettre le Christ au centre de votre vie, tout au long de l’année nouvelle. Bonne et sainte année à tous !
[00011-03.02] [Texte original: Français]
○ Sintesi della catechesi in lingua inglese
Dear Brothers and Sisters in Christ,
In this first General Audience of the New Year, we reflect on the famous Christological hymn from the Letter to the Colossians. It sets a tone of thanksgiving for these first days of the year two thousand and six. Christ is at the centre of this hymn. He is presented to us as the first-born of all creation, the image of the invisible God. The expression "image", like an Eastern icon, indicates more than a likeness, it brings out the profound intimacy that exists with the subject that is represented.
Christ is also portrayed as Redeemer, within the vast sweep of salvation history. As head of his body, the Church, he is joined in communion with all her members, living and dead, and he opens for us the way to eternal life. The fullness of grace that we receive from him transforms us within, so that we become sharers in his divinity.
As Saint Proclus of Constantinople teaches, our Redeemer is not merely human, he is God with a human nature. Had he not clothed himself in humanity, he would not have saved us. In a wonderful exchange, he gave his spirit and he took our flesh.
I welcome the English-speaking pilgrims here today, including groups from Korea and the United States of America. In particular, I greet the delegates attending the General Chapter of the Congregation of the Brothers of Saint Gabriel. I pray that the time you spend here in Rome will help you to grow in your love for the Lord. As the New Year begins, I ask God to bless all of you, as well as your friends and families at home.
[00012-02.02] [Original text: English]
○ Sintesi della catechesi in lingua tedesca
Liebe Brüder und Schwestern!
Zu Beginn des neuen Jahres besinnen wir uns auf den Ursprung allen Lebens und den Geber jeder Gnade. Auf Gott hin, dem wir alles verdanken und dessen Führung wir uns erneut anvertrauen, bewegt sich unser Herz in diesen ersten Tagen des Jahres 2006. Dabei lassen wir uns vom Christus-Hymnus im Kolosserbrief des Apostels Paulus leiten, der den tiefsten Grund christlicher Danksagung nennt: „Dankt dem Vater mit Freude ... [denn] er hat uns der Macht der Finsternis entrissen und aufgenommen in das Reich seines geliebten Sohnes".
Christus ist „das Ebenbild des unsichtbaren Gottes". In Ihm begegnen wir dem Vater, der „mit seiner ganzen Fülle in Ihm wohnen" wollte. Der Sohn Gottes von Ewigkeit, unser Erlöser, ist als Mensch unser Bruder geworden. Im Wissen um diese radikale Nähe Gottes zu uns Menschen dürfen wir vertrauensvoll das neue Jahr beginnen.
Mit diesen Gedanken grüße ich gerne alle Pilger und Besucher deutscher Muttersprache, unter ihnen die Ritter vom Heiligen Grab der Komturei Frankfurt am Main und Gläubige der Pfarrei St. Michael in Athen. Ganz herzlich willkommen heiße ich ebenso die Mitglieder der Gesellschaft für christlich-jüdische Zusammenarbeit aus Münster. – Dankt dem Vater mit Freude! In Jesus Christus, unserem Herrn und Bruder, hat er uns den Himmel geöffnet. Seine Gnade möge euch alle heute und an allen Tagen dieses Jahres begleiten. Ein gesegnetes und friedvolles Neues Jahr!
[00013-05.02] [Originalsprache: Deutsch]
○ Sintesi della catechesi in lingua spagnola
Queridos hermanos y hermanas:
En la primera Audiencia del nuevo año meditamos el himno cristológico de la Carta a los Colosenses, que proclama el misterio de Cristo. En un primer momento es presentado como el primogénito de toda criatura, "porque todo fue creado por él y para él", y como la imagen visible de Dios invisible.
En un segundo momento aparece la figura de Cristo, dentro de la historia de la salvación, como cabeza del cuerpo: de la Iglesia; y por esta comunión de vida entre la cabeza y los miembros del cuerpo, los hace partícipes de la divinidad y los transforma interiormente. Esta obra de la salvación la ha realizado Dios precisamente porque se ha hecho hombre. Como afirma San Proclo de Constantinopla: «El que nos ha redimido no es un simple hombre... pero tampoco un Dios sin naturaleza humana... Puesto que, si no se hubiese revestido de mí, no me habría salvado. Aparecido en el seno de la Virgen, Él se vistió como condenado. Entonces tuvo lugar el tremendo intercambio, dio el espíritu y tomó la carne».
Saludo con afecto a los visitantes de lengua española, en particular a la Comunidad Juvenil de Monterrey (México). Os invito a dar gracias a Dios porque nos envió a su Hijo, el cual, al hacerse hombre, se convirtió en nuestro salvador y nuestro hermano.
¡Feliz Año Nuevo!
[00014-04.02] [Texto original: Español]
● SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE
○ Saluto in lingua polacca
○ Saluto in lingua croata
○ Saluto in lingua italiana
○ Saluto in lingua polacca
Serdecznie witam obecnych tu Polaków. Na początku nowego roku proszę Boga, aby udzielił wam i waszym rodzinom obfitych łask, by otaczał was swoją opieką i by wam błogosławił. Do siego roku! Niech będzie pochwalony Jezus Chrystus!
[Saluto cordialmente i polacchi qui presenti. All’inizio dell’anno nuovo chiedo a Dio che colmi voi e le vostre famiglie delle abbondanti grazie, che vi protegga con premura e vi benedica. Buon anno! Sia lodato Gesù Cristo!]
[00015-09.04] [Testo originale: Polacco]
○ Saluto in lingua croata
Pozdravljam sve ovdje prisutne hrvatske hodočasnike! Dok nam u srcima još odjekuje pjesma slave iz Božićne noći, neka vam u obitelji i u odnose s bližnjima uđe blagoslov što ga daruje Kralj mira, jednom rođen da zauvijek ostane s nama. Hvaljen Isus i Marija!
[Saluto i pellegrini croati qui presenti! Mentre nei cuori ancora risuona il canto di gloria della notte di Natale, entri nelle vostre famiglie e nei vostri rapporti con i vicini la benedizione che dona il Re della Pace, nato una volta per rimanere sempre in mezzo a noi. Siano lodati Gesù e Maria!]
[00016-AA.03] [Testo originale: Croato]
○ Saluto in lingua italiana
Si vede, si sente la forza della Chiesa che è in Italia.
Rivolgo un cordialissimo benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i rappresentanti dell’Associazione Maestri Cattolici, e li incoraggio a proseguire con generosità nel loro impegno di testimonianza cristiana nella scuola e nella società.
Saluto poi le Suore Domenicane di San Sisto, le Suore dell’Adorazione del Sacro Cuore e le Suore Domenicane "Ancelle del Signore", qui convenute in occasione dei loro Capitoli Generali. Saluto, inoltre, due Istituti che ricordano il primo centenario della loro fondazione: le Suore Oblate di S. Antonio di Padova e le Suore Catechiste del Sacro Cuore. Vi auguro, care sorelle, di continuare a servire il Vangelo e la Chiesa in fedeltà al vostro rispettivo carisma.
Saluto, altresì, i ragazzi dell’Oratorio S. Giovanni Bosco in Gessate.
Un saluto speciale dirigo, infine, ai giovani, ai malati ed agli sposi novelli. Gesù, che contempliamo nel mistero del Natale, sia per tutti guida sicura nel nuovo anno, da poco iniziato.
Auguri!
[00017-01.01] [Testo originale: Italiano]
[B0005-XX.04]